giovedì 30 ottobre 2014

Il Pianista (2002)


Regia: Roman Polanski
Anno: 2002
Titolo originale: The Pianist
Voto: 7/10
Pagina di IMDB (8.5)
Pagina di I Check Movies
Acquista su Amazon

Splendida e soave trasposizione cinematografica diretta da Roman Polanski del romanzo autobiografico di Wladyslaw Szpilman. Facile, forse troppo, raccontare della guerra e dello strazio subito dagli ebrei. Un tema sempre toccante, mai fuori moda, ma che può anche sfociare nello scontato. Di sicuro non è questo il caso, perchè il dramma viene vissuto attraverso gli occhi del pianista polacco, ma si diffonde come la sua musica triste e malinconica in tutto il film. Non è una pellicola patetica, volta solo ed esclusivamente a narrare ciò che non andrebbe mai dimenticato, è piuttosto una testimonianza, l'ennesima, di tutto ciò che di brutto è accaduto a Varsavia. Prima lentamente, quasi senza potersene rendere conto, poi drammaticamente veloce, crudele, davvero senza senso. Una dinamica però contrapposta nel film di Polanski che vede la prima parte più attiva e più mossa, rispetto alla seconda, in cui tutto è caduto precipitosamente, ma l'animo di Szpilman è devastato da una malinconia lentezza per la sopravvivenza. Una storia che sembra concludersi con un lieto fine, perchè lui è riuscito a scampare alla morte, ma che non cancella i sei anni vissuti in un crescendo di paure ed orrori. Ottima pellicola da guardare ed apprezzare.

mercoledì 29 ottobre 2014

Firmware 2.0 per Playstation 4

Dal 28 ottobre è uscito l’aggiornamento firmware per la Playstation 4 e con i suoi 218 mega ed un reset per l’upgrade porta con sè migliorie che non sono di poco conto. Già qualcosa è cambiato nel corso di questo primo anno ed alcuni aggiustamenti sono stati fatti con gli aggiornamenti passati, anche se a mio avviso resta comunque abbastanza “zoppa” se paragonata alle funzionalità che potrebbe avere. Le dimensioni sono abbastanza corpose, ma si scarica davvero velocemente ed in maniera perlopiù indolore (almeno io non ho avuto nessun blocco di sistema o problemi di sorta in seguito all’aggiornamento sebbene in molti abbiano lamentato blocchi o problemi di varia natura). E’ vero che poi a caval donato non si guarda in bocca, ma non tutte le novità introdotte sono user friendly nell’utilizzo e facili da comprendere al volo. Nella praticità invece siamo a buon punto: una volta capito come muoversi è tutto semplice. Tralasciamo gli otto temi colorati che possiamo usare per abbellire e personalizzare la schermata e veniamo al dunque con le caratteristiche principali che il firmware 2.0 ci propone:

-          Abbiamo finalmente la possibilità di caricare i video su YouTube. Grande cosa, grandissima. Era l’ora. Farlo su FB non è la stessa cosa, anche se devi bullartene con gli amici.Dovete comunque scaricare l'apposita applicazione dallo store (gratis)
-          Con lo Share Play puoi condividere una sessione di gioco (della durata massima di un’ora) anche con amici che quel determinato gioco non lo hanno. Ottimo il fatto che non esistano limiti al numero di sessioni da aprire. La condivisione riguarda anche la possibilità di condividere esclusivamente lo schermo con l’amico, così che lui possa guardare cosa stai facendo (utile se avete amici voyeur o che comunque non abbiano un abbonamento Plus). Per noi fortunati possessori dell’abbonamento  invece sono previste altre due modalità: quella classica in cui lui (deve avere il Plus) ci affiancherà nel gioco (come avversario o compagno) oppure quella in cui lui (anche senza che abbia il Plus) subentrerà nella sessione al posto nostro (magari avete da superare un “muro” incasinato e lui è un fenomeno, lo fate fare a lui). Ah, i giochi devono supportare tale modalità visto che non pare tutti possano farlo.
-          Collegando via USB una memoria con dei file audio, questi possono venire letti automaticamente e velocemente dal lettore integrato, facendoci ascoltare la nostra musica anche mentre giochiamo
-          Nuovi comandi vocali gestibili con il microfono della camera (trovo odioso addirittura doverne imparare a memoria mezza dozzina)
-          Possibilità di mettere in pausa e quindi riesumare un download
-          Novità sostanziali, ma un po’ confusionarie per seguire broadcast live dal Factory, come appunto fossero canali.
-      Si aggiorna anche Playstation App per Android

Genoa 1 - Juventus 0

Fermati a Genova, ma non dalla Sampdoria, ma dalla squadra più debole della città. Quella a cui basta pressare la Juventus e fare un tiro in porta nel recupero. Quella che gioca in un campo di patate e subisce tredici calci d'angolo senza mai un brivido. Già perchè potrebbe anche starci che la squadra di #noallegri non sia brillante e non crei gioco, fatichi a trovare gli spazi, non sia precisa sotto porta con i suoi sedici tiri di cui due pali, ma siamo al ridicolo che nonostante tutte le torri non si riesca a rendere vincente un tiro dalla bandierina. E l'assenza di Pirlo, inguardabile nelle partite finora giocate, non può essere utilizzata come alibi. La beffa della rete allo scadere poi pesa ancora di più, almeno in termini di morale. Raggiunti dalla Roma (che resta seconda per lo scontro diretto) adesso c'è da guardare in faccia la realtà: non servono a nulla le statistiche sul confronto tra la Juve di #noallegri e quella dello scorso anno di Conte. Vero, in questo periodo anche l'altra non era entusiasmante, ne prendeva quattro dalla Fiorentina ed in Coppa era così e così. Però... Però deh, c'è un abisso tra le due. E non c'è più un abisso con la Roma, a differenza appunto dell'anno scorso. Sveglia. L'unico problema vero è che questo qui, al panettone ci arriva. Per la cronaca: gol irregolare per fuorigioco. Ricordatevene.

lunedì 27 ottobre 2014

David Gerrold - Il Ritorno Degli Chtorr


Autore: David Gerrold
Anno: 1984
Titolo originale: A Day For Damnation
Voto: 4/5
Pagine: 554
Pagina di Anobii
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Trama del libro e quarta di copertina:

Piombati sulla terra provenienti da un lontano pianeta i misteriosi Chtorr sono subito diventati il nemico più insidioso che la razza umana abbia mai avuto. Feroci e carnivori questi extraterrestri non hanno mai dimostrato alcuna pietà per gli umani e quindi quando il tenente McCarthy precipita con il suo elicottero nel bel mezzo del territorio controllato dal nemico la sua situazione appare subito disperata. Eppure dalla sua missione continua a dipendere il futuro dell'umanità.

Commento personale e recensione:

Per quanto mi riguarda, dal punto di vista dello stile e della maturità ritengo questo secondo romanzo, migliore rispetto al primo (La Guerra Contro Gli Chtorr) però, si sa, la novità e l'impatto hanno maggior successo quando sei vergine e tutto è una novità. Fortunatamente lo stile ed il modo di raccontare restano i medesimi, con il racconto in prima persona che ti spiega molto lentamente i fatti senza darti mai una risposta chiara e decisa. Del resto, i tuoi dubbi sono quelli del protagonista e se lui scopre qualcosa di nuovo, questo inevitabilmente lo conosci anche te. Quando però resta nell'oblio e nella più totale confusione, lo accompagni e per forza non hai un terreno solido su cui poggiare i piedi. Ognuno dei sessantotto capitoli inizia con delle "massime" di Solomon Short, personaggio presente nel primo libro a cui il nostro eroe è legato e queste in un qualche modo richiamano alla sostanza di ciò che tale capitolo racconterà. Alla fine di ognuno di questi ci saranno invece delle freddure sugli Chtorr. Possono sembrare particolari insignificanti, ma ho trovato molto azzeccato questo modo di fare in quanto capisci anche il legame psicologico e lo stato d'animo di McCarthy e le sofferenze che ha passato così giovane e così improvvisamente e dall'altro vedi che i mostri sono entrati a far parte del comune pensare della gente. Purtroppo diverse pagine sono abbastanza fini a se stesse ed interrompono la tensione che potrebbe piacevolmente crearsi: che me ne frega del sistema di tasse, puramente inventato e delle Intelligenze Artificiali sotto forma di programmi giuridici? Sì ok mi fanno entrare nel nuovo mondo descritto da Gerrold, ma avrei preferito qualche taglio. Così come ho trovato spesso esagerato l'inserimento forzato della telepatia o dello sbandamento di gruppo. Mi mancano le lezioni che potevamo leggere attraverso i flashback. Nel complesso promosso però a pieni voti e riempie le aspettative.

