giovedì 31 gennaio 2013

Last Night (2010)


Regia: Massy Tadjedin
Anno: 2010
Titolo originale: Last Night
Voto: 4/10
Pagina di IMDB (6.5)
Pagina di I Check Movies
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Costretto a guardarlo... dalla sfortuna. Credevo fosse un'altra cosa, ma ormai ero lì ed era iniziato. E' uno di quei film drammatici che si mischiano con storie d'amore pessimistiche che mettono a nudo le difficoltà di coppia. Insomma per me uno strazio non da poco. Infedeltà, consumata o soltanto platonica, che vede entrambi i protagonisti sedotti da questa. Joanna (Keira Knightley) è gelosa del marito Michael (Sam Worthington) e della sua collega Laura (Eva Mendes), ma anche le i ha un piccolo segreto: è ancora innamorata di Alex (Guillame Canet) con cui ha avuto una breve storie in passato. Quindi lei fa tanto la brava e poi, anche se non ci va a letto, si fa sbaciucchiare e toccare imbrogliando il povero marito, il quale dal canto suo castiga la collega durante un viaggio di lavoro. Poi ovviamente entrambi si sentono in colpa, e cercano di fare finta di niente, sebbene abbiano fatto i monelli. Bravi ragazzi è così che si fa. Nel finale forse lui si ammosca di qualcosa vedendo i vestiti eleganti di lei sparsi in casa, ma d'altra che può dire? Con la bella Eva Mendes non ci ha certo giocato a ramino... Quindi? Morale? E ora? Film consigliato alle giovani coppie solari ed attraenti.

mercoledì 30 gennaio 2013

Una Donna Nel Lago (1947)


Regia: Robert Montgomery
Anno: 1947
Titolo originale: Lady In The Lake
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (6.6)
Pagina di I Check Movies

Boia ganzo. Credo di aver scoperto una mia passione, quasi rimasta nascosta, per il genere noir. Anche per quanto riguarda la fantascienza infatti (sono partito da questa diciamo) tra i miei personaggi preferiti ci sono quelli come Deckard di Blade Runner . Ma restiamo in tema e partiamo con ordine. Come al solito non conoscevo questo film o questo regista, ma si nasce per imparare ; il bello del cinema è anche questo. Robert Montgomery è anche l'attore che interpreta il personaggio Philipe Marlowe, quando non lo faccio noi. Già, perchè tutta la pellicola è girata in soggettiva. Con questo si riesce totalmente nell'intento di essere "spettattori" [thanks to Marco Formaioni], ovvero possiamo immedesimarci a trecentosessanta gradi nelle vicende descritte. Salvo rarissimi casi in cui Montgomery appare allo specchio, è la voce fuori campo che ci guida all'interno della storia con la macchina da presa che ci mostra solo e soltanto ciò che il soggetto vede. Colpo di genio, non semplicissimo da mettere in pratica: la caratterizzazione di Marlowe perde decisamente consistenza ed importanza perchè a tratti lui è noi stessi e noi stessi siamo lui. Sebbene l'immedesimazione sia una caratteristica fondamentale, perdiamo il legame con il personaggio vero e proprio. Per me è comunque un'esperienza da apprezzare, sebbene non paragonabile (giusto per fare un esempio nei giorni contemporanei) con gli sparatutto dei videogiochi, con cui l'esperienza è migliore. Un bello sforzo anche per il resto degli attori, che nella maggior parte dei casi si trovano a dover recitare da soli, di fronte ad una telecamera. Audrey Totter, che credo fosse una strafica di quei tempi, purtroppo risulta impostata in più occasioni. Volutamente o no, non saprei dirlo. La parte "thriller" di tutto il racconto è sufficientemente interessante, veloce ed arrangiata nel finale, ma intrigante durante tutto il film.

Ruzzle solo faccia a faccia


Ruzzle era un bel ruzzino. Ganzo veramente. Tutti sanno cosa è e come funziona quindi non starò qui a spiegarlo di nuovo, visto che essendo la moda del momento sarebbe tempo sprecato. Diciamo che mi considero abbastanza forte, come in tutte le cose non imbattibile, ma mi piace dare del filo da torcere anche agli avversari più forti di me. Peccato che da qualche giorno ho iniziato a perdere subendo alcuni punteggi stratosferici. Niente di male in fondo, con l'esperienza tutti migliori. Qualche dubbio mi è venuto in più quando ho visto completare parole decisamente improponibili e che fino al giorno prima il mio avversario, ne sono sicuro, neanche conosceva. Alla fine, nonostante i soli due minuti di tempo per round (quindi si deve ad ogni modo essere veloci), esiste un trucco rapido ed efficace. Il procedimento non è neanche troppo macchinoso, ma meschino sì.

- mentre si gioca la partita si fa uno screenshot del quadrato di gioco
- si esce dal gioco
- si chiude il processo attivo
- si copiano le lettere su Ruzzle Cheater (volendo utilizzando anche i moltiplicatori di punteggio)
- si studiano bene le parole più lunghe o remunerative
- si riapre il gioco e si incula l'avversario

Bello eh? Non che tutte le volte che ho perso gli altri abbiano fatto ciò, ma alcuni di sicuro sì. Beh, VERgogna! D'ora in poi accetto solo sfide faccia a faccia, nella solita stanza, ed in maniera immediata. Senza attendere lunghi turni estenuanti nei quali chissà cosa accade. Poi vediamo se siete veramente diventati dei fenomeni.

Lazio 2 - Juventus 1


Fa più rabbia l'arbitro presumibilmente corrotto che non assegna rigori ineccepibili e chiari alla Juve o il gol sbagliato allo scadere da parte di Giovinco e Marchisio? Devo ancora scegliere. Se sul primo attore non ci sono dubbi riguardo alla sua mala fede (altrimenti andrebbe considerato incapace di intendere e volere), sul gioco dei bianconeri restano alcune perplessità. E' vero che i temibili squadristi della Lazio in tre partite ci hanno fatto tre tiri, ma è anche vero che questi corrispondono a tre reti. E così abbandoniamo la Coppa Italia, che a mio avviso era importante. Specie se arrivati a questo punto. E' evidente che la Società ci credeva meno, visti gli uomini in campo, soprattutto seconde linee che ancora hanno da crescere, da migliorare e da vincere. Ora, non per riversare tutte le colpe su Giovinco (le deve spartire bene con l'arbitro cornuto), ma aveva già dimostrato anni fa di non essere all'altezza (non è una battuta) della Juventus e se pensavamo potesse dare il suo contributo stellare alla squadra è evidente che non sarà così. Ok, bravo Marchetti a parare, ma se arrivi solo con un'occasione irripetibile e te la mangi, qualcosa non va. Mai decisivo e troppo leggero, anche nelle intenzioni. Poi il solito Isla desaparecido sulla fascia ci fa ricordare Pepe neanche fosse Cristiano Ronaldo... E tutto sommato, pur avendo una squadra rimaneggiata, con una preparazione da Champions e con il normale calo fisico di inizio anno, siamo sempre quelli che teniamo meglio il gioco. Peccato essere usciti in questo modo.

martedì 29 gennaio 2013

Trovata, finalmente! #4

Questa non è proprio che la cercavo, ma mi è saltata violentemente in testa (non so se avete presente) pochi minuti fa mentre guardavo Wolf Creek. Che c'entra? Quasi nulla, ma trattando di due ragazze ed un ragazzo, non so come (cioè lo so e quindi ve lo spiego) ho fatto il collegamento con la canzone Lady di Modjo. Infatti in uno dei tanti video, il triangolo era composto da due ragazzi ed una ragazza. Visto che partivano in macchina, mi è venuto in mente guardando il film. Finita qui, semplice. No, col cavolo!!! Il collegamento da flip(per) mentale non riguarda Modjo, che era fin troppo semplice. Tra i video correlati di Youtoube vedo in fatti il buon vecchio Jamiroquai. Sì, e quindi? E quindi per la strana chimica che il mio cervello produce, arriva prorompente il motivetto che mi tormenta la psiche. E che c'azzecca con Jamiroquai? [semi cit.] Ovviamente nulla di nulla, ma forse i capelli mi ricordano qualcosa. Intanto la parte della canzone che riesco ad isolare ed ibernare è "free style Celine Dion"... O comunque qualcosa che più o meno fa così. Soundhound neanche lo provo tanto mi vergogno delle mie qualità canore così provo subito a scrivere il testo, alle volte ci avessi beccato qualcosa. Fin da subito Google mi corregge consigliandomi di cercare "freestyle Celine Dion". Visto che era più semplice ricordarsi semplicemente "freestyle" perdo un po' di tempo, ma trovo i mitici Bomfunk MC's ed il video incriminato è proprio questo:


Wolf Creek (2005)


