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mercoledì 17 settembre 2025

Jack Vance - I Tesori Di Tschai



Autore: Jack Vance
 Anno: 1969
Titolo originale: The Dirdir
Voto e recensione: 2/5
Pagine: 143
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Trama del libro e quarta di copertina:
Nella Zona Nera alcuni si avventurano di notte, altri in pieno giorno. C'è chi si sente più sicuro in gruppo, e chi preferisce tentare da solo. Ciascuno ha una propria teoria. Quasi nessuno, una volta entrato, ritorna più a raccontare se fosse giusta. La Zona Nera è l'Eldorado di Tschai, un immenso territorio aspro e accidentato dove affiorano le pietre preziose - rosse, turchine, verdi, opalescenti - che sono la moneta comune a tutto il pianeta. E tra i disperati di ogni razza che rischiano la vita nella Zona Nera c'è anche Adam Reith, il terrestre. Anche lui vuole arricchire in fretta, ma solo perchè questo è l'unico mezzo che gli permetterà, forse, di tornare sulla Terra. Tra lui e i tesori di Tschai ci sono soltanto piccole comitive di sportivi. Lo sport che praticano è la caccia all'uomo.

Recensione e commento personale:

Terzo capitolo della celebre tetralogia del Pianeta Tschai, I tesori di Tschai conferma pregi e limiti dell’opera di Jack Vance. Dopo un avvio intrigante con i primi due volumi, qui la tensione narrativa perde progressivamente vigore: la trama si concentra su una lunga caccia al tesoro che si conclude con un semplice combattimento corpo a corpo, lasciando una certa sensazione di incompiutezza.

Se la componente scientifica è pressoché assente – la vicenda potrebbe svolgersi in qualsiasi mondo fantastico senza particolari riferimenti futuribili – resta invece centrale la capacità dell’autore di descrivere usi, costumi e rituali delle popolazioni aliene. Vance non è interessato alla fantascienza “hard”, ma a un’avventura esotica che ricorda più i romanzi cavallereschi o picareschi che i classici di space opera. La sua forza sta nel costruire società bizzarre e satiriche, specchi deformanti della nostra umanità.

Il risultato è affascinante ma anche diseguale: il gusto per l’invenzione antropologica resta vivo, ma non sempre basta a sostenere l’interesse narrativo. Dopo la spinta iniziale dei primi due libri, questo terzo volume mostra il lato più debole della saga.




Corto Maltese - Un'Aquila Nella Giungla

 

Un’aquila nella giungla (1970) è l’ultimo tassello della cosiddetta “Suite caraibica”, un gruppo di racconti che comprende anche Il segreto di Tristan Bantam, Appuntamento a Bahia e Samba con Tiro Fisso. A differenza dei precedenti episodi, qui il personaggio di Corto Maltese comincia a delinearsi in maniera più netta: non più soltanto osservatore ironico e distaccato, ma uomo che, pur rimanendo enigmatico, lascia intravedere il desiderio di avventura e la sua natura di viaggiatore irrequieto.

La storia, ambientata in un contesto esotico e misterioso, mantiene i toni sospesi tipici di Pratt, dove le trame non si chiudono mai del tutto e i personaggi restano in parte avvolti dal non detto. Tuttavia, in queste pagine Corto sembra meno evanescente e più protagonista: la sua ambiguità rimane, ma prende corpo una figura più definita, affascinante proprio perché sfugge a una lettura univoca.

Con questo racconto si ha la sensazione di entrare davvero nel mondo di Pratt: un universo fatto di suggestioni, simboli, e un costante equilibrio tra realismo e mito. È qui che il lettore inizia a sentirsi pienamente catturato, riconoscendo che l’avventura di Corto Maltese non è solo geografica, ma anche interiore.


martedì 16 settembre 2025

Juventus 4 - Borussia Dortmund 4

 
Otto gol fatti negli ultimi quattro giorni. Ma anche sette subiti. Eh eh eh. Meglio una partita del genere che uno scialbo zero a zero per me. Poi ovviamente sono evidenti dei problemi difensivi e di gioco. Ma non possiamo dire che manca il carattere. Eravamo sotto di due reti nei minuti di recupero, e come suggerisce il nome, l'abbiamo recuperata. Ci sono da rivedere numerose cose a partire dal portiere che ci mette troppo del suo, ma deve essere il solo capro espiatorio. Partita a due facce con un primo tempo quasi soporifero o guardingo per dirla in maniera elegante ed una ripresa in cui succede di tutto. Tra il negativo ed il positivo. Soltanto un punto è vero, ma per come si era messa, contro un Borussia da prima fascia, non ci si può certo lamentare. 

