domenica 30 giugno 2013

Men In Black 3 (2012)


Regia: Barry Sonnenfeld
Anno: 2012
Titolo originale: Men In Black 3
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (6.9)
Pagina di I Check Movies 
Acquista su Amazon (Special Limited Edition)

Migliore sotto molti aspetti rispetto a MIIB , ma non riesce a raggiungere l'originale del 1997. Intrigante e curioso più che innovativo, supera in parte la mediocrità e non solo grazie agli effetti speciali, che diciamolo chiaramente ormai è difficile che stupiscano. Eppure li vogliamo, e se non ci sono stiamo male. Certo, in una pellicola del genere direi che sono d'obbligo, ma il pubblico si aspetta anche altro. Ed ecco quindi un ritorno alle origini con una storia nella storia che punta anche ai sentimentalismi. Messe un po' da parte le battute da botteghino si cerca di dare maggiore spessore ai personaggi. A mio avviso non ci riescono molto, ma apprezzo l'averci provato. Non era semplice in un franchise del genere. Per il cast abbiamo una sostanziale novità, con Tommy Lee Jones relegato quasi a comparsa e per la maggior parte delle scene Josh Brolin di fianco ad un maturo (e messo alla prova da altri film) Will Smith che sa tenere comunque la parte.  E' però appunto il giovane agente K che entra alla perfezione nella parte. Simpatica anche l'idea del viaggio nel tempo nel 1969 con il viaggio sulla luna ed Andy Warhol tra gli uomini in nero. Il film fa parte del cofanetto in Special Limited Edition che vede i due capitoli precedenti già recensiti e questo in doppio formato: semplice bluray e versione per il 3D. Inoltre è presente il modellino del vermiciattolo (Worm Guy) extraterrestre (questi sono visibili soprattutto nel secondo episodio della saga) in tiratura limitata: io ho il numero 307 su 500 esemplari. I contenuti extra sono differenti a seconda che si guardi il disco normale o quello 3D. In ques'ultimo abbiamo:

• Il caso di Boris l’animale - Il modello 3D
• Filmato sulla conversione al 3D

Nel disco normale, con audio 5.1 DTS-HD MA ;

  • Avvista l'alieno - Il gioco
  • Una questione di... tempo - La realizzazione di MIB3 (26)
  • L'evoluzione degli Uomini in Nero - I MIB negli anni '60 e oggi  (11)
  • Quando il surreale diventa reale - La creazione degli effetti visivi  (10)
  • Indagini sulla scena (17)
  • Gli stadi dell'animazione (18)
  • Risate sul set (4)
  • Video musicale "Back In Time" di Pitbull
  • trailer vari

sabato 29 giugno 2013

Nightmare - Dal Profondo Della Notte (1984)


Regia: Wes Craven
Anno: 1984
Titolo originale: A Nightmare On Elm Street
Voto: 7/10
Pagina di IMDB (7.5)
Pagina di I Check Movies
Acquista su Amazon

Fred (Freddy per gli amici) Krueger è tra i personaggi cattivi che dobbiamo temere maggiormente. Infatti se da piccolo i genitori ti dicono di non aver paura perchè è "solo un brutto sogno" , la paura devi avercela per davvero... E' attraverso gli incubi che ti massacra e ti fa a pezzi. Quindi neanche puoi stare tranquillo una volta addormentato, dagli artigli non si scappa. E Wes Craven, un po' fissato con gli scherzi della mente, ha saputo sfruttare una paura che può essere incontrollabile. Effetti speciali da circo di periferia, un maglione da zingaro, quattro lame, una faccia di cartapesta ed il gioco è fatto. Fatto e ben riuscito, alla perfezione. Nostalgico quanto volete, ma il primo Nightmare è tra i miei horror preferiti degli anni ottanta. Neanche troppo splatter se vogliamo e la trama è più simpatica ed avvincente di quella dei vari Halloween ... Fantastico per fantastico, meglio abusare e creare qualcosa sì di incredibile, ma che ti colpisce ed entra nei tuoi sogni. Poi anche il cast è migliore: lasciando da parte Johnny Depp che diventerà un colosso del cinema solo in seguito, Heather Langenkamp si sa muovere senza essere troppo disgraziata, ha una parvenza di paura nel volto, ma soprattutto nelle scene normali sembra proprio una ragazza normale. Se lo guardate oggi, anche se a notte fonda, non vi preoccupate: riuscirete a dormire e non vi domanderete se starete sognando per paura che arrivi il mostro. Oggi non è più così, ma alcune scene restano di forte impatto e sono imprevedibili. Grande Craven che con il sogno alla terza potenza del finale anticipa anche in un certo senso Inception. Buona notte a tutti e sogni d'oro...

Mission: Impossible (1996)


Regia: Brian De Palma
Anno: 1996
Titolo originale: Mission: Impossible
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (7.0)
Pagina di I Check Movies
Acquista su Amazon (cofanetto)

Brian De Palma è uscito un po' dai suoi canonici schemi prendendosi a cuore un franchising già lanciata quaranta anni prima. Il soggetto quindi era già creato, bisognava solo (si fa per dire) riadattarlo agli anni novanta, una volta terminata la Guerra Fredda ed impreziosirlo degli ultimi trovati tecnologici. Ma per i film di spionaggio, questo è la norma. E grazie a buonissimi effetti speciali, tanta azione, truccatori al pieno delle loro potenzialità ed un cast accattivante (Tom Cruise, Jean Reno, Jon Voight ed Emmanuelle Bèart) entra prepotentemente nelle sale cinematografiche con enorme successo, per poi dare il via a ben tre sequel per adesso. Di memorabile oltre alle musiche che ripropongono il motivetto in versione più moderna e cattiva abbiamo soprattutto la scena in cui il buon Tom Cruise resta appeso ad un cavo a pochi centimetri da terra rischiando di far scattare l'allarme. Nonostante alcune trascurabili forzature la trama risulta piacevole e fa il suo dovere per ciò che lo spettatore vuole vedere e vuole aspettarsi. Poichè siamo nell'ambito dell'impossibile risulta accettabile anche l'elicottero che entra nel tunnel legato al treno... Nei capitoli seguenti ci sarà una vera e propria gara nel creare situazioni sempre più assurde. La versione bluray è contenuta in un cofanetto di cartone che ha il solo compito di tenere i quattro dischi dei rispetti film in versione standard: un modo per averli tutti insieme, niente di più. Video ok, audio pure nonostante il lossy dolby 5.1. Per gli extra li abbiamo tutti in SD e sono i seguenti con tra parentesi al durata in minuti:

- Missione: Straordinaria - 40 anni di impossibile (11)
- Missione: imprese esplosive (5)
- Missione: le spie sono tra noi (9)
- Missione: all'inseguimento del treno (3)
- Missione: il museo internazionale dello spionaggio (7)
- Missione: i dossier degli agenti 
- Eccellenza nel cinema (9)
- Generazione: Cruise (4)
- Galleria di immagini
- Missione: marketing (7)

venerdì 28 giugno 2013

Zorba Il Greco (1964)

Regia: Michael Cacoyannis
Anno: 1964
Titolo originale: Alexis Zorba
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (7.6)
Pagina di I Check Movies

