domenica 29 novembre 2015

Palermo 0 - Juventus 3

A dicembre ci siamo arrivati. Ed in parte avevano ragione quei tifosi ottimisti come Bastiancino. Perchè guardando la classifica, siamo ancora lontani dalle posizioni che ci spettano, ma almeno siamo in grado di giocare e trovare risultati utili. Senza contare il fatto che stiamo viaggiando pure in Europa. Nella giornata di oggi era era più fondamentale che mai riuscire a fare tre punti: la Roma subisce un KO in casa e sta solo a +3, l'Inter ed il Napoli si scontrano tra loro così come la Fiorentina ed il Sassuolo: Nel peggiore dei casi solo due di queste quattro riusciranno a mantenere le distanze senza avvantaggiarsi nei nostri confronti. Oggi la difesa ha dimostrato di essere solida e sicura, siamo a zero reti subite su tre partite, ma il dato più importante sono le occasioni totali concesse agli avversari: praticamente nessuna. Centrocampo insomma, con alti e bassi, ma ancora tanto lavoro da fare. Certo, gli infortuni gravano ancora sulla formazione che quello lì deve mettere in campo. Poi se inizia a sbloccarsi pure Mandzukic (con i crossi giusti fa rete), anche lassù siamo messi abbastanza bene. Salutate la per ora quinta in classifica.

sabato 28 novembre 2015

Skyliner è risorto

Non siamo a Pasqua, ma dopo quasi un mese dalla prematura scomparsa del mitico Skyliner, ecco che riprende vita. Grazie soprattutto ad un trapianto di motore e di qualche altro oggetto meccanico di cui non conosco il nome. Già provato su strada e su pista (che poi sono la stessa cosa) e ora è ancora più potente e prestante di prima: una vita nuova per un brave new world, pronto a scatenare l'inferno. Sicuramente il periodo invernale non mi fermerà, basta coprirsi bene, e tornerò ad essere il centauro bardato di pelle e acciaio che tutti voi conoscete. Un vero uomo di strada la cui colonna sonora è il rombo dei motori, e le urla terrorizzate di chi sarà costretto a mangiare la mia polvere. Mi sarebbe piaciuto poter averlo a disposizione qualche settimana fa a Valencia, per poter dare una mano al mio compagno di squadra Vale, ma purtroppo il duo spagnolo ha visto bene di creare questo trabocchetto (mi hanno rubato l'olio e probabilmente aggiunto zucchero e chupa chups alla benzina) per mettermi fuori gioco. Dico però che d'ora in avanti dovranno guardarsi alle spalle (il tempo di superarli) perchè questo MBK motore Yamaha non ha certo l'interesse di rinascere per stare nelle retrovie. Brooom, Brooom, Brooom. Fate attenzione pischelli, sta per passare lo Skyliner e non c'è pietà per nessuno.

Scream (1996)


Regia: Wes Craven
Anno: 1996
Titolo originale: Scream
Voto: 7/10
Pagina di IMDB (7.2)
Pagina di I Check Movies
Acquista su Amazon

Scream è un bel gioiellino horror. Che ne coglie le caratteristiche principali e ne fa una satira intelligenti. Wes Craven però non si limita a fare qualcosa di acerbo includendo luoghi comuni, uno dietro l'altro, ma li esalta in una sorta di tributo ed omaggio richiamando nei dialoghi (e non solo) tutti quei clichè che hanno reso straordinari lavori come i Nightmare o i Venerdì 13, gli Halloween (il cognome di Billy è Loomis) e Carrie, La Casa, Il Silenzio Degli Innocenti e così via, con Frankenstein del 1931 visibile in videoteca. Insomma non manca davvero niente ad un'opera che riesce a vivere senza legarsi alle altre, pur facendo di tutti questi omaggi la propria forza. Il lato horror è ben studiato, così come la parta relativa al thriller: scoprire l'assassino non è assolutamente semplice in questa sorta di meta cinema in cui i protagonisti scimmiottano quelli dei vecchi film e le situazioni che li vedono coinvolti. Nel corso degli anni perde un po' del suo fascino, per colpa soprattutto della saga di Scary Movie che ridicolizza il gioco del serial killer. Trama comunque più elaborata del solito, ottime le scene d'impatto. La cosa bella è che ti aspetti già cosa accadrà, perchè sono i personaggi stessi a palarne. E poi alla fine, per sopravvivere basta seguire tre semplici regole no?
  • Numero 1: Non bisogna mai fare del sesso (la vergine è salva finchè resta vergine)
  • Numero 2: Non bisogna mai ubriacarsi o drogarsi, perché è peccato.
  • Numero 3: Non bisogna mai dire "Torno subito" perché poi non si torna più.

giovedì 26 novembre 2015

MTC #19

Regola numero uno del Fight Club: se fa freddo non giocare. Ma qui non siamo al Fight Club, roba da mammolette, qui si fa sul serio. Ed anche se hai gli stinchi diacci marmati, devi correre (sì, vabbeh), colpire quella palla e cercare di salvaguardare le caviglie. Impresa ardua e stoica, letteralmente da brivido. Ma noi giocatori di quasi professione, siamo abituati ai sacrifici e ne è la prova pure questo articolo scritto con il sangue solidificato che non mi scorre nelle vene. Stremato sono riuscito comunque a giocare scoprendo, dopo trentacinque anni un trucchetto niente male: se vuoi correre meno, stai dietro, non davanti. Semplicissimo. Se è uno contro uno lo stendi. Se è due contro uno, stai fermo che tanto non puoi farci nulla. Il guaio è che alcuni neanche hanno visto Baresi piangere, quindi nell'anima corrono senza un domani. Noi invece siamo molto più riflessivi ed usiamo il campo in maniera peripatetica, filosofeggiando su possibili schemi e traiettorie. Comunque oh, ridendo e scherzando, oggi più di undici chilometri.

mercoledì 25 novembre 2015

Juventus 1 - Manchester City 0

Vittoria meritata per una Juventus che a tratti è la migliore della stagione. Ci voleva poco, migliorare quella vista sabato sera contro il Milan, anche se vincente era troppo brutta. Siamo abituati ad altro, ed in più di un'occasione questa sera mi sono piaciuti. Al di là del risultato, che alla fine, ci va anche abbastanza stretto. Più che entusiasta, considerando anche che c'è chi colleziona figure barbine inciampando in risultati tennistici, o chi si deve accontentare di seguire vari trofei delle ridicolezze. Noi ci siamo, gli altri ci guardano, e facciamo pure bella figura. Certo, non è tutto oro quello che luccica, c'è ancora bisogno di crescere e non è possibile brillare in Champions ed essere in ombra in campionato. Alcuni tasselli però sembrano incastrarsi bene nel puzzle della ricrescita collettiva. Molto buono Pogba nel primo tempo, utile ed incisivo Alex Sandro sulla sua fascia, Mandzukic che torna a segnare e rendersi realmente pericoloso. Un girone difficile che ci vede passati con merito, ad un passo dal primo posto che è pienamente alla nostra portata. Grandi!!! Grazie!!! Salutate la capolista.