Ballerina (2025)

 
Regia: Len Wiseman
Anno: 2025
Titolo originale: Ballerina
Voto e recensione: 5/10
Pagina di IMDB (6.9)
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Lo spin-off della saga di John Wick si concentra su una nuova protagonista, inserita nello stesso universo fatto di assassini, codici d’onore e vendette infinite. Ballerina (anche in originale scritto così) non inventa nulla di nuovo, ma gioca la carta più sicura: tanta azione ben coreografata, combattimenti spettacolari e un ritmo che non concede pause.

Il problema è che oltre a questo c’è davvero poco. La trama è ridotta all’osso, funzionale giusto a collegare una scena all’altra, e manca quella carica innovativa che aveva reso il primo John Wick qualcosa di diverso nel panorama action. Qui siamo nel territorio del puro intrattenimento: due ore che scorrono piacevoli, ma senza lasciare traccia una volta finito il film.

Un prodotto pensato per i fan che vogliono restare dentro l’universo narrativo di Wick, ma ben distante dai fasti dell’originale. In sintesi: si guarda volentieri, ma non è certo destinato a entrare nella memoria collettiva del cinema d’azione.



domenica 14 settembre 2025

Corso Ferrate #2/2: Barranco del Dolo

 


Oggi ho deciso di alzare l’asticella e di misurarmi con la Ferrata Barranco del Dolo. È stato un banco di prova importante, forse il più impegnativo che abbia affrontato fino ad ora, e alla fine posso dirlo chiaramente: qui ho trovato il mio limite.

La partenza sembra quasi ingannevole, con tratti obliqui e verticali su arenaria compatta che, seppur già faticosi, scorrono via bene grazie alle staffe provvidenziali. Poi arriva la placca liscia, con le maniglie artificiali che ti tirano su verso il traverso successivo. Fin qui il ritmo è serrato ma ancora gestibile, il tipo di sforzo che senti nelle gambe e nelle mani ma che non ti spaventa.

Il punto vero della ferrata, quello che resta impresso, è il camino aperto. Tecnicamente è il passaggio chiave dell’intero itinerario e non a caso: non ci sono appigli naturali e il movimento richiesto è di spaccata, sfruttando la parete opposta rispetto al cavo. Per chi, come me, non ha gambe lunghe, la faccenda diventa subito complicata. Alla fine non ho avuto scelta: ho dovuto issarmi soprattutto con le braccia, tirando più del dovuto. So bene che non era il movimento corretto, ma era l’unico modo per passare. E l’ho fatto.

Arrivato in cima al camino ero soddisfatto, ma le braccia provate raccontavano tutta la fatica. Non ero distrutto, questo no, però il limite l’ho toccato con mano: qui la tecnica non basta se non hai certe leve o una guida pronta a correggere e a sostenerti moralmente passo passo (braccio braccio anzi) . Dopo il camino, il percorso diventa più umano: un altro traverso impegnativo ma più breve, poi il filo di cresta in saliscendi fino in cima , che arriva come una liberazione e una ricompensa.

È stata una ferrata bella, suggestiva e intensa. Mi sono divertito, ho provato emozioni forti, ma ora so con più chiarezza che non tutte le vie fanno per me. Le prossime le sceglierò con più attenzione: percorsi di livello inferiore, dove la fatica non diventa un ostacolo costante, oppure ferrate impegnative come questa ma con una guida al mio fianco, per affrontarle in sicurezza e imparare di più.

