sabato 28 giugno 2014

Stefano Benni - Di Tutte Le Ricchezze


Autore: Stefano Benni
Anno: 2012
Titolo originale: Di Tutte Le Ricchezze
Voto: 2/5
Pagine: 205
Pagina diAnobii
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Trama del libro e quarta di copertina:

Martin è un maturo professore universitario che si è ritirato in campagna: la solitudine è mitigata dalla compagnia di un grande cane nero, Ombra, che non diversamente dagli altri animali del bosco, ha il dono della parola. Martin gode di quella stagione della vita che "ti permette di desiderare senza prendere, di ammirare senza sfregiare, di soffrire senza far male ad altri". Si è riconciliato con il passato, e impara a convivere con i vuoti del presente e con la nostalgia per il figlio. In questa disposizione d'animo lo coglie, di sorpresa, l'arrivo di una coppia che viene a vivere non lontano da lui: un pittore e mercante d'arte in fuga dalla città e Michelle, la sua bellissima e biondissima compagna. La giovinezza di Michelle lavora nell'immaginazione, nei sensi e nel cuore di Martin non meno di quanto lavorino la leggenda della ragazza del lago (una vecchia storia che gira fra gli autoctoni e accende di lampi magici il respiro della natura) e i versi del Catena (il poeta folle di cui Martin è uno dei più autorevoli studiosi). L'apparizione di Michelle gonfia di vento pensieri, speranze, orgoglio virile. Il cane Ombra e tutti gli animali in cui si imbatte commentano, si impicciano, fanno esercizio di filosofia. Il ritmo del cuore e il ritmo della vita prendono una velocità imprevista. Che cosa aspetta Martin in fondo a questo bosco interiore di emozioni che chiedono futuro? 

Commento personale e recensione:

 Di Benni questo è solo il secondo romanzo che leggo, il primo fu Terra! quindi i due opposti in senso cronologico. Non posso essere rimasto deluso da un cambio di stile o mancanza di continuità con i temi trattati, ma leggendo questo, ho avuto un forte senso di disagio. Quasi come mi capitò con un altro scrittore italiano (sebbene totalmente differente): Umberto Eco con La Misteriosa Fiamma Della Regina Loana . Ironico ok, ma niente di nuovo. Anzi lo trovo molto arrendevole, pacato, stanco. Una resa colma di forzature in cui il lato divertente e piacevole lascia il posto alla nostalgia. Triste nel complesso, perde alcuni colpi nella parte centrale con uno slancio nel finale che lo rende accettabile. Fortunatamente breve, si legge in maniera veloce e forse più frivola del dovuto.


MoroGP 2014: Assen (Olanda)

Come tradizione vuole il MotoGP ad Assen si corre il sabato, e sempre da tradizione qui il tempo è incerto. L'unica cosa certa oggi invece è Marquez vincente: pioggia o non pioggia questo arriva sempre primo e siamo già all'ottava vittoria consecutiva. Duecento punti tondi tondi. A seguire un importantissimo secondo posto di Dovizioso, mentre Rossi conquista un quinto facendo il fenomeno ribelle. Già perchè parte dalla dodicesima posizione, ma tatticamente inizia davvero male. Decide in un primo momento di utilizzare le gomme da asciutto, salvo poi ripensarci in extremis durante il giro di prova. Parte così dai box ed inizia la sua rimonta con le rain. Il distacco resta enorme e le incertezze pure, visto che a pochi giri dall'inizio tutti i piloti si ritrovano a dover fare il cambio moto con le slick. Sempre Rossi inesorabile, prima diciottesimo, poi tredicesimo ne passa uno dopo l'altro e ritrova a due posizioni dal podio. Un'altra ottima gara che con maggiore lucidità avrebbe forse potuto fargli ottenere punti preziosi in più.

Trespass (2011)


Regia: Joel Schumacher
Anno: 2011
Titolo originale: Trespass
Voto: 5/10
Pagina di IMDB
Pagina di I Check Movies (5.3)
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Continuano i lavori in cui è presente Nicolas Cage che non convincono assolutamente. E non è colpa della trama, abbastanza avvincente seppur non originale, ma proprio sua totale mancanza di feeling sia con Nicole Kidman che con la più giovane Liana Liberato. Insomma per prima cosa è il cast a non convincere, nonostante i nomi altisonanti. In secondo luogo abbiamo un thriller casalingo, che purtroppo per noi e per loro non ha niente a che vedere con Panic Room o Funny Games. Qui in tutto e per tutto assistiamo alla sagra dell'incompetenza: troppo allungate alcune situazioni, troppo ripetitive, troppo irreali. Eppure il plot potrebbe essere molto più entusiasmante, gli elementi non mancano. Però anche il solo fatto della figlia che prima non c'è, poi torna, poi scappa di nuovo per tornare... Latte alle ginocchia. Poi dollari a migliaia spesi per una sistema di sicurezza che fa ridere o piangere a seconda di come si guarda, e capiamo l'enorme forzatura creata per creare un po' di tensione. Anche tra la coppia, con flashback che non sono così chiarificatori. I diversi e piccoli colpi di scena che costellano la pellicola possono risultare anche ovvi e scontati, ma nonostante tutto si arriva bene al finale, aspettandosi magari qualcosa in più. Io sinceramente speravo in un coinvolgimento maggiore da parte della moglie o in un gioco di prestigio del marito.. Abbiamo invece qualcosa di scialbo, che sia ben chiaro, si fa guardare, ma non esalta. Neanche con il finale felicioso che ormai mi disgusta.

venerdì 27 giugno 2014

Come gestire (al meglio) un acquario

Pescati da Elvin dentro il mio acquario
Forse non tutti sanno della mia passione per gli acquari, ma da qualche tempo con l'aiuto di TimeWalk ne ho allestito uno e lo tengo in garage. Vi insegnerò in questa breve guida alcune nozioni di base che tutti voi non esperti (ma è utile a tutti) dovreste sapere. Se cercate materiale di approfondimento consultate pure, senza timore, il sito di Salvatore Aranzulla o Yahoo Answer per i più curiosi. Ma veniamo a noi. Per prima cosa procuratevi forbici, un cartoncino colorato ed un contenitore in cui andrete a versare l'acqua. E' importante sapere che potete scegliere tra diverse tipologie di questo fantastico prodotto denominato anche oro blu: acqua dolce, acqua salata, acqua calda ed acqua Ferrarelle. Fate attenzione: è bene non mischiare tra loro queste acque (e neanche aggiungerla al vino) poichè la fauna (cioè i pesci) gradisce solo una ed una soltanto caratterizzazione dell'elemento H2O. Ad esempio, il tonno in scatola, non gradisce le minerali povere di sodio, ed apprezza invece un filo d'olio e due pomodorini. Quando avrete fatto chiarezza sui pesci che volete allevare potete partire alla grande. Il mio preferito è il famoso pesce chirurgo, conosciuto da noi studenti universitari di lingue antiche come Zabrasoma flavescens che in lingua latino-ortodossa significa letteralmente "pesce giallo straganzo". Su ebay o Alìbaba ne troverete a milioni, e per ammortizzare le spese di spedizione, vi consiglio di acquistare il set completo di barriera corallina. Sembra un attimo ed il gioco è fatto: il vostro acquario marino è bello e pronto. Ultimo consiglio che mi sento di darvi è quello di dargli da mangiare briciole di schiaccia ed un pizzico di erba cipollina. Vedrete che risultati! Alla prossima puntata della rubrica "i migliori acquari segreti - Parte III".
Questo articolo è stato redatto grazie alle donazioni della Comunità Felina di Borno.

giovedì 26 giugno 2014

Android 4.4.4

Non è passato neanche un mese ed ecco arrivato un altro service pack aggiornamento per Android che porta l'attuale versione ad essere la 4.4.4. Già disponibile da alcuni giorni, mi è arrivata la notifica solo ieri in giornata per l'OTA (ho il Nexus 4), ed i due mega e mezzo con le piccole novità introdotte. Anzi, più che novità si tratta semplicemente di sistemare alcune falle di sicurezza come è possibile notare dallo scarno changelog visualizzabile su Funky Android. A riceverlo saranno i seguenti device Nexus, almeno per adesso: Nexus 4, Nexus 5 ed entrambi i Nexus 7 (versione 2012 e versione 2013) con solo il supporto wifi. Come è ovvio, ci mette più tempo a fare l'istallazione che il download, e ci sta che risolva anche alcuni problemi lamentati da utenti derivanti dall'ultimo aggiornamento, anche se la falla più importante che va a tappare è abbastanza specifica: una vulnerabilità riguardante OpenSSL. Restiamo quindi in attesa, di una versione che introduca vere e proprie caratteristiche in più, o almeno modificate o migliorate, tanto per avere qualcosa di nuovo da spippolare. Questi minor update sono utili sì, ma non molto interessanti

