giovedì 30 aprile 2020

I Sogni Segreti Di Walter Mitty (2013)




Regia: Ben Stiller
Anno: 2013
Titolo originale: The Secret Life Of Walter Mitty
Voto e recensione: 5/10
Pagina di IMDB (7.3)
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Durante la pandemia avevo già usato Chili ben cinque volte, sfruttando una promozione di Enel Energia che ricaricava il mio conto di 4.99 euro ogni settimana. Adesso è la volta di sfruttare la gift card presa con TIM Party. Si tratta di 10 euro, purtroppo utilizzabili solo su alcuni titoli. Ho scelto quindi I Sogni Segreti Di Walter Mitty. recitato e diretto da Ben Stiller. Carino, ci devi anche stare attento per capire quando sogna ad occhi aperti e quando no, quindi l'interesse c'è. Bello anche graficamente in determinate scene fantastiche ed in altre di stampo naturalistico. Manca un po' però il dove si vuole arrivare? Il personaggio è un semplice e impiegato un po' impacciato che non ha combinato un granchè dalla morte del padre, mettendo in un cassetto polveroso alcuni vecchi sogni, i capelli moicani e lo skate. Poi la sua vita cambia di nuovo improvvisamente e si rimette in gioco facendo esperienze incredibili come viaggiare in Groenlandia, cadere in mare, essere portato in Islanda da un peschereccio , sopravvivere all'eruzione di un vulcano e raggiungere l'Afghanistan. Con una serie di situazioni abbastanza fortuite e scollegate tra loro se non per essere segnate in una sorta di curriculum improvvisato. Voglio dire, carino sì, anche avventuroso, ma forse perchè devo stare chiuso in casa e non posso fare nessuna di queste esperienze, un po' mi rode. E niente, me ne sto sul divano.

Il Primo Uomo Nello Spazio (1959)




Regia: Robert Day
Anno: 1959
Titolo originale: First Man Into Space
Voto e  recensione: 4/10
Pagina di IMDB (5.5)
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Film:
Vecchia produzione inglese di fine anni cinquanta, con un evidente low budget, che mischia il genere fantascientifico a quello horror. Del resto sono anche due aspetti sia del cinema che della letteratura, che vanno a braccetto. I mezzi a disposizione sono pochi e lo si nota non soltanto negli effetti speciali abbastanza scarsi, ma anche nel trucco che appare grossolano e poco realistico. Interni ed esterni sono girati nel Regno Unito, ma le immagini un po' vecchiotte ed il bianco e nero nascondono in parte che non si tratti veramente del New Mexico, in cui sono ambientate le vicende. Il tema dei viaggio nello spazio, all'epoca era decisamente attuale, basti pensare che il primo vero uomo nello spazio, Gagarin, ci andrà giusto un paio di anni dopo. Senza però tornare fortemente modificato da strani raggi o polveri presenti la fuori. Il ritmo è un po' blando per poter essere a mio avviso considerato un bel film d'intrattenimento, anche se di seconda fascia.

Edizione: DVD
La costola della collana "Sci-Fi d'essai" della Sinister riporta il numero #1 ed oltre al disco abbiamo la locandina originale ripiegata all'interno della custodia. L'artwork riporta il titolo con la dicitura "Il Primo Uomo DELLO Spazio" invece che "NELLO" La qualità video è accettabile, non certo ben godibile vista l'età. Traccia audio italiana on stereo ed i seguenti extra:

  • Introduzione di Luigi Cozzi (6 minuti)
  • Trailer
  • Galleria fotografica

mercoledì 29 aprile 2020

Sukiyaki Western Django (2007)




Regia: Takashi Miike
Anno: 2007
Titolo originale: Sukiyaki Uesutan Jango (スキヤキ・ウエスタン ジャンゴ)
Voto e recensione: 6/10
Pagina di IMDB (6.2)
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Non sono un amante di Takashi Miike, anzi: sto cercando di capirlo guardando a caso e senza alcuna scaletta una manciata di suoi film. I risultati sono più positivi di quanto pensassi. soprattutto con questo omaggio agli spaghetti western ed a Django in particolare. Quando ho visto Quentin Tarantino presenziare nella parte iniziale, mi son detto che forse valeva davvero la pena di guardarlo con interesse. Non che Tarantino sia chissà che attore eh, ma se si prestava per questa cosa, magari ci aveva visto del buono. E del buono c'è: sia nella strana ambientazione (siamo in Nevada, ma ci sono due schieramenti rivali esclusivamente giapponesi) sia in alcuni espedienti tecnici a livello di fotografia e montaggio che sono davvero piacevoli ed interessanti. Insomma si nota una mano capace che ha voglia di osare e differenziarsi dalle solite banalità. A me comunque ha destato emozioni positive vedere dei finti samurai come pistoleri e senza l'utilizzo della spada (salvo in un paio di casi) che vivono all'interno di una trama al tempo stesso divertente, ma anche cruda e spietata con rimandi shakespeariani. Un bel mix fusion di tanti elementi, forse addirittura troppi, ma che si amalgamano senza troppi intoppi tra di loro. Su Prime Video è presente la versione internazionale di 98 minuti.

martedì 28 aprile 2020

Ghoulies (1985)




Regia: Luca Bercovici
Anno: 1985
Titolo originale: Ghoulies
Voto e recensione: 4/10
Pagina di IMDB (4.2)
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Film:
Sono stato di manica larga, essenzialmente per un discorso nostalgico. Anche se a dire il vero non sono per niente sicuro se da bimbo ho visto proprio questo o uno dei suoi successori. La trama beh, è davvero scarsa da film di categoria B se non inferiore, ma diciamo che è in linea con tanti prodotti anni ottanta che nonostante tutto abbiamo imparato ad apprezzare o addirittura a considerare cult. Non credo però che Ghoulies possa rientrare in questa categoria, stando a metà strada da un horror per bambini ed una pellicola trash. Tutto fatto in maniera decisamente elementare ad eccezione dei mostriciattoli. Infatti se gli effetti speciali come gli occhi luminosi, giusto per fare un esempio, sono davvero grossolani e patetici, così come il trucco ed i costumi, questi pupazzetti mostruosi hanno un che di ben fatto. Niente di trascendentale o che possa richiamare alla paura, ma in alcune occasioni sembrano proprio fatti bene. Da tenere comunque in camerina.

Edizione: DVD
Secondo me dal punto di vista video al Quadrifoglio ha fatto un bel lavoro. La qualità è più che accettabile soprattutto nelle scene più luminose e colorate. Certo i dettagli non sono il massimo, ma per questi film ci si accontenta. Non ci sono extra e la traccia italiana, disponibile anche in 5.1 è a tratti troppo bassa nei centrali sui dialoghi.

lunedì 27 aprile 2020

Your Name. (2016)




Regia: Makoto Shinkai
Anno: 2016
Titolo originale: Kimi No Na Wa (君の名は。)
Voto e recensione: 5/10
Pagina di IMDB (8.4)
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Your Name. è delicato. Troppo secondo me e non mi sento di esaltarlo positivamente come invece è avvenuto un po' da tutti i lati. Freschezza e novità ci sono, è innegabile e devo dire che anche la trama ha un che di accattivante, ma il ritmo è quasi insostenibile. Passano circa cinquanta minuti (vado a memoria) prima che si delinei un qualcosa che possa avere il classico effetto WOW, ma mentre sei lì che attendi quindi un cambio di marcia o magari un colpo di scena o anche una sorta di spiegazione scientifica, ti accorgi che arriverà con difficoltà. Non è che ci debba essere lo spiegone finale, ma come anticipato inizialmente ogni movimento avviene in maniera delicata. Forse un po' troppo giapponese diciamo, con alcune situazioni enfatizzate dall'imbarazzo dei timidi e goffi protagonisti. Ok, è una storia in cui gli eroi non esistono e non devono essere neanche immaginati, ma se da un lato si calca la mano su di una specie di romanticismo adolescenziale, dall'altro si vanno a perdere alcuni valori di stampo fantascientifico (o fantastico) che stanno alla base della trama. Con questo non voglio dire che non mi sia piaciuto, anzi neanche sono stato a menzionare i disegni ed i dettagli grafici perchè do per scontato che tutti li apprezzino, ma credevo di aspettarmi qualcosa di più completo o audace. O forse soltanto di diverso.

