Pagine

lunedì 15 aprile 2013

Labyrinth - Dove Tutto E' Possibile (1986)


Regia: Jim Henson
Anno: 1986
Titolo originale: Labyrinth
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (7.3)
Pagina di I Check Movies
Acquista su Amazon

Come molti film cult dell'infanzia è difficile dare un giudizio oggettivo su questo particolare "Alice Nel Labirinto Delle Meraviglie": non sempre ciò che un tempo hai giudicato un must da podio, oggi rivela tale. Se prendiamo che ad esclusione di poche storie poi il fantasy mi è particolarmente indigesto (ma questo anche da piccolo) non mi resta che valutarlo non tanto per la trama quanto per tutto il resto. D'altra parte lo si intuisce fin dalle mie prime battute che gli affibbio una certa e decisa somiglianza con la più famosa opera di Carroll, con l'aggravante che qui siamo nel bel mezzo di una favola per bambini e c'è poco spazio per significati nascosti o metafore. A meno che non siano sempre i soliti: la giovinezza che va via e la non accettazione della maturità. Questo tipo di interpretazione ha un po' rotto le palle, quindi mi piace pensare di più al fatto che la storia sia totalmente rivolta ad un pubblico giovanissimo. Uscito da questo forte conflitto interiore ecco che cosa mi resta (facendo finta di non vedere le parti "musical") della pellicola: un grandissimo ed esaltante monumento agli effetti speciali (per forza, c'è lo zampino di George Lucas come produttore esecutivo ed i più nerd ricorderanno il videogioco per Commodore) ed una scenografia che a tratti puoi definire mozzafiato. A tratti, perchè in alcune occasioni lascia davvero a desiderare. Ad esempio nella parte cantata in cui ci sono quei mostriciattoli rossi che si staccano la testa. Lì siamo ai limiti del ridicolo, così come all'interno della Città di Smeraldo (ops, comunque il riferimento a questa storia  vi è anche nel film) città dei goblin. Invece altre sono da fiato sospeso, come lo stesso Gogol (era più ganzo se si chiamava Google) uno dei personaggi più importanti, se escludiamo quelli reali interpretati da Jennifer Connelly e David Bowie che si fa bello anche con la colonna sonora. Un film che in ogni caso colpisce, in cui per arrivare dal punto A al punto B si deve fare un po' di strada, come del resto preannuncia il titolo, ma segue una sua linearità, spesso ironica se non divertente. Se non lo consigliassi sarei un criminale.
Così come se non consigliassi al versione bluray: ok, è un film degli anni ottanta, ma l'alta definizione qui esiste senza tanti fronzoli: il dettaglio è visibile ovunque. Ambientazioni scuro o colorate che siano non soffrono niente di vecchio ed è un piacere guardarlo così come ascoltarlo con un audio italiano in Dolby TrueHD. Di solito faccio alcune prove quando si tratta di film particolari: l'inglese, pur essendo nel solito formato, è migliore visto che ci sono parti cantate a cui si passa all'improvviso. la resa è quindi migliore in riferimento alle voci. Per gli extra abbiamo oltre ai soliti commenti interattivi ed alcuni inutili trailer:

- Inside The Labyrinth (56 minuti)
- Kingdome Of Characters (28 minuti)
- The Quest For Goblin City (30 minuti)

Nessun commento:

Posta un commento