Regia: Greg McLean
Anno: 2005
Titolo originale: Wolf Creek
Voto: 5/10
Pagina di IMDB (6.2)
Pagina di I Check Movies
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Non è colpa del film in sè e non è brutto, ma in questi giorni mi ero dato un po' all'horror e questo non ha niente di originale. Una zuppa è una zuppa, anche se fatta con il brodo di canguro: che sia una pellicola australiana non ne aumenta il valore, essendo simile a qualsiasi altra produzione. Forse il fatto che sia basato su di una storia vera è l'unica particolarità che lo distingue dagli altri, ma questo comporta dei limiti, anche se non conosco quanto sia fedele fino in fondo. Ad ogni modo bellissimi paesaggi, bellissima l'ambientazione; due ragazze ed un ragazzo che intraprendono un viaggio da costa a costa (o qualcosa di simile), tra deserti e parchi. Insomma una di quelle gite che a molti piacerebbe fare, o almeno a me, al segno dell'avventura e del chi se ne frega. Per una buona metà del film, e anche oltre, il fulcro è l'avventura e puoi quasi pensare che sia uno di quei racconti in stile 127 Ore o Frozen in cui i protagonisti sono vittime della natura o della avversità ad essa collegate. No, anche qui c'è il sadico e pervertito serial killer che si diverte a catturare turisti e crocifiggerli se sono uomini o stuprarle per mesi se sono donne. Ok, macabro e poco allettante pensare ad una vacanza che culmina in questo modo, ma anche qualcosa di già visto e non troppo sconvolgente. Sì, sangue va bene, ma se non dà fastidio a me che svengo appena vedo un ago, significa che qualcosa non è stato fatto per il verso giusto. Credibilità degli attori e tensione sono su buoni livelli, nonostante le mie critiche e se si vuole guardare non si buttano via due ore, è tra quelli che può piacere.

La Casa Dei 1000 Corpi (2003)


Regia: Rob Zombie
Anno: 2003
Titolo originale: House Of 1000 Corpses
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (5.8)
Pagina di I Check Movies
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Per essere un horror, la parte artistica è davvero molto curata: non si tratta solo di vedere sangue e mutilazioni sadiche. Rob Zombie ci mette del suo e lo fa con autorità, lasciando un segno che piaccia o non piaccia lo rende originale. E tutto questo nonostante il chiaro omaggio a Non Aprite Quella Porta di Hooper, che prende piede sin dall'ambientazione temporale (anni settanta) che spaziale (il Texas). L'ispirazione è lampante e, non so se in definitiva sia un bene o un male per l'economia del film, lo spettatore attento si concentra maggiormente sulle tecniche e sulle particolarità del film piuttosto che sul lato horror dello stesso. E' crudo e violento sì, ma al tempo stesso elegante con un'ottima colonna sonora le cui tracce sono posizionate in maniera intelligente. Non abbiamo motivetti musicali, ma le sospensioni audio esaltano anche la parte video. Le varie tecniche fotografiche ed i siparietti (che potrebbero ricordare Assassini Nati) danno un senso di realismo, ma anche di distacco tanto che inizialmente il lato ironico delle situazioni sconfina in quello della situazione assurda e quindi pericolosa. Per quanto mi riguarda tutto questo rende il film molto bello e ben fatto per i suoi due terzi iniziali, mentre gli ultimi venti minuti li trovo troppo esagerati, poco realistici e quasi fantastici sciupando le mie aspettative. L'apoteosi della violenza ha il suo culmine don il Dottor Satana che si trova nel sottosuolo e questo più che terrorizzare stanca. Non bastava la famiglia di sadici? L'esaltazione del male in questi termini sembra messa lì solo per aumentare le dosi, con l'effetto di saturare il prodotto. Concludo dicendo che ne apprezzo la fattura, un po' meno la scelta di terminare in questo modo la trama.

lunedì 28 gennaio 2013

Atto Di Forza (1990)


Regia: Paul Verhoeven
Anno: 1990
Titolo originale: Total Recall
Voto: 8/10
Pagina di IMDB (7.5)
Pagina di I Check Movies
Acquista su Amazon (Ultimate Rekall Edition)

Quando uscì andai di forza con i miei genitori al cinema per guardarlo. Non tanto per il fatto che amavo la fantascienza (passione rimasta anche oggi) quanto perchè a quei tempi ero fissato con Arnold Schwarzenegger. Ora capisco invece che il punto debole del film sta proprio nella scelta di questo attore, tra l'altro molto lontano dal tipico personaggio di Dick. Se escludiamo questo muscoloso particolare abbiamo un must di ottima fattura, con tutti gli elementi che piacciono tanto al Verhoeven : violenza sanguinaria e distopia fantascientifica. Siamo onesti: ci sa fare ed ha dalla sua parte un budget sconfinato che ci propone effetti speciali mai visti prima e una trama basata su uno dei racconti brevi del migliore Dick. Questi ingredienti fanno sì che si possa apprezzare la pellicola in tutto e per tutto. Repentini colpi di scena, il tema del sogno e della paranoia, la puttana con tre tette, una fotografica irriverente e cruda ci permettono di giudicarlo nel migliore dei modi. D'altra parte la percezione della realtà è resa confusionaria dalla maestria dell'ingegno di Dick, ma al tempo stesso abbiamo una scenografia quanto mai realistica che ci lancia su Marte senza farci storcere il naso. Tutto è credibile e ben fatto, dagli ologrammi ai maxi reattori nucleari, dalle metamorfosi di camuffamento ai mutanti bizzarri quanto sottomessi. Riguardo le differenze con il racconto (la massima capacità espressiva di Dick sta proprio nei racconti brevi se escludiamo il capolavoro Ubik e pochi altri) è tutto accettabile ai miei occhi: qui si tratta di una trasposizione cinematografica a distanza di diversi anni. In un film puoi mostrare molto più cose e molti più giochi mentali se sai farlo. E Verhoeven quando ci mette del suo lo fa attingendo spunti compatibili con le idee dello scrittore. Anche per questo motivo il film è davvero ok. La versione bluray che ho è la Ultimate Rekall Edition, con un restauro davvero ben fatto. All'interno della confezione, troviamo oltre al disco anche un mini libretto dedicato ad Atto di Forza. Come dicevo la qualità videoè davvero buona ed è un pregio per un prodotto così datato. La parte audio invece è un po' troppo sulla mediocrità con addirittura la perdita delle urla nelle scene finali. Tutti gli altri effetti sonori restano, ma la parte vocale manca. Ovviamente solo se si ascolta in italiano.  I contenuti extra  sono molti ed anche interessanti, peccato che la Universal li abbia organizzati in malo modo. Abbiamo (con tra parentesi al durata in minuti):

- Commento al film (con Schwarzenegger e Verhoeven)
- Commento al film con l'operatore (Jost Vacano e Mako Kregel)
- "Immaginando Total Rekall" - Documentario speciale (31)
- Total Recall: effetti speciali (24)
- Restauro a confronto (5)
- Intervista con il regista Verhoeven (34)
- Interviste varie (10)
- Lezione sugli effetti speciali (17)
- Making of (8) 
- Trailer
- Galleria fotografica.

domenica 27 gennaio 2013

Non Aprite Quella Porta (1974)

Regia: Tobe Hooper
Anno: 1974
Titolo originale: The Texas Chainsaw Massacre
Voto: 7/10
Pagina di IMDB (7.5)
Pagina di I Check Movies
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Quaranta anni non sono pochi. Per nulla. E se un film horror, al di là del fatto che abbia fatto storia o che sia una specie di apripista, riesce a tenere alta la tensione anche oggi, significa di sicuro che è stato fatto un buon lavoro. Hooper con il suo essere crudo e rozzo, crea un film davvero molto realistico e questo accade fin dalle prime battute. La storia, di pura invenzione, passa per vera con un annuncio ad inizio pellicola che fa credere si tratti di un qualcosa di veramente accaduto. Ed il realismo prosegue con una grana fotografica che proprio nel suo essere sporca ed imperfetta dà quel senso di non artificiale e con attori che senza esagerare riescono nell'intento. Nessuno è da Oscar, ma neanche scimmiotta ridicolmente un essere impaurito e terrorizzato. E' appunto quello che ci vuole in un horror che non si basa soltanto su effetti scenici o ambientali. A me piacciono cattiveria e violenza (inserite in questo genere), ma voglio anche che questa venga riflessa dal cast che partecipa all'azione. Non serve una trama complicata, colma di deviazioni e colpi di scena: per avere un prodotto di successo Hooper si è semplicemente basato sulle paure reali e possibili. Il Texas dagli ampi spazi e dal torrido caldo può rivelarsi molto più terrificante di una cantina buia e fredda. La follia e la minaccia che si possono trovare all'interno di una società (quella americana dei primi anni settanta) che sta lentamente cambiando e che può risultare appunto pericolosa e spietata, tanto da creare un massacro sanguinario e violento. Violenza che però, nel film è solo accennata. Non nascosta certo, ma oggi siamo abituati a vedere bene di peggio solo al telegiornale. Sangue, ma non troppo e e mutilazioni immaginati e non portate a termine. Tutta l'atmosfera è imprevedibile e disorganizzata, fuori dagli schemi, ma è proprio questa sorta di caos misto alla sceneggiatura in stile documentario che rendono il tutto più verosimile. Assolutamente da non perdere.

