sabato 31 marzo 2012

Tron (1982)


Regia: Steven Lisberger
Anno: 1982
Titolo originale: Tron
Voto: 7/10
Pagina di IMDB
Pagina di I Check Movies

Il lato negativo di alcuni film cult anni ottanta, pionieri di un certo genere fantascientifico è che se visti oggi, possono risultare effimeri e di poco valore. Con tutta l'onesta ed il distacco del caso, spero di dire il giusto affermando che Tron non rischia di scadere, neanche agli occhi del giovincello che, assuefatto dalla galoppante tecnologia cinematografica odierna, si posiziona comodo sul divano ad ammirare una traccia del lontano 1982.  Sono passati secoli, non decenni, ma ciò che Tron ha portato nei nostri salotti con la computer grafica ha dell'incredibile. Inoltre la trama, debole quanto vogliamo non è per niente povera, ma ricca di punti interessanti, come l'attivismo hacker, una distopia delle macchine l'interesse per i video games e l'intelligenza artificiale. La quasi totalità delle scene e delle ambientazioni è totalmente ricostruita al computer in un gioco di luci al led e costumi mozzafiato. Gli effetti speciali sono davvero mai visti all'epoca, ed anche se oggigiorno siamo anni luce più avanti fanno sempre la loro bella figura. Il Master Control Program non fa poi tanta paura (la produzione è Disney), ma getta le basi forse anche per Wargames (1983) e Terminator (1984). Tutto al suo interno è all'avanguardia e quando lo vidi per la prima volta me ne innamorai subito. Con il senno di poi è impossibile non pensare al fatto che la sua struttura si basa quasi interamente sull'innovazione, con dialoghi risicati all'osso e poco altro. Non posso scendere però sotto il sette, attendendo di guardare il sequel di poco tempo fa, sperando in una massiccia risposta non solo con l'uso degli effetti speciali.

Usare le applicazioni Android sul pc

I metodi per far interagire pc e smartphone Android sono molti e tutti nascondo molte utilità, anche se non propriamente necessarie. Ho già parlato di vari sistemi come ad esempio AirDroid per comandare il nostro dispositivo o di Android Live, per provare il SO su di un notebook. Certe volte abbiamo però bisogno di provare alcune applicazioni prima di installarle sul nostro device; o almeno avere una qualche anteprima funzionale delle sue capacità, che si tratti di un gioco o di un programma. BlueStacks ci viene in aiuto: si tratta di un software gratuito per ambienti Windows che emula le applicazioni Android. Non tutte, ma tantissime (dal Market, da quello di Amazon e da GetJar , quindi la scelta non manca)  . L'esperienza non sarà esattamente la medesima visto che l'exploit su di un desktop sarà sicuramente differente dall'uso su di un vero e proprio tablet o smartphone, ma serve anche per darci un'idea di cosa scaricheremo. L'interfaccia è semplice e disponibile anche in lingua italiana ed una delle utilità maggiori è quella di poter sincronizzare il nostro dispositivo con il pc. Questa operazione non è una novità nell'ambiente, ma sarà davvero comodo provare un'applicazione e quindi installarla direttamente sul dispositivo collegato. Oltre che accedere dai market già indicati, possiamo procurarci degli APK e installarli direttamente attraverso BlueStacks.

L'Amore Non Va In Vacanza (2006)


Regia: Nancy Meyers
Anno: 2006
Titolo originale: The Holiday
Voto: 4/10
Pagina di IMDB
Pagina di I Check Movies

Siamo d'accordo che si tratta di una commedia romantica, ma qui ci stiamo anche tuffando nel trittico da diabete caramello, miele e vaniglia... Un trama falsa, smodatamente non veritiera è troppo alto borghese, quasi da soap opera. Non può andar tutto bene dai, o forse sì, ma solo a determinate persone che possono avere problemi sentimentali sì, ma non di certo realistici. Manca la capacità di rendersi originale e di manifestarsi ad un pubblico che forse chiede qualcosa di più al cinema, anche alle commedie di questo tipo. Non bastano nomi quali Cameron Diaz, Kate Winslet e Jack Black. Forse l'unico che stupisce è Jude Law che riesce a trovarsi bene anche in una particina senza troppe lodi. Di sicuro lui meriterebbe di più, dal punto di vista della trama. Il contrasto tra la tranquilla periferia londinese e la ricca Los Angeles si percepisce appena, sebbene possa essere uno spunto di location interessante. Ma ciò che è in potenza non sempre si traduce in atto, e questo ne è un esempio lampante. Le due storie narrata che dovrebbero proseguire su binari quantomeno contrastanti lo fanno solo vagamente e sporadicamente senza sottolinearne mai le reali e veritiere differenze. Le note interessanti si perdono in piccole dosi riguardanti aneddoti carini, ma niente più, il cinema nella storia della Winslet e Black. L'altra è un'overdose zuccherata fin troppo romantica. Oltre due ore di glassa. Basta grazie, sono già sazio. Avere il bluray è inutile: nessun contenuto speciale, un dolby digital solo di nome, un'alta definizione neanche troppo curata. Punto. Ah, e tanto ammmmore...
PS: ma le bambine di Law hanno entrambe un cellulare? Avranno si e no 5 anni...

giovedì 29 marzo 2012

Limitless (2011)

Regia: Neil Burger
Anno: 2011
Titolo originale: Limitless
Voto: 6/10
Pagina di IMDB
Pagina di I Check Movies

Cosa succede se prendiamo uno spunto da Phenomenon, ci basiamo su di un libro di Alan Glynn che è la versione buonista e non paranoica di Dick, utilizziamo una fotografia sensazionale e diamo tutto in mano ad un regista non tanto innovativo, ma decisamente moderno? Abbiamo gli ingredienti perfetti per la droga del momento: non parlo della fantastica NZT, ma di un film vincente, interessante e che di certo non annoia. Se poi aggiungiamo un cast che vede come protagonista un buon Bradley Cooper, aiutato dall'intramontabile Robert De Niro, siamo decisamente a cavallo. Tutta la trama si basa sull'utilizzo di una pillola, a metà strada tra il farmaco sperimentale ed una potente droga allucinogena, che permette di aumentare esponenzialmente l'intelligenza di chi ne fa uso. Sebbene non abbia lo stesso impatto della famose pillole azzurre o rosse di Matrixiana memoria, è indiscutibilmente curiosa e catalizza fin da principio le curiosità dello spettatore che si immedesima alla grande con il protagonista. Cooper fa davvero un bel lavoro, impersonando lo sfigato e squattrinato scrittore fallito (ancora prima di iniziare) e trasformandosi all'occorrenza nell'arrembante uomo di successo self made. La metamorfosi che applica però non è tutta farina del suo sacco: l'altra grande protagonista del film è tutta nella fotografia. Luci ed ombre al momento giusto per evidenziare i vari stati in cui versa il nostro cattivo soggetto. Effetti collaterali, astinenza e rassegnazione da una parte con tinte scure, grige, dove i colori primari neanche vi fanno capolino. Fiducia in se stessi, perfezionismo e brillantezza super illuminati fin all'inverosimile. Chi sta di fronte allo schermo riesce a scorgere ogni cambiamento ed a goderselo nei minimi dettagli. Finalmente poi abbiamo un finale senza la menata della morale. Se vogliamo trovare qualche nota negativa la abbiamo in alcune scene di azione, che sono o superflue o lasciate un po' al caso, senza che abbiano un vero senso all'interno del contesto. 

