giovedì 8 giugno 2023

FUBAR [Stagione 1]

 
Anno: 2023
Titolo originale: FUBAR
Stagione: 1
Numero episodi: 8

Vado a memoria, ma non mi viene in mente nessuna serie TV con una sceneggiatura più brutta di questa. E sì che Netflix negli ultimi anni ci ha abituato al peggio con prodotti di scarsa qualità. Forse nelle altre occasioni, avevo l'amor proprio che mi impediva di proseguire nella visione, mentre questa l'ho finita. Il buon Arnold dimostra di essere un attore finito, anche se per molti non lo è mai stato (da piccolo era il mio preferito), con un proseguo in vecchiaia di poca roba addirittura a livello commedia. Qui siamo all'interno di una stupida e ridicola storia di spionaggio che potrebbe ricalcarne tante altre ed essere accusato soltanto di poca originalità. Invece si aggiungono anche inutili e pensose gag, ma soprattutto larghe parti da telenovelas. Il tutto risulta davvero inguardabile con troppi personaggi ed altrettante (troppe) situazioni non richieste. Una scelta ironica che riporta indietro nel tempo di circa trent'anni, senza però nessuno stimolo di novità. Si cade in loop di ripetizioni noiose già dal secondo episodio con il rapporto problematico padre figlia, che si allarga a qualsiasi altro personaggio: la mamma, la ex, il futuro marito della ex, il fidanzato della figlia, il belloccio di turno, il nerd nero e la secchiona, la super amicona sboccata lesbica, il figlio scemo, la nipote malata... Un intreccio di una confusione assordante.

martedì 6 giugno 2023

Audition (1999)

 
Regia: Takashi Miike
Anno: 1999
Titolo originale: Odishon (オーディション)
Voto e recensione: 5/10
Pagina di IMDB (7.1)
Pagina di I Check Movies
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Film:
Takashi Miike è sicuramente con qualche rotella fuori posti e non segue nessuno schema, questo lo ho già appurato, guardando un po' della sua filmografia a caso.  Ed anche questo, pur iniziando come un normalissimo film drammatico o romantico che si voglia, segue un corso ben noioso e poi sul finale, l'ultima mezzora circa, si ha la trasformazione in un vero e proprio horror con tante scene (anche) violente. Esasperate e quasi fuori luogo nel contesto che ci ha mostrato nel corso della pellicola. Un qualcosa ai limiti tra l'onirico ed il demoniaco, praticamente mancante di un senso logico, eppure neanche infilato a caso con forza. Bellissimi i contrasti che si possono osservare lungo tutto il film che vanno dai due differenti tipi di solitudine, quella del vedovo ormai arreso, e quella della ragazza con una vita difficile alle spalle, ma anche il suo volto angelico e tranquillo che si adopera alla tortura e mutilazione del corpo. Un filme che si può definire abbastanza strano ed appunto fuori dagli schemi.

Edizione: bluray
Un'altra edizione limitata e numerata proposta dalla CG con le sue StartUp! Slipcase di cartone (numerazione sul retro, #163/1000) con nuovo artwork esclusivo; Amaray con artwork della nuova release cinematografica italiana e nomi dei partecipanti all'interno. Il disco bluray, con audio italiano in stereo DTS HD MA è accompagnato anche dal booklet a colori "Eros e Thanatos" di ben 22 pagine, davvero molto completo. Gli extra sono:
  • Introduzione di Takashi Miike (1 minuto)
  • Intervista a Takashi Miike (24 minuti)
  • Intervista a Ryo Ishibashi (16 minuit)
  • Intervista a Eihi Shina (20 minuti)
  • Intervista a Renji Ishibashi (21 minuti)
  • Intervista a Ren Osugi (16 minuti)
  • Trailer

domenica 4 giugno 2023

Ritorno in Italia

 
Prima o poi questo momento doveva arrivare, e si tratta della mia presenza in aeroporto per il ritorno a casa. Sono arrivato da poco, ho preso la carta di imbarco ed effettuato i controlli, quindi è ufficialmente finita. Un po' di fase down dopo tanti giorni così intensi e pieni di belle emozioni. Questa mattina l'ho presa con calma ed ho sfruttato il tempo per rifare ammodino la valigia (prossima volta anche se compresa, vado solo a zingarare solo con lo zaino da trekking) e per la colazione. Esco comunque per passeggiare nel centro e visitare sia la Moschea Et'hem Bej che il Museo Nazionale di Storia. Vabbeh, queste città hanno i musei d'arte più noiosi del mondo, ma noi siamo abituati anche troppo bene. Adesso attendo all'aeroporto ed immagino già la prossima avventura.

