sabato 30 luglio 2016

L'Uomo Dalla Cravatta Di Cuoio (1968)




Regia: Don Siegel
Anno: 1968
Titolo originale: Coogan's Bluff
Voto: 5/10
Pagina di IMDB (6.5)
Pagina di I Check Movies
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Non un western, ma un poliziesco che vede che un cowboy dell'Arizona (Clint Eastwood ovviamente) in una missione nella città di New York. Siamo nel 1968 e la cosa interessante è proprio questa: Siegel mette in risalto le differenze sociali tra il selvaggio ovest e la metropoli per antonomasia. La trama infatti è deboluccia, non ha un ritmo che le consente di scorrere in maniera indolore, ma il confronto tra i due mondi, sebbene semplicistico ha quel che di saporito che rende la ricetta accettabile. Lo spaccone e un po' scapestrato vice sceriffo deve fare i conti con la civiltà newyorkese, anni luce distante dal suo modo di vedere le cose. Indisciplinato e punito proprio per questo motivo, s ritrova in una città in cui la disciplina stessa è un concetto assai differente: droghe, emancipazione, mancanza di rispetto. Oggi alcune scene sembrano addirittura divertenti, forse negli anni in cui è uscito invece avevano un altro intento, questo è difficile capirlo. Purtroppo la parte centrale è un po' sotto tono rispetto alle due estremità: anche il rapporto romantico da quasi storia d'amore lascia un po' il tempo che trova. Degna di rilievo la scena con l'inseguimento in moto. Nessun extra nel disco ed audio in stereo.

Tremors 2 - Aftershocks (1996)




Regia: S. S. Wilson
Anno: 1996
Titolo originale: Tremors 2: Aftershocks
Voto: 4/10
Pagina di IMDB (5.9)
Pagina di I Check Movies
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Sei anni dopo l'uscita del capostipite cult della saga dei tremors,  a qualcuno viene la bella idea di crearne un sequel. Restano Fred Ward e Michael Gross (questo forse più fortunato nel complesso), mentre tutti gli altri a partire da Kevin Bacon decidono di non farne parte. Le tinte della pellicola sono più marcatamente da commedia, con risvolti anche troppo comici e l'ambientazione cambia nazione spostando l'avventura in Messico, ma sempre in pieno deserto. Non manca la geologa, che in fin dei conti con le bestie sotterranee c'entra poco. La trama è semplice e lineare: inizialmente poteva anche essere un simpatico e divertente omaggio al primo capitolo, con la seconda parte invece è inevitabile la deriva con i vermi che non sono più vermi, ma si trasformano in qualcosa di primordiale che cammina a due zampe. Si perde tutto il fascino misterioso che poteva farci anche lontanamente pensare ad un risvolto fantascientifico e si ha un miscuglio di razze improbabili (no, niente Chtorr) che dovrebbero spaventare, con poco successo, i protagonisti ed aumentare così la tensione. Gli effetti grafici fanno ridere più delle battute. Un'occasione persa di lasciare un progetto all'interno del cassetto. Nessun extra nel disco ed audio in stereo.

Daredevil [Stagione 2]



Anno: 2016
Titolo originale: Marvel's Daredevil
Numero episodi: 13
Stagione:2
 
La seconda è ancora meglio della prima.  Non per tutto, nella seconda metà c'è un calo anche fisiologico, ma nel complesso riesce a superarla. Non nutro troppa simpatia per il troppo buono Daredevil, a tratti troppo pensieroso e combattuto moralmente, ma l'inserimento di Elektra e The punisher soprattutto, la rende accattivante abbestia. Torniamo però agli interrogativi che tolgono il sonno al nostro diavolo di Hell's Kitchen: il personaggio è profondamente cattolico, quindi il suo notturno vivere da giustiziere gli crea non pochi problemi e questo secondo me è il fatto negativo più odioso della serie. Non sto a dire che dovevano eliminare questa sua particolarità, ma che spesso e e volentieri i dubbi ed i discorsi da boy scout mi annoiano. Consideriamo però che le tredici puntate sono abbastanza lunghe, e di carne al fuoco ne hanno messo davvero tanta, anche troppa forse: gli aspetti psicologici dei personaggi, anche quelli secondari, sono vitali per non far naufragare la serie in un accozzagli di azione e combattimenti senza senso. La produzione diventa così molto matura, più profonda, non si limita ad inizio_lotta_fine. C'è qualcosa in più, che seppur noiosetto, ci regala una dimensione che va oltre al puro divertimento. Fare una maratone di Daredevil 2 è quasi improponibile proprio per questi aspetti: necessitiamo di alcuni momenti per staccare, metabolizzare e riflettere sull'accaduto. Tecnicamente e graficamente siamo su di un livello anche questa volta superiore: la serie è cresciuta, pensavo fosse difficile vista la bellezza della prima sotto questo punto di vista, ma va di pari passo con il personaggio principale, eroe suo malgrado a tutti gli effetti, e con quelli considerati "spalla" che iniziano le loro avventure in una sorta di introduzione di loro stessi. Quando un super eroe inizia ad indossare il suo costume da battaglia, la metamorfosi è terminata. I cattivi forse non sono bene inseriti, e si genera un po' di confusione su cosa possa essere il Male o il nemico da sconfiggere, ma tra le serie Marvel credo questa sia la più riuscita da tutti i punti di vista.  Veramente ben fatta ed accattivante.

giovedì 28 luglio 2016

Google Play Famiglia

Google Play si rinnova permettendo la creazione e l’iscrizione al Gruppo Famiglia, una cerchia speciale di contatti con cui condividere le applicazioni (e non solo) e la metodologia di acquisto. Ogni utente può invitare e gestire fino a cinque persone ed i contenuti riguardano esclusivamente quelli a pagamento. Non costano di più e non sono necessari abbonamenti, è gratuito e basta essere appartenenti al solito piano. Tutti gli acquisti, per ora ho notato che non vengono inseriti quelli passati, saranno disponibili per i membri. L’iscrizione è semplice ed il capo gruppo, o capo famiglia, può gestire ed approvare gli acquisti fatti da minori con la medesima carta nel medesimo gruppo. I contenuti sono non solo le app, ma anche libri, film, musica (è possibile anche sottoscrivere il piano familiare per Play Music a 15 euro al mese). Le applicazioni che potranno essere acquistate ed inserite in questa categoria, avranno l’icona di una casetta. E tutti potranno usufruirne o aggiungerne altri.

