giovedì 30 gennaio 2014

Postdroid: aggiornamento

Alcuni giorni fa ho parlato di Postdroid, un'applicazione che ci permette di poter inviare cartoline (e non solo) dal nostro smartphone. Il test da me fatto ha avuto inizio il 12 gennaio (domenica, ma poco conta) con l'ordine di una cartolina e di un magnete da frigo. Poiché ero stato messo in guardia sulla non completa fruibilità del servizio, ho provveduto a contattare il team chiedendo loro da dove venissero spediti gli oggetti e le cartoline. La risposta è stata semplice: tutto dagli Stati uniti. Quindi se avete intenzione di usare il servizio tenete presente dei tempi di consegna. Ad ogni modo, la notifica via email per l'avvenuto ordine è arrivata immediatamente, mentre quella per l'avvenuta spedizione della cartolina è del 13 gennaio (il giorno successivo) e del 17 gennaio per quanto riguarda la calamita. Però le consegne sono così avvenute: il 28 gennaio per quest'ultima ed il 29 gennaio per la cartolina. Quindi arrivano. Impiegano un po' di tempo, ma è tutto ok. Il magnete è stato consegnato in una busta e prodotto dal servizio Snapfish di HP di cui ero già utilizzatore. Premettendo che la qualità dell'immagine è direttamente proporzionale a quella che noi decidiamo di inviare loro, presenta una piccola sbavatura in una zona periferica. Si poteva fare di meglio. La cartolina invece, su carta fotografica non presenta imperfezioni, e nel lato posteriore è presente il maessaggio di saluti precedentemente scritto. Magari alla prossma gita farò qualche nuovo test.

mercoledì 29 gennaio 2014

Project X - Una Festa Che Spacca (2012)


Regia: Nima Nourizadeh
Anno: 2012
Titolo originale: Project X
Voto: 5/10
Pagina di IMDB (6.7)
Pagina di I Check Movies
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Inizialmente non gli dai due lire: un misto tra Road Trip e Una Notte Da Leoni raccontato in stile documentario con una telecamera che segue ogni azione (come in The Blair Witch Project per intenderci). La classica commedia americana in cui degli sfigati organizzano una fesa a casa che poi degenera. Il terzo soldo però glielo dai da metà in poi, quando ti accorgi che è un crescendo di situazioni "che spaccano" e diventa un qualcosa di epico. Si mette anche da parte il finale moralista per averne uno più realistico (per quanto possibile) e non politcamente corretto, sulla linea del più ganzo sei e più vieni apprezzato. Poi se babbo c'ha i fantamilioni e sistema casa anche se l'hai letteralmente devastata è un altro paio di maniche. Comunque prendete tutto ciò che è già stato girato concernente le "tipiche" feste americane, con piscine, topless, ragazze strafiche, birre, tequila, droga (non solo la cannetta), collassi, trombate, e fateli esplodere. Si arriva ad una festa memorabile, anche per chi semplicemente sta seduto sul divano e prende timidamente le parti del protagonista che si trova suo malgrado in una situazione ingestibile, molto, ma molto più grande di lui. Come già detto non c'è proprio niente di orginale, è però un'apoteosi di quanto già visto teso a non avere il lieto fine in cui tutto viene sistemato e messo sotto controllo. Potresti aspettartelo, ma tra nani che lanciano auto in piscina, pazzi con il lanciafiamme che incendiano il quartiere e poliziotti in antisommossa, poi capisci che il punto di non ritorno è stato bello e raggiunto. Una catastrofe. La cosa migliore della pellicola non è tanto la trama, a tratti ripetititva e segno esclusivo di un'escalation distruttiva, o il montaggio che per quanto mi riguarda è stucchevole anche se molto soggettivo con il passaggio del testimone anche grazie ai vari smartphone, quanto invece la mancanza di moralità di fondo. Ciò che è nella normalità dovrebbe o potrebbe essere sbagliato, qui è raccontato esclusivamente dal punto di vista adolescenziale: se fai il troio diventi un troio. Punto. Il resto è divertente, con qualche forzatura che possiamo digerire alla grande.

martedì 28 gennaio 2014

Promised Land (2012)


Regia: Gus Van Sant
Anno: 2012
Titolo originale: Promised Land
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (6.6)
Pagina di I Check Movies
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Periferia americana. Quella molto agricola, in cui è facile essere colpiti dalla crisi. Quella in cui però è difficile capire le occasioni che si presentano: siano imbrogli, manna o una via di mezzo. Gus Van Sant è bravo nel descrivere questi anfratti della società che stanno in una specie di limbo. Dove il male non è poi così male ed il bene non è chiaro e cristallino. Il volto che usa è quello del solito Matt Damon (anche nel suo famoso Will Hunting), pulito e per niente cattivo, che crede nel lavoro che fa: opera per una multinazione dell'energia che vuole estrarre gas naturale dal sottosuolo. La vita dei coltivatori può cambiare radicalmente: alti ed immediati profitti in cambio del rischio di vedere deturpate le proprie terre. Alzi la mano chi non accetterebbe la moneta sonante. La storia pecca quindi un po' di pseudo moralismo anti progressista. Quasi a forzare la mano, sebbene si parli di capitalismo senza scrupoli solo alla fine della pellicola. L'ostentata difesa del mondo rurale cozza un po' con la crisi che avanza e fa strano vedere cobattuta una risorsa pulita (esclusa la sua estrazione) combattuta per tenere su una baraccone morente che ora come ora può solo che peggiorare. Inganni e macchinazioni sono però il forte della Global, che non si accontenta di acquistare i terreni, ma vuole farlo stra vincendo. Facendolo anche maniera stupida ed un po' troppo romanzata. Se guardiamo al realismo della trama, con poche semplici mosse, il risultato sarebbe stato scontato a loro favore, senza bisogno di scomodare inesistenti ambientalisti che fanno il lavoro sporco. Finale deludente e frettoloso che sporca un po' tutto il resto.

domenica 26 gennaio 2014

Lazio 1 - Juventus 1

Serie di vittorie interrotta. Ci fermiamo a dodici e rallentiamo un po', onestamente senza avere paura di nessuno. Già, perchè essere sottotono può capitare ed è normale, il tesoretto accumulato è importante e gli altri si ritrovano comunque ad inseguire ed a fare il risultato. Che il girone di ritorno sarebbe stato più complicato era già scritto da tutte le parti. Sia perchè un po' stanco è normale che tu sia dopo lo strepitoso girone d'andata, sia perchè le partite di alto grido ora hai da giocarle fuori casa. Però male che vada resti a più sei, e non è poco. Con una Juve così sarei speranzoso anche se fossimo noi a meno sei. Giocare a Roma non è mai semplice anche contro una Lazio che ha la metà dei nostri punti. Se aggiungiamo un po' d fiacchezza e Buffon espulso al ventesimo del primo tempo è facile pensare al peggio. Rigore ed espulsioni sacrosante, impossibile stare a lamentarsi. Ecco però l'utilità di avere gli attaccanti e sebbene Tevez manchi l'appuntamento con il gol da diverse partite, arriva il solito Llorente che si inventa una rete fantastica e ci riporta in gara. Viste le premesse un pareggio non male, che ci lascia lassù come capolista indiscussa e da salutare.