Album fotografico Albania #9: saluto Tirana 

sabato 3 giugno 2023

Albania #8: ritorno a Tirana

 
Siccome vado a letto sempre abbastanza presto, mi sveglio, di conseguenza fresco e riposato e con voglia di mettermi in marcia subito. Così, aspetto che aprano per la colazione, mi sistemo e prendo il primo bus disponibile per tornare alla capitale. Il viaggio è stato più veloce rispetto all'andata, senza il tappo di traffico ad Alessio, così arrivo in mattinata all'Hotel Europa in cui faccio check in e lascio la valigia in attesa della camera e per partire nuovamente rendendomi leggero. Visto che ho tempo, vado a cercare (più facile ed immediato del previsto, vicino alla piazza principale) la fermata del pullman L11 (colore blu) verso Porcelan (che poi fa un giro a palloncino, quindi basta che lo prendete). Per andare? Al BUNK'ART 1 che è parecchio in periferia. In circa venti minuti ci siamo, il biglietto viene 40 lek e si fa una volta montati. Una volta arrivato a destinazione faccio il biglietto combo anche per il bunker numero due che è in centro. La visita è lunga, ringrazio anche Libero, che parla un italiano perfetto e mi racconta un sacco di questioni storiche e sociali che mi son perso nella mia ignoranza. La visita comunque è profondamente interessante ed emozionante, anche per il numero 2,un po' più piccolo e riassuntivo, che vedrò nel pomeriggio. Prima però, essendo in zona prendo la teleferica, lì vicino, che mi porta in vetta al Dajti. È l'unica cosa costosa (1200 lek a/r) che ho trovato in Albania. Peccato che il meteo non sia dei migliori, così la veduta panoramica è disturbata da nubi e foschia. Dopo essere sceso ed aver visto il BUNK'ART 2, avanza ancora diverso tempo del pomeriggio, così mi concedo un urban trekking misto al meraviglioso e per niente pubblicizzato sui social e canali italiani Parco del Lago Artificiale. Il nome in albanese è complicato da scrivere e non ho voglia. Molto curato, pulito, vario, con ambienti boschivi e lagunari, tracciati per la corsa, per le bici, per gli sport in generale, chioschi, panchine e molte attrazioni, utilizzate soprattutto da gente del posto. Una bella chicca. Al ritorno verso l'albergo passo, tra gli altri, dalla Piramide di Tirana, ancora in fase di completamento, ma su cui si può salire sulla sommità. Sarata finale tra i locali di Blloku, il Tymi Restaurant e la Nouvelle Vague.

Album fotografico Albania #8.1: BUNK'ART 1&2

venerdì 2 giugno 2023

Albania #7: da Theth a Scutari

 

Da Theth ritorno da dove sono partito per questo anelli nel Nord, ovvero a Scutari. Ringrazio i simpaticissimi proprietari della Shpella Guesthouse, anche loro di grande ospitalità e parlando l'italiano c'è stato tempo per diverse battute e consigli. Già che appena arrivato, ti offrono uno shottino di raki, guadagnano tanti punti. Inoltre per cena, il tav dheu (una sorta di zuppa liquida con fegato, pomodori, ricotta, fonduta e peperoncino) caldo da buttar giù è stato rigenerante dopo la fatica della giornata e le intense piogge del pomeriggio, che hanno rinfrescato l'aria. A letto molto presto e quindi mi sveglio all'alba. Non ancora sicuro della partenza per Scutari, mi spingo nei boschi del Parco Nazionale di Theth e costeggio il torrente che sembra ancora più gonfio rispetto a ieri. Canyon della valle circondato dalle splendide Alpi Albanesi, ancora macchiate di neve e ghiaccio, e poi seguo le indicazioni per le cascate. Anche in questa zona i sentieri son ben segnalati e nonostante il percorso sia relativamente breve, per raggiungere il punto migliore c'è da fare un po' di salitella e soprattutto attraversare un ponte arrangiato che pare meno sicuro di un salto al buio per le scale. Il bel percorso ha comunque il suo fresco fascino con il sentiero che si sperde nel bosco e nelle pareti rocciose. Al ritorno colazione carica e la notizia che possiamo partire con un fuoristrada che ci porterà fino a Scutari. Non so l'omologazione del 4*4 sui cui siamo montati, ma eravamo un bel gruppo misto da inizio barzelletta: il guidatore albanese, io italiano a suo fianco e dietro: uno dello Zambia (eh beh), una brasiliana (che parlava italiano), una danese e una coppia tedesca. Anche quello in jeep è un viaggio nel viaggio potendo ammirare i paesaggi del nord dall'alto con tutta la vallata sottostante di Theth, le cime aguzze dei monti. Anche qui si sente il profumo di avventura. Arrivato a Shkoder ritiro i bagagli e mi sistemo: i gradi sono tanti di più, così cerco un po' di refrigerio intorno al lago. Prendo gratuitamente la bici offerta dall'albergo e già il fatto di non tornare a casa col tetano può essere un buon risultato, ma faccio un bel giro lungo lago spingendomi al confine con il Montenegro. Torno indietro prima che arrivi l'ennesima bussato d'acqua pomeridiana e concludo con oltre 25 km (praticamente è tutto in pianura). Altro giretto per la città e nei centri religiosi che qui non mancano e certe ore si alternano i suoni delle campane delle chiese con quelli dei canti islamici per le moschee. Da segnare sul calendario, unico giorno in cui (nonostante potesse accadere) non ha piovuto. E domani vediamo per il rientro a Tirana.

giovedì 1 giugno 2023

Albania #6: trekking da Valbona a Theth

 