mercoledì 28 marzo 2012

Fare pulizia su Android con History Ereaser

Purtroppo con l'arrivo di Angry Birds Space lo spazio già esigui della memoria dell'HTV Desire è risultata ancora meno all'altezza... Ok, l ho installato, ma siamo davvero al limite adesso. E per di più la mia versione HBOOT non permette di avere accessi di root, almeno non senza troppi smanettamenti. E fino a che è in garanzia e sotto contratto non voglio addentrarmi nei suoi meandri con azioni brutali. Di conseguenza mi tocca arrangiarmi a piccoli passi. Ecco quindi che arriva in mio soccorso History Eraser, un'utile applicazione che serve a liberare quel poco di spazio per volta che si annida tra la lista delle chiamate, gli sms, la cache delle applicazioni e così via. Non fa miracoli, ma dipende da come siete messi ed un paio di mega riesce a renderveli disponibili. In sè pesa circa 800 KB, ma è possibile spostarla sulla memoria SD riducendo di circa 1/3 la sua pesantezza. Tra le sue funzionalità c'è quella di tenere l'icona nella barra di stato, così per accedervi rapidamente e possiamo impostare una pulizia automatica ogni qualvolta si spegne lo schermo. I dati che può cancellare, possono essere anche sensibili come sms o mms, per questo di default non vengono flaggati. Ad ogni modo agisce su quanto segue:

martedì 27 marzo 2012

Skygo: come funziona

Giusto un paio di post fa, scrivevo sempre riguardo alle novità di interfaccia introdotte da Sky. Ieri poi ho deciso di provare il nuovo servizio Skygo ormai ultra pubblicizzato. Tanto per cominciare è gratuito, spero per sempre, ed è totalmente e completamente rivolto all'utente finale, senza barbatrucchi di sorta. In pratica, tra averlo e  non averlo cambia. Se hai un costosissimo abbonamento con MySky HD, puoi usufruire del servizio, altrimenti nisba, ma vabbeh ho letto da qualche parte che il 63% delle utenze di Murdock ce l'hanno. Comunque come funziona? E' scritto tutto sul sito di Sky ovviamente, ma riepilogo qui le cose più interessanti e che possono far sorgere qualche dubbio. Tanto per cominciare serve per poter visualizzare alcuni contenuti dei pacchetti sottoscritti ovunque voi siate: in un'altra stanza (se collegate il pc alla tv potete anche scartare l'idea del multivision), in un'altra città, in un'altra regione... Purchè restiate entro i confini italiani. Non so se utilizzando un proxy switcher funziona, magari provate voi. Ad ogni modo se avete un pc, un notebook, un iPhone, un iPad o un tablet Samsung potrete usufruire del servizio. Io ho un HTC Desire che non è compatibile con l'applicazione italiana. Ho trovato sul market UK quella per la Gran Bretagna, ma sembra non funzionare sotto 3G, solo via wifi quindi l ho rimosso in tempi record. Anche utilizzando l'applicazione standard, quindi su iPhone, iPad, Samsung etc i contenuti sono sfruttabili solo se connessi ad una rete wifi. Questo è bene chiarirlo, così come il tipo di contenuti: ok per i pacchetti sport e calcio, ma non va bene per il cinema, che fortunatamente non ho. Ho abilitato quindi un portatile scaricando l'applicazione compatibile con FireFox e posso vedere oltre ai pacchetti citati, anche National Geographic, SkyTG24, SkyUno e pochi altri. E' logico però che il grosso dell'utilità sia quello di poter seguire in diretta un avvenimento sportivo, quando siamo lontani dalla tv. I dispositivi utilizzabili sono soltanto due, a direi che per una famiglia è un numero non di poco conto, considerando anche che ogni 30 giorni uno di questi dispositivi può essere sostituito con un altro. Ad esempio, registrando il pc fisso ed il portatile, se tra un mese mi regalano un iPad, posso inserirlo nella lista dei device abilitati (togliendo uno dei due). La fruizione dei programmi è semplice e può avvenire in contemporanea: sulla tv attraverso il decoder e su UN dispositivo per volta (l'altro non può sintonizzarsi sul medesimo programma). Ogni dispositivo può essere gestito dandogli un nome ed il player di Skygo è molto funzionale. E' anche possibile registrare un avvenimento, per poi riguardarlo successivamente. Per essere un'offerta del tutto gratuita, direi che non è davvero niente male, anzi.

Aliens - Scontro Finale (1986)


Regia: James Cameron
Anno: 1986
Titolo originale: Aliens
Voto: 8/10
Pagina di IMDB
Pagina di I Check Movies

Deve essere stata dura per Cameron, a distanza di sette anni riprendere le fila del capolavoro di Ridley Scott e riuscire ad eguagliare la bellezza di un film che è divenuto un must fantascientifico ed horror. Non so quale tra le due sia la rappresentazione migliore, ma di sicuro si tratta di un qualcosa che lascia il segno. Forse il primo è maggiormente innovativo, ma Cameron dà maggiore risalto, grazie ad un gioco di luci più attivo, agli alieni ed alla loro forma. Soprattutto nel finale, i dettagli lasciano poco spazio all'immaginazione, ricreando mostri sempre più terrificanti e sconvolgenti. Il pathos è alle stelle per tutte le oltre due ore dell'edizione completa (uscita poi nel 1990) in susseguirsi di periodi dall'alto contenuto di adrenalina. Gli horror fantascientifici, soprattutto se sono dei sequel rischiano di essere enormi buchi nell'acqua, ma la trama viene ripresa saggiamente senza storpiature ed aggiungendo personaggi con un certa psicologia, non scontata. Sigourney Weaver si riconferma l'eroina insperata, brava, commovente, dedita all'azione, questa volta affiancata anche da un antipatico (per questioni di copertina) Paul Reiser ed un accattivante Michael Biehn. Immancabile la citazione di Bishop che fa tributo alle tre leggi della robotica, ad inizio film. Gli effetti speciali sono il punto di forza, rendendo la narrazione piacevole anche per i nostri occhi. Nitido all'inverosimile soprattutto nei primi piani, perde un po' in alcune scene "nebbiose" dove il dettaglio non è al cento per cento. La versione bluray del cofanetto prevede sia la pellicola originale sia la Director's cut (che prediligo) grazie alla quale possiamo assaporare diverse scene tagliate precedentemente e non ridoppiate, quindi godibili con i sottotitoli. Piccolo problemino: questi proseguono per un paio di secondo anche una volta terminate le scene inedite. L'audio non è perfetto, ma decisamente buono soprattutto nelle scene di maggiore azione o in quelle che prevedono un avvolgimento del suono.

domenica 25 marzo 2012

Buon Compleanno Mr. Grape (1993)


Regia: Lasse Hallstrom
Anno: 1993
Titolo originale: What's Eating Gilbert Grape
Voto: 6/10
Pagina di IMDB
Pagina di I Check Movies

La trama è un polpettone drammatico di quelli che dovrebbero essere pietosi, ma a me fanno venire solo il latte alle ginocchia. Di sicuro c'è gente attratta da queste squallide storie di vita americana dove vengono narrate le vicende (noiose) dei membri di una povera famiglia della periferia rurale. Madre super obesa, fratellino ritardato e nessuna buona aspettativa se non quella di attendere l'arrivo di pseudo turisti con le loro case mobili. A renderlo interessante è un cast con i contro fiocchi: Johnny Depp già lanciato alla grande, una Juliette Lewis altrettanto rinomata ed un splendido Leonardio Di Caprio da gavetta. Mi inchino di fronte a lui, avendolo visto per anni solo come il carinissimo del cinema hollywoodiano e consacrato con Titanic. Se gli altri due tengono bene le parti, lui va oltre e veste i panni non semplici neanche dal punto di vista mediatico del ragazzino con problemi mentali. Tutto perfetto, dalle espressioni al modo di camminare e muoversi, dai continui cambi di umore al modo in cui è truccato. Il santo Depp che raramente lascia spazio all'ira viene in qualche modo surclassato, pur restando uno dei personaggi principali. Peccato che a livello di storia, non succeda niente di niente, altrimenti avrebbe anche potuto essere un gran bel film. Se vogliamo riconoscere qualche merito anche al regista svedese questi stanno nel non voler confezionare il pacchetto con caramello e marzapane, rendendolo perlomeno non smielato, ma abbastanza azzeccato. Consigliato in parte.


