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venerdì 4 maggio 2012

Karate Kid - Per Vincere Domani (1984)



Regia: John G. Avildsen
Anno: 1984
Titolo originale: The Karate Kid
Voto: 6/10
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Pagina di I Check Movies

Se per i più grandicelli c'era Rocky, per i più giovani tirarono fuori dal cilindro Karate kid ( conosciuto anche come caratè chidde). Questo film fu qualcosa di davvero riuscito considerando che il combattimento sportivo è presente soltanto nei venti minuti finali su circa due ore: tutto il resto è una sorta di insegnamento verso la cultura umile e non violenta dello sport. Diciamo pure che per molti di noi Karate kid è stato simile al sussidiario a scuola, mostrandoci il lato buono della competizione e l'importanza delle piccole cose, dei gesti comuni e semplici. Molte battute ("togli la cera, metti la cera2 o "c'è paura in questo dojo? No, sensei") e i personaggi (il maestro Miyagi soprattutto) hanno creato tormentoni per più di una generazione cresciuta negli anni ottanta, e tutto questo pur avendo un attore (Ralph Macchio) che palesemente non sa neanche tenere l'equilibrio, figuriamoci fingere di combattere. Il nostro bagaglio culturale è pieno zeppo di Karate Kid ed è difficile oggi cercare di recensirlo in modo obiettivo. Eppure è sotto gli occhi di tutti la sua lontananza dall'essere un bel prodotto cinematografico. E' però decisamente funzionale, ti prende, ti fa apprezzare lo sport, riesce ad immedesimarti in Daniel Larusso. Del resto io stesso sono divenuto un campione nell'effettuare la mossa della gru, e come me altri miliardi di trentenni. Poco importa se la mossa fa cacare, è anti estetica ed inutile dal punto di vista pratico. Avildsen ce l'ha mostrata e noi l'abbiamo imparata, memorizzata, immagazzinata. E così per ogni altro centimetro di pellicola. Se siete cresciuti ed avete un figlio o un nipotino potrebbe toccare adesso a lui: non so quanto riesca ad apprezzare il vecchio jappo (che poi tanto vecchio non era) e il suo furbo sfruttamento minorile, oggi i film vanno in un'altra direzione. Sarebbe davvero curioso conoscere il parere di un giovanissimo. Mettiamo adesso un attimo da parte i sentimentalismi e valutiamo gli ingredienti vincenti del film: i già citati buoni propositi del vivere bene senza offendere il prossimo sono un dato di fatto ed a questi si aggiunge la possibilità del riscatto personale da parte del più debole in tutti i sensi (italoamericano, povero e trasferito dalla costa est a quella ovest). E' Macchio (avere 23 anni ed impersonare un gracile 16enne...) che impersona il Davide contro il Golia riuscendo a portare tutti i fan dalla sua parte, aiutato anche dall'arroganza e dalla meschinità del sensei bullo. Non tralasciamo poi la genuina ironia ("da dove vengono tutte queste auto? Da Detroit") del maestro di origini giapponesi a cui non manca una tragedia familiare che lo rende ancor più interessante. E per finire la storia d'amore tra i due adolescente con quella spruzzatina di Romeo e Giulietta, tanto per dar maggior sale alla trama. Imperdibile.

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