domenica 26 aprile 2020

La Classe Operaia Va In Paradiso (1971)




Regia: Elio Petri
Anno: 1971
Titolo originale: La Classe Operaia Va In Paradiso
Voto e recensione: 6/10
Pagina di IMDB (7.7)
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E' cambiato tutto ed al tempo stesso non è cambiato niente. Non è una frase fatta da mezzanotte e dintorni, è la realtà delle cose. Petri non sta con nessuno, mostra i fatti. Spacca. Lo fa dall'interno, mostrando la classe operaia, i sindacati, i movimenti studenteschi. Lo fa senza stare dalla parte di qualcuno, la prova ne è il protagonista. Uno stacanovista che lavora a cottimo, un leccaculo, uno di quelli che in fabbrica, vanno evitati. Ci mostra la sua figura così reale e veritiera in un contesto che non può mettere d'accordo nessuno. Il lavoratore è soltanto un numero, lo sappiamo, lo abbiamo appurato: certo, oggi conta più che in passato, ma è tutto un andare avanti per poi tornare indietro. Diritti e doveri, sicurezza, morti sul lavoro: le pagine di cronaca ne sono piene, anche in un contesto come quello attuale in cui è il COVID-19 ad essere il protagonista principe delle nostre vite. Nel suo film, radicale, ci vengono mostrate le differenti, innumerevoli visioni del mondo dell'industria tra la presa di coscienza di una situazione precaria e una classe operaia impossibile da organizzare e mettere in d'accordo. Una confusione sempre attuale e messa in campo grazie ad una fotografia che esalta il realismo nelle postazioni in fabbrica, in cui si entra e si esce quando è buio, e con l'utilizzo di dialoghi che hanno il compito di alimentare tale turbinio di pensieri. La classe operaia viene demitizzata ed impoverita, pur essendo il motore che carbura per l'industria ed al tempo stesso essendo la parte più debole ed instabile del meccanismo. Forse una pellicola molto pessimista, pur sapendo che qualcosa è profondamente cambiato. 

Better Call Saul [Stagione 5]

Anno: 2020
Titolo originale: Better Call Saul
Stagione:5
Numero episodi: 10
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Lo so, lo stanno dicendo un po' tutti: la quinta stagione di Better Call Saul è una bomba.  In questi giorni ne stavo parlando, senza spoiler, con un amico a cui è piaciuto molto Breaking Bad, ma che ancora non ha iniziato questo spin off. Non dovevo convincerlo, anche lui sa già che probabilmente rimarrà affascinato anche da questa. A tratti, nei discorsi, ho però voluto provare "ad esagerare": è meglio di BB, gli ho detto. E' una bugia? Sì e no: Walter White non si tocca e qui siamo tutti d'accordo, e la serie in questione è stata per me decisamente innovativa, mentre credo che quella su Saul Goodman sia iniziata cavalcando il successo dell'originale e che non avesse chissà quali pretese. Del resto è uno spin off.... Già, ma sul mio personaggio preferito. Ed addirittura è un prequel, e io adoro i prequel. Però Better Call Saul pur essendo distante nel tempo, si avvicina a quella trama che tutti abbiamo ammirato,si avvicina a quei personaggi che vengono inseriti piano piano all'interno di un mondo già vasto e con i propri, che non passano certo inosservati. Ecco il lavoro è stato certosino, immane, lento nell'introduzione cadenzata che dura anche intere stagioni, poi evolve e cresce assieme a Saul ed a tutto il suo contorno. Arriviamo quindi alla quinta stagione, mai sazi e questa è di una potenza incredibile. Ci riporta agli occhi la linea temporale di Breaking Bad (siamo avanti di cinque o sei anni ) e capiamo che ci stiamo avvicinando inesorabilmente. Spettacolare. A questo un applauso a Pasquale Anselmo, il doppiatore italiano di Bob Odenkirk: le ultime quattro puntate sono in lingua originale, e devo dire che mi è mancata moltissimo la voce a cui mi sono abituato in questi anni.

sabato 25 aprile 2020

Rise Of The Footsoldier (2007)

Regia: Julian Gilbey
Anno: 2007
Titolo originale: Rise Of The Footsoldier
Voto e recensione: 5/10
Pagina di IMDB (6.8)
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Film:
Crudo, violento, realistico. Si parte da metà degli anni settanta, con i gruppi organizzati degli hooligans inglesi e si arriva oltre i novanta con teppisti che crescono ed entrano a far parte della criminalità. Non proprio quella organizzata o mafiosa, quella con meno potenza di fuoco o meno possibilità, forse anche meno sogni di grandezza fino ad un certo punto. Non per questo meno spietata. E la regia non ci risparmia niente, risse a mani nude, poi spranghe e bastoni, coltelli, torture, pistole, vendette, sgarri e rese dei conti. Il fatto di basarsi su di una storia vera, quella dell'hooligan Carlton Leach, lo rende ancora più crudo e suggestivo. Alcune immagini, specialmente le iniziali inoltre ci vengono mostrate quasi come in una sorta di piccolo documentario, aumentando il realismo di alcune situazioni. Non mancano mai ritmi alti e la dinamica è sempre una costante ben gradita. Peccato che il protagonista  principale rischia, in maniera così soggettiva di essere mistificato.

Edizione: DVD
Davvero bella edizione, sebbene in DVD, della Home Movie che porta in Italia un prodotto finora destinato al mercato straniero. Buona qualità video e traccia audio italiana in stereo. Gli extra:
  • Pugni, calci, bandiere e pallottole - Il cinema degli hooligans (23 minuti)

A Beautiful Mind (2001)


Regia: Ron Howard
Anno: 2001
Titolo originale: A Beautiful Mind
Voto e recensione: 7/10
Pagina di IMDB (8.2)
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Tra gli alti e bassi di Ron Howard, sicuramente la biografia romanzata di John Nash sta tra quelli in vetta, perchè la scenografia ed il modo di raccontare la storia supera di gran lunga altri film di questo genere. E' accattivante, interessante, con un bilanciamento del ritmo che prende lo spettatore e lo porta all'interno della genialità e della schizofrenia. Lo fa con salti temporali ben studiati in cui in un primo momento viene presentato il grande matematico e la sua piccola dose di disagio, che il pubblico accetta essere una componente delle persone geniali, ed in una seconda parte in cui ciò che avevamo creduto reale sfuma improvvisamente imponendoci di osservare i danni che la malattia può portare alla mente. Se inizialmente abbiamo una sorta di thriller con tendenze al cinema di spionaggio, successivamente il genere vira su un qualcosa di nettamente più drammatico ed emotivo. La regia si concentra inoltre su un lato terapeutico non convenzionale o scientifico (sebbene Nash sia sottoposto a cure e farmici) come quello della forza di volontà e dell'amore. Fondamentale infatti, sia per la vita del matematico, sia per la riuscita del film è la figura della moglie il cui contributo è essenziale. Ovviamente esagerato e romanzato per essere reso appetibile al cinema, il risultato è davvero ben raggiunto.