La nuova interfaccia di Sky

E' già diverso tempo che è cambiata l'interfaccia di MySky HD ed è decisamente più accattivante, bella e soprattutto fruibile. Se da una parte si tratta di migliorare una visualizzazione già di per sè molto buona, possiamo non notare il cambiamento relativo alla fruizione della Guida TV sul sito internet e della gestione dei propri dati personali. Fino a poco tempo fa almeno per quanto mi riguarda le pagine web non erano certo all'altezza del network, un po' macchinose e non sempre veloci. Oggi la situazione sembra cambiata in meglio. Per quanto concerne le modifiche al decoder la grafica è tutta in alta definizione e nella gestione del menù è visibile una mini tv sempre accesa che sarà il nostro occhio sui contenuti e non ci impedisce di continuare a guardare il canale durante la navigazione interattiva. Il nuovo motore di ricerca è intuitivo anche se a mio avviso non è poi immediato per andare a scovare ciò che più ci interessa, mentre estremamente utile in fase di registrazione è l'opzione collega serie grazie alla quale possiamo fare il rec di tutte le puntate che ci aggradano. Finalmente è poi attiva la porta ethernet sul pannello posteriore, anche se non ci sono ad oggi servizi fruibili in broadbanding questo fa ben sperare per il futuro. Torniamo all'interfaccia: di solito non utilizzo il menù della Guida TV, divenuto adesso un ambiente unico da cui gestire l'on demand, la my tv, le pianificazioni e così via, ma le novità riguardano anche la barra a scomparsa con le informazioni relative al canale che stiamo guardando ed alla sua programmazione con gli strumenti accessibili in maniera assai più veloce rispetto a prima. Le informazioni adesso sono navigabili (richiamandole con il tasto "i") e mostrano il programma attualmente in visione più i due successivi.
Ad oggi credo che tutti coloro che abbiano un decoder compatibile abbiano già avuto l'aggiornamento firmware, in maniera automatica ed indolore.

sabato 24 marzo 2012

Hostel (2005)


Regia: Eli Roth
Anno: 2005
Titolo originale: Hostel
Voto: 6/10
Pagina di IMDB
Pagina di I Check Movies

Fa sempre un certo piacere effetto vedere un film del genere, tenendo conto che per essere un horror la suspense è minima. Per essere uno splatter però abbiamo diverse scene interessanti che non ricalcano il ridicolo (eccetto la resistenza fisica al dolore prima di collassare) e che a nudo risultano ben fotografate. Primi piani non adatti ai deboli di stomaco ed una violenza tutto sommato non troppo esagerata, ma realistica. Inoltre c'è una trama, che se vogliamo non è neanche troppo debole o scontata. Forse lo zampino di Tarantino nella produzione non ha risvolti soltanto mediatici o di marketing. Mettiamoci dentro anche che forse la mia cultura sul genere non è immensa, ma per me si tratta di un buon film, di quelli insomma che devi faticare un po' per tenere gli occhi sempre fissi sullo schermo. Paura poca ho già detto, ma azione e tenacia non mancano così come una certa originalità della trama, almeno nella location scelta (la Slovacchia) e nel connubio tra violenza ed affari. Magari prima di scegliere come eventuale meta turistica Bratislava e dintorni ci penso su due volte (già in una vacanza decidemmo di prenotare a Graz una volta terminati i posti disponibili a Vienna, nonostante la distanza di molto maggiore rispetto alla capitale slovacca). Eh già, il film ti scuote un po' perchè in fin dei conti è brutale. Credo (forse spero) che sia anche vietato ai minori e maggiori di qualche età. Le mie scene preferite, al di là della bellezza soggettiva delle torture che durano una manciata di minuti, sono quella in cui la baby gang (molto stile City of God) massacra gli scagnozzi cattivi e quella in cui la ragazza dice Io ho guadagnato parecchio con te, perciò sei tu la mia puttana! e il tipo inizia a capire in che casino si è cacciato: perversione, dolore, sadismo. Non è trash e non è da brivido, quindi una via di mezzo per dichiarare il film riuscito in pieno. Colonna sonora decente (abbiamo anche una rivisitazione crucca di Stella stai di Tozzi) e musiche essenzialmente ben inserite. La prova degli attori non richiede nessun particolare sforzo recitativo e loro si impegnano ad essere credibili, riuscendoci. Io lo consiglio, di notte, prima di intraprendere un viaggio "no Alpitour".

Spider-Man (2002)


Regia: Sam Raimi
Anno: 2002
Titolo originale: Spider-Man
Voto: 5/10
Pagina di IMDB
Pagina di I Check Movies

L'Uomo Ragno, oggi meglio conosciuto come Spider Man, mi è sempre piaciuto fin da piccolo soprattutto per la super tutina attillata che secondo me è la migliore tra quelle dei super eroi. Forse solo il vestito di Batman riesce a tenerle testa. Gli altri sono costumi nella norma, o troppo sobri o esagerati. Ok, la recensione però non riguarda lo stile e la moda, ma il film in bluray: buona (non eccelsa) la qualità video, ottimo l'audio  (Dolby Digital TrueHD anche per l'italiano) e gravemente insufficiente per quanto riguarda gli extra (inesistenti). Preciso che ho la versione in cofanetto con la trilogia ed il fatto di aver inserito nel disco del primo capitolo solo i trailer è una cosa a dir poco vergognosa. In merito al film non so valutare quanto la trama sia fedele al fumetto e sinceramente non me ne frega niente visto che più o meno la storia segue un andamento che a mio parere non stravolge niente. Ok, il morso non è di un ragno radioattivo, ma stiamo al passo con i tempi e abbiamo la genetica e la nanotecnologia. Per il resto c'è la zia, il cattivo Goblin, l'odiosissimo capo del giornale... Insomma, non mi lamento. Il corso degli avvenimenti è un po' puerile, ma Transformers come abbiamo già visto da quel punto di vista è decisamente peggio. Abbiamo quindi qualcosa nella media, con un cast accattivante soprattutto per quanto riguarda i personaggi secondari: il fascino del cattivo è opera di Wlliam Defoe, mentre l'amico del cuore è una James Franco che riesce a rubare candidamente la scena a Parker interpretato da Tobey Maguire. Una nota sulla scelta di questo attore dalla faccia anonima e quasi inespressiva: secondo me molto azzeccata. Basta con i super eroi stra fichi e stra muscolosi. lui è il classico tipo della porta accanto, un po' sfigato tra l'altro ed impacciato che con un'immensa gayata finale rinuncia alla troietta di turno da sempre amore della sua vita. Per il resto, lacrime finte a parte, non fa niente di che. Gli effetti speciali ci sono, ma non superlativi. Non che siano da buttare, ma solo in rare occasioni mi dicono qualcosa: la slow motion nel palazzo in fiamme con i movimenti copiati da Matrix e le scene sono fatte con colori troppo accesi. Una fotografia da cartolina che sa di finto a chilometri di distanza. Un bel film comunque da botteghino.

giovedì 22 marzo 2012

Il perchè della mia adesione allo sciopero

Foto di Dottorini.com
Raramente aderisco agli scioperi di carattere politico, soprattutto se sono su base nazionale, in quanto non credo nella loro efficacia o semplicemente la maggior parte delle volte mi trovano in disaccordo le motivazioni. Discorso a parte relativamente a quelli che abbracciano cause specifiche riguardanti il territorio o il mio posto di lavoro. Oggi però ho deciso di partecipare alle due ore di sciopero a fine turno indette dalla CGIL (a cui non sono iscritto). Non tanto per la contrarietà alla modifica dell'articolo 18 in sé: ritengo che non abbia poi chissà quale importanza strategica nel mondo del lavoro italiano, che ha comunque bisogno di una rispolverata. Sono del parere però che neanche modificandolo, soprattutto di questi tempi, si risolvano i nostri problemi economici, si dia una spinta all'occupazione e si rendano più tranquille le nostre classi operaie. Pensiamo inoltre che una manciata di anni fa siamo andati a votare ad un referendum che ha visto vincere quella maggioranza che non voleva modifiche (io non ero e non sono tra questi) e che quindi il tema è ancora fresco e sentito. Ma quindi? Perché aderire allora? Perché, per dirla alla francese, mi hanno sghiandellato le palle. Conscio dell'inutilità di questa azione ho deciso di essere solidale e partecipare. Non è giusto che le scelte democratiche di un popolo, giuste o sbagliate che siano, vengano candidamente cancellate da un governo per di più non eletto che si affida ad una classe politica bieca e corrotta per portare avanti le proprie idee. La dittatura impostaci dalle banche fa affidamento sui burattini alle Camere, che appoggiano indistintamente ogni tipo di scelta, che un governo politico non avrebbe mai potuto fare. Non esiste opposizione. Di nessun tipo. Pur di non perdere il proprio status (illegittimo) infagottato di agevolazioni e puttanate di ogni tipo il Commissario Winchester di turno è pronto a vendere anche propria sorella. E chi lo prende nel cacapranzi siamo noi. L'ipocrisia della classe dominante (neanche fossimo nel medioevo) sta tutta nel massacrare i lavoratori, rendendoli schiavi delle tasse e dei debiti con un'oppressione senza pari. Ed importa un cazzo se spariscono trenta milioni dalle casse di un partito (quanti ne girano quindi?) o se ci scippano le pensioni dopo non aver fatto una sega in Parlamento. Poi ci pigliano pure per il culo dicendo che il lavoro fisso è monotono, dimenticando che senza di esso l'uomo comune non può neanche accedere ad un mutuo per il tetto sotto cui dormire. Bastardo di un Monti, te lo sai però, zerbino delle banche che ci hanno messo in ginocchio e dell'Europa arrogante che pretende di avere senza dare. Retorica estremista a parte, ecco che mi hanno fatto arrendere, saltare il fosso, stare dalla parte di coloro con cui non condivido colori ed idee politiche: rivoglio il mio articolo 18 e cazzo, se voglio cambiarlo lo faccio da me, votando.