Haruki Murakami - Norwegian Wood


Autore: Haruki Murakami
Anno: 1987
Titolo originale: Noruwei No Mori (ノルウェイの森)
Pagine: 388
Voto: 4/5
Pagina di Anobii
Acquista su Amazon (libro o ebook)

Trama del libro e quarta di copertina:

Uno dei più clamorosi successi letterari giapponesi di tutti i tempi è anche il libro più intimo, introspettivo di Murakami, che qui si stacca dalle atmosfere oniriche e surreali che lo hanno reso famoso, per esplorare il mondo in ombra dei sentimenti e della solitudine. Norwegian Wood è anche un grande romanzo sull'adolescenza, sul conflitto tra il desiderio di essere integrati nel mondo degli "altri" per entrare vittoriosi nella vita adulta e il bisogno irrinunciabile di essere se stessi, costi quel che costi. Come il giovane Holden, Toru è continuamente assalito dal dubbio di aver sbagliato o poter sbagliare nelle sue scelte di vita e di amore, ma è anche guidato da un ostinato e personale senso della morale e da un'istintiva avversione per tutto ciò che sa di finto e costruito. Diviso tra due ragazze, Naoko e Midori, che lo attirano entrambe con forza irresistibile, Toru non può fare altro che decidere. O aspettare che la vita (e la morte) decidano per lui.

Commento personale e recensione:

Era da tempo che volevo leggere Murakami: ho iniziato con questo Norwegian Wood (già uscito come Tokyo Blues) consapevole del fatto che avrebbe potuto piacermi e rapirmi, ma anche estraniarmi e darmi un profondo senso di malinconia. Ci riesce a metà, perchè il rapimento c'è, la maestria delle parole che scorrono pure, e nonostante un avvio un po' difficile è innegabile che le pagine riescano a far scaturire un profondo interesse per la storia di Watanabe. E' tra i romanzi più sensibili e sentimentali che abbia mai letto; Molto triste, toccante, di un'eleganza unica e forse tipica del romanzo di formazione giapponese. Manca però qualcosa che lo renda sublime, in quanto ci sono diverse parti erotiche (sempre scritte in maniera impeccabile, non volgare, armoniosa) che a mio avviso contrastano con la bellezza dell'opera. La parte che ho ritenuto più significativa, forse perchè quando leggiamo un libro ne facciamo un uso egoistico e lo confrontiamo con le recenti esperienze, è stata quella relativa alla visita in ospedale per il padre di Midori. La sofferenza è la solitudine vengono fuori prepotentemente e si accasciano di fronte all'amicizia ed all'amore. Non c'è bisogno di gonfiare le vite degli altri con pesantissimi esempi di vissuto. La scoperta dei sentimenti, del sesso, delle paure secondo il mio modesto parere potevano essere messe nero su bianco con la solita estrema sensibilità di Murakami, senza dover scomodare i suicidi (uno dietro l'altro), le passioni animalesche (anche troppo estremizzate) o anche gli stati mentali ed i disturbi adolescenziali. Sono forse così troppo forte e così troppo poco sensibile rispetto ai protagonisti? Il mondo è davvero così cambiato e stravolto, da non farmi apprezzare il senso di inquietudine che prima uno e poi l'altro i personaggi stanno vivendo? Il fatto è che Toru incontra le persone giuste al momento giusto e nonostante tutto queste lo portano inevitabilmente a vivere un lieto fine che neanche lui si aspetta, ma che a conti fatti è proprio la soluzione a tutti i problemi. Ogni comprimario riesce a dare, senza togliere, anima e sale alla sua vita, da Naoko a Reiko passando per la perfetta Midori ed infilandoci pure Nagasawa. Non ce n'è uno che non entri in scena al momento giusto per aggiustare un cuore infranto ed affaticato dai pesi della vita.

Juventus 2 - Palermo 0

La Juventus torna a vincere e conferma il proprio strapotere casalingo continuando il record per le vittorie consecutive. Siamo a ventitré con una serie iniziata il 31 agosto dello scorso anno. A parte questo, non è certo una squadra brillante e c'è ancora bisogno di molto lavoro, perchè vince, ma non convince pienamente. Considerato che l'avversario non è dei più temibili, pur non rischiando nulla manca il gioco frizzante, pericoloso e cattivo a cui ci avevano abituati. Pirlo non è ancora nella condizione strepitosa degna di lui e ci sono ancora delle sbavature e piccole disattenzioni. Non è un lamento lagnoso fine a se stesso, sono arrivati due gol, tra cui il primo segnato da Llorente in questo campionato. Finalmente su calcio d'angolo abbiamo sfruttato i suoi strepitosi colpi di testa. Il vantaggio era arrivato grazie a Vidal servito perfettamente da Tevez. Di nuovo senza subire reti manteniamo la migliore difesa del Campionato ed allunghiamo nuovamente sulla Roma, fermata a Genova dalla Sampdoria, avversario quest'anno molto quadrato. Un applauso per l'esordio di Maresca (uno di noi) nel Campionato, in cui tutti gli altri devono salutare la capolista.

domenica 26 ottobre 2014

MotoGP 2014: Sepang (Malesia)

Sepang. Tre anni fa, fu l'ultima gara di Simoncelli. Ed inevitabilmente i ricordi vanno in quella direzione, con tristezza, ma anche con la voglia di vedere i politi correre e darsi battaglia. Nella giornata di oggi la sfida è sempre stata a tre: Marquez, Rossi e Lorenzo, prima guardinghi si studiano, poi iniziano i sorpassi. Marquez, ha una marcia in più di tutti. Di tutti quanti: dodici vittorie rappresentano un record, e di record continuerà a macinarne, abbatterne, crearne di nuovi. Un po' come ha fatto Rossi del resto, che oggi, nuovamente, mostra i denti, sfilaccia il proprio compagno di squadra Lorenzo e conquista un secondo posto che gli garantisce matematicamente di essere sul podio nella classifica generale. E garantisce a me un ricchissimo gelato. Per il secondo posto, tutto è rimandato alla prossima ed ultima gara del Campionato.

Harry Potter E Il Calice Di Fuoco (2005)


Regia: Mike Newell
Anno: 2005
Titolo originale: Harry Potter And The Goblet Of Fire
Voto: 5/10
Pagina di IMDB (7.6)
Pagina di I Check Movies
Acquista su Amazon (cofanetto)

Ecco che continua il mio rapporto di amore ed odio con Harry Potter:  nutro una dose abbastanza importante di antipatia nei confronti del personaggio, ma sono attirato in maniera decisamente positiva dai film che lo riguardano. non è per fare il ragazzo contro tendenza che non ama l'eroe di turno, ma al livello di trama non riesco a farmelo piacere. Eppure qui dentro è possibile considerarlo assai potente e con una marcia in più rispetto agli altri, ma per vederlo come un soggetto piacevole e magari di cui prendere le parti ce ne corre. Ok, tiene testa al re del male, all'incarnazione più cattiva dei tutti i maghi, ma resta uno studente nella norma, spesso aiutato dai propri insegnanti e che va avanti grazie a mistificazioni create da tutti colori che gli girano attorno. In questo quarto episodio, più che che mai, notiamo quanto i bambini magici siano cresciuti e si cimentino in cose sempre più da ragazzi:  con loro non cresce tanto la trama, ma piuttosto il contorno, ovvero i primi amori, le gelosie, le scelte morali. Abbiamo anche una vera e propria morte che segna indubbiamente il corso della storia. Però il plot è sempre il solito, ovvero l'avventura con il quiz da risolvere (in un modo o nell'altro) ed il professore nuovo che non è ciò che sembra. Insomma, ci siamo abituati, manca l'originalità pescata sempre dagli episodi precedenti. La delusione di questo film sta inoltre nella mancanza di importanza scenica di Hermione, a cui mi ero affezionato nella pellicola precedente. In alcune parti continua la maturità crescente dell'opera, con una magia sempre più forti ed emozioni che non si basano più sulla preadolescenza dedicata ai più giovani. Ma non posso certo vederlo come un'opera nuova, differente dalle altre e con situazioni che fanno il salto in avanti. Anzi, tutto resta in un perpetuo avvenire, da cui ci si aspetta molto, ma da cui ricaviamo la solita salsa. Di sicuro la saga va vista nel suo complesso ed è un crescendo per alcuni lati, ma con la consapevolezza che sempre di maghetti allo sbaraglio si tratta. Il blurey si comporta come i precedenti per video ed audio, mentre il menù degli extra è migliorato e più accessibile:
  • Harry Potter vs the horntail: the first task (6)
  •  In tto deep: the second task (10)
  • The maze: the third task (7)
  • Meet the champions (13)
  • He who must not named (11)
  • Preparing for the yule ball (9)
  • Conversations with the cast (31)
  • Reflections on the fourth film (14)
  • Additional scenes (10)
  • Trailer

sabato 25 ottobre 2014

Tokyo Decadence (1992)