venerdì 24 aprile 2020

La Città Incantata (2001)




Regia: Hayao Miyazaki
Anno: 2001
Titolo originale: Sen To Chihiro No Kamikakushi (千と千尋の神隠し)
Voto e recensione: 6/10
Pagina di IMDB (8.6)
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Nonostante da molti sia considerata l'opera magna del Maestro Miyazaki io le preferisco altri lavori del suo periodo anni ottanta come Laputa e Nausikaa. La fantastica e sorprendente trama ricamata attorno a La Città Incantata, però, proprio come suggerisce il nome italiano, è davvero un qualcosa di incantevole, affrontato dalla giovane protagonista che si vede proiettata (e noi con lei) in un mondo magico e bislacco, in cui dovrà affrontare un percorso di crescita. Un posto ideale per la bambina: Miyazaki utilizza spesso come protagonisti i giovanissimi, ed anche in questo caso il soggetto principale è una figura femminile; gli adulti fanno quasi sempre parte del contorno. Non perchè le sue storie siano indirizzate solo ad un pubblico pre adolescenziale, anzi, perchè nella sua visione del mondo, gli adulti hanno da imparare da questi, palesemente più genuini rispetto a loro. Del resto il mondo è governato dagli adulti, che non lo hanno certo reso il migliore possibile. Così, possiamo rifugiarci nella magia o nella natura per riscoprire le bellezze della vita. Ne La Città Incantata restano l'armonia e la delicatezza viste in opere passate si sommano qui a messaggi relativi la deriva del mondo adulto. La protagonista infatti inizialmente è stucchevolmente timorosa di attraversare un tunnel apparentemente innocuo, così come è diffidente nel sedersi al banchetto incustodito e pranzare. Una paura che verrà berrà meno durante la sua crescita all'interno di un mondo magico che non è per niente amichevole o disegnato esclusivamente per l'infanzia. Se non si lavora non si hanno diritti, i contratti sono una sorta di maledizione, se si accetta più di quanto si necessita è possibile finire veramente male. Gli elementi presenti in questa spettacolare pellicola sono moltissimi ed affascinano ad ogni ripresa.

Il Mostro Delle Nevi (1977)




Regia: Joseph Stefano
Anno: 1977
Titolo originale: Snowbeast
Voto e recensione: 2/10
Pagina di IMDB (4.7)
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Film:
Anni settanta, neve, sci, papaline ridicole, tutine altrettanto. Poi ci hanno anche infilato un mostro, roba tipo Yeti, che non vediamo praticamente mai, se non in una fugace immagine da una finestra e poco altro. Su questo mostro quindi neanche la voglia di osare un costume da pupazzo con movimenti accennati. Oltre alla trama della bestia cattiva ce e sono alcune di tipo amoroso un po' da telenovela che non so precisamente a cosa potevano servire se non ad aumentare il minutaggio. Dal punto di vista horror siamo vicini allo zero, perchè con pochissimo pathos e nessuna suspense il risultato è proprio questo.

Edizione: DVD
Secondo numero, visibile sulla costina della collana Retro Freak Collection: artwork davvero accattivante. Qualità video da segnale analogico della TV, ma non malaccio, nessun segno di sporcizia evidente. Traccia audio sia originale che italiana in stereo. Come extra:

  • Il cinema peloso e misterioso (note testuali)
  • The Freaka Show (4 minuti)

Il Capitale Umano (2013)




Regia: Paolo Virzì
Anno: 2013
Titolo originale: Il Capitale Umano
Voto e recensione: 5/10
Pagina di IMDB (7.3)
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Il Capitale Umano, come tanti altri film, si concentra sulle debolezze umane e lo fa dividendo la trama in più parti, dedicate ad alcuni personaggi della storia e con focus su di essi. Queste vicende oltre ad essere già legate tra loro vengono trasmesse in maniera che avvenimenti marginali per l'uno divengano principali per l'altro. L'estremo punto di forza per quanto mi riguarda sta nel cast che si immedesima nel personaggio recitato: dal viscido ed odioso Fabrizio Bentivoglio all'insicura e insoddisfatta Valeria Bruni Tedeschi passando anche per il senza scrupoli e distaccatamente umano Fabrizio Gifuni. La chimera dei facili guadagni, la sfera di ricchezza attorno a cui tutti vogliono gravitare, l'insoddisfazione della vita matrimoniale e la ricerca di nuovi stimoli, l'attrazione ed il legame per le storie complicate. Questi gli spunti presi dal romanzo omonimo di Amidon ed elaborati da Virzì per dargli una connotazione tutta italiana, stilisticamente accattivante.

giovedì 23 aprile 2020

Il Grinta (1969)




Regia: Henry Hathaway
Anno: 1969
Titolo originale: True Grit
Voto e recensione: 5/10
Pagina di IMDB (7.4)
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Film machissimo, da veri uomini duri. Un western però di quelli che oggi risultano essere molto anacronistici in quanto decisamente in stile giustizia fai da te, mascherata. Sceriffi, ranger e cacciatori di taglie dal grilletto facile. Un po' troppo, ma siamo nel far west e praticamente la legge si fonde con la vendetta. O anche con un senso di giustizia privato. Non sto a fare la morale ad un genere, ma ne Il Grinta si assapora quel profumo di pistolettate gratuite che oggi fanno restare un po' basiti. Sono curioso infatti di vedere il semi recente remake. Qui comunque abbiamo anche bellissime immagini che fanno da sfondo al mondo selvaggio in cui si rifugiano i banditi e le vecchie forze dell'ordine si addentrano per dar loro la caccia. E un John Wayne non più giovanissimo ci si muove alla perfezione con un bagaglio di esperienze alle spalle che è davvero gigantesco. Anche i dialoghi, soprattutto i suoi, sono quelli tipici da western e da scaltro personaggio che a proprio piacimento sta da una parte o dall'altra della legge. Godibile anche oggi, ma pur del medesimo genere ne preferisco altri.

I Ragazzi Del Paradiso (1997)


Regia: Majid Majidi
Anno: 1997
Titolo originale: Bacheha-ye Aseman (بچه‌های آسمان)
Voto e recensione: 7/10
Pagina di IMDB (8.3)
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Conosciuto anche come I Bambini Del Cielo, questo è un vero e autentico concentrato di soave e graziosa delizia. Raffinato, toccante, genuino e commovente. la semplicità delle cose viste dai bambini, i più fragili in assoluto. Ma forti e colmi di speranza, seppur poveri in un mondo di poveri.Il racconto si svolge in una Theran indubbiamente insolita, lontana dal caos cittadino o dal fondamentalismo religioso e si concentra sulla vita di periferia senza strazi esemplari o accentuati, ma in cui quello che a noi sembra un piccolo problema relativo ad un semplice paio di scarpe, per i protagonisti diventa una delicata questione da risolvere. Delicata la questione e delicata tutta la pellicola, non scontata, non moralista, attraverso cui il regista spia la vita quotidiana della periferia meno agiata attraverso questi piccoli protagonisti. Gli adulti sono un contorno, spesso distante e severe, non necessariamente più maturo. Un paio di scarpe. Un paio di scarpe e non possederne altre. Solo uno per il fratello e la sorella che faranno a turni per usarle e per la fotografia che passerà ora sui volti dei ragazzini, ora sulle calzature degli altri. Un oggetto semplice e necessario, scontato per noi, ma non per loro che guardano con attenzione i piedi degli altri compagni, con un misto di vergogna e materialismo che risulta un bisogno. Non certo bramosia. Davvero splendido.

mercoledì 22 aprile 2020

Neon Genesis Evangelion: The End Of Evangelion (1997)