D-Link Smart Plug

Home 2.0 guarda sempre avanti e con un occhio di riguardo alla domotica. Approfittando degli sconti per il quinto anniversario di Amazon Italia mi sono accaparrato il D-link DSP-W215 che in parole povere è una presa "intelligente" gestibile via internet. Ci sono innumerevoli "ma" e "però" per questo oggetto che secondo me è molto utile, ma avrebbe potuto essere assai migliore. Si collega infatti alla rete casalinga via Wifi (ed io avrei preferito ethernet o, essendo una presa, con la tecnologia powerline che tra l'altro D-Link utilizza in altre circostanze) La comodità di un gadget del genere sta anche nel poter raggiungere comodamente zone della casa o del giardino senza doversi affidare per forza al range limitato delle reti wireless. Ma vabbeh, per le mie esigenze va bene così: lo utilizzo collegato al boiler sul terrazzo, una distanza sufficiente per poter prendere il segnale. Per la configurazione ci sono alcune piccole note dolenti, in base al router che utilizzate o alla rete che avete in casa. Infatti, pur essendo dotato del comodo tasto WPS per accoppiare facilmente il dispositivo(non tutti i router lo permettono)la configurazione manuale non dà la possibilità di scegliere tra le reti con SSID nascosto. Quindi se utilizzate questa dovete renderla visibile, stesso discorso (ovviamente) se utilizzate il controllo degli accessi. Nella prima configurazione vi collegate, con lo smartphone alla medesima rete attraverso l'app Mydlink Home. La presa poi è gestibile sia che utilizziate sempre la solita rete, sia che ne usiate differenti o che navighiate in internet fuori casa con il vostro piano dati. Farà tutto l'applicazione. Cosa potete fare? Essenzialmente spengerla o accenderla. Ma l'applicazione riesce a dare anche dei feedback in remoto, sui consumi, permette di pianificarne l'utilizzo, disattivarla automaticamente se si surriscalda. programmare la sua accensione o il suo spegnimento. Purtroppo, altra cosa negativa è il fatto che la spina è di tipo tedesco, senza la possibilità di inserire lo spinotto centrale. Serve nella maggior parte dei casi un adattatore. Un buon prodotto, ma dalle potenzialità limitate: anche la programmazione non permette di avere molta fantasia.






martedì 24 novembre 2015

Xiaomi Mi Band 1S Pulse

Il VERo sportivo che è in me ha deciso di fare un upgrade del vecchio Xiaomi Mi Band. Approfittando del fatto che da un paio di settimane, rompendosi il laccino, non riusciva più a calcolare bene il passaggio da un giorno all'altro, ho puntato subito sulla nuova versione del braccialetto cinese; Mi Band 1S Pulse. Questa volta non ho utilizzato Amazon: avevo paura dei cloni, Ebbene sì, nonostante il prodotto Xiaomi costa praticamente nulla rispetto alla concorrenza, esistono copie di questo braccialetto che non sono originali: leggere ad esempio le recensioni di Xioami smartband. Così ho usato il sito HonorBuy  e mi sono trovato bene, almeno per i tempi di consegna, poi si vedrà. Fatto l'ordine venerdì pomeriggio, stamani (martedì) è già stato consegnato. L'altra volta, direttamente dalla Cina, aspettai oltre un mese. Qualche soldo in più, ma almeno non hai timori di dogana e così via. Appena aperto ho però avuto un po' di timori sulla sua originalità: ad esclusione del logo MI visibile sulla scatola, tutto il resto è in ideogrammi, e lo smartband ha faticato (anzi non lo ha fatto proprio) a collegarsi via blutooth tramite l'applicazione che avevo. Sentivo puzza di marcio!!! E' bastato scaricare lo Xiaomi Market e prendere da lì la versione originale (credo). Il mio account è stato riconosciuto, mi sono loggato ed i risultati si sono aggiunti a quelli precedenti. Non sono stato molto a cercare di capire l'applicazione, molte voci sono addirittura già in italiano, il resto in inglese. Il software è simile a prima, con l'aggiunta delle opzioni relative al controllo del battito cardiaco ed alcune cose che spiegherò più avanti. Infatti la più grande novità sta proprio qui. Il Mi Band 1S Plus non lo controlla in continuo, ma solo quando, tramite l'applicazione decidiamo di farglielo fare. Il cardiofrequenzimetro fisicamente è posto nella parte posteriore del corpo unico, quindi sta a contatto con il dorso del polso. Le dimensioni ed il peso sono leggermente aumentate, ma non si può notare la differenza a meno che di essere uno di quelli che capiscono il peso della polvere di diamante. Le cose che permette di tenere sotto controllo sono come al solito i passi, la corsa, le ore di sonno diviso tra pesante e leggero. Inoltre, cosa che prima non c'era, abbiamo la possibilità di creare un obiettivo non solo per i passi da raggiungere, ma anche per il peso. Con Lollipop e bluetooth 4.0 possiamo anche sbloccare il telefono con il Mi Band senza dover inserire password. E' certificato IP67: io facevo il bagno in mare anche con il vecchio, sebbene sia sconsigliato.

domenica 22 novembre 2015

Nightmare 4 - Il Non Risveglio (1988)




Regia: Renny Harlin
Anno: 1988
Titolo originale: A Nightmare On Elm Street 4: The Dream Master
Voto: 4/10
Pagina di IMDB (5.6)
Pagina di I Check Movies
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Questo quarto capitolo riparte da dove I Guerrieri Del Sogno, di un anno prima, ci aveva lasciato. Ovviamente anche un bambino sa che la saga di Nightmare non si ferma al terzo episodio quindi era impensabile crederlo morto e sepolto. Infatti eccolo che torna, con il guanto artigliato e la magliettina ridicola a strisce. Niente più tranquillità per gli eroi della volta scorsa, inizia una vera e propria caccia allo studente: appena si addormentano o si appisolano Freddy (sì, parlavo proprio di lui) fa loro visita in sogno e li trucida. Non tutte le morti sono belle e spettacolari, ma i trucchi e glie effetti speciali qualcosa di positivo lo fanno, in crescendo, specie negli ultimi. La trama è di un semplicistico che ha dell'assurdo nell'assurdo. Fatto fuori il cast iniziale (anzi, i personaggi, visto che il cast non ricalca quello precedente) in maniera frettolosa si lascia spazio alla nuova eroina Alice (Lisa Wilcox) che ha il potere di richiamare nei propri sogni gli amici, così che il sadico Kruger possa fare una mattanza. Senza motivo (non lui, lei) ha di punto in bianco questa facoltà tanto per dare continuità al film. Dura neanche un'ora e mezzo, ma a tratti la noia ti assale. Sai che ce ne saranno altri centoventi, quindi non vedi l'ora di arrivare alla fine per sapere se c'è motivazione per fare tutto ciò, ma non la trovi. Rispetto al precedente, di nuovo due passi indietro, si ritorna ai livelli di La Rivincita. Forse sono stato troppo cattivo, ma dopo il primo di Wes Craven non sono rimasto molto colpito dal resto.

sabato 21 novembre 2015

Juventus 1 - Milan 0

Guardare Juventus - Milan dopo El Clasico è un po' come guardare i campionati regionali di Carling (Molise - Sardegna) dopo aver visto la finale di rugby Australia - Nuova Zelanda. Due squadre veramente alla frutta. Errori tecnici, tattici, poco brio da entrambe le parti. La confusione regna sovrana nella testa di #noallegri, e lo dimostra la titolarità di Hernanes fin dal primo minuto. Ennesimo infortunio a quasi inizio gara: Evrà esce ed entra Alex Sandro che fortunatamente sarà il migliore in campo. Altrettanto fortunatamente sembra che si faccia male pure Hernanes (così dicono forse per non aggravare la sua situazione di merda) e nel secondo tempo abbiamo Bonucci dentro e cambio modulo. La Juventus, nonostante i noti limiti, riesce a fare la partita e rendersi più pericolosa, rispetto ad un Milan spento e senza anima. Vincere dovrebbe essere cosa facile, ma c'è sempre qualcosa che gira storto. La rete però arriva, neanche troppo inaspettata, con l'asse Pagba --> Alex Sandro --> Dybala. Incolpevole Donnarumma che, tanto di cappello, potrebbe diventare un grande portiere. Sicuro, bravo coi piedi, prestanza fisica da adulto. Poi per gridare al miracolo siamo sempre in tempo. Tornando alla partita, siccome alla Juve l'unica cosa che conta è vincere, me ne frego se abbiamo giocato da schifo: tre punti importanti, terza vittoria di fila, ancora di più. La strada è lunga e quasi tutti hanno ancora da giocare, ma restiamo positivi. Salutate la momentanea sesta in classifica.

