martedì 19 novembre 2013

Neon Genesis Evangelion [Stagione 1]


Anno: 1995
Titolo originale: Shin Seiki Evangerion (新世紀エヴァンゲリオン)
Stagione: 1
Episodi: 26

Siamo ai livelli di tanta roba. E davvero. Se ci si ferma alla prima blanda impressione, potrebbe sembrare anche un prodottino debole, quasi puerile, forse neanche troppo moderno. Eppure basta spingersi un pochino oltre per vedere che si tratta di un grande, grandissimo anime. Con estremo coraggio gli autori raccontano la storia in un futuro assai vicino (NGE è uscito nel 1995 ed è ambientato appena nel 2015) molto in stile post apocalittico, sebbene la devastazione della Terra sia causata da mostri simil extraterrestri detti Angeli. Il protagonista (ma non c’è solo lui) è il timido ed introverso teenager Shinji Ikari, nel quale è impossibile non riuscire ad immedesimarsi. Anche a distanza di anni e con la dovuta differenza di età che abbiamo oggi, Shinji è l’alter ego perfetto per chi si ritrova ad essere anti nei primi anni ottanta. Comunque se non ci soffermiamo alla singola trama di ogni episodio possiamo vedere quanto cresce Shinji (ma appunto non solo lui) dal punto di vista psicologico e sociale. Mano a mano che la trama prende piede, o decolla anzi, lui e le varie Rei o Asuka, iniziano una danza dai risvolti drammatici e sempre più epici. Si mettono da parte gli atteggiamenti adolescenziali, le battutine erotiche e primitive e ci si addentra in ciò che più conta: la sopravvivenza della razza umana, permessa grazie ad un’organizzazione paramilitare di stampo distopico e da un gruppo di ragazzini che rinunciano alla loro giovinezza. Qualcosa di più grande degli stessi predestinati alla lotta. Siamo quasi a metà a dire il vero, episodio 16 (Splitting Of The Breast), in cui i produttori, la regia o chi per loro, decide di cambiare marcia e dare una svolta decisiva alla serie. Di colpo, l’anime diviene maturo ed adulto. Di quelli da leccarsi i baffi. Basta giochini, qui si fa sul serio. Ogni eroe della saga è disturbato ed ha un problema interiore che cerca di risolvere nonostante il disastro che è all’esterno. Dal punto di vista grafico non siamo assolutamente ai livelli di Ghost In The Shell, e forse da poco esperto in materia dico che per un prodotto di metà anni novanta potevo aspettarmi qualcosa di meglio. Abbiamo però un mix di tecniche tra quelle computerizzate e quelle disegnate a mano che si fondono. Il risultato più piacevole lo abbiamo negli episodi finali, non so se per caso o perché siano più nuovi. Poi vabbeh miliardi di milioni di fan e di esperti del genere hanno già scritto pagine sbavando su questa serie. C’è Wikipedia che inoltre ha un articolo da sega per tutti gli appassionati, che essendo appassionati magari lo sanno già. A breve spero di potermi godere i lungometraggi.

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