Regia: Hideaki Anno, Kazuya Tsurumaki
Anno: 1997
Titolo originale: Shin Seiki Evangerion Gekijō-ban: Air/Magokoro O, Kimi Ni (新世紀エヴァンゲリオン劇場版 Air/まごころを、君に)
Voto e recensione: 6/10
Pagina di IMDB (8.1)
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Mega strippata finalmente, dopo il praticamente inutile riassuntone ecco gli episodi 25 e 26 alternativi a quelli della serie. Questa ho volta sono riuscito a rivivere le belle sensazioni provate nella seconda parte dell'anime originale. Non sono tra i fan sfegatati di questo franchise, quindi onestamente il vecchio finale non mi ha fatto ribrezzo così come non mi ha stupito positivamente. Stessa cosa per questa versione alternativa che ho comunque apprezzato anche se nel capitolo 26 abbiamo troppi ragionamenti che ok lo rendono epico, ma stroncano abbastanza il ritmo, essendo un film. C'è da dire che la trama è completamente legata a tutto ciò che è accaduto nella seria, quindi è possibile consigliarlo a chi ne è a digiuno. E nemmeno può pensare di capisci qualcosa guardando il Death & Rebirth. La storia e le sottotrame sono troppo complesse ed elaborate. Per quanto mi riguarda nonostante sia stato a secco di memoria riguardante tutti gli avvenimenti passati, sono riuscito a godermelo totalmente. Ed è un film davvero ben fatto e riuscito.

L'Albero Degli Zoccoli (1978)




Regia: Ermanno Olmi
Anno: 1978
Titolo originale: L'Albero Degli Zoccoli
Voto e recensione: 5/10
Pagina di IMDB (7.9)
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Film:
Forse guardare tre ore di film dopo aver visto tre ore (+ gli extra) de I Sette Samurai non è stata una scelta felice. Quindi non me ne voglia nessuno, se ho sbagliato, ma ho trovato L'Albero Degli Zoccoli troppo documentaristico. Certo, l'intento è quello: un realistico ed anche poetico affresco di fine ottocento, un documento storico essenzialmente. E se vogliamo può essere grandioso da questo punto di vista per quanto riguarda la vita contadina nel bergamasco. Eppure andando avanti mi veniva da confrontarlo con Novencento di Bertolucci:emotivamente per me c'è stato tutto un altro effetto. Gli spaccati sono simili così come il nocciolo profondo che è racchiuso in entrambe le pellicole, però quella di Bertolucci l'ho trovata decisamente più congeniale ai miei gusti. Questo è comunque molto spirituale nel racconto della vita semplice degli umili, più noioso che eccitante in quella che resta un'esistenza per sopravvivere e tirare a campare. Lento, ma naturale come il passaggio delle stagioni.

Edizione: DVD
Qualità video del disco insomma, doppia traccia audio: originale bergamasco e in italiano doppiato dagli stessi attori. Come extra:

  • Intervista a Ermanno Olmi (31 minuti)

I Sette Samurai (1954)




Regia: Akira Kurosawa
Anno: 1954
Titolo originale: Shichinin No Samurai (七人の侍)
Voto e recensione: 7/10
Pagina di IMDB (8.6)
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Film:
Ce l'ho fatta. E non parlerò del film, perchè come capita per questi capolavori, è inutile. Ci sono in giro già troppe recensioni, lo ho visto troppo tardi per avere una voce in capitolo,ma soprattutto non ne sono in grado. C'è chi li studia questi film, chi ci scrive libri, sarebbe insensato, pur avendone un'opinione. E la mia è un incoraggiamento: se non lo avete visto, fatelo. Non vi spaventate come ho fatto io per tutti questi anni. Cioè fatelo se il cinema vi piace, e volete comunque crescere. Fatelo sia nel caso vi sia piaciuto l'ultimo de I Magnifici 7 sia quello originale. O anche se vi piace il western in generale. Ma anche se non vi piace sia chiaro.  Perchè parte del cinema, non solo un genere specifico, è passato da qui. E no, non è difficile guardarlo, anche se va oltre le tre ore nella sua versione originale, anche se è in bianco e nero, anche se è un film giapponese. Non abbattetevi di fronte a queste difficoltà. Non direte che vi piace solo per non essere considerati ignoranti, solo perchè è un cult mondiale, solo perchè i critici e gli addetti ai lavori lo apprezzano. Lo farete anche voi, essendo oggettivamente una pellicola realmente potente e suggestiva, con un ritmo lento e cadenzato in molte parte, ma di pura azione in altre, risultando anche un vero gioiello di intrattenimento e non una palla.

Edizione: cofanetto con doppio disco DVD e libro
Edizione Mondo HE, davvero particolare, al di là del nome accattivante "Edizione Speciale a tiratura limitata e numerata". Esistono versione migliori? Sicuramente. Questa è meritevole? Altrettanto sicuramente. Si presenta con una slipcover orizzontale di cartoncino spesso color porpora con una fascetta argentata che riassume le specifiche dell'edizione. Sul retro la numerazione: N° 14118 per quanto riguarda la mia, alla faccia della tiratura limitata. All'interno un libro edito da Editrice Il Castoro, non un booklet, ma un vero e proprio libro sulla vita di Akira Kurosawa scritto da Aldo Tassone. Si tratta di 160 pagine che abbracciano la vita dell'artista con focus sulla sua filmografia. La custodia contiene un flyer illustrativo "I Tre Samurai E Mezzo" e due dischi DVD. Nel primo abbiamo il film nella versione italiana estesa da 3 ore e 11 minuti la cui qualità video è abbastanza discutibile, seppur accettabile. La traccia audio è mono rimasterizzata in multicanale 5.1 e utilizza il doppiaggio del 1986 per la versione estesa. Il secondo disco contiene invece la versione ridotta del film, da 116 minuti con il doppiaggio originale in dual mono. Gli extra sono così suddivisi:

Disco 1:

  • 3 trailer
Disco 2:
  • 9 featurette del backstage
  • 9 commenti audio
  • Biografia di Carlo G. Fava (4 minuti)
  • Biografia di Antonino Certa (4 minuti)
  • Immagini sul cast

Il Ritorno Dell'Uomo Invisibile (1940)




Regia: Joe May
Anno: 1940
Titolo originale: The Invisible Man Returns
Voto e recensione: 5/10
Pagina di IMDB (6.6)
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Film:
Dopo il grande successo de L'Uomo Invisibile, Universal ci propone un sequel, che a distanza di sette anni riaccende l'interesse per questo soggetto. Ci si distanzia un po' dal genere horror, pur restando invariati determinati valori (la scienza sperimentale, la pazzia, alcuni tentativi di violenza) e ci si avvicina al thriller. Anche in questa trama l'invisibilità del corpo umano alimenta la follia nella sua mente e rende il protagonista un eroe sui generis, prima vittima e fuggitivo, poi giustiziere instabile. Rispetto all'originale è sicuramente inferiore, pur non mancando gli spunti interessanti, che non si limitano agli effetti speciali ed anche il ritmo risulta godibile. La trama è semplice e veloce, ma la regia, forte appunto dei trucchi a sua disposizione, riesce a concentrare il tutto sul personaggio dell'uomo invisibile, in un'epoca che sicuramente aveva già dato molto al cinema, ma non poteva certo avvalersi degli aiuti digitali e della computer grafica che abbiamo oggi.

