Visualizzazione post con etichetta horror. Mostra tutti i post
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giovedì 7 agosto 2025

Bussano Alla Porta (2023)

 
Regia: M. Night Shyamalan
Anno: 2023
Titolo originale: Knock At The Cabin
Voto  e recensione: 6/10
Pagina di IMDB (6.1)
Pagina di I Check Movies
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Diciamolo subito: Bussano alla porta non è uno di quei film che ti lasciano senza fiato. Non è Il sesto senso, non è neppure uno Shyamalan "vecchia scuola" pronto a spararti il twistone finale. Eppure... non mi è affatto dispiaciuto. Anzi, mi ha tenuto incollato con un’attenzione quasi morbosa. Sarà che l’idea alla base è affascinante: un’apocalisse in arrivo, una famiglia presa in ostaggio, e una scelta impossibile da fare—il tutto in una baita isolata nel bosco. Minchiazza, sembra quasi un film horror anni ’80, invece gira tutto sul piano psicologico e morale.

La tensione è costante, anche se ogni tanto viene diluita da flashback un po’ troppo lunghi, come se Shyamalan volesse ricordarci ogni dieci minuti che questa è anche una storia d’amore e genitorialità, non solo di morte imminente e profezie bibliche. Ok, messaggio recepito, ma si poteva stringere un po’.

I quattro “invasori” – interpretati bene, tra cui un sorprendente Dave Bautista in versione guru pacato – non sono i classici cattivi, anzi. Hanno una missione, e sono convinti che la salvezza del mondo dipenda da un sacrificio compiuto da quella famiglia. La cosa interessante è che il film non ci dice mai se hanno ragione o no... almeno non subito. E questo dubbio, questa ambiguità, funziona. Tiene acceso il cervello, e per chi come me non cerca solo jumpscare o botti digitali, è una bella boccata d’aria.

Certo, ci sono scelte narrative che fanno un po’ storcere il naso. Alcuni momenti sono telefonati, alcune dinamiche sembrano troppo impostate. Eppure, il film non si sfascia mai davvero. Resta in piedi, coerente nel suo tono e nel messaggio. Non cerca di piacere a tutti anche se manca violenza fisica visiva. Non fa il brillante. E forse è proprio questo che me l’ha fatto apprezzare.

In rete le reazioni sono state tiepide, ma con qualche nota positiva simile alla mia. Chi lo stronca dice che è prevedibile, che Shyamalan si è “ammorbidito”. Chi lo difende, come Cineforum, lo considera un film coerente, essenziale, che rinuncia allo stupore per costruire una tensione più cupa e morale. Io mi metto nel mezzo: non è un filmone, ma neanche uno da buttare. È una di quelle visioni che ti rimangono addosso, non per gli effetti speciali, ma per la domanda scomoda che ti lascia: tu, cosa saresti disposto a fare per salvare l’umanità?

Bella domanda. E bella visione. Magari non perfetta, ma centrata.


mercoledì 2 luglio 2025

Magic - Magia (1978)

 
Regia: Richard Attenborough
Anno: 1978
Titolo originale: Magic 
Voto e recensione: 6/10
Pagina di IMDB (6.8)
Pagina di I Check Movies
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Film:
Non capita spesso di vedere un film che promette una discesa nell’incubo ma non molla mai la presa sul reale. Magic di Richard Attenborough è uno di quei rari casi. Nonostante la presenza di un pupazzo parlante – Fats (Forca) – e di un giovane Anthony Hopkins che già allora sapeva come far tremare lo sguardo, il film non si rifugia mai in scorciatoie soprannaturali. Qui non c’è un demone nascosto nel legno o un fantasma ventriloquo: c’è solo un uomo che perde il controllo. E questo è, a conti fatti, molto più spaventoso.

Corky è un prestigiatore di scarso successo che trova nel pupazzo la sua voce e la sua sicurezza. Ma invece di liberarlo, Forca diventa la gabbia. Hopkins è magistrale nel mostrare questa scissione: gli occhi sempre più sfuggenti, la voce che passa dal balbettio incerto alla tirannia ringhiosa di Forca.  È un doppio ruolo a tutti gli effetti, solo che la controparte è di legno e stoffa.

Quello che funziona meglio in Magic è la coerenza con cui rimane ancorato alla psiche. Nessuna virata horror a effetto, nessuna possessione. Solo la lenta deriva di un uomo che lascia entrare la follia nel proprio numero da baraccone fino a confonderla con la vita vera. La tensione nasce tutta lì: sapere che non c’è un “spirito maligno” a cui dare la colpa. Siamo soli con Corky e la sua voce interiore, truccata da pupazzo.

Il finale non tradisce questa impostazione: niente spiegoni mistici, nessun colpo di scena da brividi facili. C’è solo la logica conseguenza di una mente che non regge più i fili che muovono il burattino. E non è Fats ad animarsi, ma Corky a disfarsi. Come se fosse lui, in fondo, l’unico vero fantoccio di tutta questa messinscena.

Oggi, tra ventriloqui maledetti e bambole possedute a pacchi, Magic resta un piccolo gioiello di equilibrio psicologico, e pure un monito: a volte fa più paura non avere nessuno a cui dare la colpa, se non se stessi.

Edizione: DVD
Versione senza nessuna particolarità se non quella di essere raro nell'edizione con lingua italiana che qui è in mono con spesso voce molte bassa.

martedì 24 giugno 2025

La Settima Donna (1978)

 
Regia: Francesco Prosperi
Anno: 1978
Titolo originale: La Settima Donna
Voto e recensione: 5/10
Pagina di IMDB (5.6)
Pagina di I Check Movies
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Film:

Ci sono film che non hanno bisogno di mostrare tutto per essere disturbanti. La settima donna di Franco Prosperi (leggero pseudonimo di Francesco) è uno di questi. Un’opera che incide nella carne dello spettatore senza necessariamente farla vedere. E forse è proprio questo il motivo per cui, a distanza di quasi cinquant’anni, continua a far male.