Soddisfatto al cento per cento, di tutto. Oggi c'è stato l'elemento clou di questa gita, ovvero il trekking per antonomasia qui in Albania. Decisamente poco conosciuto a livello italiano o europeo, trovo moltissimi altri escursionisti del mondo anglosassone: statunitensi, canadesi e pure australiani. Ieri, arrivando nella Valle di Valbona, avevo già adocchiato un territorio incontaminato, completamente al naturale, e ritengo quindi sia normale che in molti arrivino da così lontano per poterlo apprezzare con mano (e con i piedi). E già il fatto di arrivare a Valbona non è una cosa immediata da turismo mordi e fuggi di massa. Il mio viaggio per questa parte del Nord dell'Albania è infatti stato abbastanza lungo con bus, pulmini ed imbarcazioni. Ad un certo punto inoltre qui la strada finisce, o meglio c'è "la fine dell'asfalto" e si vuole andare da qualche altra parte è bene mettersi in cammino. I sentieri non mancano di certo, e quello più battuto e di grande richiamo permette di raggiungere Theth in circa quindici chilometri (dipende da dove partite e dove arrivate: ad esempio da Vila Dini  alla Shpella Guesthouse dove sono stasera siamo a 21 chilometri) e con quasi mille metri di dislivello in salita e qualcosa di più in discesa. Nei giorni passati, essendo caduta neve ed essendosi formato del ghiaccio, il sentiero è stato ufficialmente chiuso per ragioni di sicurezza. È possibile però fare una deviazione, la cosiddetta invernale, che aggira la parte più problematica. Gli unici aspetti negativi nel seguire questa alternativa winter route sono che non è segnalata se non attraverso gli "omini" e che si tratta di una sorta di direttissima, quindi con una maggiore concentrazione di dislivello positivo in un minor numero di metri. Esclusa questa parte comunque è tutto ben segnalato, nonostante serva un minimo di orientamento in ambiente montano (io come sempre avevo anche una traccia gpx), ma non si tratta di un percorso banale. Come sempre, c'è da fare attenzione, anche se la maggior parte dei miei contatti, lo può fare tranquillamente dal punto di vista fisico e tecnico. Facendolo in questa direzione inoltre secondo me si hanno minori difficoltà nel gestire la discesa, poiché quella del versante di Theth risulta più dolce, sebbene più lunga. Nel tratto finale della deviazione infatti si devono usare in minima parte anche le mani su roccette, il terreno è più sdrucciolevole e alcuni passaggi prevedono un po' di neve (non servono assolutamente i ramponi o le ciaspole ovviamente), e farlo in salita secondo me è meglio. L'inizio del trekking può trarre un po' in inganno sulla prestanza fisica da utilizzare in quanto, dopo l'asfalto si deve iniziare quasi da subito a seguire il corso del torrente (e fare un paio di guadi) che non prevede chissà quali dislivelli. Però avremo sempre di fronte il muro da dover superare, quindi tenete di conto che prima o poi (e una volta iniziata non spiana) la salita arriverà. Non li ho contati in maniera precisa, ma lungo il cammino si trovano almeno tre "rifugi" o chioschi in legno se preferite, in cui è possibile ricaricare le borracce o prendersi qualcosa di caldo / fresco a seconda dell'esigenza. Quello sulla prima parte "Simoni Kafé" è importante perché poco dopo averlo passato avrete l'opportunità di agganciarvi alla deviazione invernale (oggi siamo a giugno, ma ci siamo capiti) e mi pare sia l'unico durante la salita e da qui in poi è più impegnativa. Arrivato al passo, Qafa e Valbones che sta a 1795 metri, mi son fatto ingolosire: li vicino c'è una vetta di cui non so il nome in cui vedevo alcuni appollaiati. Non potevo rinunciare e così mi sono fatto altri 50 metri di dislivello che son sempre un piacere quando c'è la possibilità di avere un panorama come quello di oggi, aperto in basso e con nuvole che venivano grattate dalle altre cime. Se soffrite di vertigini lo sconsiglio però perché la sommità è molto esposta e un passaggio in discesa non è semplice. Una volta scollettato è poi tutta discesa, non impervia tranne pochissimi metri iniziali, fino a Theth. Qui non ci sono difficoltà di nessuna sorta ed anzi, il paesaggio è boschivo, ombroso e con terreno mai complicato se non piove. Io l'ho presa con calma, ma ho dovuto un po' accelerare il passo quando ho capito che la Shpella Guesthouse era a circa due km dalla fine del percorso ed il meteo non prometteva niente di buono. Infatti è tutto il pomeriggio che viene giù come Dio la manda. La Shpella è veramente carina e caratteristica, mi son pure già accordato per il furgon che domani mi dovrebbe portare nuovamente a Scutari. Siamo in 5, ma parte con un numero maggiore di persone, anche se non credo ci siano problemi. Male che vada domani esploro altri sentieri in zona. Pubblico intanto l'articolo anche se le foto non sono pronte perché la connessione internet è debole ed a singhiozzo.

mercoledì 31 maggio 2023

Albania #5: Valbona Valley

 