Edizione: DVD
Versione della Sinister che  fa parte del filone "sci-fi d'essai" e riporta sulla costina il #71. E' presente la traccia italiana in dual mono e come extra:
  • Galleria fotografica

martedì 21 aprile 2020

Mr. Nobody (2009)




Regia: Jaco Van Dormael
Anno: 2009
Titolo originale: Mr. Nobody
Voto e recensione: 7/10
Pagina di IMDB (7.8)
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Alcune storie sono di un livello superiore e ti colpiscono soggettivamente affichè tu non le scordi mai e ti accendono una serie infinita di ragionamenti: questi film non terminano quando vedi la scritta The End sullo schermo, ma continuano a lungo. Parli di pellicole come The Butterfly Effect, Vanilla Sky o Donnie Darko e non tutti apprezzano in maniera totale come faccio io, ma i valori di determinate emozioni so che sono puramente soggettivi. Per Mr. Nobody è scattata la stessa scintilla d'amore, anche se praticamente per casualità lo ho visto soltanto ieri. Una fantascienza che non è fantascienza, un esperimento cinematografico audace, coraggioso, forse impopolare. La vita è difficile, impossibile da vivere praticamente. Decine di scelte ogni giorno su cui ragionare, decine di altre che non dipendono da noi stessi e vanno a formare il caso o il destino. Il passato che non può essere modificato, il futuro che resta sempre un mistero, il presente che è troppo fuggevole. Pensieri e parole non solo nel quotidiano, ma anche quelli di secoli di filosofie, religioni o scienze che provano a spiegare determinati interrogativi. Jaco Van Dormael lo fa a modo suo, con una serie incredibile di svisionate e passaggi onirici che ti destabilizzano, ma ti fanno entrare all'interno del complesso mondo delle variabili. Di fronte ad una scelta, anche avendo a disposizione la visione futura che questa comporta, ti troverai due binari talmente distanti che non sarai in grado di valutare. Quale può essere migliore dell'altro? Sempre? E perchè? Poter sbirciare come si evolverebbero le cose in base alla strada da intraprendere non ci rende certo meno indecisi ed insicuri. Un'opera d'arte davvero bella con un montaggio sensazionale arricchito anche da una colonna sonora sempre sul pezzo.

domenica 19 aprile 2020

The Sinner: Julian [Stagione 2]




Anno: 2018
Titolo Originale: The Sinner
Numero episodi: 8
Stagione 2
 
Vista anche questa in tempi record: ieri avevo finito la prima stagione, stasera sono di nuovo qui per raccontare la seconda. Avevo scritto che era antologica, ma il personaggio principale, l'investigatore, lo ritroviamo anche qui, ed il modus operandi della regia e della sceneggiatura è il solito. Non differisce di molto, con un livello altrettanto alto ed una messa in scena che non ti annoia. Gli elementi positivi di cui avevo già parlato restano intatti con un crescendo costante Abbiamo sempre otto episodi in cui si alternano alcuni flashback in cui piano piano vengono spiegati i misteri ed i segreti che incontriamo. Ogni tassello al posto giusto. I thriller dovrebbero essere tutti così. Complicati rompicapo da risolvere che si presentano sotto una veste di pura semplicità. Ciò che sembra in apparenza, può rivelarsi molto differente quando si va a scavare. Ho letto che già quest'anno abbiamo una terza serie, e non vedo l'ora di mettermi sul divano a guardarla.

Neon Genesis Evangelion: Death(true)² (1997)


Regia: Hideaki Anno:
Anno: 1997
Titolo originale: Shin Seiki Evangerion Gekijō-ban: DEATH & REBIRTH Shi To shinsei(新世紀エヴァンゲリオン 劇場版 DEATH & REBIRTH 死ト新生)
Voto e recensione: 4/10
Pagina di IMDB (7.5)
Pagina di I Check Movies
Acquista su Amazon Death & Rebirth 

Che casino. Non ci ho capito niente e continuo a non capirci proprio nulla. Partiamo dall'unica cosa certe: Neon Genesis Evangelion sono riuscito a vederlo, con discreto piacere diverso tempo fa con i suoi 26 episodi in crescendo. Adesso mi son voluto avvicinare i film, terminato il clamore della loro presenza su Netflix con il nuovo doppiaggio curato da Cannarsi. Sono partito, dopo aver studiato un po' in rete con questo Death(true)². Perchè di film ce ne sono ben due. Anzi, sarebbero di più ed in varie vesti, ma per non complicare le cose utilizziamo solo quelli presenti su Netflix. Questo appunto, e The End Of Evangelion che guarderò a breve. Il primo è una sorta di maxi riassunto fatto di merda secondo me, con spezzoni ripresi dalla serie per la sua quasi totalità. E' vero che l'ho vista diverso tempo fa, ma neanche è passato un secolo, eppure con questo montaggio non è cambiato molto a livello della mia memoria. Anzi, lo ho trovato molto confusionario. E' ovvio però che comprimere in sessanta minuti tutti quegli episodi non sia stato semplice, quindi facciamo che la colpa è anche mia che mi aspettavo un qualcosa di più lineare. Da quello che ho capito, originariamente sarebbe stato Death & Rebirth, con la prima parte riassuntiva come ho già spiegato, e la seconda  riguardante invece i nuovi capitoli 25 e 26. Che saranno presenti in The End, seguendo però un'altra trama. E' così? Boh, resto dubbioso.

Jeffery Deaver - La Stanza Della Morte




Autore: Jeffery Deaver
Anno: 2013
Titolo originale: The Kill Room
Voto e recensione: 3/5
Pagine: 591
Acquista su Amazon (libro o ebook)

Trama del libro e quarta di copertina:
Lincoln Rhyme torna in scena, sulla scena del crimine, naturalmente: che questa volta si trova alle Bahamas ed è la stanza d'albergo in cui un cecchino ha ucciso Robert Moreno, cittadino americano, noto attivista a favore dei diritti dei popoli del Sud America. L'omicidio è stato commissionato dal governo degli Stati Uniti per sventare i piani terroristici dell'uomo, ma i primi accertamenti rivelano che Moreno stava preparando una manifestazione pacifica e non un attentato. Per Nance Laurel, rigida viceprocuratore distrettuale animata da una totale, quasi fanatica dedizione al suo mestiere, l'organizzazione che ha eliminato Moreno e altri due innocenti deve essere inchiodata alle sue responsabilità. Rhyme e la sua partner Amelia Sachs indagano seguendo la scienza e l'intuito, com'è loro abitudine. Ma ai Caraibi le tracce lasciate dal cecchino svaniscono appena prima che Rhyme le riesca ad analizzare, e la polizia locale non sembra ansiosa di collaborare. Rimasta a New York, Amelia Sachs segue una pista parallela ripercorrendo gli ultimi giorni di Moreno da vivo: e le sue intuizioni si rivelano così esatte da farle correre pericoli sempre più alti. Nelle pieghe del caso si annida anche un killer con la passione per l'alta cucina, che sa usare da virtuoso i suoi sofisticati coltelli; e intanto nella Stanza della Morte vengono prese decisioni che ancora una volta rischiano di confondere colpevoli e innocenti

Recensione e commento personale:
Era una vita con leggevo Jeffery Deaver.  Sette anni fa l'ultimo suo libro fu un abbastanza deludente La Strada Delle Croci e per  arrivare all'ultimo di Lincoln Rhyme si parla di ben dieci anni. Dieci come il numero di avventure lette finora, compresa questa, con uno dei personaggi a cui sono più affezionato. Forse non è una trama bellissima, nel senso che una volta imparato a conoscere l'autore sai che devi aspettarti i colpi di scena finali. E qui si parte con una bella caccia alle prove e con un obiettivo che sai essere quello, ma che sai anche non essere completamente quello. Si legge però benissimo e ogni ambientazione attira l'attenzione. Anche il fatto che ci si sposti un po' alle Bahamas è buona conta, perchè questo avviene tramite Lincoln e la sua sedia a rotelle. La storia punta un po' anche al complotto politico ed istituzionale il che non mi fa impazzire molto, ma diciamo che la rende differente dal solito e gli dà quell'aria di originalità per quanto riguarda la sua bibliografia. Purtroppo la caccia all'indizio e la raccolta di prove sono cose che non ho trovato particolarmente interessanti e logiche: forse la componente relativa all'intuizione qui è maggiore.  Per chi fosse interessato ecco le ricette di Jacob Swann descritte nel romanzo.