Zorba è un filosofo. Un filosofo della semplicità, dell'ottimismo, del vivere ed apprezzare ciò che si ha. Valori modesti, niente da ostentare, molto cinismo. Ecco Antohony Quinn nei panni di Alexis Zorba, pronto ad avventurarsi in una storia non sua ed esserne partecipe in tutto e per tutto. Assieme a lui Basil (Alan Bates), la pecora nera del viaggio a Creta, facoltoso sulla carta, uno scrittore con il famoso blocco, e frenato da fievoli pregiudizi ed una timidezza comune nell'uomo moderno. Poi abbiamo la triste, ma non all'apparenza, ex ballerina Hortensia (Lila Kedrova) e la vedova (Irene Papas) che agli occhi degli abitanti del paese non può restare sola, visto che non ha marito ed è appetibile. Le tinte sono quelle di un film drammatico molto leggero, almeno per buona parte della pellicola, salvo poi avere un fulcro finale molto accelerato in cui tutto peggiore con due morti ed il fallimento del progetto di Basil. Zorba, però riesce e continua ad essere allegro ed ottimista, grande insegnante di vita vissuta e sprezzante delle etichette. Il punto di forza di tutto il lavoro cinematografico non sta però tanto nell'interpretazione di Quinn (che personalmente non mi dice molto), nella musica o nel famoso ballo spiaggia (mah), quanto nella storia in sè, scritta da Nikos Kazantzakis. E' infatti il personaggio principale ad avere tutti i riflettori su di sè, allontanando le luci anche dai temi quali l'ipocrisia delle persone, l'arretratezza del pensiero maschilista per cui una donna è vista solo come oggetto ed in cui gli oggetti sono divenuti diritto di pretesa. Il mondo in cui è ambientata la trama è tragico e crudele, non porta rispetto, al contrario del nostro eroe filosofo inventato. Perchè nonostante tutto, la violenza, i drammi e le angherie, il messaggio ottimista finale prevale su tutto. Ed è Zorba che lo porta e lo getta qua e là. Un must da vedere.

John Grisham - L'Ex Avvocato


Autore: John Grisham
Anno: 2012
Titolo originale: The Racketeer
Voto: 3/5
Pagine: 367
Pagina di Anobii
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Trama del libro e quarta di copertina:

Chi è Malcolm Bannister? E cosa ha a che fare con la morte del giudice Fawcett? Quando un lunedì mattina il giudice non si presenta a un processo, i suoi collaboratori, preoccupati, chiamano l'FBI. Il corpo viene ritrovato nel seminterrato del suo cottage sul lago insieme a quello della giovane segretaria. La cassaforte aperta e svuotata. Nessuna impronta, nessun segno di scasso né di colluttazione, tranne piccole bruciature sul cadavere della donna. Solo Malcolm Bannister sa chi è stato e cosa è realmente successo. Apprezzato avvocato di colore, anzi, ex avvocato radiato dall'albo della Virginia perché coinvolto in una vicenda di riciclaggio di denaro, è attualmente detenuto nel Federal Prison Camp, nel Maryland, dove dispensa consigli legali ai compagni. Ha già scontato metà della sua condanna, ma vuole a tutti i costi uscire il prima possibile, e ora sa come fare: la sua libertà in cambio del nome del colpevole. Non avendo alcuna pista da seguire, l'FBI è interessato ad ascoltare le sue rivelazioni, anche perché Bannister sembra essere informato su molte altre cose, per esempio sul contenuto della cassaforte. Ma tutto ha un prezzo, soprattutto notizie così scottanti come quelle relative agli eventi che hanno portato alla morte del giudice Fawcett. Bannister è deciso a giocare le sue carte fino in fondo, e non è certo nato ieri. Ma niente è come sembra: i ruoli si capovolgono, gli scenari si alternano, in una sfida in cui ogni mossa è studiata nel minimo dettaglio. Come è stato ben definito dal "New York Times", L'ex avvocato è un romanzo trascinante, sorprendente e ingegnoso che appassiona il lettore fino all'ultimo colpo di scena confermando John Grisham grande scrittore e maestro indiscusso del legal thriller. 

Commento personale e recensione:

 Con Grisham diciamo che siamo tornati ad un certo livello. Non che sia perfetto o il vecchio autore dei romanzi più acclamati, ma abbiamo qualcosa che vale la pena di leggere e che lo si fa con un certa disinvoltura e velocità. Forse stenta leggermente a decollare, e in tutta sincerità già a metà libro ho intuito il colpo di scena. Non è necessariamente un male, anche perchè comunque la curiosità di scoprire dove andrà a parare resta fino alla fine. Peccato però che il personaggio si accanisca contro il povero Nathan che a livello personale non ha fatto niente di male a Malcolm. Tutta quella crudeltà nei suoi confronti è decisamente gratuita, specie da chi machiavellicamente ha tenuto conto di tutto, creando il piano perfetto per uscire di prigione. E' anche vero però che non si deve guardare in faccia nessuno e che mors tua vita mea... Ho trovato inoltre poco profondi alcuni personaggi, che arrivano all'improvviso e sia muovono alla perfezione all'interno della trama. Tutto un po' troppo studiato quindi, sebbene decisamente piacevole. Avrei avuto maggiore simpatia per il romanzo con una fine meno sorridente e magari con un colpo di coda da parte di Vanessa o di Quinn... Insomma alla fine tutti vivono felici e contenti. Ad esclusione dello sfigato nero bianco della situazione: Nathan. Se però continua su questi livelli, potrei iniziare a leggerlo di nuovo. Ottimo per la spiaggia.

giovedì 27 giugno 2013

Grindhouse - Planet Terror (2007)


Regia: Robert Rodriguez
Anno: 2007
Titolo originale: Planet Terror
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (7.3)
Pagina di I Check Movies
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Rodriguez e Tarantino. Planet Terror e A Prova Di Morte: due lavori usciti nello stesso anno molto simili, seppur con trame totalmente differenti, ed entrambi Grindhouse. In ognuno dei due possiamo vedere elementi dell'altro, per un lavoro in coppia atto soprattutto all'autocelebrazione e ad omaggiare il cinema degli anni settanta. Un progetto quindi portato avanti più per passione che per altro. Si inizia subito, tra l'altro con il fake trailer di Machete e poi si parte con la pellicola sciupata (a metà film ci sarà anche un accenno alla bobina mancante) e ci proiettiamo in una sorta di horror zombi con tanto, tantissimo contenuto splatter. Nel complesso trovo questo lavoro migliore rispetto al suo gemello di Tarantino, in quanto è più attento a determinati particolari, viene svolto un lavoro certosino per richiamare le vecchie pellicole, pur con uno massiccio degli effetti speciali. Personaggi e dialoghi sono stereotipati in maniera simpatica più che tediosa. Il fattore "qualcosa di già visto" si esclude perchè il lavoro riesce a suo modo ad essere molto originale. Buona la colonna sonora e buono anche il cast (un insieme di volti raccomandati) che si comporta egregiamente. Certo, resta la boiata totale di una trama fantastica con virus letale, deformazioni, mutazioni, spruzzi di sangue, arti asportati e così via, ma guardarlo non è per niente noioso, anzi piuttosto piacevole.

I Bambini Di Cold Rock (2012)


Regia: Pascal Laugier
Anno: 2012
Titolo originale: The Tall Man
Voto: 5/10
Pagina di IMDB (5.9)
Pagina di I Check Movies
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Inizia in maniera un po' cupa e confusionaria con la protagonista Jessica Biel che è una fichetta buon samaritana davvero fuori contesto in quel di Cold Rock, cittadina povera e devastata dalla crisi nello stato di Washington. Gli abitanti infatti sono perlopiù dipinti come zotici o sempliciotti che conducono le loro vite in modalità off tra litigi in famiglia e poche prospettive di agio. In questo nuvoloso angolo di mondo spariscono di tanto in tanto numerosi bambini, diciassette quando il film ha inizio. Con una premessa del genere gli americani avrebbero mandato gli Apache e qualche bomba atomica per stanare il colpevole... Invece c'è un investigatore, il solito sceriffo e qualche montanaro col fucile. La prima buona mezzora ha tutte le sembianze dell'horror e la trama ha un che di patetico, salvo poi arrivare a metà film con il colpo di scena che alza alla grande l'attenzione. La buona e brava infermierina si rivela essere lei stessa il mostro che rapisce tutti i bambini. Malata di mente crede, o così pare, di poter dare a questi una vita più prospera lontana dai problemi del piccolo centro. Come se poi Cold Rock e quelle famiglie fossero il centro di ogni male. Non si sa cosa ne faccia, se li uccide, se li vende, se li tortura. La prova recitativa migliore la abbiamo quando leggiamo la follia nel suo sguardo. Poca roba, ma abbastanza credibile. Il resto diviene un drammatico thriller dalle tinte meno fantastiche, con un finale che mostra ciò che veramente è accaduto: rapisce i piccoli, li tiene un po' con seè e poi li parcheggia ad altre famiglie benestanti di altre città per farli stare meglio. Wow eh...