Non posso assolutamente rischiare di di scordarmelo, così lo scrivo subito: gli albanesi hanno la gentilezza e l'ospitalità nel DNA. Non è esattamente una novità, ma non tutti lo danno per certo, quindi faccio bene a ribadirlo. Ieri mi ero accordato con Lugina (nome fittizio della ragazza dell'affittacamere, in realtà Lugina significa Valle) per partire intorno alle 8.15 scroccando un passaggio fino al porto. Questo avviene, allegramente e con nonchalance esattamente all'ultimo secondo prima della partenza del mio ferry boat perché è inutile stare ad aspettare sulla nave. Il viaggio lungo il fiume Shala dura circa tre ore (1000 lek) ed è inutile starvi a raccontare i paesaggi mozzafiato che ci circondano, perché non troverei le giuste parole per queste gole che si insinuano dentro le montagne. Sempre più a nord e sempre più alte. Il paesaggio, da quando sono partito da Tirana, cambia ancora e mi sembra di essere in Jurassic Park del Nord. Purtroppo però devo dire che è veramente sporco, e non parlo di detriti quali rami, terra o foglie, ma soprattutto plastica, bottiglie e sacchetti. Un vero peccato. Attraccati a Fierze subito o quasi, un pulmino scassato con volante a destra parte in direzione Valbona Valley. In circa un'ora (800 lek) il simpatico conducente che parla solo italiano (il primo da diversi giorni) mi lascia a Vila Dini. Avevo già prenotato ieri sera, in quanto già sentiti "epistolarmente". Qui incontro coppia di canadesi che si fanno impaurire dalla neve presente sul tracciato per l'indomani e quindi "abbandono" velocemente e due ragazze from Australia (ma che ci fanno qui???) con cui passo il pomeriggio a fare un breve trekking per controllare il territorio. Domani però io parto presto... Ma torniamo alla gentilezza albanese con cui ho iniziato l'articolo: Vila Dini non ha il ristorante aperto, cosi il ragazzo mi ha prestato (non vuole neanche il contributo benzina) la macchina per farci andare fuori. Mito davvero. 

martedì 30 maggio 2023

Albania #4: Koman

 
Ma che spettacolo di giornata e di posti. Parto presto, anzi prestissimo da Shkoder ed alle 6.45 sono già sul primo "furgon" che fa da spola con quello fuori città. In circa due ore e 700 lek arrivo al lago di Koman. Il tragitto è bellissimo, si snoda su strade impervie e strette che si affacciano su numerosi specchi d'acqua e canali simili addirittura a fiordi o se vogliamo all'ambiente sloveno. Qui infatti, nonostante i km di distanza da Scutari siano solo una sessantina verso est, il paesaggio si trasforma totalmente riuscendo a divenire sempre più selvaggio, verde e pulito. Giunto al porto di Koman, da cui partono ferry boat, bagnarole e traghetti, avevo l'opportunità di continuare il viaggio e ritrovarmi già in giornata dall'altra parte, a Firenze. Decido invece di dedicarmi a questa parte di mondo, che pur avendo praticamente zero da offrire a livello di attrazioni turistiche, paesaggististicamente è sensazionale. Si tratta di un grande bacino artificiale in parte (prima degli anni ottanta non esisteva in questo modo) , creato per alimentare la centrale idroelettrica attraverso una imponente diga che taglia la vallata. Questa zona di Albania è decisamente genuina e tradizionale, ed ho cominciato così il mio primo trekking nel Paese delle Aquile. I sentieri sono ripidi ed impervi e non potevo farmi mancare l'occasione di salire fino all'antica necropoli illirica che domina la zona. Cinquecento metri di dislivello in circa 2,5 km... Niente male con il caldo della mattina e la fretta per evitare la tempesta di pioggia del pomeriggio. La vista, anche se non pulita dalle fronde, ripaga tutta la fatica fatta. Pomeriggio di relax tra una sponda del lago con la pioggia e la sistemazione per la notte da Lugina e Komanit. Appena smesso e tornato il sole, che qui è una cosa standard, sono risceso in paese e mi son fatto un giretto ed imparato le basi della lingua. Per la cena, ho optato per ciò che offriva il convento e non c'è certo da lamentarsi. 

Album fotografico Albania #4: Koman 

lunedì 29 maggio 2023

Albania #3: Scutari

 

Oggi è stata lunghetta (più di due ore, 500 lek) , con i mezzi pubblici. La destinazione è Scutari, o Shkoder, o Shkdra e così via. Siamo nella zona nord occidentale dell'Albania e vicino alle sponde del lago omonimo. Allontanati da Tirana, ci si allontana anche dall'Europa che conosciamo. Il viaggio risulta comunque comodo ed appena giunto nella zona centrale ho iniziato a cercare la sistemazione per la sera. Al secondo tentativo ho optato per il comodissimo Hotel Kaduku, in cui ho già fissato anche per venerdì sera, sicuro del fatto mio. Shkoder è una cittadina a metà tra una grande Venturina ed una desolata Civitavecchia , ripiena di tassisti che vogliono portarti in Montenegro e numerosi palazzoni che si alternano a botteghe di mercato. Essenzialmente si sviluppa in piano e lungo il fiume che porta o porta via l'acqua dal lago. E se a Tirana c'è casino per le strade , almeno il lunedì mattina, qui all'ora di pranzo non sono da meno. Inizialmente l'idea che predomina è quella del degrado e dell'incuria, soprattutto relativamente ai non pochi luoghi da valorizzare maggiormente. Successivamente ci si ricrede perché le main streets ricalcano l'accoglienza verso i turisti già apprezzata nella capitale, con decine di negozi, ristoranti e gallerie d'arte, oltre che il Marubi, Museo Nazionale di Fotografia. Quindi due facce per questo punto strategico delle vie commerciali. Io inizio subito con un trekking urbano lungo il fiume Boiana per poi salire a governare il mondo dal Castello di Rozafa. Da qui effettivamente la visuale a 360 gradi riprende tutta la valle, le Alpi Albanesi, il fiumi ed il lago Scutari, ma anche Montenegro e Kosovo. Così al caldo cocente che si è abbattuto in queste terre ho modo di apprezzare tutto ciò che la vista riesce a raggiungere. Nel ridiscendere ecco la moschea di piombo e in città(dina) la Cattedrale di Santo Stefano che ha ospitato Giovanni Paolo II (appena caduta la dittatura comunista). Comunque nonostante il caldo asfissiante, visto che praticamente è tutto in piano mi impongo di arrivare dalla parte opposta dell'imbocco del lago, ovvero al Ponte di Mes (Ponte di Mezzo), che potrebbe ricordare uno dei tanti in Garfagnana, ma questo è di origini ottomane. Ora che però devo rifarmi tutta la strada all'indietro, la voglia mi scende a zero, tanto più che c'è un'unica lunga, dritta, piatta, asfaltata e ribollente strada. Tiro fuori il pollice e faccio autostop. Non mi cacano, ma son quasi tutti svizzeri. Finalmente una coppia di giovani albanesi mi carica. Anche loro escursionisti, avevano fatto tre giorni in montagna. Gli ho raccontato a grandi linee il mio piano per raggiungere Theth (che conoscevano, ma non venivano da lì - volevo sapere le condizioni del sentiero). Una volta depositato vicino all'albergo, li saluto e mi organizzo per la partenza di domani che sarà con furgon alle 6.30... Buona notte a tutti.