Aggiornamento Oxygen OS 10.0.9.HD65BA



Finalmente, anche in quarantena è arrivato OTA l'aggiornamento alla versione 10.0.9 di Oxygen OS, per il OnePlus 7T. Le serie normli infatti, quelle non della linea "T", lo avevano già ricevuto da diversi giorni. Adesso all'appello non manca più nessuno. Le implementazioni e le novità contenute in questi neanche 250 MB non sono corpose, ecco cosa riguardano:

Sistema:

  • Ottimizzazione della gestione della RAM
  • Migliorata la stabilità del sistema e risolti alcuni problemi
  • Aggiornamento alla patch di sicurezza Android di Marzo 2020
Galleria:
  • Migliorata la stabilità della registrazione di video in slow motion
  • Risolta la scomparsa casuale degli screenshot in Galleria
  • Riproduzione di video senza lag

sabato 18 aprile 2020

Casper (1995)




Regia: Brad Silberling
Anno: 1995
Titolo originale: Casper
Voto e recensione: 5/10
Pagina di IMDB (6.1)
Pagina di I Check Movies
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Film:
Quando uscì ero già grandicello e lo vidi per la prima volta una volta passato alla TV, quindi ero ancora più cresciuto. Come è ovvio che sia però mi piacque abbastanza: stessa cosa anche oggi che di anni sul groppone ne ho parecchi in più. La cosa più bella restano gli effetti speciali e l'utilizzo, innovativo per gli anni novanta, di così tanta CGI. Mi pare fosse uno dei primi film con protagonista un personaggio creato interamente in questo modo. Altro aspetto positivo sta ella scenografia che mischia un ambiente ganzo e divertente come quello della vecchia casa stregata a quello del laboratorio segreto di un vecchio scienziato pazzo. La trama inoltre, leggera e da commedia, si adatta bene ad un pubblico di giovanissimi: i più grandi restano affascinati dalla parte tecnica più che altro. Non ci sono grandi deviazioni e la storia risulta quindi davvero semplice ed in alcuni tratti un tantino forzata. Fortunatamente le dosi di lieto fine e moralità non superano il livello di guardia che mi sono dato e già mi ero dato fin da piccolo. Importante è il fatto che il fantasmino Casper ha sembianze pacioccose e non lo staresti ad ammazzare di botte.

Edizione: bluray ex noleggio
Credo sia una delle pochissime copie di edizioni ex noleggio che ho. L'altra che ricordo è il DVD di  Wrong Turn 6. Nessun extra e traccia audio italiana in DTS 5.1

The Sinner: Cora [Stagione 1]




Anno: 2017
Titolo Originale: The Sinner
Numero episodi: 8
Stagione 1

Ogni tanto le nascondono bene. Le devi cercare bene, ma ci sono. Parlo delle serie TV veramente belle, ma poco pubblicizzate. Fai tanti passi falsi in questa ricerca e rischi pure di averle sotto il naso e proseguire oltre. The Sinner è una serie TV antologica, la prima stagione ha come sottotitolo "Cora" perchè è questo il personaggio su cui si concentra la trama. Una trama elegante, lenta nel racconto, ma non statica o noiosa. Non è una di quelle storie in cui ne succedono mille ad ogni episodio e che cercano di tenerti incollato con iperbolici colpi di scena. Che qui ci sono, ma sono inseriti in maniera audace, si scoprono piano piano, con una sorta di contagocce precisissimo. Arrivano al momento giusto e non sporcano tutto il resto, perchè un problema di fondo di tante altre serie sta proprio lì. Si rischia di perdere la visione d'insieme. Mentre questa cosa non capita affatto in The Sinner al pari ad esempio di True Detective o Undone: hai sempre tutto sotto controllo. Ed è così che deve essere in un thriller. Ciò non significa affatto essere scontato, ma anzi, abbiamo un viaggio tra segreti celati volutamente o indotti, nelle psiche umana, nelle relazioni interpersonali. In appena otto episodi vengono abbracciati molti temi seguendo il ritmo giusto e non lasciando niente indietro, anche grazie all'uso crescente dei flashback che chiariscono al pubblico avvenimenti e situazioni pendenti. Spero che la seconda stagione mantenga fede a quanto visto finora.

venerdì 17 aprile 2020

Crows Zero (2007)




Regia: Takashi Miike
Anno: 2007
Titolo originale: Kurozu Zero (クローズZERO)
Voto e recensione: 5/10
Pagina di IMDB (7.1)
Pagina di I Check Movies
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Iscriviti a Prime Video

Anche questo lavoro di Takashi Miike è abbastanza ordinario e con meno iperbole di quanto mi aspettassi o temessi.  Il tema è quello, abbastanza fantasioso, elaborato ed esasperato delle bande giovanili.La sceneggiatura prende spunto, o si basa, da un manga giapponese e la storia riguarda un tipo che si iscrive a scuola con l'unico scopo di sfidare tutti i vari baby bossettini dalla faccia cartacarbonata e divenire così il capo supremo dell'istituto. Ovvero un'impresa che suo padre, adesso nella Yakuza, non era riuscito a portare avanti. Come trama può andare, tantissimi combattimenti di arti marziali, discorsi da teppistelli che fanno le storie fighe su Instagram ed un'ambientazione che Scampia levati. Il problema è che è lunga ed a tratti diventa noiosa, anche con le diverse cose da salvare, come i legami, le amicizie ed i rapporti di onere tra gli adolescenti, per quanto riguarda la strutturazione dei protagonisti. O anche lo stile che mischia drammaticità realistica ad espedienti maggiormente fumettistici come alcuni suoni o immagini (la palla gigante lanciata contro i birilli umani che saltano in aria). Quindi pur essendoci aspetti innegabilmente interessanti teniamo d'occhio la durata: oltre due ore di pellicola in cui la maggior parte del tempo la passiamo a vedere ragazzi che si picchiano in una sorta di Guerrieri Della Notte orientale. Ritmi sostenuti, ma non particolarmente brillanti.

Sneaky Pete [Stagione 1]




Anno: 2015, 2017
Titolo originale: Sneaky Pete
Episodi: 10
Stagione: 1
Iscriviti a Prime Video

Sono andato un po' lento con questa serie, per avere poi uno sprint finale in questi giorni di quarantena. Ma questi 10 episodi sono lenti in partenza: vedo che il primo è uscito ad agosto del 2015 come pilota negli USA, poi più niente fino a gennaio 2017. Ho trovato difficoltà nel montaggio perchè ci sono alcuni stacchi importanti che spezzettano la trama. I personaggi non sono moltissimi, ma quando ci si concentra su alcuni di essi, improvvisamente la regia punta su altre situazioni. Quando quelle interrotte vengono riprese, non c'è più l'interesse o suspense desiderate. Però come storia è interessante, anche simpatica e la cosa bella è che viene quasi presentata come leggera: sei lì che ti aspetti qualcosa in stile commedia addirittura, ma invece non mancano violenze ed omicidi improvvisi. Il trucco secondo me sta nel fare binge watching, così puoi avere una certa linearità.

giovedì 16 aprile 2020

Climax (2018)