Vecchia Guardia


Poche parole, neanche troppo nostalgiche, per ricordare ciò che era e che è ancora. In FONDO alcune cose cambiano, altre non cambiano mai. Basta ricordarsi che la topa è una cosa seria [cit.], ma anche il FONDO non scherza.

venerdì 24 gennaio 2014

Il Grande E Potente Oz (2013)

 
 
Regia: Sam Raimi
Anno: 2013
Titolo originale: Oz The Great And Powerful
Voto: 7/10
Pagina di IMDB (6.5)
Pagina di I Check Movies
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Se avete letto la mia recensione sul Mago Di Oz girato da Victor Fleming nel 1939 saprete già che sono un appassionato di questa storia. Ho così guardato con un po’ di titubanza la trasposizione della Disney, scoprendo però piano piano che non si trattava di un remake, come avevo creduto, o di in sequel, bensì di un prequel. Quindi facciamo un piccolo passo indietro, mettendo a nudo il personaggio più misterioso (e carismatico) della fiaba, ovvero Oscar (il nome di mio figlio) un mago da fiera che si ritrova catapultato in un mondo fantastico e suo malgrado inserito all’interno di una leggenda. Raimi, fa un lavoro superlativo integrando la storia con quella vecchia ed inserendo prepotentemente, ma con maestria, un lavoro del 2013 in modo che risulti antecedente all’altra. Inizia in 4:3 tutto in bianco e nero, proprio mentre ci introduce il prestidigitatore nel mondo reale. E lo fa similmente a Fleming quando ci presentò Dorothy. Una volta giunti ad Oz ecco invece il magico mondo degli effetti speciali con una tecnica mista che vede una netta contrapposizione tra gli sfondi disegnati con colori accesi ed i personaggi reali che interagiscono. Il contrasto è veramente forte, tanto da chiedersi se si tratta di un errore. Già perché tale magnificenza tecnologica potrebbe risultare esagerata nel contesto che tutto sembra fuorché realistico. Successivamente si aggiungono altri elementi di computer grafica che creano ancora più un mix avvolgente ed esaltante. Ma è in questo che sta la grandezza del film: Raimi non si discosta dall’originale, ma ci fa capire che si tratta di un sistema per far sentire noi fans a proprio agio. Un omaggio totale all’opera del 39, tanto più che prova garbatamente ad inserirci pure una parte cantata e ballata in stile musical. Sa di non poterselo permettere e si prende poco sul serio, ma senza esagerare. Se Raimi e la Disney avessero voluto bombardarci solo ed esclusivamente con effetti speciali, oggi avrebbero trovato campo fertile, ma di sicuro avrebbero peccato di orgoglio creando solo un tentativo di riproporci una storia già amata in passato. E magari chi non ha visto l’originale neanche riesce a capire quanto è stato fatto oggi. Il cast inoltre usa James Franco (non perfetto nella parte per la sua faccia pulita, ma abbondantemente da voto alto) nel ruolo di protagonista, ma anche Mila Kunis, Racherl Weisz e Michelle Williams come streghe. Ed è con tutte e tre che il nostro illusionista utilizza il proprio fascino e la propria arta, dapprima in modo titubante sapendo di essere un impostore, e dopo esaltandosi con gli ultimi ritrovati dell’epoca per quanto riguarda le meraviglie del cinema. Meraviglie che guarda caso, sono state riprodotte all’interno del film celebrando questo appunto come settima arte: basti pensare al bacio finale in cui vediamo le ombre o gli sfondi dei paesaggi che ricordano quelli costruiti nei teatri. Oltre a questo abbiamo una storia semplice e lineare che può piacere a tutti, grandi e piccoli pur senza esaltare niente in particolare. E’ invece il resto, e non è poco, ad avere un’eleganza sublime ed articolata. Consigliato quindi ad un pubblico vasto.

giovedì 23 gennaio 2014

Sei Piombinese se... Leggi VER

Da ieri mi sono iscritto ad un nuovo gruppo su Facebook intitolato "Sei Piombinese se..." grazie al passaparola mediatico. Al momento ci sono oltre 650 membri, l'iscrizione è aperta, ed ha un successo enorme tanto che in tutta la notte sono stati inseriti decine e decine di commenti. Nostalgici per la maggiore, ma non solo. Una cosa è evidente: agli iscritti è presa veramente bene e tutti vogliono concedersi un attimo per ricordare chi eravamo e chi siamo. Il meme è semplice: scrivere sul muro dl gruppo qualcosa che chiunque abbia vissuto a Piombino, possa capire, aver fatto, ricordare. Usi e costumi descritti con semplici frasi che ci ripropongono vecchie storie, vecchi luoghi, vecchi personaggi storici. Ieri in serata il pubblico che maggiormente si è adoperato è stato quello della mia generazione, quindi dei nati tra gli settanta ed i primi ottanta. Già adesso in mattinata, sono apparsi anche quelli dei più anziani. Invito a tutti i Piombinesi che leggono VER (se sei di Piombino è ovvio che tu lo legga) ad iscriversi al gruppo e dare il proprio contributo. Alcune frasi presenti (è davvero impossibile stare dietro a tutte):

  • Andavi a ballare al Faro la Domenica pomeriggio con il complesso I Vampiri
  • Sei piombinese se quando passi vicino al muro dei frati cerchi sempre FAVAUTI NO FROST
  •  sei piombinese se "nonno ho sete" "andiamo, si va ai canali"
  • Sei di piombino se passavi un'ora la domenica pomeriggio a decide se andà a SanVincenzo Follonica o Populonia alta
  • Sei piombinese se ti ricordi la scuola di Salivoli in Via Modigliani...
  • Sei piombinese se ti ricordi che nei fondi di cargo prima c'erano i telefoni sip attaccati alle pareti!!
  • sei piombinese se lo stronzolo d'orlando non è un offesa (a tale Orlando)
  • sei piombinese se hai fatto un compleanno al Bronx, da Baffo, al Palm Beach ed al Sarsaparilla
  • sei piombinese se i Diaccioni li chiami così
  • sei piombinese se il primo giorno delle medie pensavi che potessero farti il "battesimo"
  • sei piombinese se andavi al mare alla pinetina di Baratti e delimitavi l'area con i teli appesi
  • sei piombinese se facevi la chiama dalla casamatta
  • Sei Piombinese se.......andavi a lavare la macchina ai canali di Marina
  • sei di piombino se andavi all'asilo spranger dalle suore e ti ricordi anche della grande giostra che c'era nel giardino

Tower Heist - Colpo Ad Alto Livello (2011)


Regia: Brett Ratner
Anno: 2011
Titolo originale: Tower Heist
Voto: 4/10
Pagina di IMDB (6.2)
Pagina di I Check Movies
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Ben Stiller mi ha sempre fatto ridere, per questo mi aspetto di ridere. Incondizionatamente. Eddie Murphy è dagli anni novanta che non lo vedo, cioè da quando la sua risata (qui non è doppiato da Accolla) ha iniziato a stuccarmi. Qui sono insieme e lavorano bene, ma non mi strappano nulla se non qualche tenero sorriso. Il plot è a metà strada tra il colpaccio improvvisato la confusione rocambolesca di chi non sa dove andare a parare. Troppi i partecipanti, troppi i presunti colpi di scena e gli inserimenti improvvisi di personaggi poco profondi. Anche per una commedia, il cui scopo dovrebbe essere quello della leggerezza. Buona l'idea di inserire la trama in un contesto reale ovvero le speculazioni in borsa che hanno causato la crisi in cui viviamo, ma al di là di questo ho trovato pochi altri aspetti positivi. Il cast è di alto livello (ci sono pure Casey Affleck, Matthew Broderick e Tea Leoni) così come il titolo italiano, ma il resto è da piano terra, non c'era bisogno di scomodare un grattacielo del genere. Di battute o situazioni memorabili neanche l'ombra. Si dimentica facilmente, ma non è tutta spazzatura sia chiaro. Solo che non ti fa ridere quanto potresti sperare.

mercoledì 22 gennaio 2014

Roma 1 - Juventus 0

Ed anche per quest'anno addio alla possibilità della stella d'argento per le dieci coppe nazionali. Ed un po' mi dispiace, sebbene preferisca altri titoli. Mi trovo però in completo disaccordo con le scelte di Conte e l'atteggiamento della squadra. Nella gara di campionato è stata la scelta tattica a permetterci di surclassare gli avversari. Ieri invece non eravamo solo attendisti quanto arrendevoli. Già dalla formazione iniziale con numerose riserve. La Roma, non troppo forte, ha sempre avuto il gioco in mano ed era normale che prima o poi segnassero. L'unico nostro tiro in porta è stato quello del gol annullato a Peluso, poi molta inconsistenza. Non che Storari sia mai stato impegnato, ma almeno i giallorossi giocavano in attacco.La Juventus neanche riusciva a partire in contropiede e si nota quando vuoi giocare in difese e quando invece sei costretto. La gara è stata viziata dalla non espulsione (netta) di Benatia, ma sarebbe cambiato poco visto il nostro atteggiamento. E poi a meno che tu non voglia arrivare inspiegabilmente ai supplementari, devi provare qualche giocata in più. Spero adesso che non si abbia il solito atteggiamento per la coppa europea, che ci farebbe invece davvero comodo.