Monte Cristo (2002)



Regia: Kevin Reynolds
Anno: 2002
Titolo originale: The Count Of Monte Cristo
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (7.7)
Pagina di I Check Movies
Acquista su Amazon (film o libro)

Sicuramente gli antenati di noi blogger, quando nel 1844 lessero l’originale Il Conte di Monte Cristo di Alexandre Dumas (padre – mi è sempre piaciuto dirlo: padre! Ed anche mentre parlo, lo dico all’interno della parentesi) iniziarono con “La vendetta è un piatto che va servito freddo”. Avrei voluto farlo pure io, ma mi avrebbe rovinato l’introduzione. Così è molto più accattivante e meno seria e pomposa: serve anche a spiegare che, a parte che per sentito dire, non ne so niente. Nè del libro, nè degli innumerevoli film da esso tratti, che partono addirittura dal 1922. Con un soggetto del genere, è inimmaginabile che qualcuno possa restare indifferente, quindi l’opinione sul film si basa essenzialmente su come la trama viene trasposta e non sulla trama stessa. Troppo facile altrimenti: la sceneggiatura è magistrale di suo. Comunque quello di Reynolds è un lavoro che si segue bene, presumo con qualche rimaneggiamento, e qualche taglio, che però non influiscono sul risultato. Alcune perplessità le ho per la fotografia e le ambientazioni: conosco tutti i luoghi descritti (tra l’altro sono pure stato a Montecristo recentemente) e la ricostruzione sembra troppo artificiosa. Per il resto, il cast è credibile, nel possibile (l’arco temporale è ampio, ma non impossibile da colmare con i soliti attori) e tutte le lezioni filosofiche o morali si riescono a cogliere nonostante la regia non ci si soffermi troppo. Il film è carino ok, non può essere considerato brutto, ma secondo me potevano concentrare qualche minuto in più sull’ingegno vendicativo del protagonista piuttosto che su alcune scene d’azione. Capisco però anche la lunghezza dell’opera e la quantità dei suoi contenuti: non semplici trasporla cinematograficamente ed accontentare tutti.

martedì 26 luglio 2016

Kodi: benvenuto Loganaddon

Morto un papa se ne fa un altro. Così non volendo più utilizzare FilmPHP ecco che si scelgono le alternative. ed al momento la migliore è quella che offerta da Loganaddon. Il sistema è il solito, ma con un'unica lista. poco male, l'importante è che funzioni. Scaricatevi lo zip del Teamuga4ever e quindi da Sistema ---> Addom installate da file zip. A questo punto fate l'installazione da repository andandolo a cercare, e lo installate. Semplice come bere un bicchier d'acqua. E sì, ci sono quei canali che interessano a tutti. Anzi, forse organizzati anche in maniera più chiara. Ben così. 

Navigator (1986)

Regia: Randal Kleiser
Anno: 1986
Titolo originale: Flight Of The Navigator
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (6.9)
Pagina di I Check Movies
Acquista su Amazon
 
Cult. Anni ottanta. Storie di ragazzini. Fantascienza, viaggi nel tempo e paradossi. Avventure incredibili a bordo di una nave spaziale e contatto con una IA. Insomma, tante bella cose per questo semplice prodotto Disney che cavalca l’onda di E. T. e simili, mostrandoci come, spesso ciò che viene da fuori non è detto che sia malvagio. Storia per famiglie, buoni sentimenti e buoni propositi, difficile non esserne rimasti affascinati alla mia età. Una ricetta con zucchero e glassa, ma nelle quantità giusta per non creare forti attacchi di diabete: d’altra parte abbiamo anche una certa dose di azione e degli accettabili compromessi fantascientifici. Carino anche il tentato confronto musicale tra anni settanta ed ottanta ed il rapporto invertito tra fratello maggiore e minore. Una novella spensierata, forse un po’ troppo povera di contenuti, ma decisamente attraente. Non soltanto per un pubblico di giovanissimi.

domenica 24 luglio 2016

Tremors (1990)




Regia: Ron Underwood
Anno: 1990
Titolo originale: Tremors
Voto: 7/10
Pagina di IMDB (7.1)
Pagina di I Check Movies
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Forse bisogna avere la mia età per apprezzare Tremors, o forse no. E' un film datato, del 1990, ma non è vecchio. Va ancora bene, eppure anche per quegli anni portava con sè alcuni piccoli richiami ad una fantascienza di alcuni anni prima. Quella in cui c'erano vermoni giganti (non viene spiegato il perchè ed il per come esitano o da dove provengano) tanto per intenderci (e sempre per intenderci io adoro Dune), che poi rappresentano il vero e proprio fulcro della storia. Una storia non troppo elaborata, semplice, anche divertente e con una buona dose di azione, in cui vediamo un giovane e carismatico Kevin Bacon (tra i miei attori preferiti, ripeto) affiancato da un più navigato Fred Ward che risulta una spalla perfetta. Tremors è un cult, non di quelli mastodontici, ma resta un cult nel suo piccolo: difficile trovare qualcosa fuori posto, e quando la si trova capiamo che va benissimo così, le pretese sono quelle che sono ed il risultato piace. Dagli esterni desertici ed isolati del Nevada, ai protagonisti che popolano Perfection Valley, dalla tensione che cresce a mano mano, ai dialoghi da uomini duri (e semplici) che ci vengono proposti. Un intrattenimento efficace, che gasa addirittura in alcune scene, mai sopra le righe: un b-movie di altri tempi, spensierato con una punta di horror che scorre nel sottosuolo. Il disco ha una buona resa video, l'audio è DTS 5.1 non particolarmente esaltante, ma si fa piacere, gli extra non sono ben distribuiti, ma sono abbastanza completi:

  • Making of (54 minuti)
  • Ritratto di Kevi Bacon (3 minuti)
  • Ritratto di Michael Gross (2 minuti)
  • Ritratto di Reba McEntire (2 minuti)
  • Documentario speciale (4 minuti)

sabato 23 luglio 2016

FilmPHP: fine dei giochi

Mi sento un po' come la volpe che vedendo l'uva troppo in alto disse che era acerba. In parte è così, ma non del tutto. Per prima cosa però voglio ringraziare il team di FilmPHP che ha fatto, e sta facendo, un ottimo lavoro: Kodi con il loro addon ha veramente una marcia in più. Tuttavia le cose cambiano, e per vecchie glorie come me, abitudinarie e forse un tanto paranoiche su determinati temi, le ultime modifiche non sono state proprio una genialata. La comodissima nuova versione (1.3.8) prevedeva l'accesso solo tramite autenticazione. Ok, facile: user e password uguali per tutti. Oggi ho però scoperto che l'autenticazione è variata e dobbiamo utilizzare nostri dati secondo me abbastanza sensibili. Parlo di quelli di Facebook  (che utilizzo con nome e cognome reali) se si è iscritti al loro gruppo chiuso (non ho mai avuto l'ok per entrare) o di Telegram in cui serve ID univoco. Cioè dai, un minimo di privacy senza inserire dati sensibili no? Speriamo che prima o poi cambino di nuovo idea.