Juventus 1 - Genoa 1

Ok ok, fermi tutti. Mentre tornavo a casa stavo già ideando la struttura dell'articolo e volevo puntare il dito sulle vaccate di De Ceglie e sul solito, scontato problema dell'attacco. Poi però prima di aprire la pagina del blog ho fatto una scappatina veloce su Facebook e mio orrore ho letto grida di giubilo da parte delle solite merde fiorentine, dei milanisti che da una paio di turni hanno smesso di lottare per la salvezza, da parte degli intertristi che sanno fare solo questo, da parte degli uè uè napoletani a cui hanno aumentato i punti in classifica, e mi son detto che non vale la pena  Certo dovrei essere superiore, ma lascio questo particolare ad altre occasioni. Così posso scrivere che nonostante tutto, la diretta inseguitrice oggi ha perso e che nel peggiore dei casi, guarda un po' restiamo primi. Con il record assoluti di torti arbitrali, un attacco che per il tifoso goloso fa pena ma che resta il più forte del campionato e con una netta superiorità rispetto agli avversari che è anche troppo chiamarli tali. Così molte cose passano in secondo piano: magari l'arbitro, che ammette "non mi sono sentito di fischiare il rigore" , proveniente da Napoli l'ha fatto in buona fede, o per rendere la Serie A più interessante. In cima ci siamo noi, e non c'è stato nessun altro. Neanche per sbaglio. E se ci fosse una squadra differente dalla Juve, proprio di sbaglio statistico si tratterebbe. Così cari amici, puppatemi la fava. Poi tornate a sperare per il pareggino, per il rigorino, per il gollettino che vi farà essere, almeno per una domenica un po' più contenti. Dopo, ma solo dopo, ricordatevi di salutare la capolista.

sabato 26 gennaio 2013

L'Alba Dei Morti Dementi (2004)


Regia: Edgar Wright
Anno: 2004
Titolo originale: Shaun Of The Dead
Voto: 4/10
Pagina di IMDB (8.0)
Pagina di I Check Movies
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Non fatevi ingannare dal mio voto e dal mio giudizio: è probabile che non ci capisca davvero nulla. Attualmente è in undici liste ufficiali su I Check Mvoies ed ha una media di 8.0 su IMDB. Di conseguenza i miei gusti, sia che si parli di horror, sia che si parli di commedia demenziale, sono agli antipodi di un vastissimo numero di persone. Ritengo che sei fa una parodia (non s sinceramente se è questo il caso) gli ingredienti presi da altri film debbano essere molti ed esposti in maniera esilarante o simpatica, da riderci su. Se si crea una commedia demenziale, questa deve farti star bene e creare situazioni assurde ma anche divertenti. Se si crea un film horror deve farti paura o essere violento. Qui non c'è niente di tutto ciò. Ok, può essere simpatico, alcune trovate non sono poi così male, ma avrebbe potuto essere un corto, non un film così lungo, che sebbene non sia noioso o soporifero è scontato e ripetitivo. Non è certo mia intenzione stroncarlo in tutto e per tutto, ma ho riso ed avuto paura con altri tipi di pellicole. Se proprio vogliamo trovare un qualcosa di intelligente e positivo (ma non so davvero se sia qualcosa di voluto dal regista) possiamo vederlo nel sillogismo tra gli zombies e gli esseri umani odierni... Ad esempio zombies e pendolari sul bus, zombies fuori dal pub che agitano le mani e ragazzi in discoteca, zombies che si accalcano al bancone del bar e gente che chiede una bevuta... Siamo tutti zombies in un certo senso? Tanto che i protagonisti inizialmente faticano a distinguere tra un non morto ed un tossico o ubriaco. Ma del resto, chi è di noi che sa riconoscere per strada uno zombie a prima vista? Comunque guardatelo, ci sta che vi piaccia da morire. O da non morire.

venerdì 25 gennaio 2013

Calvaire (2004)


Regia: Fabrice Du Welz
Anno: 2004
Titolo originale: Calvaire
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (6.2)
Pagina di I Check Movies

La mia cultura riguardante i film horror può definirsi scarsa, sebbene non li disdegni e sia attirato da questi. Spesso li trovo però deludenti, scadenti, noiosi e mal fatti. Quando non sfociano nello splatter, che risulta addirittura ironico delle volte, magari sono recitati da attori con poche doti o presentano una trama al limite del ridicolo. In Calvaire non abbiamo di sicuro il capolavoro, ma possiamo vedere un film ben fatto e ben strutturato, con un inizio forse un po' troppo lento e cadenzato, ma che aumenta di ritmo mano a mano che si prosegue.Non ci sono particolari elementi che lo possano elevare rispetto ad altri lavori già visti, ma nel complesso abbiamo un cast che si comporta egregiamente ed una storia malsana che a tratti rientra nel thriller psicologico. La violenza non manca, nè quella sanguinaria nè quella mentale. Atti di sodomia ed una tortura psicologica che terrorizza in quanto portata avanti da una mente malata, insana, decisamente pericolosa. Il senso di disagio lo respiriamo anche quando ancora non è stato dato il via alla danze e ci attendiamo che succeda un qualcosa. E quel che succede non è tanto malvagio quanto malato, depravato; l'impotenza del protagonista di fronte all'evolversi di talune situazioni si contrappone con la tenacia del suo aguzzino. E poi, l'impossibilità di uscire nella normalità. Deprimente, quando [occhio allo SPOILER] anche noi capiamo che pure tutti gli "altri" hanno problemi mentali, e si improvvisano aguzzini sanguinari. La scena più topica secondo me si svolge all'interno della locanda, quando il tizio suona il pianoforte e tutti gli altri ballano convulsamente. Ecco lì, la regia riesce a farti paura, a darti il brivido della perversione malata, senza controllo. Il resto possiamo averlo visto altrove: stupri, mutilazioni, botte... Ok va tutto bene, ma lo sguardo maniaco su più persone non è facile da trasmettere e da far vedere. Prima di andare in qualche bosco belga e perdervi, pensateci due volte, potreste incappare in qualche gruppo di sodomiti o zoofili che vogliono farvi la pelle il culo.

Suspiria (1977)


Regia: Dario Argento
Anno: 1977
Titolo originale: Suspiria
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (7.4)
Pagina di I Check Movies
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A tre anni di distanza dal successo di Profondo Rosso, Dario Argento ci propone un altro horror dalle tinte forti utilizzando elementi fantastici e non reali. Stregoneria ed effetti paranormali stanno alla base di Suspiria, nome scelto per il film ed ispirato dal romanzo "Suspiria de Profundis", e questi sfociano nel male attraverso omicidi violenti e sanguinari. Il lato perverso dell'horror è dato da ciò che esula dal comune e dall'ordinario e la regia del maestro italiano, cerca di rendere surreale gran parte del girato. Il tema del maledetto viene forzatamente ripetuto attraverso numerose scene, scegliendo una fotografia che si sposa alla perfezione con quanto si vuoe esprimere. I colori, perennemente lanciati sui volti dei personaggi (abbiamo un'eroina come protagonista) o sugli sfondi, non hanno tanto il compito di illuminare per far luce, quanto quello di stordire e creare disagio. Un disagio che introduce, fin dalle prime battute, un qualcosa di esoterico, rabbioso e criminale. Gli aspetti visivi sono molto curati (lo stile fiabesco delle strutture, le maniglie delle porte poste in alto in modo da dare una sensazione di impotenza, i giochi di ombre e luci colorate su pareti e finestre), contrariamente a quanto visto in Profondo Rosso, e si affiancano ancora una volta alla spettacolare ed azzeccata colonna sonora firmata dai Goblin. Già, la musica è un fattore sempre vincente e dà la cadenza al thriller dalle forti tinte horror. Purtroppo non riesco ad apprezzare assolutamente l'impatto che hanno gli attori sul set. Magari qui la teatralità è meno esasperata, ma si ha comunque qualcosa di poco credibile e troppo recitato. Addirittura monologhi ad alta voce che descrivono cosa una personaggio si appresta a fare. Tutto questo secondo smorza enormemente l'ingrediente "paura", distogliendo in parte l'attenzione dello spettatore. La famosa scena in cui una delle protagoniste cade sul filo (spinato?)  risulta quasi ridicola, piuttosto che violenta, soprattutto per colpa delle finte grida e del finto terrore. Ci sta che oltre trent anni fa si facesse poco caso al contorno e ci si incentrasse maggiormente sul fatto in sé, mentre i iei gusti personali avrebbero apprezzato anche una trama più logica e lineare. E vabbeh, non si può volere tutto.

giovedì 24 gennaio 2013

Iain M. Banks - Inversioni


Autore: Iain M. Banks
Editore: Editrice Nord
Titolo originale: Inversions
Voto: 3/5
Pagine: 376
Pagina di Anobii
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Trama del libro:

La giovane ed affascinante dottoressa Vosill giunge al palazzo di Haspidus. In apparenza è stata chiamata per diffondere ed applicare le sue avanzatissime arti mediche; in realtà la sua missione è quella d'influenzare le decisioni del re, il cui potere è in grave pericolo. Sul suo cammino, la donna troverà molti ostacoli, primo fra tutti l'aperta ostilità dei cortigiani, e, per sopravvivere, sarà costretta ad impiegare metodi piuttosto inquietanti. In un altro palazzo, sul vicino continente di Tassassen, vive lo spietato DeWar, guardia del corpo del regente, il generale UrLeyn. Anche DeWar ha una missione ed è circondato da nemici, però agisce in modo assai diverso.
 