mercoledì 21 marzo 2012

Stephen King - I Vendicatori


Autore: Richard Bachman (Stephen King)
Editore: Sperling & Kupfer
Titolo originale: The Regulators
Pagine: 416
Voto: 2/5
Pagina di Anobii 

Trama del libro:

E' un pomeriggio estivo a Wentworth, nell'Ohio, e in Poplar Street la vita scorre normale quando, all'improvviso, un'esplosione di malvagità e di inaudita violenza si abbatte sulla piccola comunità. I suoi abitanti - perlomeno i sopravvissuti - si accorgono con orrore che il loro mondo si è fatto alieno, che tutto appare sovvertito. Solo una casa sembra indenne dalla furia che devasta ogni cosa; una casa particolare, dove una donna e suo nipote lottano, ormai allo stremo, contro una forza che si sta impossessando di loro.  

martedì 20 marzo 2012

1,2,3, IV

Il ritorno mette sempre una certa tristezza, ti butta giù, e la prendi male. Specialmente se riattacchi subito a lavoro, senza avere tempo di riprenderti un attimo. Questa volta, la IV° gita a Londra è stata una po' atipica: un solo articolo scritto, una manciata di fotografie fatte. Ho cercato però di ottimizzare al meglio i tempi lasciandomi i ricordi per quando fossi tornato a Piombino. Per le foto vabbeh, sarebbe stato un controsenso farle, essendo sempre insieme a TimeWalk, dotato di capacità e passione superiori alle mie (nonostante la luce). Il bello di Londra è che puoi visitarla alla quarta volta, senza annoiarti o ripetere le esperienze già accumulate. E tutto questo puoi farlo assieme a chi non l'ha mai vista. Se il primo giorno è stato una sorta di zapping tra loghi e monumenti di maggior spessore, il secondo è stato orientato al mondo dello shopping, osservando diversi modi di farlo o in cui viene proposto. Avendo la fortuna di capitare di sabato, sono riuscito ad immergermi in Portobello Road, a Notting Hill, durante il mercato. Meta decisamente turistica, appare comunque come un luogo suggestivo e caratteristico. La varietà di banchetti e negozi presenti permette di ammirare sia cineserie di poco conto che veri e propri oggetti da collezione. Sebbene il tempo non sia stato particolarmente clemente, siamo riusciti a goderci l'up and down per il corso. E' stata poi la volta del consumismo moderno più sfrenato con il grande magazzino di lusso (e non solo) Harrods. Con i suoi sette piani e gli interni ispirati all'antico egizio può essere un'esperienza sconvolgente anche se non accompagnati da signore cinguettanti. Del resto c'è quasi tutto, quindi è impossibile non essere calamitati nel reparto che più ci aggrada. Nel tardo pomeriggio, come fossimo stati catapultati al di là dello specchio, eccoci arrivati a Camden Town, indubbiamente tra i miei preferiti, sia a livello di fauna che di colori. Caratteristico ed alternativo con  suoi mercatini e negozi fuori dal comune, non abbiamo potuto evitare uno stop al Cyberdog, agli shop di piercing e quelli per i tatuaggi e capatina ad un tipico pub: del resto era San Patrizio e non poteva mancare la birra, così come la serata non poteva non terminare in Brick Lane, assaltati da una masnada di indiani che ci hanno accalappiato nei loro ristoranti. Un tantino piccanti... Il giorno successivo è stato dedicato all'immersione nella natura con Regent Park, che sebbene non ci deliziasse con le rose non ancora sbocciate di ha nuovamente cullati con quel senso di calma ed isolamento. Quindi traghetto sul Tamigi con partenza dal London Eye ed attraversamento di London e Tower Bridge, fino a giungere dagli amici Elisa ed Isiah e la piccola Sofia. Girata domenicale sempre all'insegna dei parchi con la salita fino al famoso meridiano e merenda in una suggestiva sala da tè. DLR attraverso la skyline di Canary Wharf e tappe a Covent Garden, China Town e Soho. Difficile farsi mancare qualcosa. Il giorno della partenza abbiamo avuto il tempo anche per lo spazio da dedicare alla cultura con la visita al museo di storia naturale, forse l'unica nota negativa di tutta la vacanza: troppo didattico. Ed ora è dura tornare al solito tran tran, mentre gli amici svoltosi sono indaffarati con reti anonime, wagamama ed oyster card varie.

sabato 17 marzo 2012

Crazy IV London

Come avrete capito siamo arrivati sani e salvi, senza che le mie predizioni Si rivelassero esatte. Il primo step Si è raggiunto in maniera ottima, Ryan Air atterrato, presa la valigie, piccola cena da Costa e via con il National Express per poi seguire correttamente i miei ricordi e giungere felici e contenti da gettons e boo. Ieri, come era prevedibile è stata la giornata delle lunghe Marce forzate: Green Park, st. james Park, Buckingam palace ( siamo andati vedere il cambio turno, ma a qualcuno gli tocca fare il sediciore), westminster, il big ben (senza aperitivo), trafalgar square, la ruota panoramica ( finalmente, alla quarta volta) Recente street, piccadilly etc etc. Abbiamo perso entrambi il calcagno destro, colpa di un bug delle Timberland: faremo una classe action. Per il resto inutile dire quanto sia bella la città, e le cose da fare. Abbiamo anche scoperto che è inutile parlare inglesi: ci sono solo italiani, cameriere italiane, francesi che parlano italiano addirittura. Italians do it better! La sera è stato anche il momento del ritrovo a Canary Wharf con Isiah, Elisa e la piccola Sofia, con ape fashion style al Reebok sport bar. Serata conclusa con cena al messicano,sempre in zona. Goodbye My followers, c u l8r. Anzi no, non ancora, vista la fatica per giungere fino a qui, scrivendo Su uno smartphone: dovere sapere che gettons ha cambiato vita, la sua home 3.0 è diventata alpha 1, non ha più pc, ma solo macchine da scrivere. Ed io qui grazie al mio androide che vi descrivo una parte lontana di mondo. Chissà se il vecchio leone gnegnerá questo fatto Su Facebook...


giovedì 15 marzo 2012

Non succede, ma se succede...