La montagna insegna anche questo: a riconoscere i propri limiti. E oggi, su questa lama di roccia del Dolo, l’ho capito meglio che mai.


Poche foto oggi per ovvi motivi 

Album fotografico Corso Ferrate #2/2: Barranco del Dolo

sabato 13 settembre 2025

Juventus 4 - Inter 3

 
Beh, anche se scrivo poco ultimamente sulle partite (non pago il pizzo a Dazn) una partita di cartello come questa va vista. E ne approfitto del fatto che sono fuori casa ed ho trovato il baretto dove la trasmettono. Partita, che nonostante l'elevato numero di reti è stata così e così. Però appunto con sette volte oltre la linea di porta è impossibile non divertirsi. Tra l'altro tutti i gol son stati belli, anche se forse con Frey e Buffon ce ne sarebbero stati meno. L'inizio di campionato non poteva che andare meglio e se le prime due gare potevano essere scontate sulla carta (poi bisogna vincerle sul campo eh) trovare i finalisti di Champions, poteva cambiare il nostro percorso. Ad esclusione di alcune sbavature individuali e di reparto (altrimenti non avresti preso tre reti), sono abbastanza soddisfatto di alcune prestazioni come quelle di Thuram, l'entrata in campo di Adzic che ha fatto un eurogol e di Yildiz ovviamente. Sta crescendo e lo si nota. Avanti così adesso, testa alta alla prossima, senza gongolare. #finoallafine. 

Corso ferrate #1/2: Pietra di Bismantova

 

Oggi è stata una giornata intensa, di quelle che ti lasciano addosso la stanchezza buona, quella che sa di soddisfazione. Primo giorno del mio corso per ferrate: non era la mia “prima volta” in assoluto, perché ne avevo già fatte alcune, a volte da solo su percorsi semplici, altre volte con una guida su tracciati più impegnativi o in compagnia, ma in autonomia. Però è un po’ come dire “so guidare” solo perché ho preso la macchina del mi babbo e sono riuscito a fare due giri: alla fine manca la base vera, quella che ti dà sicurezza. Ed ecco perché mi sono iscritto: un po’ di teoria, un po’ di pratica mirata, e soprattutto l’idea di imparare a fare le cose nel modo giusto.

Ci siamo ritrovati alla Pietra di Bismantova, un luogo che già da solo vale il viaggio. Un massiccio isolato nell’Appennino reggiano, dalla forma piatta e inconfondibile, che spunta dalla valle come una specie di astronave di roccia. Non a caso Dante la cita nella Divina Commedia come paragone per il Purgatorio: la sua forma squadrata e quasi verticale lascia chiunque a bocca aperta. È anche un punto di riferimento per alpinisti e arrampicatori di ogni livello, perché offre pareti, vie e ferrate di grande varietà.

La giornata è iniziata con un po’ di teoria: niente di noioso, anzi, necessario. Abbiamo parlato del kit da ferrata – imbrago, casco, dissipatore – e dell’importanza di controllare sempre i propri dispositivi prima di partire. Una corretta vestizione, la regolazione delle fettucce, la verifica dei moschettoni: sembrano dettagli, ma sono quelli che fanno la differenza tra un’escursione sicura e una potenzialmente pericolosa.

Poi, senza perdere troppo tempo, via alla parte pratica. Una piccola prova di arrampicata su pareti basse, in salita e discesa. Non tanto per mettersi alla prova, quanto per prendere confidenza con i movimenti, con l’equilibrio e soprattutto con il concetto di fidarsi di un compagno. Non è solo “io e la roccia”: è anche il sapere che accanto a te c’è qualcuno che ti guarda, pronto a intervenire.

Il vero clou della giornata è stato l’avvicinamento alle due ferrate principali della Pietra. Prima la Ferrata degli Alpini, considerata la più difficile del complesso. È un percorso impegnativo, tecnico, che richiede attenzione e un buon uso di mani e piedi. Non è lunghissima, ma le sue pareti verticali e i tratti più esposti la rendono una prova seria, di quelle che non si improvvisano. Farla con il gruppo, dopo aver ricevuto le giuste dritte, mi ha permesso di affrontarla con maggiore sicurezza, godendomi anche il panorama senza pensare solo alla fatica.