Michael Crichton, Richard Preston - Micro


Autore: Michael Crichton, Richard Preston
Anno: 2011
Titolo originale: Micro
Voto: 2/5
Pagine: 436
Pagina di Anobii
Acquista su Amazon (ebook e libro)

Trama del libro e quarta di copertina:

 Honolulu, Hawaii. In un buio stabile di periferia, ufficio di un piccolo avvocato del luogo, regna il silenzio. Tutto sembra in ordine. Se non fosse per tre cadaveri stesi sul pavimento. Sul loro corpo non ci sono segni di lotta, solo dei tagli piccolissimi ma profondi e letali. L'unico indizio trovato sul luogo del delitto è un minuscolo robot, quasi invisibile all'occhio umano, dotato di lame affilatissime. La polizia brancola nel buio. Quello che tutti ignorano è che la Nanigen Micro-Technologies, una società che si occupa di microtecnologie mediche, nella foresta hawaiana nasconde una base segreta, dove mette alla prova apparecchiature finora ignote alla comunità scientifica. Qui è in corso un'operazione rivoluzionaria dai finanziamenti occulti, tesa a studiare le infinite forme di vita di cui brulica il sottobosco per sfruttarne le risorse a scopo medicinale. I dirigenti della Nanigen sono pronti a uccidere chiunque metta i bastoni tra le ruote a questo investimento miliardario. Ma per i loro laboratori hanno bisogno di reclutare nuovi, ignari scienziati: un gruppo di dottorandi dell'università di Harvard capitanati da Peter Jansen, esperto di veleni, e Karen King, aracnologa. I sette giovani, una volta approdati alle Hawaii, si trovano catapultati di persona in un pericolosissimo esperimento scientifico, e costretti a fronteggiare una natura sorprendentemente ostile e sconosciuta.

Commento personale e recensione:

C’ero già cascato con L’Isola Dei Pirati. Qui mi son detto che utilizzando Preston (credevo Douglas, successivamente ho scoperto invece essere uno sconosciuto Richard) nel completamento dell’opera forse gli editori volevano intraprendere un’uscita mediatica di un certo spessore. Mi son detto sbagliato però, visto che la parte di Crichton a quanto pare sono solo alcuni appunti (ok, l’idea ci può stare infatti non è malaccio) e si tratta di circa un terzo dell’insieme. Molti buchi narrativi, forzature da telefilm e poi se vogliamo la parte della miniaturizzazione è sì interessante, ma certamente nulla di originale. I primi due titoli che mi vengono a mente sono Viaggio Allucinante di Asimov e Tre Millimetri Al Giorno di Matheson, usciti giusto qualche annetto prima. Almeno in alcune parti viene esaltato l’amore per la scienza, gettando le basi per un buon techno thriller che purtroppo, a conti fatti non è per niente esaltante. Il finale è annacquato e conforme alla brutta piega che prendono tutti i personaggi, alquanto banali, prevedibili e paurosamente stereotipati.  Lasciamo passare le cose impossibili ed estremamente fantascientifiche, ma concentriamoci su ciò che avrebbe potuto essere maggiormente realista, ovvero l’interazione e la psicologia degli studenti. Che abbiamo? Solo un manualetto scientifico trasformato in azione. Ad ogni modo c’è di peggio.

mercoledì 25 giugno 2014

The Karate Kid - La Leggenda Continua (2010)


Regia: Harald Zwart
Anno: 2010
Titolo originale: The Karate Kid
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (6.2)
Pagina di I Check Movies
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Che ne penso? Che secondo me, supera l'originale. In molte cose. Lasciamo perdere per favore la nostalgia, e certo se il primo vero ed unico Karate Kid non avesse avuto il successo che tutti noi gli riconosciamo, Zwart non avrebbe potuto creare questo reboot. Ce n'era bisogno? Visti i risultati direi proprio di sì, anche se a dispetto del titolo qui si pratica il kung fu e non il karate. E' d'obbligo quindi tracciare una linea netta con le differenze tra i due film, ma almeno non abbiamo uno sterile remake. Nonostante il ragazzino (americano di colore emigrato a Pechino con la madre) vittima dei bulli (qui cinesi) entri nelle grazie del maestro di arti marziali, le similitudini terminano qui e nasce una storia parallela, più moderna e senza dubbio più di impatto visivo. Sarà anche vero che l'apprendimento del kung fu può risultare meno realistico rispetto all'originale, in cui Daniel LaRusso padroneggiava già calci e pugni, ma sia gli allenamenti che i combattimenti veri e propri non hanno quel retrogusto amato del finto cinematografico. Può far storcere il naso la sostituzione (per niente forzata, ma tranquillamente normale) di Ralph Macchio con un promettente e decisamente più adattato a calamitare simpatie Jaden Smith. Certo, è tutto creato ad hoc, per strizzare l'occhio ad un vasto pubblico di pre adolescenti e di famiglie, ma il bimbo è stato davvero capace, in più di un'occasione comprese le scene atletiche, che non sono da sottovalutare in una pellicola del genere. Poi la parte del maestro Myagi è stata data ad un certo Jackie Chan e posso mettere la mano sul fuoco che soprattutto lui è enormemente più azzeccato. Non sarà il simpatico vecchietto (alle volte stucchevole a dire il vero) giapponese che abbiamo imparato ad amare, ma basta una scena di combattimento acrobatico per non farci rimpiangere i movimenti arrangiati di Pat Morita. Anche il metti la cera togli la cera, è scomparso cedendo il posto ad un mantra meno carismatico: metti il giacchetto togli il giacchetto. Ok, non sarà il massimo, ma considero gran parte delle pellicola un omaggio per niente irriverente a quella di Avildsen. La storia è più, lunga, più complessa, più articolata, c'è spazio per alcuni momenti divertenti, altri romantici ed altri ancora drammatici. Il peso della trama però non è sorretto solo dal più maturo Jackie Chan (anche se la sua parte è cruciale), ma anche dal figlio d'arte Jaden Smith, che vuoi per raccomandazioni o per bravura, riesce a presenziare in ogni scena fondamentale della pellicola. I miei allenamenti da ninja fanno sì che promuova questo Karate Kid a pieni voti.

Brasile 2014: Italia 0 - Uruguay 1

Incredibile (ma nemmeno poi tanto), siamo usciti ancora una volta al girone.E non ci sono ripescaggi o ballottaggi di sorta. Roba da matti. Ti guardi il mondiale perchè ti piace il pallone e la Nazionale è definitivamente ed inappellabilmente fuori. Mai una gioia, oh. Ma lo sanno almeno che uno ci può contare come strumento di distrazione ed evasione? Mi sa che ero rimasto l’unico a voler scommettere non tanto sul passaggio, ma sulla vittoria finale. Non perché non ci capisco una sega (i giocatori son quelli che sono), ma perché già che ci sei ci devi sperare. E sperare è gratis, conviene puntare al meglio. Purtroppo non serve a nulla e come dice il detto, ci sta che muoia sul cesso. Abbiamo indovinato due partite di seguito per poter vincere una specie di Razzie Award del calcio, con gare tanto brutte da sembrare appunto incredibili. Ed ora, risultati e (non) gioco alla mano, è possibile e normale poter sparare a zero anche su Prandelli, il pretino dall’etica fai da te. Tanto un capro espiatorio ci vuole, e peggio per lui, io mi adeguo alla massa. Meglio i sassi a lui che a me Neanche un tiro in porta in novanta minuti, anche se devi incrociare i diti (io c'ho quelli, le dita, sono da femminucce). E se “Balotelli Immobile, sai che novità” poteva sembrare una battuta, ci siamo accorti che i birilli vestiti d’azzurro che correvano alla moviola erano davvero tanti. Formazione VERgognosa, cambi altrettanto privi di dignità, catenaccio sterile e come si è visto, inutile. Una nota la merita comunque anche l’espulsione fantasiosa di Marchisio, che sfoltisce il nostro centrocampo da pascolo, un'altra il moro cannibalesco sulla spalla di Chiellini. Ma almeno mordigli il naso no? Ed il bello (o brutto a questo punto) è che non consola il fatto di essere usciti con l’Uruguay, squadra decisamente più blasonata della Slovacchia di quattro anni fa, perché anche loro facevano proprio pena. Una sorta di sfida tra vene varicose e dentiere cadenti, ma non è una licenza poetica la mia, si tratta della descrizione reale dei fatti. Ma poi, chi organizza le partite a sti orari, non mette di conto che a noi italiani piace guardarle in gruppate di ventordici persone scaramantiche in prima serata? Forse lo sanno, e lo fanno apposta. Dai ci riproviamo alla prossima, forse con Rossi in campo e Balotelli come avversario, chissà. Boia deh che strapalle.

lunedì 23 giugno 2014

Dracula Di Bram Stoker (1992)


