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sabato 2 agosto 2025

Corto Maltese - Una Ballata Del Mare Salato

 

Ho appena finito Una ballata del mare salato, la prima grande avventura di Corto Maltese scritta e pubblicata da Hugo Pratt nel 1967, e devo dire che qui ho sentito davvero di entrare nel suo mondo. Se con La giovinezza avevo percepito più il contorno che il protagonista, in questa storia Corto prende finalmente la scena — anche se continua a rimanere sfuggente, misterioso, difficilmente inquadrabile. Forse è proprio questo il suo fascino: un anti‑eroe che non puoi mai definire fino in fondo.

L’ambientazione è il Pacifico del Sud, tra il 1913 e il 1915, sullo sfondo della Prima Guerra Mondiale. In queste isole remote, perse tra oceano e leggenda, si intrecciano marinai, pirati, mercanti d’armi e giovani naufraghi, in un intreccio che ha il sapore del romanzo d’avventura classico, ma anche una profondità quasi poetica. È qui che incontriamo alcuni dei personaggi destinati a tornare nella saga, compreso l’immancabile Rasputin (che ho sempre creduto il suo nemico giurato, ma non è così: ogni rapporto ed ogni personaggio è profondo ed ha mille sfumature). 

Una curiosità che mi ha colpito: gli indigeni, nelle loro battute, parlano un dialetto che ricorda molto il veneziano. Non è un errore né un vezzo, ma una scelta consapevole di Pratt. Il veneziano, la lingua della sua infanzia, diventa una sorta di firma segreta, un filtro poetico con cui dare voce a personaggi lontanissimi da Venezia e allo stesso tempo avvicinarli alla sua memoria e alla sua sensibilità. Non serve al realismo, ma all’atmosfera: trasporta il lettore in un luogo sospeso, tra sogno e avventura.

E Corto? Non è un eroe, né un cattivo. È ironico, cinico, compassionevole quando non te lo aspetti, distante quando pensi di averlo capito. Non è mai del tutto dalla parte di qualcuno, e questo lo rende affascinante e vero. Leggerlo significa accettare che non sempre troverai risposte nette, ma piuttosto domande nuove e prospettive diverse.

Rispetto a La giovinezza, questa storia mi ha coinvolto molto di più: è corposa, avventurosa, ma con quell’aura di malinconia che già si intravede come cifra stilistica di Pratt. Insomma, mi ha lasciato la voglia di proseguire il viaggio. Perché con Corto Maltese, più che capire dove andrai, conta lasciarsi portare.


venerdì 1 agosto 2025

The Limehouse Golem - Mistero Sul Tamigi (2016)

 
Regia: Juan Carlos Medina
Anno: 2016
Titolo originale: The Limehouse Golem
Voto e recensione: 5/10
Pagina di IMDB (6.3)
Pagina di I Check Movies
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Ci sono film che promettono atmosfere cupe e misteri avvolti nella nebbia londinese, e The Limehouse Golem – Mistero sul Tamigi (2016) rientra perfettamente in questa categoria. Ambientato nella Londra vittoriana, tra teatri di varietà e vicoli brumosi, si presenta come un thriller gotico pronto a catturarti con delitti efferati e una caccia al colpevole che richiama le atmosfere di Jack lo Squartatore.

La trama segue l’ispettore Kildare (Bill Nighy), incaricato di risolvere una serie di omicidi brutali che sembrano opera di una mente geniale quanto malata. In parallelo, si intreccia la storia di Lizzie Cree (Olivia Cooke), attrice di umili origini accusata dell’omicidio del marito. Le due linee narrative finiscono inevitabilmente per convergere, tra colpi di scena e confessioni.

Il film funziona come un buon thriller d’epoca, con un ritmo che tiene alta l’attenzione fino alla fine e qualche trovata scenica intrigante. La ricostruzione storica è curata, l’atmosfera è quella giusta, e le interpretazioni solide, soprattutto quelle di Nighy e Cooke.

Eppure, devo ammettere che non mi ha colpito più di tanto. Forse perché, nonostante l’impianto elegante e la buona mano registica, manca quel quid che lo renda davvero memorabile. L’indagine scorre bene, i twist ci sono, ma alla fine resta più la sensazione di aver visto un esercizio di stile che un racconto capace di lasciare il segno.

Insomma: gradevole, ben fatto, con un finale che chiude degnamente il cerchio. Ma per me non è entrato nella lista dei thriller imperdibili. Un film da serata tranquilla, senza aspettative troppo alte.