martedì 25 giugno 2013

Auf wiedersehen Berlin

Tornati a casa... Pizza
E' giunta adesso al termine questa sei giorni Berlinese, che ci ha visto tornare con un bel carico di esperienza sulla vita della capitale tedesca. Seguendo un po' a grandi linee i più ed i meno della Moleskine di Bastianzino posso dire che ci sono alti e bassi di cui tener in considerazione. Se quindi state leggendo il blog e non siete mai stati a Berlino, usate sì la Lonely Planet ed altre guide tascabili, ma fatevi un'idea leggendo anche i miei pareri. Tra le cose che rifarei a piè pari c'è senza ombra di dubbio la visita al museo ebraico e quella alla Topografia del Terrore.Cercare poi di suddividere i giorni in aree tematiche, quando possibile, si è rivelata una mossa vincente. Purtroppo però gli altri musei (inoltre a pagamento) che ci interessavano riguardanti l'arte moderna e contemporanea si sono rivelati decisamente scialbi e poco completi. C' anche da dire che Berlino stessa però può essere considerata dal punto di vista architettonico un museo a cielo aperto, completamente ricostruita ed in piena evoluzione con zone come Potsdamer Platz che fino a ieri erano solo campi ed un muro in mezzo. L'altra faccia di questa medaglia è data dal fatto che l'evoluzione e la mutazione della città risulta troppo repentina ed accelerata. Sfido chiunque a scattare una foto ad un monumento senza avere la visuale disturbata da gru, transenne o impalcature. Abbiamo quindi una città molto ambigua con zone estremamente vive dal punto di vista edilizio vicono ad altre dove invece sono le persone ad essere il cuore pulsante della città: fiumi multietnici in cui è raro se non impossibile trovare il tipico personaggio ariano. Si mischiano quindi quartieri più alla moda e tranquilli a quelli strabordanti di birra e graffiti ed ancora a quelli con catene di negozi per lo shopping vicini ad altri in cui per strada è sempre festa. Un quartiere come un piccolo nucleo a se stante, unito agli altri da interminabili piste ciclabili (a mio modo di vedere selvagge e no rules) o da una buona rete metropolitana. Questa non è all'altezza di quella di Londra, nè a livello di servizi (poche scale mobili, o ascensori) nè a livello di disponibilità dei mezzi (in certe tratte anche un treno ogni venti minuti), ma costa poco ed il week end è attiva per tutto il giorno. Abbiamo sempre fatto il biglietto, anche se un po' scocciati visto che è possibile entrare senza doverlo passare, i tornelli non esistono ed i controlli non sembrano così ferrei. Oggi, ultimo giorno abbiamo invece assistito a due multe in dirette. Visto che costa poco, è bene farlo sempre. Un'altra cosa che costa poco è la birra: ma anche qui attenzione. Da quartiere a quartiere tutto muta, persino i prezzi. E' possibile quindi pagarla 4,5 euro come 2... E c'entra poco o niente il discorso Est o Ovest... L'acqua è invece cara un po' ovunque, fino a  raggiungere i tre euro per un bicchiere in zona Tiergarten (bello, grande e verde... Ma non tenuto perfettamente e solo con chioschetti spenna turisti ai lati). Conviene quindi passare da un supermercato e fare scorta, pagandola comunque di più che in Italia. Considerando che è una capitale il costo della vita non è più alto della media ed anche il turista può arrangiarsi alla grande, soprattutto per mangiare: colazione, pranzo e cena offrono di tutto e per tutte le tasche. I menù sempre in doppia lingua ed il personale conosce bene l'inglese. Insomma ad esclusione dei musei e di poche altre cose è una città che merita di essere vista e vissuta per almeno quattro o cinque giorni intensi.

domenica 23 giugno 2013

Berlin bikers

Cari lettori, assetati di verità statemi bene a sentire. Berlino inizialmente può sembrare una città bikers friendly: tutti usano le biciclette, ci sono piste in ogni strada, nessuno si perita a scampanellarti se le invadi ed alcuni le portano pure in metro. Però quando decidi di dedicare un intera giornata alle due ruote le cose cambiano. La prospettiva con cui osservi i falsopiani è più limpida: sono ovunque. Non date retta alla figliola di un appassionato ciclista o ad un calciatore professionista super allenato: diranno falsamente che i circa cento chilometri percorsi oggi non stati poi così faticosi. C'è da dire però che senza bici non avremmo potuto seguire tutto il percorso del muro seguendo le varie tappe fondamentali. Senza di essa non avremmo potuto visitare il mercato domenicale di Mauerpark che risulta genuino e da voto 9. In poco tempo siamo tornati nella parte opposta della città per mangiare dai turchi,  ammirare ancora l east side gallery, fare il museo della DDR (non la RAM) e prendere un mojito un po' furtato nel prezzo. Cena invece umile ma simpatica dagli amici israeliani (tifosi del Maccabi) di Zula a base di hummus e pollo, olive, felafel di spinaci,  il malabi (dolce tipico) e numerose dosi di arak che mi hanno visto più spedito nella strada del ritorno. Shalon amici lettori.

Su e giù (est e ovest) a Berlino

Sarò breve perché sono stanco morto ed assonnato. Poche ore di sonno e lunghe camminate sono gli ingredienti principali di questi quattro giorni berlinesi. La vacanza continua ad essere piacevole e non c'è uno step che sia uguale all'altro. Certo, la parte più interessante al momento riguarda la vita sociale nell'est. Se per arrivare qui però siamo passati da un moralmente devastante percorso sul Terzo Reich poco importa. Già perché la topografia del terrore è qualcosa di unico, una cornucopia di documenti e fotografie che ti aiutano a pensare,  a ricordare ma soprattutto a farti tante domande. Tra le altre cose da ricordare abbiamo Curry 36, il Viktoriapak introvabile salvo poi scoprire che c ero già stato, i turchi dall'aspetto truce, la birra che torna a costare poco, gli ariani che non esistono più, il gulash cenato da Spatze and knodel, gli italiani che ti parlano quando meno te lo aspetti.

sabato 22 giugno 2013

Berlino è mutevole

Basta poco e Berlino cambia. Si evolve. Muta. Sia nel tempo che nello spazio. Salti da un quartiere all'altro ed è come se tu visitassi città diverse tra loro, architettonicamente come culturalmente. E passano solo cinque anni dalla tua ultima visita che sembra di camminare per vie mai viste e del tutto  nuove. Il Tacheles non è più occupato,  ma i ragazzi del collettivo hanno subito lo sfratto... E la chiesa bombardata è in via di ristrutturazione con tanto di impalcatura coreografata. Sarebbe da dire che non c è più la Berlino di una volta. Eppure resta una città in grado di stupirti sempre. Proprio mentre dicevo a me stesso che la volta prima mi colpí maggiormente ecco un bellissimo e toccante museo ebraico. Solo quello penso possa valere il volo per arrivare fino a qua. Poi il Kreuzberg sempre alternativo   giovane e vitale. Anche oggi comunque abbiamo macinato chilometri e chilometri fortunatamente con un clima piu mite e simpatico. Tra le cose da segnalare il quartiere ebraico, il pranzo a base di kurrywurst (voto sei politico), un gay pride incocciato per strada, un'ottima cena nel migliore coreano di Berlino (ho dovuto chiedere una forchetta per riuscire a mangiare)  i tedeschi che non sanno vestirsi (Bastiancino dice che hanno piu personalità però),i tedeschi sempre con una bottiglia in mano (piena o vuota non è importante),  gli italiani sempre e ovunque (a becerare),  Veleh coi diti mozzi. Chiudo qui che domani ci attende un'altra maratona.

