Oggi giornata dedicata a una lunga crociera sul Lysefjord, con una serie di tappe che raccontano tanto la natura quanto la storia della Norvegia.
La navigazione inizia passando da Tronholmen, isoletta storica dove, pensate, si tenne nel 998 la prima assemblea nazionale guidata da Olav Tryggvason, discendente diretto di Harald Fairhair, il re che unificò la Norvegia. Un luogo minuscolo che però porta con sé un peso enorme nella memoria del Paese.
Poco più avanti si entra nell’Høgsfjorden, un braccio di mare che si estende per 23 km. È un fiordo relativamente profondo, con pareti ripide e verdi che scendono dritte nell’acqua: scenario perfetto per chi ama pescare o andare in barca, ma anche solo da ammirare in silenzio.
Si costeggia quindi l’isola di Ådnøy, caratterizzata da colline morbide e prati coltivati. Qui la vita scorre lenta: piccola popolazione residente, agricoltura e pesca come attività principali. Un contrasto piacevole rispetto al caos urbano di Stavanger, che sembra lontanissimo.
Poi si entra nel protagonista assoluto: il Lysefjord. Lungo 42 chilometri, è famoso per i suoi scenari drammatici, con pareti che si innalzano fino a 1.000 metri e scendono a picco in mare. Il nome stesso, “Lyse”, deriva dal colore chiaro delle rocce di granito che dominano il paesaggio e che regalano al fiordo un’atmosfera unica. Non a caso è una delle mete più visitate della Norvegia.
La barca si ferma quindi a Forsand, piccolo gioiello con testimonianze archeologiche che risalgono addirittura all’Età della Pietra. Da qui partono molti dei sentieri più famosi della zona, come quelli che portano a Preikestolen o al Kjeragbolten, ma anche solo la vista delle fertili campagne e delle antiche fattorie racconta secoli di storia rurale.
Lungo il fiordo appare la Fantahålå, la “caverna dei vagabondi”: una cavità naturale nascosta nelle scogliere. In passato era rifugio per viandanti e, secondo le leggende, anche per chi voleva sottrarsi alle leggi o alle intemperie. Vederla dal mare dà proprio l’idea di un rifugio segreto.
La tappa più attesa è ovviamente il Preikestolen, il Pulpit Rock: il gigantesco pulpito di granito che si protende nel vuoto a 604 metri d’altezza. Vederlo dal fiordo è diverso rispetto a ieri, quando ci sono salito a piedi: da sotto si percepisce ancora di più la vertigine e la maestosità della parete, piatta e imponente. Non a caso è una delle attrazioni naturali più famose del Paese, set perfetto anche per scene cinematografiche (qui è stato girato il finale di Mission: Impossible – Fallout).
La crociera prosegue verso Refsa, dove i primi coloni iniziarono a costruire i loro insediamenti sulle rive del fiordo. È un luogo che conserva un sapore antico, quasi primitivo, dove si può immaginare la vita dura ma suggestiva dei primi abitanti.
E infine il gran finale: la cascata di Hengjanefossen, una delle più spettacolari della zona. L’acqua si tuffa giù dalle ripide pareti e si infrange direttamente nel fiordo, creando spruzzi che arrivano fino alla barca. C’è anche una leggenda legata a questo luogo: quella di Heinrich e Sikke, un amore nato sulle rive della cascata e contrastato dalla comunità locale. Heinrich, inoltre, produceva illegalmente alcol usando proprio l’acqua purissima della Hengjanefossen. La loro storia si perde nel mistero — qualcuno dice che lui fuggì, altri che rimase — ma la cascata continua a raccontarla con il suo fragore.
È un itinerario che unisce tutto: storia, natura, leggende e panorami da togliere il fiato. Un viaggio lento dentro il cuore del fiordo, che lascia negli occhi immagini potenti e nell’animo la sensazione di aver toccato un pezzo profondo di Norvegia.
Dopo la lunga crociera del mattino, il pomeriggio lo dedico a un “urban trekking” particolare, che unisce natura e città. Stavanger ha la fortuna di essere circondata da spazi verdi e parchi urbani che sembrano cuciti addosso alla città: si passa dalle strade al verde in pochi minuti, come se la natura fosse un quartiere in più.
Cammino attraverso giardini, laghetti e sentieri che tagliano zone residenziali tranquille, sempre accompagnato da quell’aria nordica che alterna luce e nuvole in continuazione. È un percorso rilassante ma al tempo stesso suggestivo, perché sembra di attraversare la città da dentro la sua parte più viva: quella naturale.
La meta è uno dei simboli più forti di Stavanger e della Norvegia: Sverd i fjell, le “Spade nella roccia”. Tre colossali spade di bronzo conficcate nel terreno a memoria della battaglia di Hafrsfjord, combattuta nel 872. Fu lì che Harald Fairhair unificò la Norvegia sotto un unico regno. Le lame, alte oltre dieci metri, svettano come guardiani silenziosi sopra l’acqua del fiordo.
Il monumento ha una potenza evocativa enorme: tre spade, piantate nella roccia per non essere mai più estratte, simbolo di pace raggiunta dopo la guerra. Lì davanti il pensiero corre alla lunga storia di questo Paese, ma anche alla sua capacità di trasformare le memorie in arte pubblica, in simboli collettivi.
La camminata si conclude così, tra il verde cittadino e la storia scolpita nel bronzo. Una giornata che ha unito il fragore delle cascate e dei fiordi al silenzio dei parchi, chiudendosi davanti a tre spade gigantesche che raccontano, meglio di mille parole, l’identità norvegese.
Album fotografico Crociera a Lysenfjord e Sverd i Fjell
Nessun commento:
Posta un commento