Monument Valley: puzzle game per Android

Oggi dovevo acquistare un gioco sul Play Store di Google e diciamo casualmente è toccato a Monument Valley. Non è nuovo, gira già da diverso tempo (Tarabusino docet), ma mi sento di consigliarlo anche agli altri amici. Si tratta di un puzzle game (al momento costa 1,49 euro) con una media voto di 4.7/5 con oltre centomila voti. Ciò che salta subito all'occhio, dopo aver scaricato i circa 240 MB per l'applicazione è la cura artistica con cui è fatto. I livelli ricordano inoltre Escher, ed il rompicapo ti stuzzica abbastanza. Non è troppo semplice da esaurirsi in pochi minuti, ma neanche così difficile da starci male ed impazzire. Al momento però sono arrivato al settimo: diciamo che in poche ore, può essere tranquillamente finito giungendo al decimo. La protagonista si muove su più piani di prospettiva e deve riuscire a raggiungere determinati obiettivi, in teoria sempre più difficili. Gli enigmi da superare si ampliano mano a mano che si continua con il puzzle game, e cresce anche l'interesse dell'utente che resta "affascinato" dalle costruzioni sempre più interessanti che lasciano immaginare di essere intrappolati nei quadri del succitato artista olandese, come Ida la protagonista della storia. Onirico e ben strutturato, buona anche la parte musicale avvolgente. Purtroppo il numero dei livelli è troppo basso (dieci), così una volta terminato, sebbene sia possibile giocare di nuovo, abbiamo già nella testa il percorso da fare. Finisce tutto in un battibaleno insomma. Però ne vale assolutamente la pena.
Ecco un breve filmato in cui supero il primo livello (che più che altro è di prova) così per capire al volo di cosa si tratta:
 

Fury (2014)




Regia: David Ayer
Anno: 2014
Titolo orginale: Fury
Voto: 5/10
Pagina di IMDB (7.6)
Pagina di I Check Movies
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I film di guerra sono stancanti. Ne esistono di tutti i tipi, molti dei quali sono belli, altri avvincenti, altri ancora scontati, brutti e propagandistici. Fury fa parte di quelli che un po' ti annoiano. Magari è bello, ma quando parti a vederlo e sei già deluso, forse non ne apprezzi la totalità. C'è Brad Pitt e fa una buona parte, a tratti antipatica e brutale, ma se parti stanco è la fine. Poi ancora con la Seconda Guerra Mondiale? Non ho trovato niente di particolarmente originale o di mai visto nella trama. Soldati americani nel cuore della Germania nazista che si fanno avanti con un carro armato. Neanche sono di quei fissati che conoscono le caratteristiche tecniche dei mezzi, quindi per me è un normale cingolato con il cannone.  Qui i tedeschi sono dipinti come i Cattivi per antonomasia (giustamente) e gli americani come i cattivi per forza, che devono annientare il nemico. C'è poi la figura del puro di cuore che non ci sta, ma anche lui deve imbracciare il mitra e farli fuori. Il succo è questo. In un particolare western trasposto negli anni quaranta, con strategie, attacchi, difese, sparatorie. Molta azione, spaccata in più parti da scene lunghe di dialoghi religiosi o etici, oppure quella del pranzo con le ragazze tedesche impaurite: questo non giova al film, pur riuscendo ad allungarlo ed a non farlo sembrare una semplice pellicola di mordi e fuggi, quale invece è. Ok, buone le prestazioni del cast, buona le scenografia e buoni i dettagli più cruenti, ma insomma? Dove si arriva. Ho trovato anche eccessivo l'uso scenografico dei traccianti dei mitra o dei carri armati: sembrano raggi laser. Magari nella realtà è proprio così, ma avendoci il cinema abituati in altro modo, tutta quella luce tracciante sembrava fuori luogo. Come l'uscita dal carro sotto assedio per cercare le munizioni (presenti sul tetto dello stesso): giusto per rendere più piccante l'azione, senza motivo logico. Un po' deluso, soprattutto dall'insistenza sul genere.

venerdì 20 novembre 2015

Trust (2010)




Regia: David Schwimmer
Anno: 2010
Titolo originale: Trust
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (7.0)
Pagina di I Check Movies
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Non è semplice fare film che parlano di pedofilia. E non è neanche semplice guardarli, perchè vabbeh, o sei glaciale nell'animo o comunque ti incazzi. Ed io così freddo non lo sono. Trust comunque affronta il tema in maniera acuta ed originale: fa leva sui sentimenti, senza mai sprecare una sola immagine in cui si possano vedere costrizioni fisiche. E fa risaltare i personaggi dandogli una bella forma di realismo. Ad esempio il padre della vittima (Clive Owen) fa un po' quello che farebbero tutti i padri ovvero perde di vista il fatto che la figlia ha subito una violenza e deve essere lei il centro delle sue attenzioni, concentrandosi invece sulla pura vendetta. Normalissimo, la rabbia è il primo sentimento che si scatena in una persona normale, e tutti vorrebbero vedere il vecchio porco venire picchiato selvaggiamente. Poi se Hard Candy ci ha insegnato che è possibile dubitare del colpevole, qui si va addirittura oltre: la ragazzina (Liana Liberato) è addirittura consenziente ed innamorata. Prova di coraggio sublime da parte del regista, che ci mostra una possibile e probabile faccia di come possano andare realmente le cose: è stupro e violenza anche quando la vittima viene circuita con l'inganno. E spesso non si sente vittima, ma difende addirittura il proprio aggressore. Rilevante la scena dall'assistente sociale in cui apre gli occhi e capisce: una cosa del genere ci voleva, forse troppo improvvisa, ma il segnale da dare nella pellicola è chiaro. Così come è chiaro che non può esistere un lieto fine. Tirare un sospiro di sollievo nel vedere il pedofilo in galera seviziato da una banda di portoricani è ciò che il regista non si è neanche sognato di darci. Giustamente. Il mostro è in mezzo a noi, un normale padre di famiglia che un'onesta professione. Grossa la faccenda, raccontata in un film non semplice, con molti temi sottovalutati.

giovedì 19 novembre 2015

Le Regole Dell'Attrazione (2002)


Regia: Roger Avary
Anno; 2002
Titolo originale: The Rules Of Attraction
Voto: 7/10
Pagina di IMDB (6.8)
Pagina di I Check Movies
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Grandioso, pesotto il giusto, ganzo. Una sorpresa da vedere e gustare. Scopro inoltre, grazie a Roikin, che è in qualche modo legato ad American Psycho. Beh questo è superiore, sotto molti punti di vista. Che va forte lo si capisce fin dall’inizio, dalla tecnica utilizzata per fare un rewind (non solo video, ma anche audio), con le voci fuori campo, con i le immagini proposte in maniera originale e non qualunquista. Anche la trama, nel complesso è raccontata in maniera simpatica e non noiosa. Esistono alcuni punti deboli, un po’ in discesa, ma sono accettabili. Molte scene sono pese, non tanto visivamente, quanto psicologicamente. La mia preferita è quella del suicidio e dell’invisibilità della ragazza nei confronti dei protagonisti. Non è la classica storia demenziale ed adolescenziale, dedicata ad un pubblico giovane che sghignazza al cinema. Abbiamo qualcosa di più profondo, raccontato attraverso le voci, i pensieri e gli atteggiamenti di tre personaggi assolutamente stereotipati. C’è il buon vecchio chiappone, tenebroso e spacciatore, il finocchietto bello si innamora del ragazzo sbagliato, la verginella che però fa i pompini ai professori... E non solo loro: tutti quanti sono dei giganteschi e forzati clichè della vita moderna americana: dalle mamme che usano pasticche (“ne vuoi una?” – “cosa è?” – “perchè, ha importanza?”) alle innamorate che scrivono lettere d’amore, al troio di turno che fa il viaggio delle vita scopando a destra e manca. Attenzione però, non è American Pie. Non lo è assolutamente. E’ drammatico e triste in determinati aspetti, quelli che danno l’ossatura alla trama. Ognuno ha la sua opportunità di avere un atteggiamento sbagliato e risultare addirittura antipatico e idiosincratico: il film non cerca l’approvazione o la risata sono elementi che non gli appartengono. Gran film, circolare, in cui dal nulla si arriva al nulla.