Dopo questa sfida, siamo passati alla Ferrata dell’Ultimo Sole. Questa già l’avevo percorsa in solitaria tempo fa, e oggi è stato un po’ come rivedere un vecchio amico, ma con occhi diversi. È un itinerario più abbordabile, meno tecnico, ma non per questo banale: offre passaggi belli e panoramici, con quella sensazione di avventura che solo le ferrate sanno regalare. Il nome stesso, “dell’Ultimo Sole”, evoca le luci calde del tramonto che spesso colorano le rocce e la valle circostante.

Chi non ha mai fatto una ferrata forse immagina qualcosa di vicino all’arrampicata estrema, ma non è proprio così. Le vie ferrate sono percorsi attrezzati con cavi, pioli, scale e staffe che permettono di muoversi anche su pareti rocciose altrimenti inaccessibili. Non sostituiscono l’alpinismo vero e proprio, ma sono una via di mezzo tra trekking e arrampicata, un modo per vivere la montagna in verticale, senza però dover essere campioni di free climbing. La sicurezza, ovviamente, dipende molto da chi le affronta: mai sottovalutare il percorso, mai affidarsi al “tanto ce la faccio”.

Chiudo la giornata per niente stanco e soddisfatto. Ho imparato cose nuove, ho corretto errori che nemmeno sapevo di fare, e soprattutto mi sono goduto un’esperienza suggestiva in un luogo che sembra disegnato apposta per questo. La Pietra di Bismantova, le sue ferrate, il gruppo, il corso: tutto ha contribuito a rendere questo primo giorno davvero appagante.

E in fondo, quello che mi porto via è la sensazione di aver imboccato la strada giusta: la passione ce l’ho già, ora posso dire che sto iniziando a costruirci sopra anche la conoscenza e la tecnica.


Album fotografico Corso di ferrate #1/2: Pietra di Bismantova 


mercoledì 10 settembre 2025

Corto Maltese - Samba Con Tiro Fisso

 


Con Samba con Tiro Fisso (1970) pensavo di arrivare alla chiusura di un vero e proprio trittico, dopo Il segreto di Tristan Bantam e Appuntamento a Bahia. In realtà mi sbagliavo: non si tratta di una trilogia con un inizio e una fine, ma di un ciclo di storie collegate, spesso raccolte sotto il titolo di “Suite caraibica”.

La vicenda si sposta in Brasile, in un contesto pieno di tensioni: soldati, ribelli, superstizioni e colpi di scena che animano la trama ma non la concludono. È più un frammento narrativo che un racconto chiuso, un tassello che aggiunge colore e atmosfera piuttosto che dare risposte ai misteri già accennati.

Corto Maltese continua a muoversi con il suo stile ambiguo: presente ma mai del tutto coinvolto, partecipe e al tempo stesso ironicamente distante. Anche Tristan Bantam e Morgana restano figure sospese, che sembrano promettere sviluppi futuri senza rivelare troppo.

Subito dopo  questo episodio neCorto Maltese - L'integralesi colloca anche Un’aquila nella giungla, che probabilmente riprenderà il filone narrativo. 

Alla fine, quello che resta è l’impressione di seguire Corto non in una saga ordinata, ma dentro un flusso di avventure aperte, capaci di suggestionare più che di spiegare. Ed è forse proprio questo il fascino: non trovare mai davvero una chiusura, ma lasciarsi trascinare dal viaggio.




Indiscreto (1958)

 
Regia: Stanley Donen
Anno: 1958
Titolo originale: Indiscreet
Voto e recensione: 4/10
Pagina di IMDB (6.7)
Pagina di I Check Movies
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Film:
Ho recuperato Indiscreto, film del 1958 diretto da Stanley Donen, con Cary Grant e Ingrid Bergman. Sulla carta un piccolo gioiello della commedia romantica: due mostri sacri del cinema, un regista elegante, e una trama che dovrebbe giocare sull’ironia e i malintesi amorosi.

