venerdì 15 agosto 2025

Viaggio da Bergen e crociera sui fiordi

 

Oggi lascio Bergen di buon’ora per un’escursione giornaliera che promette panorami spettacolari, fiordi e ghiacciai. Salgo su un piccolo bus diretto verso Voss — che in realtà è solo una tappa di passaggio — e subito inizia la danza dei tunnel: in Norvegia sembrano non finire mai, chilometri e chilometri scavati nella roccia per collegare valli e coste che altrimenti sarebbero isolate. Tra un traforo e l’altro scorrono fuori dal finestrino tratti di fiordi e fiumi celebri per la pesca al salmone, soprattutto nella zona di Evanger, dove il fiume Vosso ha reso la località una meta di riferimento per gli appassionati.

Il bus affronta poi il Myrkdalvegen Serpentinveg, una strada a tornanti che si arrampica sulle montagne regalando scorci su vallate verdi e cascate gonfie per la pioggia. E di pioggia oggi ce n’è parecchia, insieme a una nebbia bassa che avvolge tutto: invece di rovinare il paesaggio, lo rende quasi mistico. È Ferragosto, e mentre in Italia si boccheggia per il caldo, qui si viaggia con il giubbotto allacciato.

La prima vera sosta è a Storesvingen, un belvedere spettacolare sulla valle di Nærøydalen. Anche se le nuvole coprono parte della vista (al ritorno faccio foto col sole dallo stesso punto) , il fascino resta intatto: le montagne si intravedono tra gli sbuffi di nebbia, il fiume scorre in fondo alla valle e la strada a tornanti di Stalheimskleiva sembra una sottile riga bianca che serpeggia in mezzo al verde.

Si prosegue fino a Vik, dove ci imbarchiamo per attraversare il Sognefjord. È il fiordo più lungo e profondo della Norvegia, e anche con pioggia e cielo plumbeo è uno spettacolo: montagne che scendono a picco sull’acqua, cascate che si gettano nel fiordo come fili d’argento e villaggi che sembrano incollati alle rive. Dopo la navigazione arriviamo a Balestrand, cittadina famosa per le ville in legno in stile svizzero e per la chiesa di Sant’Olaf, costruita a fine Ottocento in stile ispirato alle stavkirke medievali.

Da qui la strada acquatica ci porta a Fjærland, “la città dei libri”, dove librerie e scaffali spuntavano nei luoghi più impensati come stalle e fienili. Il sole decide finalmente di farsi vedere proprio mentre visitiamo il Museo del Ghiacciaio. L’esterno è gradevole e ben inserito nel paesaggio, ma l’interno… diciamo che non entusiasma: contenuti un po’ poveri e presentazione che non riesce a trasmettere la grandiosità del tema.

Poco dopo siamo ai piedi del Bøyabreen Glacier. È uno dei ghiacciai più accessibili della Norvegia, una lingua di ghiaccio che scende tra le montagne fino a pochi metri dalla strada. Con il sole ormai alto, i contrasti di bianco e verde sono potenti, e il ghiacciaio sembra quasi brillare.

Il rientro avviene seguendo la stessa via dell’andata: traghetto e poi bus, attraversando di nuovo tunnel e serpentine. Stavolta però, con negli occhi le immagini della giornata, anche il paesaggio già visto sembra più vivo, come se il sole finale avesse colorato retroattivamente tutto il viaggio.


Album fotografico viaggio da Bergen verso i fiordi 


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