Ambientato in un convento isolato, in un’Italia che sta ancora cercando di capire se crede più in Dio o nel caos post-‘68, il film racconta l’irruzione brutale di tre criminali in fuga, che sconvolgono l’equilibrio sacro di un piccolo gruppo di novizie. Lì, in quello spazio apparentemente protetto, si consuma una lenta e inesorabile discesa nell’orrore. Ma non è l’orrore a cui ci hanno abituato i torture porn americani o i remake acchiappa-click: La settima donna lavora per sottrazione. Le scene più violente ci sono, eccome, ma non vengono mai sbattute in faccia. E proprio per questo risultano ancora più inquietanti.

La violenza non è solo fisica, è psicologica, sacrilega, carica di tensione erotica e repressa. Florinda Bolkan, nel ruolo della suora protagonista, offre una performance intensa, fatta di sguardi, tremori e dignità ferita. Lo spettatore sente addosso la paura, il terrore paralizzante, l’impossibilità di reagire in un mondo dove ogni riferimento morale sembra crollato.

Ed è qui che La settima donna fa scuola. Oggi ci si affanna a imbastire horror sempre più splatter, sempre più artificiali, pieni di sangue finto e urla isteriche. Ma pochi riescono a costruire un senso di violazione così tangibile, di profanazione così potente, come fa Prosperi con pochi elementi: una location claustrofobica, tre uomini come bestie feroci, e il contrasto tra sacro e profano portato all’estremo.

Un film che mette a disagio. Non perché esagera, ma perché non ha bisogno di farlo. Un cinema violento, sì, ma intelligente, che affonda coltelli simbolici nella carne viva del senso di colpa, della paura del diverso, del trauma non detto. Guardarlo oggi fa quasi rabbia: con così pochi mezzi e nessun effetto digitale, riesce a essere più disturbante di decine di titoli recenti pieni di orpelli.

In definitiva, La settima donna è un pugno nello stomaco ancora attuale. Un promemoria su come si può essere spietati senza diventare ridicoli, e su quanto il vero orrore spesso risieda in ciò che non si vede, ma si sente.

Edizione: DVD

Non è un caso che le versioni fisiche (o digitali ) non si trovano con facilità.  Semplice DVD con audio italiano anche in multicanale ed i seguenti extra:

  •  Presentazione (3 minuti)
  • 2 schede didascaliche  

giovedì 15 maggio 2025

Quarantena (2008)


Regia: John Erick Dowdle
Anno: 2008
Titolo originale: Quarantine
Voto e recensione: 5/10
Pagina di IMDB (6.0)
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Film:
Quando hai già visto [REC], l’originale spagnolo di Balagueró e Plaza, affrontare Quarantena è un po’ come riguardare un film che ti ha già scosso… ma doppiato male. Non in senso letterale — il cast è americano e la lingua è l’inglese — ma il feeling è quello: un déjà vu patinato, sterilizzato, che comunque riesce a farti rimanere con gli occhi incollati allo schermo.

Il film ricalca passo passo la trama del predecessore: una reporter (Jennifer Carpenter, che sarebbe la sorella di Dexter) e il suo cameraman seguono una squadra di pompieri in un turno notturno apparentemente tranquillo, finché non si ritrovano chiusi dentro un palazzo in quarantena, in balìa di un’infezione che trasforma gli abitanti in aggressivi mostri rabbiosi. Il tutto girato in stile found footage, con camera traballante e panico a fior di pelle.

Ora, io non sono un fan sfegatato del finto documentario. Anzi, per me è spesso un espediente pigro, usato per mascherare limiti tecnici o narrativi. E quando poi arriva il remake fotocopia, fatto solo perché l’originale era in lingua straniera e “il pubblico americano non può leggere i sottotitoli”, allora mi girano anche un po’ le palle. Perché Quarantena non aggiunge nulla. Non reinventa, non sperimenta, non si prende nessun rischio. È un copia-incolla plastificato, confezionato bene ma senza un’anima propria.

Se non hai mai visto [REC], ti sembrerà un discreto horror a camera in spalla, capace di tenerti in tensione. Ma se l’hai già visto — e apprezzato — questo remake sembra solo un compitino per casa, fatto da qualcuno che ha paura che la gente, sentendo parlare in spagnolo, cambi canale.

In sintesi: non brutto, ma inutile. E i remake fatti così, ormai, hanno davvero rotto le palle.

Edizione: bluray
Caso molto curioso. CG ogni tanto mi  manda a casa alcuni bluray in regalo, in combo con altri acquisti, soprattutto durante le campagne di StartUp. Probabilmente avanzi di magazzino, ma ad ogni modo gradisco sempre. Mi hanno mandato qualche tempo fa il titolo in bluray "Rachel Si Sposa". Lo scarto, tolgo la pellicola, lo apro, inserisco il disco e comincio a guardare. Dopo poco capisco che si tratta di un altro film... Controllo anche la scritta sul disco e corrisponde al titolo della copertina. Ma il film è Quarantena. Traccia audio in Dolbry TrueHD multicanale ed i seguenti extra:
  • Commento audio
  • Making of (10 minuti)
  • Dressing the infected (7 minuti)
  • Anatomy of a stunt (3 minuti)

domenica 30 marzo 2025

La Cosa Da Un Altro Mondo (1951)

Image of 1951 theatrical poster
Regia: Christian Nyby, Howard Hawks
Anno: 1951
Titolo originale: The Thing From Another World
Voto e recensione: 5/10
Pagina di IMDB (7.1)
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Film:

Quando si parla di "La Cosa", il capolavoro di John Carpenter del 1982 viene spesso considerato il punto di riferimento assoluto. Tuttavia, il film di Carpenter ha un predecessore predecessore del 1951, La Cosa dell'altro mondo (The Thing from Another World), diretto da Christian Nyby sotto la supervisione del grande Howard Hawks (regista non accreditato)

