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mercoledì 4 giugno 2025

The Night Of - Cos'è Successo Quella Notte?

 
Anno: 2016
Titolo originale: The Night Of
Numero episodi: 8
Stagione: 1

Mi sono approcciato a The Night Of con una certa curiosità ma senza aspettative esagerate anche se ci sono capitato dopo aver visto un reel entusiasta di uno sconosciuto. Lo ammetto: pensavo fosse l’ennesima miniserie HBO ben confezionata, con il classico impianto crime in stile americano – avvocati brillanti, indagini zoppicanti, e qualche colpo di scena prevedibile. E invece, sorpresa: questa serie mi ha fregato. In senso buono.

Al centro c’è il giovane Nasir "Naz" Khan, interpretato con notevole intensità da Riz Ahmed, un ragazzo pakistano-americano che si ritrova invischiato in un omicidio che sembra uscito da un incubo. La serie ci porta in un’odissea giudiziaria e umana in cui la presunzione d’innocenza viene accartocciata e buttata nel cestino, in nome di una verità da costruire a tavolino. Ma il vero colpo da maestro? John Turturro.

Sì, lui. L’avvocato John Stone, scalcagnato, allergico al mondo (letteralmente: soffre di eczema ai piedi), che si trascina tra le aule di tribunale e i marciapiedi di New York come un Don Chisciotte del codice penale. È l’anima della serie. Il suo personaggio, scritto e recitato con una malinconia e un’ironia quasi dolorosa, riesce a rubare la scena in ogni inquadratura, anche quando parla con un gatto. Anzi, soprattutto quando parla con un gatto.

La narrazione è lenta ma non noiosa, chirurgica nel costruire tensione e disagio. Ogni episodio scava più a fondo nel sistema giudiziario, nella psiche dei protagonisti e nella zona grigia della verità. The Night Of non ti dà risposte facili. Ti fa dubitare, ti fa arrabbiare, ti fa guardare il mondo con quel sospetto che solo una buona serie può insinuarti addosso.

Ci sono momenti in cui sembra quasi voler diventare una riflessione sociopolitica (razza, classe, giustizia), ma riesce a non diventare mai didascalica. Resta prima di tutto un noir urbano: sporco, opprimente, quasi claustrofobico. Anche quando sei fuori dal carcere, l’aria non è mai davvero pulita.

Conclusione? The Night Of è una miniserie che ti prende alla gola senza bisogno di urlare. Il ritmo è più da romanzo che da serie binge-friendly, ma proprio per questo resta impressa. Un piccolo gioiello nel mare magnum delle crime-series, in cui ogni dettaglio (persino una camicia sbagliata) può farti crollare.



venerdì 18 aprile 2025

The Walking Dead [Stagione 8]

 


Anno: 2017 - 2018
Titolo originale: The Walking Dead
Numero episodi: 16
Stagione: 8


Sono passati ben otto anni da quando avevo mollato The Walking Dead. A quel punto, la serie era diventata per me un esercizio di pazienza: i "buoni" sempre più piatti, noiosi, incastrati in una moralità prevedibile e snervante. I cattivi, al contrario, si portavano via la scena con una facilità quasi imbarazzante. La trama? Ridondante, tirata per i capelli, incapace di stupire davvero. Così avevo detto basta.

Ma quest’anno, per curiosità o per masochismo, ho deciso di ripartire dall’ottava stagione. E, sorprendentemente, non è andata male. Forse il distacco ha fatto bene, o forse questa stagione ha davvero qualcosa in più. Il ritmo è più sostenuto, la tensione regge meglio, e perfino i momenti più dialogati risultano meno pretestuosi del solito.

La mossa narrativa più interessante? Senza dubbio la morte di Carl. Diciamocelo: il personaggio era diventato un peso morto (già che siamo in tema), un fardello morale che inchiodava Rick a un ruolo sempre più insopportabile di eroe afflitto. Con la sua uscita di scena, Rick può finalmente sfogarsi, tornare ad agire senza quella zavorra di responsabilità posticcia che lo rendeva prevedibile.

Pur sapendo che ci sono ancora stagioni a venire, questa ottava si chiude in modo sorprendentemente “conclusivo”: una sorta di pace armata, un finale che potrebbe anche funzionare da epilogo provvisorio. Non è perfetta, certo. Ma dopo anni di stallo, The Walking Dead torna a camminare. E ogni tanto, perfino a correre.


martedì 8 aprile 2025

Westworld - Dove Tutto E' Concesso [Stagione 3]

 

 

Anno: 2020
Titolo originale: Westworld
Numero episodi: 8
Stagione: 3
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WESTWORLD 3 – CYBERCAVALLI SENZA COWBOY

Alla fine della terza stagione di Westworld mi ritrovo a fissare lo schermo come un host appena "svegliato": confuso, sradicato, e con l’amara consapevolezza che qualcosa è andato storto. Dov’è finito il labirinto? Dove sono finiti i paesaggi bruciati dal sole, le vendette in slow-motion, il fango misto a inganni? Risposta breve: nella stanza dei ricordi. Ora siamo nel futuro, ma non quello che ci meritiamo. Uno che pare uscito da un crossover tra Black Mirror ed un Fast & Furious qualsiasi in versione androidi.

La serie prende una virata drastica, cambiando pelle e anima. Lo sapevo già ed ero stato avvisato anche nei forum che seguo, ma ci ho provato. Il parco scompare, i cowboy diventano hackers, e l’epopea western-filosofica si trasforma in un techno-thriller urbano dal retrogusto cyberpunk. Il tutto condito da un’estetica pulita, luci fredde, skyline avveniristici e... proiettili che non colpiscono mai nessuno (se sei uno dei “protagonisti”, ovviamente). In pratica: il Far West cede il passo al Far Logic.