Regia: Francis Ford Coppola
Anno: 1992
Titolo originale: Bram Stoker's Dracula
Voto: 7/10
Pagina di IMDB (7.5)
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Partiamo dal titolo: Coppola indubbiamente vuole dichiarare fin da principio la fedeltà della sua pellicola rispetto al libro dei libri su Dracula, ovvero quello di Stoker, suo creatore. Non l'ho letto, non sono interessato al mito, non adoro i vampiri. Eppure mi prende, in maniera incondizionata, quasi come se il senso erotico ed ipnotico che emana la storia riuscisse ad avvolgermi e stregarmi. E' questo l'effetto che il regista voleva dare e ciò che resta in maniera più profonda e viscerale: la pulsione dell'eros che comanda il male, al morte, la perversione del sangue. Così paurosamente umana nel mostrarsi sotto le vesti tenebrose di un personaggio fantastico ed immaginario, che ha un fascino irresistibile quanto pericoloso. Non manca niente al regista italo americano per creare uno strumento di successo: dagli effetti speciali e visivi che non invadono assolutamente il carattere barocco e gotico della storia, ad un cast che potrebbe essere definito vergognosamente irresistibile (Gary Oldman, Anthony Hopkins, Keanu Reeves, Winona Ryder, Cary Elwes ed anche una piccola parte per Monica Bellucci) passando per costumi e trucchi sensazionali (che si aggiudicano un Oscar a testa) ed una tecnica variabile che non stanca mai, alle volte osa, ma non esagera.  Non siamo neanche in ambito horror se vogliamo, tanto che l'attenzione è catalizzata sì dal mostro succhia sangue e dalla lotta contro il male, ma come dicevo sono gli intrinsechi aspetti filosofico culturali legati all'erotismo ed alla sessualità ad avere il sopravvento. Il sangue è passione e la depravazione di un morso alla giugulare ha i suoi connotati simili ad un bacio dato con molta foga. Onirico e realista come monito verso le passioni, l'amore perduto, l'odio e la vendetta. Un grande lavoro di Coppola. La versione bluray presenta un video accettabile, conforme agli anni in cui è stato girato, senza troppe esaltazioni con la tanto blasonata Alta Definizione visto che è una pellicola tendenzialmente scura, e non si fanno certo miracoli per qualcosa di oltre venti anni fa. Un paio di sbavature di troppo tipo "flash" ad inizio film ed a metà. L'audio è generoso, con una traccia italiana in PCM non compressa. Gli extra (i minuti tra parentesi) sono ben separati all'interno del menù e presentano :
  • breve introduzione di Coppola
  • Commenti audio
  • Documentari (73)
  • Scene eliminate (28)
  • Trailer
  • Teaser
  • Credits del disco

domenica 22 giugno 2014

Stephen King - Colorado Kid


Autore: Stephen King
Anno: 2005
Titolo originale: The Colorado Kid
Pagine: 192
Voto: 2/5
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Trama del libro e quarta di copertina:

Fresca fresca di scuola di giornalismo, la ventenne Stephanie McCann sta facendo uno stage presso il minuscolo quotidiano di un'impervia isoletta del Maine, dove si occupa di picnic parrocchiali, sparizione di gatti e altre amenità. Ma sente che l'esame più importante deve ancora arrivare... E infatti un solitario pomeriggio i due anziani proprietari - nonchè unica forza lavoro - della testata, con il pretesto di raccontarle un vecchio caso di cronaca l'avviluppano nelle spire di una vicenda inspiegabile e intrigante. Una storia del passato che parla di una coppia di tenaci reporter e di un cadavere chiamato Colorado Kid, di una morte che forse era un omicidio, ma senza movente, senza alibi, con tempi impossibili e indizi assurdi. La loro storia. Il loro mistero. Accaduto proprio lì. In venticinque anni, ogni piccola, faticosa scoperta anzichè chiarire i fatti li ha ammantati di oscurità, ogni risposta anzichè esaurire le domande le ha moltiplicate. Perchè? Perchè? Riuscirà Steffi a risolvere l'enigma? E soprattutto, saprà coglierne il vero significato? In un romanzo in cui la potenza narrativa di King fa crescere la tensione a ogni pagina solo sussurrando, il Re scherza con il nero alla maniera di Agatha Christie, Mickey Spillane, Edgar Allan Poe. Ma, soprattutto, alla sua. Da Colorado Kid è stata tratta una serie tv di grande successo, Haven, in corso di programmazione anche in Italia.

Commento personale e recensione:

Bah, non utilizzo il voto più basso in assoluto perchè riconosco che King ci abbia saputo fare come al solito, rendendo una NON STORIA intrigante. Grazie ai dialoghi, maturi e realistici, abbiamo un thriller decisamente particolare, assai statico, che però risulta essere esclusivamente una minestra molto allungata. Quindi ok, bene l'idea di pigliarci per il culo senza arrivare a concludere nulla (ops ho spoilerato), ma mi aspettavo qualcosa di più nonostante già arrivato a metà ho iniziato a preparare la vasellina sapendo che non ci sarebbe stata una conclusione che possa definirsi tale. Il lavoro, nel suo complesso, è comunque mediocre, sembra tirato via e non all'altezza di ciò che lo ha reso famoso. Non che tutta la sua produzione mia sia piaciuta, ma qui siamo lontani da ciò che potrebbe stuzzicarmi. Per fortuna dura poco e si legge in fretta.

La Mia Vita E' Uno Zoo (2011)


Regia: Cameron Crowe
Anno: 2011
Titolo originale: We Bought A Zoo
Voto: 4/10
Pagina di IMDB (7.1)
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E' evidente che alla "gente" piace questo genere di commedia romantica con alcuni brevi tratti di drammaticità. Io invece son partito prevenuto già dalla lettura del titolo. Ed in effetti ho trovato la trama (non vi è da aggiungere altro dal punto di vista della tecnica) simile a molte altre che non mi hanno mai interessato, nonostante il suo ispirarsi ad una storia vera. Abbiamo la classica introduzione, lo sviluppo, il presentarsi di un (o anche più di uno) problema, la sua risoluzione ed il classico lieto fine. Poca roba insomma, con l'aggiunta ormai scontata della storiellina d'amore, dei buoni rapporti tra persone e della "scoperta" di se stessi. C'è il padre famiglia (Matt Damon) che ha appena perso la moglie e affronta la propria vita con i due suoi figli (il Machio è Colin Ford, abbastanza promettente) acquistando uno zoo semi dismesso. Qui incontra la bella tuttofare (Scarlett Johansson) di cui ovviamente si innamora in maniera pacata. Se però non ci fosse la piccola bambina dall'aspetto simpatico e commovente (Maggie Elizabeth Jones) che tira in parte le redini dell'interesse di chi sta davanti allo schermo, non so quanto avrebbe avuto successo per il resto del mondo. Un'arma a doppio taglio, perchè di bambini sfruttati utilizzati per accattivarsi l'interesse del pubblico abbiamo già diversi esempi, e se dovessimo fare un paragone, ne uscirebbe sconfitta. Ma non è una gara a chi impietosisce di più o a chi è più simpatico, così tra qualche animale inquadrato, alcuni bei paesaggi non troppo scoperti e due attori di alto rango, il film prosegue in maniera spensierata. Ciò che viene trasmesso è un calderone di positività ed ottimismo che farà sicuramente del bene, rispetto alle varie storie strappa lacrime inserite nel solito genere, ma quasi due ore di pellicola sono eccessive in maniera straordinaria. E poi, se avessero acquistato un ristorante da tirare avanti, o un parco giochi, o una libreria o un teatro... Insomma non sarebbe cambiato nulla.

sabato 21 giugno 2014

The Host (2013)


Regia: Andrew Niccol
Anno: 2013
Titolo originale: The Host
Voto: 4/10
Pagina di IMDB (5.9)
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Più sono andato con la visione di The Host e più avevo un senso di disagio, dettato soprattutto dal paragone e dai ricordi derivanti con uno dei miei film preferiti: Gattaca , diretto dal solito regista. Purtroppo la delusione è stata immensa, non so per colpa della trama o degli arrangiamenti fatti per il grande schermo. Il soggetto è di Stephenie Meyer, quella che ha scritto la saga di Twilight, la serie con i vampiri e roba del genere. Non mi sono mai avvicinato a questi film e ne vidi uno un po' forzatamente diverso tempo fa. Non ricordo quale di preciso, so solo che era quello in cui usano una Volvo C30 (tra le mie auto preferite, per questo mi è rimasto impresso). Tornando a bomba, dicevo, anche per chi ha pochissimi rapporti con Twilight le stucchevolezze romantiche risultano ampiamente riconoscibili ad entrambi i lavori. Un qualcosa di fantascienza, in cui la bella carina ragazza della porta accanto si ritrova ad essere protagonista per "contrastare" un'invasione aliena semi pacifica. Questi extraterrestri sono simili a delle lucine bianche e rappresentano delle "anime" che usano i corpi di noi umani e si comportano alla perfezione con il pianeta e senza fare alcuna guerra. Più o meno. Saltando alcune scene ci ritroviamo con una smielata e platonica relazione a tre barra quattro persone. Non c'avete capito niente vero? In realtà nel film è tutto molto più semplice ed insulso al tempo stesso. Vi consiglierei di guardarlo se fossi abbastanza stronzo o se immaginassi che vi possa piacere. In quel caso catzi vostri. Mettetevi comunque l'animo in pace (le anime sono ad ogni modo pacifiche) e considerate che l'amore vince su tutto. Anzi, come si scrisse un mio amico sul costato Omnia Vincit Amor , quindi capirete che per chi ama la fantascienza e si aspetta qualcosa di intelligentemente ben fatto, abbia alcuni colpi di tosse improvvisi. Niente di visionario ad esclusione di buona parte delle scene in cui la protagonista Saoirse Ronan si ritrova a parlare con se stessa risultando impacciata e per niente carismatica. Togliendo il 90% di ciò che hanno messo, e rivisitando il tutto potremmo avere qualcosa di interessante, e di ben costruito. E' infatti per questo motivo che non mi è piaciuto proprio. Il finale poi è da Smemoranda di una quindicenne.

