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sabato 29 gennaio 2011

Carlo Menzinger - Jacopo Flammer e il popolo delle amigdale

More about Jacopo Flammer e il Popolo delle Amigdale

Autore: Carlo Menzinger
Pagine: 202
Voto: 3/5
Pagina di Anobii

Trama del libro:

Una vacanza nella preistoria, attraverso una misteriosa Porta nel Tempo, si trasforma per Jacopo Flammer in una pericolosa avventura tra gli uomini primitivi, inseguito da esseri provenienti da un universo divergente, in cui i dinosauri non si sono mai estinti.
Anche se a proteggere Jacopo ci sono i Guardiani dell’Ucronia, strane creature provenienti da mondi in cui l’evoluzione non ha premiato l’uomo ma altri animali, saranno sufficienti l’insolito coraggio e il nuovo misterioso potere di Jacopo per affrontare il feroce Gruhum, lasciare questo passato divergente e tornare a casa? 
Commento personale e recensione
E' sempre un piacere leggere romanzi di persone che in un certo qual modo abbiamo conosciuto. Anche se il tipo di rapporto avuto, non è mai stato il classico faccia a faccia, ma il più moderno "chat to chat" di Anobiiana memoria. Carlo Menzinger, l'autore, è possibile incontrarlo in uno dei social network più amato dagli italiani: Anobii. Con orgoglio posso dire di avere anche questa copia (era già capitato per "Il Colombo divergente") con tanto di dedica ed autografio. Non posso farne a meno mi spiace!
Ma arriviamo a parlare del libro. Fin dalla copertina che dalle prime pagine (arricchite dai disegni di Ludwig Brunetti e Niccolò Pizzorno) si capisce che il pubblico verso cui è orientato il romanzo è un po' più vasto rispetto a quello dell'altra opera. Il modo di scrivere è decisamente semplice e scorrevole: una grande dote di spiegare concetti complicati attraverso parole che possono essere capite anche dai più giovani. Impossibile non fare un paragone con l'ucronia su Colombo che era di per sè un'opera d'arte anche  solo per lo stile di scrittura. Qui, il protagonista è un ragazzino di soli nove anni, che pensa come una bambino di quell'età e si trova catapultato in un'avventura fantastica in un mondo che non è certo simile al suo. La preistoria vista con occhi ucronici non è particolarmente interessante, ma l'autore non si limita a scaraventare i personaggi in un passato lontanissimo. Crea delle divergenze temporali, in cui ora l'una ora l'altra specie si è evoluta. La trama è veloce ed avvincente, ma la fine è decisamente troppo secca: ci sarà un continuo, e non ci resta che attendere che la penna di Menzinger si metta all'opera. Il romanzo fortunatamente, seppur leggibile anche da ragazzi più giovani, non scade in sviolinate inutili su quanto sia bella la natura, su quanto sia buono porgere l'altra guancia e così via. Ci sono morti e feriti, ci sono paure ed avventure. E' realistico insomma, nella sua semplicità di storia di fantasia. Il tocco decisamente in più è rappresentato dalle epoche differenti da cui provengono Jacopo ed Elisa. Un tocco di ironia ed alcune simpatiche incoprensioni lo rendono ancora più vivace.

"Conosci anche tu il cartone?" chiese il bambino.
"No. Io ho letto la fiaba sonora"
"La cosa?"
"Un libretto con il 45 giri"
"Giri di che?"
"Il disco, no!"
"Ah" fece Jacopo "il DVD!"
Mi chiedo una sola cosa, anzi la chiedo a Carlo: perchè hai inserito quell'odiosa ed inutile figura di Marco, il ragazzino di dodici anni?

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