martedì 21 gennaio 2014

Il Massacro Del Giorno Di San Valentino (1967)


Regia: Roger Corman
Anno: 1967
Titolo originale: The St. Valentine's Day Massacre
Voto: 5/10
Pagina di IMDB (6.7)
Pagina di I Check Movies

Non è semplice dare un giudizio su una pellicola di così tanti anni fa che parla dei gangster mafiosi a cavallo degli anni trenta soprattutto per ciò che è venuto dopo. Se si pensa ad Al Capone, viene automatico di immaginarsi Robert De Niro ne Gli Intoccabili girato venti anni dopo. La trama prende spunto da una storia vera, ovvero la resa dei conti tra le cosche di Chicago nel 1929 che si conclude (si fa per dire) con un'esecuzione collettiva. Gli avvenimenti sono inoltre narrati da una voce fuori campo quasi in stile cinegiornale che personalmente non mi è piaciuta. Nomi, anno di nascita e professione degli uomini che hanno preso parte alla carneficina e di quelli che furono le vittime. Tutto questo ci rende un po' distanti, come è distante anche Jason Robards nella parte del boss più famoso di sempre. Non che sia male, ma di sicuro troppo teatrale per essere realistico sebbene venga fuori bene la sua vena violenta. Abbiamo quindi una storia che parte dal punto A ed arriva al punto C, passando per B. Tutto molto schematico e semplice.

lunedì 20 gennaio 2014

Robots (2005)

Regia: Chris Wedge
Anno: 2005
Titolo originale: Robots
Voto: 4/10
Pagina di IMDB (6.3)
Pagina di I Check Movies
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Forse sto diventando un vecchio burbero ed un film d'animazione essenzialmente dedicato ad un pubblico di bambini non fa per me. Può darsi anche che non riesca ad immedesimarmi nel fanciullo (orsù) che ride vedendo i robottini muoversi qua e là. Però deh, se escludiamo la bellezza grafica (non esaltante) ed un paio di situazioni quasi geniali (le porte dei bagni con la figura della spina maschio e quella femmina) si riduce tutto a poco poco. Battute e dialoghi compresi, che sembrano forzature puerili. Quindi se mi vuoi stupire e graficamente ci sono già abituato (sognatevi Toy Story), infilaci qualcosa di veramente divertente, fammi piegare dalle risate oppure crea una trama sensata, avvincente. Se non ci riesci sono disposto anche ad accettarne una di quelle moralizzatrici. Ed invece? Crei un mondo di robots, dove c'è una specie di Willy Wonka che viene messo da parte. Con la forza? Con un ricatto? Con un sotterfugio? No. Niente di tutto questo. Si limita a giocare a domino e non ha il coraggio di ritornare a fare il capo della fabbrica, comandata da un aguzzino e dalla perfida madre. Perchè? Boh, così. E poi cambia idea. perchè? Boh, così. E che succede? Battaglia. E come finisce? Vincono i buoni e tutti vissero felici e contenti. Una martellata sulle palle. Anche se avessi avuto cinque anni. Velo pietoso sul doppiaggio italiano, ai limiti del fastidioso. Se avete dei figlioli, meglio l'Uomo Tigre.

domenica 19 gennaio 2014

Juventus 4 - Sampdoria 2

Non tutte le ciambelle vengono col buco, ma se ogni partita segni quattro reti diciamo che puoi pure accontentarti. Con la Sampdoria abbiamo tenuti ritmi altissimi ed insostenibili fino al nostro raddoppio, poi ci siamo un po' lasciati andare, ma soprattutto sono stati i blucerchiati a venire fuori. abbastanza fastidiosi in più di un occasione, soprattutto su calcio d'angolo (a fine gara ne hanno battuti dieci). Però la forza di una squadra sta anche nel non abbassare troppo la testa ed imparare dagli errori passati, quindi ecco che in due momenti difficili arrivano le spinte maggiori. Alcune volte bastano a far vedere che ci siamo e che non abbiamo alcuna intenzione di essere raggiunti, altre servono invece proprio a fare gol. Apre le danze Vidal, poco dopo ci pensa Llorente, ancora Vidal questa volta dal dischetto e per concludere Pogba. Per la Sampdoria autorete di Barzagli e poi ci pensa Gabbiadini. Nel caso qualcuno lo avesse scordato, salutate la capolista senza passare dal via.

sabato 18 gennaio 2014

Goal II - Vivere Un Sogno (2007)


Regia: Jaume Collet-Serra
Anno: 2007
Titolo originale: Goal! II: Living The Dram
Voto: 4/10
Pagina di IMDB
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Ok, il primo ci poteva anche stare, anzi è stato divertente. Qui invece si esagera un po'. La vita di Munez, astro nascente del calcio che conta, si trasforma ancora di più. Da semplice ragazzotto di provincia si ritrova a dover accettare un'offerta da parte del Real Madrid. Ed ovviamente al Real non si può rinunciare. Anche se hai paura di fare la panca con davanti Raul, Ronaldo, Zidane, Beckham etc etc fino ad arrivare a Gavin Harris suo ex compagno di squadra ed amico bricconcello. Parte quindi questa nuova avventura che più di calcio giocato parla di tabloid, feste, inciuci, soldi che girano e così via. Ma ci potrebbe anche stare visto che tutti sono ragazzi, tutti sono belli, tutti sono famosi e soprattutto girano un sacco di quattrini nell'ambiente. Non è facile districarsi tra Lamborghini, ville e modelle: i problemi li hanno anche loro del resto. Ma qui non si pone l'accento sulla vita sregolata dei VIP o delle loro marachelle, l'unico che le fa alla fine è proprio il nostro Munez che è sempre vittima degli eventi. In più abbiamo l'effetto telenovela, ovvero il ritrovamento della madre e del fratellastro a Madrid. E vissero tutti felici e contenti. Già, sessanta minuti giocati in tutta la stagione, tre gol decisivi fatti, un cartellino rosso, un infortunio ed un arresto. Non male, poi dicevano di Best o dicono di Cassano...

Nightmare 3 - I Guerrieri Del Sogno (1987)


Regia: Chuck Russell
Anno: 1987
Titolo originale: A Nightmare On Elm Street 3: Dream Warriors
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (6.5)
Pagina di I Check Movies
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Freddy è tornato, e questa volta alla grande. Rispetto al secondo sequel sono stati fatti passi da gigante, soprattutto con la coerenza della storia e del personaggio. Torna Heather Langenkamp nel cast (che vede presente pure Lawrence Fishburne ovvero Morpheus di Matrix), ma anche un Krueger che infesta i sogni ed è praticamente assente fuori dal mondo onirico. Inoltre come sceneggiatore abbiamo il vero padre della serie ovvero Wes Craven che riesce ad introdurre spunti interessanti per il proseguo della saga. Il fatto di colpire all'interno delle menti di ragazzi rinchiusi in una casa di cura è sia geniale che terrificante e finalmente il vero horror torna alla ribalta. Ogni morte è un capolavoro artistico, tanto pesante e violenta quanto pittoresca. Anche la descrizione dei sogni con personaggi pompati, lentezza nei movimenti, situazioni labirintiche, specchi riflettenti, ci porta all'interno delle paure che affiorano in ogni incubo ben fatto. Infatti ricordiamoci che si parla di incubi. Un po' fuori tono la presenza della suora ed il richiamo religioso alla sepoltura che sembra quasi una forzatura, abbastanza ben spiegata però nel finale. Non troppo convincente comunque come l'effetto speciale dello scheletro che si muove di fronte ad uno schermo... Il resto invece è molto bene fatto, dal corpo deturpato del serial killer, alle parti smembrate delle sventurate vittime. Gli altri effetti visivi, per niente rari, si integrano alla perfezione con la storia, rendendo più saporita la trama e dando nuovamente un aspetto da paura alle vicende dei ragazzi. La malvagità di Krueger ha però un volto umano e non è totalmente fantastica, giusto per incuriosirci maggiormente e magari dare il là ai nuovi capitoli. Quindi, questo potete vederlo, non abbiate paura. O forse sì.

venerdì 17 gennaio 2014

Lincoln Child - Utopia Park


Autore: Lincoln Child
Anno: 2003
Titolo originale: Utopia
Pagine: 413
Voto: 3/5
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Trama del libro e quarta di copertina:

