lunedì 10 maggio 2010

La mia antipatia per Paperina

Disneyland Resort Paris da Simone Ramella.
Foto di Simone Ramella
Da piccolo adoravo le storie dei fumetti di Topolino tanto che li collezionavo tutti, settimana dopo settimana, mercoledì dopo mercoledì, dal 1986 al 1991. Poi le cose sono cambiate, e negli ultimi anni sopratutto, il mio disinteresse si è trasformato in antipatia totale per i prodotti Disney.  E pensare che Walt Disney aveva iniziato bene dal mio punto di vista: aveva saputo riadattare e sfruttare storie non sue e renderle note in tutto il mondo. Si è saputo muovere alla grande sfruttando la legislazione relativa al copyright, facendo risorgere e dare in pasto al pubblico racconti un tempo sconosciuti ai più. Purtroppo in seguito, quando la Disney è divenuta una tra le più grandi compagnie di produzione, questa ha spinto affinchè la durata del diritto d'autore fosse allungata in maniera spropositata.

Dai 14 anni più altri 14 su richiesta dell'avente diritto, si passa a 70 anni dalla morte dell'autore o ai 95 anni se l'opera appartiene ad un'impresa. Una bella gabbia insomma, qualcosa di mastodontico.
Viene fuori in questi giorni una puntata de La Casa di Topolino che ha dello scandaloso. In "Agente segreto Paperina" si accusa il buon vecchio Gamba di Legno di aver rubato la ricetta dei biscotti di Clarabella, a causa della sua gola. Estrapolo dal blog di Ferrazza:
Pietro infatti vuole prendere la ricetta di Clarabella per farsi dei biscotti da solo. E cosa ci sarebbe di male? Tutto, secondo la Disney. Se anche Pietro avesse la ricetta nessun altro potrebbe prepararli. Non si capisce il motivo. Il messaggio è quindi che la condivisione della conoscenza (e tutto quello che ne deriva come le Creative Commons) non è un valore ma un danno per la società (e per l’economia) tanto che il finale buonista è ancor peggio di tutta la puntata. Clarabella: “Pietro se vuoi dei biscotti te li preparo quando vuoi”.
In pratica si crea un falso a scopo propagandistico. Si vuole far credere tanto per cominciare che ci sia diritto d'autore anche sulle ricette. Cosa impensabile del resto, e non prevista da nessuna legislazione vigente. Le ricette invece si avvicinano di più al concetto di brevetto o meglio di segreto industriale (vedi la formula della Coca Cola). Ironizzando sulla Three Strikes Law e paragondo il mondo del copyright e quello culinario Paolojustice dice: "La lobby dei ristoratori dovrebbe cominciare a spingere per leggi 3-strikes contro chi cucina in casa. Ti becco 3 volte a cucinare in casa? BENE, ti stacco il gas per 1 anno. Come? Il gas serve anche a scaldarsi? Problemi tuoi, potevi pensarci prima andando al ristorante, invece di provocare danni a imprese ad alto valore aggiunto e far perdere milioni di miliardi di posti di lavoro dell'industria della ristorazione e del suo indotto."


Insomma adesso voglio educarli fin da piccoli ad una visione orwelliana di ciò che possiamo e soprattutto non possiamo fare.

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