Album fotografico Albania #3: Scutari
Album fotografico Albania #3.1: MARUBI 

domenica 28 maggio 2023

Albania #2: fuoriporta a Kruja

 


Oggi mi sono dedicato ad uno spostamento fuori città, utilizzando i mezzi pubblici. La meta scelta è stata Kruja, in ballottaggio con Durazzo. Primo perché ieri mi è stata consigliata come più "tipica e caratteristica", secondo perché volevo farmi un'idea del "terminal bus" da cui domani prenderò il pullman per Scutari. Oggi mi son fatto un bel pezzo di periferia passando da un cantiere all'altro inframezzato da cliniche odontoiatriche e quelle per la chirurgia estetica. La famosa stazione dei bus per il nord non è altro che un immenso parcheggio con bus di ogni tipo e dimensione diretti in varie città. Non ci sono orari ben precisi e non esiste biglietti: si paga quando si scende a fine corsa, ovviamente in cash. Per Kruja, sono 200 lek (meno di 2€) a tratta ed il tragitto dura circa un'ora, dipende anche dal traffico. La periferia stradale di Tirana segue quella di varie città in via di sviluppo: cataste e montagne di capannoni, spesso pure vuoti e per la maggior parte di mobilifici (più di cento sicuramente) alternati sta volta a carrozzerie. Ma veniamo al punto focale della giornata: il piccolo borgo montano di Kruja. È il paese natale di Skanderberg, tizio albanese strafamoso che ha lottato strenuamente contro gli ottomani. Volavano schiaffi da tutti le parti. È stato pure un Atleta di Cristo, ma oltre alla sua stata a cavallo, Kruja offre un grande bazar di origine ottomano e rimasto intatto negli anni, che si distribuisce per le strade centrali del paese e la cittadella - castello al cui interno c'è pure un museo storico (400 lek, circa 4€). Poco distante mura, torri e resti archeologico medievali e anche un hamam ristrutturato. Qui non mancano personaggi, forse ad uso e consumo turistico, vestiti con abiti tradizionali. Però, nonostante la meta sia decisamente gettonata, si sente abbastanza la differenza del piccolo paese se confrontato con la capitale, in cui comunque abita circa un terzo della popolazione albanese. Kruja si trova a poca distanza sia da Tirana che da Durazzo, ma sembra già di essere in un altro continente. Il ritorno, stavolta con un pulmino scassato prosegue velocemente passando tra le "strane" bianchissime ville palladiane con piscina confinanti con i depositi di gomme, ed arrivo a Tirana per poter dedicarle l'ultima sera prima del viaggio verso Nord. Quindi serata tra il Taiwan Center ed il Castello Toptani con cena nel mitico Ceren Ismet Shehu

Album fotografico Albania #2: Kruja 

sabato 27 maggio 2023

Albania #1: Tirana

 

Primo vero giorno nella capitale albanese. Dormendo nella zona di Blloku, il quartiere hypster più vivo della città, sono molto vicino al centro ed a varie attrazioni. Bella colazione sulla terrazza in albergo, in cui chiedo un semplice caffè espresso, ma mi fanno pure mangiare una pita salata con verdure e uova. Una volta uscito la prima cosa che  ho fatto questa mattina è cercare un negozio di elettronica per prendere una SIM locale, perchè con il roaming è un suicidio. Ho portato il mio mini router così da avere sempre una connessione stabile. Già prima irritazione: dopo venti minuti circa di firme e fotocopie dei documenti di accorgono che i sistemi informatici, non funzionano, quindi ci ripasso (con successo) il pomeriggio. Come seconda cosa invece sono andato all'appuntamento per fare un Free Walking Tour. A mio avviso uno dei modi migliori per orientarsi in una nuova città ed avere consigli pratici, passare la mattina tra monumenti e luoghi d'interesse e farsi un'idea di cosa vedere successivamente. La guida in italiano è stata esaustiva e ci ha accompagnato per oltre due ore e mezzo per tutto il centro tra luoghi come la moschea, la chiesa ortodossa, la Cattedrale cristiana, monumento storici e nuovi palazzi in costruzione. L'idea che ho avuto ieri sera si è rivelata corretta: Tirana è una città viva, giovane, in crescita ed evoluzione. Certamente i palazzi ultra moderni possono essere non proprio bene, ma c'è da considerare anche decenni se non secoli di storia travagliata tra imperi, dittature e guerre civili. Oggi si respira ovunque un'aria buona e di ricrescita, cosa comune che ho trovato in altre città dell'Est, forse qui in maniera più accentuata. Se si escludono pochi musei e alcuni tour mirati, il fascino artistico ed architettonico si esaurisce ben presto e basta una giornata intensa per vedere quasi tutto ciò che ha da offrire. Una cosa che non mi stancherò mai di dire (e che ho trovato in vari paesi esteri notoriamente più poveri e malandati) è che spesso le persone si prodigano per aiutarti se chiedi informazioni. Nessuno risponde in maniera scocciata, piuttosto se non sanno una cosa la inventano (faccina che ride). Dico questo perché tra i miei giri ho chiesto più volte info sui mezzi pubblici per organizzare la partenza di lunedì ricevendo risposte diverse e contrastanti, ma sempre dette in maniera gentile. Alla fine credo di aver trovato la soluzione, ma vediamo domani mattina. A livello di locali ho appurato che stanno aperti ad ogni ora del giorno (e della notte), sono numerosissime le catene e le cucine internazionali, ma anche le osterie tipiche come Oda, nel bazar, che hanno prezzi davvero bassi o il raffinato Millennium Garden per cocktail che richiamano ogni sorta di movida giovanile. Scende la notte, ma si accendono i led colorati. 