venerdì 20 giugno 2014

Unboxing MatchBox di Sky

Alcuni giorni fa, avrete notato una pubblicità un po' particolare su Sky, che grazie al "Solo per Te" proponeva di invitare degli amici a vedere la partite di calcio della Nazionale a casa tua. In cambio ti avrebbero inviato una scatola con tutto l'occorrente per rendere piacevole questo avvenimento. Così cerco sul sito maggiori informazioni e capito sulla pagina dedicata (oggi l'iniziativa  è terminata) per scoprire eventuali barbatrucchi. Dopo aver capito che tentare non costava nulla e che neanche era una lotteria a sorteggio, ho provveduto immediatamente a seguire il regolamento. Ho invitato via Facebook quattro amici. Questi hanno ricevuto una notifica come quelle riguardanti gli eventi, visualizzabile però solo "da pc" e non da smartphone o tablet (in realtà basta accedere via browser e usare l'agent desktop). Loro avevano 48 ore di tempo, una volta ricevuto l'invito per accettare e compilare un semplice form con alcuni dati (testato: non obbligatori). A quel punto è bastato solo attendere. Ho fatto il tutto martedì 10 giugno, a quanto pare troppo tardi per ricevere il pacco in previsione di Inghilterra - Italia, ma in settimana ci chiamano per avvisarci che oggi sarebbe stata in consegna. Perfetto!!! Ho provveduto così, con l'aiuto di Nodo48 (che sarebbe il mì babbo) e di Antonella123 (che guardava e voleva intervenire, essendo la mì mamma) a fare un unboxing per mostrarvi il contenuto.

  • vari depliant pubblicitari di alcuni prodotti (3 buoni sconto da 1 euro ciascuno per i Rio Mare Snack)
  • 1 confezione Amica Chips da 150 grammi
  • 2 confezioni assortite pollo + verdure e manzo di Saikebon
  • 1 confezione di bruschette Boccoli da 100 grammi
  • 1 confezione di patè Rio Mare al tonno da 100 grammi
  • 1 lattina di Gran Ragù Star da 150 grammi
  • 1 scatoletta di Simmenthal da 140 grammi
  • 1 confezione di biscotti Gentilini al cacao da 250 grammi
  • 1 astuccio con 20 caramelle Ricola
  • 3 birre Carlsberg in bottiglia da 33 centilitri
  • 3 bottiglie di Crodino Twist agli agrumi
  • 3 bottiglie di Crodino Twist ai frutti rossi
Purtroppo l'Italia ha perso, ed io sono a dieta.

 

Brasile 2014: Italia 0 - Costa Rica 1

Eccoci all'imbarazzante figuretta di merda, con la medicina resa leggermente meno amara solo perchè la (non il) Costa Rica ha strapazzato l'Uruguay, più che i nostri azzurri. Così ora va di moda dire che è una squadra temibile, da rispettare. Fino a ieri te la saresti giocata alla Snai con over per l'Italia. Se nella partita contro gli inglesi sembrava di poter fare un calcio brillante con solo due giocatori ampiamente sotto la sufficienza, oggi gli uomini in campo imbarazzanti sono stati quasi tutti. A cominciare da Prandelli che, con il senno di poi è facile dirlo, ha non solo sbagliato la formazione iniziale, ma anche i cambi. Non c'è stato gioco, idee, fisicità e voglia di imporre la nostra superiorità tattica. Secondo tempo paurosamente scarso, disattento... Nessuno andava e nessuno preoccupava gli avversari. Il possesso di palla a centrocampo si è dimostrato alquanto inutile nei minuti iniziali, e dopo è sparito pure quello lasciando spazio a tanta confusione, corse a vuoto, fuorigioco (undici in tutto, manco giocassimo contro l'Olanda del calcio totale del 74) e veramente niente altro. La prossima basta non perderla, ed è già qualcosa. Saluti da uno dei sessanta milioni di allenatori che oggi si è stampato alla tv per tifare gli azzurri.

domenica 15 giugno 2014

La Casa 2 (1987)


Regia: Sam Raimi
Anno: 1987
Titolo originale: Evil Dead II: Dead By Dawn
Voto: 7/10
Pagina di IMDB (7.9)
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Stima eterna e doppio pugno sul petto per Sam Raimi che non si appiattisce nonostante il successo de La Casa e crea qualcosa di nuovo, modella e sperimenta agganciandosi ad una pellicola da lui stesso girata. La prima trovata geniale è quella di non costruire un vero e proprio sequel, ma di partire con un remake, o forse un reboot in questo caso. Già perchè non si riesce neanche a definire cosa possa essere La Casa 2 rispetto al primo capitolo. Abbiamo la parte iniziale totalmente girata come nuova, ma che riutilizza Ash (Campbell) e la fidanzata Linda che vanno allo chalet. Sparito il gruppo di amici, ed apportate alcune modifiche che risultano essere un sunto prepotente, la storia riparte con Ash posseduto dal demone, ovvero la parte finale de La Casa. Altra trovata sta nel fatto di diversificare totalmente il genere: se prima avevamo un horror splatter, adesso pur restando invariato il contenuto sanguinario, possiamo definire la pellicola una sorta di commedia grottesca ai limiti del comico. Insomma Sam Raimi riesce a parodiare se stesso ed un genere molto popolare a distanza di soli sei anni, portando sul grande schermo qualcosa si veramente nuovo e frizzante. Riesce a farlo preservando l'atmosfera da B-movie con tanto di attori paradossalmente ridicoli e adatti alla parte al tempo stesso. Campbell infatti porta con sè numerosi limiti recitativi, che se potevano dare fastidio nel film del 1981, in questo risultano essere essenziali. L'eroe è tragicomico ed inizia quasi immediatamente una forsennata carrellata di effetti speciali e tecniche cinematografiche che evidenziano quanto Raimi abbia voluto sperimentare, provare e divertirsi. Tra le varie scene che si susseguono alcune sono indimenticabili come la fuga all'interno della casa, stanza per stanza, con la telecamera che insegue velocemente Campbell, il ballo macabro di Linda ormai morta stecchita, la testa di lei attaccata in una morsa (un morso a dire il vero) alla mano di lui, il sangue schizzato sulla lampadina accesa, che permette un cambio cromatico della scena, la motosega che colpisce il corpo mostruoso visibile con l'utilizzo delle ombre, Ash che si specchia ed il suo riflesso lo attacca, la lunga lotta con la propria mano ormai infetta e demoniaca che lo maltratta e sembra quasi di vedere un film di Bud Spencer e Terence Hill, Gli spruzzi esagerati di sangue che colpiscono i personaggi a fiotti da inondazione, gli oggetti dello chalet che si animano e ridono sguaiatamente, l'occhio che esce via dall'orbita e carambola nella bocca di una protagonista... Insomma di materiale ce ne è davvero tanto e tutto studiato per farti divertire ed apprezzare il lavoro che c'è dietro. La componente trash è altissima con la presenza di mostri palesemente finti e situazioni paradossali e per niente realistiche. Segna quindi una svolta ed un cambio di rotta non indifferenti. VERamente da non perdere.

MotoGP 2014: Barcellona (Catalogna)


Valentino Rossi ancora una volta superlativo, che conquista il secondo posto in una delle gare più avvincenti e divertenti di tutto il Mondiale. A 35 anni continua a collezionare podi ed a stupire tutti: tifosi ed avversari. Nonostante la partenza dal quinto posto si catapulta fin da subito nelle prime posizioni ed inizia la bagarre con Lorenzo. Una volta superato ed archiviato comanda per almeno due terzi di gara mentre noi ci godiamo gli innumerevoli sorpassi che vedono impegnati i tre spagnoli Pedrosa, Lorenzo ed il più forte di tutti ovvero Marquez. Non c'è giro che non sia adrenalinico e quasi quasi riusciamo a sperare in un esito meno scontato vedendo il 46 più famoso del mondo sul gradino più alto. Purtroppo gli ultimi tre giri i due spagnoli rimasti a lottare lo passano, ma conclude comunque con un ottimo secondo posto. Riesce a regalarci sempre stupende emozioni ed lì che galoppa su quella Yamaha come avesse quindi anni in meno. Classifica generale, in previsione del gelato che per adesso sto vincendo: Marquez 175, Rossi 117, Pedrosa 112, Lorenzo 78.