Basato sul racconto Who Goes There? di John W. Campbell, questo film rappresenta la prima trasposizione cinematografica dell'idea di un'entità aliena ostile confinata in un avamposto isolato. Pur essendo lontano dalle atmosfere paranoiche e viscerali della versione di Carpenter, mantiene comunque un valore storico e cinematografico significativo. Si tratta quindi di un horror fantascientifico dal taglio classico

Il film segue un gruppo di scienziati e militari in una base artica che scoprono e riportano in vita una creatura aliena imprigionata nel ghiaccio. A differenza della versione di Carpenter, qui la minaccia è più concreta e meno subdola: il mostro è una creatura umanoide che si muove e attacca come un predatore implacabile. Non c'è il concetto di assimilazione o imitazione, ma piuttosto uno scontro diretto tra uomini e alieno con una struttura di tipo vegetale, ma comunque dalle sembianze umanoidi.

Uno degli elementi più interessanti del film è il ritmo incalzante dei dialoghi, tipico dello stile di Hawks, che dona realismo e dinamismo alle interazioni tra i personaggi, anche se a distanza di oltre settanta anni possano questi sembrare davvero vetusti. Anche se le tensioni tra scienza e militarismo sono presenti, il film si schiera decisamente dalla parte dell'azione e della risoluzione pragmatica del problema, a differenza del più ambiguo e angosciante approccio carpenteriano.

Dal punto di vista visivo, il film è figlio della sua epoca: gli effetti speciali sono rudimentali e la creatura, pur inquietante nel suo design, non riesce a trasmettere lo stesso senso di terrore e mistero della versione di Carpenter. Inoltre, il tema dell’invasione aliena riflette il clima della Guerra Fredda e la paura dell’ignoto, più che un vero e proprio horror psicologico.

Se confrontato con la pellicola del 1982, La Cosa dell'altro mondo risulta meno incisivo e meno spaventoso, ma rimane comunque un pezzo importante della storia del cinema di fantascienza. La sua importanza non si misura solo con gli standard attuali, ma con la sua influenza sul genere e sulla sua capacità di introdurre un concetto destinato a essere sviluppato con maggiore profondità e inquietudine nel futuro.

Pur preferendo il film di Carpenter, riconosco il merito di La Cosa dell'altro mondo come una delle prime pellicole a portare sullo schermo la paura dell’ignoto extraterrestre. È un film che va visto con la giusta contestualizzazione storica e che, nonostante i suoi limiti, rimane un classico della fantascienza anni ’50. Se si vuole comprendere l’evoluzione dell’horror e della sci-fi, è una visione obbligata.

Edizione: doppio DVD
Edizione a cofanetto con slipcover in cartoncino, purtroppo un solo artwork ripetuto anche sulla custodia, che contiene oltre che a due dischi DVD anche una cartolina rigida con la locandina originale. Nel primo disco abbiamo la versione con colori (lavoro non perfetto vista l'età, ma godibile) mentre nel secondo quella originale in bianco e nero con formato originale. In entrambe le versioni la traccia audio italiana è in stereo e gli extra sono i medesimi:
  • Trailer
  • Galleria fotografica
  • 2 schede testuali

sabato 29 marzo 2025

Artigli (1977)


Regia: Denis Heroux
 Anno: 1977
Titolo originale: The Uncanny
Voto e recensione: 3/10
Pagina di IMDB
Pagina di I Check Movies
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Film:
 Artigli (titolo originale "The Uncanny") è un film horror antologico del 1977 diretto da Denis Héroux, che esplora il lato oscuro e vendicativo dei gatti attraverso tre episodi distinti, incorniciati dalla storia di uno scrittore (Peter Cushing) deciso a dimostrare al suo editore (Ray Milland) la natura malefica dei felini.

Trama degli episodi:

  1. Londra, 1912: Una ricca anziana decide di lasciare tutta la sua eredità ai suoi gatti, scatenando l'ira della sua domestica e del nipote, che complottano per distruggere il testamento. Tuttavia, i gatti si rivelano protettivi e vendicativi nei confronti della loro padrona.

  2. Quebec, 1975: Lucy, una giovane orfana, si trasferisce a vivere con la zia e la cugina, che la maltrattano. Con l'aiuto del suo gatto Wellington e della magia nera, Lucy trova un modo per affrontare le sue oppressioni.

  3. Hollywood, 1936: Un attore (Donald Pleasence) trama l'omicidio della moglie per favorire la sua amante, ma il gatto della defunta non tarda a vendicarsi. In questo episodio, Donald Pleasence sembra divertirsi particolarmente nel suo ruolo, conferendo un tono più grottesco e ironico alla vicenda rispetto agli altri segmenti.

Come grande maestro di critica cinematografica punto il dito su una sceneggiatura banale e una regia poco ispirata, nonostante la presenza di attori di calibro come Cushing, Milland e Pleasence.

Tuttavia, il film presenta elementi di interesse per gli appassionati del genere horror antologico, soprattutto per l'atmosfera vintage e l'approccio narrativo tipico delle produzioni Amicus, nonostante questa non sia direttamente coinvolta nella produzione. La presenza di attori iconici e l'idea di esplorare la natura vendicativa dei gatti conferiscono al film un fascino particolare, anche se l'esecuzione potrebbe non soddisfare tutti gli spettatori.

"Artigli" offre uno sguardo curioso sul mondo dei felini attraverso storie che mescolano suspense, vendetta e un tocco di umorismo nero. Pur non essendo un capolavoro del cinema horror, può risultare interessante per chi apprezza le antologie e desidera riscoprire il fascino dei film di genere degli anni '70.