Regia: Gaspar Noè
Anno: 2018
Titolo originale: Climax
Voto e recensione: 6/10
Pagina di IMDB (7.1)
Pagina di I Check Movies
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Il cinema è arte, va saputo fare. C'è chi ci riesce e chi no: Gaspar Noè sa davvero ciò che fa. Riuscire a sfruttare una trama povera, e condirla di così tanti elementi tecnici è un'impresa grandiosa. E' vero che se ti danno un foglio bianco puoi disegnarci ciò che ti pare, ma devi anche sapere come farlo. La fotografia ed il montaggio con i lunghissimi piano sequenza, le inquadrature atipiche, il racconto anarchico senza uno schema preciso, sono un qualcosa di più che una trovata stilistica. La durezza e crudezza di alcune scene, il caos in altre, la perfetta armonia della danza, i dialoghi iper realistici, i titoli di coda inseriti all'inizio ne sono la prova.  Ti immergi nel crescente oblio della droga e delle allucinazioni in maniera prepotente attraverso la danza e la musica, poi seguendo i dialoghi ed infine contestualmente grazie alle immagini che scorrono come un fiume acido. Non credevo che con una storia del genere si riusce a tirar fuori tanto. Ovviamente la regia sa cosa vuole e si bea con contorsionismi per passare il tempo, ma nel complesso, a conti fatti è un qualcosa di più che piacevole e che sfiora anche l'horror.

Princess Mononoke (1997)


Regia: Hayao Miyazaki
Anno: 1997
Titolo originale: Mononoke-Hime (もののけ姫)
Voto e recensione: 6/10
Pagina di IMDB (8.4)
Pagina di I Check Movies
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Anche La Principessa Mononoke è una di quelle opere che colpisce vivamente nel segno. La differenza tra Hayao Miyazaki e il resto del mondo non sta soltanto nei disegni. Cioè fermi, la tecnica e sorprendente, si tratta di disegno a mano: soltanto cinque minuti complessivi sono di computer grafica per armonizzare alcuni passaggi e fotogrammi e soltanto dieci minuti totali risultano colorati digitalmente contro il resto che è avvenuto in maniera tradizionale. Ma di queste cose è inutile che ne parli io, sarebbe come se mi improvvisassi virologo. Ciò che maggiormente contraddistingue il Maestro dagli altri sta soprattutto nel soggetto e nella sceneggiatura che sceglie per i suoi lavori. Qui gioca "facile" essendo entrambi gli aspetti, oltre che la regia, gestiti da lui stesso. E cosa colpisce? Sempre quella costante naturalistica che è alla base di molti suoi lavori. Ma non è un'alzata di bandiera stucchevole, smielata, moralista. Riesce a toccarla di grazia, sempre. Come le maledette calciate da Pirlo. Inserisce elementi fantastici, qui con estrema prepotenza, in un contesto storico colmo di cambiamenti , di lotte, di potere. I buoni non sempre sono buoni a tutti i costi, così come i cattivi. Le vittime, allo stesso modo, risultano realistiche e si muovono in sincronia con il contesto. Il Giusto però ha una visione più accurata, pacata ed attenta. Ma anche tra tutti i personaggi che inserisce c'è sempre un non personaggio che spicca più in alto di tutti: la natura sublime. I suoi sono inni per Lei. Per questo sfondo sempre presente dietro le gesta di uomini o mostri o fantasmi. Mi sono guardato questo splendido film animato su Netflix. Dopo mezzora tra dio lupo, dio cinghiale e dio bestia, sembrava di essere all'interno di una commedia teatrale toscana ambientata a frittole. Ho tolto quindi la traccia italiana e passato ai sottotitoli, ovviamente non per l'assonanza alle bestemmie, ma perchè i dialoghi curati da Cannari sono davvero penosi e antiestetici. #freeghibli

mercoledì 15 aprile 2020

Zanna Bianca - Un Piccolo Grande Lupo (1991)




Regia: Randal Kleiser
Anno: 1991
Titolo originale: White Fang
Voto e recensione: 5/10
Pagina di IMDB (6.7)
Pagina di I Check Movies
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Film:
Disney + Klondike e mi viene in mente Zio Paperone. Ma qui si va oltre, il soggetto è quello di jack London, estremo sinonimo di garanzia letteraria. Tra l'altro caso vuole che Zanna Bianca sia il suo unico romanzo che ho letto (mi pare), saltando a piè pari Il Richiamo Della Foresta. Sono passati decenni, ero un bimbo, ma mi ricordo che fu abbastanza crudo oltre che avventuroso e naturalistico. Il film di Kleiser risulta alquanto fedele a livello di trama, ma mancano per ovvi motivi molti elementi naturalistici legati agli animali ed ai paesaggi. O meglio, ci sono in abbondanza all'interno della pellicola, la fotografia cerca di raccontare nel migliore dei modi l'Alaska e quella sorta di vita da western estremo, ma l'immaginazione, l'atlante, le vecchie fotografie sulle enciclopedie sono altra storia. So che è il vecchio dentro di me che sta parlando, nostalgico di avventure straordinarie immaginare e lette da ragazzino. Nel complesso, a parte questo, si tratta di una bella prova ben bilanciata, un prodotto perfetto per il cinema e la televisione, anche abbastanza realistico e ben curato nei costumi così come nell'utilizzo degli animali. Senza insomma che i combattimenti siano troppo pesanti appunto, ma risultino pieni di pathos.

Edizione: DVD
Ultimo mio DVD della collezione Disney Family Classics, presenta sulla copertina il titolo breve "Zanna Bianca". La qualità video questa volta è buona per essere questo formato, va considerato anche che si tratta di un prodotto relativamente nuovo datato 1991. Traccia audio italiana 5.1 Dolby Digital e nessun extra.

martedì 14 aprile 2020

Estasi Di Un Delitto (1955)




Regia: Luis Bunuel
Anno: 1955
Titolo originale: Ensayo De Un Crimen
Voto e recensione: 6/10
Pagina di IMDB (7.8)
Pagina di I Check Movies
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Un bel thriller, molto psicologico d'altri tempi, ma pur sempre piacevole e curioso. Fossi stato io lo sceneggiature avrei proposto un finale differente, ma dai, diciamo la verità, va benissimo anche così. Luis Bunuel racconta attraverso la voce del protagonista che ci spinge dentro al primo flashback, semi introduttivo. Poi ne seguirà un altro più lungo e dettagliato, subito dopo aver gettato lo spettatore in una situazione in cui vuole scoprire la verità su un probabile delitto. Tutta la parte centrale riguarda la convinzione del protagonista stesso di essere la causa della morte di più donne, sebbene questa possa essere considerata accidentale. Riviviamo quindi, all'interno di ritmo non sempre acceso, le emozioni di un aspirante assassino, convinto fin dall'infanzia che alcuni avvenimenti non siano certo casuali. La maestria con cui si svolgono i misfatti, i pensieri e tutte le vicissitudini, riescono a tenerti incollato allo schermo. La durata della pellicola, decisamente breve, fa sì che non si perda mai l'attenzione su ciò che la regia vuole mostrarci, rendendo il tutto molto piacevole.

lunedì 13 aprile 2020

Cantando Sotto La Pioggia (1952)




Regia: Stanley Donen, Gene Kelly
Anno: 1952
Titolo originale: Singin' In The Rain
Voto e recensione: 6/10
Pagina di IMDB (8.3)
Pagina di I Check Movies
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Film:
Eh, anche questo grande classico mi mancava. Quindi ne approfittiamo in questi giorni, per un cult del cinema musicale e della commedia. Non credevo inoltre che potesse essere sia divertente sia intelligentemente storico cinematograficamente parlando. Al di là delle tracce musicali entrate nelle nostre vite e tuttora ancora vive, al di là del balletto sotto la pioggia che ha fatto vera e propria storia, al di là dei volti di Gene Kelly, Donald O'Connor e Debbie Reynolds, c'è un qualcosa in più. Cioè sicuramente ci saranno tante altre cose in più, non vengono certo io a scoprirle. Ma mi soffermo essenzialmente su ciò che mi è piaciuto maggiormente, ovvero sul racconto del passaggio tra il vecchio ed il nuovo. Il nuovo modo di fare cinema con l'introduzione del sonoro, a cui non tutti credevano, a cui non tutti erano pronti, per un nuovo che avanza che inizialmente porta con s'è diffidenza e problemi. Ma anche opportunità. E la cosa bella è che si fa cinema all'interno del cinema stesso, mostrando scenografie e trucchi e tutto ciò che ci sta attorno. Comprese le pubblicità ed i gossip.