Commento personale e recensione:

Eccoci all'ennesimo appuntamento con la Cultura, quella del ciclo di Iain M. Banks, il quale riesce sempre ad introdurci il suo particolare universo, con stili narrativi molto differente tra loro. Per essere fantascienza lo è senza dubbio, ma questo romanzo è votato molto al fantasy o quantomeno allo storico; le due diverse voci narranti che ci fanno compagnia durante la lettura descrivono un mondo di stampo medioevale molto arretrato, ma non per questo la sfida della Cultura è meno interessante o pericolosa. Più che sulla forza della storia, a tratti un po' noiosa e lunga, Banks punta il dito sull'aspetto psicologico e filosofico. Il dubbio da sempre presente nei suoi romanzi è cosa sia lecito o meno che faccia questa strepitosa e fantastica società dall'aspetto onnipotente. Deve intervenire? Deve solo osservare? Deve portare tutti sulla propria strada? Se vogliamo, tutta la struttura del romanzo è basata su tali interrogativi. Allora, il libro mi è piaciuto, ma sono sicuro che se non avessi letto quelli precedenti, neanche lo avrei voluto terminare, visto che se non conosciamo le basi di tutto ciò che viene prima, perde molto del suo significato. Non è quindi da leggere come un libro a se stante, a meno che non vogliate farvi del male. Se togliamo l'aspetto morale su descritto, la trama è semplice e forse anche troppo poco adatta a chi si aspetta un romanzo di fantascienza. D'altro canto però si ha una curiosità crescente nel ruolo che i due personaggi principali hanno all'interno della storia, che in principio è formata da due filoni che poi andranno ad unirsi. La semplicità con cui Banks riesce e farti entrare nel vivo, pur usando la prima persona (che io non amo molto) è davvero sensazionale, grazie anche alla brevità dei capitoli ed ai modi alterni per raccontare. Si legge bene, ma non veloce se non si adora il fantastico.

mercoledì 23 gennaio 2013

Juventus 1 - Lazio 1

Un pareggio, pericoloso quanto immeritato, non mi farà certo sprecare le belle parole pronunciate pochi giorni fa. E' vero, la partita poteva concludersi parecchio prima con una vittoria, se non schiacciante perlomeno ampia. Tante occasioni sprecate, ma non esattamente. Anche un po' di sfortuna, un palo nel deserto, un forse rigore come al solito non fischiato ed un paio di miracoli del miracolato Marchetti. Da parte della Lazio, quasi il niente, e per questo non fa paura. E' evidente quanto temano il confronto e come gli piaccia fare dell'anticalcio anche se questa volta un tantino meno evidente rispetto alla partita di campionato. Noi con diverse seconde linee, un Isla che sembra lontano dal poter fare la differenza un De Ceglie che dovrebbe pensare un po' all'oratorio, ma tutto sommato che facciamo la gara e subiamo un solo mezzo tiro in porta a cinque minuti dalla fine, che guarda caso va in porta. Vabbeh, il calcio è anche questo, aspettiamo il ritorno a Roma per vedere se si barricheranno nuovamente in difesa sperando nello zero a zero.

domenica 20 gennaio 2013

Seconda butese

Il mio cuore però appartiene a San Nicolao
Dopo la Prima butese ecco la seconda, come promesso. Avrei potuto, e forse dovuto, intitolare l'articolo "integrato a Buti" come tradizione vorrebbe visto che ormai sono tutto un buco con il paesello. Due visite in settantadue ore, praticamente inserito nella vita di tutti i giorni, potrei dire di essere uno di loro. Levataccia scongiurata grazie al perenne e sostenuto ritardo di gettons e galoppata lassù verso i monti, ormai la strada è conosciuta a menadito. Qualche deviazione visto che il centro del mondo prevede le vie di accesso chiuse a causa del famoso palio che guarda caso, proprio oggi viene corso. Ottimo pranzo a casa della nonna di Boo e poi giù a tifare per i colori giallo neri della contrada di San Francesco, anche se io comunque "tifo" per San Nicolao (tra l'altro con colori sociali bianco neri). Scopro poi che essere spettatori ha un costo di dodici euro (quello di Siena è gratis) e si entra nel vivo dell'azione. Qui ci sono più batterie: ognuna prevede la gara con tre contrade (in tutto sono sette). Il primo cavallo della prima e della seconda batteria va in finale, i due secondi invece in un'altra batteria dove partecipa la settima contrada (estratta a sorte). Per dati tecnici più precisi, rimando al libretto dell'istruzioni  ad una semplice ricerca su internet. Al di là della gara in sè, sempre a rischio a causa della pioggia, la cosa migliore è il clima umano che si respira, con i contradaioli_tifosi vera e propria forza motrice dello spettacolo. Clima ad ongi modo tranquillo e sereno, anche durante la fase finale della gara. Ha vinto San Rocco, che era una vita che non lo faceva, proprio come successe al Montone questa estate a Siena. Quindi porto bene, decisamente bene direi, alle piccole. Hey tu lettore che stai leggendo l'articolo e magari sei contradaiolo di una qualche fazione di una qualsiasi città e vuoi veder vincere il tuo cavallo dopo tanti anni, io mi metto a disposizione. invitami pure a tue spese e sarò presente. Dopo aver partecipato a questa manifestazione decidiamo di tornare verso casa, superando una tempesta di pioggia malsana e recuperando a Campiglia Lolleus e Portopiria che faranno un viaggio in stile Soffiantini.

Il Volto (1958)


Regia: Ingmar Bergman
Anno: 1958
Titolo originale: Ansiktet
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (7.7)
Pagina di I Check Movies

Se non fosse stato per un corso sul cinema  che sto seguendo, non solo non avrei conosciuto il film Il Volto, ma sarei restato nella quasi più totale ignoranza anche nei confronti di Bergman. Per me in effetti era uno sconosciuto e non faceva parte della mia povera cultura cinematografica. Ho così cercato di rimediare e nel giro di circa sette ore ho guardato due volte la pellicola. Se determinate cose possono saltare all'occhio anche di chi come me è alle prime armi o soltanto uno spettatore occasionale, altre vengo meglio esplicate grazie ad una conoscenza più approfondita del regista, dei suoi fil, e del suo background. Ciò che tutti sono in grado di vedere è la presenza di una sorta di dualismo tra realtà e finzione, da ragione e magia, grazie anche all'interesse mostrato per tutto il film sul volto. Bergman risalta l'importanza dell'arte nelle nostre vite e mette in mostra la porzione di vita che ognuno di noi passa immerso nella finzione che altro non è che una forma d'arte, sia come spettatore che come attore. Inoltre mette in dubbio l'onore del riconoscimento: il pubblico ama ed acclama la maschera, il personaggio, non tanto il volto comune appartenente a chi si prodiga per lo spettacolo. Il dottor Vogler (Max von Sydow) è misterioso e carismatico grazie al suo ruolo imposto, ma una volta smascherato resta un comune attore intento a fare cassa. Anche in questo caso vediamo quindi la dualità dei due volti dell'arte, così come nei personaggi della nonna e dell'imbonitore, l'una che rappresenta la vena sentimentale, l'altro il mero atto commerciale e pubblicitario, due facce della solita medaglia. Anche i personaggi secondari hanno una loro valenza metaforica: la speranza di credere nella magia e nell'occulto (il console), il potere istituito prepotente ed ottuso (il capo della polizia) e la ragione incredula (dotto Vergerus). Il teatrino, spesso accompagnato da marcette musicali, segue fasi drammatiche che poi sfociano nel grottesco quasi raggiungendo punte di horror. Tutta finzione certo, voluta ed acclamata. Un film da apprezzare e studiare, senza prenderlo alla leggera.