mercoledì 18 novembre 2015

Olaf Baker - La Pattuglia Degli Audaci

Nostalgia Time. Avrete subito notato che per questo libro non sto seguendo la classica scheda che utilizzo per tutti gli altri. Già, perchè questo è un po' particolare: si tratta del mio primo libro. Il primo che abbia mai letto in assoluto, da solo, senza le costrizioni scolastiche. Mi pare che fosse iniziata da un po' la seconda elementare, vado molto a memoria casuale, e babbo mi presentò un mondo tutto nuovo per me: quello della lettura. Ne aveva un monte di questi vecchi libri per ragazzi, della Salani in antiche e suggestive edizioni con costola rigida ed illustrazioni al suo interno. Da qui in poi li lessi praticamente tutti (quelli della sua collezione) con gioia immensa, tra l'altro. Erano già vecchi di trent'anni, questa edizione è del 1957, ma alcune avventure non hanno proprio età. Ed il primo libro non si scorda mai. Stupidamente, crescendo, è andato perduto, regalato, fuggito via, di sicuro non bruciato. ho terrore in effetti per i libri bruciati, mi sa di fine del mondo, ma questa è un'altra storia. La storia di Olaf Baker, che neanche ha una pagina su Wikipedia e il cui libro non è presente tra quelli su Anobii, invece per me ha un senso compito, quello di avermi avvicinato alla lettura. Così già da qualche anno mi è venuto il pallino di cercarlo in rete, ma sono sempre stato sfortunato: prezzi altissimi, quasi se non più, da collezione. Ok che ci ero rimasto sotto, ma accaparrarmelo per diverse decine di euro mi sembrava un po' eccessivo. Quindi per un po' ci rinunciai, ma quando uno c'ha una fissa, questa resta. E il danno lo ha fatto Fulvio Schinzari  sul gruppo FB Anobii Italia in cui pubblica una di queste edizioni, acquistate e trovate su ebay. Scimmia immensa, dovevo trovarlo anche io: ma prezzi ancora troppo alti. Regolarmente però ho preso guardare un po' ovunque e giusto pochi giorni fa lo trovo. E' lui, eccolo! E' mio, click su compralo subito. Ed oggi è arrivato. Da custodire gelosamente, e da non farlo fuggire mai più.

Venerdì 13 - Capitolo Finale (1984)




Regia: Joseph Zito
Anno: 1984
Titolo originale: Friday The 13th: The Final Chapter
Voto: 5/10
Pagina di IMDB (5.9)
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Titolo improbabile (anche quello originale inglese) per un Venerdì 13 che sicuramente non finì nel 1984 con questo quarto capitolo, che risolleva un po' le sorti del franchise. Vabbeh non per quanto riguarda la trama, che ricalca le altre, con Jason mattatore che qui ne fa fuori (ho provato a contarli, spero di essere stato preciso) ben dodici più un cane, più la madre anche se non si vede. Questa storia parte dal finale di Week-End Di Terrore, e come era immaginabile risulta violenta e molto splatter con omicidi commessi in maniera brutale uno dietro l'altro. Quasi tutti i morti sono stupidi, o sordi o ciechi, quindi è semplice per il serial killer manifestarsi in qualsiasi stanza e far fuori tutto il cast. La cosa migliore di tutta la pellicola, e non è una cosa da poco, è la presenza di Corey Feldmand, una delle icone degli anni ottanta (I Goonies, Stand By Me, Ragazzi Perduti e Gremlins)  . Il ragazzino non è una semplice comparsa, ma un vero e proprio protagonista, nonché eroe finale. Dispiace molto che poi sia scomparso dal cinema, dice per problemi legati alla droga. Il fatto che sia questo mezzo bambino a porre fine (si fa per dire) a Jason è un tocco di unicità di tutta la saga. Buoni anche gli effetti speciali legati al trucco, non propriamente per le scene di sangue, ma per il volto del cattivone smascherato. Forse l'ultimo capitolo degno di nota, di quelli dopo credo di averne visti solo un paio, ma non ricordo bene, di sicuro quelli un po' più nuovi.

lunedì 16 novembre 2015

The Aviator (2004)



Regista: Martin Scorsese
Anno: 2004
Titolo originale: The Aviator
Voto: 5/10
Pagina di IMDB (7.5)
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Troppo lungo. Sì, davvero troppo. Ed è al cosa che salta più all’occhio. Scorsese avrà anche fatto un buon lavoro, così come il buon Leo e la sceneggiatura potrà anche essere stata precisa, ma la storia di Howard Hughes in molte parti risulta noiosa e ripetitiva. Certo, adesso ne sappiamo (ne so) qualcosa di più su questo eccentrico innovatore ed uomo di affari americano, ne so di più dei suoi successi, delle difficoltà che ha avuto, dei problemi psichici e legali che ha avuto. Ma onestamente non basta una buona storia biografica. Fortunatamente The Aviator non è solo questo, tecnicamente ci mette molto del suo. Per i colori ad esempio: ad inizio film abbiamo un verde sostituito dal cyano, così a rivendicare una certa appartenenza temporale e cinematografica. Lo ho trovato odioso. Già migliori all’occhio le altre tecniche utilizzate, ma  certe volte a voler fare gli sboroni non si ottengono i giusti risultati. Poi non nascondo che per certi versi la creazione di tutto quanto deve essere stata mastodontica, curatissima e tutto quanto. Ma oh, c’è roba che piace e roba che non piace. 

domenica 15 novembre 2015

The Italian Job (2003)




Regia: F. Gary Gray
Anno: 2003
Titolo originale: The Italian Job
Voto: 5/10
Pagina di IMDB /7.0)
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Certe volte capita che hai voglia di rivedere un film, un titolo abbastanza famoso tra l'altro, e quando lo metti scopri che... non era quello. Così guardo per la prima volta The Italian Job, aspettandomi delle scene che non esistono. Ah bello, Venezia, qui dove fanno il colpo sembra proprio Ca' Foscari (c'ero stato giusto a giugno) e poi... Solo ed esclusivamente America. Erroneamente, sbagliando e non di poco, lo avevo confuso con Ronin. E vabbeh, quando ti aspetti una cosa e poi ne arriva un'altra resti deluso. Questo inoltre è il remake di Colpo All'Italiana di fine anni sessanta. Lo ho trovato giusto per molte scene relative all'azione, agli inseguimenti ed al colpaccio. Ma insomma, mi ha anche annoiato vedere le solite cose, pur non avendo mai visto il film. Il genietto del computer, quello degli esplosivi, quello che guida veloce, la ragazza bella, quello che sa fare i piani. Una serie incredibile di luoghi comuni che ci possono anche star bene, non lo nego, ma lo rendono più leggero di quanto dovrebbe essere. E le battute o i flashback ironici: quelli assolutamente da tagliare. Quasi due ore di intrattenimento, ma non della miglior specie, nonostante un buon cast ed una sceneggiatura in teoria intrigante, ma all'atto pratico non è niente di che. Tutto sarebbe stato risolvibile più velocemente con una pallottola per ginocchio al cattivo Edward Norton.

sabato 14 novembre 2015

American Psycho (2000)




Regia: Mary Harron
Anno: 2000
Titolo originale: American Psicho
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (7.6)
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Alti e bassi con grandissime potenzialità dovute a dialoghi prepotentemente interessanti, freddezza e cinismo da manuale, Christian Bale camaleontico, ma anche un substrato narrativo non propriamente lineare e semplice. In ogni caso mastodontico il racconto dell'apparire e dell'invidia che una volta generata, sfocia in odio e violenza senza limiti. E senza possibilità di redenzione. Sarcastico, alienante, psicopatico. Le scene migliori non sono tanto quelle delle varie mattanze, quanto quelle in cui si scopre la psiche perturbata del protagonista: l'invidia per i biglietti da visita oppure il disquisire tranquillo sugli album musicali. La metodica cura della persona, l'innalzamento dei valori estetici, la posizione lavorativa vista esclusivamente come vanto. Sono molte le scene in cui spicca questa estrema visione, basti pensare al vanesio osservarsi mentre fa sesso, assorto da una vera e propria ammirazione di se stesso. Come incipit sarebbe stupendo, un contorno davvero superbo, che però viene in qualche modo sciupato dalla superficialità della trama, che viste le premesse, può risultare inconsistente e troppo acerba. Tra l'altro realtà ed immaginazione non sono ben messe in contrapposizione, ma solo accennate. Molta forza di intenti, per un gran lavoro, che però ti lascia un leggero amaro in bocca, conscio del fatto che sarebbe potuto essere migliore.