Edizione: DVD
Snapper ad astuccio che contiene il DVD. Nessun extra e traccia audio italiana in mono.

Ozark [Stagione 3]




Anno: 2020
Titolo originale: Ozark
Numero episodi: 10
Stagione: 3
 
Tra gli effetti del COVID-19 abbiamo la pratica del binge watching assume forme abbastanza accentuate. Basta trovare una serie TV che ti prende bene ed ecco che inizi a guardare un episodio dietro l'altro. Avevo terminato la seconda stagione di Ozark soltanto pochi giorni fa e nonostante vi avessi trovato numerose forzature sul rendere interessante la trama, ho deciso di proseguire quasi senza sosta con questi ultimi dieci episodi. Ne è valsa la pena, perchè sicuramente è migliore e più avvincente. Non capitano situazioni improbabili a cascata: la coppia Martin e Wendy, nella loro opera di riciclaggio, risulta molto più reale rispetto al passato. Il loro ego, le loro paure, la loro diversa visione nell'affrontare situazioni, è questa volta un espediente corretto per creare colpi di scena e cambi di registro. I due infatti nella prima metà della stagione hanno visioni completamente differenti, non si parlano, utilizzano sotterfugi per ingannarsi. E' tramite queste parallele, ma distanti differenze psicologiche tra i coniugi che si concentrano stavolta i problemi da affrontare e risolvere. Inoltre in mente restano gli ultimi due episodi (Netflix non ha potuto provvedere ad inserire la traccia audio italiana, quindi abbiamo l'originale sottotitolata), che rialzano ancora di più la stagione, affossando gli altri un po' più statici. E' chiaro, visto il finale, che coronavirus permettendo, ci sarà la quarta.

domenica 12 aprile 2020

L.A. Confidential (1997)




Regia: Curtis Hanson
Anno: 1997
Titolo originale: L.A. Confidential 
Voto e recensione: 7/10
Pagina di IMDB (7.2)
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Colpevolmente ho visto soltanto oggi questo splendido noir ambientato negli anni cinquanta, e per la precisione concentrato sugli avvenimenti del Natale di Sangue del 1951. Sarebbe bastato avere la lista degli attori presenti (Kevin Spacey, Russell Crowe, Danny De Vito, Guy Pearce, James Cromwell, Ron Rifkin e Kim Basinger) a dovermi far decidere seduta stante. O anche appunto, semplicemente il genere che spazia dal thriller di azione al noir moderno, pur conservando determinati valori che mi hanno sempre attratto. Parte benissimo, finisce anche meglio. Un po' stantia la parte centrale, più ragionata subito dopo la tempesta. Rabbia, violenza, intrighi, falsità e ancora rabbia, violenza, intrighi e falsità. La vita del poliziotto losangelino non è semplice, soprattutto se vuoi essere onesto, ma al tempo stesso sei arrivista. O se vuoi semplicemente far rispettare la giustizia e metti da parte la legge. O se te ne freghi sia della legge che della giustizia, ma vuoi denaro e potere. La violenza diventa l'unico mezzo che hai a disposizione. E la trama raccontata è avvincente, avendo a disposizione fatti realmente accaduti da cui prendere spunto, ma anche parti romanzate ben ideate e messe all'interno di una sintonia fotografica davvero accattivante. Non a caso la sceneggiatura vinse il Premio Oscar. Questa è la città degli Angeli, e voi non avete ancora le ali.

Il Mostro Dell'Obitorio (1973)




Regia: Javier Aguirre
Anno: 1973
Titolo originale: El Jorobado De La Morgue
Voto e recensione: 4/10
Pagina di IMDB (6.1)
Pagina di I Check Movies
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Film:
Horror anni settanta di origine spagnola. Abbastanza povero come budget, ma l'impegno c'è tutto. Sia nella coreografia, sia nelle scene più crude con versamenti di sangue, che sono abbastanza ridicole sì, ma numerose. La trama ricalca un po' e mischia due temi classici del genere: quello dello scienziato che gioca con la vita e la morte (un po' in stile Frankenstein) e quello del mostro (o gobbo) che si innamora. Qui non c'è un qualcosa che ricalca gli altri lavori, ma abbiamo una certa originalità per quanto riguarda i normali stereotipi. Tanto per cominciare il protagonista quasi totale è il cosiddetto mostro, e non lo scienziato pazzo. La maggior parte delle scene e delle azioni interessanti sono dedicate a lui, Paul Naschy, descritto inoltre con volto raccapricciante, anche se non è così. Se escludiamo la gobba e la camminata storta, non ha un trucco tale da immaginarlo deforme nel viso. Il ritmo non è particolarmente elevato se non in alcune circostanze, e si alternano scene dal sapore splatter ad altre più melodrammatiche e pietose.

Edizione: DVD
Versione limitata e numerata: 363/999 con una resa grafica vecchia, ma accettabile. E' presente soltanto la traccia audio italiana in stereo, anche se alcune scene, probabilmente tagliate in precedenza, sono in lingua spagnola. Come extra:

  • Galleria fotografica

sabato 11 aprile 2020

Mean Streets - Domenica In Chiesa, Lunedì All'Inferno (1973)




Regia: Martin Scorsese
Anno:  1973
Titolo originale: Mean Strets
Voto e recensione: 6/10
Pagina di IMDB (7.3)
Pagina di I Check Movies
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Nel mondo la criminalità organizzata di origina italiana è sicuramente la più conosciuta. La più "apprezzata" anche. Hai voglia a parlare di Yakuza, dei russi, dei narcos p della tiade cinese. Non c'è storia. La Mafia italiana è la più fotogenica. Ed anche se in Main Streets, la vera Mafia è solo accennata, ci sono tutte le note distintive che rendono colorite le strade di Little Italy. E anche quelle relative allo stile di Martin Scorsese, già al suo terzo film, ma forse il primo che riesce a dare al pubblico i tratti distintivi del suo cinema. La strada, la vita su di essa ed i suoi legami. Elementi visibili poi successivamente in capolavori come Taxi Driver o Toro Scatenato per restare all'interno di una decade fondamentale per certe produzioni. Il realismo della trama è dato proprio da quei personaggi veri, vivi, genuini, quasi improvvisati e raccattati dai vicoli di New York (sebbene De Niro e Keitel, seppur giovani siano di altissimo livello). Scorsese ti fa entrare dentro la storia portando sullo schermo vita vissuta, senza doversi basare su di una sceneggiatura solida, che anzi non è lineare, e pare addirittura evolversi in corso d'opera senza un vero e proprio piano. Parallelamente al realismo mostrato dalle inquadrature sugli attori e dai loro dialoghi, abbiamo un insieme di clichè e stereotipi che segnano una specie di contrasto: è una Little Italy di quelle che ti aspetti, di quelle che non può che essere così. Con bar malfamati, amicizie poco raccomandabili, la religione cattolica come sfondo, i legami di parentela troppo pesanti per essere gestiti.