lunedì 29 agosto 2016

A. I. - Intelligenza Artificiale (2001)




Regia: Steven Spielberg
Anno: 2001
Titolo originale: A. I. Artificial Intelligence
Voto: 5/10
Pagina di IMDB (7.1)
Pagina di I Check Movies
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Una volta iniziato ho passato qualche minuto a chiedermi il perchè non mi avesse poi convinto così tanto alcuni anni fa quando lo vidi per la prima vola. Certo, anche nella sua primissima parte si nota una certa lentezza di fondo, ma questo non mi dispiace perchè ci introduce abbastanza nello specifico all'interno della storia. Che sembra semplice, addirittura una sorta di inseguimento costante della favola di Pinocchio, ma risulta alla fine secondo me troppo ambiziosa e con un numero esagerato di bracioline sul fuoco.Pur con la solita cadenza infatti, abbiamo un'evoluzione della trama che nel finale risulta precipitosa ed in cui il romanticismo genuino dell'amore tra figlio e madre si scontra con la tristezza amara che la differenza tra fiaba e realtà non sta tanto nell'inseguire un sogno, ma nel vederlo realizzato. La prima parte è basata sul racconto di Brian Aldiss "Supertoys che durano tutta l'estate" il quale aveva ispirato l'interesse di un certo Kubrick: poi invece sarà Spielberg anni dopo a prendersi questo impegno. E nella parte centrale, quella movimentata e colorata da Paese dei Balocchi futuristico e malsano, si ha un completo cambio di rotta che stride fortemente con l'inizio del progetto. E la figura del robot interpretato da Jude Law, manca proprio di spessore: un quasi inutile compagno di passeggiata o di fuga proprio come lo è l'orsetto Teddy. Arriva poi il finale, che torna sulle note rallentate e calme, ma che risulta un po' arrangiato, non semplicistico, ma forzatamente adattato. Discontinuo nel complesso: eppure con una lunghezza della pellicola che supera di gran lunga le due ore si poteva avere qualcosa di più almeno per la narrazione, non tanto per i concetti. Inoltre in alcune, troppe scene, si ha quell'inseguimento quasi a ricalcare la favola di Pinocchio, come già detto sopra, che può essere un bene a livello citazionistico e come omaggio, ma le forzature di tipo fantastico e casuale in una buona storia di fantascienza, e questa deve essere proprio fantascienza, non ci stanno proprio bene. Il resto sono molte domande, alcune con risposta aperta in cui ognuno può dare il proprio contributo filosofico e sociale: un robot che ama potrà mai essere umano? E potremmo noi amare un robot dalle sembianze di un bambino?

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