Capisco la volontà degli autori di non rimanere intrappolati nella ripetizione. È lecito, anche lodevole, cercare di far evolvere una storia. Ma qui l'evoluzione suona più come mutazione forzata. I nuovi temi – controllo algoritmico, libero arbitrio contro predestinazione digitale – sono affascinanti, ma innestati su una trama che sembra tenuta insieme con graffette e nostalgia.

Il problema maggiore, però, sono i personaggi: Dolores, Bernard e Maeve appaiono fuori contesto, come attori costretti a recitare su un palcoscenico che non è il loro. La loro profondità si appiattisce tra sparatorie da videogame e monologhi programmatici. Sembra quasi che li abbiano riportati in scena solo per dovere contrattuale. E sì, anche la nuova “entità antagonista” non convince: una IA che prevede tutto, tranne i buchi di sceneggiatura.

Il risultato è una stagione che perde l'identità e sbiadisce nel tentativo di piacere a tutti. Personalmente, avrei preferito un finale coraggioso alla fine della seconda stagione: lasciare il mistero nell’ambiguità, piuttosto che trascinarlo fuori dal parco per gettarlo in un mondo che sembra un altro show.

Detto questo, guarderò la quarta stagione. Perché Westworld ha ancora qualcosa da dire, e perché a volte la speranza è più forte del disincanto. Ma dentro di me, continuo a pensare che questa storia sarebbe dovuta finire quando Dolores cavalcava sotto il cielo finto del parco, libera e spietata come solo un personaggio ben scritto sa essere.



venerdì 28 marzo 2025

Reacher [Stagione 3]

 

Anno: 2025 
Titolo originale: Reacher
Stagione: 3
Numero episodi: 8
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La terza stagione di Reacher adatta La vittima designata (Persuader), un romanzo che ho letto ma di cui ricordo poco. Questo potrebbe essere un punto a favore della serie, permettendomi di viverla senza il peso del confronto diretto con il libro. Tuttavia, pur trovandola godibile, non posso negare di aver avvertito una certa stanchezza nella formula.

Alan Ritchson è sempre perfetto nel ruolo di Jack Reacher, fisicamente imponente e letale come ci si aspetta. L’atmosfera resta in linea con quella dei romanzi: oscura, violenta, con un protagonista che affronta tutto con il suo solito mix di logica implacabile e pugni devastanti. La storia, che si sviluppa attorno a un'operazione sotto copertura con un forte elemento di vendetta personale, riesce a mantenere alta la tensione, anche se non sempre sorprende.

Il problema principale è che, dopo tre stagioni, la serie sembra girare un po’ in tondo. Gli scontri fisici sono ancora spettacolari, ma prevedibili. La struttura narrativa segue binari collaudati, con Reacher che analizza, combatte, smaschera i nemici e prosegue senza mai un cedimento. Se da un lato questa coerenza è apprezzabile, dall’altro inizia a far perdere mordente alla visione.

In definitiva, Reacher 3 è un buon intrattenimento, ma la sua ripetitività comincia a farsi sentire. Rimane una serie solida per chi ama il genere e il personaggio, ma servirebbe una scossa per evitare che la stanchezza prenda il sopravvento.


mercoledì 26 marzo 2025

Westworld - Dove Tutto E' Concesso [Stagione 2]

 

Anno: 2018
Titolo originale: Westworld
Numero episodi: 10
Stagione: 2
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Westworld – Stagione 2: L’illusione del libero arbitrio

La seconda stagione di Westworld è un labirinto di narrazione, un gioco metanarrativo che mette alla prova lo spettatore tanto quanto i suoi personaggi. Dopo il finale esplosivo della prima stagione, la serie di Jonathan Nolan e Lisa Joy si spinge ancora più in là nel concetto di coscienza artificiale, libero arbitrio e costruzione della realtà.

Se la prima stagione era un lungo prologo per il risveglio delle macchine, la seconda si concentra sulle conseguenze: il caos che segue la ribellione degli host e il tentativo disperato degli umani di riprendere il controllo del parco. Ma Westworld non è mai stato una serie lineare, e questa stagione ne è la prova definitiva: il racconto è fratturato, disseminato di flashback e salti temporali, con più linee narrative che si intrecciano fino a un climax che cambia ancora una volta le regole del gioco.

Il labirinto diventa una porta

Uno degli aspetti più affascinanti della seconda stagione è la trasformazione del simbolismo del labirinto. Se nella prima rappresentava il percorso interiore dei residenti verso la coscienza, ora diventa una porta, una via di fuga verso un mondo digitale promesso a coloro che riescono a raggiungerlo. Il sogno della libertà si sposta quindi su un nuovo livello: non si tratta più di prendere coscienza, ma di trovare un nuovo destino, lontano dalle catene del mondo umano.

Dolores (Evan Rachel Wood) emerge come un'antagonista implacabile, guidata da una visione radicale della libertà che la spinge a compiere scelte spietate. Se nella prima stagione il suo percorso era quello della vittima che diventa consapevole della propria esistenza, ora è un’eroina tragica, disposta a sacrificare tutto per distruggere il sistema che l'ha creata. La sua contrapposizione con Maeve (Thandiwe Newton) è il cuore emotivo della stagione: se Dolores è spinta dalla vendetta e dalla distruzione, Maeve è mossa dall’amore e dalla speranza, in particolare per ritrovare la figlia perduta.