Fra i canyon rocciosi del Nevada sorge Utopia, il parco di divertimenti più famoso del mondo, una Disneyland hi-tech che attira più di 65.000 visitatori al giorno con robot avveniristici, ologrammi straordinariamente realistici e ogni genere di effetto speciale. Un parco tematico che rappresenta il futuro dell'intrattenimento... fino al giorno in cui alcuni incidenti creano il panico tra la folla: un robot impazzisce terrorizzando il pubblico, e sulle montagne russe - l'attrazione più frequentata - un teenager rischia di restare ucciso. Il dottor Andrew Warne, il brillante ingegnere informatico che ha progettato la maggior parte della robotica all'interno del parco, viene immediatamente incaricato dalla direzione di riportare la situazione alla normalità. Ma il giorno in cui Warne arriva a Utopia si trova intrappolato nella morsa di qualcosa di ben più sinistro. Un gruppo di spietati mercenari si è infatti infiltrato nell'infrastruttura informatica di tutti i sistemi di controllo e lancia un messaggio terrificante nella sua semplicità: se le richieste saranno soddisfatte, nessun visitatore saprà mai della loro presenza, altrimenti il caos si abbatterà su Utopia Park e ogni uomo, donna e bambino si trasformerà in un bersaglio. Warne si trova a ricoprire un ruolo che non avrebbe mai immaginato: usare la propria esperienza per proteggere la vita di migliaia di innocenti. Mentre i minuti passano, la sua battaglia per superare in astuzia gli avversari diventa sempre più frenetica, poiché anche sua figlia si trova tra la folla ignara del pericolo... Un thriller stupefacente, che fonde suspense e azione con una creatività tecnico-scientifica degna di Michael Crichton, da un autore già esperto nell'arte di terrorizzare il lettore, essendo la 'metà' dell'affermatissima coppia Preston & Child.

Commento personale e recensione:

Proprio come si legge nella quarta di copertina abbiamo un lavoro che può ricordare molto Michael Crichton essendo anche questo essenzialmente un techno thriller. Nel complesso è carino, parte bene e non annoia, sebbene stenti un po' ad arrivare al nocciolo della questione. Le descrizioni iniziali possono sembrare una lunga introduzione, ed invece si rivelano lo scheletro della storia, piuttosto lineare e quasi banale. non per questo però è da considerarsi brutto o sottotono. Dipende molto anche dalle aspettative. Manca la componente horror (ma in un libro o si è un maestro, e Child non lo è, oppure è quasi meglio lasciar perdere) ed il finale a sorpresa o con il colpo di scena. Siamo talmente abituati a tutto, che è difficile sorprenderci. Può essere una lettura divertente e spensierata.

giovedì 16 gennaio 2014

Pacific Rim (2013)


Regia: Guilermo Del Toro
Anno: 2013
Titolo originale: Pacific Rim
Voto: 7/10
Pagina di IMDB (7.2)
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Forza ragazzi, tutti insieme in coro: "Robottoni, robottoni, robottoni". Perchè se guardiamo pacific Rim, non vogliamo altro che i robottoni di giapponesiana memoria. Non ci interessa della trama leggera e forzata o dei personaggi psicologicamente inconsistenti. Del Toro lo sa, io lo so e tutto il mondo lo sappiamo [cit.]. Ed aggiungo che un kolossal fantascientifico del genere o lo guardi al cinema (uno di quelli a modino) o ci fai all'amore in bluray con un impianto audio con i controcazzi. Altrimenti sei solo uno di quelli che storce il naso, solo perchè non c'ha capito nulla. Ma nulla eh. E qui non si tratta di voler mettere da parte le inefficienze della trama (per Elysium non ho battuto ciglio) e tessere le lodi degli effetti speciali più straordinari mai visti (superano anche quelli di Battleship nella gara a chi lo ha più lungo), visto che Pacific Rim è un immenso omaggio, basato su di una storia originale, a tutti i robottoni che hanno galoppato felici nelle praterie della nostra infanzia. Tutti loro, ma anche quelli più nuovi (chi ha detto Neon Genesis Evangelion?) che o piacciono o non piacciono. Siamo stati sedati dal lancio dei componenti, da leoni che si uniscono, da robot che cercano antiche civiltà, dal raggio missile, che quello che sta alla base di Pacific Rim deve risultare solo come la scusante per portare avanti il progetto. Abbiamo una storia banale in cui in un futuro prossimo si apre un portale nel Pacifico da cui arrivano mostri (kaiju) che vogliono distruggerci. Le nazioni di tutto il mondo fanno pace, si uniscono e costruiscono dei robot giganti (jaegers) pilotati da due o più persone che si interlacciano ad essi (e tra loro) con il pensiero.D'accordo sono numerose le puttanate e le incoerenze che neanche sto a dirle tutte. E' un continuo fail a circolo vizioso che non potrete non notare: perchè costruire robot invece che lanciare atomiche ogni volta che esce un mostro? Perchè i mostri sembrano idioti in stile Godzilla? perchè vogliono costruire una muraglia che li "rinchiuda" nell'oceano invece di attaccarli o difendersi come facevano prima? Perchè al robot "analogico" se stacchi la spina smette di funzionare? Perchè c'è bisogno di collegare il proprio cervello a quello di un alieno per capire che vogliono distruggerci? Perchè la spada super distruttiva non viene usata fin da subito? Potrei continuare per altri dieci minuti, ma renderei ridicola una storia che non ha tutta questa importanza ai fini del godimento del film. Abbiamo forse troppo sotto trame, che cercano di dare maggiore spessore quando invece non ce ne è bisogno e quando sappiamo che i personaggi non hanno poi quella parte così basilare. Ok le comparse cinesi e russe, ma il conflitto tra i piloti padre e figlio australiani o lo spacciatore di pezzi alieni o ancora i due scienziati che dovrebbero farci ridere, sono il vero cazzotto nell'occhio. L'intento era ancora quello di alleggerire il contesto e inserire situazioni come se si trattasse di una serie ad episodi, un loop di clichè già rivisto (non per questo spiacevole o negativo) ma tanto pendiamo comunque dalle magie della computer grafica, anche quando le scazzottate avvengono troppo frequentemente al buio, in acqua o con la pioggia. Se Del Toro vuole divertirci lo fa ed anche bene, senza badare a spese. Ho 33 anni e nella memoria molti cartoni animati che trasmettevano negli anni ottanta. Mi sono divertito come allora, senza stare a pensare troppo ad altro. Volevo i robottoni e li ho avuti. E spero che tale scelta coraggiosa (al cinema ora c'è pure Capitan Harlock) venga presa d'esempio. i mezzi tecnici ed i quattrini per portare sul grande schermo, con buoni risultati, ci sono tutti. Avanti i prossimi. 
La versione bluray che ho contiene due dischi. Nel primo c'è il film con una resa visiva ottima sotto ogni aspetto: luci, colori, pioggia, acqua, sfondi scuri... Tutto perfetto, ogni battaglia, anche la più confusionaria è resa in maniera sublime, da leccarsi i baffi. L'audio italiano è un Dolby Digital 5.1 che risulta buono, ma che non regge il confronto con l'originale DTS HD. Visto che i dialoghi sono pressochè inutili e poco importanti, guardarlo in inglese è da seghe rasponi. Il primo disco ha anche:
- commento (solo in inglese)
- focus della durata di oltre un'ora suddiviso in 13 capitoli

Il secondo disco presenta:
- The director's notebook (interattivo)
- Drift space (quattro scene per un totale di 5 minuti)
- The digital artistry (17 minuti dedicati agli effetti visivi)
- The shatterdome (un enorme archivio raffigurante personaggi, mostri, robot etc)
- 4 scene eliminate (3 minuti)
- Blooper reel (interattivo)

martedì 14 gennaio 2014

Zero Dark Thirty (2012)