Regia: Ryu Murakami
Anno: 1992
Titolo originale: Topaz (トパーズ)
Voto: 3/10
Pagina di IMDB (6.1)
Pagina di I Check Movies
Acquista su Amazon

Ok, mega errore mio. Doppio errore anzi. Poichè a capodanno andrò in Giappone , con la dovuta calma, quando ho tempo e voglia mi guardo qualche film a tema. Ad esempio Lost In Traslation, e ci può stare. Inoltre mi sto leggendo Norwegian Wood di Murakami. Ma non è lo stesso che ha scritto e diretto questo Tokyo Decadence. Solo un caso di omonimia, forse come se una giapponese che non sa quasi nulla dell'Italia volesse ascoltare una canzone di Rossi ed invece si guarda una gara di MotoGP. Comunque torniamo in tema: il film è brutto, tendenzialmente un porno abbastanza soft che potrebbe passare come erotico. Ma alla fin fine è un porno fin dalle prime scene con pratiche sadomaso e tutta roba del genere. Non che sia pesissimo o volgare, ma poco ci manca. Ed il resto, se c'è un resto, è poca roba. Ok la dacadenza dell'animo e dei rapporti sessuali, forse negli anni novanta poteva starci, oggi è un dato di fatto accettato e poco nuovo. Il riscatto e la ricerca dell'amore sono soltanto una gocciolina nell'oceano di perversioni. Per fortuna dura poco, perchè inoltre è decisamente noioso, le scene sono ripetitive e messe lì per sconvolgerti. Ma non è che bloccano la crescita: stoppano piuttosto la voglia di vedere film di questo genere.

Chocolat (2000)


Regia: Lasse Hallstrom
Anno: 2000
Voto: 5/10
Pagina di IMDB (7.3)
Pagina di I Check Movies
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Chocolat, che va letto alla francese, è un film sentimentale e drammatico tendenzialmente noioso, raccontato in modo fiabesco, senza esagerare. Non ha nulla di fantastico, ma l'introduttiva voce fuori campo, riesce a darti spiegazioni sui personaggi della storia. Siamo nella Francia degli anni cinquanta, in un piccolo paesino bigotto, organizzato e gestito dal sindaco despota (Alfred Molina) che vede nella religione cattolica delle rinunce e del non fare la propria ragione di vita. E come spesso accade cerca di diffonderla a tutto il suo gregge, parroco compreso a cui corregge addirittura i sermoni. Poi arriva il nemico giurato della tranquillitè (anche questa va letta alla francese) ovvero Vianne (Juliette Binoche) la quale apre, udite udite, una pasticceria durante i giorni della Quaresima. Beh, i poveri paesani non possono essere tentati dalle delizie che scorrono una dietro l'altra come se fossero sponsorizzate dalla Nestlè o dalla Perugina. La cioccolata che risolve tutti i problemi, e la cioccolata che ne crea. Ad aggiungere il peperoncino al cacao, ci pensa l'entrata in scena dello zingaro (Johnny Depp) così può anche iniziare una storia sentimentale. Buona comunque la trama, ma due ore sono davvero eccessive per vedere assaggi e una lotta implicita tra tradizione e innovazione. Insomma, buoni gli intenti, ma visto il tema poco coraggio. Ci sono anche i volantini affissi contro le immoralità: quelli stranamente si leggono in inglese.

venerdì 24 ottobre 2014

American Hustle - L'Apparenza Inganna (2013)


Regia: David O. Russell
Anno: 2013
Titolo originale: American Hustle
Voto: 8/10
Pagina di IMDB (7.4)
Pagina di I Check Movies
Acquista su Amazon (DVD)

Di David O. Russell avevo già visto The Fighter ed Il Lato Positivo, ma questo American Hustle mi ha davvero impressionato.Non è tanto la trama in perfetto stile "colpaccio" che può risultare l'ennesimo tentativo di catturare l'attenzione dello spettatore, in salsa anni settanta. Certo, questa non è per niente male, molto intrigata, promettente, mai noiosa. Ciò che mi ha sbalordito maggiormente sono i personaggi e come essi siano stati interpretati. Abbiamo innumerevoli soggetti che cercano un riscatto personale, e che come dice il titolo italiano puntano sull'apparenza ingannevole del proprio essere. Con la menzogna e l'arte, non sempre geniale o lampante, di potersi mostrare differenti da quel che sono, tutti e nessuno escluso si muovono all'interno di una palude che spesso racchiude sabbie mobili. Riescono però a farsi forza e coraggio, ad essere ambiziosi e zelanti, ad ingegnarsi per poter uscire e sopravvivere. Ed i personaggi lo fanno grazie ad attori ed interpretazioni davvero sopra le righe. Ok, Christian Bale mi aveva già affascinato ne L'Uomo Senza Sonno in cui è stato strepitoso nel presentarsi al pubblico pelle ed ossa, mentre qui lo rivedo come il classico buzzurro palazzinaro imbroglione, con una pelata che cerca di nascondere grazie ad un improbabile quanto meticoloso aggiustamento con riporto, una pancia pronunciata, un volto stanco ed affranto dagli eccessi. Ma non finisce qui: Bradley Cooper non sfigura affatto e non si mette in ombra dimostrando di saper eseguire il ruolo drammatico con prepotente dedizione. Inoltre, e qui mi son dovuto ricredere, sono da inchino anche Amy Adams e Jennifer Lawrence. Combattive ed inserite perfettamente in un contesto che fa dei dialoghi e delle situazioni espressive i punti di forza maggiori. Il tutto affascina veramente perchè non c'è scena in cui gli attori risultino essere sotto tono, anche quelli che virtualmente forniscono azioni da comprimari come Jeremy Renner, Robert De Niro (vabbeh lui non conta, poi continua ad essere il sosia del mi' babbo), Shea Whigham e Jack Huston (questi due presi in prestito da Boardwalk Empire). Spesso vediamo pellicole in cui grandi nomi, pur comportandosi benissimo davanti non sono sempre a proprio agio con il resto del cast: mentre qui si nota un certo affiatamento, dando una prova di serietà e genuinità tali da rendere i propri personaggi reali nonostante le forzature stilistiche, soprattutto nei trucchi e nei costumi, degli anni settanta. Le scollature della Adams e gli occhiali di Bale ad esempio, o la tenuta da ballerino di Cooper e lo smalto della Lawrence per arrivare al ciuffo di Renner e la rilassatezza di Nivola. Un applauso meritato anche alla colonna sonora, azzeccata e sempre presente nei momenti migliori della pellicola. Peccato solo che abbia sbagliato l'acquisto ed invece di un bluray ho preso il DVD che non presenta nessun contenuto speciale (magari un documentario sull'operazione Abscam da cui prende spunto).

mercoledì 22 ottobre 2014

Olympiakos 1 - Juventus 0

La spinta causata dall'inerzia è terminata, e la Juventus non vive più di rendita. Il gioco che l'ha vista imporre ad inizio Campionato ed inizio Coppa, erano tutto frutto degli anni passati con conte in panchina. Avevo già previsto a metà luglio che l'arrivo di #noallegri ci avrebbe cacciato in brutti in guai. Non è il risultato ad essere sconvolgente, perdere uno a zero a casa dei greci, tutto sommato, potrebbe anche starci. Non però dopo un pareggio insensato con il Sassuolo, e dopo al sconfitta con l'Atletico Madrid, e soprattutto se giochi di merda, senza idee, con un affanno imbarazzante e con schemi creati a caso. Male Pirlo, male Tevez, male un po' tutti (eccetto Morata), tanta confusione, poca lucidità, è quasi imbarazzante parlarne. E bimbi, #noallegri non è il capro espiatorio, qui il suo zampino è inconfondibile. Perchè che la Juve in Europa non brilli non è una novità e, sfortuna a parte, anche Conte ha collezionato risultati non sempre positivi. eppure almeno si giocava, si lottava, c'era grinta. Non bastano gli ultimi quindici minuti a ribaltare un risultato. Con questa sconfitta siamo praticamente già fuori dei giochi, se facciamo i bravi forse possiamo riprovarci in Europa League. E forse sarebbe anche meglio. Neanche posso già dire che sarebbe meglio andar fuori subito così da concentrarci sul Campionato, perchè comunque la Roma almeno al momento (nonostante il massacro da mattatoio subito dal Bayern) sul campo è più in palla. Boh, vediamo cosa succederà.

martedì 21 ottobre 2014

Colonna sonora Gita Ai Parchi

E’ già passato oltre un anno dalla Gita ai Parchi che ci ha visti impegnati in questa nuova e travolgente avventura. Voglio però condividere e ricordare la colonna sonora che ci ha accompagnato durante le lunghe ore di marcia in auto e che ha segnato indelebilmente parte del nostro essere. Credo che ogni periodo, specialmente quelli che restano impressi nella mente, abbia bisogno di ricordi sonori a cui aggrapparsi. Suoni, musica e parole che abbiamo cercato in rete in modo che potessero essere ben integrati ed in topic con il viaggio nell’Ovest americano e nella natura umana.  Ogni viaggio è un’esperienza di vita e racchiude  una scoperta interiore che grazie alla musica possiamo scoprire ancora di più. Ecco quindi la lista dei titoli che ascoltavamo e cantavamo: ho creato una playlist Youtube, mentre lascio perdere quella di Spotify in quanto non in tutti i piani sarebbe ascoltabile nel migliore dei modi. Quattro ore da uno Stato all'altro passano velocemente.