The Butterfly Effect 2 (2006)


Regia: John R. Leonetti
Anno: 2006
Titolo originale: The Butterfly Effect 2
Voto: 4/10
Pagina di IMDB (4.4)
Pagina di I Check Movies
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Non c'è poi molto da scrivere: l'originale è tra i miei film preferiti, di quelli che porterei su di un'isola deserta (se avessi un televisore). Questa è una copia opaca ed insipida, slegata dalla prima pellicola, con situazioni e cast rinnovati. A smuovermi è stata la curiosità: il sistema dei viaggi nel tempo è simile, sebbene non sia abbia un upgrade della memoria. Ok il primo salto, i successivi sono stupidi, egoistici, fatti per rimediare piccole situazioni con scorciatoie avide. Il finale è penoso, serviva qualcosa che mostrasse un immenso sacrificio? Ma dai, ma che bisogno c'era di lasciare la ragazza, inseguirla, buttarsi nel burrone. Già che sei tornato e vuoi cambiare la tua vita, basta semplicemente che non rispondi al telefono e valorizzi ogni tua scelta, con il vantaggio di conoscere parte del tuo possibile futuro. Insomma, trama scialba, l'espediente della fotografia ha poi un legame meno diretto con il protagonista ed alcune scene sono davvero forzate, come quella del trambusto nel locale notturno ed il risveglio con il gay cattivo. Penoso. Come penoso è il risvolto malinconico che sembra voler prendere. Passiamo oltre...

venerdì 22 luglio 2016

Il Caso Thomas Crown (1968)




Regia. Norman Jewison
Anno: 1968
Titolo originale: The Thomas Crown Affair
Voto: 5/10
Pagina di IMDB (7.0)
Pagina di I Check Movies
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Noel Harrison intona The Windmills Of Your Mind ed il poliziesco ha inizio. Ho sempre sentito parlare di Steve McQueen, ma raramente l’ho visto all’opera, dato che è in pellicole un po’ datate. Cerco quindi di mettermi in pari. Qui è affiancato dalla bella Faye Dunaway, investigatrice privata, che potrebbe contendergli il ruolo di protagonista. Purtroppo però si poteva spingere un po’ di più su questa figura: la parte investigativa è soprattutto dettata da intuizioni piuttosto che da vere e proprie prove indiziarie. E si contraddistingue per il suo essere una bella ed elegante femmina invece che per le sue abilità al servizio delle assicurazioni. Insomma, il fascino prima di tutto.  Infilarci la storia d’amore tra i due, non so sia stato propriamente un bene, forse bastava una semplice attrazione. Nel complesso la pellicola scorre velocemente ed è interessante soprattutto nella parte iniziale, quando il colpo alla banca viene eseguito. La fotografia in alcune occasioni osa un po’, simpaticamente, con inquadrature a griglia, anche se queste sembrano essere utilizzate a caso come nella scena della partita di polo. Intrigante in più scene, leggermente sottotono in quella meramente investigative, il successo è dovuto essenzialmente al buon feeling che i due attori protagonisti riescono ad instaurare. Il bluray, come prevedibile è un formato sprecato per una pellicola così datata, ma la fattura video resta piacevole. L’audio italiano è un Dolby Digital mono... Gli extra sono soltanto:
·         Trailer
·         Commento del regista

giovedì 21 luglio 2016

DegustaBox: Luglio 2016

Dopo quella di giugno, ecco quella di luglio: parlo di DegustaBox, la scatola misteriosa con all'interno prodotti culinari. Questa. essendo la seconda, ha un costo di 14,99 euro, quindi c'è da capire nello specifico se la spesa copre il valore dei prodotti all'interno. Non consideriamo il fatto che la spedizione è compresa (questa volta con Nexive, puntuale e preciso a dispetto di molte lamentele di altri clienti) e che i prodotti contenuti nella confezione, magari in circostanze normale, non avrebbero fatto parte del nostro carrello della spesa al supermercato. Per alcuni fortunati, io non sono tra quelli, c'era la possibilità di avere anche un'ulteriore sorpresa: una borsa per la spesa. Oltre a mancare questa, non era presente nella scatola neanche il foglio riassuntivo con la descrizione dei prodotti ed il loro prezzo di mercato. Ecco comunque la lista dei 14 prodotti (metto i prezzi che trovo su internet quando possibile) EDIT 22:28 Grazie alla pagina Facebook di Degustabox Italia ho ricavato i prezzi che non ho trovato in rete:
Il totale includendo i prezzi più bassi trovati su internet è di 23,91 euro

Before Sunset - Prima Del Tramonto (2004)


Regia: Richard Linklater
Anno: 2004
Titolo originale: Before Sunset
Voto: 7/10
Pagina di IMDB (8.0)
Pagina di I Check Movies
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Beh, l'idea di avere un sequel di Prima Dell'Alba, dopo nove anni, con i soliti protagonisti che si ritrovano è una cosa più unica che rara. Nel genere romantico è davvero difficile trovare qualcosa del genere. Così non resta che premiare questo sforzo, nonostante la dolce glassa che ricopre la pellicola. Se nel primo, i dialoghi erano concentrati sulla freschezza di un possibile amore che sboccerà, qui i toni sono orientati verso rimorsi e rimpianti. Il lieto fine non c'è stato, o almeno non è stato quello puramente romantico che i cuori più sensibili ed ottimisti si potevano aspettare. Inizia così, in maniera più adulta, più realistica, più affranta dalla fatiche della vita, questo secondo quasi casuale appuntamento tra i due non innamorati. Cosa sarebbe successo se...? Cosa è accaduto nel frattempo...? Nonostante si siano incontrati per un solo giorno, sembrano non esserci segreti tra loro, la complicità è ai massimi livelli, ma quante volte non si riesce a cogliere l'attimo, ad avere quella spinta di coraggio in più? Il bello è che i dialoghi del secondo, come quelli del primo, nascondono dietro un sentimentalismo  da Harmony, il desiderio di passare una notte insieme. Sono numerosi i richiami sessuali tra i due, adesso addirittura non più single, ma occupati: chi con una storia "seria" chi sposato con prole. Nella seconda parte aleggia un certo senso di disperazione in potenza, di triste fare i conti con un passato mai esistito. L'intero impianto narrativo si regge sui dialoghi, spesso banali, fanciulleschi, ma per questo più vicini alla realtà: ovviamente di tempo ne è passato, e di cose ne sono cambiate, ma Hawke e la Delpy sono in grado di sostenere le lunghe sequenze proiettandosi negli anni della loro gioventù ormai persa ed al tempo stesso ritrovata. Se davvero quella volta a Pisa, in via La Nunziatina...

mercoledì 20 luglio 2016

PayPal.Me per pagare e ricevere denaro

Scopro solo adesso, grazie al prezioso aiuto di Contezuma, che per ricevere (o inviare) denaro tramite PayPal c’è un sistema ancora più semplice ed immediato: basta un link. Deh bella scoperta dell’acqua calda, direte voi, che cambia? Niente di particolare solo che questo nuovo servizio è velocissimo. Una volta creato il link (si può scegliere il nome, la grafica, aggiungere una foto personale) lo si condivide o lo si mette a disposizione, ed a quel punto chiunque ci clicca può accedere ad un’apposita pagina di PayPal in cui inserire la cifra desiderata ed il gioco è fatto. Ovviamente la condivisione del link può avvenire nei modi più disparati oggigiorno, quindi essere pubblico, o inviato tramite email, o inserito in un gruppo di Whatsapp, in una pagina di Facebook e così via. E’ logico che chi invia denaro deve avere un proprio account ed ovviamente il servizio è gratuito. Ho quindi aggiunto una piccola nota per chi volesse fare donazioni a VER, o magari sbaglia e ci clicca sopra, così da diventare un fottutissimo miliardario.

