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domenica 25 maggio 2025

Capo d'Uomo invece dell'Altissimo

 


L’idea iniziale era chiara e masochistica al punto giusto: sveglia prima dell’alba, scarpe ai piedi e via verso il Monte Altissimo, Apuane dure come la mia testardaggine. Allenamento in solitaria, respiro affannato, magari un po’ di nebbia in vetta e l’immancabile autocompiacimento da “io ce l’ho fatta”.

E invece… invece ieri sera la vita ha rimescolato le carte con un invito che profumava di pesce fresco e Maremma. Cosa vuoi dire di no? Ho ceduto, senza troppe resistenze, a un pranzo comodo e sontuoso dove il mare lo senti prima nel naso, poi in bocca.

Smaltita la bisboccia, mi rimetto in marcia. Direzione Argentario. L’aria sa già di estate e il sole picchia come se fosse agosto inoltrato. L’obiettivo stavolta è Capo d’Uomo, non un’impresa epica ma un trekking breve e suggestivo, che regala panorami da manuale del vivere bene. Il sentiero si arrampica tra profumi di macchia e scogliere a strapiombo, fino a quell’antico fortino abbarbicato tra cielo e mare, con l’Arcipelago Toscano disteso sullo sfondo come un dipinto: Giglio, Montecristo, Elba, Giannutri… a ognuno il suo posto in scena.

La luce calda del tramonto si riflette sulle acque e colora tutto di un’arancia stanco, mentre io, più stanco ancora, torno verso Porto Santo Stefano. E lì, come premio di fine giornata, un aperitivo meritato: vista mare, bicchiere in mano e la soddisfazione di chi, pur cambiando i piani, ha comunque fatto centro.

Non sarà stato l’Altissimo, ma la giornata è stata altissima lo stesso.


 Album fotografico Capo d'Uomo


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