Lista tracce




lunedì 20 ottobre 2014

Harry Potter E Il Prigioniero Di Azkaban (2004)


Regia: Alfonso Cuaròn
Anno: 2004
Titolo originale: Harry Potter And The Prisoner Of Azkaban
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (7.8)
Pagina di I Check Movies
Acquista su Amazon (cofanetto)

Di sicuro questo terzo capitolo è il più maturo di quelli visti fino ad ora nella saga di Harry Potter. Cambia la regia tanto per cominciare, con Alfonso Cuaròn a dirigere i lavori e crescono pure i ragazzi. Sia come personaggi che come attori, ed i due anni in più fanno il loro effetto. Soprattutto per quanto riguarda Hermione (Emma Watson) che nella parte recitativa è una spanna sopra agli altri, l'unica che espressivamente riesce a rendere qualcosa che possa andare oltre alla storiellina fantasy. Ed a dire il vero credo che il suo personaggio sia anche quello che mi affascina di più: Harry è un raccomandato leccaculo che ha sempre i professori dalla sua parte e vive sotto l'ombra dei genitori. Il rosso è un timido bamboccione che sappiamo essere impacciato. Lei ok è odiosa perchè sa tutto lei ed è una secchiona, ma ha le palle, prende in mano le situazioni ed è pure più furba dei maschietti. Senza di lei, tutta la storia (e forse anche quelle prima) non avrebbero retto e non sarebbero andate avanti. Al di là della trama, che è carina ed avvincente, ma non in alcuni casi troppo simile nel modello a quello già proposto, non posso fare paragoni con i romanzi che ovviamente non ho letto. La fotografia già buona in passato è comunque migliorata così come e soprattutto gli effetti speciali, che in determinate scene rappresentano la buona riuscita del film. I dissennatori tra tutti, ma anche i lupi mannari e l'ambientazione. Nulla di estremamente nuovo però, anche se piacevole. Il pubblico di riferimento secondo me resta quello degli adolescenti: la storia non è adulta, e ed i dialoghi tra gli studenti sono spesso scadenti e specchio del mondo scolastico, con il bulletto prepotente e così via. Niente mi fa ancora pensare i termini da vedere gli altri come "babbani" insomma. E' un film normale. E normale è la versione bluray del cofanetto, con audio 5.1 Dolby Digital ed una serie di contenuti speciali che sembrano una miriade, ma sono male organizzati con un menù a colonne che rende difficile seguirne il senso.
  • Creating the vision (12 minuti)
  • Head to Shrunken head (44 minuti)
  • Choir pratice (2 minuti)
  • Care of magical creaturs (5 minuti)
  • Conjuring a scene (16 minuti)
  • Additionale footage (5 minuti)
  • 3 trailer

domenica 19 ottobre 2014

MotoGP 2014: Phillip Island (Australia)

Rossì C'è. Come a Misano arriva primo, dopo una gara decisamente bella e caratterizzata da numerose cadute. Parte ottavo, ma si impone fin da subito portandosi in zona podio e duellando con Lorenzo. Non impiega troppo per sbarazzarsene e va all'attacco di un Marquez catapultato verso una vittoria che pare certa. Però cade. E vabbeh, c'è chi resta in piedi e macina vittorie, punti record. Siamo alla ottava vittoria su questa pista, 310 Gran Premi disputati, 250 in classe regina. Numeri da capogiro se si pensa che c'è sempre lui ad emozionarci come non fa nessun altro. Anche se non è il più forte adesso, è sempre tra i più forti. Secondo posto meritato nella classifica generale, ma aveva manico, conosceva la pista e la amava. Inno nazionale e festeggiamenti, ancora con Valentino Rossi. Se si mette la sveglia alle 6:55 di domenica mattina un motivo ci sarà no?

Primo Contatto (1996)


Regia: Jonathan Frakes
Anno: 1996
Titolo originale: Star Trek: First Contact
Voto: 5/10
Pagina di IMDB (7.6)
Pagina di I Check Movies
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Ottavo capitolo cinematografico della saga di Star Trek e secondo della "Next Generation" iniziata con Generazioni. Nonostante gli sforzi di distribuzione italiani, che cercano di slegare, almeno dal titolo, i rapporti con tutto il franchise è impossibile non guardarlo in un'ottica più ampia. Ed è anche difficile per me riuscire a godermelo senza sorbirmi gustarmi i numerosi extra della versione bluray che fanno luce su di un background non alla portata di tutti. In quanto ad originalità si punta molto sui Borg, vero punto di forza della pellicola, nonostante sia il viaggio nel tempo, sia parte della location utilizzi la Terra (un po' come nel quarto episodio) possano catturare l'interesse. Il fatto è che non dà alcun senso nostalgico ed è troppo pieno di scenette quasi umoristiche che almeno personalmente non divertono affatto. La trama è semplice e lineare, ma prevede atteggiamenti e situazioni che hanno poco senso e non sono realistiche se non fini a se stesse. Riempire i dialoghi di paroloni cibernetici e riferimenti ad un passato mal spiegato, non rendono la pellicola chiara. Dobbiamo fare per forza di cose affidamento a film ed episodi della serie. Insomma, è davvero molto legato a tutto ciò che viene prima e da una parte è pure capibile: si parla di Star Trek non di un prodotto unico. Fortunatamente si salva in parte grazie all'ottima fotografia ed ai numerosi effetti speciali, al trucco ed ai costumi. Almeno fino a quando si resta nello spazio a bordo della Enterprise di classe E. Anche la tecnologia utilizzata è un buon primo assaggio (tablet e touch screen) di ciò che utilizziamo oggi noi ragazzi del futuro. Se tutta la vicenda fosse stata ambientata nello spazio, il voto 5 che ho dato sarebbe abbastanza meritato. Invece è un voto di riserva, ottenuto grazie a tutto ciò che sta dietro, perchè se dovessi pensare al film con le scene sulla terra e le battute idiote, avrebbe sicuramente un voto in meno. Il bluray è di ottima fattura video, forse il migliore fino ad ora, forte anche del fatto di essere il più recente. L'audio italiano è un Dolby Digital 5.1 e gli extra sono davvero numerosi (tra parentesi la durata in minuti):
  • 3 tipi di commenti
  • Bibliocomputer
  • Produzione (83 minuti)
  • Decostruzione scenica (19 minuti)
  • L'universo di Star Trek (99 minuti)
  • La collettività Borg (41 minuti)
  • Storyboard
  • Galleria
  • Trailer

sabato 18 ottobre 2014

Sassuolo 1 - Juventus 1

Una volta, dico UNA volta che scommetto su di una partita ecco cosa succede. La prima in classifica contro l'ultima. L'attacco più prolifico del campionato contro una delle peggiori difese. Cioè dai, questo è veramente il destino che si accanisce contro. Neanche avessi messo la goleada, una semplice vittoria mica un miracolo. Ed il bello è che il miracolo neanche ha avuto bisogno di farlo il Sassuolo. Hanno giocato questo sì, ma dai, con tutto il rispetto è il Sassuolo. Sono pure andati in vantaggio, in altre azioni si sono rivelati pericolosi e pungenti. In effetti mi ero scordato che in panchina da noi siede #noallegri e c'era da aspettarselo un passo falso. Potevamo mantenere il vantaggio sulla Roma, ed invece ecco come si vanno perdere gli Scudetti. Già alla settima abbiamo fatto vedere a tutti di che pasta siamo fatti. Un gioco risibile, tanta confusione, soprattutto nel modulo scelto dopo i primi cambi. Anche i telecronisti faticavano a capire i veri ruoli, spesso improvvisati, dei giocatori. Evra e Pirlo irritanti, difesa alle volte disattenta, e senza metterci mai il piede nei contrasti, i cross che non arrivano mai per Llorente, o quando arrivano abbiamo in area Giovinco e Coman. Insomma, vi prometto che non scommetterò mai più. Salutate la capolista, anche se per poco.