Bernard (Jeffrey Wright), invece, è il vero enigma della stagione. Smarrito tra i suoi ricordi e manipolato da forze più grandi di lui, incarna la confusione dello spettatore. La sua mente è un puzzle, e ogni episodio aggiunge o rimuove un tassello, fino a rivelare la verità sulla sua natura e sul ruolo che Ford (Anthony Hopkins) ha ancora nella sua esistenza.

Il Giappone di Shōgunworld e la bellezza delle sottotrame

Uno dei punti più riusciti della stagione è l’introduzione di Shōgunworld, un parco ispirato al Giappone feudale, che fa da specchio a Westworld. Qui, la serie gioca con il concetto di narrazione riciclata, mostrando come gli stessi archetipi vengano ripetuti in mondi diversi. L’episodio ambientato in questo universo è visivamente splendido e offre uno dei momenti più poetici della stagione.

Altre sottotrame, come quella dedicata ad Akecheta (Zahn McClarnon), offrono una variazione tematica potente, anche se l'ho trovata noiosa. L’episodio Kiksuya, interamente in lingua lakota, è un esempio straordinario di storytelling emotivo, raccontando la presa di coscienza di un residente attraverso una lente più intima e meno legata alla violenza. Diciamo una specie di episodio per staccare da tutto il resto.

Il finale e il futuro di Westworld

Il finale della seconda stagione è un turbine di rivelazioni, tradimenti e cambi di prospettiva. La serie si spinge oltre il parco, lasciando intendere che la vera battaglia sta per iniziare nel mondo reale. Alcuni personaggi trovano la loro fine, altri si trasformano, e altri ancora scompaiono per poi riapparire in forme inaspettate.

Westworld continua a essere una serie che sfida lo spettatore, ponendo domande più che offrendo risposte. Se la prima stagione giocava con il concetto di coscienza e destino, la seconda si interroga sulla natura della realtà e sulla possibilità di redenzione. È un viaggio non sempre facile, a volte volutamente ostico, ma ricco di momenti visivamente ed emotivamente potenti.

Un rapporto diverso con i residenti

Se nella prima stagione si poteva provare una sorta di empatia con le macchine, questa scompare del tutto nella seconda. Dolores, in particolare, diventa una figura talmente fredda e spietata che diventa difficile vederla come una vittima, mentre il resto degli host sembra più impegnato a sopravvivere o a portare avanti il proprio disegno personale, piuttosto che a riflettere sulla loro condizione.

Ma a ben vedere, questo è un aspetto che Westworld porta alle estreme conseguenze proprio per farci riflettere su un concetto più ampio: quanto senso ha provare empatia per esseri artificiali programmati per reagire in un certo modo? Se davvero ci facessimo coinvolgere, dovremmo sentirci in colpa per ogni NPC che abbiamo ucciso in un videogioco. E parliamo di una lista infinita: dal primo Doom, dove sterminiamo orde di demoni pixelati, a GTA, dove l’eliminazione di pedoni e poliziotti è parte del divertimento, fino a The Last of Us, che ci costringe a uccidere avversari umani resi emotivamente credibili, ma pur sempre virtuali.

La seconda stagione di Westworld, in un certo senso, ci mette di fronte a questa contraddizione: siamo disposti a compatire i residenti solo finché sembrano indifesi e in balia del loro destino, ma quando prendono il controllo e iniziano a comportarsi come veri antagonisti, smettiamo di considerarli degni di empatia. Proprio come nei videogiochi, dove la distinzione tra "personaggi vivi" e "semplici ostacoli da superare" è dettata solo dal nostro coinvolgimento nella storia.

Con questa stagione, la serie abbandona definitivamente ogni pretesa di essere un semplice thriller fantascientifico per diventare una riflessione profonda sul controllo, sulla libertà e sulla costruzione della nostra identità. Il mondo di Westworld è più grande di quanto pensassimo, e il gioco è appena cominciato. Nonostante in molti sconsiglino di continuare, son curioso di vedere almeno gli episodi iniziali della terza.


mercoledì 19 marzo 2025

Westworld - Dove Tutto E' Concesso [Stagione 1]


Anno: 2016
Titolo originale: Westworld
Numero episodi: 10
Stagione: 1
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 Sapevo dell’esistenza di Westworld, ma non mi ero mai avvicinato alla serie fino a poco tempo fa. Ora che ho visto la prima stagione, posso dire che ho fatto bene ad aspettare il momento giusto, ma sono anche un po' dispiaciuto per aver concesso tempo e fatica ad altre decisamente inconsistenti: mi ha completamente catturato, soprattutto da metà in poi, quando i temi esplodono e i continui salti temporali iniziano a incastrarsi in un puzzle avvincente.

L’idea di base è già intrigante di suo: un parco a tema western dove gli ospiti umani possono fare ciò che vogliono con gli androidi, chiamati “residenti” . Ma non ci troviamo di fronte a una semplice storia di robot ribelli. Qui si parla di coscienza, memoria, libero arbitrio e manipolazione. I residenti credono di avere scelte, ma sono solo marionette in un copione scritto da altri. E gli esseri umani? Sono poi così diversi?

Il racconto si dipana seguendo personaggi chiave, tutti ben costruiti e con archi narrativi che, pezzo dopo pezzo, svelano il grande disegno. Dolores è il volto dell’evoluzione: da ragazza ingenua del West a qualcosa di più profondo e inaspettato. Maeve, invece, è il personaggio che forse mi ha intrigato di più: la sua scalata alla consapevolezza, il modo in cui prende in mano il suo destino (o almeno crede di farlo) è pura adrenalina. William e l’Uomo in Nero aggiungono un livello di mistero e ambiguità che ho apprezzato sempre di più con il passare degli episodi, mentre il Dr. Ford, con il suo sguardo onnisciente, guida il tutto come un burattinaio silenzioso. In molti sono creta nelle sue mani ed in molti sono le sue palline rimbalzine.