Edizione: DVD
Qualità un po' bassina, ma probabilmente si tratta di un film anzianotto e di serie B, quindi nessuno ha fatto salti mortali per portarlo in alta definizione. Comunque traccia audio in multicanale e come extra:
  • Galleria
  • Trailer
 

sabato 15 marzo 2025

Grano Rosso Sangue Trilogy

 Grano Rosso Sangue Trilogy - Limited Edition 3 Blu-ray + Book da Collezione (Blu-ray)
Tutto ha inizio con il racconto I Figli Del Grano, contenuto nella raccolta A Volte Ritornano, di Stephen King, Da qui sono partiti diversi prodotti cinematografici ispirati a tale racconto: si contano oltre dieci titoli compresi quelli usciti esclusivamente per home video ed i ramake. Grano Rosso Sangue Trilogy, della Mifnight Factory racchiude i primi tre ed anche il cortometraggio I Discepoli Del Corvo del 1983 presente tra gli extra. Si tratta di un'edizione molto curata come da sempre ci hanno abituato con slipcover rigida in cartoncino, due artwork differenti, la custodia a libro che contiene i tre dischi bluray. All'interno anhce tre cartoline, una dedicata a ciascun titolo e l'immancabile booklet a colori di 22 pagine. Per quanto riguarda le tracce audio abbiamo DTS HD MA su tutti i dischi, ma soltanto per il primo in multicanale, mentre per gli altri il sonoro è in stereo. Ecco invece come sono suddivisi gli extra e quanti sono:
 
  • 2 commenti audio
  • Harvesting horror (36 minuti)
  • It was the eighties! (14 minuti)
  • Stephen King on a shoestring (11 minuti)
  • Welcome to Gatlin (15 minuti)
  • Cortometraggio I Discepoli Del Corvo
  • Storyboard
  • Trailer
 Grano Rosso Sangue II - Il Sacrificio Finale:
  •  Commento audio
  • 2 scene US cut con CGI
  • Galleria fotografica
  • Trailer
Grano Rosso Sangue III:
  • Commento audio
  • Finale alternativo (12 minuti)
  • Sequenza di scene di presentazione del film
  •  Galleria fotografica
  • Trailer

 

Grano Rosso Sangue III (1995)


Regia: James Hickox
Anno: 1995
Titolo originale: Children Of The Corn III: Urban Harvest
Voto e recensione: 3/10
Pagina di IMDB (4.3)
Pagina di I Check Movies
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Film:
Il mais arriva in città, ma non migliora Dopo il disastro del secondo capitolo, gli autori devono aver nuovamente pensato: “Ok, ci serve un’idea fresca!”. E cosa c’è di più innovativo che portare la storia fuori dai campi del Nebraska e piazzare i bambini maledetti in una grande città? L’idea, almeno sulla carta, sembrava meno idiota del solito. Peccato che nel proseguo del film tutto crolli miseramente, dimostrando che puoi cambiare location quanto vuoi, ma se la base è marcia, il raccolto sarà comunque pessimo.

La trama vede due fratelli orfani di Gatlin adottati da una famiglia benestante di Chicago. Uno di loro, Eli, si porta dietro una misteriosa valigetta con semi di mais (perché ovviamente è questo che un bambino psicopatico sceglie di salvare dal suo passato). Inizia a diffondere il culto malato del “Colui che cammina dietro il raccolto”, piantando mais ovunque come un agricoltore posseduto e cercando di convincere i suoi nuovi compagni di scuola che le sette millenariste sono il futuro.

All’inizio sembra quasi un miglioramento rispetto al secondo capitolo. Il contesto urbano dà un’aria nuova alla saga, e l’idea di mischiare il fanatismo agricolo con l’ambiente scolastico e familiare poteva avere del potenziale. Ma poi il film, senza pensarci troppo, preme il pedale sull’assurdità e ci regala momenti impagabili, tipo persone strangolate da piante di mais come in una pubblicità horror della Monsanto.

E poi c’è Eli, il nostro villain in miniatura, che con il suo cappottone nero e lo sguardo da predicatore infantile sembra un incrocio tra un emo degli anni 2000 e un mini boss di un JRPG. Il problema è che il suo livello di minaccia è più o meno quello di un bambino che ti fissa male in autobus. I suoi discorsi solenni dovrebbero incutere timore, ma alla terza profezia apocalittica viene voglia di offrirgli una merendina e dirgli di darsi una calmata.

Man mano che il film avanza, la qualità precipita, la logica si perde per strada e ci ritroviamo con una creatura di mais gigante in CGI da Amiga che rende chiaro un concetto: ormai la saga è diventata una barzelletta.

Grano rosso sangue III poteva essere un passo avanti, ma inciampa subito e cade in un campo di stupidità. Se non altro, regala qualche momento esilarante involontario. Guardarlo è come addentare una pannocchia che sembra succosa, ma poi scopri che è piena di muffa.



Edizione: Grano Rosso Sangue Trilogy
Cofanetto  contenente la trilogia originale, di cui parlerò in apposito articolo
 
 

mercoledì 12 marzo 2025

Grano Rosso Sangue II - Sacrificio Finale (1993)


Regia: David Price
Anno: 1993
Titolo originale: Children Of The Corn II: The Final Sacrifice
Voto e recensione: 3/10
Pagina di IMDB (4.4)
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Film:

Nove anni dopo il primo Grano Rosso Sangue, qualcuno ha pensato: “Ehi, sapete cosa serve al mondo? Un sequel!”. Ed ecco Grano Rosso Sangue II – Sacrificio Finale, che prova a ripetere la magia del primo film, ma con meno ispirazione e più momenti da WTF.

La storia riprende dopo il massacro di Gatlin. Gli orfani della cittadina vengono trasferiti in una nuova comunità, perché tutti sappiamo che infilare bambini psicopatici nel solito luogo sia una strategia sociale vincente. Qui, ovviamente, ricominciano le stranezze, con un nuovo leader che prova a emulare Isaac ma sembra più un bimbo prodigio della recita parrocchiale. C’è anche un giornalista e suo figlio adolescente, che si trovano nel posto sbagliato al momento sbagliato e scoprono che il culto del mais non è morto… è solo in fase di riorganizzazione.