Come ottenere un invito per il OnePlus One

Il metodo più semplice e veloce per acquistare il OnePlus One? Semplice: basta seguire il canale ufficiale ed iscriversi al forum, come da regola. Ho letto spesso, e sentito dire che è una cosa complicata e lunga. Non credo di averci impiegato più di trenta minuti. Senza impelagarmi in liste, in raccomandazioni, in ricerche su eBay a prezzi maggiorati e così via. Una volta fatta l'iscrizione, basta andare sul forum, presente anche in lingua italiana, ed attendere che qualcuno scriva di avere un invito in regalo. Sarò stato fortunato, ma ho trovato subito un utente che dichiarava la disponibilità (ovviamente senza chiedere niente in cambio): ho mandato alcuni messaggi privati per "rassicurarlo" che l'invito non sarebbe stato sprecato e che ero interessato all'acquisto. Gli ho fatto leggere anche l'articolo riguardante la mia delusione riguardo al Nexus 6 e lui si è finalmente convinto (aveva altri due utenti interessati) a cedermi l'invito. Quindi non statevi troppo a dannare, gli inviti ci sono ed arrivano. Appena possibile anche io, sul forum farò la mia parte. Come arrivano? Non sono stato troppo a studiarmi il meccanismo, perchè veramente in mezzora al massimo mi ero iscritto ed avevo completato il pagamento, comunque ci sono lotterie o assegnazioni casuali che ne garantiscono una buona distribuzione, poi chi li ha li offre agli a chi li cerca. Abbastanza semplice. Gli inviti attuali riguardano solo la versione nera da 64 GB (esiste anche la bianca da 16 GB che credo interessi a pochi) che costa 299 euro. L'invito va riscattato entro 24 ore e da lì, sembra (non ne sono del tutto certo) hai a disposizione un altro giorno per poter effettuare l'acquisto. Ogni utente, sembra che riceva, nel corso del tempo (quanto? boh) in automatico dal sistema tre inviti. Vedremo su questo punto in seguito quando e se mi arriveranno. Prendete quanto ho scritto con le molle, ma è quello che ho capito in questa serata di prova. Per maggiori informazioni consultate comunque il forum ufficiale, che vanta di una community molto attiva, con guide, tutorial, spiegazione e tutte cose che non avevo grandissima voglia di leggere. Per il pagamento è tutto semplice, ad eccezione dell'impostazione della lingua e della valuta. Infatti per procedere correttamente dovete ricordarvi di scendere in fondo alla pagina e cliccare sulla minuscola bandiera USA in modo da aprire un menù per la scelta della propria nazionalità. Fatelo, altrimenti non potete continuare l'acquisto per l'Italia. Il pagamento avviene solo tramite paypal che tanto avete di sicuro e ci sono due tipi di spese di spedizione, che ho visto non sempre sono le stesse. Email di conferma, ordine effettuato e tanti saluti. Sui tempi di consegna effettiva vediamo, considerando che ho terminato la transazione il venerdì dopo cena e che ho subito due giorni festivi. Vi aggiornerò appena possibile.

giovedì 16 ottobre 2014

Rambo (1982)


Regia: Ted Kotcheff
Anno: 1982
Titolo originale: First Blood
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (7.7)
Pagina di I Check Movies
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Rambo è un film particolare che con il passare degli anni ha sia perso che acquistato. Ha perso molta della sua verve legata all’azione ed abbastanza del mistero legato al personaggio stesso, divenuto un’icona di un determinato tipo di cinema. Essere un Rambo è qualcosa che ha preso significato nel corso degli anni, ma la pellicola vista oggi ed adorata da quell’esclusivo punto di vista risulta più piatta e meno importante di quanto i ricordi vogliano mostrarci. D’altra parte però acquista un significato molto più profondo, più serioso, andando a spargere qua e là temi decisamente importanti che non riguardano solo la guerra in sè, quanto piuttosto l’essere un reduce. Ho recentemente e casualmente visto Nella Valle Di Elah: nonostante la migliore impostazione di quest’ultimo, non c’è davvero paragone con il film di Kotcheff che vince a mani basse. La situazione dell’ex combattente, dal punto di vista psicologico e per come è visto dagli altri è nettamente superiore. Quando uscì era il 1982 quindi Stallone era già una stella per i suoi Rocky e fece abbastanza presto a mettere in scena questo secondo classico cinematografico che lo vedeva nei panni di un disturbato reduce del Vietnam che scatena la sua guerra personale. Quasi senza motivo fa il duro, e quasi senza motivo vien visto come un pericolo dalla parte delle autorità. La scintilla che fa accendere la trama è sì un po’ forzata, ma non è la cosa più importante in un film dove l’azione regna sovrana, e l’aspetto psicologico è di estrema attualità per quei tempi. Ma non solo, visto che le guerre ci sono sempre e sempre ci saranno, così come i soldati che tornano a casa. Una situazione di disagio e di incomprensioni per coloro che hanno servito il proprio Paese, ma non riescono a reintegrarsi nella società. Visti come sbandati e vagabondi portatori di guai, piuttosto che come eroi da ringraziare. E lo sceriffo (Brian Donnehy) incarna proprio quella figura stizzita che è guardinga e malfidata nei confronti dei reduci: la cittadina di Hope è tranquilla e noiosa, e così deve restare, che se ne torni sui suoi passi. John Rambo è il capro espiatorio per i malumori della gente nei confronti della guerra, mentre il soldato è una delle vittime di un lavoro molto ingrato. Come dicevo però il coinvolgimento perde qualche colpo, ma consideriamo anche che sono passati 32 anni, certamente non pochi per un cult in cui sparatorie, inseguimenti e combattimenti sono il sale maggiore dell’opera. Una lotta impari portata avanti, da entrambi gli schieramenti, più per orgoglio e presa di posizione che per necessità. Abbiamo anche delle belle esplosioni e degli accettabili scontri corpo a corpo, che per l’epoca magari erano il non plus ultra, mentre oggi risultano un po’ finti e privi di realismo. Ad ogni modo "capo pattuglia chiama corvo, rispondi..." e tanto altro risultano oggi frasi ad effetto innate nel parlare di tutti i giorni. La versione bluray fa parte del cofanetto The Ultimate Edition che contiene i dischi della trilogia iniziale. Manca il quarto, ma secondo me è una buona scelta, in quanto i primi tre seguono un determinato filone ed almeno hanno una certa vicinanza narrativa negli anni. La qualità video conta su una rimasterizzazione dei contenuti, ma abbiamo degli alti e bassi. Se da una parte possiamo goderci in maniera più che accettabile diversi primi piani, dall’altra abbiamo delle enormi sbavature soprattutto in alcune scene scure. Insomma il bluray soffre un po’ per l’età della pellicola. Si difende però nel complesso abbastanza bene, mentre per l’audio italiano mi aspettava qualcosa di più. Siamo su un DTS a due canali ed oramai abituato a diverse scene d’azione ho sentito davvero la mancanza di qualcosa di più avvolgente. I contenuti extra (tra parentesi la durata in minuti) non sono pochi ed abbastanza interessanti:
  • La nascita di Rambo (23)
  • Rambo: le origini (4)
  • Audiocommento di Stallone
  • Audiocommento di David Morrell
  • Finale alternativo (2)
  • Finale umoristico (1)
  • 2 trailer
  • Scene tagliate (2)
  • La vera guerra del Vietnam vista da chi l'ha vissuta (27)
  • Eroi dimenticati: i berretti verdi americani (10)
  • Coraggio e gloria (27)
  • Come diventare Rambo (14)