Album fotografico Albania #1: Tirana 

Albania #0: introduzione ed arrivo a Tirana


Albania, eccoci. O Albània. O anzi, Shqiperia. Conoscendo però la mia netta incapacità ad imparare le lingue, non la pronuncerò quasi mai in maniera corretta. Veniamo al dunque, però. Perchè proprio l'Albania? Un po' a caso, un po' no. Ci avevo già pensato diversi anni fa, seguendo vari blogger o nomadi digitali o come diavolo si chiamano i semplici turisti che vanno in un posto e oltre a postare due o tre foto, commentano anche i luoghi e ti invogliano a partire. Poi aggiungiamoci che da dopo il lockdown, o comunque quel periodo lì, ho faticato a trovare voli a prezzi buoni, tranne che in rare occasioni, tra cui appunto questa. Volo andata e ritorno con AlbaWings da Pisa a Tirana a 80 euro, compresa valigia da imbarcare e quella da stiva, oltre alla scelta dei posti. Visto l'andazzo degli ultimi tempi, davvero niente male. E così è nata l'idea dell'Albania. Inizialmente sarebbe dovuta essere però "tuuuuuttaaaaaa" la nazione in lungo e in largo e magari una toccatina anche in Montenegro o Kosovo o Macedonia del Nord. Insomma, visto che i giorni a disposizione sarebbero stati tanti perchè non fare il più possibile in queste zone? Poi però, leggendo vari post e commenti (essenzialmente, ma non solo) su Vacanze in Albania e Turismo in Albania, ho cambiato totalmente idea e già che c'ero ho voluto provare un esperimento. Solitamente organizzo i viaggi in maniera certosina, con tappe e visite ben studiate, lasciando spazio all'improvvisazione solo gestione dell'imprevisto. Questa volta ho deciso di essere invece maggiormente libero ed in balia degli eventi, affidarmi totalmente agli scarsi mezzi pubblici ed avere una vaga idea delle zone che voglio battere, senza però esserne dipendente e legato. Disdetta quindi l'auto a noleggio, opto per concentrarmi solo sulla più selvaggia ed ancora meno turistica parte Nord del Paese. Ovviamente senza tralasciare alcune tappe importanti come Tirana, in cui stato per i prossimi due giorni. L'arrivo è stato davvero piacevole, anche se in tarda serata. Pulmino che mi porta direttamente fino a Artistic Tirana Blloku dove starò in tutto fino a lunedì mattina. Qui ho due camere, la prima per stasera, aggiunta in quanto il volo è stato anticipato di un giorno, l'altra per il weekend. Stasera sono uscito un po' nel mio quartiere, Blloku, molto giovane e moderno. Qui oltre che un sacco di turisti ci sono molto giovani albanesi, addirittura più che a Piombino. I locali sono davvero tanti e di ogni tipo, improntati sull'attività notturna. Non vorrei esagerare, ma mi sento già albanese. 

venerdì 26 maggio 2023

Seoul Station (2016)

 
Regia: Yeon Sang-ho
Anno: 2016
Titolo originale: Seoul-Yeok ( 서울역
Voto e recensione: 4/10
Pagina di IMDB (6.1)
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Prequel di Train To Busan, in formato "disegno", girato lo stesso anno, dal solito regista. La versione disponibile su Prime Video    è quella doppiata in italiano, con frasi e parole colorite e non censurate per fortuna. La storia è cruda, ma non molto divertente nell'essere seguita, forse a causa dei disegni. L'animazione non è ha per niente soddisfatto. Sembra di vedere alcune scene "Winning Eleven" alla PlayStation quando i giocatori avevano l'effetto "pattinamento" ed manca ogni sorta di interazione fisica tra i personaggi: anche quando si picchiano sembra che non si tocchino. Per quanto mi riguarda quindi questa sensazione da vecchio videogame, ha contribuito sull'esito del film. Interessante l'ambientazione prima dello scatenarsi dei fatti visti in Train To Busan, ma il fatto scatenante non è stato spiegato. Un vecchio barbone che è stato ferito... Chissà se da un pipistrello...

martedì 23 maggio 2023

A Proposito Dei Ricardo (2021)