Brasile 2014: Inghilterra 1 - Italia 2

Finalmente è iniziato il Mondiale anche per noi, per tutti. Per i sessanta milioni (più Diego) di allenatori, per quelli che avrebbero voluto Rossi convocato, per quelli che avrebbero preferito un modulo più offensivo, o meno offensivo, o semplicemente diverso, per quelli che non tifano la Nazionale perchè sono contro il sistema [sic.], per quelli che sentono il bisogno di dire su Facebook che non la guardano e per quelli che credono che il calcio sia solo un oppio per i più ignoranti. Insomma è iniziato per tutti quanti, con la bandiere messe fuori, con le tv accese ore prima per godersi il (o la?) Costa Rica che strapazza l'Uruguay. E' iniziato anche per VER che si limita a gioire per la bella prestazione e per l'ottimo risultato favorevole al cento per cento. Grandiosa la nostra impostazione di gioco con un centrocampo stratosferico: De Rossi, Pirlo e Verratti insieme, con Candreva e Marchisio, alla faccia della tradizione di catenacciari. Balotelli in cima a creare disagi, Sirigu in porta che non fa rimpiangere l'infortunato Buffon, sulla fascia destra uno strepitoso Darmian, ed a chiudere la difesa un sempreverde Barzagli. Uniche note dolenti l'imbarazzante Paletta e lo spaesato Chiellini. Ma alla fine conta il bel gioco, soprattutto quello del primo tempo ed il risultato. I primi pericoli arrivano da parte degli inglesi, ma sono tutti addomesticabili. Ci pensa il principino Marchisio a passare in vantaggio, ma l'esultanza dura quanto un gatto sull'Aurelia e subito ci pareggiano. Chiudiamo in attacco con salvataggio sulla linea (tiro di Balotelli) e con un palo. Ci riprendiamo il vantaggio con super Mario e questa volta è per sempre. C'è spazio anche per una traversa su punizione del mago Pirlo, e poi è festa. Italia a tre punti, in attesa del Costa Rica prima e dell'Uruguay poi. Bene così, nonostante il temporale abbattutosi su Piombino che oscura il segnale di Sky per almeno 20 minuti. Tra fulmini e tuoni come fossero rena il rumble in the jungle si fa sentire ed iniziano i primi festeggiamenti. E' presto per esultare alla grande, ma è bello vincere ed è bello vivere il Mondiale, che è etichettato "dei mondiali", ma ancora ne devo capire il motivo.

sabato 14 giugno 2014

L'Assassino Ti Siede Accanto (1981)


Regia: Steve Miner
Anno: 1981
Titolo originale: Friday The 13th Part 2
Voto: 5/10
Pagina di IMDB (6.0)
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Siamo al secondo capitolo della saga di Jason e del Venerdì 13, uscito inspiegabilmente in Italia con "L'Assassino Ti Siede Accanto" invece di un semplice Venerdì 14 Parte II poi usato successivamente. Si riparte con un'introduzione per farci ricordare cosa accadde con il film di Cunningham , che nonostante il finale creato appositamente per poi far uscire un miliardi di capitoli successivi, aveva una valenza abbastanza thriller e realistica. Qui si basa tutto sul fatto che il cattivo è Jason, e noi lo sappiamo. E' ovvio ed immancabile. E nonostante il suo valore cinematografico sia minore rispetto al primo, non credo sia da buttare. Resta l'ambientazione cupa e quella sorta di mistero che aleggia sul campeggio, luogo per così dire che dovrebbe esser spensierato e di svago. infatti questa cosa di beatitudine viene fuori dalla serie di personaggi che si alternano di fronte alla telecamera interloquendo tra loro soprattutto con dialoghi stupidi e di repertorio. Ma appunto il senso di ciò che deve dare al pubblico viene portato sullo schermo in maniera abbastanza buona. Di certo non cerchiamo altro se non dei ragazzi ignari della fine che li attende. La mattanza non è come ci si poteva aspettare però, il sangue è presente ed anche gli omicidi, ma niente di troppo slasher. Le inquadrature ravvicinate o dal basso creano la giusta tensione eppure l'eroina di turno (Amy Steel) ha una parte meno forte ed importante rispetto alla vecchia Adrienne King. Più che su di lei si punta sul taglio della fotografia e della scenografia, con scene sagge tipo quella del cagnolino presumibilmente massacrato (poi si scoprirà di no) staccata subito da salsicce che cuociono. Anche questo capitolo non lo ricorderemo come una pietra miliare del cinema horror, ma serve sicuramente per la crescita del personaggio di Jason agli del pubblico: impossibile non apprezzare le due scene principali che lo vedono coinvolto ovvero quella con cui avanza con il coltello per pugnalare una ragazza e quella nella parte finale in cui sfonda la finestra e lo vediamo a volto scoperto. Brutto da far paura, ecco perchè si copriva la faccia con un sacco di stoffa. Il finale è brutto quanto lui e lascia in sospeso l'arrivo del terzo episodio. Una nota sull'inizio: viene cantata, un po' modificata la canzoncina della formicuzza e del grillo che mi cantava babbo da piccino.

venerdì 13 giugno 2014

Gomorra - La Serie [Stagione 1]


Anno: 2014
Titolo originale: Gomorra - La Serie
Stagione: 1
Numero episodi: 12

Difficile non confrontare fin da subito Gomorra con Romanzo Criminale , in quanto entrambe le serie sono italiane, ambientate in Italia (questa con base nel napoletano odierno, l'altra nella Roma di fine anni settanta) e con protagonista assoluta la malavita. Non avevo molta fiducia in Gomorra, una volta vista la pubblicità su Sky Atlantic. Non ho letto il libro di Saviano, non ho guardato il film che ad esso si ispira, e dentro di me credevo che si potesse inciampare nell'errore di idolatrare e mitizzare alcuni personaggi della camorra. Lo scivolone è facile da prendere, soprattutto nelle prime puntate con le figure di Don Pietro Savastano (Fortunato Cerlino) e Ciro Di Marzio (Marco D'Amore). Era forte la loro presenza scenica e carismatica, non difficile quindi avere "un personaggio preferito" all'interno di un mondo spietato e malsano in cui ognuno pensa a se stesso e le vittime sono sempre gli innocenti. Con il proseguo delle puntate (dodici in totale) mette in chiaro la vera natura, maligna ed infame, di ogni personaggio, che non ci pensa due volte prima di tirartelo nel culo e farti soffrire. Quindi il risultato è ottimo, perchè attraverso gli episodi vivi in pieno l'ammirazione (anche se con le dovute distanze) per i malavitosi, proprio come può accadere agli ignari e sfortunati innocenti di quartiere: il ragazzino che bazzica in strada con i camorristi, la casalinga malata e disoccupata a cui viene trovato un lavoro, il padre di famiglia che può arrotondare per portare la pagnotta ai figli. Ma tu per fortuna sei seduto sul tuo divano, guardi la serie con i sottotitoli, metti pausa ed hai il tempo di allontanarti, pensare, capire. Quello è il male. Puoi starne distante, condannarlo, criticarlo. Hai il culo di poter scegliere. La camorra è insana e violenta, senza scrupoli, non guarda in faccia ad amici, parenti e bambini. Gomorra, a meno che tu non sia uno stupido, evidenzia questi particolari, e non puoi non odiare quella feccia ancora di più. La camorra esiste, non chiudiamo gli occhi e non prendiamo la serie solo per il suo aspetto video ludico e romanzato. E adesso attendiamo la seconda stagione, visto che il finale è aperto e prima dei titoli di coda viene esplicitamente annunciata.

giovedì 12 giugno 2014

After Earth (2013)