1 TB gratis su Drive grazie a Maps

Ottime notizie se siete soliti utilizzare i servizi di Google, in special modo per il sistema di cloud Drive e Foto. Piccolo riassunto delle puntate precedenti: Google offre un totale di 15 GB sul vostro account divisi (ma cumulabili) nel seguente modo - 5 GB per Gmail, 5 GB per Drive e 5 GB per Foto. Ok questo è il piano gratuito, che può essere incrementato con abbonamenti mensili, fino a 30 TB. Possono sembrare pochi, ma c'è anche da considerare il fatto che per Drive non vengono conteggiati i documenti, i fogli, le presentazioni e neanche i "file condivisi con te". Per le Foto invece abbiamo storage infinito per tutte le foto che non superano i 16 Megapixel. Le altre verranno conteggiate. Insomma già i 15 GB del base, con questi termini possono risultare veramente molti, anche considerando che sono esclusi i 50000 (cinquantamila) brani che è possibile caricare sul proprio account Play Music. Da oggi però è possibile incrementare tutto questo grazie all'iniziativa Guide Locali, legata a Google Maps (ultima versione 9.17.1). Per iniziare basta iscriversi al programma e cominciare con i propri contributi. Questi possono essere recensioni (in stile TripAdvisor), aggiunta luoghi, correzioni di informazioni, inserimento di foto, aiuti vari rispondendo alle domande sulle attività che abbiamo modo di recensire. Google Maps, nella sua nuova versione sia via web che come applicazione, prevede un piano di accumulo punti visibili nella sezione "I tuoi contributi".
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Arrivare al livello 4 è il mio obiettivo, ovvero riuscire a prendere il Terabyte di archiviazione.

VER è Parigi

VER è Parigi. Purtroppo. Come VER è stato Charlie. O Bangkok. O Tunisi. O Madrid, Londra, New York. Basta però. Basta essere queste cose però. Basta davvero. Ma siamo troppo impotenti. Non esiste nessuna soluzione, almeno a breve termine. Che si vogliano parcheggi da Rabat a Islamabad o che si auspichi la scomparsa di tutte le religioni o che si creda al ritiro immediato da ogni luogo in cui ci sono interessi economici o militari. E' la fine, iniziata da sempre. Non c'è tregua, non c'è tranquillità. E' guerra: sul campo di battaglia, come in una pasticceria o su Twitter. Ovunque. Il mio pensiero va alle vittime, essenzialmente quelle della strage di Parigi di ieri sera. Ma anche a noi stessi, che già nostro malgrado siamo e saremo vittime al tempo stesso. Magari non di attentati terroristici, ma del terrore che ci avvolge.  La nottata di ieri, passata con gli amici ad ascoltare gli aggiornamenti live dell'incubo che è toccato alla Francia, all'Europa, al Mondo, è una di quelle che dovrebbe segnarti. Sono sicuro invece che rivelerà il suo aspetto peggiore, ovvero quello per cui si passa avanti, la si mette da parte, come una delle tante, con numeri e dati in crescita, aspettando inermi la prossima. VERamente pessimista oggi, ma succede sempre quando ti svegliano dal torpore ed ammetti che non puoi essere sicuro o libero, da nessuna parte. VER non deve più essere nessun'altra città. Non Roma, non Berlino, non Amsterdam, non Istanbul, non Beirut, non Tel Aviv. Basta dai. 

venerdì 13 novembre 2015

Stephen King - Duma Key



Autore: Stephen King
Anno: 2008
Titolo originale: Duma Key
Voto: 3/5
Pagine: 756
Pagina di Anobii
Acquista su Amazon (libro o ebook)

Trama del libro e quarta di copertina:

Dopo che una gru si abbatte sul suo pickup, Edgar Freemantle deve far fronte a una vita diversa. Devastato nel fisico, e non solo, dapprima cerca di accoltellare la moglie e poi di strangolarla con la mano sinistra (l'altra mano l'ha persa, con tutto il braccio destro, nell'incidente). Apparentemente ristabilito, lascia le sue proprietà alle due figlie e alla moglie, che ha deciso di divorziare da lui, e si stabilisce su una solitaria e paradisiaca costa della Florida, Duma Key, dove affitta una grande villa rosa sulla spiaggia. Proprietaria di tutta la zona è l'anziana Elizabeth Eastlake, una signora non del tutto lucida che allerta subito Edgar di un grande pericolo che lo minaccia. Intanto Edgar si scopre una dote inaspettata di pittore: i quadri che comincia a dipingere, specie quando il braccio amputato gli procura delle sensazioni fantasma, rivelano un talento eccezionale, non solo dal punto di vista artistico... Proprio quando la sua vita sembra ricomporsi, anche grazie alla comprensione della ex moglie e al costante affetto delle figlie, che lo sostengono a distanza nella sua nuova attività artistica, il passato di Elizabeth viene a interferire violentemente con il presente di Edgar.  

Commento personale e recensione:

Ero partito benissimo, a fuoco. Certe volte leggere Stephen King è talmente un piacere che ti ci culli. E nonostante non tutti i suoi lavori mi abbiano preso, questo lo ho trovato molto elegante, con descrizioni fenomenali sia per la parte estetica che per quella psicologica. Scorrevole, interessante, prepotente nell’entrarti in testa: oltre la metà del libro è un insieme poderoso di idee affascinanti e ben studiate. Forse alla lunga, superata la metà inizi a temere un po’ troppo che non si tratti di un miracolo letterario, come invece eri propenso a credere in principio. Sarò onesto: c’è stata tantissima carne al fuoco che poteva essere sfruttata in maniera migliore, invece arrivi alla fine e sei un po’ deluso. Manca quella sorta di svolta che te la fa prendere bene. Questo però lo capisci già un po’ prima delle ultimissime pagine: King non può andare a parare dove si vorrebbe, manca il colpo di reni, la ciliegina sulla torta. Anche perchè con delle (lunghissime) premesse di questo tipo si poteva e si doveva fare sicuramente di meglio, senza scadere nel tenebroso fantastico che puzza molto di arrangiamento. Come se arrivato lì non avesse più voglia. Eppure oh, di pagine ne ha scritte, ma poi si sciupa un po’ quel gusto horror che era corretto pretendere. Di pauroso non c’è niente. Fine e finto.  Quasi una ridicola accozzaglia di clichè orrorifici. Tolte le ultime cento pagine, poteva essere un grande libro.

martedì 10 novembre 2015

Sony SRS-X11

Cosa non farebbe il buon vecchio gettons per essere presente in un articolo di VER. Ed è così che arriva questo gradito dono a Home 2.0: lo speaker bluetooth Sony SRS-X11.  Si sposa tra l'altro benissimo con il mio Xperia Z3 Compact. Questo altoparlante wireless è decisamente portatile grazie alle ridotte dimensioni: un cubo di 61 mm che pesa solo 215 grammi. Da utilizzare in qualsiasi ambiente, anche e soprattutto all'aperto. Visto il suo design, semplice ed elegante non sfigura neanche sul comodino o sulla scrivania. Per il comparto audio Sony non mi ha mai deluso: anche le cuffie MDR NC31EM che sono in dotazione con lo smartphone si comportano egregiamente, così non avevo dubbi  neanche nei confronti di questo sistema che al momento sta suonando a palla (10 W di potenza nominale) la mia musica. Si collega al telefono via bluetooth avvicinandoli semplicemente tra loro: grazie alla tecnologia NFC si accoppiano. E' anche possibile utilizzare l'applicazione Throw di Sony, senza bisogno di far toccare i due dispositivi. Altra cosa utile è l'ingresso AUX sul retro per poterlo utilizzare con altre fonti audio. Sempre sul retro abbiamo l'ingresso microUSB per l'alimentazione (il cavo è un accessorio in dotazione) ed il pulsante "add" che permette di collegarlo ad altri altoparlanti dello stesso tipo così da fare un ponte audio. Ottima idea per chi volesse utilizzarlo come postazione fissa, perchè la qualità è davvero molto buona. Sony utilizza il Dual Passive Radiator ed il codec proprietario LDAC migliora la qualità della musica a seconda della sorgente usata. Sulla parte superiore vi sono i pulsanti per il volume ed il comodo tasto per poter utilizzare lo smartphone in vivavoce. Ottimo prodotto anche grazie alla batteria (non conosco la capacità in mAh) che ha un'autonomia dichiarata di 12 ore.