venerdì 21 giugno 2013

Integrati a Berlino

Chi mi legge appassionatamente sa che era gia successo per Londra e per Siena. Sto parlando del fatto di integrarsi in una città che non è la tua. Da buon Berlinese mi sono svegliato presto e sono andato a fare la spesa al Lidle ed a studiare le loro curiose abitudini  nei confronti delle bottiglie vuote. Sfidato un caldo torrido e rigoroso ci lanciamo a fare colazione da Anna Blume in maniera molto pittoresca. Ci dedichiamo quindi alla Berlino artistica, sempre lottando contro un caldo da Guatemala (Maremma maiala) e visitiamo il Museum Hamburger Bahnhof, con esposizioni di arte contemporanea (tipo Andy Warhol). Bastiancino, l unico esperto nel campo gli dà un cinque come voto. Io meno, visto che abbiamo  pagato 14 euro. Proseguiamo per il Reichstag ed entriamo nel parco Tiergarden sperando di trovare qualche chiosco dove bere e mangiare. Dopo chilometriche sembrano anni luce sotto il sole imperterrito ne troviamo uno che ci rifila una sorte di salsicciaquasiwurstel con le patate. Intanto un bicchiere di acqua costa come due litri di gasolio. A pranzo ci andata male, nonostante che ci fossimo integrati con la popolazione autoctona (parola tedesca). Ci capita poi di vedere una spiaggia   un prato di nudisti con esposizione di cicce bianche.E' la volta poi della Neue Nationalgalerie, interessane ma senza epreonisti. Riposino poi al Sony Center, al fresco, visita del mausoleo dell'Olocausto e cena dagli indiani. Ottima a dire il vero. E all'improvviso.... La tempesta. Fiumi di acqua dal cielo (Valeh ed io giustamente in infradito), un ritorno mozzafiato con quel sapore di cane bagnato che non guasta. Domani chissà che tempo farà a Berlino.

giovedì 20 giugno 2013

Berlino primo giorno

Ci siamo, connessione wifi impostata, tablet acceso, tastiera fisica configurata  e foto caricate. Piu o meno, senza accenti o apostrofi di sorta. Ad ogni modo partenza da Firenze, grazie a Mimmo che ci ha scortati, e grazie alle hostess che non hanno a disposizione neanche un microfono. La Vueling pero (accento) is better than RyanAir e di molto. Almeno non ti bacano il kaiser con i biglietti della lotterei o con il gioco delle tre carte. Atterriamo comunque sani e salvi, giusto per boccheggiare a trentacinque  gradi teutonici. Di quelli severi e rigorosi. Tipicamente nordici insomma... Breve pit stop in albergo e cambio di gomme per immergerci in una bella camminata inframezzata da metropolitana, bus e tram. Neanche ci siamo persi. Cena di livello medio alto al Zur Letzten Instanz ovvero il piu antico ristorante berlinese, in attivita dal 1621 in cui hanno cenato Napoleone e bla bla bla, ma soprattutto anche io. La camminata prosegue da zona Alexander platz fino alla famosa porta di Brandeburgo ai limiti del fotografabile perche c era Obama in visita. Ha pure concesso un intervista a VER, ma a parte i soliti convenevoli in cui mi ringraziava, non ha detto nulla di importante. Quando torno carico il video della sfilata in cui forse c era lui. Prima di disidratarci completamente abbiamo comunque visitato, tra le altre cose, anche Piazza Babel. Potete ammirare in foto l installazione commemorativa al rogo dei libri del 1933. Da paura, da brivido. Era tra le mie tappe obbligate, lo scempio nazista alla cultura. Ed ora eccoci pronti per collassare dopo una doccia gelata, domattina sveglia presto.

martedì 18 giugno 2013

Die reise nach Berlin

Pronti, attenti... RAUS. Rieccoci su VER , dopo una breve interruzione dovuta ad intense giornate di mare e sole. E rieccoci quindi in partenza per una gita: la prima da lungo tempo se escludiamo le varie tappe londinesi dall'amico gettons. Cinque notti e sei giorni in quel di Berlino, bellissima città che ho già avuto modo di apprezzare durante la zingarata in pulmino del 2008. Si ritorna tra i crucchi, questa volta in maniera più dettagliata con l'ausilio di Google Maps, Wikipedia e la Lonely Planet. Tra i vari percorsi organizzati con Bastiancino e Valeh abbiamo quello dedicato all'arte (moderna e contemporanea perlopiù), quello sulla Berlino ebraica, sul Terzo Reich, sulla DDR, sul Muro in sè.... Insomma sono poche le attrazioni che non toccheremo.Achtung, arrivano gli italiani, quelli del debito pubblico alto. AngHela mi aspetto un ricevimento con i controwurstel e con elegantissimi teutonici in sandali e calzini bianchi ad attenderci. Niente paura per i numerosi lettori del blog: avrò con me il mio fantastico Nexus 7 con tanto di tastiera fisica, per aggiornarvi si spera, appena possibile ed aumentare l'utenza conquistando la Germania. Auf wiedersehen!!!!

sabato 15 giugno 2013

The Departed - Il Bene E Il Male (2006)


Regia: Martin Scorsese
Anno: 2006
Titolo originale: The Departed
Voto: 9/10
Pagina di IMDB (8.5)
Pagina di I Check Movies
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Guardarlo per la terza volta non ti stanca e non ti toglie nessuna emozione: anzi riesce a rendere più solida la convinzione che forse sia il lavoro meglio riuscito a Martin Scorsese in quanto il più completo. Grazie ad un cast da brividi (Jack Nicholson, Leonardo Di Caprio, Matt Damon, Mark Wahlberg e Martin Sheen) abbiamo un thriller in cui vengono messi a nudo gli aspetti psicologici di tutti i personaggi coinvolti. Non è solo un thriller dai numerosi colpi di scena, o un gangster movie con i buoni contro i cattivi, ma una lotta tra protagonisti di un certo calibro. Sul set ognuno di loro entra nelle parti del protagonista e si muove coralmente in perfetta armonia con tutto il resto. Le figure di Billy Costigan e Colin Sullivan sono ad esempio contrapposte e guardando ogni dettaglio vediamo anche il loro differente modo di pensare e di essere, non solo in riferimento al pericoloso gioco di guardie e ladri. Il bene e il male sono due concezioni nette, che spesso però si incontrano ed hanno come denominatore unico la violenza. Poi c'è Costello, la ciliegina sulla torta, impersonato da Nicholson in grandissimo spolvero. Dobbiamo faticare per non mettere un fermo immagine sulle sue espressioni; per non tornare indietro e rivederlo in azione; per non mettere pausa, alzarsi dal divano ed applaudire. Tutta l'ambientazione , pur restando legata all'humus malavitoso tanto caro a Scorsese è mutata dai tempi di Quei Bravi Ragazzi (e più che mai da Gangs Of New York) e incorriamo in una lotta per la sopravvivenza che coincide con la scalata e la presa di potere, in cui manca il senso di appartenenza alle Famiglie ed è l'individuo a farla da padrone. Difficile fidarsi di qualcuno, difficile non riuscire ad andare avanti da soli. L'aspetto introspettivo dicevo è importante e ogni spettatore può fare un focus sui personaggi, anche quelli per così dire marginali, che hanno una loro storia ed un loro modo di essere, battute proprie che li rendono singolari. Tanta azione, ritmi veloci altalenati da dialoghi forti, di quelli da segnare nel blocchetto degli appunti. Ogni frase è una lezione di vita ed un'imposizione del proprio essere. Ogni battibecco è una sfida, una guerra a se stante per il predominio dell'uno sull'altro, o un insegnamento che il più saggio concede al più giovane. Le rincorse sia fisiche che psicologiche non lasciano un attimo di respiro e sono ben distribuite all'interno del lungo film, impreziosito oltremodo anche dalla colonna sonora. Sarò di parte, ma è uno dei miei Scorsese preferiti.
Ottimo anche il dettaglio video del bluray ed un audio in Master HD che si esalta nelle scene con sparatorie ed inseguimenti. Gli extra sono:
- Scene tagliate (18 minuti)
- La vera storia di Whitey Bulgeri (21 minuti)
- Scorsese e l'universo criminale (24 minuti)
- Trailer
- Spot TV
- Cast e crediti.

