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mercoledì 3 novembre 2021

Il Vesuvio 1942 anni fa

 

Quando arrivi a Napoli una delle prime cose che saltano all'occhio è quell'imponente montagna a due passi dalla città. Appena la vedi senti l'impulso di arrivare in cima. E sai che quel monte non ha una semplice vetta, sebbene il percorso, o percorsi, possano essere alla portata di chiunque. Come tutti sanno infatti il Vesuvio è un vulcano attivo, quiescente. L'ultima sua eruzione risale al 1944, ma quella più famosa è quella del 79 DC raccontata da Plinio il Vecchio (che vi morì) e da Plinio il Giovane, testimoni diretti di tale avvenimento. In questa occasione, con un'eruzione pliniana di estrema violenza vennero distrutte Pompei, Ercolano e Stabia ed è proprio a causa delle sue numerose eruzioni che la sua forma è cambiata nel tempo. Viene da pensare ancor più facilmente che conquistare la sua vetta sia un'impresa in un certo senso sempre differente nel corso dei secoli. Quella volta di 1942 anni fa, era il 24 ottobre, e la forza sprigionata fu paragonabile a decine di migliaia di bombe di Hiroshima. In aria furono scaraventate circa un milione e mezzo di tonnellate ceneri e rocce incandescenti ogni secondo. Una devastazione inimmaginabile, considerando che tutto il materiale espulso da tale violenza ricadde pesantemente a terra per quasi una giornata intera , coprendo e soffocando a 300 gradi Pompei e Stabia. Mentre andò addirittura peggio ad Ercolano, colpita in pieno dalla colata che raggiunse il doppio dei gradi e una velocità di circa 150 km/h. Gran parte di ciò che stava ai piedi del Vesuvio è visitabile tutt'oggi come parco archeologico, altre zone sono state sostituite da campi o strade o nuovi edifici che fanno parte dei comuni alla sua base. La cosa affascinante è che lui è sempre lì, dormiente, silenzioso e immobile agli occhi più distratti, ma al tempo stesso è studiato e tenuto sotto controllo, essendo il più famoso vulcano della storia ed anche uno dei più pericolosi per la popolazione. 

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