Il problema è che, visto oggi, il film appare invecchiato malissimo. Più che divertente, risulta imbarazzante. Quello che forse allora veniva percepito come sofisticata leggerezza, oggi suona come una commedia forzata, quasi offensiva nella sua visione dei rapporti di coppia. I dialoghi che dovrebbero brillare di charme appaiono rigidi, e il presunto romanticismo si riduce a cliché che oggi faticano a strappare anche un sorriso.

Non è solo una questione di ritmo o di linguaggio cinematografico ormai datato: è proprio il messaggio sotteso, il modo in cui i ruoli di genere vengono rappresentati, a rendere l’opera indigesta. Ingrid Bergman e Cary Grant fanno del loro meglio, ma sembra di guardarli intrappolati in una cornice che li schiaccia, più che esaltarli.

In conclusione, Indiscreto non è quel “classico senza tempo” che magari qualcuno si aspetta. È piuttosto un esempio di come certe opere possano restare ferme nel loro contesto storico senza riuscire a comunicare davvero qualcosa a chi arriva decenni dopo. Per quanto mi riguarda, un film da vedere solo per curiosità filologica, ma non certo per piacere.


Edizione: bluray
Ho comunque una edizione in bluray abbastanza rara in quanto è la versione italiana. Ma a parte questo, non ha extra, e la traccia italiana è in stereo DTS HD MA. 

martedì 9 settembre 2025

Corto Maltese - Appuntamento A Bahia

 


Dopo Il segreto di Tristan Bantam, Hugo Pratt prosegue il suo trittico con Appuntamento a Bahia, pubblicato originariamente nel 1970. La storia riprende il filo lasciato in sospeso, confermando l’idea che questo arco narrativo sia più simile a un romanzo spezzato in capitoli che a racconti autoconclusivi.

Qui ritroviamo Corto Maltese sempre sospeso tra cinismo e idealismo, un uomo che non si lascia mai ingabbiare in definizioni nette. Ad accompagnarlo ci sono figure che ormai iniziano a delinearsi come ricorrenti: il Professore e Tristan Bantam, giovane alla ricerca di risposte su un mistero che sembra più grande di lui.

Il tono dell’avventura è segnato dall’irrompere del fantastico e dell’esoterico: apparizioni, magie, superstizioni e atmosfere cariche di mistero. Per chi, come me, apprezza Corto soprattutto come personaggio “concreto”, capace di muoversi tra pirati, rivoluzionari e fortune da inseguire, questa dimensione più occulta può lasciare un po’ titubanti. Tuttavia, è proprio in questo equilibrio instabile tra realismo e suggestione magica che Pratt dimostra la sua originalità: non offre certezze, ma lascia al lettore il compito di decidere se prendere sul serio o meno il lato sovrannaturale.

Appuntamento a Bahia funziona bene come capitolo intermedio: fa da ponte, arricchisce i legami tra i personaggi e prepara al successivo tassello del trittico. È forse meno incisivo sul piano narrativo, ma contribuisce a rafforzare quel senso di avventura globale che spinge Corto da un capo all’altro del mondo, senza mai dargli (né darci) il tempo di capire del tutto chi sia.


lunedì 8 settembre 2025

Il Pane Nudo (2005)

 
Regia: Rachid Benhadj
Anno: 2005
Titolo originale:  El Khoubz El Hafi
 Voto e recensione: 6/10
Pagina di IMDB (7.0)
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Non è un film semplice, né pensato per farci passare due ore di intrattenimento svagato. Il Pane Nudo – tratto dall’omonimo romanzo autobiografico di Mohamed Choukri – è un pugno allo stomaco, un viaggio nel Marocco più crudo e marginale, quello che non compare nelle cartoline patinate di Tangeri e Casablanca.

La storia segue l’infanzia e la giovinezza dello scrittore (anni quaranta e cinquanta), segnata da miseria, fame, violenza e ricerca disperata di dignità. Niente indulgenze, niente edulcorazioni: qui la povertà è nuda, appunto, e viene mostrata senza filtri.