venerdì 14 giugno 2013

Notte Folle A Manhattan (2010)


Rregia: Shawn Levy
Anno: 2010
Titolo originale: Date Night
Voto: 5/10
Pagina di IMDB (6.3)
Pagina di I Check Movies
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L'ho scelto a caso dal titolo, e potevo immaginare che fosse una commedia divertente, o un qualche film d'azione. Diciamo che la verità sta nel mezzo, riuscendo ad accontentare più coloro che puntano alla leggerezza quasi romantica, che quelli che sperano in un action movie con i contro fiocchi. Fin dalle prime immagini, mentre suona Hey! Oh! Let's Go! dei Ramones e due bambini salgono sul letto dei genitori iniziamo a capire il concetto quasi comico che sta alla base del film. Stenta un po' a partire, ma dopo una serie di presentazioni e prove ecco si innescano situazioni straordinarie ed incredibili che catapultano una coppia non più giovane in affari di mafia e corruzione con tanto di sparatorie, inseguimenti, esplosioni. Divertente il giusto, magari un po' troppo tirato per le lunghe e con una punta di romanticismo sdolcinato di troppo. Si segue bene e la trama non risulta piatta o noiosa. Consigliato per passare una serata tranquilla, senza dover sbadigliare o rotolarsi giù dal divano per le grosse risate.

giovedì 13 giugno 2013

Indiana Jones E L'Ultima Crociata (1989)


Regia: Steven Spielberg
Anno: 1989
Titolo originale: Indiana Jones And The Last Crusade
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (8.3)
Pagina di I Check Movies
Acquista su Amazon (cofanetto)

Della trilogia (il quarto è un caso a parte) di Indiana Jones  questo è sempre stato il capitolo che mi ha meno impressionato. Ed ancora oggi è così. Eppure è quello maggiormente apprezzato dalla critica e che vede due mostri del cinema come Harrison Ford e Sean Connery l'uno accanto all'altro. Il rapporto tra padre e figlio risulta essere molto interessante, ma secondo me le parti migliori di tutta la pellicola si trovano all'inizio ed alla fine. Nel lungo intermezzo c'è tanta e bella azione, ma niente di nuovo: caccia al tesoro, nazisti, trabocchetti, mistiche reliquie leggendarie (niente popò di meno che il Sacro Graal) e così via. Però abbiamo un'introduzione degna di nota con il giovane Indiana che cade in una cassa piena di serpenti, si procura la cicatrice sul mento, impara ad usare la frusta ed indossa il suo famoso cappello. Nel finale abbiamo invece i tanto (ma pochi in numero) attesi effetti speciali e la lezione morale sull'umiltà ed il rapporto tra essere umano e religione. Bello eh, niente da dire, ma nulla di paragonabile al Tempio Maledetto in cui anche la location ed i nemici non sono sempre i soliti. Poi i gusti son gusti.
Il bluray fa sempre parte del famoso cofanetto con la tetralogia completa e continua l'ottimo lavoro di conversione in alta definizione. Qui i risultati video sono ancora più sorprendenti rispetto ai due capitoli precedenti: sia per la più giovane età del film, sia per l'ambientazione meno tetra e più luminosa nel complesso. Anche per l'audio ci sono notevoli miglioramenti, ma questa volta l'ho guardato tutto in lingua originale con un DTS senza compressione, che però non fa paura. E' diciamo nella norma. Gli extra, ad esclusione dei trailer, non esistono su questo disco.

mercoledì 12 giugno 2013

La Cosa (1982)


Regia: John Carpenter
Anno: 1982
Titolo originale: La Cosa
Voto: 7/10
Pagina di IMDB (8.2)
Pagina di I Check Movies

Grandissimo Carpenter. Forse è il suo film che da piccolo mi ha impressionato maggiormente, e rivederlo adesso continua a fare un certo effetto. Resta, nonostante l'età (mia e sua) un buon horror ed un discreto film di fantascienza con tanto di mostro alieno pericoloso ed insaziabile. Il punto di forza che sta alla base della pellicola non è tanto l'uso massiccio degli effetti speciali (godibilissima versione splatter) quanto il rapporto psicologico di non fiducia che il gruppo di umani si trova a dover affrontare. Già perchè se prendiamo in considerazione un altro must con l'extraterrestre cattivo come può essere Alien in cui la protagonista combatte contro la creatura in stile San Giorgio contro il drago, qui Kurt Russel (giovane) affronta la paura che il nemico possa essere chiunque. L'alieno camaleontico che clona le sembianze degli altri esseri viventi ti strazia dal punto di vista mentale: non puoi davvero fidarti di nessuno. E' quindi secondo me questo il fulcro del successo di questa pellicola cult. Poi ovvio, l'innovazione, le tecniche, il sangue che scorre a fiumi torrenti e la tanta azione lo impreziosiscono e non poco. Si gioca poi sulla bestialità di un qualcosa di nascosto, di inconcepibile per la mente umana e di decisamente lontano quanto antico: la creatura, anzi la Cosa, resta addormentata pazientemente per un'infinità di tempo, per poi essere risvegliata e scatenata. Un male vecchio e distante, remoto nel tempo e nello spazio, ma anche un pericolo attuale, una contaminazione senza precedenti. E per fermarla non puoi affidarti a chi ti sta accanto, visto che il nemico potrebbe essere proprio lui. Pollice alzato per un Carpenter tra i migliori.

lunedì 10 giugno 2013

Leonardo Patrignani - Multiversum


Autore: Leonardo Patrignani
Anno: 2012
Titolo originale: Multiversum
Pagine: 342
Voto: 1/5
Pagina di Anobii
Acquista su Amazon (rilegato o ebook)

Trama del libro e quarta di copertina:

Alex vive a Milano. Jenny vive a Melbourne. Hanno sedici anni. Un filo sottile unisce da sempre le loro vite: un dialogo telepatico che permette loro di scambiarsi poche parole e che si verifica senza preavviso, in uno stato di incoscienza. Durante uno di questi attacchi i due ragazzi riescono a darsi un appuntamento. Alex scappa di casa, arriva a Melbourne, sul molo di Altona Beach, il luogo stabilito. Ma Jenny non c’è. I due ragazzi non riescono a trovarsi perché vivono in dimensioni parallele. Nella dimensione in cui vive Jenny, Alex è un altro ragazzo. Nella dimensione in cui vive Alex, Jenny è morta all’età di sei anni. Il Multiverso minaccia di implodere, scomparire. Ma Jenny e Alex devono incontrarsi, attraversare il labirinto delle infinite possibilità. Solo il loro amore può cambiare un destino che si è già avverato.

Commento personale e recensione:

Idea buona ed interessante, ma messa nero su bianco in maniera approssimativa e puerile. Sicuramente non si fatica a leggere, nonostante sia un po' confusionario e con una trama che soffre di alcuni salti narrativa. Nel complesso resta scorrevole, di quei libri che se si ha tempo da perdere, possiamo leggere anche in una giornata. La parte fantascientifica dedicata alla scienza è molto limitata, mentre quella al fantastico può dare buoni spunti di riflessione. Purtroppo ogni pagina che leggevo mi dava un senso di inquietudine, come se l'autore si rivolgesse ad un ragazzino di dodici anni, interessato (si fa per dire) ad una domotica fai da te ed a personaggi stereotipati. Inoltre il realismo è molto all'acqua di rose. La mia non è una bocciatura completa, ma è anche bene sapere che la fantascienza è veramente altra roba, qui forse siamo di fronte solo ad un buon successo commerciale "solo" per il fatto che l'autore è italiano. Mi dispiace anche in un certo senso gettare merda (scusate il francesismo) su Patrignani, ma è lui che ha scelto di scrivere, così come io ho scelto (ahimè) di leggere. Non ho niente contro di lui o contro il libro in sé (ce ne sono tanti peggiori), ma ad esclusione di poche note riguardanti la facilità di lettura ed il buono spunto non riesco a trovare niente per consigliarne la lettura ad altri. Poi magari se vai a leggere quanto recensito su Amazon o su Anobii, sembra un capolavoro. Mah, i gusti son gusti. Gestire un racconto sul multiverso spero sia possibile in maniera molto più specifica, senza forzature estreme che non hanno né capo né coda. Qui le cose, succedono e basta, solo perché è così, senza motivo. Magari in un altro universo, in questo istante Jack Lyroid sta scrivendo una recensione positiva del libro...