Pokemon Go: tutto ciò che dovete sapere

Ok, è tardi, ma anche io devo scrivere qualcosa su Pokemon Go. VER non può restare indietro su questa tendenza che ha dell'incredibile. Inoltre tutti ne parlano, ma pochi ci giocano. E devo cavalcare l'onda finchè il ferro e caldo e cogliere la carpa koi. Già la scorsa settimana blog del settore e non, meme, articoli virali e pure il mì nonno parlavano di Pokemon Go. Su facebook come all'ARCI caccia, su twitter come alla Coop. Tutti e dico tutti. A parte che non me li sono mai inculati neanche quando li davano in tv, non li ho mai avuti in simpatia. Maddeh, che faccio? Non lo provo? Mi precipito sul Play Store... E minchia, non c'è. Così scopro che praticamente tutti ne parlavano, ma solo perchè scopiazzavano news e tendenze americane. Già, in Europa o in Italia è presente solo da pochi giorni, quindi mi era toccato prendere l'apk e installarlo. Il gioco di per sè è ganzo, ti prende è divertente, ma credo che tu debba essere predisposto mentalmente. Anni fa giocavo a SpecTreck Light che funziona quasi in modo simile e mentre sei in giro sembri un coglione. Ma oggi tutti sembriamo degli zombie con lo smartphone in mano, a scrivere messaggi, fare check-in, destreggiarci in selfie in ogni luogo e così via, quindi ormai non fa più paura una cosa del genere. Comunque tornando a noi, lo ho usato solo due volte. Ne ho catturato uno negli spogliatoi ed è stato semplice, poi ho dato la caccia ad un altro in una bar a Porto Azzurro, senza risultati degni di nota. Alla fine mi sono rotto. Ma di Pokemon Go dovevo parlarne. Un po' come se per aumentare le visite scrivessi: trucchi per Pokemon Go. Segreti per Pokemon Go. Come vincere a Pokemon Go. Rari su Pokemon Go. Come si gioca a Pokemon Go?

Sweeney Todd - Il Diaboloco Barbiere Di Fleet Street (2007)




Regia: Tim Burton
Anno: 2007
Titolo originale: Sweeney Todd: The Demon Barber Of Fleet Street
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (7.4)
Pagina di I Check Movies
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Premessina ignorante: odio i musical, proprio li ritengo noiosi a pelli. Questo però almeno non ha i balletti. E Tim Burton, invece ha sempre avuto un debole per questo genere, infilando musica e canzonette un po' qua e un po' là in alcune delle sue opere. Qui ci lavora in maniera più massiccia, del resto è un vero e proprio rifacimento cinematografico di un musical vero e proprio. E lo fa con ciò che ha più caro: ambientazione dark, Londra fumosa e buia, Johnny Depp e Alan Rickman. Ne esce fuori un qualcosa che mi ha sorpreso in positivo. Credevo di sbadigliare e di seguire con difficoltà le parti cantate, ed invece mi hanno preso. Anche il tipo di musica scelta lo trovo azzeccato ed i dialoghi si trasformano in cantato dando continuità alla trama. Comunque i punti vincenti restano quelli che apprezzo sempre quando guardo un film di Burton: la teatralità dei suoi personaggi (qui a maggior ragione) e l'aspetto grottesco della scenografia. Se escludiamo la scena del sogno ad occhi aperti, in cui le speranze di una vita meno buia e tetra prendono forma, le tinte scure hanno il sopravvento e deh, mi piace moltissimo. Inoltre sono stato affascinato anche dalla trama e dai personaggi: magari psicologicamente non risulteranno così profondi, ma se io, digiuno di qualsiasi lavoro presente a Brodway, riesco a coglierne l'essenza, significa proprio che si tratta di un grande opera. A dispetto di una linearità un po' piatta nella trama, anche il colpo di scena finale è di un romanticismo molto forte. che spalanca le porte al piacere. Bluray di ottima fattura sia video che audio e con numerosi extra:

  • Burton + Depp + Carter = Todd (26 minuti)
  • Sweeney Todd è vivo (20 minuti)
  • La versione di Sondheim (12 minuti)
  • La Londra di Sweeney (16 minuti)
  • Una tradizione teatrale (19 minuti)
  • Disegni per un diabolico barbiere (9 minuti)
  • Un affare di sangue (9 minuti)
  • Il making of (24 minuti)
  • Conferenza stampa a Londra (20 minuti)
  • A suon di lama (9 minuti)
  • Galleria fotografica

lunedì 18 luglio 2016

Weekend elbano

E’ qui a due passi bracciate. Proprio davanti a noi. Eppure non ci vado così spesso, come invece potrei. Ed ogni volta che ci metto piede mi dà quella sensazione di essere in vacanza, indipendentemente dalla durata della visita. Che si tratti di un giorno solo, di un weekend o di una settimana intera, l’Elba ti avvolge e ti fa stare bene. Salutiamo il porto piombinese e l’ex industria il sabato mattina di buon ora, e già sulla nave c’è chi va in crisi perchè le hanno disattivato la SIM. Ma chi se ne frega, al mare non c’è tempo per gli smartphone, prendete esempio da me, e godetevela appieno utilizzandolo solo per scattare fotografie bestialotte degne di un inviato di NatGeo. Attracchiamo a Rio Marina ed in cinque minuti raggiungiamo casa a Rio Elba: un posticino intimo ed accogliente che eliminerà i vostri pensieri facendovi immergere nella tranquillità del paesaggio isolano, a poche decine di minuti dalle spiagge [Messaggio promozionale]. TimeWalk, la Camuna ed io, ci sistemiamo velocemente e spingendo al massimo i nostri bolidi, seguiamo le innumerevoli curve, le salite e le discese che ci portano a Cavoli. Una delizia per lo Skyliner e gli amanti delle due ruote: noi centauri dal cuore tenero sappiamo apprezzare i vasti panorami verdeggianti che si aprono sull’azzurro del mare.
In spiaggia, unica nel suo genere, ci attendono Bastiancino, Valeh e bruchina. Inizia la festa, acqua limpida, sabbia granulosa che non si attacca alla pelle e non infastidisce. Essendo più pesante rispetto al solito, anche sotto l’acqua non viene smossa dalle correnti e crea un effetto visivo godibilissimo. Oltre ad essere un’attrazione paesaggistica, attrae un sacco diggiovani, che animano i beach party con musica, balli ed aperitivi nel tardo pomeriggio. Il nostro però lo facciamo a Marina di Campo, a base di pina colada assieme ad una bella pizzata e passeggiata notturna. Nonostante il periodo, non c’è confusione di gente per le strade. Stanchi, ma non stremati, un po’ infreddoliti rimontiamo sui nostri motori e torniamo alla base. Il nuovo giorno ci conduce a Seccheto prima e Fetovaia poi, in cui riusciamo a trovare posto in un angolo a ridosso della scogliera granitica. Sole, mare e relax con il MotoGP di Germania durante il pranzo che non ci dà nessuna gioia, se non quella da non dare mai per scontata, di partecipare al tifo comune di tutti noi sportivi. Serata in quel di Porto Azzurro dopo cena nostalgica all’ex Morumbì e quindi passeggiatina a sognare barche che paiono navi e catamarani come appartamenti. In soli due giorni, una parentesi di mare che mezza Italia ci invidia, tra macchia mediterranea, scorci da cartolina e cale incredibili.
Album fotografico Isola d'Elba (16 - 17 luglio 2016)


giovedì 14 luglio 2016

Vivere E Morire A Los Angeles (1985)