mercoledì 15 ottobre 2014

Nexus 6, Nexus 9, Nexus Play e Lollipop

Dopo aver scritto i miei pareri su iPhone 6 e le presunte novità di casa Apple è giunto il momento di dire la mia anche sui prodotti Nexus di Google presentati oggi. Mi ero già fatto più di un'idea in quanto gran parte dei rumors che giravano in questi giorni sono stati confermati e le mie impressioni a riguardo non sono affatto positive. Lasciamo perdere il tablet, questa volta prodotto da HTC (forse la mia casa preferita) che mi interessa veramente poco come device (ho avuto il primo 7 rivenduto per inutilizzo) e concentriamoci sul resto. Di Android Lollipop si sapeva già praticamente tutto, presentato in primavera la Google I/O , ma adesso è stato ufficializzato come un sistema malleabile su ogni tipo di dispositivo e che sarà l'equipaggiamento dei nuovi prodotti Nexus. Arriviamo subito al 6: questa volta, e secondo me toppando alla grande, hanno messo in questo phablet da 5,96 pollici (mostruosamente gigante quindi) il meglio della tecnologia hardware che c'è sul mercato andando a creare un top di gamma a tutti gli effetti. La prima cosa che salta all'occhio sono proprio le dimensioni: con quei quasi 6 pollici è un'altra dimensione rispetto agli smartphone a cui siamo abituati oggi. Siamo a  159,3 mm di altezza, 83 mm di larghezza e 10,1 mm di spessore per 184 g di peso. Va bene, non è una cosa esagerata se prendiamo la categoria di riferimento, anzi è tutto abbastanza contenuto, ma di sicuro devi usare due mani per gestirlo comodamente ed in tasca ci sta parecchio male. Punto. Non c'è cazzi che tengano. Esteticamente è parecchio simile, fratello maggiore, al Motorola Moto X 2014, il che non dispiace affatto, ma c'è un bel ma grosso come una casa. Avendo una componentistica hardware da capogiro (schermo QHD AMOLED 2560x1440 (493 dpi), 3 GB di RAM, Qualcomm Snapdragon 805 quadcore a 2.7 GHz, memoria interna da 32 GB o 64 Gb, batteria da 3220 mAh, fotocamera posteriore da 13 megapixel con possibilità di registrazione a 4K, quella anteriore da 2 megapixel etc etc etc) il prezzo non poteva essere contenuto. Ecco che si arriva quindi a cifre da capogiro. Ancora niente di ufficiale, addirittura un po' di confusione: Mediaworld tedesco lo mette da 569 a 649, mentre pare che quello ufficiale sia addirittura da 649 a 699 a seconda della versione. Insomma siamo praticamente al doppio rispetto al passato ed in linea con i prodotti migliori delle grandi case di smartphone. Ha senso? Features come la resistenza all'acqua e la carica turbo (15 minuti per avere sette ore di autonomia con la batteria) passano quasi in secondo piano. A questo punto il OnePlus One che viene 299 euro diviene il migliore in assoluto qualità prezzo. peccato anche in questo caso per dimensioni (5.5") che stanno portando un nuovo standard imposto. Una noticina anche per la presentazione del Nexus Play , un dispositivo per eseguire Android TV dedicato all'intrattenimento casalingo, ma anche mobile. Per il momento non mi interessa neanche questo, e mi resta l'amaro in bocca per il Nexus 6. Peccato, sarebbe stato il mio prossimo smartphone, se fosse stato uno smartphone. mai dire mai, ma di sicuro prima devo tenerlo in mano, provarlo, intascarlo... E soprattutto pagarlo meno.

MTC #6

Appuntamento autunnale per il Memorial Turimbo Ciclonico (Turo assente ingiustificato), ma con clima caraibico: umidità tropicale, caldo asfissiante e zanzare-droni che ci colpivano incessantemente. Il Fondo (poVERed by VER) ha partecipato ad un'amichevole di lusso contro i Funflus' Friends. Special guest non pervenuti, alcuni polmoni ed un paio di milze. Per il resto buona prova, e God bless chi ha inventato il cambio in porta che mi ha evitato l'uscita dal campo in ambulanza. Dopo diversi minuti di stallo, in cui gli avversari conducevano per un euro gol (in stile Destro) di Ricci senior ci siamo svegliati ed abbiamo imposto il risultato: 11 - 3 sul cartellone (inesistente) segnapunti e tre reti portate a casa da parte mia, che con qualche falletto e contrasto sono riuscito a resistere alle scorribande avversarie. Partita positiva nel complesso e fortunatamente domattina mi attendono ore di sonno e riposo meritato. E questa volta la vista si annebbiata solo in alcune occasioni, in cui non distinguevo il mio marcatore che si doppiava. Avanti così, prossima gara senza un minuto di riposo.

martedì 14 ottobre 2014

Nella Valle Di Elah (2007)


Regia: Paul Haggis
Anno: 2007
Titolo originale: In The Valley Of Elah
Voto: 4/10
Pagina di IMDB (7.2)
Pagina di I Check Movies
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Diverse volte ho detto che i film sulla guerra mi annoiano, soprattutto quelli nuovi, che secondo me hanno davvero poco da raccontare. Questo non è propriamente sulla guerra, ma la prende di striscio e con le sembianze di un thriller denuncia le nefandezze che vengono compiute e si riversano nella psiche dei soldati. Purtroppo non bastano Tommy Lee Jones e Charlize Theron per accendere una pellicola lenta, noiosa e se voglia senza nessun colpo di scena interessante. Non sono da buttare diversi spunti, tra cui il titolo che prende in prestito addirittura Davide e Golia, o il simbolo della bandiera rovesciata come richiesta di aiuto, qui vista per un mondo che sta andando a rotoli, eppure manca ancora qualcosa. E ci s prova con il punto di vista di un genitore che ha perso il figlio, ma il cui figlio può essere non solo una vittima, ma anche aguzzino. Insomma che in guerra si possa sdare di testa è appurato, ma non sempre un genitore lo capisce e non sempre chi va ai pazzi poi fa qualche grossa cazzata. Qui sembrano esser partiti per la tangenziale e la cosa ridicola è che non se ne accorgono. Ma forse è normale. Forse manco di sensibilità, ma non trovo toccante nessun passaggio ed anzi, tutta la parte investigativa sa di brodaglia allungata per giungere alle quasi ed inutili due ore. Molto meglio gli intenti, anche se poco sviluppati, di tutto il resto.

lunedì 13 ottobre 2014

Seven (1995)


Regia: David Fincher
Anno: 1995
Titolo originale: Seven
Voto: 9/10
Pagina di IMDB (8.7)
Pagina di I Check Movies
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David Fincher siede alla tavola dei miei registi preferiti. Non che questa tavola abbia pochi posti, ma neanche troppi. E quando parliamo spesso mi chiede quale, secondo me, sia il suo film più importante. Gli faccio notare che, nonostante i suoi successi siano sotto gli occhi di chiunque non è poi così semplice per me rispondere. Il ballottaggio è, e gli strizzo l’occhio, tra Fight Club e Seven. Facile no? Niente affatto, invece. Però poi in uno slancio, gli dico che preferisco quello con Brad Pitt... Ah già, scusami, intendo il primo, quello del 1995 che forse rappresenta il momento migliore per essere lanciati nell’orbita delle stelle. E’ meno maturo, ma è davvero bello. Nella fotografia, nella tecnica, nella luci, nella sceneggiatura da perfetto thriller che è stata messa scuro su bianco. Prima di Seven ci fu solo il terzo Alien, ma è proprio con lo spietato giallo a tratti noir che vede insieme Morgan Freeman, Kevin Spacey ed il già citato Brad Pitt e che si delinea una sua forma vera e propria. E forse sì, è veramente il più rappresentativo, e quello che colpisce il pubblico fin dalle prime scene, crude che fanno iniziare una corsa contro il tempo e contro il male. La suspense va di pari passo con la presentazione dei personaggi: dal saggio e navigato tenente che tra neanche una settimana appenderà il distintivo al chiodo, al novellino spaccone ed intraprendente che si impegna per risolvere i casi difficili, l’impassibile serial killer (lo vedremo in volto solo dopo novanta minuti di pellicola) guidato da una fede malata, la moglie (Gwineth Paltrow) amorevole ancora di salvezza per il marito. Tutti loro, coralmente si prestano con grande dovizia alla creazione del giusto pathos, quello da (in)seguire fino alla fine, che risulterà violenta, ti lascerà con l’amaro in bocca, sarai spossato ed ti arrenderai, ma soprattutto riuscirai ad immedesimarti e capire i sette peccati capitali: superbia, avarizia, lussuria, invidia, gola, ira ed accidia. Ma basta con la trama, non perchè non voglia sciuparvela, ma perchè è il modo sensazionale con cui la si racconta che fa la differenza. E’ la fotografia schietta e disinvolta che ci mostra gli ambienti dell’oblio, la pioggia stanca che cade giù, il sangue sprecato delle vittime. E’ l’interpretazione coinvolgente di uno sguardo che esprime rabbia e paura. E’ una musica entrante, che anticipa le mosse ed i momenti più bui. Tutto questo fa di Seven uno dei migliori film degli anni novanta, ma non solo. E’ un mix di azione, arte investigativa, introspezione e buona psicologia che ci presenta l’animo umano poliziesco. Tutti sono uomini, chi in un modo chi nell’altro, tutti hanno le proprie debolezze e paure. E’ in gran parte su questo che si fa leva. Così come sui contrasti, sempre ben evidenziati dalla fotografia che risalta luci ed ombre oppure dalla scenografia che mette uno di fianco a l’altro i due tenenti, o di tipo morale in cui la religione viene usata come strumento di morte da parte di un invasato, ed ancora il contrasto tra giustizia e vendetta che aleggia nell’aria per arrivare ad una conclusione sorprendentemente forte e pesante. Finale che a sua volta ci mostra un ulteriore dualismo, questa volta scenico: se tutto il film ha avuto come location un’opprimente Los Angeles, i cui appartamenti e locali sono soffocanti, al limite del claustrofobico, ecco lo spazio aperto del deserto, il nulla ad arginarlo, se non un cielo libero di giudicare, ma non di vegliare sui protagonisti. "Hemingway una volta ha scritto: Il mondo è un bel posto, e vale la pena lottare per esso. Condivido la seconda parte" [cit.]

