martedì 26 agosto 2025

Croda del Becco dal Lago di Braies

 

Dopo l’ottima partenza di ieri, oggi è stato il giorno del grande trekking: quello che ti rimane addosso non solo nelle gambe ma anche negli occhi e nella memoria. Meta: Croda del Becco (Seekofel), partendo dal leggendario Lago di Braies.

Sveglia presto, ancora una volta. Tre motivi, stavolta: il primo, banalmente pratico, riguarda il parcheggio del lago. Per chi arriva prima delle 9.00 non serve prenotazione, ma molti posti erano già bloccati online. Qualcuno però resta sempre libero per i mattinieri: io alle 6.20 ero già sul posto. Secondo motivo: l’escursione è tosta, quasi 20 km con 1.500 metri di dislivello positivo e passaggi attrezzati, quindi volevo avere tutta la giornata davanti. Terzo motivo: il sole. Ho studiato il giro e l’ho fatto in senso orario: così la lunga salita l’ho percorsa quasi tutta all’ombra, e nella discesa ho avuto il sole sempre alle spalle. Strategia vincente.

Il punto di partenza è il Lago di Braies, uno degli specchi d’acqua più famosi delle Dolomiti, a 1.496 metri di quota. Un lago glaciale che sembra disegnato: acque color smeraldo, boschi che lo abbracciano e le cime che si specchiano dentro come in un dipinto. Oggi, a quell’ora del mattino, era ancora quasi addormentato: silenzio interrotto solo dalle  barchette di legno ferme e dalla mia partenza verso il sentiero.

Il primo tratto è la parte più impegnativa fisicamente: salita decisa, con tratti ripidi e qualche passaggio attrezzato con cavi metallici, che ti ricorda che sei in Dolomiti e non su una passeggiata domenicale. La fatica, però, viene ripagata passo dopo passo: il bosco lascia spazio a panorami sempre più aperti, con viste che si allargano sulla valle e sul lago che pian piano resta alle spalle. Tutto segnato e segnalato magnificamente tranne il tratto per raggiungere la punta: circa due km in cui si va un po' a sensazione. 

Dopo circa 8 km arrivo alla protagonista della giornata: la Croda del Becco (2810 m). La cima si erge massiccia e bianca, un balcone naturale che domina l’intera Val Pusteria. Da lassù la vista è semplicemente incredibile: non solo il lago laggiù, piccolo come una pietra preziosa incastonata tra i boschi, ma tutto l’altopiano di Fanes-Senes-Braies, un mondo sospeso fatto di prati, torbiere e cime dolomitiche a perdita d’occhio. Una vetta che sa di conquista.

Poco più sotto si incontra il Rifugio Biella (Seekofelhütte, 2327 m), posto in una radura che sembra scolpita apposta per accogliere l’escursionista. È uno dei rifugi più antichi della zona, costruito nel 1907, e ancora oggi mantiene un’atmosfera autentica, quasi spartana. Qui ci si ricarica: acqua fresca, la mitica limonata e lo sguardo che corre tra pascoli e crode.

La discesa continua tra paesaggi sempre diversi: prati, boschi e infine di nuovo il lago, che mi accoglie dopo quasi 10 ore totali di cammino (7 ore e mezza effettive di movimento). Le gambe sentono la fatica, ma il cuore no: questa escursione è stata esaltante, di quelle che ti fanno dire “ne è valsa la pena” dal primo all’ultimo passo. Da non sottovalutare neanche la discesa per il sentiero 23.

Un anello perfetto, dove natura, tecnica e bellezza si mescolano in modo armonico: il Lago di Braies come punto di partenza e arrivo, il Rifugio Biella come tappa intermedia e la Croda del Becco come regina della giornata.

Una delle escursioni più belle che abbia fatto negli ultimi tempi. “Abbestia”, per dirla senza troppi giri di parole.


Album fotografico Croda del Becco dal Lago di Braies 


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