Regia: William Friedkin
Anno: 1985
Titolo originale: To Live And Die In L.A.
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (7.2)
Pagina di I Check Movies
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Ci sono alcuni prodotti che vengono definiti di nicchia proprio perchè non tutti sono in grado di apprezzarli: io sono tra i fortunati che provano piacere a guardarli. Il lavoro, puramente anni ottanta, di Friedkin, è un noir pulito, ruvido, in cui la storia è spigolosa come i personaggi. Non c’è spazio per arzigogoli strani o per tecnicismi fini a se stessi, tanto che sono numerose le inquadrature su azioni silenziose, decontaminate da qualsiasi dialogo, ma profondamente graffiate da suoni o musica di sottofondo. Un gioco di guardie e ladri, dove tutti puntano a raggiungere il risultato desiderato, in cui c’è la morale, in cui il realismo umano delle azioni cozza con la finzione trasposta sullo schermo che evidenzia lacune cinematografiche nelle scene di lotta o degli inseguimenti. Un film ambiguo come ambiguo è l’utilizzo della legge che vuole contrastare la criminalità: la bellezza del film è data dal fatto che non esistono eroi, così come non esistono criminali affascinanti (sebbene Dafoe sia un concentrato di carisma). Non c’è linearità se non negli atteggiamenti dei protagonisti che si muovono all’unisono all’interno del caos che la trama ci mostra. Una confusione che però non permette ai “gemelli” di perdersi, di alienarsi dalla missione prefissata: anzi, ognuno di loro, a livello intellettivo, prende il posto del predecessore ormai scomparso. Ne è la prova definitiva Yukovic: nelle scene finali ha completato la sua trasformazione in Chance, prendendone il posto, così come ha fatto Chance stesso nei confronti del compagno ucciso. Pare che introspettivamente i gemelli si tramandino il cinico modo di porsi nei confronti della legge e della vita. Altri elementi di interesse risiedono nella cornice losangelina degli anni ottanta: già mitica anche solo a sentirne parlare, la fotografia riesce a risaltarla ancora di più, con le immagini sporche dell’alba e del tramonto. Insomma, un film forse difficile, forse a tratti di una lentezza esasperante, forse oggi già visto nella forma, ma indubbiamente di valore elevato per la sua composizione cinica.


mercoledì 13 luglio 2016

Hannah E Le Sue Sorelle (1986)



Regia: Woody Allen
Anno: 1986
Titolo originale: Hannah And Her Sisters
Voto: 7/10
Pagina di IMDB (8.0)
Pagina di I Check Movies
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Un Woody Allen maturo e maturato, che ripercorre i suoi stessi passi, raccogliendo ciò che ha seminato. Il raccolto è davvero ricco, l’esperienza insegna e porta sul grande schermo una commedia che ricalca nello stile e nei dialoghi i suoi numerosi successi raggiunti fino al momento. Psicosi, ipocondrie, tradimenti, romanticismo, bugie, incoerenza, ironia... Una sequela incredibile di temi che il regista è riuscito ad inserire e sviscerare in una mutabile scala di grigi. Si avvale di un cast che oltre a comprendere se stesso, ci mostra Michael Caine, Mia Farrow, Barbara Hershey, Dianne Wiest e che ha l’arduo compito di farci vedere le varie sfaccettature della vita di uomini e donne newyorkesi non più giovanissimi. Non mancano accenni di cinismo e critica per la società, in cui i personaggi cercano di adattarsi per vivere una vita raggiungendo i pochi e semplici obiettivi, che a seconda del caso possono anche sembrare irraggiungibili. L’equilibrio assoluto, la fermezza, il faro che ispira sicurezza e fiducia, colei che si eleva sopra tutti gli altri è Hannah: il personaggio cardine di tutta la pellicola. E’ sicuramente la meno traumatizzata psicologicamente, forse la più semplice ed ingenua, ignara di tradimenti che la coinvolgono come vittima, ma sempre pronta a fare da contrappeso ai problemi che affossano le persone che la circondano. E’ anche un personaggio atipico, che si discosta maggiormente dagli altri: ognuno con un grado differente di psicosi. La voce fuoricampo, quella di Caine introduce i primi passi del film, si interroga spesso sulle emozioni in contrasto, su cosa sia giusto o sbagliato a livello sentimentale dando quel senso di umana incertezza che contraddistingue le nostre vite. I personaggi sono comunque sopra le righe, disastrati (anche Hannah in un certo senso) e colmi di problemi, si muovono in un contesto artistico superiore in quella splendida cornice che è New York: quale posto migliore per racchiudere un insieme così vario e variopinto di emozioni?

martedì 12 luglio 2016

Un mondo diverso: le Filippine

Dopo l'enorme successo di Sereno variabile su Stoccolma che ha riscosso molti pareri positivi dalla critica del settore, VER è stato scelto ancora una volta come finestra per i racconti di Daniele Panetti. Vi propongo quindi la sua visione di un viaggio leggendario in un angolo lontano del mondo, a migliaia di chilometri di distanza, non solo fisica. L'articolo è anche corredato da un album fotografico che aiuta il racconto descritto a parole. Buona lettura e buone emozioni.