Quello che colpisce è il realismo quasi documentaristico: la macchina da presa non cerca bellezza artificiale, ma verità. È un racconto che a tratti mette a disagio, perché obbliga a guardare dove normalmente distogliamo lo sguardo. Eppure, proprio in questa nudità c’è la sua forza: il film ci ricorda che l’arte non è sempre evasione, ma spesso testimonianza, memoria, denuncia.

Ho trovato Il Pane Nudo un’opera profonda, necessaria, che non si limita a raccontare una vita spezzata, ma diventa il ritratto universale di chi è costretto a sopravvivere in condizioni estreme. Un film che ti resta addosso, come la polvere di una strada che non puoi scrollarti dai vestiti logori con facilità.

Cinema così, raro e coraggioso, non ti fa uscire dalla sala con leggerezza, ma con la sensazione che ogni brandello di realtà narrata meriti di essere ricordato.


 

domenica 7 settembre 2025

Corto Maltese - Il Segreto Di Tristan Bantam

 


Ho appena finito Il segreto di Tristan Bantam, uscito nel 1970, e devo dire che qui Hugo Pratt cambia ritmo rispetto a Una ballata del mare salato. La storia è molto più breve, quasi un frammento, e si legge tutta d’un fiato.

Il vero motore narrativo è Tristan, un ragazzino che si porta dietro un’eredità misteriosa fatta di mappe, enigmi e segreti di famiglia. Accanto a lui, Corto Maltese osserva, ascolta e commenta con il suo solito distacco ironico, senza mai prendersi la scena in modo ingombrante. A colpire, ancora una volta, è questa sua natura da anti-eroe: non guida davvero la vicenda, ma sembra sempre custodire una consapevolezza che agli altri sfugge.

Qui però non c’è un finale vero e proprio: la vicenda si interrompe lasciando tutto sospeso. Non è una storia chiusa, e infatti mi sono informato: Il segreto di Tristan Bantam è parte di un trittico narrativo che prosegue con Appuntamento a Bahia e Samba con Tiro Fisso. Si spiega così la sensazione di “incompiuto” che ho provato arrivando all’ultima tavola.

Rispetto a La giovinezza e a Una ballata del mare salato, questo episodio sembra più un “ponte”: meno epico, ma con il merito di accendere la curiosità. Ci sono nuovi personaggi che forse torneranno, forse no — per ora non posso saperlo, ma resta la voglia di proseguire per capire dove ci porteranno queste tracce.

Insomma, Il segreto di Tristan Bantam non è tanto un approdo, quanto una porta che si apre: resta da vedere cosa ci aspetta dall’altra parte.




sabato 6 settembre 2025

Breathe - Fino All'Ultimo Respiro (2024)

 
 
Regia: Stefon Bristol
Anno_ 2024
Titolo originale: Breathe
Voto e recensione: 5/10
Pagina di IMDB (4.3)
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Non avendo troppo da dire, mi sono fatto aiutare da Viki. Allora: di solito sono decisamente più critico di così, e per questo mi sorprende quasi ammettere che Breathe – fino all’ultimo respiro (2024) non è disastroso — nonostante il budget ridotto e qualche tasto narrativo stonato. Però l’ho trovato interessante, e non male insomma.

Detto questo: non è piaciuto granché, né ai critici, né al pubblico. Su Rotten Tomatoes, il punteggio è glaciale: 14% — praticamente un cartellino rosso . E su IMDb la media è un misero 4.3/10 .

Gli utenti sono stati spietati. Qualcuno ha scritto di scena “tediosamente ripetitive”, con dialoghi e comportamenti “assolutamente stupidi”, e ha definito il montaggio una cosa da “Darwin Awards of survival” .

Altri hanno spiegato che, nonostante attori noti, l’esecuzione è poco credibile e “visivamente non particolarmente impressionante” . Qualcuno non ha avuto mezze misure:

“Una delle cose peggiori che abbia visto negli ultimi decenni.”

