venerdì 1 luglio 2016

Un giorno all'Isola di Montecristo

Finalmente Montecristo. Dico finalmente sebbene io sia stato fortunatissimo e sia stato inserito quasi in extremis nella cricca di Funflus: non ho dovuto far altro che accettare l'invito. C'è chi invece ha atteso, dai dodici ai trentasei mesi. Già, perchè accedervi non è affatto semplice: sono ammessi un massimo di mille visitatori l'anno, che nel mese di gennaio devono fare domanda al Corpo Forestale ed essere quindi approvati. Ci siamo poi avvalsi di Toscana Trekking che con la motonave Superba è partita da Castiglione della Pescaia e ci ha portato fino a Cala Maestra, unica spiaggia di sabbia dell'intera isola. Esistono poi altre calette come Cala Santa Maria e Cala Mendolina, ma la struttura di Montecristo, con le scogliere a picco che si immergono in mare per diversi metri, rende la prima unica nel suo genere. Montecristo è una riserva naturale che fa parte del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, sostanzialmente disabitata (due guardie forestali e due guardiani) in cui la natura deve rimanere preservata, tanto che è anche proibito immergersi nell'acqua. Non sperate quindi di poter fare il bagno nel bellissimo ed incontaminato mare che la circonda, perchè non vi sarà permesso. La sua bellezza quindi non sta tanto nei paesaggi che ci offre, quanto nell'esclusività di poterne godere. Poca vegetazione, essenzialmente un ammasso montuoso che spunta fori dal mare, suggestiva location per pirati, monaci ed eremiti. Ed il tutto, come già detto incontaminato. Comunque verso le 11:00 proprio quando il sole è a picco sui nostri cappelli ha inizio la scarpinata. In sette partimmo, ed in sette ritornammo. Chi più stanco, chi più riposato (va richiesto l'esame anti doping), ma tutti e sette ripeto, quindi compreso il sottoscritto abbiamo affrontato le difficoltà con tenacia, prestanza fisica (capito? ) ed orgoglio. Durante il viaggio ci accompagnano le guide della Toscana Trekking che rispondono alle curiosità del gruppo e snocciolano interessanti nozioni di ogni tipo: storico, geologico, architettonico, paesaggistico. Ci sono anche le due guardie forestali: il lavoro più duro della storia. infatti hanno anche il compito di riaccompagnare alla base coloro che si arrendono durante il tragitto. Capibili, ma testardi ed avvertiti molto prima: il tragitto non è per tutti, insidioso e sotto il sole cocente, senza possibilità di ombra e di riparo. A conti fatti abbiamo percorso circa 2700 metri, non tantissimi, ma per raggiungere il Monastero di San Mamiliano che si trova a 350 metri sul livello del mare, significa che il pendio è irto, ripido, una specie di arrampicata con una salita media calcolata superiore al 25%. Una volta giunti in cima godersi il paesaggio ha un doppio significato: di ammirazione per la vista e di ringraziamento per lo strazio terminato. La discesa però ti fa capire che la prova non è ancora terminata e si va giù mimando le agili  caprette che abitano l'isola. Un'esperienza positiva, che ti riempie gli occhi e ti svuota i polmoni. Un saluto ai miei compagni di viaggio: Rosa, Paolina, Beppe, Emilio , Dante e Funflus.

Foto della giornata: Visita a Montecristo (01/07/2016)

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