"Eccoci,vi descrivo, col difficile intento di potervi far immaginare ciò per cui è nata la parola paradiso... Un vero miracolo, che quel simpatico Signore che non visse, ma creò ci ha donato.... Scrivo e descrivo dell'aiuto divino, proprio perché loro, i filippini , sono una popolazione profondamente cattolica disposta su 7000 isole formano lo Stato.. Manila e Cebu sono due città tipicamente orientali: caos, sporcizia, disorganizzazione tale dove tutto sembra caduto dal cielo in un disordine maniacale..Un misto di traffico e smog, dovuto anche a persone che abitano sui poco ospitali marciapiedi... E se è vero il detto che: il paradiso va conquistato, con un'ora e mezzo aggiuntiva di volo eccoci dove non pensavamo assolutamente di arrivare... Da tre metri sopra il cielo, ti prepari ma non realizzi. Solo dopo aver calpestato perfetti pratini verdissimi dal manto soffice e omogeneo, interrotti da palme e piante tropicali nel loro semplice gioco naturale di posizioni , oltre a  catturarti lo sguardo fanno prigioniero anche lo stress occidentale, mandandolo in letargo. Le capanne in puro stile vintage interrompono ma non stravolgono l'ecosistema.. Piccole magliette, e/o, pantaloni colorati danno vita ai villaggi.. dove un pallone o un legno vale mille urli e qualche ginocchio sbucciato. Loro, i bambini sono la parte viva dell'isola, sono tanti, tutti molto simili ma come forse lo siamo noi per loro...Vederli giocare in gruppo correre estasiati dietro motorini di bianchi piloti che pensano di essere superiori e felici ti fa riflettere. Giocano sia nelle spiaggette candide dall'acqua cristallina, che sulle strade sterrate e di cemento. Mi chiedevo perché non avessero usato asfalto, poi il sole cuocete del giorno dei giorni a seguire mi ha illuminato... Rende semplice la risposta. Ogni palma ha presunti scalini , saggiamente scolpiti nei lunghi tronchi utili alla raccolta dei buonissimi cocchi... I quali ahimè sono i primi assassini dell'isola, causa le loro cadute improvvise che generano morti da trauma cranico a ignari passeggiatori o scuteristi ovviamente privi di caschi. Non ho visto nè percepito violenza, anche se dice che piccoli furtarelli possano verificarsi. Gli autoctoni sono buoni e disponibili, gli italiani piacciono più di altri.. In genere sono bassi non bellissimi, anzi... Spesso i più belli sono di sangue misto e sicuramente magri visto che la cucina è a base di pesce, pollo e l'immancabile riso...Cloud 9 è l insenatura amata dai surfisti dove un lungo pontile fatto di legno e tavole fatiscenti che in alcuni punti sono anche mancanti. Arriva a un triplo piano di terrazzo decisamente pericoloso, super affollato di persone ed affascinante proprio per quell'intrigo di corpi, tavole, onde e schiume che è il surf... L'autunno è  il periodo delle onde tubanti di 4/5 metri...nel resto delle stagioni 1/1,5 metri sono spesso la quotidianità...da questo stesso incastro di tavole la notte si riesce ad essere spettatori di incredibili bellezze...il plancton che non so bene per quale motivo lascia scie gialle fluorescenti creando un gioco di luci in un'acqua poco profonda...Invece alzando gli occhi al cielo, l'entusiasmo nel vedere miliardi di stelle è pura magia... Veramente incredibile. l'atmosfera è fantastica, gli abitanti contribuiscono a renderla tale. Lo spirito, i sorrisi, la semplicità con cui affrontano amando la vita, lascia un utile insegnamento. Potessi, gli vorrei insegnare volentieri a mantenere tale bellezza, mi piacerebbe non vedere plastiche di qualunque genere e forma sparse maleducatamente ovunque. Immagini di barchette a vela di misteriosi pescatori distribuite in uno specchio di mare dai colori indescrivibili contornate da lagune verdeggianti , lascia ogni speranza ad una qualsiasi volontà di tornare in Europa ...riconsegnare il fedele condottiero  Honda nel nostro caso,  ripercorrere la strada verde smeraldo salutare i sempre numerosi bambini , soffermare lo sguardo sulle bufale immerse in rigeneranti pozze di fanghiglia per dirigersi a ciò che è, ma non sembra, un aeroporto, lascia lacrime e due pensieri: quello di essere fortunati ad esserci stati e quello martellante di volerci tornare... Da dietro uno specchietto tondeggiante, immersi nelle nuvole, con lo sguardo attento e il collo che si contorce sempre più , non accettando che ci possa essere un'ultima immagine, e proprio ad essa lasci il tuo bruciante pensiero: ciao Siargao...ci rivedremo, stammi bene....."

domenica 10 luglio 2016

Osteria La Torre di Populonia

Non capita spesso che su VER appaiano articoli relativi a ristoranti, specie se sono della zona. Questa volta però mi sono improvvisato blogger esperto di culinaria giusto per fare un po' di sana concorrenza alla Guida Michelin. Premetto che non mi sono presentato in veste di famoso articolista del web, quindi il ristoratore era ignaro della pesante figura di critico che ricopro. Tutto ha inizio questo pomeriggio sotto l'ombrellone, alla ricerca di un posto in cui poter cenare: non mi andava di restare in Piombino o mettermi con le gambe sotto ai soliti tavoli. Dopo un paio di rifiuti per tutto esaurito, decidiamo così di affidarci a TripAdvisor per avere qualche suggerimento. Ecco quindi che trovo il numero di telefono di tale Osteria La Torre di Populonia, e prende subito abbastanza bene. Aperitivo giù ai piedi del Golfo di Baratti e cena su, tanto per cambiare. Chiamo e risponde una voce giovane un po' incerta che dopo un minuto di attesa mi comunica che purtroppo fuori non hanno posto. Mmmhhh, ma dentro? Fa un caldo insopportabile? Vabbeh, dentro possiamo accomodarci, e ci preparano pure il seggiolone per la bruchina. Da turisti indaffarati ci presentiamo con una mezzora di ritardo, senza avvisare. Nessun problema, il tavolo c'è e la stanza interna è vuota, a nostra disposizione. Fa in effetti un po' caldino, ma acceso il condizionatore ci gustiamo la cena in santa pace. Locale (è nientepopodimenoche l'ex Lucumone) risistemato, accogliente, nella tipica cornice di Populonia: un qualsiasi turista di Fucecchio sviene, assalito dalla bellezza della location suggestiva che il borgo propone. Inutile starlo a raccontare, ma arrivi da Baratti con il sole del tramonto che si fonde sul mare, intervallato dalle barche del porticciolo, sali per le curve ombreggiate fino ad avere una visuale su tutto il golfo che ti stringe il cuore e poi passi la cinta muraria. Noi ci siamo abituati, ma non è roba da tutti. Torniamo al ristorante però, sebbene la presentazione del contesto fosse doverosa. Antonio, il proprietario forestiero (de Roma), ci coinvolge in una degustazione di olio della zona. Ci sa fare, non è entrante, ma presente, simpatico e disponibile senza esagerare. Nel mentre che ordiniamo mi faccio dare anche la password per la wifi (c'è speranza in questo mondo): non siamo clienti facili. Le portate principali sono tutte a base di pesce, ma dal menù noto che non mancano quelle per vegetariani ed è prevista anche la carne. Scelto tartare di tonnetto come antipasto ed è questo il momento in cui mi convinco a scrivere l'articolo una volta arrivato a casa: elegantemente speciale. Ottimo anzi, con retrogusto fruttato all'arancia, saporito senza stuccare il palato. Di quelli che mangeresti all'infinito, e che ti lasciano un bel ricordo. E' la volta dei tagliolini allo scoglio: piatto assolutamente carico, squisito e che la pasta sia fatta in casa lo puoi provare doppiamente. Sia quando quando lo guardi, e già ti stuzzica l'appetito, sia quando li assapori e li metti in bocca. Indiscutibilmente buoni, esaltanti. Anche il reparto secondi si fa ben apprezzare, così come i dolci: basta con le solite cose che si trovano in tutti i locali. La Torre di Populonia (pagina Facebook in attesa del sito) non è solo da provare, è da tornarci anche vista la spesa in linea con la qualità e la quantità del cibo, con il servizio offerto, con la presentazione delle pietanze. E' un posto a cui dare fiducia: in zona siamo messi molto bene come ristoranti, difficile restare scontenti, e questa new entry sa il fatto suo.
Album fotografico
Tartare di tonnetto

Tagliolini allo scoglio
Frittura di paranza
Tiramisù con pesche

sabato 9 luglio 2016

Ghost in the Shell: Stand Alone Complex


Titolo originale: Kōkaku Kidōtai Stand Alone Complex (
攻殻機動隊 STAND ALONE COMPLEX)
 Stagione: 1
Anno: 2002 - 2003
Numero episodi: 26