Ciò che mi ha davvero gasato, però, è stata la struttura narrativa. I continui flashback, che inizialmente sembrano semplici frammenti di ricordi o addirittura trame sulla stessa linea temporale, si rivelano invece fondamentali per svelare l’inganno che permea l’intera storia. Ogni pezzo si incastra al posto giusto, e più si va avanti, più tutto assume senso. Quando ho iniziato a intuire dove volesse andare a parare, il coinvolgimento è schizzato alle stelle.

Rispetto al film del 1973, che puntava di più sulla tensione action con la minaccia rappresentata dagli androidi (come il mitico Yul Brynner nei panni del Gunslinger), la serie ribalta la prospettiva: qui sono gli umani a essere spietati, mentre gli host diventano vittime e, forse, futuri carnefici. Ma è davvero una semplice lotta tra creatori e creature? O c’è qualcosa di più profondo che riguarda tutti noi?

La prima stagione di Westworld è un’esperienza che va oltre il classico sci-fi: è un viaggio mentale che mette in discussione il concetto stesso di esistenza. Se i nostri ricordi fossero solo un’illusione? Se le nostre scelte fossero già scritte? E soprattutto: quanto di quello che crediamo essere libero arbitrio è davvero tale? Domande che rendono questa serie qualcosa di più di un semplice intrattenimento.

Per me, è un grande sì.

sabato 15 marzo 2025

Invincible [Stagione 3]

 


Anno: 2025
Titolo originale: Invincible
Numero episodi: 8 
Stagione:  3
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Dopo due stagioni che hanno ridefinito il concetto di "supereroi per adulti", Invincible torna con una terza stagione che alza ulteriormente la posta in gioco. La serie animata di Prime Video, tratta dal fumetto di Robert Kirkman, continua a bilanciare alla perfezione azione brutale, sviluppo dei personaggi e una narrazione che ribalta i cliché del genere.

Se la seconda stagione si era concentrata sulle conseguenze delle scelte di Mark Grayson (Steven Yeun) e sulla sua lotta per diventare il supereroe che vuole essere – o che il mondo ha bisogno che sia – la terza stagione spinge il conflitto su scala ancora più ampia. La minaccia dei Viltrumiti è sempre più incombente, e Mark si trova a dover affrontare non solo battaglie fisiche, ma anche scelte morali sempre più difficili.

L’animazione continua a essere di altissimo livello, con sequenze d’azione che mescolano violenza cruda e coreografie spettacolari. Ma ciò che rende Invincible superiore alla media delle produzioni supereroistiche è la profondità dei personaggi. Ogni decisione ha un peso, ogni alleanza può spezzarsi in un istante, e nessuno è mai davvero al sicuro.

La scrittura rimane eccellente, con dialoghi che alternano momenti di leggerezza e umorismo a scene di pura tensione. La tanta carne al fuoco delle stagioni precedenti prende sempre più colore. 
In un panorama in cui i cinecomic stanno perdendo il loro smalto, Invincible si conferma una ventata d’aria fresca. È una serie che non ha paura di sporcarsi le mani, di mettere in discussione i suoi stessi eroi e di raccontare una storia di crescita e sacrificio senza compromessi. Se le prime due stagioni ti hanno conquistato, questa terza non ti deluderà. Se invece sei tra quelli che pensavano che The Boys fosse il massimo della violenza supereroistica… beh, Invincible è qui per dimostrarti che si può sempre andare oltre.


martedì 11 marzo 2025

M - Il Figlio Del Secolo [Stagione 1]


 
Anno: 2025
Titolo originale:  M - Il Figlio Del Secolo
Numero episodi: 8
Stagione: 1
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"M - Il figlio del secolo": Il Fascino Oscuro della Storia in Scena