Regia: Kathryn Bigelow
Anno: 2012
Titolo originale: Zero Dark Thirty
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (7.5)
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Se amate il complottismo non guardatelo, davvero non fa per voi, perchè Zero Dark Thirty è una sorta di documentario storico, quasi girato come tale, che ripercorre gli anni passati a dare la caccia ad Osama Bin Laden. Un tema di attualità, di quella vissuta tutti i giorni, che forse non ha neanche monopolizzato più di tanto i mass media. Eppure l'uomo più ricercato del millennio è stato trovato e giustiziato. Il film mette in risalto soprattutto le fatiche di Maya (Jessica Chastain) impegnata per quasi dieci anni in questa ricerca con ogni mezzo, tortura compresa. E' quindi molto realistico, nei dialoghi, nei documenti, nei modi di agire. Anche quando i Navy Seals irrompono nel rifugio, non vediamo alcuna scena alla Rambo così come non c'è niente di propagandistico o di esaltante. Successi ed insuccessi sono sul solito piano, così come le paure di fallimento e quelle relative allo essere scoperti per certi tipi di interrogatori. L'introduzione iniziale, con sfondo nero e l'audio da repertorio dell'11 settembre, è da brivido e ti lancia subito dentro alla storia. Che pur essendo ciò che è, non lo dimostra tanto con azioni e sparatorie, quanto con i dialoghi ed i volti dei protagonisti. Da vedere e da apprezzare, non è davvero niente male. Forse un po' troppo lungo con le sue oltre due ore e mezzo, ma si fa guardare con attenzione. La versione bluray ha una resa video davvero ottima così come l'audio soprattutto durante il blitz. Gli extra (tra parentesi i minuti) non sono molti e poco corposi, ma il film racconta già tutto:

- Una grande impresa (4)
- Il complesso (9)
- L'addestramento (7)
- Obiettivo: Jessica Chastain (5)

lunedì 13 gennaio 2014

Walter Jon Williams - L'Era Del Flagello

 
 
Autore: Walter Jon Williams
Anno: 2003
Titolo originale: The Green Leopard Plague
Pagine: 122
Voto: 2/5
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Trama del libro e quarta di copertina:
 
Prima della Guerra degli Anni Luce, che ha sconvolto il mondo e ha spazzatovia dalla Terra gran parte della popolazione, un famoso ricercatorebiotecnologico conduce esperimenti su un misterioso virus, capace di alteraregeneticamente le cellule umane e renderle in grado di sintetizzare la luce. Ilvirus rende le persone in grado di alimentarsi standosene semplicemente fermesotto la luce del sole, ma la sua diffusione potrebbe portare a sconvolgimentisociali enormi. Scoppia però la Guerra, e di quell'esperimento si perde ognitraccia. Si sa solamente che lo scienziato è stato ucciso dagli agenti di unoscuro paese dell'ex Unione Sovietica. A secoli di distanza un altroscienziato, il professor Davout, decide di mettersi sulle sue tracce...
 
Commento personale e recensione:
 
Un po' strano come romanzo breve, ambientato in parte ai giorni d'oggi sotto forma di flashback ed in parte in un futuro molto lontano in cui possiamo scegliere in che corpo vivere, il cibo non manca e la povertà non sembra esistere. Il tema principale sono le mutazioni genetiche, grazie alle quali la popolazione umana nel corso degli anni riesce a fare a meno della necessità di nutrirsi. Prima virus perisolosi poi una manna per migliorare le condizioni estreme di chi vive in povertà. Il tutto in un thriller tecnologico che seppur breve però non riesce a decollare del tutto. Per certi versi può anche sembrare un po' cyberpunk, ma ho paura che il mondo descritto da Williams invece sia anche fin troppo fantasy, e come sapete a me questo genere non fa impazzire. Anche il timbro ed i registri diversi per raccontare la storia non mi hanno molto entusiasmato, però la trama si fa piacere almeno fino a che si resta ai giorni d'oggi.
 


domenica 12 gennaio 2014

Cagliari 1 - Juventus 4

Bastiancino profeta. Un paio di giorni fa, via Twitter chiede a Marchisio di segnare e lui lo accontenta, e mentre eravamo sotto di una rete ha sancito un semplice quanto esatto "tanto finisce 1 a 4". Nel primo tempo era impossibile crederci. non tanto per il fatto che il principino partisse dalla panchina, ma per il Cagliari che ci stava torchiando. Per almeno venti minuti abbiamo rischiato grosso, e avrebbero potuto addirittura raddoppiare il vantaggio. La Juventus, al di là del risultato non ha però fatto una buona gara, mancava di brillantezza e lucidità. Come ci hanno insegnati gli anni di Conte però era anche in parte prevedibile: dopo la fermata natalizia abbiamo sempre avuto un calo, annientato quest'anno da due belle vittorie che non lasciano troppo spazio alle chiacchiere. Chiacchiere che non hanno però tardato ad arrivare, quando mezza Italia già esultava per il gol di Pinilla sperando in una riapertura del campionato. Mi spiace per loro, ma dovrebbero imparare a parlare alla fine. Doppietta di Llorente, Marchisio ed infine Lichsteiner che ci regala pure due assist. Quindi continuate pure a salutare la capolista, tanto ormai ci siete abituati.

Goal! (2005)


Regia: Danny Cannon
Anno: 2005
Titolo originale: Goal!
Voto: 5/10
Pagina di IMDB (6.8)
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Avevo voglia di vedere qualche film sul calcio così dopo Il Maledetto United è stata la volta di Goal! un film prodotto sulla scia dell'opzione "carriera" in Fifa. La storia è semplice: un giovane talento del calcio viene scoperto casualmente da un osservatore e riesce ad entrare tra i titolari del New Castle. Niente male. Più che carino non può essere, risultando piacevole dal punto di vista della coronazione di un sogno. Chi non ha sognato da bambino (io anche ora) di poter giocare nei più grandi club insieme ai campioni tanto amati? Qui le speranze e le voglie di Santiago si realizzano in maniera molto fortunata ed il regista inserisce non pochi clichè per cercare di rendere più interessante la scalata al successo: il protagonista è un povero immigrato messicano che vive a Los Angeles e non ha neanche la carta verde, il padre è contrario ai suoi sogni di gloria (e muore), il ragazzo si innamora di un'infermiera e resta semplice con i piedi per terra, la stella sopra le righe anche fuori dal campo diventa suo amico e mette la testa a posto. Insomma nonostante tutto sono stati inseriti a forza degli ingredienti per non annoiare quella parte di pubblico che non è interessata a vedere esclusivamente due calci alla palla. Molto di tutto ciò rende la trama improbabile, ma possiamo chiudere un occhio e soffermarci sugli allenamenti e qualche partita. Ganzo il fatto che Munez giochi in una squadra amatoriale "cugina minore" della Juventus e che vada poi a vestire una maglia bianconera. Per quanto riguarda lo svolgersi del suo mettersi in mostra il regista ha deciso fortunatamente di non esagerare. Il fatto Holly e Benji è ai minimi termini, e se escludiamo qualche giocata da fenomeno, i doppi passi ed il sombrero, il nostro giovane atleta non sarà mai impegnato nel fare dieci goal a partita o nel diventare immediatamente l'asso della squadra. Tra i giocatori famosi possiamo apprezzare apparizioni di David Beckham, Zidane, Raul, Kluivert, Barros, Shearer ed altri... Non nell'olimpo dei film su calcio, ma un buon passatempo.