BeeWi Mini Cooper, controllata con Android

Ogni tanto non riesco a fare a meno di acquistare alcune cazzate ganzate tecnologiche, anche dette gadget. Ecco quindi un modellino (20x9.5x11.5 cm)della Mini Cooper: è in plastica,ma dalla struttura solida e compatta, ben disegnato e colorato (ho scelto la versione nera con tettuccio bianco). Una riproduzione abbastanza carina insomma che rende l'oggetto anche un elegante soprammobile, ma il suo punto di forza sta nel poter essere comandata via blutooth con dispositivi Android. Inseriamo tre pile AA da 1,5 al suo interno, premiamo l'interruttore su ON e scarichiamo l'applicazione gratuita BeeWi Pad Control. Questa, ci chiederà di attivare il blutooth sul nostro dispositivo e di accoppiarlo a quello dalla macchina. Serve un PIN: provate con 0000 e dovrebbe funzionare, essendo quello di default. E' infatti ovviamente possibile gestire ed avere una scuderia di auto. A questo punto siamo pronti per guidare il modellino: scegliamo dalle impostazioni che tipo di interfaccia usare, se touchscreen o con accelerometro. La prima è più semplice ed intuitiva, ma una volta provata la seconda non la si lascia più. Secondo me è più realistica e divertente. Il raggio di azione è molto ampio: non sto in una reggia, ma provandola per un po' in sala e corridoio non ha mai perso il segnale (quindi sui dieci metri non abbiamo problemi). Sembra anche ben costruita, in quanto la velocità di punta è abbastanza buona (ma sempre stabile a meno che non si sia dei fenomeni) e nei primi momenti è facile andare a sbattere su qualche muro.
Ecco alcune foto scattate:


 

Ed il LINK per acquistare l'oggetto su Amazon

sabato 8 giugno 2013

Jeffery Deaver - La Strada Delle Croci


Autore: Jeffery Deaver
Anno: 2009
Titolo originale: Roadside Crosses
Pagine: 498
Voto: 2/5
Pagina di Anobii
Acquista su Amazon

Trama del libro e quarta di copertina:

Kathryn Dance, l'agente del California Bureau of Investigation specializzata nella lettura del linguaggio corporeo, deve fermare un potenziale assassino che annuncia i suoi delitti piantando croci con la data del giorno seguente lungo una strada della penisola di Monterey. Ben presto i sospetti si appuntano sul giovane Travis Brigham, oggetto di attacchi feroci su un blog, The Chilton Report, dove è accusato di essere il responsabile di un incidente stradale in cui sono morte due sue amiche. E tutte le vittime sembra vengano scelte proprio a causa dei loro interventi sul blog. Ma Travis scompare, e Kathryn, insieme allo sceriffo Michael O'Neil e al consulente informatico John Boling, deve impegnarsi in una frenetica lotta contro il tempo per scoprire la verità.

Commento personale e recensione:

 ...E vissero tutti felici e contenti... Ma io proprio non ci sto. Forse ho preso in antipatia questo autore (al momento secondo con 26 libri letti nella mia classifica personale) che continua a deludermi sia con i vecchi che con i nuovi lavori. Qui siamo in compagnia di Kathryne Dance, e siamo pochi giorni dopo all'avventura descritta ne La Bambola Che Dorme. Come personaggio devo dire che lo trovo più umano dell'ormai abusato Lincoln_so_tutto_io_Rhyme e quindi trovo simpatia per l'agente che fa uso della cinesica. Ma qui neanche più di tanto, anzi per niente. Ad ogni modo inizia alla grande, introducendoci nel mondo dei computer o dei nerd: il primo libro che ho letto di Jeffery Deaver è Profondo Blu, che tratta di un hacker. Però, come accade quando leggiamo leggerezze e forzature su cose in cui siamo veramente ferrati, il libro inizia a scadere. Ok, i giochi di ruolo online, i blog (se leggete la recensione siete probabilmente sul mio blog o su di un social network) ed i vari intrighi. Però più si va a avanti nella lettura e più si vede quanto il tutto rasenta l'essere scadente. Vuoi essere realista? Infilaci dentro Facebook e non Ourworld. Fai giocare il personaggio a WOW e non a DimensionQuest!!! Dai, avvicinati ai lettori. Poi la storia degli indirizzi IP e dei proxy... Ok varia da legislazione a legislazione, ma prima viene scritto in un modo poi in un altro. E ancora, scusate lo spoiler, ma io stavo dalla parte di Chilton il blogger, immaginandomi già però che era lui il colpevole. Chi altro poteva essere? Il colpo di scena con il fratello del prete gay? Insulso ed in effetti inutile. La storiella rosa tra la protagonista e ogni uomo che le passa davanti? Mah. Le lungagnate con la cazzo di eutanasia? O sei a favore o non lo sei, e se lo sei che te ne frega se la tu' mamma è colpevole o meno... Difendila ed accettala. Altrimenti semplicemente capiscila, è sempre la tu' mamma. Una cosa ganza però devo dire che sono i richiami al blog: se lo cerchiamo esiste davvero il Chilton Report ed è navigabile nella pagine del 26 giugno, del 27 giugno, del suo update, del 28 giugno e nel finale. Una chicca divertente insomma.

Cloud Atlas (2012)


Regia: Andy Wachowski, Larry Wachowski, Tom Tykwer
Anno: 2012
Titolo originale: Cloud Atlas
Voto: 7/10
Pagina di IMDB (7.7)
Pagina di I Check Movies
Acquista su Amazon

Cloud Atlas, l'Atlante delle Nuvole, è una composizione corale che si diffonde nel tempo e nello spazio. Abbiamo sei storie che si svolgono in differenti epoche, nel passato, nel presente e nel futuro le quali sono in parte legate tra loro da un filo invisibile che fa capo al destino. Quello con la D maiuscola che vede i personaggi dei vari racconti indissolubilmente legati a qualcosa di più grande. Qualcosa però di raggiungibile anche con piccoli gesti di coraggio che deviano il percorso naturale delle cose. E' quel senso di ribellione che impregna le nostre vite ed è votato ad un cambiamento, ora piccolo ora di proporzioni immense, ma che potrà cambiare la storia di tutti. I tre registi alternano improvvisamente ogni brano, legato anche in maniera impercettibile al seguente creando un effetto domino visivo. Soprattutto nella parte iniziale non è semplice da seguire, ma mano a mano che andiamo avanti entriamo nel vivo di ogni racconto e possiamo apprezzare il grande lavoro a cui il cast si sottopone. Perchè, come se non bastasse, gli attori sono sempre gli stessi, anche irriconoscibili per il trucco e per il tipo di personaggio che interpretano. Il messaggio lanciato dai fratelli Wachowski e da Tykwer resta così presente e lo spettatore si immedesima nell'eroe che ogni storia vuole evidenziare. In ordine abbiamo:

- 1849 il viaggio nel Pacifico di Adam Ewing 
- 1936 Lettere di Zedelghem
- 1973 Il primo caso di Luisa Rey
- 2012 L'orribile impiccio del signor Cavendish
- 2144 La preghiera di Sonmi 451
- Futuro lontano ed imprecisato con Sloosha Crossing e tutto il resto.

