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sabato 25 dicembre 2010

Romanzo Criminale (serie TV) prima stagione

Ci sono cose che piacciano in tutte le salse ed in tutti i modi. Di Romanzo Criminale ho idolatrato il libro di De Cataldo (cinque stelle su Anobii), mi è piaciuto molto il film, ed ora che da poco ho finito di vedere la prima stagione della serie TV, sono rimasto positivamente impressionato anche da questa. Certo, le differenze ci sono, siacon il film che con il libro. E se vogliamo, basandosi in parte su fatti realmente accaduti a Roma come in Italia, le imprecisazioni si trovano anche qui. Questo è normale: una serie tv nata per la televisione, ha esigenze differenti rispetto al cinema o ad un romanzo. Ed i discostamenti dalla realtà sono necessari per il carattere roamanzato della storia. Fatto sta che non mi era mai capitato di vedere una serie a puntate tutta italiana fatta così bene. Gli attori, tutti, non solo coloro che impersonificano i personaggi principali, sono decisamente all'altezza. Sarà merito della produzione, della regia, dello zampino di Michele Placido o della bravura di De Cataldo nel descrivere, ma davvero è impossibile non restare affascinati da questo telefilm made in Italy.
Cosa è che lo rende cos vincente da ogni punto di vista? Prendendo spunto dalle vere vicissitudini della banda della Magliana alla fine degli anni settanta, abbiamo una sorta di Padrino, ambientato a Roma. Il punto di vista della storia è incentrato sulle scorribande criminali e sulla crescita di una cellula sempre più spietata che mano mano che si ingradisce ed acquisisce potere, prende il controllo della Capitale. Lo spettatore, purtroppo, si affeziona ai criminali. Il punto di visyta è infatti loro. Quello del Libanese, del Dandy, del Freddo, di Bufalo, del Nero e così via. Il commissario Scialoja è solo visto come un impedimento, una rottura di palle. Proprio come ne il Padrino, si fa "il tifo" per i cattivi. Non sempre però. Ed è qui che entra in gioco il fattore fondamentale che rende interesante tutta la storia. La psicologia di ogni membro della "batteria" è studiata perfettamente. Passano da uno stato di esaltazione ad uno di depressione. Il potere spesso dà alla testa, le mani di grandezza spopolano nelle menti di chi crede di essere invincibile. La droga fa come al solito il suo dovere, minando le capacità razionali. Gli amori, le gelosie e le paranoie si susseguono. Con chi abbiamo a che fare in fin dei conti? Che dei ragazzi che si ritrovano a governare un mondo della criminalità, dalle mille sfaccettature. Un mondo violento, che è pronto a metterti da parte alla prima debolezza. Il Libanese, leader carismatico, sbrocca più volte e non è certo un esempio di moralità ed onore da seguire. Segue soltanto il suo interesse, sempre più nebuloso. Il Freddo, forse quello che riesce più a insavire, non resta comunque un esempio da seguire. Instabile, taciturno solitario, freddo appunto. Il Dandy ne fa una più del diavolo, pur pensandone molto meno. La sua ossessione per la puttana Patrizia lo distoglie più volte dal comando. Se analizziamo ogni membro della banda lo troviamo spietato ed al tempo stesso debole. Questa umanità è ciò che rende grande il susseguirsi delle scene. Aggiungiamo poi elementi reali, come il rapimento di Aldo Moro e la strage di Bologna che fanno da sfondo. Mettiamoci dentro anche l'impotenza delle forse dell'ordine nel combattare la criminalità organizzati. Inseriampuci pure i servizi segreti, gli abusi di potere, la politica e tuttoil resto. Ecco perchè resta una delle migliori produzioni mai viste.

2 commenti:

  1. mi trovo pienamente d'accordo con la tua recensione. Anche secondo me è la miglior serie tv italiana mai realizzata...purtroppo non sono ancora riuscito a vedere la seconda stagione:(
    Buon natale!

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  2. Ciao Bizzo, io ho visto solo le prime due puntate per adesso, ed è in linea con la prima. Non conosco i fatti che avverranno nelle prossime, ma penso che almeno una terza stagione sia necessaria per coprire tutti gli avvenimenti raccontati nel libro.

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