mercoledì 8 settembre 2010

Enrico Brizzi - L'inattesa piega degli eventi

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Autore: Enrico Brizzi
Editore: Baldini Castoldi Dalai
Pagine: 526
Voto: 4/5
Pagina di Anobii

Trama del libro:

L'Italia fascista ha rotto in tempo l'alleanza con Hitler e anzi ne ha contrastato le mire, guadagnandosi nel 1945 un posto al tavolo dei vincitori. Dal conflitto, destinato a entrare nella memoria degli italiani come la Nostra guerra, il Duce esce trionfatore; anche Casa Savoia è eliminata dalla scena politica, e la nuova costituzione "laica e littoria" priva la Chiesa del suo ruolo sociale.
Per il Paese, ora rinominato Repubblica d'Italia, sono stagioni di relativo prestigio internazionale e prosperità economica, ma la vita quotidiana ristagna, avvelenata da decenni di autoritarismo: gli oppositori veri o presunti subiscono la deportazione nelle ex colonie africane, ora dotate di una formale autonomia e promosse al rango di "Repubbliche associate".
Nel 1960, quindici anni dopo l'armistizio, Benito Mussolini è un uomo di settantasette anni ormai prossimo alla fine, e i gerarchi si preparano a dare battaglia per la successione...
In questo scenario si svolge il viaggio in Africa Orientale del trentenne Lorenzo Pellegrini, brillante cronista sportivo che, per un'inopportuna relazione amorosa, viene depennato dalla lista dei giornalisti accreditati per le Olimpiadi di Roma e retrocesso a un incarico inatteso: dovrà seguire le ultime giornate della Serie Africa, la lega che raduna il meglio del calcio eritreo, etiope e somalo sotto l'egida della Federcalcio di Roma.
Commento personale e recensione:

Una lettura inattesa, proprio come parte del titolo del libro. Brizzi lo avevo letto anni e anni fa grazie al suo "Jack Frusciante è uscito dal gruppo", e quando ho scoperto che aveva scritto un'ucronia mi sono catapultato in libreria. Non si tratta della solita solfa. La genuinità del suo modo di scrivere è restata, sebbene migliorata e cresciuta grazie all'esperienza accumulata nel corso del tempo. Brizzi racconta in modo astuto, atipico ed in parte distaccato l'Italia fascista, attraverso gli occhi di un giornalista sportivo. Grazie a vari articoli propagandistici il lettore può farsi un'idea di ciò che è avvenuto e sta avvenendo. Da brivido le "linee guida". Ambientato per lo più alla periferia dell'Italia fascista, in un Africa coloniale che non esprime in pieno i voleri della Madre Patria, il personaggio principale si muove in quello che resta un punto saldo dell'italiano medio: il calcio. Fascismo o non fascismo, restiamo dei fondamentalisti del pallone. Il calcio raccontato in maniera sublime ed inserito in un storia alternativva che è plausibile e credibile, non come altri lavori ucronici rivelatisi poi di serie B (tanto per restare in tema). Veramente un gran bel romanzo, scritto bene, intraprendente, originale anche dal punto di vista narrativo, vivo e soprattutto riflessivo, ma non stancante. Grazie in parte all'ironia visibile in alcuni personaggi il libro trasuda dell'italianità costante che è in noi, senza scadere in un libro cupo e triste nonostante il tema portato avanti. Da leggere.

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