Juventus 4 - Udinese 0

Se le prendi alla leggera e fai lo stupido puoi perdere, se giochi maluccio e con le palle mosce non puoi lamentarti di un pareggio , ma quando tiri fuori rabbia e grinta puoi permetterti di avere alcune seconde linee in campo e massacrare gli avversari con un netto quattro a zero. Non sono d'accordo sul fatto che sia andato tutto perfetto, ma di Barcellona ce ne è uno solo e quindi va anche bene se Giovinco non finalizza o se De Ceglie non è Marcelo. D'altra parte con un Pogba in queste condizioni c'è bisogno del top player? Già lui a diciannove anni sembra poter divenire un fenomeno del centrocampo. Aspettiamo e vediamo, ed intanto godiamocelo. Così come ci godiamo la ripresa della tranquillità. Essere primi è importante, ma stare bene di testa e credere nei propri mezzi lo è di più. Sulla Lazio è tornato tutto come due settimane fa, e per il Napoli attendiamo domani con la gara di Firenze. L'importante è non abbandonare le proprie convinzioni e sapere che siamo i più forti del campionato. Mi raccomando, continuate a salutare la capolista.

sabato 19 gennaio 2013

Prima butese

Il vecchio leone è tornato
Prima perchè forse domenica sarà la seconda no stop a Buti. Tornava troppo comodo: gettons da raccattare a Pisa e cena da fare con Squama. Quindi la si fa. Proprio nei giorni ante (o pre) palio (o corsa dei cavalli). Per raggiungere Buti servono due sole cose: un navigatore satellitare e l'istinto innato dei lupi della steppa. Se una di queste viene meno, puoi ritrovarti a Bientina, Calcinaia, Cascine... Ma non a Buti. Ad ogni modo avendole entrambe riesco a randevouzarmi nella tana del vecchio leone, con lui e la bimba di nonna Catia (e anche sua, dice, anzi insiste). Breve giretto in paese giusto per integrarmi. Janne uno di voi, uno di Buti. A breve potrei prenderci la residenza o la fissa dimora, tanto che simpatico un signore passante mi saluta allegramente scambiandomi per non so chi. Ormai sono uno di loro, e se non fosse per la mancanza della sciarpa da contrada potrei crederci anche io. Giro di aperitivi, cena, partita a Ruzzle che mi vede trionfare, alcune chiacchiere e l'idea geniale: anche Squama può far parte della missione per recuperare gettons e boo all'aeroporto. Così lasciate le due donne di casa (fuori anche loro a fare la bella vita da contrada) ecco che l'uomo (peloso) vive. Arriviamo con Molly (partecipante della gita ai Parchi) per il recupero e ci diamo alla pazza gioia. Non posso divulgare cosa è accaduto in assenza di Catia, lo ho promesso. Però c'erano tantissime bevute, tantissime ragazze, tantissime tentazioni. Il vecchio leone è tornato!

mercoledì 16 gennaio 2013

The Core (2003)


Regia: Jon Amiel
Anno: 2003
Titolo originale: The Core
Voto: 5/10
Pagina di IMDB (5.3)
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Dai state seri. Il mondo sta per finire improvvisamente perchè con un'arma segreta hanno fermato il nucleo della Terra, che ha smesso di girare. Boia te. L'unico modo per salvarlo è costruire una super nave che fori chilometri di roccia grazie ad un potentissimo laser e che faccia ripartire il motore del nostro pianeta grazie ad alcune bombe atomiche. Deh e che ci vuole? L'importante è che nella nave_missile si portino anche tre pagliuzze così se c'è da decidere chi si sacrificherà per il bene dell'umanità potranno farlo in modo semplice e veloce. Una boiata colossale insomma, ma c'era da aspettarselo: è ciò per cui è stato costruito il film, con scienziati eroi, hacker dall'aria imbecille, una pilota strafica... Cioè, tutti ingredienti da botteghino. Poi anche alcuni effetti speciali, che forse piacciono o forse no. A me sinceramente no. Dialoghi ridicoli e ridotti all'osso. L'unica cosa buona è l'azione che non manca, e per coloro che apprezzano il genere apocalittico possono vedere Roma disintegrata da una pioggia di fulmini. Tutto fatto al computer ed oggi ti accorgi dei limiti, forse dieci anni fa meno.Però tutto sommato vai avanti perchè sei curioso come un criceto in gabbia e vuoi vedere questo nucleo, passando per cristalli giganti e formazioni di diamanti. Una storia che potremmo aver letto ed apprezzato in romanzi di altri tempi, ambientata ai giorni d'oggi, senza nè arte nè parte. Contenti voi che lo avete visto e vi è piaciuto, io sospettavo qualcosa, ma pensavo fosse gestita meglio la faccenda. Sì, ok me la sono cercata, ma almeno ho visto salvare il mondo. Grazie ragazzi, di cuore.

lunedì 14 gennaio 2013

The Bourne Legacy (2012)


Regia: Tony Gilroy
Anno: 2012
Titolo originale: The Bourne Legacy
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (6.7)
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Guardando alcuni trailer (di sfuggita) mi ero accorto che tra gli attori non ci fosse più Matt Damon e dentro di me non ero molto contento, credendo si trattasse di un altro proseguo della saga di Bourne. Invece e per fortuna, si tratta di uno spin off legato sì alle storie precedenti, ma con un soggetto differente: Aaron Cross interpretato da Jeremy Renner. L'universo in cui si muove è il solito e fugge dal complotto proprio come faceva Jason nei precedenti capitoli. La pellicola, nonostante di sia di buona fattura, risulta quindi senza spina dorsale. Alcune scene, come gli inseguimenti a Manila per le strade o quelle della fuga sui tetti sembrano assomigliare troppo a quelli già visti ed apprezzati soprattutto in The Bourne Ultimatum. Ad ogni modo la regia è affidata a Tony Gilroy, già sceneggiatore di tutti gli altri film. Azione ed adrenalina continuano a non mancare e sono gli ingredienti principali, abbiamo scontri corpo a corpo più brevi e lo scenario non è più l'Europa. Di sicuro non ci stanchiamo e vediamo con piacere anche questo (quasi) quarto capitolo che risulta un po' forzato ed irreale, ma ben costruito grazie a vari punti di contatto con la saga originale. Da apprezzare la presenza abbastanza massiccia, ma secondaria di Edward Norton che alza il volume degli interpreti e del cast. Non è un must, ma una buona prova corale che si lascia apprezzare incondizionatamente.

domenica 13 gennaio 2013

Parma 1 - Juventus 1

Ci sono domeniche insulse che quando piove sei anche un po' contento, così resti a casa a guardare la partita senza bisogno di una scusa troppo elaborata. Poi però forse era meglio se dal Bucciantini ed alla Conca d?oro ci s'era andati un po' prima. Tanto se devi startene a veder buttar via occasioni e punti preziosi, rischi di farti venire il fegato cattivo. Da più otto a più tre in due giornate... Come inizio dell'anno non c'è male. Tanti errori, soprattutto a centrocampo e personaggi che passeggiano come comparse, senza un minimo di personalità. Ecco cosa c'era oggi. Eppure la Juve se guardiamo i numeri sembra aver creato e magari lo ha anche fatto. Ma non ci basta, non perchè siamo schizzinosi (o choosy come va di moda dire adesso), ma perchè siamo abituati a vederli giocare meglio, più cattivi, più grintosi, più cinici. Certo, gennaio e febbraio, son sempre stati periodi leggermente sotto tono, ma se hai mille punti di vantaggio non puoi buttarli nel cesso con Sampdoria e Parma. Dai, ma si scherza per davvero? E qui non c'era niente da dire eh. nessun rigore, nessun fuorigioco, nulla praticamente. n casa o in trasferta non importa, dopo la sconfitta di domenica scorsa serviva una vittoria squillante. Vittoria che non c'è stata, nonostante il vantaggio conquistato. Avanti per la prossima.

Paradiso Amaro (2011)


Regia: Alexander Payne
Anno: 2011
Titolo originale: The Descendants
Voto: 5/10
Pagina di IMDB (7.4)
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Per essere un film drammatico tendenzialmente pessimista è forse recitato in maniera un po' troppo leggera. Soprattutto da George Clooney che non riesce a trasmettermi le emozioni che dovrei recepire. Pessimista appunto, ma senza calcare la mano con il risultato che in alcuni casi non è chiaro se si voglia fare un po' di commedia o ci siano veramente dei limiti interpretativi e di sceneggiatura. Sia chiaro, niente di drastico o che faccia gridare allo scandalo, ma vista la situazione venutasi a creare mi aspettavo qualcosa di diverso. Il protagonista è un ricchissimo proprietario Hawaiano che si ritrova con la moglie in coma e due figlie da gestire. I rapporti in famiglia non erano tra i migliori, visto che viene a sapere che veniva tradito da un po' di tempo. Situazione strana ed imbarazzante, con in mezzo anche le figlie, una di dieci e l'altra di diciassette. I toni con cui viene affrontata l malattia sono leggerissimi, per il mio modo di pensare. Sarà che ho una nonna da qualche giorno in ospedale e la nostra attenzione è totalmente concentrata su questo, ma nel film non c'è quasi nessun tipo di attaccamento emotivo. Sembra che tutti se ne freghino (al di là del fatto che cornificava il marito ed aveva litigato con la figlia maggiore) e la pellicola prosegua per inerzia. Tutta la trama resta curiosamente originale e prosegue bene, ma nessun picco verso l'alto La figura odiosa del fidanzato mezzo scoppiato ci sta come il cavolo a merenda. Realismo? No, solo un fattore di disturbo da prendere a randellate dall'inizio alla fine. Se devo dire la mia, e la dico, non mi ha entusiasmato molto, ma neanche è risultato stancante. Acerbo e differente dal mio modo di pensare, ma guardabile a metà tra una commedia nera mal riuscita ed un film drammatico dai toni fievoli.