Postdroid: inviare cartoline da Android

Quando vado in vacanza una delle cose che odio maggiormente è quella di andare a cercare cartoline da inviare a parenti ed amici. Hai una vasta scelta di foto ultra commerciali e per niente originali da prendere, te non figuri mai in una di queste foto. Poi devi andare a comprare i francobolli, non sempre disponibili nel posto dove prendi la cartolina, avere la pazienza di scrivere una frase una volta trovata l'ispirazione ed infine imbucarle. Dai, sei in vacanza, potrebbe essere stressante. Ecco quindi Postdroid , un'applicazione davvero utile (utilizzabile anche da iPhone e via web) che consente l'invio di cartoline, calamite, tazze etc personalizzate con le foto che voi avete scattato. Il funzionamento è semplicissimo: una volta scaricato il programma (gratuito) basta registrarsi e caricare il proprio credito (con carta o conto Paypal) che ci permetterò di inviare i prodotti a più destinatari. I costi sono contenuti, facciamo un esempio. Con venti dollari abbiamo quindici crediti a disposizione, utili per mandare altrettante cartoline o tre più due calamite. Le foto possono essere scelte da quelle nella nostra galleria (o scattarne una mentre si crea il processo) o anche da Facebook. Se si utilizza la versione web, basta scaricare una qualsiasi immagine sul pc ed il gioco è fatto. Inoltre in vacanza non sempre abbiamo una connessone ad internet, ma è possibile salvare le bozze e completare l'operazione successivamente o anche impostare una data di invio differente. Ecco i costi (variabili in quanto possiamo sfruttare promozioni) e le tipologie di materiale da inviare:

- Cartolina - 10cm x 15cm - 1 credito
- Foto magnetica - 7cm x10cm - 6 crediti
- Foto magnetica - 10cm x 15cm - 8 crediti
- Calendario - 10cm x 15cm - 4 crediti
- Calendario - 12cm x 17cm - 6 crediti
- Calendario - 20cm x 25cm - 8 crediti
- Tazza da caffè - 300gr - 15 crediti
- Tazza termos - 18 crediti
- Mousepad - 10 crediti
- T-Shirt - 15 crediti
- Felpa - 21 crediti

Ad oggi i costi sono i seguenti (ricordo che si parla di dollari, non di euro):

2 crediti: 4.99$
6 crediti: 9.99$
13 crediti: 19.99$
15 crediti (promo): 19.99$
21 crediti: 29.99$
28 crediti: 39.99$
31 crediti (promo): 39.99$
35 crediti: 49.99$
75 crediti: 99.99 dollari
160 crediti: 199.99$

Ringrazio gettons per la segnalazione

AGGIORNAMENTO:

L'applicazione sul Play Store di Google viene valutata 4 stelle su 5, ma i commenti non sono recentissimi. Questa mattina mi sono spedito una cartolina ed una calamita, vi informerò sui reali tempi di spedizione e intanto posto un commento di un'attenta fan di VER::

Lady Portopiria wrote:
 Ciao Jack, io in passato l'ho usata e funzionava benissimo, ma nell'ultimo anno le cartoline non sono più arrivate. Ho contattato il customer Service per fare presente la cosa, e mi hanno risposto che non possono farci niente perchè la spedizione viene fatta dagli Stati Uniti quindi ci vuole più tempo. Ho anche risposto e non mi hanno mai riscritto. Peccato, perché era un'applicazione veramente utile e ganza, ma se spedisco una cartolina e quella arriva mesi dopo me, sempre che arrivi, allora vaffa. Malidetti.

sabato 11 gennaio 2014

Elysium (2013)


Regia: Neill Blomkamp
Anno: 2013
Titolo originale: Elysium
Voto: 4/10
Pagina di IMDB (6.7)
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Funflus mi avvisò, ma io non lo ascoltai. La fantascienza mi garba, le distopie idem, così visto che c'era Matt Damon in copertina e Jodie Foster figurava tra i partecipanti al cast, ho deciso di fregarmene e gettarmici a capofitto con molte aspettative. Così ora lo stronco. Non Funflus, ma il film che potrebbe meritare qualche (uno) punto in più, ma mi sento vendicativo. La trama, seppur non originale, avrebbe potuto anche essere ok con il pianeta Terra allo sbando, sovrappopolato da poveri senza speranza e comandato da un ristretto numero di super ricchi. Vabbeh potrebbe essere l'attuale situazione quindi hanno aggiunto una stazione orbitante nello spazio, cure mediche che in un battibaleno ti rimettono in sesto, alcuni robot e gli esoscheletri da combattimento. Su Elysium tutti stanno alla grande, mentre il resto del mondo fa schifo e non può accedere a determinati piaceri della vita, anche se ogni tanto qualcuno prova ad emigrare con scarsi risultati. Come al solito tra i super ricchi c'è chi non si accontenta e vuole fare un colpo di stato, ma non ha fatto i conti con un malato terminale che tipo Johnny Mnemonic porta nella testa il programmino per resettare tutto il sistema operativo su cui si basa il Novus Ordo Seclorum. Dicevo che la trama, o meglio l'idea potrebbe anche funzionare, ma abbiamo un susseguirsi di semplicistiche situazioni che hanno qualcosa di orrido dentro. Il protagonista Max, una volta contaminato da radiazioni vuole salvare la sua pellaccia dura (ha cinque giorni di vita) così va da una specie di scafista e gli chiede un lavoretto per poter andare su Elysium e farsi curare. Ok va bene amico mio, basta che rubi le informazioni che potrebbero essere utili ad un cervello di un ricco che casualmente capita sulla Terra così poi ci faccio i soldi anche io. E chi sceglie? Il super presidentissimo della ditta in cui lavora che guarda caso fa anche parte del complotto ideato da Jodie Foster con la faccia in menopausa. Quindi ruba roba preziosa, che è criptata ed illeggibile, ma scoprono al volo di cosa si tratta. un po' come se il file segreto si chiamasse guida_sovversiva_ per_ribaltare_il_regime.zip così anche se non hai la password sai già di che si tratta, Nel mentre, si fa aiutare dalla sua ex fidanzatina dell'asilo che fa l'infermiera ed ha una bimba malata (lacrimuccia). C'è anche un mercenario decisamente malvagio che pagato direttamente da Blomkamp ha la bella idea di portare con sè la ragazza e la bambina. Non le uccide, non le stupra, non le lascia a terra fregandosene, ma le porta su Elysium. Così, tanto per fare. E sempre tanto per fare il cattivo fa il ganzo, vuole rubare lui stesso i codici indecifrabili e diventare il nuovo Lo_Re. Dopo qualche casino e qualche sparatoria al cattivo viene disintegrata la faccia, quindi va nella macchina delle cure che gliela ricrea con tanto di barba (un po' più curata questa volta): in questo modo può di nuovo dare la caccia a Max che ha l'animo nobile come quello di un panda e decide di sacrificarsi affinchè tutto il mondo possa guarire. Fine della storia con uno scroscio di applausi. La cosa che fa più ridere è il codice in testa di Matt Damon che è in binario, occupa esabyte di spazio ed è talmente indecifrabile che che bastano cinque secondi per cambiare tutta la programmazione di Elysium. Alla faccia di Windows e del closed source. Cosa patetica è il fatto che se fai il download dei dati dal cervello lui muore. O questa? Allora che lo ha fatto a fare? Il film si basa sul fatto che lui ruba il programmino per poter sopravvivere.... Dai, boiata, boiata. Esistono numerose altre scene o cose impossibili o peggio ancora senza senso che potrete gustarvi se non credete alla mia recensione. Tipo l'esoscheletro impiantato chirurgicamente, ma che ti fa indossare la maglietta sporca e sudata, oppure il lanciamissili da spalla che colpisce le astronavi, il ridicolo governo farlocco di Elysium, la capsule salvavita inutilizzate ma pronte a partire per salvare gli abitanti della Terra, i robot che ogni tanto ci sono e sono cattivi ogni tanto invece non ci sono per niente, e così via Il resto sono effetti speciali dovuti a 125 milioni di dollari (detratti gli stipendi dei figuranti). Neanche un nudo.

giovedì 9 gennaio 2014

L'Uomo Con I Pugni Di Ferro (2012)