domenica 12 ottobre 2014

FAIMARATHON: Il promontorio di Piombino, tra natura e storia

I Maratoneti
Pomeriggio più culturale quello di oggi che ci ha visti partecipare (sic.) alla Faimarathon organizzata sul nostro promontorio. Un'ottima iniziativa per far conoscere ad autoctoni e turisti alcune delle bellezze che sono presenti nel nostro territorio. Tale iniziativa si è rivelata particolarmente piacevole e ben organizzata, grazie a guide e personale competente che sono stati messi a disposizione per un giro a più tappe sul Golfo di Baratti. La particolarità sta nel fatto che non tutti questi luoghi solitamente sono accessibili al pubblico, ma nella giornata di oggi è stato possibile visitarli ed avere numerose informazioni a riguardo. Un percorso storico molto vario e che abbraccia un arco di tempo estremamente ampio con visite alla chiesa di San Cerbone, l'acropoli del Parco Archeologico di Baratti e Populonia, il castello di Populonia, la Casa Esagono e "la Balena"disegnata nel 1962 dall'architetto Vittorio Giorgini per Saldarini. Questa in particolare, essendo adesso privata (ed addirittura gestita come un bed & breakfast ) l'abbiamo vista milioni di volte da fuori, ma non siamo mai potuti entrare. Purtroppo un proprietario anni fa ha visto male di modificarla secondo le sue esigenze, andando a creare a mio avviso uno scempio architettonico al suo interno, modificandone di fatto parte della struttura con l'istallazione di nuove pareti e soprattutto di un pavimento estremamente differente dall'originale.
  • Foto della Casa Esagono e della Casa Saldarini (la Balena)
  • Video dell'interno della Casa Saldarini (la Balena)

MotoGP 2014: Motegi (Giappone)

Si conclude a Motegi in Giappone questo MotoGP 2014 che vede Marc Marquez conquistare il suo secondo mondiale di seguito e Lorenzo, nonostante la pista Honda, raggiungere il gradino più alto del podio, anche lui per la seconda volta di fila. Purtroppo quello che ha perso di più in questa gara è stato Valentino Rossi, partito a fionda e posizionatosi come primo, si è fatto raggiungere e sorpassare dai due spagnoli. Dietro di lui Pedrosa, a cui rosica qualche punticino e lo raggiunge nella classifica generale. Ma adesso, Pedrosa (230) , Rossi (230) e Lorenzo (227) sono tutti lì e mancano ancora tre gare. Con il campione del mondo che comunque non si abbandonerà a continuerà a lottare perchè vincere è sempre bello, perchè vincere è nelle corde di certi uomini. Phillip Island, Sepang e Valencia ci regaleranno ancora diverse emozioni e se piove di quel tuona, sarà il mio ultimo Mondiale su Sky. Ma questa è un'altra storia.

58 Minuti Per Morire - Die Harder (1990)


Regia: Renny Harlin
Anno: 1990
Titolo originale: Die Hard 2
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (7.1)
Pagina di I Check Movies
Acquista su Amazon (cofanetto)

Passa un anno (sebbene cinematograficamente ne passino due) e John McClane (Bruce Willis) si ritrova a dover passare un Natale nuovamente movimentato. Oltre a lui ritroviamo altri personaggi del cast iniziale come su moglie (Bonnie Bedelia) il sergente Powel in una breve apparizione e l'odioso giornalista guastafeste mentre abbiamo anche Franco Nero nei panni del cattivo e la regia è nelle nuove mani di Renny Harlin. Quest'ultimo però ci sa fare, mantiene alta l'azione ed intatto il personaggio eroico, ma ironico. Inoltre assistiamo a scene molto più violente e la trama non si preoccupa di mietere circa 250 vite, tra civili, poliziotti e delinquenti. E' un buon sequel, sebbene non raggiunga i livelli di Trappola Di Cristallo che dal suo canto può vantare freschezza ed originalità. Qui comunque possiamo contare su di una location molto più vasta perchè l'aeroporto di Dulles si presta a tanta azione in più, inseguimenti ed esplosioni di ogni tipo. Il duro del film qui è ancora più duro a morire ed alla fine riuscirà a salvare un numero enorme di persone, moglie compresa che è davvero una calamita per i guai. Una curiosità che c'entra poco con il film è la nazione di provenienza del villain trafficante di droga: l'immaginario Stato centroamericano di Val Verde già visto in Predator. La versione bluray si presenta bene sia per il video che per l'audio (italiano DTS 5.1 compresso) e questa volta anche per i contenuti extra. Il menù non è navigabile in maniera eccelsa, è difficoltoso tornarci una volta all'interno dei contenuti speciali e manca per alcune macrocategorie il "play all". 
  • Commento del regista
  • Selezione scene
  • Scene eliminate (8 minuti)
  • HBO first look (23 minuti)
  • Featurette (4 minuti)
  • The bad guys (6 minuti)
  • Breaking the ice (4 minuti)
  • Chaos on the conveyor belt (8 minuti)
  • Interview with Renny Harlin (7 minuti)
  • Visual effects (8 minuti)
  • Trailer vari (6 minuti)

sabato 11 ottobre 2014

Ken Il Guerriero - La Leggenda Di Hokuto (2006)


Regia: Takashiro Imamura
Anno: 2006
Titolo originale: Shin Kyuseishu Densetsu Hokuto no Ken - Raoh Den Jun-ai no Sho (
北斗の拳 ラオウ伝 殉愛の章)
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (6.8)
Pagina di I Check Movies
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Questo è il primo film della nuova (in Italia sono usciti a partire dal 2008) pentalogia dedicata a Kenshiro. Questa serie di anime si basa sulla serie originale, ma non sono vecchi spezzoni aggiustati e messi insieme, si tratta piuttosto di un'opera nuova con inserti aggiunti per dare maggior impatto alla trama e maggiore spessore ai personaggi. Questo primo capitolo è incentrato sullo scontro tra Ken e Souther però il titolo originale fa riferimento a Raoul ("La leggenda di Raoul: martiri dell'amore") che resta il mio personaggio preferito ("vuoi morire per un paio di frecce?" [cit.]). Reina, costruita e disegnata ex novo appositamente per dare una luce differente al bestione senza cuore, è un personaggio assai riuscito. Sia le animazioni che il doppiaggio risultano nuovi e sicuramente il lavoro svolto è stato eccezionale, e per quanto mi riguarda particolarmente apprezzato. Passata la solita (ma diversa) introduzione sulla situazione in cui versa il mondo, la trama parte subito forte e vedrà i tre fratelli di Hokuto uniti, anche se con le dovute precauzioni, per far fronte comune a Souther o più in generale ai mali che affliggono la Terra. Nonostante la storia sia già conosciuta da un pubblico che è sempre più vasto, sono felice che dopo anni si sia ripreso in mano il plot e messo in lavorazione con tecniche nuove e più al passo con i tempi. Kenshiro ed il resto dei personaggi non potevano restare rilegati agli anni ottanta. Della serie originale non manca niente: odio, violenza, devastazioni, carestie, ma non da ultima la speranza. Scene immense quelle dei combattimenti e l'abitudine di ingigantire uomini, animali o cose (basti pensare alla piramide del Sacro imperatore) riesce a dare una prospettiva umana alle faccende narrate. Anche i dialoghi, presenti essenzialmente in alcune scene più statiche, hanno la loro importanza. Inoltre non siamo di fronte ad un film in cui i combattimenti e l'uso di violenza sono gratuiti, anzi possiamo notare quanto più i personaggi principali siano portatori di valori ed ideali. Combattere diviene una necessità, messa in ombra da innumerevoli sacrifici di carattere morale. L'edizione DVD può vantare pure di un buonissimo comparto audio in 5.1 che emoziona in modo particolare. E' infatti la prima volta che posso assaporare qualcosa di simile guardando Ken e se prima erano le musiche (You ha Shock) il piatto forte, adesso lo sono anche gli effetti sonori. Gli extra sono i seguenti:
  • Trailer cinematografico italiano
  • Spot tv
  • Trailer originale giapponese
  • Spot tv giapponese
  • Schede personaggi
  • Titoli di coda originali
  • Yamato shop (pubblicità)

...Continuavano A Chiamarlo Trinità (1971)