lunedì 9 novembre 2015

Orange Is The New Black [Stagione 1]




Anno: 2013
Titolo originale: Orange Is The New Black
Numero episodi: 13
Stagione: 1

Ganzetto, niente male. Non sapevo cosa fosse, poi lo ho trovato su Netflix ed ho voluto dargli una possibilità. E' una serie ambientata in un carcere femminile federale americano. Verrebbe da pensare subito ad OZ, ma non è assolutamente così pesante. Anzi, se vogliamo dirla tutta è fin troppo leggero. Inizialmente pensavo addirittura si potesse trattare di uno di quei carceri di minima sicurezza, ma non è così. i pericoli ci sono, i secondini sono bastardi, le detenute non sono certo suore, però il tutto è abbastanza sopportabile per quasi qualsiasi tipo di pubblico. Poche le scene di nudo e quasi tutte concentrate nei primi minuti del primo episodio: un accalappiautenti in cui sono caduto bellamente. Comunque una piccola dose di sangue c'è e non mancano i soprusi. Le violenze sessuali si candidano all'ultimo posto dei pericoli, essendo le detenute per la maggior parte o lesbiche o bisex o comunque consenzienti. Davvero difficile trovare qualcosa di realmente più peso. Ci tengo a precisarlo molte volte, perchè appunto, viene facile il confronto con OZ. Nel complesso pur essendo una storia drammatica di base (si basa sulla vera storia della protagonista qui Piper Chapman, nella realtà Piper Kerman) in alcuni istanti è pure una commedia. Cioè riesce a divertirti ed a cogliere quel lato "simpa" della prigione, spesso dettato da clichè o luoghi comuni. Una commedia molto strana insomma, ma si fa piacere. Proseguirò senza dubbio nella visione delle altre stagioni.

domenica 8 novembre 2015

Monsieur Verdoux (1947)




Regia: Charlie Chaplin
Anno: 1947
Titolo originale: Monsieur Verdoux
Voto: 7/10
Pagina di IMDB (8.0)
Pagina di I Check Movies
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Bisogna affacciarsi a questi capolavori del passato con un po' di cautela, in quanto è bene riuscire a collocarli nel tempo in cui sono stati girati e cercare di capirne non solo significato quanto il messaggio. Charlie Chaplin, come regista e uomo del cinema, non ha avuto vita molto facile. Questo è tra i suoi ultimi lavori ed anche tra i più discussi, con al critica del tempo che riusciva a vederci dell'antipatriottismo. Attraverso l'idea, fornitagli da Orson Welles, di utilizzare un reale fatto di cronaca veste il film con abiti da commedia nera e thriller, per mascherare l'accusa nei confronti del mondo capitalista ed il suo rapporto con la guerra. Ad un primo sguardo può sembrare infatti che le divagazioni finali con cui Verdoux dà un senso ai crimini commessi, possano essere un debole tentativo di auto convincimento che esistano mali peggiori. Ebbene attraverso la bocca, il cinismo e gli atti del proprio personaggio, Chaplin lancia un vero monito di accusa rivolto agli spettatori, freschi di una guerra appena terminata. La parte crudele di Verdoux rappresenta lo spietato affarista che che compie omicidi per poter far fruttare i propri affari, non lontano secondo lui (anzi, in scala ridotta) dagli altri affaristi che sono complici (o qualcosa di più) degli omicidi di massa che avvengono durante le guerre. E' impossibile scindere il messaggio e l'idea sociale del regista dalla commedia stessa che porta avanti. Tetra a tratti, romantica all'occorrenza, divertente ed al tempo stesso spietata. Humor nero che non è esilarante, ma riscopre il fascino della gag nella vita reale. Non tutti i suoi tentavi di omicidio infatti riescono bene, alcuni in maniera fortuita, altri per il suo maldestro modo di fare, altri ancora perchè commosso e speranzoso portatore di buoni sentimenti. Lo humor, come già detto, non è pressante, ma presente, volendo quasi dare indicazione di un decadimento di ciò che era un tempo. Non mancano gli ammiccamenti o le scenette che in altri contesti sarebbero stati divertenti, ma qui si trasformano in una resa del personaggio che poi, alla fine della pellicola prenderà coscienza . E perderà.

Empoli 1 - Juventus 3

Per la prima volta riusciamo a vincerne due a fila. Ma che fatica! Ancora, ed è la nona, eccoci in svantaggio. Se gli avversari, che non hanno certo Ibra, Messi o Ronaldo, al primo tiro che fanno segnano sempre è evidente che i meriti non siano solo loro. C'è da dire però che i segnali positivi ci sono stati: non nel gioco, ma nella voglia dimostrata di ribaltare il risultato. Cosa non semplice con un Empoli ben chiuso in difesa e pronto a ripartire. E' arrivato pure il primo gol su calcio d'angolo. Il terzo invece è stato viziato da un eclatante fuorigioco con cui lo svizzero si è trovato libero in area. Di lavoro da fare ce ne è ancora tanto, forse troppo per poter sperare nell'Europa che conta, ma a piccoli passi si va avanti. La prova del nove ci sarà dopo la pausa, con il tempo necessario a riorganizzarsi un attimo prima di trovare il Milan.

MotoGP 2015: Valencia (Spagna)

Grazie Vale. Sei ancora l'uomo da battere. Indipendentemente dal risultato. Queste due settimane hai fatto parlare, il mondo dello sport era in subbuglio. E tutti dovevano dire la loro, cani e porci compresi. Sei e sarai l'extraterrestre irraggiungibile, le altre come abbiamo visto possono essere ricordati o come comparse o come tuoi avversari. Nessuno, neanche il più forte di tutti potrebbe essere ricordato senza un legame con te. Chiunque viene oscurato dal tuo astro, nel bene o nel male come abbiamo avuto modo di vedere in questa fantastica annata. Le hanno provate di tutte, ma se a 36 anni suonati sei ancora lì che te la giochi, chi ha perso sono solo gli avversari. Quelli che hanno perso, quelli che hanno vinto su di te, quelli che l'hanno quasi fatta contro di te e così via. Il perno è il nostro Vale. Gara perfetta a Valencia, impossibile chiedere di più. Gara VERgorngosa da parte di Marquez che ancora una volta, palesemente non fa il proprio interesse, ma funge da body guard al connazionale. Mai un sorpasso in mille giri, eppure le volte scorse ci ha abituato a ben altro. Il numero 1 resterà per sempre il 46.

Point Break - Punto Di Rottura (1991)




Regia: Kathryn Bigelow
Anno: 1991
Titolo originale: Point Break
Voto: 8/10
Pagina di IMDB (7.2)
Pagina di I Check Movies
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Mentre stavo dando il voto (otto) ero un po' indeciso: certe volte mi faccio trasportare dalla nostalgia, ma d'altra parte siamo fatti di ricordi, e su questo non c'è problema. Il problema sta nel fatto che a mio avviso un film del genere avrebbe meritato una colonna sonora migliore, di maggiore impatto, specialmente nelle scene più importanti. Parlo sia di quelle relative all'adrenalina che i protagonisti cercano a tutti i costi facendo sport estremi, sia, e soprattutto in quella magnifica sequenza dell'inseguimento dopo l'ultima rapina finita bene. Faccio quindi finta che ci sia qualcosa di epico (mi viene in mente il Terminator 2 giusto così, per fare due chiacchiere) e consegno l'8 con riserva, d'altra parte la Bigelow all'epoca era "solo" la moglie di Cameron. Comunque, a parte questo, Point Break è spettacolare, ed è sicuramente tra quei film che mi sono piaciuti un casino. Anche per gli attori coinvolti: Keanu Reeves, Patrick Swayze e Gary Busey. Ma ovviamente non solo. Buonissimo thriller colmo di azione: sai già chi sono i "colpevoli", ma resti affascinato dalla filosofia del surf, dalla banda dei Presidenti, dall'adrenalina che scorre a fiumi, molto più del sangue. Senza Point Break poi, fortuna o sfortuna, non avrei mai avuto modo di vedere tutta la saga di Fast And Furious, che ne ricalca pienamente alcuni temi. Il rapporto tra cacciatore e preda si amalgama ancora una volta: la già citata scena dell'inseguimento che si concludo con lo sguardo rivelatore tra i due protagonisti è il momento più alto di tutta la pellicola. La presa di coscienza, la resa, la fine di una possibile amicizia. Due persone, l'una rispettosa nei confronti dell'altra, che capiscono simultaneamente che il loro rapporto è giunto al punto di rottura. Film da non perdere, con pochissimi cali di tensione dovuti soprattutto a forzature della sceneggiatura, per fare rientrare il tutto in meno di due ore. Credo che i giovani che non lo hanno visto possano goderselo ed apprezzarlo assolutamente.