Regia: RZA
Anno: 2012
Titolo originale: The Man With The Iron Fists
Voto: 5/10
Pagina di IMDB (5.4)
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Davvero pregevole per poter anche essere un esagerato mix di arti marziali, azione e fantastico. RZA alla regia è una novità, ma la sceneggiatura scritta a quattro mani con Eli Roth risulta avvincente nonostante sappia di compitino copiato. Tarantino è dietro l’angolo che li osserva, ed il prodotto finale risulta anche più piacevole di ciò per cui potrebbe lottare. D’altro canto abbiamo un cast che non è tirato ai minimi termini visto che annovera tra i presenti nomi come Russel Crowe, Lucy Liu e lo stesso RZA (che sarebbe un rapper, di sicuro lo avete già visto anche se non seguite il genere). La trama se vogliamo è anche troppo elaborata e spezzettata, ci si mette un po’ ad arrivare a questo uomo con i pugni di ferro. In neanche novanta minuti succedono molte cose e pare di essere sul set di un video gioco o di Ken il Guerriero piuttosto che in un film. Le scene finali, con molto sangue che schizza qua e là e una serie quasi infinita di mosse e combattimenti è impreziosita una fotografia ed un montaggio stilosi, in più riquadri e con l’ausilio della slow motion e di effetti speciali creati al computer. Non c’è niente che stona nella Cina di oltre un secolo fa, neanche quando il corpo Batista (noto, gigantesco e bestialotto wrestler) diviene magicamente di metallo. Anche la colonna sonora veste elegantemente la pellicola fondendo suoni e generi molto lontani con la possibile storia narrata. Insomma, simpatico sicuramente, va preso per ciò che è: il primo lavoro di un regista che finora era musicista, molto sponsorizzato da amicizie altolocate (Tarantino e Roth), ma che non mi pare voglia strafare. Un omaggio piuttosto ad un certo tipo di cinema e ad un genere che resterà prerogativa di pochi. A copiare, anche con il permesso, non sempre si riesce ad ottenere i migliori risultati. Secondo me a RZA bastava il cinque e lo ha ampiamente conquistato. Per forza, la mancanza dei dialoghi di un certo spessore si sente. Insomma se un fan di Tarantino si dà al cinema, non crea per forza una boiata.

mercoledì 8 gennaio 2014

Hot Shots! (1991)


Regia: Jim Abrahams
Anno: 1991
Titolo originale: Hot Shots!
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (6.6)
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Hot Shots! se avete voglia di ridere con un film demenziale fa al caso di tutti quanti. E' sempre stato uno dei miei preferiti di quelli in cui si trovano situazioni assurde e che possono strapparti risate rumorose. Quasi tutta la pellicola è una parodia totale di Top Gun, ma con una trama che in più occasioni fa deviazioni sia per avere una propria autonomia sia per omaggiare anche altri film (Il Colore Dei Soldi, Superman, Via Col Vento, 9 Settimane e Mezzo, Balla Coi Lupi e Rocky) . Le battute sono classiche ed ironizzano non solo sulle pellicole citate, ma creano delle vere e proprie gag a se stanti. Colpisce l'immaginario collettivo in ciò che è divenuto storia ed anche ad anni di distanza risulta piacevole e mai irriverente. Assolutamente positivo alcune scene fanno storia, almeno per me, come le acrobazie da bulgari sulla moto (sapientemente riprodotte con lo Zip anni fa), gli occhi del padre conservati in un portagioie, i dialoghi seriosi da uomini duri scolpiti in una raccolta di barzellette. Charlie Sheen è Tom Cruise, o almeno la sua parte da prendere più alla leggere, ed il resto del cast da Valeria Golino a Lloyd Bridges e Cary Elwes non fanno che impreziosire il tutto. Non ci sono mezzi termini, fa ridere, anche nelle parti meno riuscite e più forzate, messe lì per legare le scene più forti.

lunedì 6 gennaio 2014

Il Maledetto United (2009)


Regia: Tom Hooper
Anno: 2009
Titolo originale: The Damned United
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (7.5)
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Maledetto orgoglio, maledette ambizioni, maledetto ego personale. E maledetto Leeds solo per un confronto personale ed un mettersi alla prova per superare i propri limiti, sempre e comunque. Per gli amanti del calcio Brian Clough è un'icona sportiva da seguire, spesso arrogante, ma altrettanto spesso vincente. Uno di quei volti scomodi che hanno fatto la storia del pallone e che non possono essere semplicemente amati o odiati. Fa parte dei più moderni Mourino, Capello, Sacchi, Ferguson e perchè no Conte, che non si limitano ad essere seduti su di una panchina, ma creano ed innovano. Il film non è poi tanto concentrato sui successi (l'impresa è la doppia Coppa Campioni con il Nottingham Forest), quanto sul suo malato scontro psicologico con Don Revie. Evidenziati gli insuccessi con il Leeds che non lo segue e l'esonero del Derby che aveva reso grande. Quindi le ombre di una carriera votata a vincere in un film sportivo atipico che non esalta, ma rende umana e se vogliamo colma di imperfezioni, la vita di uno dei più grandi allenatori inglesi. Il campo di gioco non è il manto verde (o fangoso) in cui avvengono i match, ma si svolge tutto a livello psicologico, fuori dallo stadio, anzi negli spogliatoi e nelle sedi delle società. Il rapporto tra i due allenatori, visto essenzialmente dalla parte di Clough, e l'ossessione nel superare l'avversario sono i punti salienti della trama che come già detto non si limita, anzi quasi non la fa affatto, a celebrare vittorie e successi dei due personaggi interpretati da Michael Sheen  e Colm Meaney. La storia è quindi raccontata in modo egregio ed originale, dedicata agli amanti del calcio e di "sfide".

Juventus 3 - Roma 0

Il fatto che la Roma non avesse ancora perso dipendeva essenzialmente da due fattori non di poco conto: forza e calendario. Già perchè la Roma è una squadra molto forte quest'anno e lo ha dimostrato a più riprese, ma aveva fatto  conti senza l'oste. Incontrare la Juve è tutta un'altra storia. Soprattutto se la Juve in questione sa giocare intelligentemente e tatticamente lasciando il possesso palla agli avversari per i primi trenta minuti, giocando anche con umiltà ed attenzione. Poi però il campo parla e se al pallone gli dai del tu come fanno i nostri campioni non ce ne è per nessuno. Capisco che a Garcia girino un po' i coglioni visto che veniva presentato come il nuovo messia, in questa viglia di Epifania sono arrivati i tre re magi a consegnargli altrettanti doni. L'oro nell'azione che porta al gol di Vidal, l'incenso di Bonucci che offusca i sensi e la mirra di Vucinic che funge da vasellina per l'atteso gol dell'ex. Il resto sono tutte chiacchiere da bar. In cima ci siamo noi, a otto lunghezze di distanza. Consiglio a  tutti i gufi d'Italia di fare ciò che ha fatto il mio amico fiorentino Delsa questa sera: si è preso un bel film e lo ha guardato (dice lui) evitandogli diversi incubi e mal di pancia. Inchino, baciamano, prostrazione, genuflessione e salutate la capolista.

domenica 5 gennaio 2014

Scary Movie 4 (2006)


Regia: David Zucker 
Anno: 2006
Titolo originale: Scary Movie 4
Voto: 4/10
Pagina di IMDB (5.0)
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Il quarto capitolo della saga di Scary Movie fa un passo indietro rispetto al terzo perchè pur prevedendo che non potesse essere genuino ed originale, le battute e le gag si ripetono e poche di esse sono divertenti e nuove. I dialoghi ridicoli posti in maniera seria restano il punto di forza, scalzando anche Leslie Nielsen nella parte del Presidente tonto e sciroccato. La trama è ancora una volta una pluri parodia che riprende le fila da dove erano state lasciate con l'ultimo capitolo. Charlie Sheen, vera chicca nel precedente, qui dura poco: si suicida forse per non essere troppo presente in un film scarso anche all'interno del suo stesso genere.E andiamo velocemente al giochino "indovina il film" che è l'unica cosa sensata da fare mentre guardiamo tale pellicola. Le trame principali da cui prende vita la storia sono quelle di La Guerra Dei Mondi e The Grudge, anche se sono molto i forti i richiami a Saw e The Village con Cindy che ha una sua particolare storia in  Million Dollar Baby. Tutto sommato è guardabile per ciò che è senza troppe aspettative e questa volta con un richiamo ad un numero minore di altri film horrorifici.

sabato 4 gennaio 2014

Vita Di Pi (2012)