Rispetto al primo film, questo sequel è meno teso e più… stupido. Gli omicidi sono più creativi, ma spesso sconfinano nel ridicolo, tipo una vecchietta schiacciata dalla propria casa. Il livello di recitazione è quello che ci si aspetta da un horror di serie B: tra sguardi intensi, frasi minacciose dette con la convinzione di chi sta leggendo il copione per la prima volta e momenti di pura esagerazione teatrale. Senza contare le apparizioni improvvise per creare il tipico effetto jumpscare.

E i ragazzetti? Beh, se nel primo film erano inquietanti, qui sembrano una versione ancora più gotica dei contadinotti, con il solito dress code da villaggio Amish posseduto e pose da predicatori da TikTok. Quando parlano con tono solenne del “Colui che cammina dietro il raccolto”, viene quasi voglia di rispondere: “Sì, ok, ma cammina anche fino alla scuola, che forse vi serve un ripasso di logica”.

Nel complesso, Grano rosso sangue II è uno di quei sequel che si guardano più per farsi due risate che per paura vera. Il primo almeno aveva un’atmosfera inquietante, questo invece punta tutto su omicidi assurdi e una trama che prende curve strette senza mai capire dove sta andando. Se amate gli horror brutti ma divertenti, dategli un’occhiata… ma sappiate che il vero sacrificio sarà il vostro tempo.


Edizione: Grano Rosso Sangue Trilogy
Cofanetto  contenente la trilogia originale, di cui parlerò in apposito articolo
 


sabato 8 marzo 2025

Grano Rosso Sangue (1984)


 Regia: Fritz Kiersch
Anno: 1984
Titolo originale: Stephen King's Children Of The Corn
Voto e recensione: 5/10
Pagina di IMDB (5.6)
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Film:

Stephen King ha sempre avuto un talento particolare per trasformare gli angoli più tranquilli d’America in incubi rurali. Grano rosso sangue (Children of the Corn), tratto da un suo racconto contenuto in A Volte Ritornano, è l’ennesima dimostrazione di come una cittadina sperduta possa diventare il peggiore dei luoghi da visitare.I protagonisti, interpretati da Peter Horton e Linda Hamilton (sì, proprio la futura Sarah Connor di Terminator), finiscono a Gatlin, un villaggio del Nebraska in cui gli adulti sono spariti e i bambini hanno deciso che venerare una divinità del mais fosse più produttivo di un’educazione scolastica decente. Al comando c’è Isaac, un predicatore in miniatura con una voce inquietante e un guardaroba che sembra uscito da una sfilata di cosplay medievale. Il suo braccio destro, Malachia, è il classico teppistello con i capelli da Rosso Malpelo di Verga e lo sguardo di chi ha perso una rissa con un trattore. Qui arriva la parte divertente: questi ragazzetti fanatici, con i loro vestiti da setta e le facce minacciose, ricordano un po’ i maranza di oggi. Solo che invece di scorrazzare in motorino con marsupio e felpa firmata, brandiscono falci e parlano come se stessero per recitare la Bibbia in un talent show. La minaccia c’è, certo, ma ogni tanto ti viene da chiederti se qualcuno di loro non si sia vestito così per sbaglio, scambiando Gatlin per una fiera dello zoticone. Il film alterna momenti genuinamente inquietanti a scene che oggi risultano più ingenue che spaventose. La tensione c’è, il concetto di bambini assassini funziona sempre, ma la messa in scena e gli effetti speciali non hanno retto benissimo il peso degli anni. Tuttavia, Grano rosso sangue resta un horror cult, tipico dei mitici anni ottanta, con un’atmosfera unica e un messaggio chiaro: se vedi un campo di mais e un gruppo di ragazzini vestiti come seminaristi indemoniati… gira l’auto e scappa.

Edizione: Grano Rosso Sangue Trilogy
Cofanetto  contenente la trilogia originale, di cui parlerò in apposito articolo

 

 
 

giovedì 6 marzo 2025

Ring 0: Birthday (2000)


Regia: Norio Tsuruta
Anno: 200
Titolo originale: Ringu 0 - Basudei (リング0 バースデイ
Voto e recensione: 4/10
Pagina di IMDB (5.9)
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Film:
 Dopo aver visto Ring e Ring 2, tornare indietro con Ring 0: Birthday è un’esperienza interessante, ma anche straniante. Il film, uscito nel 2000 è diretto da Norio Tsuruta, quindi cambia la mano e si distacca dall’approccio investigativo e horror sovrannaturale dei primi due capitoli per abbracciare una narrazione più psicologica e drammatica, concentrandosi sul personaggio di Sadako prima che diventasse l’entità maledetta che conosciamo.
La storia segue Sadako da giovane, quando cerca di condurre una vita normale entrando a far parte di una compagnia teatrale. Ma il suo passato oscuro, il mistero legato ai suoi poteri paranormali e la diffidenza di chi la circonda la spingono inevitabilmente verso il tragico destino che abbiamo già visto nei film precedenti. La scelta di raccontare Sadako come una ragazza fragile e tormentata, anziché come un mostro, è un’idea coraggiosa che in parte funziona, rendendola più umana e tragica.E poi apprezzo il fatto di dare una motivazione ed esplicare ciò che è successo in seguito. Tuttavia, il film fatica a mantenere l’atmosfera inquietante dei primi due Ring. L’orrore si concentra più sulla tensione psicologica e sulla paranoia che sul terrore visivo, salvo brevi scene nel finale. Ci sono meno momenti iconici e la paura strisciante che caratterizzava Ring qui è più diluita. Alcune sequenze funzionano, soprattutto nel terzo atto, ma nel complesso il ritmo è lento e meno coinvolgente rispetto ai capitoli precedenti, e già il secondo era un po' sonnolento. Dal punto di vista visivo e registico, Ring 0 mantiene lo stile sobrio e inquietante della saga, ma senza guizzi particolari. Il finale, che ricollega gli eventi al primo film, è efficace nel dare una chiusura tragica al personaggio di Sadako, anche se lascia un senso di fatalismo già scritto. Nel complesso, Ring 0 è un prequel che prova a dare profondità alla storia di Sadako, ma perde parte della tensione e del mistero che rendevano così potenti i primi due film. Può essere interessante per chi vuole un approfondimento sul personaggio, ma chi cerca lo stesso tipo di horror angosciante di Ring potrebbe restare un po’ deluso.
 
