domenica 17 settembre 2017

Grotta del Vento (e altri elementi)


Questa volta sono arrivato a destinazione. Niente frizione rotta, niente pioggia epocale nonostante l'allerta meteo chiamata giusto per pararsi il culo. Parto comunque con un anticipo tale che mi permetta di schivare eventuali sventure, e fila tutto liscio, anche troppo: due ore di anticipo. Meno male trovo un loquace accompagnatore turistico che mi racconta le sue avventure in Australia, Thailandia, Laos, Cambogia e simili. Io lo stuzzico con Baratti, Perelli e Calamoresca: mi piace partire avvantaggiato. È l'ora poi di entrare alla Grotta del Vento, e vorrei iniziare subito con una polemica, se mi è permesso: dovrebbero proibire l'ingresso a coloro che stuccano (bimbi, vecchi, lungheroni, stazzoni, ansimanti, vertiginosi, milanesi che fanno le battute come in prima elementare e ridono solo loro). Il motivo è semplice: il tour completo da tre ore con camminamenti vari, centinaia di scalini e la guida che si dà da fare affinché nessuno tocchi niente (e le categorie sopra ciacciavano a più non posso) è impensabile che sia composto da 40 (quaranta) persone. Fine della polemica. Il fascino dei fenomeni carsici mi attrae molto e qui possiamo trovare, in base al l'itinerario scelto (da una, due o tre ore): gallerie con stalattiti e stalagmiti vive, cioè ancora in fase di accrescimento (ci vogliono centinaia di anni per vedere un aumento minimo), la risalita di circa 80 metri di un pozzo verticale, e la discesa a 75 metri fino alla parte più profonda con tanto di fiumiciattolo sotterraneo. Il cammino complessivo è lungo oltre 2 km e si salgono e scendono circa 1200 scalini: un lavoro sorprendente per rendere la grotta accessibile ai turisti (ci sono anche percorsi avventura con speleologi). Poiché all'interno la temperatura è fissa a 10,7 gradi si hanno correnti d'aria, da qui il nome, che variano di intensità e direzione a seconda della temperatura esterna. Consiglio di visitarla, nonostante l'affollamento del tour, e sarebbe ganzo rivederla in inverno con le precipitazioni e l'acqua ad un livello maggiore. Terminata questa avventura mi sistemo al Palazzo del Doma a Vagli, che non è esattamente dietro l'angolo come credevo. Comunque comodo e tutto per me, unico ospite, coccolato e riverito come un principino. Ho tempo quindi di seguire i consigli presi alla reception e mi dirigo per passeggiare nella natura all'oasi di Campocatino con cena esclusivamente di prodotti tipici e fatti in casa al rifugio. Esco ed è subito bufera.

Album Grotta del Vento
Album Rifugio Campocatino

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