Ci sono opere teatrali che intrattengono, altre che fanno riflettere, e poi ci sono quelle che, seppur essendo al tempo stesso cinematografiche o televisive,  scuotono le fondamenta della coscienza collettiva. M - Il figlio del secolo appartiene a quest’ultima categoria. Tratto dal romanzo di Antonio Scurati, questo spettacolo non è solo la cronaca di un’ascesa politica, ma un’immersione profonda nelle pieghe dell’animo umano e nelle dinamiche di potere che hanno segnato un’epoca. La potente regia è un capolavoro di equilibrio tra il rigore della ricostruzione storica e la modernità di una narrazione tesa e incalzante con la rottura della quarta parete. Ogni scena è orchestrata con una precisione chirurgica, alternando momenti di staticità quasi pittorica a esplosioni di energia che evocano il caos politico e sociale dell’epoca. Il ritmo è incalzante, senza mai cedere al didascalico: la storia si sviluppa con una naturalezza inquietante, come se gli eventi accadessero davanti ai nostri occhi in tempo reale. La sceneggiatura è un gioiello di scrittura teatrale. L’adattamento del romanzo mantiene intatta la forza della narrazione originale, ma la rende ancora più viscerale grazie alla dimensione teatrale. I dialoghi sono affilati come lame, e ogni parola è carica di un peso storico e psicologico che amplifica la tensione. La vicenda segue la scalata di Benito Mussolini, dagli esordi socialisti fino alla fondazione del Partito Nazionale Fascista, in un’epoca segnata da crisi, violenza e trasformazioni radicali. Ma la vera forza della narrazione sta nel modo in cui riesce a ritrarre Mussolini non solo come figura storica, ma come un uomo fatto di contraddizioni, ambizioni e paure. Il ritratto che emerge è inquietante proprio perché umano: non solo il mostro che si rivelerà, ma un leader spregiudicato capace di leggere i tempi e manipolarli a proprio vantaggio. L’uso della luce e delle ombre è magistrale: le scene sono spesso immerse in un chiaroscuro evocativo, che richiama le atmosfere cupe degli anni Venti. L’illuminazione scolpisce i volti degli attori, amplificando la tensione emotiva e creando un contrasto tra l’austerità delle istituzioni e la brutalità della violenza politica. La scenografia è essenziale ma evocativa, con elementi minimi che si trasformano in simboli potenti: una scrivania diventa il fulcro del potere, un palco si trasforma in una piazza gremita, pochi oggetti bastano a evocare un’intera epoca. L’intero cast è di altissimo livello, ma il protagonista è semplicemente magnetico. Luca Marinelli che interpreta Mussolini riesce a catturare ogni sfumatura del personaggio: dal carisma ipnotico alla ferocia calcolatrice, dalla fragilità nascosta all’arroganza di chi si sente invincibile. Il resto del cast non è da meno: ogni personaggio, dai fedelissimi ai rivali politici, è reso con una profondità che va oltre la semplice caratterizzazione storica, diventando un tassello essenziale di questo affresco teatrale. M - Il figlio del secolo è molto più di una miniserie: è un’esperienza che scuote, affascina e mette lo spettatore di fronte alla cruda realtà della storia. Con una regia impeccabile, una sceneggiatura avvincente, una fotografia suggestiva e un cast straordinario, questo spettacolo è un trionfo della trasposizione contemporanea. Un lavoro che non si limita a raccontare il passato, ma che parla al presente con una lucidità spietata. Imperdibile.

venerdì 7 marzo 2025

Paradise [Stagione 1]


Anno: 2025
Titolo originale: Paradise
Stagione: 1
Numero episodi: 8 
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Ci sono serie che seguono i canoni del genere e altre che li reinterpretano con un tocco originale, senza tradire lo spirito di base. Paradise appartiene a questa seconda categoria, riuscendo a costruire un mondo affascinante e credibile, capace di immergere lo spettatore in un futuro tanto apparentemente distante quanto inquietantemente familiare. 

L'elemento che più mi ha colpito è il modo in cui la narrazione bilancia l'aspetto visivo con una scrittura solida e ben calibrata. Non si tratta solo di un impianto estetico curato – quello ormai lo si dà quasi per scontato – ma di un'attenzione particolare al ritmo e ai dettagli che rendono la storia avvincente senza mai perdere mordente. Il mistero cresce episodio dopo episodio, alimentando una tensione che non cala mai e che esplode nei momenti giusti, senza ricorrere a soluzioni facili o banali.

Un ruolo chiave in questo equilibrio è senza dubbio quello dell'antagonista, interpretata magistralmente da Julianne Nicholson. Il suo personaggio è l'incarnazione perfetta di un villain che si ama odiare: spietata, calcolatrice, con una presenza scenica che domina ogni scena in cui appare. Il suo modo di agire è tanto razionale quanto disturbante, e il modo in cui la serie la costruisce la rende uno dei punti di forza della storia.

Se c’è una nota dolente – ma ormai è il prezzo da pagare con le serie moderne – è che la prima stagione non è conclusiva. Il finale lascia troppe porte aperte e si percepisce chiaramente la volontà di proseguire con una seconda stagione, cosa che può risultare frustrante per chi sperava in una chiusura più netta. D’altra parte, Paradise ha talmente tanto da raccontare che forse sarebbe stato impossibile condensare tutto in una sola stagione senza sacrificare qualcosa, ma il trucchetto è semplice: fare solo otto episodi e chiamarli "prima stagione" invece che farne una da una ventina.

In definitiva, una delle migliori sorprese dell'anno nel panorama della fantascienza televisiva. 


venerdì 7 febbraio 2025

MasterChef Italia [Stagione 11]

 
Titolo originale: MasterChef Italia
Anno: 2021 - 2022
Numero Episodi: 24
Stagione 11
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Per quanto riguarda MasterChef Italia non seguo l'ordine cronologico delle stagioni, ma le guardo in maniera un po' casuale. Dopo la 13 quindi ecco un balzo indietro per la stagione numero 11. Al di là del format divertente, anche in questa edizione con Cannavacciuolo, Barbieri e Locatelli a fare  da giudici, diverse sfide, gli ospiti e le esterne, ho notato che il fattore tempo è praticamente determinante. Certo, sembra un'ovvietà, ma in alcune situazioni concorrenti molto preparati tecnicamente e con idee geniali, devono un po' soffrire i tempi ristretti. Non credo per rientrare precisamente nei tempi della puntata perchè comunque si possono tagliare alcune parti. Comunque questa stagione è quella in cui tutti o quasi mi sono stati simpatici ed ho tifato per loro senza avere un concorrente preferito (forse Carmine, anche se a mio avviso in un paio di occasioni è stato "salvato" in extremis per la giovane età). Tipo quando sono rimasti in dieci possono dire che erano i miei dieci preferiti, in otto pure, in sei e così via. Più o meno perchè ero quasi convinto che vincesse Lia o che almeno potesse arrivare in finale a discapito di Christian. Quindi a parte qualche sbavatura sull'ordine di uscita son rimasto molto soddisfatto. Adesso dovrebbe andare ancora in onda l quattordicesima e potrei già iniziare a guardarla.

