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giovedì 1 aprile 2021

Sei Donne Per L'Assassino (1964)

 
Regia: Mario Bava
Anno: 1964
Titolo originale: Sei Donne Per L'Assassino
Voto e recensione: 7/10
Pagina di IMDB (7.2)
Pagina di I Check Movies
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Il mio sensei cinematografico, Tarabusino, se ne è uscito con questo consiglio cinematografico che è stato davvero ben gradito e recepito da me, suo fido seguace. Non scordiamo che siamo nel 1964: questo thriller dalle tinte scure come quelle dell'assassino che miete le proprie vittime con ferocia sadica, è un caposaldo del cinema italiano, ma non solo. Oltre che gettare le basi per il giallo nostrano, non sono pochi i registi futuri che lo hanno preso come esempio. Visto che mi è piaciuto parecchio, ho anche cercato qualche altra informazione in giro e si può passare per Dario Argento, come per Almodovar ed anche Quentin Tarantino. Non è un caso infatti che riesce allo stesso tempo a colpire l'occhio dello spettatore sia per come è girato, sia per i tanti elementi che adesso, a distanza di quasi sessant'anni risultano "già visti". Per forza: questo come tanti altri lavori che possono essere considerati apripista vengono presi come esempio o come fonte di ispirazione, così che nel 2021 ci siamo già assuefatti a determinate dinamiche. Oltre agli elementi che contraddistinguono la trama, però sono da sottolineare le riprese e la fotografia, che indugia ora sugli sguardi di alcuni protagonisti, poi su alcuni elementi, poi ancora vira sull'atrocità dei delitti e sulle movenze dell'assassino. La trama potrà anche essere forse semplice ed arrangiata su alcuni aspetti, per far spazio al colpo di scena sapientemente orchestrato, oppure sbrigativa in alcuni dialoghi e per quanto riguarda la parte investigativa, ma le atmosfere cupe e pure un tantino gotiche riescono a dipingere il contesto dell'alta borghesia e delle bellissime donne che cadono una dietro l'altra, uccise sempre con metodologie differenti. Non è infatti tanto la storia in sè, quanto la messa in opera di questa, che un po' come le luci e le ombre, un po' con la camera che si focalizza sugli strumenti di morte (o tortura) riesce sempre a catturare il nostro sguardo che segue la perversione dell'assassino.

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