Edizione: Cofanetto Ringu Film Collection
Cofanetto steelbook contenente i tre film giapponesi, di cui parlerò in apposito articolo
 
 

mercoledì 5 marzo 2025

Ring 2 (1999)


Regia: Hideo Nakata
Anno: 1999
Titolo originale: Ringu 2 (リング2)
Voto e recensione: 4/10
Pagina di IMDB
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Film:
 Quando si parla di The Ring 2, la maggior parte delle persone pensa immediatamente al film del 2005 diretto da Hideo Nakata, sequel del remake americano. Ma prima di tutto questo, Nakata aveva già diretto un The Ring 2 nel 1999, seguito diretto del cult horror giapponese Ringu (1998). E se il primo film aveva ridefinito l’horror giapponese per il pubblico mondiale, questo sequel cerca di espandere il mito di Sadako Yamamura con risultati meno incisivi, ma comunque interessanti. A differenza del romanzo di Kōji Suzuki (Spiral), da cui in teoria il sequel doveva prendere spunto, The Ring 2 (1999) sceglie una strada diversa e più cinematografica. Il film riprende gli eventi immediatamente dopo la fine di Ringu: la giornalista Reiko Asakawa e suo figlio Yoichi sono scomparsi, mentre la polizia indaga sulla strana serie di morti collegate alla videocassetta maledetta. La protagonista diventa Mai Takano (Miki Nakatani), l’ex studentessa del professor Ryuji Takayama, che cerca di scoprire la verità sulla maledizione e su Sadako. Se il primo film si muoveva su atmosfere di crescente tensione e paura del non visto, questo sequel vira più verso il dramma paranormale, introducendo elementi di psico-cinema e esperimenti scientifici per spiegare i poteri di Sadako. La narrazione perde un po’ dell’aura di mistero che rendeva Ringu così inquietante, ma guadagna un’interessante esplorazione delle capacità psichiche di Yoichi, che sembra aver ereditato il potere della vendetta di Sadako. Uno degli aspetti più discussi di The Ring 2 è il modo in cui Sadako viene trattata. Se nel primo film la sua presenza era quasi tutta suggerita, qui le sue manifestazioni sono più esplicite: apparizioni, telecinesi, e momenti in cui l’horror si avvicina al J-Horror più tradizionale con fantasmi che si materializzano davanti ai protagonisti. Questo toglie parte dell’ambiguità che rendeva il primo film così disturbante, ma aggiunge una dimensione più dinamica e spettacolare che personalmente non ho apprezzato. Anche se la scena nella vasca di deprivazione sensoriale, in particolare, è uno dei momenti più riusciti del film: un mix di horror psicologico e body horror che riesce ancora oggi a risultare efficace. Tuttavia, rispetto al primo Ringu, manca quel senso di ineluttabilità che rendeva la maledizione così terrificante. Qui c’è più azione e meno angoscia, e nonostante questo la pellicola risulta lenta. The Ring 2 (1999) è un sequel che cerca di espandere il mito di Sadako, ma nel farlo perde parte del minimalismo e della tensione che avevano reso Ringu così iconico. Hideo Nakata dimostra ancora una volta di saper costruire atmosfere inquietanti, ma l’eccessiva esposizione del sovrannaturale e l’approccio più fantascientifico possono risultare meno efficaci rispetto alla pura paura dell’ignoto del primo capitolo.


Edizione: Cofanetto Ringu Film Collection
Cofanetto steelbook contenente i tre film giapponesi, di cui parlerò in apposito articolo

mercoledì 29 gennaio 2025

Blink Twice (2024)


Regia. Zoe Kravitz
Anno: 2024
Titolo originale: Blink Twice
Voto e recensione: 4/10
Pagina di IMDB (6.5)
Pagina di I Check Movies
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Pellicola di esordio di Zoe Kravitz, figlia del per adesso più celeberrimo Lenny e già inserita nel mondo del cinema come attrice. Con Blink Twice le aspettative non erano poche, avendo tra le mani quello che in potenza poteva essere un thriller psicologico con una punta di satira sociale e suspense. Ho trovato però troppo lunga la parte iniziale e maggiormente sbrigativa, con una sorta di cambio di registro la seconda. Ad un principio promettente si ha un inciampo che tende ad utilizzare clichè horror quando invece mi aspettavo qualcosa di più elaborato anche se non perfetto tipo Antebellum. Nel complesso comunque si respira una buona aria mista tra potere e setta di controllo seppur prevedibile ben inserita nel contesto. Channing Tatum, il cattivo si muove forse meglio della protagonista Naomi Ackie, ma se devo essere sincero mi ha dato veramente poco, come film, se penso alla seconda parte.

domenica 19 gennaio 2025

Alien: Romulus (2024)

A red and black image of a person with an eight-legged alien creature attached to the person's face with the person's hands clutching its tail.
Regia: Fede Alvarez
Anno: 2024
Titolo originale: Alien: Romulus
Voto e recensione: 6/10
Pagina di IMDB (7.1)
Pagina di I Check Movies
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Eccoci tornati a vedere film e con qualcosa da inserire in un contesto molto più ampio. Con Alien: Romulus, il celebre franchise sci-fi/horror torna a esplorare le profondità dello spazio e della psiche umana, offrendo un tassello narrativo che si colloca cronologicamente tra Alien (1979) e Aliens - Scontro Finale (1986). Questa posizione gli consente di espandere l’universo creato da Ridley Scott, senza dover affrontare il peso delle complessità mitologiche introdotte nei prequel come Prometheus.

