Generalmente questi sono i film che guardiamo nei "cinemini", ma questo weekend abbiamo invertito. Ho visto Il Corpo, un thriller italiano che si muove su un terreno poco battuto dal nostro cinema: quello del mistero ad alta tensione. La storia parte da un presupposto semplice quanto magnetico: un corpo che scompare misteriosamente, lasciando dietro di sé più domande che risposte. Da lì prende forma un intreccio fatto di sospetti, bugie, mezze verità e rivelazioni che cambiano continuamente le carte in tavola.
Quello che mi ha colpito è la capacità del film di giocare con lo spettatore. Nonostante qualche passaggio un po’ macchinoso e un paio di scelte registiche che potevano spingere di più sul lato atmosferico, la trama tiene bene e la tensione cresce di scena in scena. È uno di quei film in cui credi di aver capito tutto, salvo poi ritrovarti spiazzato da un colpo di scena che ribalta le tue certezze. Questo meccanismo di svelamento progressivo funziona, ed è il cuore del film.
Gli attori reggono il gioco con dignità (forse la peggiore è la Gerini), anche se non tutti i personaggi hanno la stessa profondità: qualcuno resta più di contorno, qualcun altro invece guadagna spessore proprio grazie ai twist narrativi. Ma in un thriller come questo conta soprattutto la tensione di fondo, e in quel senso Il Corpo riesce a restituire quella sensazione di instabilità e di dubbio che accompagna lo spettatore fino all’ultima scena.
Non è un film perfetto: in alcuni momenti si ha la percezione di un ritmo un po’ altalenante e di un’estetica che resta più tradizionale del necessario. Eppure, al netto di questi difetti, il risultato intrattiene e lascia la sensazione di aver assistito a una storia che non si esaurisce subito, ma resta lì a lavorare nella memoria.
Il Corpo è quindi un buon esempio di come il cinema italiano (anche se è il remake di un prodotto spagnolo) possa cimentarsi con il thriller senza perdere la propria identità, pur guardando a modelli internazionali. Un film che vale la visione, soprattutto per chi ama i giochi di specchi, i segreti inconfessabili e quel gusto sottile di scoprire che nulla è come sembra
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