martedì 21 gennaio 2025

Euphoria [Stagione 1]


Anno: 2019
Titolo originale: Euphoria
Numero episodi: 8
Stagione: 1
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Forse oggi o meglio pochi anni fa Euphoria è divenuta abbastanza "famosa" tra le serie teen drammatiche che parlassero apertamente di droghe, sessualità e disturbi come la depressione. Forse però non tutti sanno che questa è la versione a stelle e strisce di un prodotto israeliano del 2013 e che nel nel 2013 si concludeva l'ultima stagione della serie originale Skins. Skins era ambientata in Gran Bretagna e dovrebbe essere uscita anche una stagione (o due) di qualcosa ambientato in Texas o giù di lì. Ad ogni modo Euphoria riprende più o meno gli stessi temi, forse concentrandosi maggiormente sul mondo femminile (tra le protagoniste Zendaya, Sydeny Sweeney e Hunter Schafer che è una modella transgender). Abbastanza esplicita nel mostrare contenuti sessuali o legati ad abuso di droghe ed alcol cerca di dipingere un quadro chiaro di alcune difficili realtà adolescenziali. Peccato che al termine di otto episodi risulti tutto abbastanza poco definito ed inconcludente. Come lo è la vita del resto, ma almeno dall'episodio finale mi aspettavo qualcosa in più.

domenica 19 gennaio 2025

Alessandro Borghese - 4 Ristoranti [Stagione 9]


Anno: 2023-2024
Titolo originale: Alessandro Borghese - 4 Ristoranti
Stagione: 9
Numero episodi: 14



Il format di 4 Ristoranti è semplice: Alessandro Borghese accompagna i telespettatori alla scoperta di quattro ristoranti con una caratteristica in comune, spesso legata al luogo (città o posizione) o al tipo di cucina (pizzeria, trattoria e così via). I proprietari, a turno, pranzano o cenano nei ristoranti degli altri partecipanti, insieme a Borghese, scegliendo varie pietanze dal menù. Alla fine, ciascuno assegna voti per categorie come location, servizio, ecc. Il voto di Borghese, tenuto segreto fino alla fine, è spesso decisivo e imparziale, determinando il vincitore.

Al di là delle regole, il programma può essere un buon modo per scoprire locali particolari, soprattutto quando si visita una nuova città. Le poche volte che l’ho visto in TV, il mio obiettivo era proprio quello: prendere spunti per future uscite. La prima stagione completa che ho seguito è stata la nona, e ho subito notato un comportamento discutibile da parte di tutti i concorrenti.

Capisco che si tratti di un gioco e che vincere sia importante, considerando i premi in palio, ma mi ha colpito la totale assenza di solidarietà tra ristoratori. I voti più alti che vengono assegnati difficilmente superano il 7 o, raramente, l’8, mentre quelli bassi, come il 2, vengono dati con estrema leggerezza e senza rispetto. Questo rende i partecipanti spesso antipatici e poco credibili nel giudicare la cucina altrui. È impossibile che, in tutte le occasioni, l’unico menù valido sia sempre il proprio: una visione ristretta e poco oggettiva.

Nell’ultima puntata, dedicata alla cucina contemporanea di Mantova, c’era un ristorante che conoscevo: il Giallozucca. Mi è piaciuto molto quando ci sono stato, ma ha ricevuto voti imbarazzanti da una delle sue avversarie. Capisco la necessità di giocare e adottare strategie, ma cari ristoratori, così vi tirate la zappa sui piedi.



mercoledì 15 gennaio 2025

Dune: Prophecy [Stagione 1]


Anno: 2024
Titolo originale: Dune: Prophecy
Stagione: 1
Numero episodi: 6
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Del mio amore praticamente incondizionato verso Dune ne ho parlato a più riprese. Così come della mia predilezione verso i prequel in generale. Ecco quindi che una volta tanto il mainstream mi ha accontentato anche riguardo una parte di "storia" su cui non sono per niente ferrato. Dune: Prophecy infatti si basa su uno dei tanti romanzi che definisco apocrifi, non scritti da Frank Herbert, ma dal figlio Brian. Per un motivo decisamente stupido, ovvero per non rovinarmi l'idillio amoroso con la saga originale, non ne ho letto neanche uno. Stesso stupido motivo per cui aspettai anni prima di leggere Messia di Dune. Ad ogni modo questa serie TV si basa sul primo romanzo (Sisterhood Of Dune) inedito in Italia della trilogia Great Schools Of Dune nella quale si racconta la nascita delle confraternite presenti successivamente nel Ciclo: le Bene Gesserit, i Mentat, la Gilda e l'Impero sotto i Corrino. Nei sei episodi messi a disposizione possiamo fare chiarezza ed informarci quindi sulla nascita della Sorellanza Bene Gesserit. Il salto temporale rispetto a Dune è immenso e può spiazzare molti, ma riesce a rendere benissimo l'idea della trame e sotto trame che insistono nelle corti e nei centri di potere. Ambientato circa diecimila anni prima della nascita di Paul Atreides e circa cento anni dopo la battaglia che ha visto gli umani vincere contro le intelligenze artificiali robotiche (e quindi mettere al bando molte tecnologie avanzate), si concentra su di una parte di storia creata dalla menzogna e un'altra cancellata dai vinti. Gli autori scelgono di concentrarsi sugli innumerevoli giochi di poteri prontamente vengono a galla e si scontrano per il dominio di una visione superiore dell'Universo. Atreides ed Harkonnen saranno sempre presenti e ci accompagneranno per tutta la stagione. Forse lenta in alcuni tratti, ma chiara e fondamentale per chi apprezza questi mondi. E già avrei voglia di prendere in mano i libri che non ho letto.