The Help (2011)


Regia: Tate Taylor
Anno: 2011
Titolo originale: The Help
Voto: 7/10
Pagina di IMDB (8.0)
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Ecco un film storico e drammatico fatto veramente bene, con una trama per niente faziosa e che colpisce, lascia il messaggio. Tralascio la carrellata di premi e nomination ed aggiungo la mia personale esperienza di visione. Di solito non vado matto per questo genere di pellicole, anche se quelle ben fatte, mi son sempre piaciute. La storia si svolge nello stato del Mississippi (USA) negli anni sessanta e tratta della condizione delle domestiche di colore all'interno delle famiglie bianche benestanti. Sebbene non ci sia alcune forma di razzismo violento, ciò che resta impressa è la normalità con cui determinati atteggiamenti sono consolidati. Forse oggi è impensabile immaginare una situazione di questo tipo, ma si fa anche fatica a ricordare che non si parla di mille anni fa. Siamo negli Stati Uniti, non nel Laos!!! Possiamo storcere il naso e dire che a distanza di mezzo secolo le cose non sono cambiate poi molto, l'odio e le differenze ci sono ancora, ma per fortuna non in maniera così accentuata tanto che in alcune parti del film mi chiedevo "ma era davvero così?" . Nono sono un ingenuo e mi piace pensare di avere basi culturali che, almeno in teoria, scansano ogni idea di razzismo, so che non tutti ragionano allo stesso modo e non pretendo che il mondo vada da sè in una direzione che ritengo sia quella giusta. Eppure guardando il lavoro di Tate Taylor (basato sul romanzo di Kathryn Stockett) si può restare un po' smarriti se non increduli. Punto di forza della pellicola, oltre all'ottimo lavoro di tutto il cast, è a mio avviso il sottolineare il circolo perbenista della società. Abbiamo infatti giovani, arroganti, impreparate e viziate madri di famiglia che si autocelebrano. Da una parte raccolgono fondi ed organizzano feste di beneficenza (per i bambini africani, che di sicuro non sono bianchi) dall'altra hanno paura a toccare un'inserviente di colore perchè può portare malattie... Bieca ed inutile ignoranza. Ma non finisce qui: le contesse si beano nei loro castelli e ghettizzano chiunque è "differente" e non importa più il colore della pelle. L'importante è fare gruppo, la scalata sociale, ciò che gli altri vedono che tu sia. Ed il resto è pura prepotenza e vigliaccheria. Dal film questi aspetti trasudano in maniera molto forte, sebbene i toni pacati e modesti con cui ci viene raccontato questo scorci del secolo passato. Da vedere ed apprezzare.

sabato 12 gennaio 2013

Niente Da Nascondere (2005)


Regia; Michael Haneke
Anno: 2005
Titolo originale: Cachè
Voto: 4/10
Pagina di IMDB (7.3)
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Non per fare polemica, ma si tratta davvero di uno strazio. Se vuoi dirigere un thriller (povero di contenuti) sei magari costretto a fare il ganzo con tecniche che fanno applaudire gli intenditori. Giusto una cosa per fare l'alternativo, ma massacrarti le palle per quasi due ore di film. In cosa consiste la ganzata di Haneke? Nel riempire la pellicola di scene a telecamera fissa, tanto lunghe quanto tediose. Ok, c'è anche una sorta di recitazione molto naturale e realistica, da vita comune, che dimostra un certa dota degli attori. Ma per cosa? Per raccontare una storia che è ridicola ed inconcludente? E dove sarebbe la tensione, la curiosità che si scatena o l'attendere il prossimo passo? Un matto filma con la telecamera la facciata di una casa e spedisce le cassette al proprietario. Poi  filma mentre questo parla agitatamente con chi crede (ed è probabile che sia lui) che fa il filmato... Wow... E lo spettatore sta lì per caso a domandarsi il perchè? Sta lì a domandarsi il per come? No, sinceramente non mene frega nulla. Poi la storia è assurda fin dalla nascita. Uno screzio tra bambini di sei anni, una vendetta che termina con un suicidio solo per far sentire in colpa (ma di cosa?) l'altro... E ancora telecamere fisse, fermi immagine... Nulla di nulla. E magari qualcuno si sfrega le mani dicendo che è un capolavoro, che è arte... Sì, mettetela da parte, come tutto il film, e provate altro.

giovedì 10 gennaio 2013

Juventus 2 - Milan 1

Anche questa è fatta. Ed anche questa me la son persa quasi tutta. Il secondo tempo lo ho sentito penosamente ed in gran parte alla radio. I commentatori si facevano bellamente i fatti loro. E non si capiva quasi nulla. Arrivo di corsa a casa ed il risultato non cambia: i commentatori della RAI tv erano cugini di quelli della radiocronaca... Insopportabili. Comunque veniamo alla partita. Juve con alcune riserve e Milan idem, anche se per i rossoneri non c'è molta differenza... Trovo un po' di morti che camminano tipo lo svizzero che poi verrà sostituito ed i nemici di Milano che tentano un assalto. Alcuni brividi, ma niente di più. Se devo dire di aver visto una bella partita o anche qualcosa di interessante, sarebbe una bugia. Qualcosa di meglio nei supplementari, ma niente di trascendentale. Il succo però è che abbiamo vinto, siamo passati e loro no. Ora diranno che non è importante... Già che la giocano a fare allora? L'importante è vincere, andare avanti, poi si vedrà. Intanto ci siamo, belli o brutti a giocare. Ed hanno segnato due attaccanti.

mercoledì 9 gennaio 2013

Profondo Rosso (1975)


Regia: Dario Argento
Anno: 1975
Titolo originale: Profondo Rosso
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (7.6)
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Profondo Rosso è uno dei film horror per eccellenza, ma se lo guardiamo con poca attenzione convinzione oggi, una delle cose che fa più paura è la scenografia, alquanto penosa e che non passa certo inosservata. La location della pizza con la fontana, soprattutto ad inizio film è quasi tragica, con il bar sullo sfondo che sembra un quadro di Hopper. Spesso poi gli attori sembrano recitare in teatro, su di un palco, non solo a causa del fatto che il film sia girato in inglese e poi doppiato (non benissimo a mio avviso) in italiano, ma proprio come postura e come atteggiamenti. Visto con gli occhi di oggi queste cose fanno un po' ridere, e potresti pensare ad una produzione degli Asylum. Beh ma Profondo Rosso è qualcosa di più esaltante: in sè è un thriller a sfondo horror, che fa da apripista a molti altri lavori che ci hanno visto tremare. La prima volta che lo guardai ero un bambino e la scena dell'ascensore, seppur macabra e violenta non raggiungeva il pari con quelle in cui compaiono bambole e manichini. Quelle sì che sono terribili, ed il tutto è accompagnato dalla splendida ed inquietante colonna sonora dei Goblin. La musica è un fattore determinante per il successo della pellicola: oltre al famoso motivetto, ogni scena di un certo rilievo è accompagnata dal progressive rock che ti anticipa e ti espone cosa sta per accadere. La trama è più complessa rispetto a tante altre opere (ad esempio Halloween di Carpenter) di quell'epoca (ricordo che siamo nel 1975, quindi da valutare il tutto con occhi di quaranta anni fa) ed inoltre anche le scene violente, non sono soltanto immaginate. Il sangue, profondo rosso, è una costante, che tutto sommato alleggerisce certe situazioni. Quando si vede il sangue il momento topico della scena è giunto al termine, segna la fine dell'attesa, vera e propria forza motrice del film. L'aspettarsi il peggio, il sapere che deve arrivare, senza conoscere dove guardare e da cosa proteggersi. Un grande film che tramuta il giallo in rosso con estrema facilità, e che sarà poi preso come base e spunto per i fan del brivido di tutto il mondo.