Regia: E. B. Clucher
Anno: 1971
Titolo originale: ...Continuavano A Chiamarlo Trinità
Voto: 7/10
Pagina di IMDB (7.3)
Pagina di I Check Movies
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E. B. Clucher (Enzo Barboni) continua, ad appena un anno di distanza, le avventure di Trinità e Bambino con un sequel perfettamente coerente e che resterà un cult dello spaghetti western. Bud Spencer e Terence Hill sono una coppia affiatata ed vengono riutilizzati tutti gli ingredienti presenti nel primo capitolo, senza però avere una copia dello stesso. La commedia è il piatto forte, condita come si deve dalle celebri scazzottate e dai dialoghi divertenti ed in tema con il genere. Si riparte da dove ci avevano lasciato e la trama segue un corso decisamente simile negli intenti presentandosi quasi come una sorta di secondo tempo allungato. Veniamo comunque a conoscere meglio i due personaggi, con la presentazione di questi anche all'interno della stramba famiglia di briganti che ha dato loro i natali. Le battute al limite del comico sono da segnare nell'almanacco delle frasi cult, anche se in tutta onestà preferisco il primo. Pellicola di un certo valore che purtroppo per diritti di distribuzione o particolari politiche commerciali ad oggi è difficile trovare nella sua versione completa ed estesa. Per questo voglio ringraziare, senza fare nomi, chi è riuscito a trovare, rippare, montare, sincronizzare le parti mancanti nelle edizioni DVD con quelle VHS: un lavoro underground che rispolvera i vecchi grandi successi, che dovrebbero essere conservati e resi disponibili anche in versioni non epurate.

venerdì 10 ottobre 2014

Prometheus (2012)


Regia: Ridley Scott
Anno: 2012
Titolo originale: Prometheus
Voto: 8/10
Pagina di IMDB (7.1)
Pagina di I Check Movies
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Prometheus è una sorta di spin off di Alien che funge da prequel della saga , iniziata nel 1979 dallo stesso Ridley Scott. Che dire: non può eguagliare i primi due capitoli visti, ma si avvicina molto, almeno per i miei gusti personali, a ciò che un ottimo film di fantascienza dovrebbe avere. Una struttura imponente, effetti speciali sensazionali, una trama intrigante e curiosa. Forse è proprio questo ultimo fattore ad essere il più debole, ma riconosco la grandiosità delle aspettative create e l'intento che non è solo quello (facile da pensare) di versare milioni di dollari su di un progetto per incassarne altrettante vagonate. Prometheus è un coraggioso ritorno al passato che fa sì leva sugli afecioandos incalliti, ma che inserisce numerosi spunti di riflessione (ok, non tutti sono sviluppati alla perfezione, ma è comunque un film di due ore, non di dieci) che catturano inevitabilmente l'interesse. La sostanza è quella che ci aspettiamo da un prodotto del genere, e la forma è decisamente da applausi, soprattutto nella ricostruzione della missione, dell'equipaggio e dell'evolversi di una scoperta che può definirsi LA scoperta. Inoltre, ed apro una piccola parentesi, l'approccio alla razza aliena in questione mi ricorda leggermente alcuni libri di Richard K. Morgan e Dan Simmons , che ho divorato in questi anni. Anche per questi motivi, quindi non posso esimermi dal lodare il lavoro certosino eseguito da Scott e sopratutto al sua voglia di (ri)creare un'ambientazione con forti richiami ad un tipo di fantascienza pericolosa da seguire perchè anche troppo utilizzata. Lui evidentemente può, ci riesce e lo fa in grande stile. Non abbiamo, e mi sa che non avremo mai più una Sigourney Weaver eroina d'altri tempi, ma Noomi Rapace si difende bene. Forse pecca proprio in alcune scene che prevedono un diretto confronto con la protagonista di xx anni fa. A parte questo è un film da vedere, per gli appassionati sicuramente, per gli altri altrettanto importante per poter apprezzare le decine di scene d'azione che si alternano a quelle più puramente di stampo filosofico morale, in cui vengono fuori interrogativi non di poco conto, sulla nostra esistenza, sulle religioni, sugli esseri superiori che comunemente prendono il nome di "dei". La versione bluray è quella in disco singolo che presenta un'ottima fattura video ed un comparto audio strepitoso, sebbene per la lingua italiana sia previsto "solo" un DTS 5.1 che è davvero da brivido. Gli extra non sono molto corposi purtroppo:
  • 2 tipi di commenti
  • Scene estese o tagliate (37 minuti con la possibilità di avere il commento di Pietro Scalia, il montatore)
  • The Peter Weyland files (19 minuti)
  • Prometheus Weyland Corp. App (qui la versione per Android) che dà la possibilità di utilizzare lo smartphone o il tablet come un monitor alternativo durante la visione del film. Per funzionare (ed installare l'applicazione) dovete avere il device collegato alla medesima rete a cui è collegato il lettore BD
  • Contenuti online (non disponibili per il nostro Paese)

Stephen King - Cuori In Atlantide


Autore: Stephen King
Anno: 1999
Titolo originale: Hearts In Atlantis
Pagine: 669
Voto: 4/5
Pagina di Anobii
Acquista su Amazon (libro o ebook)

Trama del libro e quarta di copertina:

Drammatico e terribilmente sincero, un romanzo sulla tragedia del Vietnam e sul suo impatto sulla società americana. Cinque episodi, collegati fra loro, ambientati tra il 1960 e il 1999: ogni storia è profondamente radicata nel periodo iniziale, e pervasa da fantasmi, quasi tutti di guerra; ogni storia contiene occulte premesse, che si sviluppano poi in modo inaspettato. E un legame sottile le percorre tutte, fino a un epilogo pacato e pacificatore. Una prova straordinaria, dove brilla tutta la grandezza dello scrittore King. 

Commento personale e recensione:

 Viene presentato come una raccolta di cinque racconti, ma a me piace pensarli più (ed in effetti lo sono) come capitoli molto diversi tra loro, ma con elementi in comune che spaziano tra il 1960 ed il 1999. E' proprio ciò che li lega ad essere il punto di forza piuttosto che le trame singole di ogni episodio. In un certo senso abbiamo quel romanticismo struggente e malinconico che non guarda solo all'amore, ma forse soprattutto alla nostalgia delle vite passate. Il divenire adulti e guardare al passato con una sorta di rimpianto rassegnato, ma al tempo stesso vivere il presente e sperare nel futuro. Stephen King è bravo, e non lo fa solo qui, nel catturare momenti all'apparenza banali e trasformarli in periodi significanti ed indimenticabili, soprattutto quelli legati all'adolescenza ed alle prime amicizie. Il romanzo è abbastanza voluminoso, prolisso in alcune parti, avvincente quanto basta da affrontare la noia che purtroppo trasuda da alcune descrizioni estremamente capillari, ma la magia, il fato ed il destino che inevitabilmente si incrociano, mi hanno lasciato ad un passo dalla commozione.

giovedì 9 ottobre 2014

The Believer (2001)


Regia: Henry Bean
Anno: 2001
Titolo originale: The Believer
Voto: 7/10
Pagina di IMDB (7.3)
Pagina di I Check Movies
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Henry Bean, al suo primo lavoro come regista, porta sul grande schermo una sua creazione teatrale che prende spunto, anche se lontanamente, dalla vita di Daniel Burros un attivista neonazista ed ebreo. Il personaggio di The Believer è infatti un giovane ragazzo (Ryan Gosling agli esordi) dotato di una buona arte oratoria che ha ricevuto insegnamenti culturali ebraici abbastanza profondi, che seriamente gioca all’essere nazista. Seriamente perchè non scherza, prende la questione di petto, è informato, odia gli ebrei in quanto tali ed in quanto è giusto odiarli, conosce la loro cultura essendolo lui stesso e lotta affinchè questi vengano uccisi. Gioca perchè la sua vita e la sua questione è un grosso controsenso, portato sì avanti da ragionamenti intellettuali di un certo rilievo, ma che cozzano sempre tra loro e non portano a dare una risposta definitiva, se mai dovesse essercene una, sul perchè il popolo ebraico debba necessariamente essere odiato e disprezzato. Più capibile il suo (deprecabile) punto di vista in quanto persona che ha vissuto dall’interno i dettami religiosi (ricordiamo però che non tutti gli ebrei sono praticanti e rispettosi della propria fede) e le possibili contraddizioni che il credo presenta, piuttosto che quello esterno dato dai compagni nazi, spesso ignoranti e privi di neuroni accesi. L’orrore che si ripresenta nell’inneggiare il nazismo ed Hitler “se l’Olocausto avesse causato solo duecentomila morti, perchè mai dovremmo esaltare quanto successo?”. La cristallina logica del disprezzo portato avanti da Daniel terrifica ancor di più lo spettatore che vede nel razzista e nell’antisemita solo chi è ignorante e non percepisce ciò che lo circonda. L’unico ad avere una coscienza (ed anche coscienza dei fatti) è proprio il più pericoloso di tutti. La storia viene narrata molto bene, mettendo in risalto tutte le convinzioni del protagonista, che ovviamente non può essere infallibile, ma certamente affascinante e carismatico per molti adepti del Nazi Party. Se analizzato bene però Gosling interpreta alla perfezione un ragazzo con tante contraddizioni che almeno inizialmente è presentato anche come estremamente intelligente, ma questa sua dote non sempre riesce a stare al passo con la realtà dei fatti. Un film drammatico che adoro nonostante il finale non al pari della parte iniziale.