Assurdamente bella questa seria, anzi questo anime ambientato nel mondo di Ghost In The Shell. Forse per sua natura inferiore ai film, ma è la natura dei prodotti ad episodi. Le vicende narrate si discostano da quelle originali, come se avvenissero in una linea temporale parallela, ma il fulcro resta il medesimo: una sgargiante ambientazione cyberpunk, complotti, azioni terroristiche da sventare, guerre politiche interne e così via. Protagonista assoluta è la Sezione 9, con i suoi componenti che danno "la caccia" al temibile hacker "L'Uomo Che Ride". La struttura dei ventisei episodi però fa in modo che non tutte le puntate si concentrino sulla linearità della trama, alcune sono slegate dalle altre e raccontano le vicende personali del gruppo. Cyborg, IA, uomini: un miscuglio di tecnologia ai limiti del bizzarro che rende interessante tutta la trama, scoprendo aspetti anche filosofici e sociali. Non come nei film però, qui è l'azione e l'intreccio fantapolitico ad avere il sopravvento. Di sicuro una volta entrati in questo mondo è difficile non seguire le vicende con attenzione, anche se alcune volte possono risultare frammentate. Indubbiamente un grandissimo lavoro grafico e di sceneggiatura.

venerdì 8 luglio 2016

Zootropolis (2016)




Regia: Byron Howard, Rich Moore
Anno: 2016
Titolo originale: Zootopia
Voto: 5/10
Pagina di IMDB (8.2)
Pagina di I Check Movies
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Abbastanza deludente: non so perchè, ma dalla odiata Disney mi aspettavo qualcosa in più. Forse perchè mi ero lasciato un po' prendere dagli ultimi visti o anche dalla mole impressionante di giudizi positivi [sic.] che mi tartassavano nei social. Partiamo comunque dall'inizio, ovvero dal titolo. L'originale è Zootopia, che ha un significato ben più profondo e legato alla trama, in cui vediamo un mondo sì fantastico, ma utopico in cui tutti gli animali convivono, siano essi prede o predatori. Da noi Zootropolis. Bah! Tanto valeva provare con Zoolandia visto che si deve perdere il significato. Andiamo avanti: la trama è spiccatamente moralista, non che questo sia un male anzi, ci proietta in un mondo evoluto in cui gli animali hanno capito che non esistono differenze tra le varie specie ed in cui tutti possono vivere in pace ed armonia realizzando i propri sogni. Banale. Così come la loro umanizzazione (vanno a giro vestiti, votano) che segue il classico viaggio eroico di crescita del personaggio che lotta per realizzarsi e trovare posto nella società. Rivolto essenzialmente alle famiglie, leggero senza troppe pretese o senza richiami più sofisticati come possono esserci stati in Up (ma questo è Pixar) il cartone animato prosegue strizzando l'occhio al genere thriller, con un'ottima realizzazione grafica. Soprattutto per gli ambienti, così e così per la struttura dei personaggi. Non c'è un qualcosa che stupisce insomma, ed il cinema ci ha anche già abituato a poter ammirare una coniglietta (Ratatouille diventa un cuoco), che nonostante la propria piccola prestanza fisica vuol diventare un poliziotto. Che c'è di strano? Anche Micky Mouse è un piccoletto, ma fa quello che gli pare. Da sempre. Quindi la parte metaforica secondo la quale non è l'aspetto che conta, perde mordente. Va forte il massaggio riguardante l'integrazione, i pregiudizi e tutto quanto, e resta intatto il messaggio per cui che tu sia preda o predatore puoi essere buono o cattivo. Non ci piove, bel messaggio, ma il film non può essere un gran film solo per questo. O per gli effetti speciali relativi alle gocce d'acqua, o per alcune scene ironiche e divertenti (quelle dei bradipi su tutte) o per i richiami a Breaking Bad... Tutte cose piacevoli, ma dateci qualcosa in più per favore.

mercoledì 6 luglio 2016

PPZ - Pride + Prejudice + Zombies (2016)



Regia: Burr Steers
Anno: 2016
Titolo originale: Pride And Prejudice And Zombies
Voto: 4/10
Pagina di IMDB (5.9)
Pagina di I Check Movies
Acquista su Amazon
 
La prima volta che ho sentito questo titolo ho un po’ storto il naso. Non ho letto l’originale Orgoglio E Pregiudizio, neanche so di cosa parla, so solo che esiste e che è qualcosa tipo un classico. E mi sono immaginato un riadattamento dell’opera che seguisse la moderna ed odierna scia zombie. Per quanto mi riguarda è così ed aggiungo pure che non ho letto neanche il romanzo da cui è tratto il film: ho scelto la via più semplice e meno impegnativa. Non volendo sbadigliare sulla pagine stampate, però mi è toccato farlo davanti al televisore. Fortunatamente solo a tratti si ha questa sensazione di trituramento palle, ovvero quando il romanticismo dovrebbe prendere il sopravento. Di contro, le scene puramente “pop” quelle quindi paradossali, al limite dell’ucronia hanno un loro perchè. Un’Inghilterra che lotta contro la piaga zombie è in parte affascinante, così come le eroine addestrate alle arti marziali ed in cerca di un marito facoltoso che le accompagni tutta la vita. Gli intenti, forse un po’ trash, non sono male quindi, anche se oggi per stupire non sono per niente sufficienti dei buoni trucchi e qualche effetto speciale. Carina l’idea, non so quanto sia originale, di questi zombie che non sono dei mentecatti con il cervello fritto che si muovono sbavando: aumenta di un punto percentuale il senso di pericolo. Avrebbero potuto fare di più. Penso che la ganzata del libro sia quella di ricalcare in qualche modo quello originale, contribuendo a far incontrare tra loro i vari personaggi tra un ballettino e l’altro tra un po’ di orgoglio ed un po’ di pregiudizio, peccato però che io non possa saperlo. E che non possa fare nessun distinguo, nessuna comparazione, neanche nessuna strillata perchè un’opera cult è stata magari rovinata. Cioè, forse sì, forse no. La pellicola è leggera e spensierata, senza portarsi su livelli di comicità puerile, questo va detto. Non aspettatevi quindi nulla di particolare, nè per gli zombie, nè per la trama. La qualità del BD è eccelsa e ci fa godere anche l’audio HD italiano. Gli extra sono un po’ spezzatati e brevi:
·         La parola al cast (7 minuti) ·         Creare l’impensabile (3 minuti)
·         L’adattamento di un classico (6 minuti)
·         Mr. Collins Line O-Rama (3 minuti)
·         Le terribili sorelle Bennet (4 minuti)
·         Gag reel (2 minuti)
·         8 scene tagliate
·         Trailer

martedì 5 luglio 2016

Al Vertice Della Tensione (2002)




Regia: Phil Alden Robinson
Anno: 2002
Titolo originale: The Sum Of All Fears
Voto: 5/10
Pagina di IMDB (6.4)
Pagina di I Check Movies
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E con questo chiudo il cerchio dei film dedicati a Jack Ryan.  Se da una parte mi piacciono molto i prequel, questo va considerato come una sorta di reboot rimaneggiato sulla figura del protagonista. Il libro da cui prende ispirazione è Paura Senza Limite, con numerosi riadattamenti, ma il "problema" è che il giovane Ryan perde ogni tipo di collegamento possibile con quelli passati. Non c'è praticamente nessun legame, sebbene i fatti descritti dovrebbero essere inseriti in una linea temporale successiva. Premesso questo resto dell'idea che attori come Affleck o Boldwin siano più vicini alla figura dell'analista di quanto non lo sia il superiore e più pesante Harrison Ford. La pellicola è decisamente più incentrata sulla fantapolitica di quanto non lo siano le altre, ma tale escalation possiamo gustarcela anche nei romanzi, che forse perdono un po' di quel realismo che aveva contraddistinto i primi titoli. C' tanta azione che si alterna con una buona dose di diplomazia e spionaggio: non incide però positivamente rendendo il lavoro buono a metà. Il bluray non presenta nessun extra.