Regia: Ang Lee
Anno: 2012
Titolo originale: Life Of Pi
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (8.1)
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Non posso fare a meno di confrontare questo film con The Tree Of Life visto che il prologo, abbastanza prolisso per altro, lancia il tema mistico religioso e che la parte centrale della pellicola è un connubio stratosferico di immagini e  fotografie strepitose. Così lo vedo più come un qualcosa di molto profondo, travestito da avventura e storia fantastica, pronta a strizzare l'occhio ad ogni sorta di buonismo e lieto fine. Potrebbe e vorrebbe essere un'opera più complessa di ciò che racconta in sè la trama, ed il finale effettivamente fa luce sulle innumerevoli ombre che hanno quel sapore di fantastico che non mi hanno poi lasciato così tanto a bocca aperta quanto invece gli innumerevoli effetti visivi. Non voglio quindi lasciar perdere la lunga introduzione che con molta compiacenza mette in fila il percorso spirituale del protagonista ed il suo rapporto con Dio, chiunque esso sia e con qualunque nome venga chiamato. L'avventura del naufragio è solo un modo (o due) per raccontare il suo prendere coscienza della fede e della speranza. La narrazione è quasi interamente composta da flashback, al cui interno troviamo la vera perla scenica del film, che però svia il discorso iniziale. Se da una parte non possiamo fare altro che applaudire alle immagini ed ai colori che ci vengono proposti, dall'altra abbiamo un attenuarsi dei temi da sviscerare. Una storia del genere l'avrei preferita senza la parte iniziale, o viceversa, che si basasse molto di più su di essa. In questo modo abbiamo qualcosa di incompleto, salvo poi rigettarci in faccia ciò che potevamo aver scordato, grazie alla spiegazione finale. Dubbi sulla vita, sulla speranza su un dio che ci guarda da chissà dove, ma posti in maniera leggera per poter catturare l'attenzione anche di un pubblico più vario, bambini compresi. La qualità del bluray è eccelsa, si nota comunque che si tratta di un film uscito appositamente per il 3D: la profondità di alcune scene è un richiamo abbastanza forte. Gli extra davvero corposi sono:

- Epica avventura di un regista
- Straordinaria visione
- Esperienza tra gli effetti speciali
- Galleria fotografica
- Storyboard
- Trailer

venerdì 3 gennaio 2014

I libri letti nel 2013

Questa volta scrivo con un po' di vergogna in quanto il 2013 è stato un anno decisamente povero dal punto di vista della lettura. I libri letti nel 2011 e I libri letti nel 2010 erano di molto superiori e già I libri letti nel 2012 presentavano un trend molto negativo. Le cause possono essere molte, ero anche partito male, ma poi ho avuto il blocco del lettore, soprattutto in estate. Anche questa volta troverete la lista in ordine cronologico con il link alla recensione fatta qui sul blog e tra parentesi il voto anobiiano che va da 1 a 5. Si allontana anche il traguardo di un libro a settimana, che per alcuni anni è stato abbondantemente superato, ma ci si assesta su numeri che superano di gran lunga la media italiana. Il 2014 sarà segnato anche dalla possibilità di portare in detrazione i libri cartacei nel 730.

  1. Iain M. Banks - Inversioni (3)
  2. Vernor Vinge - Tutti I Racconti Vol. 2 (4)
  3. Jeffery Deaver - L'Addestratore (1)
  4. Lee Child - Via Di Fuga (2)
  5. Stephen King - L'Occhio Del Male (3)
  6. Iain M. Banks - Volgi Lo Sguardo Al Vento (4)
  7. Clive Cussler - Missione Eagle (1)
  8. Stephen King - Al Crepuscolo (3)
  9. Michael Connelly - Il Buio Oltre La Notte (3)
  10. Lee Child - A Prova Di Killer (3)
  11. Charles Stross - Palinsesto (4)
  12. Jeffery Deaver - La Strada Delle Croci (2)
  13. Leonardo Patrignani - Multiversum (1)
  14. John Grisham - L'Ex Avvocato (3)
  15. Lee Child - La Vittima Designata (3)
  16. Paul Auster - Uomo Nel Buio (3)
  17. Danny Wallace - La Ragazza Di Charlotte Street (2)
  18. Michael Crichton - La Grande Rapina Al Treno (4)
  19. Richard Castle - Derrick Storm: Tempesta In Arrivo (2)
  20. Roger Jaynes - Sherlock Holmes E Lo Squartatore Di Chilford (2)
  21. Stephen King - Cose Preziose (3)
  22. Giancarlo De Cataldo - Io Sono Il Libanese (3)
  23. Richard K. Morgan - Il Ritorno Delle Furie (5)
  24. Nancy Kress - Atto Primo (3)
Anche per questo anno i voti sono tendenti al negativo e su ventiquattro ben tre hanno preso il minimo e soltanto uno ha preso il massimo: si tratta ancora una volta di Richard K. Morgan con l'ultimo della sua trilogia cyberpunk. La fantascienza ha avuto la meglio sul resto dei generi e soltanto due libri scritti da italiani sono stati letti. Il digitale ha la meglio sul cartaceo e vince 17 a 7: i tempi cambiano. Riguardo le statistiche di lettura abbiamo un calo del 44,19% per numero di volumi e di 46,62 % di pagine in meno per un totale di 8916.  Qualche movimento nella classifica di tutti i tempi degli autori:

  1. Isaac Asimov (27)
  2. Jeffery Deaver (26)
  3. Stephen King (24)
  4. Wilbur Smith (23)
  5. Ken Follett (19)
  6. Philip K. Dick (19)
  7. Valerio Massimo Manfredi (14)
  8. John Grisham (12)
  9. Michael Connelly (10)
  10. Michael Crichton (10)
  11. Tom Clancy (10)

Castle [Stagione 2]


Anno: 2009 – 2010
Stagione 2
Titolo originale: Castle
Numero episodi: 24


 
La prima stagione, sebbene leggermente acerba, mi ha convinto a proseguire con questo thriller non troppo pesante e dalle poche pretese. Nel complesso si segue bene e ci si affeziona ai personaggi che risultano adesso avere una psicologia più corposa. Gli episodi non sono molto legati l’uno all’altro, salvo il solito comun denominatore. Mi sarebbe piaciuto che ad esempio la storia della morte della madre della detective fosse state maggiormente ampliata, invece ci sono solo alcuni accenni ed una sola puntata ad essa dedicata. Ho visto che le stagioni sono molte quindi, presumibilmente il tema verrà ripreso e trattato. Altrimenti si rischia di avere una serie di episodi troppo staccati l’uno dall’altro e quindi tante storielline fini a se stesse. Però c’ho preso gusto: musica iniziale sempre differente, omicidio e corpo ritrovato, indagini e così via. Siamo già ad un totale di  34 episodi suddivisi nella prima stagione (pilota?) e la seconda. Vediamo come proseguirà anche con la storia tra Castle e Kate, con il primo che sembra avere troppe carte da giocare. E’ un po’ farabutto da questo punto di vista.

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Siamo già tornati, ma ho avuto poco tempo per aggiornare VER a riguardo. Lasciamo perdere il quanto sia magica la città con le sue luci, i suoi minareti, i suoi richiami alla preghiera. Ciò che trovate nelle guide è vero, Istanbul ha un suo particolare tocco che mischia l’antico ed il moderno, o meglio l’incontro tra oriente ed occidente. I salotti ottomani in cui gustarsi il tè non stridono affatto con le fumerie dove i narghilè sono già disposti sui tavoli, ed i rumorosi locali di piazza Taksim possono convivere con gli hamam più tradizionali. I giorni successivi alle prime visite li abbiamo passati in maniera meno turistica e più ortodossa, mischiandoci tra la folla, divenendo due di loro. Mamma li turchi e mamma che turchi: il segno che maggiormente mi ha lasciato la città sta nella gentilezza delle sue persone. Mai fidarsi quindi delle prime sensazioni, l’abito non fa il monaco e quindi i Keyser Soze non si trovano per strada. Così dopo aver fatto il bagno turco in un nostalgico hamam sulla sponda asiatica e confabulato di eventuali controversie con le bande a noi rivali, abbiamo passato un 31 decisamente atipico. La prenotazione già effettuata a Zarifi ha fatto sì che arrivassimo tardi a casa dell’amico Kemal. Nonostante i nostri buoni propositi (siamo usciti dal locale verso le 23) trovare un taxi, salirvi ed arrivare a destinazione è stato traumatico. Il traffico della città è qualcosa di sovrumano, così nonostante il nostro tassista passasse sui marciapiedi, bruciasse i semafori e si infilasse nei pertugi più impensabili, abbiamo passato con lui lo scoccare della mezzanotte. Quasi un’ora dopo siamo invece arrivati da Kemal ed amici che ci hanno dato un esempio incredibile di ospitalità, facendoci pure un regalo e preparandoci un tiramisù fatto in casa. Grazie amici turchi, alla prossima.

Foto Istanbul Parte 1
Foto Istanbul Parte 2