Regia: M. Night Shyamalan
Anno: 2013
Titolo originale: After Earth
Voto: 4/10
Pagina di IMDB (5.0)
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Avevo già letto critiche negative a riguardo, quindi nessuna sorpresa e non mi strappo certo i capelli. Tanto la fantascienza o viene fuori bene o viene fuori male, peccato solo per la scelta fatta da Will Smith per lanciare suo figlio Jaden. Ora, non voglio stare a puntare il dito contro il piccoletto, più che un demerito suo il problema credo sia nella scelta del personaggio, apatico (anche se all'interno del film sarà una qualità vincente questa), sconclusionato, non riesce a darti un'emozione che sia una. Tra l'altro lo abbiamo visto già in altre pellicole, ma proprio in questa doveva fare il protagonista? Francamente ho visto prove di gran lunga peggiori della sua, che però avrebbe potuto continuare a fare un'altra po' di gavetta senza questo immenso spot pubblicitario a se stesso, sponsorizzato dal padre: anche lui non brilla tra una faccia stanza ed una sofferente, facendoci credere di essere un militare tutto d'un pezzo. La gente però si ricorda che quegli orecchi a sventola, montavano sulla testa del Principe di Bel Air, quindi appunto è proprio come avevo iniziato a dire: la bassezza della recitazione, penso che si possa ritrovare nella pochezza della sceneggiatura, la quale inizia in maniera fin da subito troppo approssimativa, mostrandoci mille anni in una manciata di secondi. Poi è il degenero della noia e della mancanza di un qualcosa di importante. La Terra, i mostri che annusano la paura, le super tute (che però non bloccano i feromoni) ganzette ed un po' di bei paesaggi. Nulla più. Negli unici due punti in cui la trama potrebbe bloccarsi, ecco che entra in scena il fantastico, l'impossibile, l'assurdo. O comunque qualcosa che non c'entra assolutamente nulla. Sto parlando dell'aquila, che per ben due volte interagisce con Jaden, esattamente quando è in difficoltà. Ed anche le difficoltà sono create ad hoc: prima abbiamo una "imprevedibile" planata con la tuta di Patrick De Gayardon che lo vede scontrarsi con l'uccellone e venire magicamente portato nel proprio nido. Per fare che? Suvvia, state seri. La seconda volta vediamo nel giro di secondi che la foresta (sempreverde) si ghiaccia, e la solita aquila si prende cura del bimbo creandogli un riparo (antighiaccio). Ad ogni modo è più gentile il pennuto che il babbo, che tratta il figlio sempre senza alcun rispetto e con un rigoroso affetto militare. Alla fine il bimbo smette di avere paura, forse si è già cacato addosso, durante lo scontro finale con la bestiaccia aliena e la sconfigge. E' un film patetico, senza colpi di scena, con una fotografia accettabile, ma un'ambientazione che non aiuta gli odierni effetti speciali.
Il bluray è masterizzato con qualità a 4k, visto che oggi sempre più prodotti che ne permettono la riproduzione sono sul mercato. La qualità quindi (io però ho un "semplice" full hd) è veramente molto buona, anche se le scene eccelse si contano sulle dita di una mano. L'audio, anch'esso poco sfruttato, è un ottimo DTS HD Master Audio. Gli extra sembrano molti, ma sono poco corposi (tra parentesi la durata in minuti):
  • A father's legacy (9)
  • Alternate opening (2)
  • Building a world (12)
  • Pre-visualizing the future (6)
  • The animatics of After Earth (9)
  • 1000 years in 300 seconds (5)
  • The nature of the future
  • pubblicità

lunedì 9 giugno 2014

Sono diventato un City biker

Bella la foto nevvero? Volevo creare un'ambientazione un po' fashion, invecchiata, con qualche sfumatura ed alcuni filtri ganzi utilizzando Snapseed, tutto molto a caso, ma per fare il culo a Musampa perchè il segreto è avere la luce giusta. E con questa luce non si capisce di colore effettivamente sia la mia nuovissima city bike. Era già un anno buono buono che volevo prenderne una, quella che davano con con i punti della Cartasì. poi il catalogo è cambiato e così dopo un'attenta e studiata valutazione ho preso quella della Coop (Coppe per gli amici). Modello da donna in quanto è più leggera, maneggevole, elegante, utile, sfruttabile, carina e soprattutto cavalcabile con estrema facilità dai diversamente spilungoni, razza a cui appartengo. Ha così inizio da oggi una nuova era, quella delle due ruote non motorizzate (non abbandonerò comunque il mio amato Skyliner) e penso che non ce en sia per nessuno. Ho pure portato la bestialotta alla sua prima revisione dal babbo Papih per un lungo pit stop per poi poter essere pronto a gareggiare. No, cari miei non abbiate paura, stavo solo scherzando. La mia già amata bicicletta servirà per scorrazzarmi in giù al barrino (dal Bagnino), o al mare a scelta tra calamoresca e cala Pise, ultimamente molto gettonata. Il sellino è bello caldo, il polpaccio tirato e muscoloso, i freni regolati giustamente. Pronto quindi alla partenza, potrete vedermi anche in notturna, forse già da ora, grazie alla lucina lampeggiante incorporata. E ora sindaco datti una mossa: appena ti decidi a mettere in piedi la giunta voglio, esigo e pretendo, un fottio di piste ciclabili. Almeno una per ogni marciapiede coi mattoncini. Su su, l'hai voluta la bicicletta? Pedala.

Rotta Verso L'Ignoto (1991)


Regia: Nicholas Meyer
Anno: 1991
Titolo originale: Star Trek VI: The Underscovered Country
Voto: 5/10
Pagina di IMDB (7.2)
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Con questo sesto capitolo della saga di Star Trek si conclude la serie classica che vede presente il cast originale e la regia di Meyer (già artefice del secondo film). Per quanto mi riguarda, nonostante la longevità è un buon prodotto, non tanto dal punto di vista del soggetto e della trama, ma per l'essere a cavallo tra la fine dei Klingon e dell'Unione Sovietica. Eh sì, guarda caso siamo nel 1991 e le somiglianze con i contemporanei avvenimenti storici non possono essere tralasciate. Certo qui, abbiamo tutto romanzato, con tanto di pace, complotti e sabotaggi, se vogliamo la realtà è stata molto più semplice e meno avventurosa, ma questo è un film e per giunta di fantascienza. Il fatto di essere ad inizio anni novanta inoltre ha aiutato e non poco con gli effetti speciali, che non saranno ancora eccelsi è vero, ma perlomeno le ambientazioni risultano più godibili rispetto al solito. Il passo in avanti rispetto al fiasco de L'Ultima Frontiera è molto evidente, con richiami all'interno della storia stessa, al più classico dei thriller, o se vogliamo dei gialli. Spock infatti non nasconde affatto la sua ispirazione al buon vecchio Sherlock Holmes citando addirittura il "Una volta eliminato l'impossibile, ciò che resta, per quanto improbabile, deve essere la verità". D'altra parte logica e ragione sono il suo credo. La versione bluray è quella rimasterizzata ed ha il nuovo titolo con l'aggiunta di "Star Trek VI", che inizialmente non era presenta così come in Rotta Verso la Terra. Non si capisce perchè visto che in lingua originale la numerazione è sempre stata presente. Comunque la visione in alta definizione è molto buona, e gli anni in cui è stato girato aiutano. Il comparto audio prevede un lossy Dolby Digital 5.1 per la nostra lingua. Gli extra ancora una volta sono assai corposi, numerosi e ricchi di informazioni interessanti. Tra parentesi la durata in minuti:
  • 2 tipi di commenti 
  • Bibliocomputer (interattivo)
  • I pericoli dei negoziati di pace (27)
  • Storie da Star Trek VI (57)
  • L'universo di Star Trek (76)
  • Addio (13)
  • Interviste originali (44)
  • Materiale promozionale
  • BD live

domenica 8 giugno 2014

Source Code (2011)


Regia: Duncan Jones
Anno: 2011
Titolo originale: Source Cide
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (7.5)
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C'era ieri sera su Rai2 e che non guardo un film dato in tv credo siano alcuni secoli. Cause di forza maggiore però mi hanno costretto di fronte allo schermo ed al digitale terrestre. Così, al volo, incuriosito dal titolo, mi posiziono comodo ed inizio a guardare qualcosa di già conosciuto... Questa volta non succede come un mesetto fa con The Cell  , il senso di già visto è forte. Così controllo (tra l'altro neanche posso mettere pausa) se su VER lo ho già recensito e se ho già messo il flag su I Check Movies. Niente. Ah ecco, forse è tratto da un romanzo di Philip K. Dick (i temi ci rientrano ampiamente) che ho letto così attentamente da immaginarmi tutto quanto come il regista Duncan Jones. Nulla, neanche questa teoria è valida. Poi in uno slancio di brillantezza, ricordo tutto: lo vidi a casa di gettons, forse con Musampa ,o con lo zio bestialotto Roikin o con TimeWalk ... Insomma lo vedi a casa di gettons e non lo recensii, perchè a quei tempi non andava di moda farlo per tutti i film. Comunque è uno di quelli da voto alto, di quelli fatti bene, con la trama curiosa ed intrigante. Purtroppo gli ho tolto un punto per i seguenti motivi: manca una scintilla che faccia veramente fargli fare il passo successivo, il cast non è tra i miei preferiti (Jake Gyllenhaal e Michelle Monaghan) ed il pre finale è troppo facilone. Restano comunque tre piccolezze accettabili, che vanno in secondo piano rispetto a tutto il resto. e se mi ha ricordato Dick, non può che essere un buon lavoro. Di quelli che se li riguardi in tedesco, inizi a pensare di averlo già visto, ma mai con un accento così orribile.