domenica 3 luglio 2016

Sotto Il Segno Del Pericolo (1994)




Regia: Phillip Noyce
Anno: 1994
Titolo originale: Clear And Present Danger
Voto: 5/10
Pagina di IMDB (6.9)
Pagina di I Check Movies
Acquista su Amazon (Quadrilogia Jack Ryan)

Ancora Jack Ryan (Harrison Ford), questa volta con un soggetto ispirato da Pericolo Imminente e per quel che mi ricordo abbastanza fedele, soprattutto in riferimento al personaggio. Infatti sebbene ci sia molta azione, e questa ci piace sempre, abbiamo un uomo moralmente motivato ed orientato verso la giustizia. Tanto che nelle sue scelte si trova pure a dover affrontare il Presidente degli Stati Uniti: d'altra parte deve fare il bene del suo superiore, ovvero del Popolo. Storia molto ben strutturata, forse si lasciano un po' troppo da parte le varie descrizioni tecniche, per dare più vivacità alle parti centrali in cui spionaggio e guerra ai narcos  hanno il sopravvento. La regia però non si lascia prendere la mano, e non crea un semplice blockbuster da popcorn: sottolinea gli aspetti politici dell'uso e dell'abuso di potere, lo scandalo in Commissione, i sotterfugi per interessi personali e dà il via ad una trama intrecciata con l'eroe che non si toglie sì la giacca, ma lotta con le doti morali ed intellettive che il buon Tom Clancy gli ha donato. Migliore rispetto a Giochi di Potere, ma ancora non paragonabile con Caccia A Ottobre Rosso.

Germania 7 - Italia 6

S'è perso ai rigori. Che roba orribile. E' vero che loro erano più forti, noi s'era la squadra operaia senza talenti che giocava con il gruppo rispetto ai singoli eccetera eccetera, maddeh uscire ai rigori fa cacare. Soprattutto per tutti quelli che ora, riposte le bandierine, diranno che si gioca di merda, si fa catenaccio o che addirittura i problemi sono altri. Noi basiamoci sulla partita: bruttina e con poche occasioni, ma senza che la decantata supremazia tedesca prendesse il sopravvento. Gli errori ci sono stati, ma anche i possibili ribaltamenti di fronte e non siamo usciti umiliati, anche perchè non era scritto da nessuna parte che fosse così. L'Italia poteva giocarsela, ed è stata in partita fino alla fine. Tanto da arrivare ai calci di rigore. Ecco, magari potevi osare qualcosa di più, invece, forse per stanchezza, forse per incapacità tecniche, è sembrato che abbiamo cercato di portarla su quel piano. Ma ai rigori appunto può succedere di tutto. Specie se ne sbagli tanti e non approfitti degli errori altrui. Poi si potrà anche discutere all'infinito sull'entrata di Zaza all'ultimo minuto proprio per vederlo sbagliare, o sul tronista che sbeffeggia il portiere SS e lo tira addirittura fuori. Vabbeh il calcio va così, ed uscire contro la Germania ai rigori, dopo averne battuti nove, fa schifo. Restano comunque le belle serate insieme a tifare a perculeggiare gli avversari, a consumare giga su Skygo: la squadra non certo di fenomeni era all'altezza di tutti quanti e non temeva nessun avversario. Ed a conti fatti è stato proprio così. Grazie comunque, avete fatto un buon lavoro e da voi mi aspettavo esattamente questo. Poi appunto, i rigori, sono rigori....

venerdì 1 luglio 2016

Un giorno all'Isola di Montecristo

Finalmente Montecristo. Dico finalmente sebbene io sia stato fortunatissimo e sia stato inserito quasi in extremis nella cricca di Funflus: non ho dovuto far altro che accettare l'invito. C'è chi invece ha atteso, dai dodici ai trentasei mesi. Già, perchè accedervi non è affatto semplice: sono ammessi un massimo di mille visitatori l'anno, che nel mese di gennaio devono fare domanda al Corpo Forestale ed essere quindi approvati. Ci siamo poi avvalsi di Toscana Trekking che con la motonave Superba è partita da Castiglione della Pescaia e ci ha portato fino a Cala Maestra, unica spiaggia di sabbia dell'intera isola. Esistono poi altre calette come Cala Santa Maria e Cala Mendolina, ma la struttura di Montecristo, con le scogliere a picco che si immergono in mare per diversi metri, rende la prima unica nel suo genere. Montecristo è una riserva naturale che fa parte del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, sostanzialmente disabitata (due guardie forestali e due guardiani) in cui la natura deve rimanere preservata, tanto che è anche proibito immergersi nell'acqua. Non sperate quindi di poter fare il bagno nel bellissimo ed incontaminato mare che la circonda, perchè non vi sarà permesso. La sua bellezza quindi non sta tanto nei paesaggi che ci offre, quanto nell'esclusività di poterne godere. Poca vegetazione, essenzialmente un ammasso montuoso che spunta fori dal mare, suggestiva location per pirati, monaci ed eremiti. Ed il tutto, come già detto incontaminato. Comunque verso le 11:00 proprio quando il sole è a picco sui nostri cappelli ha inizio la scarpinata. In sette partimmo, ed in sette ritornammo. Chi più stanco, chi più riposato (va richiesto l'esame anti doping), ma tutti e sette ripeto, quindi compreso il sottoscritto abbiamo affrontato le difficoltà con tenacia, prestanza fisica (capito? ) ed orgoglio. Durante il viaggio ci accompagnano le guide della Toscana Trekking che rispondono alle curiosità del gruppo e snocciolano interessanti nozioni di ogni tipo: storico, geologico, architettonico, paesaggistico. Ci sono anche le due guardie forestali: il lavoro più duro della storia. infatti hanno anche il compito di riaccompagnare alla base coloro che si arrendono durante il tragitto. Capibili, ma testardi ed avvertiti molto prima: il tragitto non è per tutti, insidioso e sotto il sole cocente, senza possibilità di ombra e di riparo. A conti fatti abbiamo percorso circa 2700 metri, non tantissimi, ma per raggiungere il Monastero di San Mamiliano che si trova a 350 metri sul livello del mare, significa che il pendio è irto, ripido, una specie di arrampicata con una salita media calcolata superiore al 25%. Una volta giunti in cima godersi il paesaggio ha un doppio significato: di ammirazione per la vista e di ringraziamento per lo strazio terminato. La discesa però ti fa capire che la prova non è ancora terminata e si va giù mimando le agili  caprette che abitano l'isola. Un'esperienza positiva, che ti riempie gli occhi e ti svuota i polmoni. Un saluto ai miei compagni di viaggio: Rosa, Paolina, Beppe, Emilio , Dante e Funflus.

Foto della giornata: Visita a Montecristo (01/07/2016)