La trama è volutamente lineare: un gruppo di giovani protagonisti si trova intrappolato in un incubo claustrofobico, dove i famelici Xenomorfi incarnano ancora una volta il terrore puro e l’ineluttabilità della morte. L’approccio, con personaggi di giovane età e dinamiche quasi da teen movie, potrebbe lasciare perplessi i fan più puristi, ma sorprendentemente il film riesce a bilanciare questa freschezza con i temi classici della saga: isolamento, sopravvivenza e la lotta contro un nemico insuperabile.

Visivamente, Romulus richiama le atmosfere opprimenti di Alien (1979), con spazi angusti e un sapiente uso di ombre e silenzi, mentre introduce un’azione più dinamica che anticipa i toni di Aliens - Scontro Finale (1986). Sebbene non raggiunga i picchi di tensione e profondità dei capitoli più iconici, il film offre alcune sequenze memorabili e un design dei Xenomorfi che, pur aggiornato, rimane fedele alle radici del franchise.

Per un appassionato come me, inizialmente scettico verso i nuovi capitoli, Alien: Romulus si è rivelato una piacevole sorpresa. Pur senza rivoluzionare il franchise, riesce a catturare quel terrore primordiale che ha reso celebre il mondo di Alien. È un film che, pur concedendo spazio a dinamiche pensate per attrarre un pubblico giovane, dimostra rispetto per la tradizione e offre un’esperienza visiva e narrativa degna della saga.

Forse non entrerà tra i capolavori assoluti della saga, ma è una visione che i fan non dovrebbero lasciarsi sfuggire.

venerdì 29 novembre 2024

Pet (2016)


Regia: Carles Torrens
Anno: 2016
Titolo originale: Pet
Voto  e recensione: 5/10
Pagina di IMDB (5.7)
Pagina di I Check Moives
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Film:
Bellino, sembra un noioso attacco stalker, ma la sceneggiatura ci regala degli spunti psicologici interessanti. La maggior parte della della scenografia ci porta in un ambiente piccolo, chiuso e malsano con tanto di gabbia, ma non risulta essere troppo claustrofobico: al suo interno amore e morte. Niente è come sembra inizialmente e per questo mi son tornate alla mente due serie TV diverse tra loro, ma in un certo senso simili per un tipo di approccio psicologico: You e Dexter. Tra ostaggio ed aguzzino si viene a creare un connubio sinergico molto particolare che dà un senso compiuto al titolo e rende la trama molto più originale di quanto ci si possa aspettare.

Edizione: bluray
Classica e bella edizione della Midnight Factory con cartoncino rigido che contiene la custodia. Booklet a colori di 10 pagine, traccia audio DTS HD MA e come extra:
  • Trailer

mercoledì 27 novembre 2024

Terrifier 2 Box Set

 
 Terrifier 2
Per quanto riguarda il cofanetto contenente Terrifier 2 e Terrifier - L'Inizio ho optato per la versione contenente i dischi in DVD: aveva uno sconto colossale ed era impensabile prendere altro formato soltanto per una "moda". Rischiare di spendere il doppio o più per un qualcosa che a naso mi convinceva il giusto non era nelle mie corde. Peccato, col senno di poi, anche se la Midnight Factory cura molto pure le versioni DVD. Il box set si presenta come un piccolo cofanetto, non più grande delle versioni singole, con slipcover orizzontale. Abbiamo ben tre artwork distinti, il primo appunto sul cartoncino rigido in cui il numero 2 su sfondo nero non è molto ben visibile e potrebbe trarre in inganno (il primo Terrifier è molto raro). Il secondo ed il terzo invece sono ognuno su di un lato della custodia. Al suo interno abbiamo anche il classico booklet a colori della Midnight Factory, da 10 pagine ed i due dischi alloggiati ognuno su di un lato. Qualitativamente parlando, si tratta di prodotto girati come horror B Movie, quindi non necessitano chissà di quale alta fedeltà, ma anche il formato DVD ha parecchio da dire. Scene scure e fruscio da finta VHS di Terrifier - L'Inizio sono ben godibili. Entrambi hanno a scelta per la traccia audio italiana sia il multicanale DTS che Dolby Digital. Per quanto riguarda la suddivisione degli extra:
 
DVD Terrifier 2:
  • Commento audio
  • Intervista a Leone ed a Thornton (9 minuti)
  • Backstage (34 minuti)
  • Trailer
     
DVD Terrifier - L'Inizio
  • Trailer


Terrifier - L'Inizio (2013)

 

Regia: Damien Leone
Anno: 2013
Titolo originale: All Hallows' Eve
Voto e recensione: 4/10
Pagina di IMDB (5.2)
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Film:
Prima del successo di Terrifier 2 questo film portava il titolo originale ovvero All Hallows' Eve: successivamente in Italia almeno, si è pensato bene di ricollegarlo alla saga del clown Art. Questa volta non a torto devo dire, visto che è composto da tre cortometraggi, uniti da una storia che fa da filo conduttore, con lo spietato assassino protagonista in due di essi. Come negli altri capitoli già visti resta evidente, qui in maniera ancor più marcata, la tendenza a creare un buon prodotto con pochissimi mezzi. Si tratta infatti quasi di un esercizio stilistico per mostrarci la sue predilezione al mondo horror di un certo tipo: quello violento in cui non si fanno sconti a nessuno. Anche anche in questo caso le vittime preferite (non solo comunque) sono di genere femminile, le quali però non si limitano ad essere carne da macello pronte per essere mostrate squartate ed insanguinate. La loro partecipazione è infatti importante all'interno della trama. Si potrebbe dire che è un film evitabile, invece se visto all'interno del franchise è un qualcosa di fondamentale a mio avviso.