sabato 7 giugno 2014

Jack Reacher - La Prova Decisiva (2012)


Regia: Christopher McQuarrie
Anno: 2012
Titolo originale: Jack Reacher
Voto: 4/10
Pagina di IMDB
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Ma... Ma... Ma... No, dai... Soltanto poche ore fa avevo recensito il libro ed ora scrivo riguardo al film? Eh sì, sono proprio un grande. Così posso descrivere fin da subito, a caldo, a bollore, le emozioni che mi ha dato la pellicola. Il romanzo di Child da cui è tratto non è il massimo, ma resta piacevole. E se vogliamo, tutto sommato anche il film si fa guardare ed è un accettabile action movie. Ma allora perchè questo mio accanimento? Non sono un ingenuo o uno sprovveduto: sono decine i libri che ho letto da cui hanno tratto un qualcosa per cinema. So anche che spesso si dice che la carta renda meglio rispetto alla trasposizione, ma non sempre è vero: Dick ad esempio. Ma non voglio divagare troppo, qui si parla di Jack Reacher. Ne siamo sicuri? Io capisco che spesso portare una storia all'interno di una sceneggiatura non è sempre semplice, e che il più della volte si debbano fare delle modifiche o degli arrangiamenti, ma modificare totalmente l'aspetto fisico del personaggio principale di una serie è qualcosa di mostruoso. Tom Cruise per interpretare un bestione che sfiora i due metri, pesa oltre il quintale grazie ai suoi muscoli trita persone ed è biondo? No, non ci sto. Ecco quindi che non riesco a seguire la trama (finita di leggere nel libro appunto solo poche ore prima, quindi fresca fresca o calda calda), ma mi viene da fare soltanto dei paragoni. Lo sfoltimento dei personaggi (alcuni proprio annientati) ci può stare, così come l'avere una storia più snella e meno macchinosa, andando ad eliminare anche alcune lacune che sono presenti nel libro. Però non mi va bene se questo serve per inserire scene ridicolmente vergognose solo per vendere un pacchetto di popcorn in più: l'inseguimento in auto o i bulli che si scontrano tra loro invece di massacrare Reacher semi svenuto dentro la vasca. E poi ci infilano pezzi senza importanza tratti dal libro come i dialoghi con Sandy. il coltello portato con sè nell'imboscata finale (mai usato però) e l'amnesia di Barr infilata di forza al termine della trama. Ripeto: alcune cose possono starci, non deve essere fedele al cento per cento. Vuoi cambiare la location nello scontro finale? Ok fallo. Vuoi ridurre al minimo l'importanza dello Zek? Vai, fai anche questo. Vuoi togliere molta anima e psicologia a Reacher? Fai pure questo. Però se esce fuori un film che fa cacare o che piace ad un pubblico medio di brufolosetti di dodici anni, non lamentarti.

venerdì 6 giugno 2014

Lee Child - La Prova Decisiva


Autore: Lee Child
Anno: 2005
Titolo originale: One Shot
Voto: 3/5
Pagine: 427
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Trama del libro e quarta di copertina:

Venerdì, le cinque del pomeriggio. Sei spari esplodono improvvisi in una cittadina di provincia dell'Indiana. Sei colpi di fucile su una folla inerme, in una piazza del centro. Persone qualsiasi, gente che va a far spese o che sta tornando a casa per godersi il week-end. A terra cinque corpi senza vita: quattro uomini e una donna. Chi è stato? Perché? Domande che sembrano trovare risposta quando, poche ore dopo, viene arrestato un ex cecchino dell'esercito, James Barr. Le prove contro di lui sono schiaccianti, inequivocabili, eppure lui sostiene che abbiano preso la persona sbagliata, e chiede una sola cosa: "Trovatemi Jack Reacher". Ma Jack Reacher è un uomo molto difficile da trovare. Dal giorno del congedo, l'ex maggiore della polizia militare vagabonda per il Paese, fedele solo a verità e giustizia. All'insaputa di tutti, però, dalle spiagge di Miami è già partito per l'Indiana: non tanto per aiutare James Barr, ma per onorare una promessa fatta quattordici anni prima e inchiodarlo definitivamente. La prima edizione di questo romanzo è uscita presso Longanesi nel 2008 col titolo "La prova decisiva". 

Commento personale e recensione:

Oh, finalmente ci sono arrivato. Era il libro di Lee Child più atteso, una volta venuto a conoscenza dell’esistenza del film con niente popò di meno che Tom Cruise. La pellicola ancora non l’ho vista, ma ora posso farlo nella più completa serenità. O quasi. Infatti mi era venuto il dubbio che Jack Reacher, il solito protagonista, avesse ricevuto un drastico intervento di plastica non solo facciale. Da un tipo alto quasi due metri di circa centodieci chili, biondo e con una montagna di muscoli che fanno di lui una furia omicida di certo mi aspettavo un altro attore e non quello con il sorriso smagliante. Vabbeh, ne parlerò nell’attesissima recensione del film. Ora tocca al libro: lo stile è il solito, piacevole, veloce e leggero. Questa volta Child non usa la prima persona, ma narra le avventure del nostro vagabondo ex soldato raccontando in modo che tu non ti senta in obbligo di dover leggere i capitoli precedenti. Già, i richiami agli altri libri sono minimi, ma la curiosità e l’interesse per questo personaggio resta su livelli medio alti. Non il miglior thriller che abbia mai letto, forse neanche il migliore con questo protagonista, ma di sicuro è quello costruito meglio, con colpi di scena qua e là ed una struttura solida quasi fino in fondo. Sul perché e sulle motivazioni di una trama così complicata restano molti dubbi: spesso basterebbe un colpo e basta per farla finita, ma i romanzieri poi di che vivrebbero? Inoltre è ganzo il fatto che Reacher parta bello baldanzoso con un’idea, per poi ritrovarsi a fare tutto l’opposto. Eh, dura la vita per gli eroi. Piacevole, da mare, e soprattutto va letto per poi poter forse stroncare il film, che a mio modestissimo (ahaha) avviso non parte con il piede giusto.

Android 4.4.3

Con circa un paio di giorni di ritardo ecco che anche io aggiorno il Nexus 4 con l'ultima versione disponibile di Android: la 4.4.3 che non porta con sè moltissime novità visibili sebbene il pacchetto OTA da 77,9 mega presenta quasi 7500 modifiche (vedi changelog se hai molta forza di volontà). In sostanza risolve molti bug e ha migliorie dal punto di vista della sicurezza: insomma quelle cose importanti che ti fanno vivere più tranquillo, visto che finora eri in balia di chissà quali eventi catastrofici. Ad ogni modo le novità sostanziali di cui ci possiamo accorgere in maniera oggettiva (quindi esclusi i "sembra più veloce" dopo sette secondi dall'aggiornamento) sono essenzialmente due e riguardano il dialer per effettuare le chiamate ed i contatti (chiamato persone). Entrambe queste cose sono legate tra loro ed è possibile notare la volontà di Google nel rendere l'interfaccia simile a quella utilizzata da Gmail. Quindi accedendo ai numeri più utilizzati per la chiamata rapida avremo una sorta di etichette colorate con la lettera iniziale bella stampata in gigantese. Di primo acchito potrebbe non piacere, ma per chi usa costantemente Gmail ed ormai ci ha fatto l'abitudine, avere questo sistema risulta molto coerente e pratico. La novità però è esclusivamente di impatto visivo, perchè le funzioni restano esattamente le solite di prima, con solo l'aggiunta del pulsante "tutti i contatti" per raggiungerli immediatamente dalla prima pagina. La barra delle opzioni in basso, ha poi cambiato colore (ora è usato il blu invece del bianco) ed anche il tastierino  presenta i numeri in blu su sfondo bianco e le lettere in grigio. Per quanto riguarda la sezione "cronologia" abbiamo di fianco ad ogni contatto un pulsante che ci fa lo storico delle chiamate effettuate o ricevute. per le perse c'è sempre l'apposita sezione. Le novità non sono grandiose, ma Google in questi giorni, settimane, mesi ha portato avanti una serie di aggiornamenti di un certo peso slegati dal sistema operativo, andando a migliorare moltissime applicazioni, da Maps alla fotocamera, oppure keep, hangouts e non per ultimo google+. Di conseguenza, abbiamo un minor update, ma a conti fatti le varie applicazioni vengono costantemente aggiornate e migliorate.