mercoledì 8 gennaio 2025

Hanno Ucciso L'Uomo Ragno - La Leggendaria Storia Degli 883 [Stagione 1]


Anno: 2024
Titolo originale: Hanno Ucciso L'Uomo Ragno - La Leggendaria Storia Degli 883
Numero episodi: 8
Stagione: 1


Facevo le medie, qualche volta avevo sentito di sfuggita, non intera No Me La Menare e credevo fosse di Jovanotti. Di cui avevo qualche cassetta "dei marocchini" presa al mare diverse estati prima. Le estati a quei tempi erano lunghe e già tre o quattro sancivano una differenza temporale epocale. Avevo smesso con quella musica "un po' demenziale" con qualche hit estiva e Francesco Salvi sul lato opposto. Però le rare volte che sentivo la radio, riuscivo a beccare Hanno Ucciso L'Uomo Ragno. Mai per intero, ma gasava abbastanza, non tanto il ritornello quanto le frasi iniziali. Non avevo ancora però la casa multipiano con piscina vista mare ed una sala dedicata alla musica con centinaia di album. Alle medie ero un poveraccio, che pur avendo un impianto hi-fi con lettore CD doveva scegliere accuratamente come spendere le proprie paghette o come meglio investire per i regali di Natale e compleanno. Così passai oltre, probabilmente per i Queen. L'estate dopo però ci fu il Festivalbar con Nord Sud Ovest Est e lo comprai. Gli 883 erano già decisamente in voga, anche se iniziarono a scoppiare proprio da quel Festivalbar in poi. C'era quello un po' stempiato che cantava e il biondino che ballava. Fine. Bastava questo per conoscere in maniera abbastanza approfondita un "gruppo". Successivamente moltissime canzoni, piacenti o meno, hanno fatto storia, almeno per noi ragazzotti degli ottanta o giù di lì, hanno rappresentato una sorta di colonna sonora della nostra vita. Pur non essendone fan o pur non ascoltandoli assiduamente. Guardare in questi otto velocissimi episodi sulla leggendaria (perchè non può essere altrimenti, romanzata in questo modo) nascita degli 883, è un vero tuffo nel passato. Non un capolavoro, ma un riuscitissimo richiamo nostalgico che amplifica quegli anni e tir riporta tutto alla memoria. Perchè la serie non riguarda soltanto il duo composto da Max Pezzali e Mauro Repetto, ma essenzialmente quegli anni ed un nuovo tipo di fare musica che è entrato prepotentemente e piacevolmente nelle case degli italiani. Esattamente come Fiorello ed il suo Karaoke che ci hanno mostrato centinaia di piazze dello Stivale. Pur consapevole degli incastri forzatamente casuali e sottoforma di "è il destino, doveva andare così" ho trovato davvero curioso ed interessante vedere l'esegesi dei testi, come sono nati, da cosa sono stati ispirati e come si sono evoluti. La mano di Sydney Sibilia è stata accorta ed accurata, non ha mai annoiato nonostante il periodo preso in esame per questa storia fosse relativamente breve e riguardasse soltanto l'epopea dell'album d'esordio degli 883. Anche le ricostruzioni con costumi e scenografie richiamano in pieno vita e personaggi dell'epoca, gli aneddoti sono simpatici, la scrittura è scherzosa e leggera, con quella punta drammatico adolescenziale che per forza doveva essere così. Non si tratta nè dei Nirvana, nè dei Doors o per restare a casa nostra dei Litfiba, ma quel che ne è venuto fuori è stato un quadro genuino da guardare senza nessun rimpianto. Ed adesso aspettiamo il proseguo anche per capire meglio la figura di Repetto ed il suo abbandono che comunque avverrà più in là nel tempo.

martedì 7 gennaio 2025

MasterChef Italia [Stagione 13]

 
Titolo originale: MasterChef Italia
Anno: 2023 - 2024
Numero Episodi: 24
Stagione 13
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Con il ritorno di Now Tv a casa non ho resistito a guardare un'altra stagione di MasterChef Italia, per la precisione la 13. Avevo già visto diversi reel pubblicati con protagonista soprattutto Niccolò, il medico, e di tanto in tanto Eleonora. Sapevo già chi aveva vinto e fin da subito ho iniziato a parteggiare per quel camice bianco, ma questo non mi ha tolto sorprese ed emozioni. Il format risulta sempre ben fatto anche se son curioso di capire le varie piccole interviste montate ad hoc all'interno delle sfide, quando vengono realizzate. Le sfide si sono rivelate ancora una volta accattivanti ed in crescendo: resto stupito della bravura dei concorrenti, anche quelli eliminati malamente e nonostante non ci sia più una vera e propria dose di bullismo sadico da parte dei giudici c'è da domandarsi quanto tengano la parte. E' ovvio che questi cuochi in gara non siano professionisti, quindi come si può pensare che possano ad esempio replicare piatti di grandi chef? Comunque trasmissione anche al passo con i tempi con inserimento di ingredienti non solo moderno o della tradizione, ma anche attuali o di moda come farine di grilli, carne stampata e così via. Aspetto che vada avanti un altro po' e posso iniziare la numero 14 adesso in onda. 

giovedì 26 dicembre 2024

Secret Level - Parte 2 [Stagione 1]

 

