giovedì 7 agosto 2025

Bussano Alla Porta (2023)

 
Regia: M. Night Shyamalan
Anno: 2023
Titolo originale: Knock At The Cabin
Voto  e recensione: 6/10
Pagina di IMDB (6.1)
Pagina di I Check Movies
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Diciamolo subito: Bussano alla porta non è uno di quei film che ti lasciano senza fiato. Non è Il sesto senso, non è neppure uno Shyamalan "vecchia scuola" pronto a spararti il twistone finale. Eppure... non mi è affatto dispiaciuto. Anzi, mi ha tenuto incollato con un’attenzione quasi morbosa. Sarà che l’idea alla base è affascinante: un’apocalisse in arrivo, una famiglia presa in ostaggio, e una scelta impossibile da fare—il tutto in una baita isolata nel bosco. Minchiazza, sembra quasi un film horror anni ’80, invece gira tutto sul piano psicologico e morale.

La tensione è costante, anche se ogni tanto viene diluita da flashback un po’ troppo lunghi, come se Shyamalan volesse ricordarci ogni dieci minuti che questa è anche una storia d’amore e genitorialità, non solo di morte imminente e profezie bibliche. Ok, messaggio recepito, ma si poteva stringere un po’.

I quattro “invasori” – interpretati bene, tra cui un sorprendente Dave Bautista in versione guru pacato – non sono i classici cattivi, anzi. Hanno una missione, e sono convinti che la salvezza del mondo dipenda da un sacrificio compiuto da quella famiglia. La cosa interessante è che il film non ci dice mai se hanno ragione o no... almeno non subito. E questo dubbio, questa ambiguità, funziona. Tiene acceso il cervello, e per chi come me non cerca solo jumpscare o botti digitali, è una bella boccata d’aria.

Certo, ci sono scelte narrative che fanno un po’ storcere il naso. Alcuni momenti sono telefonati, alcune dinamiche sembrano troppo impostate. Eppure, il film non si sfascia mai davvero. Resta in piedi, coerente nel suo tono e nel messaggio. Non cerca di piacere a tutti anche se manca violenza fisica visiva. Non fa il brillante. E forse è proprio questo che me l’ha fatto apprezzare.

In rete le reazioni sono state tiepide, ma con qualche nota positiva simile alla mia. Chi lo stronca dice che è prevedibile, che Shyamalan si è “ammorbidito”. Chi lo difende, come Cineforum, lo considera un film coerente, essenziale, che rinuncia allo stupore per costruire una tensione più cupa e morale. Io mi metto nel mezzo: non è un filmone, ma neanche uno da buttare. È una di quelle visioni che ti rimangono addosso, non per gli effetti speciali, ma per la domanda scomoda che ti lascia: tu, cosa saresti disposto a fare per salvare l’umanità?

Bella domanda. E bella visione. Magari non perfetta, ma centrata.


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