sabato 7 novembre 2015

Prova A Prendermi (2002)




Regia: Steven Spielberg
Anno: 2002
Titolo originale: Catch Me If You Can
Voto: 7/10
Pagina di IMDB (8.0)
Pagina di I Check Movies
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Regia, cast e trama senza dubbio vincenti per un film basato sulla vera storia di un grande truffatore. Raccontata in maniera simpatica, attraverso i flashback ed in maniera vivace, senza scadere nella retorica o nel realismo a tutti i costi. E' chiaramente una pellicola di intrattenimento, ma davvero non è leggera o banale. Gran parte dei personaggi, non solo i principali Leonardo DiCaprio e Tom Hanks, hanno un ruolo psicologico non indifferente e non vengono abbandonati ad essere delle macchiette indistinte. Il grande disegno della fuga, dei cambi di identità, dell'empatia tra cacciatore e cacciato, è ben strutturato. Poi al suo interno troviamo la voglia del riscatto, la solitudine, il mettersi in gioco: temi già raccontati in tutte le salse, non per questo però da evitare, se il lavoro svolto è così buono. Buono perchè si riesce a creare una storia con il giusto mix di azione, thriller, drammaticità. Non mancano i momenti più leggeri, quasi divertenti, così da rendere il film adatto a tutti quanti. forse non sarà mai considerato un capolavoro, ed onestamente non riesco a vederlo come tale, ma tra i più piacevoli da vedere.

venerdì 6 novembre 2015

Noah (2014)




Regia: Darren Aronofsky
Anno: 2014
Titolo originale: Noah
Voto: 3/10
Pagina di IMDB (5.8)
Pagina di I Check Movies
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Di sicuro mi mancano le basi e non ne ho capito gli intenti, ma mi sono venute due palle mostruose. Non sono ferratissimo, non ho letto la Bibbia, ma a grandi linee, un po' come tutti conosco la storia dell'Arca di Noè. Non posso comunque, e neanche voglio, stare a disquisire su eventuali differenze che potrebbero esserci con il racconto originale. In fondo chi se ne frega ad esempio se addormentava o meno le bestie o se mancano i pinguini. E' proprio la forma in perfetto stile fantasy per la prima parte che ho trovato una mossa alquanto ridicola, dettata dal fatto di rendere più appetibile, grazie anche ad effetti speciali, una storia vecchia come il mondo. Senza la volontà di voler sembrare blasfemo, se la Bibbia fosse stata scritta pochi decenni fa, magari sarebbe diventata sì un cult del genere fantastico con i suoi fan come per Harry Potter o Frodo, ma deh... Almeno fatelo interessante. Una mescolanza di temi, concetti e morale di sfondo totalmente religioso, sporcate da evidenti adattamenti per modernizzare la trama e renderla realistica? Non lo saprei dire. Quella raccontata in fin dei conti è la storia di una famiglia di vegani con il padre padrone invasato che prende ordini, neanche in maniera troppo chiara, da Dio e si trasforma da buono e santo in possibile carnefice senza alcun giudizio o libero arbitrio. Fino a quando però poi non sceglie lui stesso di non essere ricordato dal pubblico pagante, come una vera merda da impiccare all'albero maestro. Al suo interno c'è molta licenza poetica, quel tanto che basta per non voler scontentare nessuno, ma che alla fine non accontenta nessuno. Soprattutto me. Ripeto, mi sa di boiata mega galattica, nonostante la presenza nel cast di Russell Crowe, Anthony Hopkins, Emma Watson... Consiglio per la colonna sonora: potevano farla fare ai Magnifiqat, almeno qualcosa mi godevo.

giovedì 5 novembre 2015

Sony Xperia Z3 Compact: aggiornamento a 23.4.A.1.236

L'ultimo aggiornamento di sistema è stato fatto giusto un mese fa. Da una decina di giorni è iniziato il roll out per quello nuovo (23.4.A.1.236) ed oggi lo ho installato. Si tratta di circa 50 mega, che vanno a coprire quelle vulnerabilità per Stagefright lasciate aperte inspiegabilmente con l'ultimo aggiornamento fatto. Adesso se si prova però non tutto è risolto: la CVE- 2015-6602 è sempre segnata di rosso, quindi ci sta che questa sia nuova e non riesca a sistemarla subito. Vabbeh questi minor update secondo me non sono poi così buoni perchè potrebbero pensare a rilasciarli una volta per tutte quando sono completi, soprattutto per quanto riguarda la sicurezza. In attesa poi che venga rilasciato Android 6.0, magari in tempi non troppo lunghi paragonati alla concorrenza.

mercoledì 4 novembre 2015

Il Signore Degli Anelli - Trilogia Cinematografica

Il cofanetto contiene i tre film in bluray nella loro versione cinematografica (La Compagnia Dell’Anello, Le Due Torri e Il Ritorno del Re) più tre dischi DVD con gli extra. Compatto e poco ingombrante, al suo interno tutti e sei i dischi trovano posto in maniera logica e senza che si debba studiare troppo per poterli estrarre. Si capisce comunque che, avendoli tutti nella solita scatola, e non essendo separati, non si tratta di uno di quegli oggetti per cui i collezionisti farebbero fuoco e fiamme. Anche il prezzo, considerando di cosa si tratta è veramente molto basso: nel momento in cui scrivo siamo sotto i 20 euro.  Non sono mai stato un fan della trilogia, così non mi sono adoperato per la versione estesa, che magari mi sento di consigliare a coloro che hanno davvero a cuore le avventure di Frodo e compagnia bella. Come già detto nelle recensioni, i film mi sono piaciuti, ma sarebbe stato troppo per me dedicargli maggior tempo. All'interno è contenuto anche un piccolo depliant su più pagine in cui sono descritti i contenuti di ogni disco. I bluray non hanno altro, al loro interno, che il film ed i trailer. Vale per ogni capitolo. Il primo, che è ovviamente il più vecchio, graficamente non riesce a tenere il confronto con gli altri. Molte scene non rendono giustizia all’epicità della storia, quelle più scure lasciano spesso con l’amaro in bocca ed assistiamo ad una perdita dei dettagli in altre più movimentate e più propriamente d’azione. Non è fatto male, ma da un cult del genere era normale aspettarsi di più. Nel secondo i miglioramenti video si notano, forse per la maggiore dinamicità o per i colori accesi più entranti, ma è come guardare due prodotti completamente differenti. Miglioramenti che hanno l’apice però con l’ultimo film della trilogia, in cui le corpose battaglie hanno il sopravvento e vengono messe sullo schermo con risultati davvero ottimi e di fortissimo impatto. Il comparto audio di tutti e tre i film è invece fenomenale anche per la lingua italiana: TrueHD 5.1 oppure in lingua originale  DTS HD Master 6.1 che in diverse scene esalta non poco la trama. Glie extra sono tutti contenuti nei tre dischi DVD e sono i seguenti, neanche uno in HD:

Disco 1
-          Welcome to Middle-Earth: Houghton Mifflin In-Sore special (16 minuti)
-          Quest for the ring: Fox TV special (22 minuti)
-          Il viaggio verso la Terra di Mezzo: Sci-Fi Channel Special (40 minuti)
-          Video musicale di Enya (May It Be) (3 minuti)
-          Special extended DVD edition preview (3 minuti)
-          Behind the scenes preview of “The Two Towers” (10 minuti)
Disco 2
-          On the set (14 minuti)
-          Ritorno alla Terra di Mezzo (42 minuti)
-          The long and the short of it (8 minuti)
-          The making of the long and the short of it (7 minuti)
-          TV spots (8 minuti)
-          Video musicale di Emiliana Torrini (In Gollum's Song) (3 minuti)
-          Special extended DVD edition preview (5 minuti)
-          Behind the scenes of “The return Of The King” (12 minuti)
Disco 3
-          The quest fullfilled (23 minuti)
-          A filmaker’s journey (28 minuti)
-          National Geographic Special (46 minuti)
-      Filmati di lordoftherings.net (22 minuti)

martedì 3 novembre 2015

Borussia M'Gladbach 1 - Juventus 1

Purtroppo sono riuscito a vederla. Anche questa è stata un colpo al cuore, ed a proposito di cuore, per fortuna lo svizzero ha segnato trovando il pareggio. Era la partita che andava vinta, non dico per forza, ma per amor proprio almeno. Con la vittoria la matematica sarebbe stata dalla nostra parte. Invece un primo tempo vergognoso come sempre, senza idee, senza gioco, con gli avversari che ti sovrastano. Avversari che hanno raccolto solo due punti nel girone, guarda caso contro di noi. Oltre al punto, hanno colto anche due traverse e si son rivelati più pericolosi di noi. Certo, l' espulsione di Hernanes (l'uomo più lento del mondo su di una palla che era in suo possesso) nel momento migliore della Juventus, ha condizionato la gara. Una gara che forse avrebbe avuto un altro risultato visto che in quei minuti stavamo essendo pericolosi. Ma HerMales dopo lo svarione di Napoli ha voluto regalarci l'ennesima gioia. Comunque il punto è prezioso, ci ha praticamente qualificato ed è un po' come se avessimo passato il girone. Ma c'è almeno un altro punto da fare per stare tranquilli. Sono convinto che agli ottavi, in un modo o nell'altro ci arriveremo, sarebbe bello già dalla prossima.

domenica 1 novembre 2015

Primo giorno di prova per Netflix

Da mezzanotte di oggi ho iniziato a provare Netflix. In Italia è arrivato il 22 ottobre scorso, ma armato di tanta pazienza ho voluto aspettare proprio il primo novembre per poter avere l'intero mese di novembre come periodo di prova. Ovviamente i 30 giorni gratuiti  possono essere sfruttati dai nuovi utenti in qualsiasi momento: il mio è solo un modo per potere meglio sotto controllo ciò che visualizzerò nel preciso mese di novembre. Per chi ancora si sta chiedendo cosa sia Netflix la risposta è abbastanza semplice: un servizio internet multi piattaforma, che con un abbonamento ti permette di accedere in streaming a tutto il suo catalogo di contenuti, in maniera illimitata. Per farvi un paragone, Netflix è il diretto concorrente di servizi come Sky Online o Infinity o se vogliamo anche di Chili TV. Non starò a fare un paragone stretto tra queste piattaforme, ma parlerò essenzialmente di Netflix: ha solo contenuti registrati (niente programmi live, niente sport, niente musica) e l'abbonamento comprende tutto il catalogo, visibile esclusivamente in streaming (quindi dovete sempre avere un accesso ad internet) senza salvare niente in locale. Non si tratta di download quindi e non c'è neanche un numero limitato di volte (non è un noleggio) in cui si può vedere un film, una serie tv o un documentario.

Come funziona:

E' semplice. In neanche due minuti ci si registra e si può iniziare ad usufruirne. Serve una carta di credito o un account Paypal e si paga di mese in mese (i primi 30 giorni sono gratuiti come già detto) senza che si debba essere legati al servizio. Quindi nessuna trafila per disdirlo se si capisce che non fa per noi: basta un click e ciao. Magari si ritorna tra qualche tempo quando ci saranno più contenuti di nostro gradimento. Già, ma come si usa? Basta essere collegati ad internet ed avere un pc con cui visualizzare i contenuti via browser (usa Silverlight, ma è utilizzabile sia sotto Windows, sotto IOS e sotto Linux se utilizzate Chrome). Ovviamente non solo: il suo punto di forza è che sono state create e rese disponibili applicazioni per moltissimi device, siano essi smartphone Android o Apple, Play Station, Xbox, lettori bluray, tablet, Apple Tv,  Smart TV o Chromecast . Insomma il pubblico che potrà accedere al servizio oggi è molto variegato e non serve avere impianti fantascientifici o chissà cosa: funziona quasi ovunque ed ogni dispositivo permette la solita esperienza (a parte per i contenuti 4k). La piattaforma è simile o addirittura identica per ogni device intendiate usare. La veste grafica è ben curata, immediata ed organizza i contenuti per categorie e generi. C'è pure un motore di ricerca per facilitare le cose, ma peccato che non esiste un ordine alfabetico ed uno cronologico in base all'anno di uscita dei film. Sarebbe stato sensazionale. Potendo creare più profili per ogni account ed anche delle liste, tenere sotto controllo ciò che ci piace è veramente cosa che potrebbe fare pure la nonnina mentre fa la maglia. Una cosa ottima è la possibilità di mettere in pausa e riprendere da qualsiasi altro dispositivo. Provato più volte: stop dal bluray, riprendo dallo smartphone e così via.

Quanto costa e cosa offre:

Ci sono tre piani. Il primo costa 7.99 euro, solo con risoluzione Standard e massimo un dispositivo per volta. Il secondo costa 9.99 euro, offre contenuti in HD e si possono usare due dispositivi in contemporanea. Il terzo costa 11.99 euro, offre contenuti in 4k (quando disponibili e visualizzabili solo su Smart TV)e si possono usare fino a quattro dispositivi in contemporanea. Ok, la ganzata sta qui. Il secondo ed il terzo piano possono essere condivisi quindi con amici e parenti. 110 e lode. Personalmente ho fatto il secondo, in quanto non dispongo di tv 4k e mi bastano due dispositivi per adesso, da dividere con il buon vecchio Funflus.Ciò che è possibile vedere oggi sinceramente è un po' pochino. E' vero che il prezzo non è alto (specie se si fa diviso due), ma attualmente il catalogo offre poco più di 500 film, meno di 200 serie tv e circa 150 documentari. Non è pochissimo, crescono di giorno in giorno, ma ciò che salta più all'occhio è la mancanza di veri e propri titoloni che ti fanno desiderare l'abbonamento. Parlo soprattutto del menù dei film, tra cui è difficilissimo trovare le ultime uscite. Ad ogni modo la qualità di streaming è ottima: certo dipende dalla banda di cui si dispone, ma la risoluzione è adattativa e sceglie per te il miglior risultato. Mai avuto problemi di buffering. Ok a casa ho la 20 mega (tengo però client di p2p attivi) ed il telefono ha un piano LTE, ma ho provato pure con una sette mega solitamente vergognosa con Sky ed i risultati sono sempre stati buoni. Anzi, più che buoni. I contenuti poi hanno tutti traccia originale selezionabile così come i sottotitoli. Italiano per ora sempre torvato in 5.1.  Bella mossa anche questa. Così come il fatto di poter usare il servizio anche se ci si sposta all'estero in una nazione dove esiste Netflix: in questo caso però avremo a disposizione i titoli di quel catalogo locale. In America Netflix va forte soprattutto per le serie tv, molte di successo sono produzioni ed esclusive sue. Ad oggi in Italia alcune di queste, come House Of Cards, sono però appartenenti alla concorrenza. Non manca però la curiosità di provarne di nuove: ho visto la prima puntata sia di Narcos che di Modern Family. Narcos merita davvero la prova per almeno tutto il mese, aspettando che altre ne vengano aggiunte. Ce ne sono ovviamente altre come Daredevil, Sense 8, Orange Is The New Black... Valgono da sle il resto del biglietto? Non è detto. Vedremo con il passare intanto dei primi trenta giorni, poi anche in base a quante novità verranno inserite dal lato cinema.

Nel complesso è accattivante l'idea di poter disporre di un servizio simile, che per adesso è vincente nella qualità, nei costi e nelle idea, ma manca di killer contents che possano far pendere il suo favore l'ago della bilancia.