martedì 8 gennaio 2013

Fotocamera vintage su Etsy

Poco prima di Natale ho trovato per caso su Wired un articolo riguardante "mercatini online"... Qualcosa di diverso da solito Amazon o da eBay. Il sito in questione si chiama Etsy e visto che aveva un'app per Android pronta all'uso, ho deciso di guardarlo un po'. Non conoscevo e non avevo mai sentito parlare di questo servizio che in pratica espone vetrine di artigianato o di prodotti vintage. Insomma, qualcosa di specializzato in oggetti che non sempre sono facili da trovare. Navigando abbastanza velocemente e con poca attenzione tra le sue pagine ho deciso di provarlo e vedere se fosse valido o meno. Ho puntato così una vecchia macchina fotografica della Kodak: la Brownie Camera Six-20 Model C. Non mi intendo di fotografia ed anche in questo caso sapevo di cosa si trattasse. Ma il prezzo sembrava onesto (18 dollari più 16 per la spedizione da Bath, Regno Unito) quindi per una prova poteva andare più che bene. In casa poi ho oggetti un po' datati e vintage come una vecchia radio la macchina da scrivere Olivetti o i primi Motorola di un tempo. Non avrebbe sfigurato. Oggi, attraverso Poste Italiane, la consegna del pacco, non velocissimo, ma considerando le feste di mezzo va anche bene. L'oggetto in questione è un prodotto della Kodak che andava nel dopoguerra e la forma è quella di una scatola (box appunto in inglese) costruita in lamiera. Dal punto di vista tecnico prevede un tempo di scatto di un cinquantesimo di secondo e l'obiettivo ha un'unica lente con focale di 90 mm. Come avrete capito non usa schede SD per archiviare le foto, ma una pellicola 620 (le 120 sono adattabili) o anche 35mm. Magari un giorno proverò con l'amico Timewalk qualche effetto da lomografia. Intanto sarà semplice oggetto da arredo.

lunedì 7 gennaio 2013

The Bourne Ultimatum - Il Ritorno Dello Sciacallo (2007)


Regia: Paul Greengrass
Anno: 2007
Titolo originale: The Bourne Ultimatum
Voto: 7/10
Pagina di IMDB (8.1)
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Così su due piedi, andando a memoria, non ricordo molti terzi episodi di una saga che siano migliori di questo. Paul Greengrass fa un lavoro certosino inserendo The Bourne Ultimatum alla perfezione all'interno degli altri due film su Jason Bourne. Molti tasselli si inseriscono al posto giusto e riempiono vuoti appositamente lasciati nella storia. Adesso tutto quadra, tutto va per il verso giusto. Ed ancora una volta una delle storie di spionaggio più avvincenti si contorce su se stessa tra varie città europee. L'azione è tantissima, da capogiro, così come gli inseguimenti (a piedi, in macchina, in scooter) e le scene di lotta. Ogni cosa è altamente curata e sebbene ce le sparano in dosi massicce non stancano e non annoiano. Potrebbe sembrare qualcosa di già visto e ripetuto, invece non è così. Siamo di fronte ad una spinta di adrenalina pura caratterizzata da una fotografia ben sistemata e messa a punto, una scenografica che non lascia niente al caso e musiche al punto giusto. Se in The Bourne Supremacy Matt Damon era solo, l'unico a tenere le redini del gioco, adesso hanno riprovato ad affiancargli (con successo) un'altra compagna: Julia Siled già vista come personaggio minore in precedenza. La mossa come dicevo è azzeccata perchè l'attenzione non è monopolizzata da un singolo attore. Dall'inizio alla fine quindi procede tutto secondo i piani con un montaggio frenetico, ma chiaro che ti porta dritto dentro l'azione e non ti lascia andare per tutta la durata del film. La qualità video del bluray è eccelsa, così come quella audio che con un impianto performante ti fa vivere tutto in prima persona. I contenuti extra sono minori rispetto ai dischi precedenti, ma meglio organizzati. Tra parentesi la durata in minuti. Oltre al commento interattivo della regia abbiamo:

- Scene eliminate (12)
- Un uomo in azione: Jason Bourne (24)
- Inseguimento sul tetto (6)
- Pianificare i pugni (5)
- Scuola guida (3)
- Inseguimento a New York (10)

Rocky III (1982)


Regia: Sylvester Stallone
Anno: 1982
Titolo originale: Rocky III
Voto: 5/10
Pagina di IMDB (6.4)
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Continua la saga di Rocky con questo terzo capitolo, decisamente il più debole e scarso visto fino ad adesso. Inizia nel solito canonico modo, partendo dalle scene finali di Rocky II. Questa volta si accontenta di tre minuti, invece che cinque, e sono più che sufficienti per chi vuole entrare nel vivo dell'azione. E' certo che mancano un po' di idee per sfruttare la drammaticità della storia e Stallone basa quasi tutto il film sulla vita sportiva del campione piuttosto che sulla sua figura di uomo come avevamo visto in passato. Il primo indizio è dato dal fiacco e penoso tentativo di creare un combattimento con un campione di lotta (Hulk Hogan). Ma che ci sta a fare? A che serve? Sfiora il ridicolo e non porta niente all'economia del film se non a occupare minuti preziosi. Già perchè la metamorfosi di Balboa è stata netta in questi anni, e si poteva puntare ancora una volta alla sua figura piuttosto che aggiungere incontri. Se si va avanti nel proseguo della sega lo si fa per inerzia, viste le buone premesse passate. Oltre a questo ben due incontri con Mr T. aka Clubber Lang. Insomma si poteva fare meglio e di più. Il resto segue lo standard già visto: allenamenti, allenamenti, allenamenti. Di estremamente positivo a mio avviso ci sono due cose fondamentali: Eye of the Tiger dei Suvivor nella colonna sonora che è divenuta un must nelle cassette in macchina e la crescita spaventosa del personaggio di Adriana (non chiamatela Adrian per favore) che parla, prende voce, consiglia e guida Balboa. Dispiace appunto che poteva essere improntato su altri aspetti differenti dai meri incontri sul ring. Versione bluray? Che ve lo dico a fare: nessun contenuto extra.

domenica 6 gennaio 2013

Juventus 1 - Sampdoria 2

No, non c'è alcun errore nel titolo. La Juve ha proprio perso in casa contro una Sampdoria da zona bassa della classifica. E per di più lo ha fatto in undici contro dieci dal trentesimo del primo tempo ed in vantaggio per una rete a zero. Il bello (o il brutto) del calcio è anche questo. può succedere di tutto. Non starò ad elemosinare sugli errori arbitrali (due rigori netti non dati a favore dei bianconeri, di cui uno con espulsione) come ha fatto Stramaccioni, ma è anche bene ricordare cosa accade. Già perchè in due partite di seguito siamo giù a quattro tiri dal dischetto negati.  Ma al di là questo guardiamo avanti, guardiamo al fatto che il tesoretto accumulato fa comodo e che restiamo primi in classifica con un bel distacco di cinque punti sulla Lazio (che ieri ha ricevuto qualche fovorino arbitrale giusto per rendere il campionato più interessante). Guardando oltre a tutto ciò, del resto gli errori ci sono ovunque e sempre, bella figura di merda da parte nostra. leggerezza e partita in tasca, Buffon che fa due cappellate su due ed un attacco che mai impegna sensibilmente il portiere Romero. Qualche infortunio ed alcuni rimaneggiamenti, ma niente di preoccupante o temibile. Solo figura da arroganti che si son alzati con il pancino pieno di panettone, ma si meritano un po' di carbone da parte della Befana. Un po' più di cattiveria ci vorrebbe specie se giocatori come Pirlo passeggiano per il campo (non gratis) e fanno i leziosi. Le giochesse vanno bene, ma almeno fatele a risultato acquisito. Speriamo nella prossima.

Edison City (2005)


Regia: David J. Burke
Anno: 2005
Titolo originale: Edison
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (5.2)
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Un buon film che non esagera. Curiosa l'idea di ambientarlo nella Edison City distopica che avrebbe potuto essere una qualsiasi altra cittadina in cui le forze dell'ordine prendono il sopravvento e fanno parte di un più ampio complotto in cui la corruzione arriva ai massimi livelli ed ai massimi vertici. Buono tutto il cast che comprende Morgan Freeman, Justine Timberlake, Kevin Spacey ed LL Cool J. Ognuno riesce ad entrare nella sua parte senza strafare, forse quello più sottotono è Spacey che tutto sommato non ha una parte di grande rilievo. La trama suscita il giusto interesse nel pubblico ed è alimentata di tanto in tanto da scene forti e rocambolesche, inseguimenti e sparatorie a tutto tondo. Il mix tra azione e thriller puro risulta ben riuscito. Un po' scontato e troppo buonista il finale, che si risolve abbastanza bene ma non frettolosamente. Ciò che piace di più è il livello di oppressione e di resa che può trasudare, e sebbene possa essere un film da statuetta (neanche per errore) la visione risulta piacevole. Molto buono tra l'altro il comparto audio sia relativamente agli effetti che alle musiche scelte. Se si poteva fare di più avremmo avuto altre pretese.

sabato 5 gennaio 2013

Lockout (2012)


Regia: James Mather & Stephe St. Leger
Anno: 2012
Titolo originale: Lockout
Voto: 4/10
Pagina di IMDB (6.1)
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Lo ha scritto o è basato su di un'idea di Luc Besson ed il fatto non è irrilevante. Infatti lo ho guardato credendo che il suo zampino fosse una zampata. Invece si tratta di un film che definire ridicolo e senza spina dorsale risulta più che giusto. Già dalle prime scene ho pensato, che sei hai a disposizione un budget alto per gli effetti speciali è l'ora che tu inizi ad usarli decisamente meglio questi soldi. Se invece il budget è limitato devi accontentarti senza dover per forza strafare. Ora non so quale sia il caso qui, ma la scena dell'inseguimento in moto è una delle più penose che abbia mai visto. Tutta in un digitale che anche un bimbo delle elementari si accorge che è finta. La scenografia si salva successivamente con la location all'interno della prigione spaziale, ma poteva benissimo essere girata ovunque. La trama è forzata ed irreale e cosa che fa ancora più rabbia è il fatidico colpo di scena finale, con l'arresto del cattivo che era un finto buono. Boia, credibile? Zero. Altra cosa ridicola è il ritrovamento della valigia tramite pseudo indizi raccontati da un demente che balbetta. Simpatico, si fa per dire, come la regia abbia provato a dare un senso di intrigo da thriller per scatenare la curiosità di noi poveri mortali seduti ed imprigionati sul divano. Niente da fare, bocciato in quasi tutte le materie. Poi ovvio, il film si lascia guardare, l'azione non è da buttar via e l'(anti)eroe pur antipatico come una spinta al buio dalle scale, sa il fatto suo e può essere considerato un buon lottatore noir. Ma se avete un dubbio se guardarlo o meno, restate nel dubbio.

