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martedì 9 agosto 2011

Queen - A night at the Opera


Artista: Queen
Anno: 1975
Tipo album: studio
Numero tracce: 12
Pagina di MusicBrainz

Ok, ci provo. Anche se non è semplice ed ho un po' di reverenza. Provare a recensire ( o meglio: parlare di) un album dei Queen non è certo un lavoro facile. Tutti lo hanno già fatto. Tutti li hanno già ascoltati. Tutti sanno già ogni cosa. Tutti li hanno amati. Milioni di volte. Ed io? Eh sì pure io. Per ovvie ragioni anagrafiche ho iniziato il loro ascolto, dopo la morte di Freddy Mercury. Quindi durante l'apoteosi del loro successo, mai calato credo, dagli anni settanta in poi. A night at the Opera non è stato il mio primo loro album, ma è stato anticipato da Innuendo e da Sheer heart attack. Ho però deciso di parlare di questo perchè forse è uno dei più rappresentativi del loro modo di fare musica e di farla ascoltare. Già dal titolo, dedicato all'omonimo film del 1935, abbiamo un qualcosa che mi ha sempre stuzzicato: la relazione tra cinema e musica. Se un artista rimane colpito da un'opera di altro genere, tanto da portarlo a prendere un po' di quella ed inserirlo nella sua, secondo me è un qualcosa di interessante. Se vogliamo guardare poi le tracce, queste dal punto di vista artistico possono risultare come una sorta di concept album, visto l'insieme di elementi di musica classica che si mischiano ad un hard rock un po' sperimentale. Non lo è ovviamente dal punto di vista dei testi. Con tutta sincerità, pur apprezzando la totalità del disco, penso che quasi tutte le tracce sia piccoli antipasti per arrivare alla più famosa e blasonata Bohemian Rhapsody. Non che il resto delle canzoni non siano di buona fattura, ma almeno per quanto mi riguarda vivono all'ombra del capolavoro. Fin dalla prima traccia infatti mi aspetto un continuo crescendo, che arriva con l'ultima (se non vogliamo considerare l'inno God save the Queen). In molte tracce è presente un richiamo al passato, non solo per l'alternarsi di stralci che richiamano la classica, ma anche per sistemi che ricordano anni lontani nel tempo, pur avendo una ritmicità moderna. Ballate e swing si danno il cambio con riff di chitarra e scossoni hard rock, in quasi tutta la produzione. La sua forza è infatti nel saper far confluire diversi tipi di sonorità in un'unica grande opera. L'ambizione di un prodotto del genere li ha portati lontano. Non sto a dilungarmi su quanto siano stati bravi sia nelle voci, nei cori, o nelle parti strumentali, solo che ascoltare certe note ti fa respirare a pieni polmoni. La mia preferita resta Bohemian Rhaposdy, con parti a cappella, assoli, una voce stupenda ed una struttura difficilmente apprezzabile in altre canzoni.Decisamente tanti generi e tanta innovazione all'interno di sei minuti di batticuore. Impossibile parlarne ancora, ecco il video, si fa troppo prima:



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