 
Regia: Aaron Sorkin
Anno: 2021
Titolo originale: Being The Ricardos
Voto e recensione: 5/10
Pagina di IMDB (6.5)
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Non sono americano e non ho vissuto o visto gli anni cinquanta negli Stati Uniti. Quindi a me la sitcom di successo Lucy Ed Io (I Love Lucy in originale), non dice proprio nulla. Così come i due protagonisti Lucille Ball (qui Nicole Kidman) e d il marito Desi Arnaz (Javier Bardem), ma non per questo non ho seguito con interesse il lavoro di Sorkin che ci ha proposto un inedito spaccato biografico della televisione a stelle e strisce di quegli anni, in pieno maccartismo. La storia, interrotta ogni tanto da uno stile documentaristico con interviste, è una sorta di commedia drammatica che spazia su più piani. Quello per me di maggiore interesse ha il focus nel dietro le quinte del "telefilm", con attori, sceneggiatori, produttore e regia. E' la comfort zone venuta meglio, dove tutti secondo me sono più a loro agio. La sezione, che poi magari è la trama principale, ma non ne sono sicuro, riuscita peggio e a mio avviso sta invece nella gestione dei rapporti di coppia tra i due protagonisti. Il loro matrimonio ha dei problemi irrisolti ed il lavoro stressante e dai ritmi alti on fa altro che peggiorare le cose. Ecco, questa parte risulta priva di mordente e neanche troppo interessante.

domenica 21 maggio 2023

Monte Pisanino, il Re delle Alpi Apuane

 
Finalmente, dopo anni sono salito in cima a quei 1946 metri, che se paragonati con altri monti possono addirittura pochi. Ma qui siamo sulle Alpi Apuane baby, che te lo dico a fare, ed il Pisano è il suo Re, la vetta più alta. L'emozione è stata davvero tanta, così come la fatica però, ed ero già caricato a molla sia ieri che nei giorni precedenti. Avevo paura tra l'altro che anche in questa occasione potesse essere annullata, per il rischio pioggia. Fortunatamente la giornata è stata clemente, tranne nell'ultimo tratto del ritorno, in cui l'abbiamo beccata. Escursione top per un gruppo davvero tosto, con partenza dalla Val Serenaria, passando poi dalla Foce di Cardeto (quindi ridiscendendo) ed infine, prima della cresta e dopo il temibile traverso, la super pettata del Canale delle Rose. Tutto questo in andata e ritorno dalla stessa via, rendendo l'escursione nella sua totalità davvero completa  per queste circa otto ore di pura adrenalina. 

sabato 20 maggio 2023

Il Buco della Luna e Gorfigliano

 
Oggi è una giornata speciale. È il preludio al Pisanino, ecco lo ho detto senza paura di gufata. Il Pisanino è da ormai quattro anni il mio Cammino di Santiago, la mia Gerusalemme. Ma non ne parliamo adesso, adesso è un bellissimo preludio, come già accennato. Mi sono organizzato in modo tale da essere già qui ai piedi di Sua Maestà, per verificarne la regalità. Ma, ripeto, non ne parliamo adesso, questo del resto è solo il preludio. E lo ho passato sul versante carrarino delle Apuane, imbastendo una piccola, ma suggestiva mini escursione che potesse andare bene anche con pioggia. Partendo dal piccolo borgo di Torano, in pochi chilometri ho raggiunto il comunemente chiamato Buco della Luna. Si tratta di una ex cava proprio sopra Carrara, curiosamente l'unica non utilizzata per il marmo, ma per fare il cemento. Poco sotto infatti, i ruderi fatiscenti ed abbandonati del cementificio che vi operava. Spoglio e decisamente fuori luogo, ormai inghiottito dalla vegetazione e rivestito da innumerevoli murales, graffiti e disegni di ogni tipo. Anche tanta immondizia purtroppo. Un luogo che, se tenuto anche semplicemente più pulito avrebbe pure un interessante richiamo per la street art o per quei generi che si rifanno all'industrial o al grunge. Il fascino ed il mistero restano però, soprattutto se abbiniamo questi vecchi posti malandati ad un qualche richiamo selvaggio ed ancestrale come la luna che nella fase di plenilunio si affaccia sul foro, anzi dal buco, della cava. Terminata la mia visita magica, ne approfitto per provare in lungo e in largo la Suzukina e resto decisamente soddisfatto per ogni curva, salita, discesa e galleria. Attraverso quindi parte della Lunigiana ed arrivo a Gorfigliano, proprio sotto al mitico Pisanino. Continua a cadere qualche goccia, ma mi faccio un giretto al lago omonimo ed al vecchio borgo.




venerdì 19 maggio 2023

Le Otto Montagne (2022)