XBMC, che passione!

Dopo aver provato per una giornata XBMC per Windows ho deciso che era la situazione fosse matura per il dual boot con la versione XBMCbuntu. Visto che già da un po' di tempo siamo alla Release Cadidate, e da poco alla versione 3, ho scelto di osare ed andare sulla 12.0 Frodo. Si inizia con il download dell'immagine e la ricerca di una pennina USB. Eccoci quindi a renderla bootabile con UNetbootin , e far partire l'installazione. E' doveroso modificare nel BIOS il boot predefinito altrimenti non parte l'installazione dopo il riavvio. Quando sembra andare tutto ok ecco il primo tragico imprevisto: non mi permette, per motivi del tutto ignoti, di affiancare la Live a Windows 7: il software di partizionamento non dà segni di vita. Allora si va manualmente e sembra di essere in una giungla. Dopo ore e ore di prove, telefonate, ricerche, tesi e studi di settore, parte ed installa il tutto. Imposto password e nome utente e dico chiaramente che non vengano richiesti all'avvio. Tutto ok. XBMC parte ed ovviamente non è quello che conoscevo ed a cui ero abituato millenni fa con la prima Xbox. E' qualcosa di estremamente elegante, ma che di primo acchito non ha nulla di veloce e funzionale. Decine di addon, plugin e programmini mettono solo confusione, considerando il fatto che si punta molto sull'aspetto grafico. Dopo i primi settaggi (avevo già dimestichezza dal pomeriggio) creo i collegamenti con il NAS (consiglio il protocollo SMB piuttosto che UPnP soprattutto se si vogliono usare i proper per la ricerca informazioni e per ascoltare i FLAC in maniera veloce). Inizialmente ovviamente ero andato sull'altro protocollo. Una volta organizzati gli archivi ed infamato MyMovies.it perchè non sempre ha il server disponibile eccoci pronti ad avere il proprio cinema. Qualche piccolo ritocco l h' dovuto fare anche per far sì che in automatico l'amplificatore tenesse il flusso audio che gli viene mandato dai contenuti video e per avere invece i contenuti audio sempre in stereo. Già perchè di defalut ti manda le tracce della musica su tutti i canali di cui disponi. Per adesso è molto "pulito" senza skin particolari o plugin strani, mi prendo un po' di tempo per provarli. Una noia mortale è data invece dal fatto che una volta sì ed una no, all'avvio non parte la splashscreen, ma mi appare il fastidioso prompt di comandi che mi chiede nome utente e password. Si alterna proprio: una volta sì e l'altra no. Mah, le stranezze di Linux...

venerdì 4 gennaio 2013

Tastiera Rii Mini Elegance

In questi giorni arriva tutto in anticipo per fortuna. Quindi se ieri ho montato l'HTPC oggi è arrivata l'attesa mini tastiera wifi della Rii Touch  http://www.riitek.it/ (aggiornamento da commento) che si trova anche su Amazon ad un prezzo purtroppo maggiorato rispetto ai distributori inglesi. Il consiglio è arrivato da gettons che l'ha già provata e testata quindi ho deciso di fidarmi. E' veramente piccola, come potete vedere dalle foto ha la struttura di un telecomando dalle dimensioni ridotte. Nonostante questo risulta molto funzionale e specie se abituati a scrivere con le tastiere virtuali degli smartphone, non si fa fatica a scrivere correttamente. Funziona tramite una connessione wifi a 2,4 GHz ed il segnale viene preso bene anche a lunghe distanze: la mia sala ha un lato di circa nove metri e da un capo a l'altro (non che ci sia la necessità) riesce a funzionare. Dice che funziona addirittura fino a trenta metri. Occhi di falco... E' quindi dotata di un connettore ad infrarossi inserito nel connettore USB ed è molto il comodo il fatto che nella parte posteriore ci sia un apposito vano per poterlo inserire quando non è in uso. Così non si rischia di avere niente a giro. La batteria al litio si ricarica tramite un cavo USB - Mini USB (purtroppo non micro come quasi tutti i prodotti che ho). Nella parte sinistra ha un touchpad che funge da mouse e può essere usato con il dispositivo posto verticalmente piuttosto che in orizzontale. Attraverso un pulsante posto sul lato inferiore si attiva anche il puntatore laser, utile per presentazioni o per far giocare il proprio gatto. Un'altra comodità sta nel fatto che può essere attivata la retroilluminazione dei tasti, così anche al buio, cosa assai probabile per l'utilizzo che ne farò, è possibile utilizzarla al meglio. Ovviamente può essere usata anche sul Nexus 7 grazie ad un cavo OTG. Dopo un paio di prove sono riuscito ad attivare anche i tasti funzionali in XBMC non capendo perchè alla prima non li riconosceva. Su Windows tutto ok.

giovedì 3 gennaio 2013

HTPC da salotto

Finalmente ce l'ho fatta. Erano anni che pregustavo l'arrivo di un HTPC (Home Theater PC) per home 2.0 e dopo tanto tempo mi sono deciso. Adesso eccolo lì, bello pacioccone e cubico accanto all'Onkyo . Mi serviva qualcosa di relativamente piccolo e funzionale per gestire al meglio tutta la parte audio video del sistema ed ho optato per un oggetto dalle dimensioni ridotte, ma con caratteristiche di tutto rispetto per l'home video. I dubbi iniziali hanno sempre riguardato l'acquisto di un prodotto già finito dal costo totale più contenuto come ad esempio Xtreamer 2 Ultra Deluxe , Asrock Nettop HTPC o Asus eeeBox , ma c'era il rischio di restare legati a qualcosa di poco espandibile o che non avesse appagato appieno le mie necessità. Così l'idea di puntare su di un assemblato che potesse soddisfarmi  La scelta del case è ricaduta su Itek Ncube, (link su Amazon) un mini ITX con alimentatore da 200 watt incluso. Esteticamente è ciò che preferivo rispetto alla concorrenza, sia per le dimensioni che per la forma ed il colore. Inoltre i due slot per USB e le uscite per cuffie e microfono sono comode e be distribuite sulla parte superiore. La scheda madre doveva essere delle dimensioni giuste per poter essere ospitata e la scelta non è stata molto agile, almeno in principio. Sono andato su Asus con la P8H77-I (link su Amazon) che è adatta ai Mini ITX ed ha uscite USB 3.0, HDMI e audio ottica. Per il processore ovviamente Intel, ecco Core i3-3220 (link su Amazon) che permette prestazioni di un certo livello sia per i contenuti video sia per lanciare in estrema semplicità applicativi o giochi. Ho puntato quindi anche ad una scheda video dedicata Nvidia GeForce GT 620 con 2 GB di RAM (link su Amazon) che pur essendo ampiamente sovradimensionata per la semplice visione di contenuti audio video è quasi corretta anche nella direzione ludica. Non sarà un mostro di potenza ed efficienza, ma mi permette di vivere tranquillo qualora volessi operare anche sul lato gaming, senza strafare. Aggiungiamo 2 banchi da 2GB di RAM DDR3 a 1600 che ora le tirano dietro e manca solo la memoria di massa. Per silenziosità, efficienza, velocità ho puntato su un OCZ Vertex 4 da 128 GB (link su Amazon) che vanta prestazioni davvero esaltanti. Ringrazio poi Essebiesse Shop per l'assistenza ed il montaggio.
Se un'idea era quella di puntare al suo uso esclusivo per quanto concerne la visione dei film grazie ad OpenElec oggi mi è balenato in mente di far convivere Windows e XBMC, il mio primo amore in fatto di media player. E per il resto poter anche usare il browser, e utilizzare all'occorrenza programmi o giochi (chi ha detto emulatori?). Insomma la versatilità del prodotto è da non sottovalutare. Nei prossimi giorni mi adopererò a fare numerose prove, in attesa tra l'altro della mini tastiera.