Ogni racconto ha la sua peculiarità e si passa dallo stile commedia del 2012 alla fantascienza hard di Sommi 451 passando per il post apocalittico di Sloosha, il thriller politico del 1973, il viaggio avventuroso del 1849 e il drammatico del 1936. Abbiamo tutto insomma, molta carne al fuoco. A mio avviso però non tutte le storie hanno la medesima importanza ed il solito impatto nonostante tutto sia riconducibile e legato ad avvenimenti concatenati. Abbiamo poi una sorta di reincarnazione dei personaggi principali (gli altri, nonostante gli attori siano sempre i soliti, non sono mai gli eroi). Ecco quindi la voglia dalla bislacca forma di stella cometa essere presente su:

- Adam Ewing (Jim Sturgess)
- Robert Frobisher (Ben Whishaw)
- Luisa Rey (Halle Berry)
- Timothy Cavendish (Jim Broadbent)
- Sonmi 451 (Doona Bae)
- Zachry (Tom Hanks)
Tra gli attori però non dimentichiamoci di Hugo Weaving e Hugh Grant, entrambi presenti con sei personaggi interpretati.

Ecco temporalmente invece cosa lega ogni vicenda all'altra:

Ewing scrive un diario che verrà letto da Frobisher, il quale ha una storia d'amore con il giovane Sixsmith, che da vecchio aiuterà in un'inchiesta la giornalista Luisa Rey. Cavendish poi scriverà un libro su questa inchiesta ed il copione di un film sulle sue disavventure passate in una casa di riposo che un tempo era la villa in cui Frobisher scrisse il sestetto. Il film girato nel 2144 sarà fonte di ispirazione per ribaltare la società distopica che vede i clonati come esseri inferiori e Sonmi 451 nel lontano futuro sarà ricordata come una figura religiosa per le popolazioni sopravvissute. 

Già nello scrivere un'introduzione simile si rischia di fare confusione, quindi l'attenzione nel seguire il film deve essere sempre costante ed accesa. E' complesso, epico, immenso. Molto ben studiato in ogni sua parte. Non ho letto il libro di David Mitchell da cui è tratto il film, ma credo che leggerlo potrebbe risultare d'aiuto per approfondire alcuni passaggi. Purtroppo non è tutto oro ciò che luccica: se vogliamo trovare un lato negativo possiamo dire che nonostante le quasi tre ore di durata, non è abbastanza. Suddividere invece la trama in una trilogia sarebbe stato ancora più deleterio. E' proprio la storia in sè, che merita maggiori sottolineature rischiando di creare un polpettone disarmonico. Penso così che la soluzione giusta sia quella adottata in questo film, senza però l'obbligo di renderlo un capolavoro assoluto.

venerdì 7 giugno 2013

Forrest Gump (1994)


Regia: Robert Zemeckis
Anno: 1994
Titolo originale: Forrest Gump
Voto: 8/10
Pagina di IMDB (8.7)
Pagina di I Check Movies
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Alzi la mano chi non ha ancora visto Forrest Gump. Eccomi. Mi sa che fino a ieri ero rimasto uno degli ultimi. Quindi neanche sto a dirvi quanto sia bello, questo lo sapete già. Un po' mi sento in colpa, ma una serie di casualità e di non scelte, hanno fatto sì che trovassi il climax adatto soltanto adesso. Conoscevo già a grandi linee la storia, il mix vincente tra film drammatico, commedia e romantico. Non mi aspettavo però che Zemeckis (sebbene avessi molta fiducia in lui) riuscisse a creare qualcosa di così profondamente geniale. Le micro ucronie personali in cui il giovane Gump si imbatte vivendo anni fondamentali della recente storia americana sono un qualcosa di talmente ben costruito che alle volte sembra di stare ad ascoltare il racconto di uno svitato. Ed in effetti Forrest, Forrest Gump non è nel pieno delle facoltà mentali che possiamo attribuire ad una persona "normale". Attraverso questa figura, sostanzialmente buona ed ingenua, riviviamo marginalmente fatti che dall'enorme portata storica, politica e culturale: il Watergate, il movimenti di Elvis, la nascita della Apple, lo smile, Imagine di Lennon solo per citare le più frivole, ma anche il Vietnam, gli hippies, la Guerra Fredda, il razzismo... Astutamente e senza troppo clamore abbiamo anche una critica al modello scolastico USA, alla vita militare, ai movimenti rivoluzionari. Ma possiamo ritrovare anche l'esaltazione per l'amicizia, per il raggiungimento del sogno americano e per l'amore che aleggia per tutta la pellicola abbracciando diverse scene indimenticabili. Ecco quindi una sorta di Bignami scritto con le mani di un bambino molto sensibile. Standing ovation anche per gli attori: Tom Hanks tra tutti, ma anche Gary Sinise e Robin Wright . Aggiungiamo pure effetti speciali di grande rilievo senza però essere ingombranti ed una colonna sonora da brivido che abbraccia almeno due decenni pieni. Davvero indimenticabile, e se non volete essere stupidi non fate gli stupidi: guardatelo ancora una volta.
La versione bluray contine due dischi, il primo con il film, due tipologie di commenti e la segnaletica musicale interattiva, il secondo con gli extra: tra parentesi la durata in minuti.

- Diario da Greenbow (26)
- L'arte di adattare una sceneggiatura (27)
- Oltre l'impossibile - Forrest Gump e la rivoluzione degli effetti visivi (27)
- Il piccolo Forrest (15)
- Una serata con Forrest Gump (55)
- Make up di Forrest Gump (8)
- L'ingegneria del suono (15)
- Scenografie (7)
- Effetti visivi (30)
- Test sullo schermo (7)
- Trailer

giovedì 6 giugno 2013

Proteggere lo smartphone con Cerberus

Oggi ho approfittato della promozione presente su AppGratis per ottenere Cerberus in maniera del tutto gratuita per sempre (costerebbe altrimenti 2,99 euro). Nello specifico è un'applicazione che permette di controllare e tenere traccia del dispositivo su cui è installata, soprattutto in casi di furto o smarrimento. E' possibile controllare il proprio smartphone sia connettendoci e loggandoci su https://www.cerberusapp.com sia attraverso l'invio di SMS. E se viene tolta la nostra scheda telefonica? Niente paura: con i permessi di amministrazione possiamo usufruire dell'opzione SIM checker per conoscere il numero della SIM utilizzata e gestire comunque i comandi per abilitare GPS, cancellare la memoria e così via. Cerberus può inoltre essere nascosta dalla lista delle applicazioni in modo che l'eventuale ladro non sappia della sua presenza. Il sistema migliore, graficamente e non solo, per utilizzare i vari comandi è quello di loggarsi sul sito, sperando di avere sempre una connessione a nostra disposizione (se dovesse mancare abbiamo una lista di comandi da inviare via SMS) e quindi possiamo:

- Localizzarlo e farne il tracking (e vedere anche tutti i movimenti) periodicamente con la modalità emergenza
- Fare partire un forte allarme, anche se il dispositivo è in modalità silenziosa (utile anche se non sappiamo dove lo abbiamo perso)
- Cancellare la memoria interna e la scheda SD
- Nascondere Cerberus dalla lista applicazioni
- Bloccare il dispositivo con un codice
- Registrare audio dal microfono
- Ottenere la lista delle ultime chiamate fatte e ricevute oppure avere la lista degli ultimi SMS
- Ottenere informazioni sulla rete e l'operatore a cui è connesso il dispositivo

Secondo me, una volta provato, è un prodotto che vale anche il suo costo nel caso non fosse gratuito. Quindi se leggete questo articolo e siete comunque interessati, penso proprio che potete farci un pensierino sopra.

mercoledì 5 giugno 2013

Léon (1994)