 
Regia: Felix Van Groeningen, Charlotte Vandermeersch
Anno: 2022
Titolo originale: Le Otto Montagne
Voto e recensione: 6/10
Pagina di IMDB (7.8)
Pagina di I Check Movies
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Alzo le mani: non ho letto il libro, quindi mi tiro subito fuori dalle faide in stile "eh ma il romanzo è migliore..., eh ma il film è meno noioso...".  Parto inoltre da chi cosa non è questo film, o almeno da che cosa non è completamente. Non è un film sull'amicizia tra due bambini, adolescenti e ragazzi. Non è un film sulle escursioni in montagna. Non è un film su quella che noi di città chiamiamo natura. Già adesso vi starete chiedendo se ho guardato il film giusto o se sto vaneggiando. In effetti Le Otto Montagne può trarre in inganno, ma è essenzialmente una vasta ode ad una miriade di sentimenti, che sì, riguardano anche l'amicizia tra i due protagonisti, ma si allarga anche ai ricordi nostalgici, i rapporti padre figlio, la voglia di solitudine e quella di stare in totale contatto con la montagna. È difficile stare ad elencare gli stati d'animo che riesce ad evocare con un' intimità coinvolgente e ricca di spunti che non cadono nel moralismo o nella spiritualità spicciola. Ammaliati dalle stupende immagini di monti, valli, sentieri, ghiacciai, laghetti alpini, non avremo una pellicola in cui la sfida con se stessi, o con il mondo, sia sotto i riflettori. Non ci saranno differenze, lunghi allenamenti, pericoli o problematiche per raggiungere la vetta desiderata. Tutto questo, ai fini del film non è importante. Il focus è ben altro, e non va bene ridurre il film ad un qualcosa per gli amanti del trekking, del selvaggio o della montagna, sebbene questi elementi siano ben più di una suggestiva cornice. I protagonisti sono interpretati da Luca Marinelli e Alessandro Borghi, due volti mastodontici nel panorama del cinema italiano. Insieme funzionano ancor di più che singolarmente, se questo è possibile. Non sempre i dialoghi sono necessari per mandare avanti la storia ed affrontare qualsiasi situazione, certe volte basta sostituirli con silenzi profondi, sguardi o risate ed il gioco è fatto. Sembra semplice ma non è una cosa scontata ed automatica. Così come non è facile rispondere alla domanda su chi dei due soggetti sia riuscito a trovare il proprio posto nel mondo, uno creandosi una gabbia limitata alle montagne che lo hanno cresciuto da sempre, l'altro a vagare per il globo per poi tornare sempre a casa (loro). Chi ha imparato di più? Chi ha visitato “le otto montagne” (Pietro) o chi ha raggiunto la vetta del Sumeru (Bruno)?

giovedì 18 maggio 2023

House Of Gucci (2021)

 
Regia: Ridley Scott
Anno: 2021
Titolo originale: House Of Gucci
Voto e recensione: 6/10
Pagina di IMDB (6.6)
Pagina di I Check Movies
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Le pellicole biografiche non è che mi attirino molto, però se su questa "verità" ci si sono impegnati nomi come Ridley Scott, Lady Gaga, Adam Driver, Jared Leto, Al Pacino e Jeremy Irons eh beh, un po' di curiosità me l'ha messa. Il mio guardaroba non ha mai visto neanche per sbaglio questo brand di alta moda dai costi per me inaccessibili, ed anche le mie conoscenze seppur sui fatti di cronaca sono pari a zero. Per la trama quindi mi baso su questa, scelta da Scott, in cui tutti gli attori coinvolti mi hanno dato un gran senso di partecipazione. Soprattutto Lady Gaga, in un ruolo certamente non semplice. Al Pacino dal canto suo, seppur monumentale, continua ad essere legato (forse?) allo stereotipo del capo famiglia italoamericano. Magari il suo personaggio era esattamente così, magari invece se hai la possibilità di avere Al Pacino nel cast, lo sfrutti in questo modo. Incredibile, nel senso positivo del termine, la grottesca trasformazione di Jared Leto. Per quanto riguarda Driver invece ho notato molta freddezza nel suo personaggio, intesa questa volta negativamente, come se dovesse stare in disparte e tutto il focus della famiglia Gucci si concentrasse su altro. Siamo ad oltre due ore di film, che potrebbero risultare noiose, ma in realtà scorrono in maniera vivace.

mercoledì 17 maggio 2023

AKA (2023)

 

Regia: Morgan S- Dalibert
Anno: 2023
Titolo originale: Gorzko, Gorzko!
Voto e recensione: 6/10
Pagina di IMDB (6.7)
Pagina di I Check Movies
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Film d'azione come tantissimi altri: il bestialotto di turno, forze speciali francesi o roba simile che deve fare l'infiltrato nella mala per poi far fuori un terribile terrorista. Il tutto condito da tanta azione, tanti scontri sia a fuoco che corpo a corpo ed una classica dose di complotto. Sembrerebbe quindi, vista la trama per niente originale, un qualcosa di perennemente già visto e di conseguenza con il rischio della noia. Ed invece no: la dose di violenza e sangue impreziosiscono la ruvidezza del protagonista (Alban Lenoir) e fanno in modo che non ci siano inutile e pretenziosi spazi ironici o di leggerezza. Non ci sono battutine, non c'è spazio per sottotrame romantiche, giusto un pizzico di sentimentalismo che ha però il solo scopo di rendere più completo e realista il personaggio, altrimenti troppo macchina da guerra. Quindi bel lavoro all'interno della sceneggiatura per quanto riguarda almeno i tratti di Adam Franco, che ovviamente dà il meglio di se stesso quando con furia omicida devasta letteralmente ogni nemico. Un uomo spietato che è agli ordini della Francia, ma come prevedibile non si limita a fare il compitino alla lettera: e non è che da un secondo all'altro cambia idea sul proprio lavoro, ma come hanno ben costruito nella storia, si rende più sensibile quando di mezzo ci sono dei bambini. Altra nota positiva, non tanto a livello attoriale, quanto a livello emotivo è la presenza di Eric Cantona nel cast, con una bella parte di tutto rispetto. E' nel complesso un film d'azione che funziona, con buon ritmo e che si fa piacere grazie al suo essere cupo.