Foto di Adalid Aldana
Scusate per il post un po' macabro e forse di cattivo gusto, ma va scritto. La mia vena giornalistica me lo impone e non posso lasciarmi scappare un eventuale scoop del genere. Oggi partirò per Londra con il volo FR 587 STN da Pisa a Stansted, per l'ennesima vacanza oltre manica già intitolata "Crazy IV London". Partirò con TimeWalk e saremo ospiti di gettons (e piccola boo), ma non mancheranno le occasioni per salutare e vedere Isiah e famiglia. Questo se va tutto bene. Non ho mai avuto nessun tipo di problema o di paura relativa ai viaggi in aereo, ma due notti fa ho sognato che il volo non si sarebbe concluso a buon fine.Sarebbe precipitato insomma. Non è però che ho sognato di morire, tranquillizzatevi, anche se le probabilità non giocano a mio favore. Chi ha visto Lost, però sa che tutto può succedere. Inoltre credo più a quella serie tv che ai sogni premonitori. Ma ho voluto scriverlo, così se dovesse accadere, potrei alzarmi in piedi e simpaticamente annunciare "tranquilli raga, l'avevo sognato, ed è tutto scritto sul blog". Pensate che pubblicità immane per VER. Per certi versi, mi sentirei un po' come un personaggio di Final Destination anche se non penso proprio di rinunciare al volo. Se proprio dovesse succedere, speriamo avvenga al ritorno, almeno la vacanza me la son goduta. Mi spiacerebbe anche per la maglietta che devo portare al vecchio leone (roikin) e per il fatto che non possa condividere come l'emozione di una caduta libera. Ne approfitto comunque per salutare tutti, amici e lettori, babbo e mamma, chi mi ha conosciuto e chi avrebbe potuto farlo. Non stiamo qui a piangere sul latte versato, non sono bravo negli addii. Ah in rete c'è il mio testamento (tocchiamoci le palle però) e Funflus, dovrebbe sapere come potervi accedere. Non sarà come quello di Bill Gates, ma non lasciatevelo scappare. In ogni caso controllate sempre il blog, perchè in caso di reale ed effettiva caduta dell'aereo, scriverò al volo (ahahah) un aggiornamento. Anzi ci sta pure che pubblichi il video su youtube. Vabbeh ora non fatevela prendere male eh, non ho mai sognato cose che si realizzano. E comunque se è di cattivo gusto questo articolo, lo siete anche voi che lo avete letto fino in fondo. Quarto potere, the show must go on.!!

mercoledì 14 marzo 2012

Quel Pomeriggio Di Un Giorno Da Cani (1975)


Regia: Sidney Lumet
Anno: 1975
Titolo originale: Dog Day Afternoon
Voto: 6/10
Pagina di IMDB
Pagina di I Check Movies

Pur sapendo che si trattava di una storia vera ho dovuto ricontrollare. Ed in effetti è così. Tutto questo ha dell'incredibile, davvero. Ok, può essere romanzato quanto vogliamo, ma si tratta di avvenimenti realmente accaduti nel 1972 e di una loro trasposizione cinematografica di soli tre anni dopo. Sono rimasto sconcertato in quanto, a tratti può sembrare comico tanto la faccenda narrata è casuale e disorganizzata. Una rapina senza arte nè parte, che cozza notevolmente con tutto ciò che ci aspettiamo: violenza ed efferatezza mancano totalmente. Per questo la storia di Sonny Wojtowicz e di ciò che ha tentato quel dannato pomeriggio a Brooklyn è impensabile.Al di là della trama, che evidenzia soprattutto la disperazione condita di stupidità, abbiamo una regia che riesce a rendere interessante e bello ciò che è insolito ed inusuale. Non c'è il grande colpo milionario, lo spargimento di sangue o la task force alla Rambo. C'è una storia ordinaria, costellata di episodi casuali, per lo più non voluti e non programmati. Una rapina sui generis, che resta però tra le più avvincenti raccontate. Per quanto mi riguarda non credo ciecamente alla veridicità di quanto Lumet ci mostra, ma è evidente il dito puntato verso i mezzi di informazione e la trasformazione in show di una vicenda che di natura è tragica. Il tenere gli ostaggi (che hanno però una sorta di sindrome di Stoccolma) ed il tenere duro nei confronti della polizia (anche fin troppo mansueta), innalza Sonny allo status di idolo delle masse e dei disadattati: il suo fare outing, sebbene non proprio volontariamente, è visto come una manifestazione di forza, così come tutta la sua scellerata gestione della rapina. Un leader che non sa essere tale e tanto meno vuole esserlo, ma ci si ritrova suo malgrado. Grandissimo merito va ad Al Pacino che rende il personaggio credibile ed umano con una serie infinita di sentimenti. Da idiota quale è come rapinatore risulta ottimo nel manovrare l'opinione pubblica e fomentarla. Non so bene se il merito del successo debba andare a ciò che viene raccontato o al come.

lunedì 12 marzo 2012

Musica e copertine

Max Gazzè, che possiamo anche definire geniale senza vergognarsi di esagerare, c'ha scritto una canzone su cosa una musica può fare ; sebbene non sia mai finito sotto l'armadio (ad ascoltare la radio) ho deciso che la musica può anche arredare. Così già lo scorso anno venni a conoscenza di ArtVinyl ed adesso la parte di una parete vede appese cover di album che per me hanno fatto la storia. o almeno la storia della mia vita. Anche se adesso è difficile che ascolti un determinato pezzo, voglio ricordarli come parte di una lunga colonna sonora durata tutta un'adolescenza. Il mio primo gruppo straniero sono stati i Queen (e di chi non lo sono stati?) e tra tutti i dischi che hanno fatto, uno in particolare mi ha colpito per la sua copertina: News of the World. Per questo acquistai, da un venditore di Stoccolma la pagina di una rivista in cui venivano pubblicizzati con l'indimenticabile illustrazione di Frank Kelly Freas. In ordine temporale, sono passato ai Guns n' Roses e senza alcun dubbio il mio preferito è sempre stato Appetite for Destruction. Come la maggior parte delle persone avevo il cd, la cui cover è una croce con i teschi raffiguranti i componenti della band. Originariamente però l'LP uscì con la copertina disegnata da Robert Williams, successivamente censurata perchè troppo spinta. Non potevo farmi mancare la cornice con tutto il vinile, che fa l'accoppiata con quello di Piece of Mind (Iron Maiden) disegnata da Derek Riggs. A breve, gettons permettendo, il disco d'oro di Images and words dei Dream Theater.

Frantic (1988)


Regia: Roman Polanski
Anno: 1988
Titolo originale: Frantic
Voto: 6/10
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Può sembrare qualcosa di non troppo originale, ma solo perchè si tratta di un film di oltre venti anni fa. Certo, la trama pur essendo lineare è inverosimile in alcuni punti, ma scorre piacevolmente dall'inizio alla fine, intramezzata dai tipici rallentamenti ossessivi su alcuni particolari voluti dal regista Roman Polanski. La storia è curiosa fin da principio ed il senso di smarrimento provato da Harrison Ford, si fa tangibile: lo spettatore cresce con lui e la sua sete di sapere viene alimentata mano a mano che il film prosegue. La pellicola è abbastanza elegante, anche se non ai livelli di Rosemery's baby (altri venti anni prima) o L'inquilino del terzo piano (oltre dieci anni) e si notano gli elementi chiave della regia, come gli ambienti chiusi, la situazione di loop e di stallo, l'amore viscerale per evidenziare alcuni particolari (l'apertura della valigia, la doccia lenta in un momento clou, le difficoltà nel farsi capire in una lingua straniera). L'atmosfera parigina è un po' atipica per l'evolversi della pellicola: perse il suo fascino romantico ed è vestita cupamente, pericolosa e intangibile. Già gli stessi protagonisti ad inizio film si trovano spaesati e non la riconoscono: questo fa presagire le insidie che cela. Nota positiva anche per le fascinose musiche di Ennio Morricone e per la prima prova di Emanuelle Segnier, poi pupilla e sposa del regista franco polacco.

domenica 11 marzo 2012

Suzanne Collins - Hunger Games


Autore: Suzanne Collins
Editore: Mondadori
Titolo originale: The Hunger Games
Voto: 2/5
Pagine: 369
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Trama del libro:

Quando Katniss urla "Mi offro volontaria, mi offro volontaria come tributo!" sa di aver appena firmato la sua condanna a morte. È il giorno dell'estrazione dei partecipanti agli Hunger Games, un reality show organizzato ogni anno da Capitol City con una sola regola: uccidi o muori. Ognuno dei Distretti deve sorteggiare un ragazzo e una ragazza tra i 12 e i 18 anni che verrà gettato nell'Arena a combattere fino alla morte. Ne sopravvive uno solo, il più bravo, il più forte, ma anche quello che si conquista il pubblico, gli sponsor, l'audience. Katniss appartiene al Distretto 12, quello dei minatori, quello che gli Hunger Games li ha vinti solo due volte in 73 edizioni, e sa di aver poche possibilità di farcela. Ma si è offerta al posto di sua sorella minore e farà di tutto per tornare da lei. Da quando è nata ha lottato per vivere e lo farà anche questa volta.
Nella sua squadra c'è anche Peeta, un ragazzo gentile che però non ha la stoffa per farcela. Lui è determinato a mantenere integri i propri sentimenti e dichiara davanti alle telecamere di essere innamorato di Katniss. Ma negli Hunger Games non esistono gli amici, non esistono gli affetti, non c'è spazio per l'amore. Bisogna saper scegliere e, soprattutto, per vincere bisogna saper perdere, rinunciare a tutto ciò che ti rende Uomo.

sabato 10 marzo 2012

30 Minutes Or Less (2011)


Regia: Ruben Fleischer
Anno: 2011
Titolo originale: 30 Minutes Or Less
Voto: 3/10
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Se come me vi siete basati sul titolo per vedere (a vostro rischio e pericolo) qualcosa tipo "Fuori in 60 secondi" o "Fast and Furious" questa è una truffa colossale. A quanto pare registi, attori, produttori e tutto il circo errante che gli sta dietro, non si stanca di sfornare una boiata dietro l'altra. Questo film è un troiaio vero e proprio. Non sarà di certo l'ultimo, ma almeno non fatelo uscire in 1080p... Ma a che serve? Trama ridicola con parvenze di comicità e demenza che fatichi a  seguire, situazioni paradossali senza avere capo o coda e neanche corpo. Ok, c'è Jessie Eisenberg quindi era logico non aspettarsi il capolavoro del secolo, ma neanche una serie di luoghi comuni tirati a caso nel film, battute scontate, forzatamente volgari, dialoghi privi di senso. Una noia mortale riuscire a sopportare tutto il film, tanto che è necessario prendersi una pausa nei momenti che potrebbero sembrare topici, almeno agli occhi del regista. Carne? Pesce? Uccello? Mollusco? Che roba è questo film? A tratti pretende di essere comico, a tratti punta sull'azione. Ogni volta però con scarsi risultati, visto che ogni situazione è sporcata dalla precedente. Non resta altro che chiudere qui, non guardatelo. E' per il vostro bene.

venerdì 9 marzo 2012

Il regalo (non) sono io

Foto scippata a Claire Medlars di cui ignoro la provenienza
Buona sera a tutti, sebbene questo mio  interessantissimo articolo possa sembrare un attacco diretto, un dissing in pieno stile faida tra blogger è solo un modo come un altro per rendere omaggio a Claire Medlars, la  quale ha finalmente deciso di affacciarsi nel mondo della rete. Quello dove te racconti i Kaiser tuoi attraverso un diario digitale, ed altri nulla facenti sparsi nel globo, ti leggono e sicuramente hanno qualcosa da ridire. In verità (vi dico) non è così, in quanto nessuno vi caca, nessuno vi legge ed a nessuno frega un catzo di ciò che scrivete. Comunque facciamo finta di tenere la parte, ed eccoci qui, con un post parallelo e di risposta a quello a dei Claire sui regali di compleanno. Io, al contrario suo, non voglio essere sorpreso, non pretendo che nessuno, neanche l'amico più stretto, il familiare più apprensivo, la fidanzata più stantuffata (è il mio blog, devo fare bella figura), abbiano la pretesa di conoscermi bene e riuscire a sorprendermi. Per questo, nel dubbio, preferisco che si presentino (senza neanche troppa umiltà) ai miei piedi a chiedermi cosa voglio come regalo. E' un bene per entrambe le parti: io non rischio la delusione, loro non rischiano di perdere tempo e soldi per cercare qualcosa di cool da presentarmi. Io adoro invece i regali a richiesta (sebbene ammetto che il fare la sorpresa sia doppiamente gioioso), perchè sebbene basti poco per farmi felice (chi dovrebbe conoscermi sa che tengo le wish list online), capisco che non tutti abbiano la voglia di smazzarsi a fare ricerche. Se apro il pacchetto e vedo quello che volevo e non ho mai chiesto, sono felice sì, ma magari avevo in previsione di prendermene uno uguale, forse di un altro colore!!!

Download gratuito "La Bambina Di Sogni"

Se fosse la pubblicità della Mastercard  scriverei "Comprare il Kindle su Amazon, 99 euro. Scaricare l'ultimo libro di Stephen King dall'Amazon Store , 11 euro e 99. Aprire Anobii e leggere che hai un messaggio di un autore che apprezzi e vai fiero di conoscere, non ha prezzo." Ed infatti ciò che scrive riguarda proprio la gratuità, l'assenza di un costo. Sto parlando di Carlo Menzinger già letto tempo fa e conosciuto grazie al social network per lettori (Anobii appunto) e grazie ai suoi lavori riguardanti l'ucronia. Non ho ancora nè scaricato nè letto il libro che menziona, ma lo farò una volta terminato l'articolo.  Il tempo a disposizione purtroppo è quel che è, e le cose da fare sono molteplici. Tengo però ad evidenziare  un fattore fondamentale: ognuno diventa editore di se stesso ed il digitale permette di raggiungere i fan o nuovi lettori direttamente a casa, con pochissimo sforzo. Il fatto poi di utilizzare la copia digitale senza alcun tipo di DRM, per avvicinare i lettori rendendola gratuita è qualcosa di veramente bello. La cosa migliore è che Menzinger, non è un caso isolato (ad esempio abbiamo visto che pure Marco Santini ci ha donato letture gratuite) Riporto per intero, salvo alcune modifiche relative all'impaginazione. il messaggio di Carlo leggibile in questa pagina del gruppo "due chiacchiere con gli autori", un luogo molto utile per poter confrontarsi ed avere notizie riguardo alcune delle nostre penne preferite.

giovedì 8 marzo 2012

Iain M. Banks - L'Altro Universo


Autore: Iain M. Banks
Editore: Editrice Nord
Titolo originale: Excession
Pagine: 476
Voto: 2/5
Pagina di Anobii

Trama del libro:

Più di due millenni or sono, uno strano oggetto apparve in un remoto angolo dello spazio, nei pressi di un sole morente. Una sfera perfetta, nera,assolutamente inerte, forse proveniente da un'altra dimensione o un altro universo. Poi all'improvviso svanì. E adesso è riapparsa. Silenziosa,immobile, resiste a qualsiasi tentativo di stabilire un contatto e rimane inattesa. Le astronavi della Cultura, una civiltà futura smisurata,invulnerabile, tecnologicamente avanzatissima, non possono fare altrettanto.Il mistero va chiarito e compreso prima che cada in mani assai meno tolleranti e inneschi una crisi politica e militare che può minacciare tutto quello chela Cultura è riuscita a costruire...

mercoledì 7 marzo 2012

Boardwalk Empire - L'Impero del Crimine (Stagione 1)


Anno: 2010
Stagione: 1
Titolo originale: Boardwalk Empire
Numero episodi: 12

Lo ammetto, ho un debole per i film sulla malavita, di conseguenza  non potevo perdermi la nuova (siamo già alla seconda) serie tv che può vantare la puntata pilota diretta da Martin Scorsese dedicata al mondo del crimine americano negli anni 20. La location scelta è la perversa città di Atlantic City durante il proibizionismo ed i protagonisti sono i malavitosi di ogni risma: dalla mafia italiana alle gang irlandesi, passando per corruzione, omicidi, violenze di ogni tipo. E' una serie tv a 360 gradi che, visto l'altissimo budget messo a disposizione, non lascia niente al caso. Nel cast possiamo anche apprezzare un meraviglioso Steve Buscemi, ma abbiamo anche altri nomi noti quali Michael Pitt, Kelly Macdonald, Michael Shannon e così via. Ogni puntata e cruda, spietata e pregna di quella violenza tipica di chi vuole sovrastare l'altro. Psicologicamente allettante anche nei dialoghi, sono ben costruite le vicende che si intrecciano: dagli intrighi di corte, agli ordini sussurrati. L'ideatore Terence Winter ha un occhio particolarmente attento non solo nel gestire la trama di ogni singolo episodio, ma anche per le ricostruzioni, i costumi, le pubblicità dell'epoca. Non mancano richiamo a vicende o personaggi storici: apprezzabilissimi i richiami al Ku Klux Klan, le suffragette o nomi noti della mafia italiana quali Lucky Luciano ed Al Capone tra tutti. Ogni personaggio ha una sua autonomia ed una caratterizzazione molto forte, tuttavia la calamita che tiene tutti uniti è il magnifico, alle volte spettrale Nucky Thompson. Qualora venisse a mancare tutti sentiremmo la sua mancanza, tuttavia ogni altro soggetto è ben indipendente all'interno della storia. Se vogliamo guardare il pelo nell'uovo, tutta la serie rischia di esaltare come positivi personaggi pericolosi che nella realtà altro non sono che malviventi ed assassini, mentre tra i più negativi abbiamo il fondamentalista agente federale Van Alden. Questo infatti è un tutore della legge dalla mentalità bieca e violenta: è impossibile stare dalla parte dei buoni con un personaggio del genere che ne fa le veci. Tirando le somme, più che una serie televisiva, sembra proprio un film da cinema da quanto è fatto bene.