Edizione: cofanetto DVD
Caratteristiche tecniche nell'apposito articolo

martedì 26 novembre 2024

Terrifier 2 (2022)

A black and white clown with a tiny top hat holds a spiked hammer. Below is a scene of fire and bodies, and standing among them is a young woman dressed as a warrior angel.
Regia: Damien Leone
Anno: 2022
Titolo originale: Terrifier 2
Voto e recensione: 6/10
Pagina di IMDB (6.1)
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Film:
Il grande successo di questo franchise è partito più da qui che dal prodotto iniziale.  Sicuramente apprezzato dagli addetti ai lavori o appassionati di nicchia, ma probabilmente ancora troppo acerbo per colpire selvaggiamente il pubblico. Ci pensa però il secondo capitolo, con una inusuale durata che supera le due ore, a mettere (quasi) tutti d'accordo: storia molto più elaborata e presenza di scene violente che si susseguono. Art il Clown infatti non le manda certo a dire, pur non proferendo parola, ed infierisce in maniera cruenta sui corpi della proprie vittime. Anche in maniera talmente esagerata a colorita da spazzar via quel poco senso di realismo che si poteva creare. Visto il budget ristretto anche in questa occasione (250k dollari presi con raccolta fondi) Leone cerca di tamponare determinate mancanze strutturali da effetti speciali non elemosinando squarci in ogni parte del corpo. Funziona perchè è facile venire assorbiti da questo tornado di violenza gratuita ed insensata. Già, parecchio insensata, nonostante la trama molto elaborata con diversi personaggi, e un filo a tratti thriller e fantasy che però non viene per niente spiegato. E' senza dubbio un'opera originale, molto ambiziosa che si muove anche e soprattutto grazie all'essere indipendente ed al passaparola. Oggi, chi è che non vuole vedere questo mimo pagliaccesco che devasta i corpi delle sue vittime? Nessuno, io compreso, vuole rimanere indietro. Colpo di culo o meno, Leone ha creato un personaggio strambo, sballato, sadico, crudele ed incredibile che attira l'attenzione. E se la trama, di lunghezza spropositata, continua a lasciare lo spettatore con tanti interrogativi, possiamo dire che questa è soltanto la scusa per poter permettere al killer muto di procedere con le proprie mattanze. Se vogliamo è un film con numerosi difetti, ma non scordiamo che si tratta di un horror di serie B, davvero molto atipico ed a mio avviso di successo meritato.

Edizione: cofanetto DVD
Caratteristiche tecniche nell'apposito articolo

mercoledì 20 novembre 2024

La Profezia Del Male (2024)


Regia: Spenser Cohen, Anna Helberg
Anno: 2024
Titolo originale: Tarot
Voto e recensione: 4/10
Pagina di IMDB (4.8)
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Premessina: dal punto di vista estetico e della messa in visione, c'è da considerare che si tratta della prima prova da parte dei due registi. E su questo, a parte la cosa non di poco conto che non fa paura (è un horror..), abbiamo poco da dire: l'emulazione del genere è fatta bene. Poi comunque un po' la sceneggiatura rivedibile, un po' per la poca verve mancante anche nel cast, il risultato risulta prevedibile e scontato, se non addirittura noioso. L'idea, anche se scopiazzata ed intrisa di di oroscopi e tarocchi, poteva ricalcare o somigliare a quella di Final Destination:   purtroppo non ci si avvicina neanche lontanamente. Mancando totalmente di originalità e di ritmo risulta un'occasione persa di cui difficilmente ci ricorderemo. Forse sarebbe bastata anche qualche scene violenta in più o magari più esplicita. Speriamo che alla prossima mandata sappiano scegliere una sceneggiatura migliore.

mercoledì 30 ottobre 2024

L'Ultimo Squalo (1981)


Regia: Enzo G. Castellari
Anno: 1981
Titolo originale: L'Ultimo Squalo
Voto e recensione: 4/10
Pagina di IMDB (4.3)
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Film:
Il nostro Enzo Castellari si cimenta in un film internazionale prendendo chiaramente spunto da Lo Squalo e cercando di far leva sull'impatto cinematografico che ha avuto. Inoltre esce successivamente al primo sequel, ma abbondantemente prima del terzo film della saga. Ovviamente i riferimenti ricalcano soltanto la minaccia dovuta al bestiolone gigante, palesemente finto in maniera grottesca, mentre la storia non segue affatto i protagonisti originali. Anche se la sceneggiatura è alquanto basica e da copia carbone, mettendo in campo tutto ciò che ci possiamo aspettare da un film del genere. Dello squalo abbiamo alcune riprese sott'acqua che non ne mostrano molto bene le dimensioni se non quando il confronto visivo è con lo scafo delle barche, ma poca roba. Mentre la parte della testa, l'unica costruita e ben visibile fuori dall'acqua viene sempre ripresa nel solito modo. Di positivo c'è che in un paio di occasioni, i malcapitati vengono mostrati mangiati per metà con sangue e viscere ben visibili. Il budget è obbligatoriamente inferiore, quindi si possono comprendere gli sforzi che portano tuttavia ad un risultato che per l'epoca non è imbarazzante e che oggi riesce a dare quel gusto retrò alla pellicola. Ed al netto delle linee narrative davvero prevedibili, Castellari ha di positivo che riesce a dare ritmo e dinamicità al contesto, forte anche di una serie di scelte scellerate da parte dei suoi personaggi, che nei film di questo tipo sono un marchio di fabbrica. Nonostante i molti difetti la Universal ha fatto causa di plagio (vincendola) visto che in USA questo film ha avuto parecchio successo nelle poche settimane in cui è andato nelle sale.

Edizione: DVD
Edizione non comunissima con traccia italiana in stereo e come extra il trailer .