Regia: Luc Besson
Anno: 1994
Titolo originale: Léon
Voto: 8/10
Pagina di IMDB (8.6)
Pagina di I Check Movies
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Léon, che nome cazzuto! [cit]. A pensarci bene la giovane Mathild (Natalie Portman) non aveva tutti i torti, visto che il sicario è italiano e lavora perlopiù per un padrino italiano. Ma chi se ne frega, ci sta che Luc Besson, il più americano tra i registi francesi, abbia voluto legarsi un minimo alle sue origini. Ad ogni modo Léon è un cazzuto, nel senso positivo del termine, ed è appositamente studiato per poter entrare fin da subito nelle nostre grazie: ogni minimo particolare che lo contraddistingue ha il sapore del ben fatto. Beve latte, è scontroso, ha gli occhialini scuri, indossa una papalina perchè non può permettersi di ammalarsi, ha delle regole da seguire. E' cazzuto nell'anima, così come tutta la pellicola che introduce nel mondo del cinema anche la strepitosa, magnifica, suprema e devastante Natalie Portman che ad un'età difficile (tredici anni circa) tiene in piedi (non da sola certo) tutta la baracca. Non da sola perchè Jean Reno ci mette del suo senza sbavature così come il pazzo schizofrenico Gary Oldman. Tutti e tre i personaggi hanno i bordi ripassati con l'Uniposca indelebile; sono marcati così tanto da essere stereotipi fantastici, ma credibili. Lei la Lolita in cerca di vendetta. Gli altri invece due facce della solita medaglia violenta: il killer professionista ed il poliziotto corrotto e deviato. Uno buono, nonostante sia un cattivo, l'altro cattivo nonostante sia un buono. Una contrapposizione vincente scandita da ritmi elevati, mai sottotono che vede sovrapporsi scene veloci e dedite all'azione con quelle più statiche, ma colme di dialoghi indimenticabili. Secondo me è il lavoro più riuscito di Besson, memorabile in quasi ogni suo passo, drammatico, triste, romantico. Ma soprattutto cazzuto.

Il Cacciatore (1978)


Regia: Michael Cimino
Anno: 1978
Titolo originale: The Deer Hunter
Voto: 8/10
Pagina di IMDB (8.2)
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Michael Cimino, forse restando un nome non troppo conosciuto, con Il Cacciatore è riuscito ad entrare nella top qualcosa del cinema. Perchè ha creato un un capolavoro senza tempo che non perde il suo valore ed il suo significato neanche ad anni di distanza. E sebbene sia da considerarsi un film sulla guerra, questa è descritta solo in via marginale: è il sottofondo di una storia più ampia, sull'amicizia soprattutto e sulla vita dei protagonisti. Questi (Robert De Niro, Christopher Walken, John Savage, John Cazale, George Dzundza e Meryl Streep) di origine russa legati alla propria terra natia, ma anche all'America che li ha adottati e fatti partire per l'orribile Vietnam, vivono in un sobborgo fortemente industrializzato della Pennsylvania. Vivacemente, tra piccoli e grandi problemi che non sono certo insormontabili e fanno da cornice alle loro vite semplici e decisamente genuine. Da qui l'atto geniale di presentare i giovani per un buon terzo della pellicola (che dura circa tre ore) ed introdurre ogni personaggio in maniera decisamente corposa. Solo nella seconda parte vediamo gli orrori della guerra che mutano, soprattutto psicologicamente, i protagonisti. Tanto di cappello a tutte le prove recitative che ci proiettano vere sensazioni e volti ora impauriti, ora affranti, ora desiderosi di dare un senso alle vite. E' difficile mettere nero su bianco il mix poderoso di sentimenti che una regia così attenta cerca di trasmettere. Eppure sul Vietnam si è visto già molto (Cimino lo fa nel 1978) e molto vedremo, anche in maniera più descrittiva: certo è però che Il Cacciatore rappresenta uno dei migliori esempi di cinema su questo genere. Ogni scena ha il suo forte impatto emotivo, che si tratti di una festa di matrimonio (che coincide con l'addio) in cui tutti cantano ubriachi ed allegri, o nelle ripetute roulette russe che vedono "un solo colpo" come unica via di fuga dal baratro. "Un solo colpo" è anche ciò che si impongono di usare durante le battute di caccia, in contrapposizione alla guerra sull'altro fronte, dove forse gli uomini hanno meno possibilità di resistere rispetto ai cervi. Perchè l'uomo può anche crollare mentalmente, nonostante il valore dell'amicizia che cerca sempre, inesorabilmente di avere la meglio. Una pellicola comunque dal forte impatto: fotografico, scenografico e musicale in cui gli attori riescono ad avere un comportamento ultra realistico.

lunedì 3 giugno 2013

Il Tredicesimo Guerriero (1999)


Regia: John McTiernan
Anno: 1999
Titolo originale: The 13th Warrior
Voto: 5/10
Pagina di IMDB (6.4)
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Nonostante sia basato su Cacciatori di Morte di Michael Crichton, che mi ha abbastanza deluso, il film non è da buttare proprio per le sue differenze con il libro. La trasposizione cinematografica infatti lo rende più realistico, di quanto non faccia lo scrittore americano: e non servono tanti documenti e falsi storici. Basta essere meno fantasiosi del dovuto. Ad ogni modo, per la maggior parte ricalca le avventure già descritte nel romanzo, con alcune lievi modifiche nel personaggio (qui interpretato da Antonio Banderas) e dei suoi rapporti con il resto del gruppo o con la ragazza. Sinceramente però tutto sa di già visto, anche se non propriamente di noioso. Le battaglie, gli scontri, i cattivi che sono molto bestiali ed il buono che riesce a cavarsela. Ecco, almeno non è l'eroe assoluto, sebbene più saggio rispetto agli altri, un po' bifolchi del resto. Riguardo la scenografia siamo a buoni livelli con belle ricostruzioni nel complesso, anche se le scene più importanti peccano di una fotografia troppo scura e buia per essere goduta appieno. Ridicole le scene in cui i mostruosi uomini orso, che vivono nelle caverne e sono praticamente introvabili, arrivano a centinaia su cavalli per la lotta finale. Dove li nascondevano e come li tenevano? Vabbeh non è certo l'unica forzatura ed incongruenza che possiamo vedere, ma visto che hanno speso qualche soldo per arrangiare il libro potevano farlo ancora meglio.


domenica 2 giugno 2013

Hancock (2008)


Regia: Peter Berg
Anno: 2008
Titolo originale: Hancock
Voto: 6/10
Pagina di IMDB (6.5)
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Hancock è un supereroe stronzo. E serviva davvero una figura in questo modo: di colore tanto per cominciare, alcolizzato, scontroso, ed appunto stronzo. Come diceva il mì nonno, da grandi poteri derivano grandi responsabilità, ma non sempre riusciamo a mettere in pratica buoni propositi ed una buona riuscita del piano. Ed Hancock, almeno inizialmente sembra non volersi impegnare troppo. Eppure è buono e fa del bene. Poteva anche essere un super eroe stronzo, ma cattivo, non per forza una fichetta in calzamaglia. Nei primi minuti va tutto a gonfie vele, simpatico, divertente, atipico. Se la prende addirittura con il bulletto francese di dieci anni. Poi da quando a Will Smith e Jason Bateman si affianca Charlize Theron iniziano i guai: si cerca di dare un senso alla figura del personaggio, ma il tutto scade in qualcosa di noioso e scontato. Tirato via in maniera malsana e sbrigativa. Arrivi alla fine e pensi sia il primo tempo. Ok nel frattempo c'è lo scontro finale, ma chi se lo aspetta che è rappresenta l'epilogo? Ad ogni modo abbiamo dei discreti effetti speciali, realizzati in computer grafica che si fanno ben volere anche quando vi è un abuso degli stessi: il combattimento tra Hancock e Mary sembra più un cartone animato con loro all'interno, che una scena di un film. Se fosse stato più lungo e si fosse basato tutto sulle premesse iniziali a mio avviso sarebbe stato davvero molto meglio.