martedì 6 marzo 2012

My Sassy Girl (2001)


Regia: Kwak Jae-yong
Anno: 2001
Titolo originale: 엽기적인 그녀 (Yeopgijeogin Geunyeo)
Voto: 4/10
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Se questo rappresenta la miglior espressione cinematografica della commedia romantica coreana, direi che non sono messi per niente bene. Durata troppo lunga, frammentata da episodi inutili (la scena del soldato suicida) e ripetitivi (i conati) che rimescolano clichè scontati. Noia mortale per la maggior parte della pellicola. Se voleva essere ironico lo fa con scarso successo, se voleva essere comico non ci si avvinca neanche, se voleva essere romantico si tratta della sola aria fritta. Una minestra riscaldata per niente originale, con un epilogo insulso degno del miglior mantra ricevuto via email e destinato alla cartella dello spam. My Sassy Girl è un calderone di generi che arrivano al drammatico passando per il demenziale, il tutto raccontato senza la minima traccia di realismo. Per non parlare dei protagonisti, entrambi diametralmente odiosi: l'una viziata ed egoista, l'altro imbranato e senza personalità. L'ambientazione in una Corea del Sud moderna, la Corea di LG e Samsung, della banda larga più veloce del mondo, fa a cazzotti con una cultura quasi da medioevo, con i fidanzati presentati (o accettati) dalle famiglie, le botte ricevute se si dorme fuori casa, e poi... I soggetti, uno di 25 e l'altra di 24 anni, vivono una sorta di storia platonica dove è tabù anche il solo baciarsi... Nemmeno dopo cento giorni che escono insieme. Il vero dramma di tutta la storia è questo: la finzione di un romanticismo esasperato ed inconcludente, la bugia di voler far sembrare pittoresco ed eroico ciò che invece è una cacata di fantoziana memoria. Senza contare la visione del tutto negativa nei confronti del sesso (il preservativo trovato) o dell'alcol (tre bicchieri e sei a gallina) giusto per rendere divertente (?) la trama.  Se vogliamo trovare una nota positiva possiamo farlo riguardo all'interpretazione della protagonista (Jun Ji-hyun ) che è sopra le righe e rende un minimo interessante seguire il filo. Tutto il resto è uno strazio abbastanza vergognoso: se dovete guardarlo fatelo da soli e non in compagnia di una ragazza.


lunedì 5 marzo 2012

Jeffery Deaver - Nero A Manhattan


Autore: Jeffery Deaver
Edtore: RL libri
Titolo originale: Manhattan is my beat
Pagine: 306
Voto: 2/5
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Trama del libro:

Togliere di mezzo Robert Kelly, un anziano e solitario signore il cui unico passatempo consiste nel guardare e riguardare lo stesso vecchio film giallo, si direbbe un gioco da ragazzi per una coppia di veri professionisti come Haarte e Zane. Peccato che anche i lavoretti più facili a volte possano riservare imprevisti. In questo caso l'imprevisto si chiama Rune, ha vent'anni, è bella ed eccentrica, cambia lavoro con la stessa disinvoltura con cui cambia colore di capelli. E, soprattutto, è troppo curiosa e ostinata per tenersi lontano dai guai. È lei che, nella scalcinata videoteca del Greenwich Village in cui lavora, ha dato a noleggio a Kelly il solito film, "Nero a Manhattan", che il vecchio stava guardando nel momento in cui, nel suo appartamento, è stato freddato con tre colpi di pistola. Ed è sempre lei - che con il vecchio ha stretto un'improbabile quanto sincera amicizia - a nutrire il sospetto che nei fotogrammi in bianco e nero di quella vecchia pellicola possa celarsi la chiave per svelare il mistero della sua morte. Rune si getta così in una pericolosa indagine privata, che, tra equivoci e scambi di persona, porterà alla luce la verità che si cela dietro un omicidio apparentemente inspiegabile. Con "Nero a Manhattan" Jeffery Deaver costruisce un intreccio intenso e d'atmosfera come un noir degli anni Quaranta, che avviene svelando il volto di una New York insolita e affascinante.

domenica 4 marzo 2012

Piccoli Omicidi Tra Amici (1994)


Regia: Danny Boyle
Anno: 1994
Titolo originale: Shallow Grave
Voto: 5/10
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Ho sempre desiderato vedere questo film, fin da quando vidi il trailer. Il nome italiano è decisamente accattivante e geniale, racchiude in sè molta curiosità ed aspettative. Quello originale inglese (Shallow Grave - Fossa poco profonda) non è invece altrettanto interessante o di impatto. E' il primo film di Danny Boyle come regista: a me piace molto, basta ricordare Trainspotting, The Millionaire, The Beach e 127 Ore. Tutte pellicole piacevoli e conosciute. La sua prima opera vede anche per la prima volta come protagonista Ewan McGregor che riesce a cavarsela senza infamia e senza lode. Possiamo notare, che nonostante sia un prodotto acerbo, è una commedia nera non stancante e che si segue con la giusta attenzione. La voce fuori campo che racconta e l'inizio a velocità accelerata possiamo ritrovarli poi nel celebre cult movie Trainspotting, quindi è anche pensabile che Boyle abbia utilizzato il suo Shallow Grave come una specie di laboratorio dove creare alcuni esperimenti e fare qualche prova per ciò che verrà in seguito.La tranquilla vita dei tre coinquilini inizia un'escalation proiettata verso il grottesco, con pezze sempre più grandi con cui tappare i buchi che vengono a crearsi. Sospetti e stati d'ansia tipici di chi certe cose non è abituato a farle e si ritrova a vivere un'avventura più grossa di se stesso. La psicologia dei personaggi purtroppo non è perfettamente rappresentata e non giustifica il crescendo di sangue e violenza che compaiono nel corso della storia. Possiamo perdonarglielo.

DS Audio

Synology prevede una serie di applicazioni per smartphone (anche per Android) in modo da poterci collegare sia in modalità wifi, sia con la 3G ai nostri media condivisi. DS Audio, come si deduce dal nome, è un player musicale che permette l'ascolto in streaming di tutti i file che mettiamo a disposizione. Il funzionamento è immediato una volta inseriti l'indirizzo per accedere, la porta, nome utente e password. La schermata principale consente un browse attraverso album, artista, genere o cartelle. Abbiamo anche un elenco di riproduzione che prevede la visualizzazione di tutti i contenuti (anche random volendo) e l'ascolto di alcune radio online. Per semplificare ulteriormente le cose, la creazione di playlist personali ci viene incontro. Un'altra particolarità davvero interessante è quella di poter sfruttare anche device esterni: sia che ci colleghiamo dalla LAN, sia che lo facciamo da internet vengono elencati anche altri dispositivi, nel mio caso l'Onkyo TX-NR609 (che fa già parte della rete domestica). In questo modo la riproduzione avverrà tramite le casse, piuttosto che tramite lo smartphone. La mia collezione musicale è per il 99% composta da file in formato FLAC, ed inizialmente avevo dubbio in proposito: provando l'applicazione fuori casa non venivano riprodotti, sebbene visualizzati. Andando a leggere i requisiti ho notato che era richiesta la versione del DSM 4.0, mentre io ho la 3.2 . Fortunatamente devo dire che evidentemente si tratta di una specifica che non riguarda la USB Station 2, poichè riprovando riesce a farli suonare. Evidentemente era solo un problema di banda. Quindi che si tratti di mp3 o di FLAC nessun fastidio, se non quello di dover consumare una discreta quantità di traffico. Consiglio quindi di farlo tramite rete wifi (una qualsiasi, non necessariamente quella della LAN). Il player è minimalista, ma decente e permette la visualizzazione anche delle cover degli album. Non ho provato a suonare file che siano differente da FLAC o mp3.