Anno: 2024
Titolo originale: Secret Level
Numero episodi: 9-15/15
Stagione: 1
Iscriviti a Prime Video
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Appena finita la prima parte di questa serie  temevo di dover aspettare chissà quanto tempo per riuscire a vedere i secondi setti episodi che mancavano alla conclusione. Non che fossero fondamentali, trattandosi di una serie antologica, ma sarebbe stato abbastanza noioso dover attendere troppo. Da qualche giorno è invece uscito il resto e mi son messo subito all'opera. Non c'è, come per i primi otto, uno in particolare che mi abbia colpito, ma è il contesto generico, dedicato al mondo videoludico che non mi è affatto dispiaciuto. Il lavoro che c'è dietro ad ogni puntata non sembra piccolo quindi un po' mi dispiace che non possano venire sfruttati come pilot di qualcosa di più grande.

mercoledì 25 dicembre 2024

The Day Of The Jackal [Stagione 1]


Anno: 2024
Titolo originale: The Day Of The Jackal
Numero episodi: 10
Stagione: 1

Escluso il libro, letto anni fa, in questi giorni ero partito proprio da questa serie TV, dietro consiglio dell'amico Amulio, Poi, dopo qualche puntata, mi è venuta la buona idea di recuperare i due film ispirati dalla medesima storia ed infine proseguire con gli episodi. Sono rimasto molto soddisfatto perchè nel corso delle puntate si dà moltissimo spazio alla storia come ai personaggi. L'idea degli autori è quella di creare un personaggio chiave che non si esaurisca in un'unica stagione e questo può però anche essere un punto debole in quanto la trama si discosta abbastanza, al netto anche della predisposizione più contemporanea, dall'originale. Infatti, attenzione SPOILER, lo Sciacallo qui oltre a non avere un bersaglio politico (oggi comunque politica ed economia sono due facce della solita medaglia) riesce nel suo intento e sopravvive. Il ritmo di ogni episodio è ben bilanciato e ti porta a seguire l'altro senza alcun sforzo ed alcuna noia. I pochi tempi morti dialogati e con flashback riescono a dare respiro e maggiori informazioni allo spettatore ed Eddie Redmayne è davvero la figura giusta per fare la parte dello spietato killer a pagamento.

giovedì 19 dicembre 2024

Dostoevskij [Stagione 1]


 
Anno: 2024
Titolo originale: Dostoevskij
Numero episodi: 6
Stagione: 1

Pesante, crudele, pessimista. Questa mini serie targata dai fratelli D'Innocenzo e suggeritami dal buon Roikin, è davvero un esempio più unico che raro nel panorama televisivo nostrano, che pur si presta a thriller, polizieschi e drammi sulla malavita. Dostoevskij si spinge oltre a partire dalla una location non tanto fittizia quanto intangibile ed impenetrabile: una periferia morta, squallida, povera e soprattutto sconfitta in ogni lato. Solo sei episodi per quello che sembra essere un lungo noir con una spinta sull'hard boiled, ma ben presto si presenta in maniera ancora più cruda ed ambigua. La violenza, subita ed indotta, è il filo conduttore che lega ogni episodio all'altro e lascia lo spettatore spesso interdetto. Non esiste umanità, non esiste speranza, e sappiamo, dopo poco che anche qualora venisse scoperto e trovato il colpevole dei numerosi omicidi, non può esistere un lieto fine. Perchè la vita descritta è una merda da ogni lato la si voglia guardare. Una serie che mi sento di consigliare, anche se metto le mani avanti sul suo realismo crudo e spietato, non adatto a tutti.

lunedì 16 dicembre 2024

Secret Level - Parte 1 [Stagione 1]


Anno: 2024
Titolo originale: Secret Level
Numero episodi: 1-8/15
Stagione: 1
Iscriviti a Prime Video
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Secret Level è la risposta di  Prime Video a Death, Love & Robots di Netflix: stessi produttori e stessa formula antologica con brevi episodi (cortometraggi?) animati legati da un filo conduttore unico. In questo caso ci si concentra sui videogames. Di ogni sorta e con un punto di vista originale rispetto alla trama vera e propria. Anche le tecniche utilizzate sono varie e miste e per adesso sono stati rilasciati sono i primi 8 su 15 totali girati per una prima parte che devo dire è davvero piacevole. Non oltre però, perchè a conti fatti si assomigliano un po' tutti e non è che osino poi così tanto. Al di là del piacere visivo per gli ottimi disegni ed effetti. Curioso di sapere quando verrà pubblicata la seconda parte con i titoli rimanenti.

giovedì 12 dicembre 2024

Class Of '09 [Stagione 1]


 Anno: 2023
Titolo originale: Class Of '09
Numero episodi: 8
Stagione: 1

Oggi è scaduta la mia prova gratuita per l'abbonamento a Disney+ ed in questi giorni mi son quindi dedicato a finire l'ultima serie TV iniziata. Si tratta di Class of '09: una miniserie TV intrigante che mescola thriller e fantascienza, seguendo un gruppo di agenti dell’FBI addestrati nel 2009 e le loro vite intrecciate attraverso decenni. La narrazione si sviluppa su tre linee temporali, mostrando come l'intelligenza artificiale venga progressivamente integrata nella giustizia, fino a diventare un elemento distopico centrale.
Sebbene il concept sia coinvolgente e i personaggi ben caratterizzati, la distopia presentata non brilla per originalità. La trama evoca atmosfere simili a quelle di Minority Report o altre opere che esplorano il controllo predittivo e la pericolosa automazione della giustizia. Tuttavia, la serie riesce a mantenere vivo l’interesse grazie a un buon equilibrio tra introspezione personale e riflessioni etiche sul progresso tecnologico.