giovedì 5 giugno 2014

2 Fast 2 Furious (2003)


Regia: John Singleton
Anno: 2003
Titolo originale: 2 Fast 2 Furious
Voto: 5/10
Pagina di IMDB (5.7)
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A due anni di distanza dal primo capitolo, ecco il sequel del lavoro di Cohen con alcuni piccoli cambiamenti: ad affiancare Paul Walker nel ruolo del coprotagonista abbiamo Tyrese Gibson e la bella di turno è Eva Mendes. Voglio subito dire una cosa: è una boiata di film, ma almeno ha preso con sè gli ingredienti vincenti dell'originale. Attenzione: non ciò che l'altro aveva di buono, ma i fattori che lo hanno reso interessante, ovvero le gare con le macchine. E' infatti questo che ha fatto forte il successo del franchise, abusato o meno, stupido o no, ecco cosa ha portato milioni di ragazzetti (e non solo) a pagare il biglietto del cinema. Quindi abbiamo una sceneggiatura base, di quelle semplici, ricalcate da una puntata qualsiasi della serie Miami Vice con tanto di narcotrafficante (+/-) spietato. E tanti inseguimenti. O gare insomma. Ne hanno messe diverse di ogni tipo, questa volta celebrando un attimino anche i motori americani e non solo quelli made in Japan. E' così che la trama passa in secondo piano, appiattita da scorribande e prove di forza a chi romba di più ed allo scarico più potente. Colpo di scena già annunciato con lo scambio di auto e la parata con centinaia di auto da corsa inseguite da centinaia di auto della polizia. Talmente ridicolo che fa ridere e fa anche piacere. Davvero. Quasi al pari dei dialoghi: tutti forzatamente sopra le righe, frasi di repertorio che neanche alla recite di Natale avresti il coraggio di scimmiottare. Ganzo, solo perchè sai già cosa è e se lo guardi non può essere una sorpresa, neanche l'effetto "velocità di curvatura" quando vanno a 180 km all'ora.

martedì 3 giugno 2014

La Zona Morta (1983)


Regia: David Cronenberg
Anno: 1983
Titolo originale: The Dead Zone
Voto: 5/10
Pagina di IMDB (7.3)
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A David Cronenberg piacciono le mutazioni, psichiche o carnali,  ed il paranormale che viene fuori dal potere della mente. Ecco perchè dal connubio con Stephen King mi aspettavo qualcosa in più. Ammetto che dovuto rileggere la mia recensione su La Zona Morta per rinfrescarmi un po' la memoria: la pellicola mi è sembrata abbastanza fedele dal punto di vista narrativo, eppure vengono meno alcuni elementi psicologici non indifferenti. La sofferenza interiore del protagonista Johnny (Christoher Walken) non è calcata come nelle pagine del libro, e pur ammettendo alcune modifiche presenti tra romanzo e sceneggiatura, l'aspetto horror è praticamente annullato. Non che il libro ti faccia tremare, ma da un regista del settore come Cronenberg potevi aspettarti delle scene maggiormente cruenti oppure in cui la tensione potesse essere maggiore. Visto oggi per la prima volta è "solo" un thriller. Per restare legato al romanzo, il regista perde un po' del suo essere tale, eppure questo nell'economia finale non risulta una scelta vincente: manca di verve e mordente. Nel complesso rimane un film piacevole da vedere, sebbene il grosso del merito vada al soggetto. Le comparse sono da teatrino errante, il che, fa risaltare maggiormente i protagonisti in gioco: Walken e la breve parte di Sheen.

lunedì 2 giugno 2014

E' nata Zoe!

Foto di juliaset72
Un altro fiocco rosa per il fondo. Tocca a Zoe, sorellina di Federico, che giusto tre anni fa aprì per primo le danze. Mentre adesso di balletti ce ne saranno molti ed il neo acquisto Diego ha già messo da parte le scarpette da calcio, per poter fare la corte alla nuova fiamma del fondo. Babbo Cuccu non so quanto sarà contento di simili attenzioni,ma potrebbe essere un vanto anche per la sempre_giovanissima_e_mai_attempata Cindy, che ricordiamo diede il secondo nome (non ufficiale) a Gioia. Insomma già tanti piccoli e grandi amici per la neonata che sarà contenta di avere un articolo tutto per sè. Quindi festa della Repubblica, ma anche festa di Zoe.

The Beach (2000)


Regia: Danny Boyle
Anno: 2000
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (6.6)
Pagina di I Check Movies
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Fino ad ora mancava solo The Beach per concludere la filmografia di Danny Boyle , regista a cui tengo molto e che grazie a Trainspotting si è fatto conoscere da una grande fetta di pubblico e critica. Ho citato questo suo film del 1996, perchè con The Beach ritroviamo molto, esportato altrove, di ciò che avevamo apprezzato quattro anni prima. Già con la voce racconto fuori campo, entriamo nelle idee del personaggio Richard (Leonardo Di Caprio), una critica al conformismo, al consumismo ed ai viaggi pacchetto tutto organizzati. Già perchè c'è un tipo di turista che non si accontenta della copertina platinata di una rivista di viaggi, non vuole visitare un luogo ultra pubblicizzato e sporcato da milioni di altri sui simili, non vuole la foto ricordo preconfezionata. Desidera la rarità del momento e della compagnia. The Beach, fa leva su questo, così Richard, ed una coppia francese partono per la grande avventura alla ricerca di ciò che è inusuale, paradisiaco e segreto. Se tutti fossero a conoscenza della spiaggia perfetta, tutti vorrebbero andarci, e finirebbe per trasformarsi nel solito villaggio vacanze da cui vogliono scappare. Qui trovano infatti una comunità di turisti sui generis, organizzati come una comune da villaggio, che vive spensierata e lontana da tutto ciò che odiano. E' forte in gran parte del film l'idea di liberazione, non solo dal caos metropolitano (Richard prova disgusto una volta tornato anche per pochi giorni a Bangkok) , ma anche dai problemi che affliggono la vita moderna. Certo, ogni posto ha i suoi disagi e le sue pecche, come è possibile vedere durante la pellicola. Buonissima la fotografia ed il montaggio, non scontati, come invece potrebbe essere la scenografia che sopporta una trama non poi così avvincente.

domenica 1 giugno 2014

MotoGP 2014: Mugello (Italia)

Il Mugello dà sempre sensazioni particolari, vuoi perchè è nostra pista, quella che conosciamo maggiormente, quella più volte vista e sentita raccontare in tv come nei giornali, quella in cui nel 2005 ho avuto il piacere di vedere uno dietro l'altro tutti i campioni italiani (Rossi, Biaggi, Capirossi e Melandi) e quella in cui nel 2009 Valentino Rossi perse l'imbattibilità sulla pista, vedendo vincitore la meteora Stoner. Una pista fantastica, forse non la migliore tra tutti i MotoGP, ma quella in cui il mio idolo motociclistico ha vinto per ben nove volte e sta inseguendo ormai da anni la decima. Il Real Madrid ce l'ha fatta alla lunga, forse un giorno anche Rossi potrà bearsi di ciò. Non importa però più di tanto, quando continui a dare emozioni , quando arrivi a trecento Gran Premi e sali 187 volte sul podio (anche oggi giunto terzo). Gara molto buona, strepitosa e divertente anche quelle di Marquez e Lorenzo, rispettivamente primo e secondo, dopo una gran bagarre, ma l'emozione di quel 151 esimo podio in classe regina le supera un po' tutte. Ho scritto prima 187 e poi 151, come va di moda oggi dire: ma i dati sono un tantino differenti. Se infatti si considerano 300 gare significa che si contano anche quelle fatte in 125 e 250, di conseguenza è giusto contare i 36 podi che ha ottenuto lì. Sul podio come un giovincello, roba da urlo.

La Frode (2012)


Regia: Nicholas Jerecki
Anno: 2012
Titolo originale: Arbitrage
Voto: 4/10
Pagina di IMDB (6.7)
Pagina di I Check Movies
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Questo è uno dei tanti titoli che potrebbe vincere l'Oscar per la mediocrità. Non voglio girarci troppo intorno: a me non è piaciuto. Non nel senso che faceva schifo o per il finale netto ed includente che può aver fatto storcere il naso ad alcuni, ma proprio la sua mancanza di essere un qualcosa di più preciso. Ecco fatto il compitino, per un thriller di cui conosciamo già tutti i colpevoli, e non ci sono date notizie, se non sparse e parche, sul fondamentale rapporto tra Robert Miller (Richard Gere) ed il ragazzo di colore che in pratica lo salva. Molto piatto, non originale, tutto già visto, scontato, noioso ad eccezione dell'interpretazione di Gere, che è buona, ma te lo puoi aspettare. Quindi appunto nessuna novità e nessun tipo di esaltazione. Poi mi stucca quando vogliono far vedere il lato buono ed umano di un delinquente, che non solo fa i giochetti sporchi in borsa, ma se la svigna anche dopo aver ucciso la propria amante (Laetitia Casta). Poi fa tutto il per benino. E finisce anche bene, visto che chi svolge le indagini (Tim Roth) è disegnato come un incompetente che necessita di falsificare le prove ed abusare del suo potere per arrestare un sospettato. Tutto molto veloce, arrangiato, mancante di molte spiegazioni.