Toro Scatenato (1980)


Regia: Martin Scorsese
Anno: 1980
Titolo originale: Raging Bull
Voto: 7/10
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Rieccoci ancora con una storia di boxe, questa volta biografica, basata sulla vita del pugile professionista Jack La Motta. Il tutto in un calderone italoamericano con la regia di Scorsese ed il cast principale che vede protagonisti Robert De Niro e Joe Pesci. Non sono un amante del regista in questione e non approvo appieno le sue scelte, certe volte molto dubbie ai miei occhi. Di sicuro qui sceglie, con un audacia, un tema non semplice ed una storia vera non troppo simpatica. Il risultato ottenuto gli ha dato ragione, visto che siamo di fronte ad un film cult degli anni ottanta. L'italianità esasperata, macchiata di violenza, ottusità, gelosie e mafia è la cornice che racchiude il quadro dipinto di bianco, nero e rosso. La pellicola infatti non è a colori, salvo poche scene riguardanti i ricordi in successione legati ai matrimoni, ma il rosso del sangue è onnipresente sul ring. Alcune volte accentuato e sottolineato con spruzzi che macchiano gli spettatori o gocce che restano sulle corde. Un iperrealismo secondo me sporcato solo dalle riprese dei combattimenti, in cui si nota troppo al finzione. Evidente soprattutto se paragoniamo il film, di oltre trent'anni fa, con quelli più recenti e maggiormente di impatto. La lode però dobbiamo darla ad un magnifico Robert De Niro, metamorfico e camaleontico fino all'inverosimile: fisico scolpito ed atletico prima, obeso e sfiancato poi. E' lui infatti che riesce a monopolizzare l'attenzione di un mondo totalmente violento, su di sè e sulla sua figura. E' lui che riesce a farsi amare come atleta, ma che pone interrogativi sul suo essere uomo. Aggressivo e prepotente più nel privato che nel pubblico è insistente nella sua recitazioni e nel vestire i panni di una figura realmente esistita. La scelta di girare questo film su una figura (per me) decisamente antipatica è vincente nel momento in cui si evidenzia l'autodistruzione della persona e le difficoltà di uno sport sempre al limite.

sabato 3 marzo 2012

Million Dollar Baby (2004)


Regia: Clint Eastwood
Anno: 2004
Titolo originale: Million Dollar Baby
Voto: 8/10
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Ho perso tempo due volte: la prima rimandando la visione di questo film e la seconda prendendomi un po' di tempo per scegliere il voto da dargli. Un voto, non è niente di importante, solo un sistema per classificare sul momento. E di sicuro Million Doallar Baby non necessita di una catalogazione effimera basata su un singolo attimo. A caldo, o a freddo, è senza ombra di dubbio una bellissima pellicola. Sotto molti aspetti, a cominciare dal cast sorprendente: Clint Eastwood (anche regista), Morgan Freeman e Hilary Swank. Tutti e tre recitano con magnificenza le tre figure cardine. Quarto protagonista è la boxe, disciplina apprezzatissima ad Hollywood e strumento chiave per narrare un storia drammatica. La boxe è un'allegoria attraverso la quale la regia riesce a colpire lo spettatore. Con dritti e colpi bassi, non risparmia un centimetro di chi è seduto di fronte alla tv. Nella parte iniziale non mancano accenni di buona filosofia che sta alla base di questo sport, con insegnamenti morali e scorbutici, ma non vengono tralasciate le scorrettezze, le sofferenze, la durezza di vite ai margini. Il mondo ricco e di successo è solo un obiettivo, per molti un miraggio, da raggiungere a suon di colpi e fatica. Ed è proprio quando meno te lo aspetti che Eastwood gioca sporco, riesce a sorprenderti, fintando, scartando, per colpi dritto al cuore. Non è semplice riuscire a creare una caduta vertiginosa verso la sconfitta totale. Non è semplice lastricare d'oro la strada per il traguardo agognato, per poi vederlo sfuggire. E non solo: la vertigine che si prova nella seconda parte è rocambolesca e dolorosa. E' la storia degli sconfitti, non della boxe, ma della vita, del fato, dell'ingiustizia. La trama quindi è sorprendentemente bella e coinvolgente, grazie anche alla prova recitativa della Swank, grintosa ma femminile fino ad essere straziante. Luci ed ombre per una fotografica che incornicia i vari avvenimenti: dal ring alla palestra, dalla clinica ai bar. Non è l'ennesimo film su chi tira più pugni, ma su chi li prende, senza poter incassare.

I giochi dell'infanzia

Ultimamente mi ero un po' fissato sui Transformers per colpa della trilogia di Michael Bay. Al di là della rivisitazione in chiave ultra moderna, si sono accesi numerosi ricordi della mia infanzia, passata felicemente a giocare con diversi personaggi, senza troppa distinzione tra buoni e cattivi. Anzi, spesso il mio mondo vedeva compatibili i robottini con gli eroi dei Masters. Chissà se alla Mattel ed alla Hasbro è mai venuto in mente di creare una sorta di spin-off tra le due serie. Io mi ci divertivo, e la fantasia, non avendo limiti, riusciva ad adattare le più disparate situazioni. Preso da un attacco di nostalgia fulminante, sono andato a ricercare quei giochi ormai abbandonati. Tanto più che ero sicuro di averli regalati o buttati o selvaggiamente perduti. Invece eccoli qua, tutti o quasi, raccolti in un borsone. Ho fatto così una cernita dei migliori, posizionandoli in una teca senza tempo che mi proietta negli anni della spensieratezza. Ho passato un po' di tempo quindi a cercare i vari dei personaggi che mi sono rimasti, senza troppo successo: sembra che negli anni ottanta siano stati sfornati centinaia di toys differenti. Un bel casino signori miei, riuscire a dare un nome a quelli che stanziano a casa mia.

venerdì 2 marzo 2012

I Fantastici Viaggi Di Gulliver (2010)


Regia: Rob Letterman
Anno: 2010
Titolo originale: Gulliver's Travels
Voto: 3/10
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Come si nota fin da principio grazie alla locandina, non si tratta di un film serio, ma di una baggianata di Jack Black. Un'ennesima trasposizione cinematografica, in chiave disgustosamente moderna della più celebre opera di Swift; anzi soltanto della parte relativa a Lilliput se vogliamo, con un brevissimo ed inutile accenno a Brobdingnag. Ok, se vediamo Black tra i protagonisti, magari non ci aspettiamo niente di particolare, ma sicuramente qualcosa di divertente o quanto meno ironico. Invece nulla di tutto ciò. Fuffa. Pochezza totale su ogni fronti, eccetto quello degli effetti speciali, che magari tirano un po' su il voto ed il morale del telespettatore innalzandolo a film di serie B. Il resto del cast è inesistente, anche per far salire di qualche punto la corsa ai botteghini: ho riconosciuto solo Chris O'Dowd solo perchè mi son goduto quattro stagioni di The IT Crowd. Impossibile trovare note positive, sarei un bugiardo ed dimostrerei d avere troppo tempo da perdere. Quindi molto più semplice sparare a zero e massacrare questa produzione, sicuramente costosissima (per fortuna non finanziata con il nostro utilissimo canone RAI), di cui nessuno sicuramente sentiva la mancanza. E' un peccato che sa inserita tra le visioni consigliate di Sky On Demand. Devo continuare? Non penso ne valga la pena, mi sono già sputtanato con un voto abbastanza alto, giusto per ricordarmi che può esistere anche di peggio. Guardatelo solo se non avete altro tra le mani: fortunatamente passa veloce.