Ma hey, niente panico: ci sono sempre cose peggiori, e in una serata di zombie-couch puoi tranquillamente sopravvivere a questo. 😉


Planet Funk live in Castiglione della Pescaia

 

Ieri sera con L abbiamo deciso di fare una puntata a Castiglione della Pescaia. Un po’ per vedere il paese, un po’ per dare un segnale “di presenza” – quelle cose deterrenti che ogni tanto è utile fare – ma soprattutto perché c’era un concerto gratuito che ci incuriosiva: i Planet Funk.

Ammettiamolo: non siamo certo due fan di vecchia data, né tantomeno esperti del gruppo. In realtà conosciamo solo tre canzoni, ma erano abbastanza per farci dire “ok, andiamo a sentirli dal vivo”. La band nasce a cavallo tra anni ’90 e 2000 e ha portato un po’ di respiro internazionale alla musica elettronica italiana, mescolando dance, rock ed elettronica in maniera molto riconoscibile.

Il live ci ha sorpreso in positivo. Nonostante i nostri gusti abituali siano distanti – L che ama la musica classica e io che mi rifugio più spesso nel metal – ci siamo ritrovati entrambi a battere il tempo e a farci trascinare dal ritmo. La scaletta è stata costruita con intelligenza, crescendo fino a chiudere con Who Said, probabilmente il loro brano più famoso e sicuramente quello più atteso dal pubblico. Sentirlo come ultima traccia ha reso il finale appagante, un po’ la ciliegina sulla torta.

Alla fine, la serata ci ha lasciato quella sensazione leggera e piacevole che solo la musica dal vivo sa regalare, anche quando non è del nostro genere preferito. E Castiglione, con la sua cornice estiva e la folla raccolta sotto il palco, ha fatto il resto.




martedì 2 settembre 2025

Sleeping Dogs (2024)

 
Regia: Adam Cooper 
Anno: 2024
Titolo originale: Sleeping Cooper
Voto e recensione: 6/10
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All’inizio ho storto il naso: ritmo compassato, fotografia un po’ anonima, e quel senso di déjà-vu che ti fa pensare “ok, sarà l’ennesimo thriller da catalogo”. E invece, senza quasi accorgertene, "Sleeping Dogs" ingrana la marcia e comincia a tessere la sua ragnatela di misteri.

Russell Crowe, ormai in piena fase “orso burbero ma magnetico”, regge la scena con quella stanchezza vissuta che gli sta addosso come un guanto. Intorno a lui una regia che non osa mai troppo, ma che sa dosare bene silenzi e colpi di coda. Il risultato? Un thriller che si lascia guardare senza mai sbrodolare, con quell’atmosfera da “non fidarti di nessuno” che tiene viva la curiosità.

Sai che da qualche parte arriverà il colpo di scena – fa parte del gioco – ma il film riesce comunque a sorprendere, evitando la prevedibilità che temevo nei primi minuti. Non è un capolavoro, certo, ma alla fine ti lascia soddisfatto, con la sensazione di aver visto un prodotto solido, più elegante di quanto promettesse la partenza.

Promosso, quindi. Non gridiamo al miracolo, ma se ti piacciono i thriller che si accendono lentamente e non ti prendono per scemo, “Sleeping Dogs” fa la sua figura.


 

lunedì 1 settembre 2025

Aggiornamento Oxygenos 14.0.0.1901 (EX01V100P01)

 

Altro giro, altro aggiornamento. Questa volta si tratta della build V100P01, leggera come un soffio (57 MB), ma tutta dedicata a chi ama archiviare cose senza essere disturbato dalla moralità altrui.

Non ci sono effetti speciali, ma la Protezione dati privati diventa una specie di cassaforte intelligente.
Ecco cosa arriva con questo update:

Protezione dati privati

  • Ora puoi condividere immagini e video direttamente nella sezione segreta.
  • Puoi personalizzare le copertine degli album privati: magari metti un gattino innocente su una cartella... che non contiene gattini.
  • Si possono ordinare per orario immagini e video. Utile quando cerchi quel preciso screenshot che hai fatto alle 03:12 sotto l’effetto di troppa pizza.
  • E infine: puoi aggiungere file direttamente nella sezione “Altri file”.
    Una zona franca per tutto ciò che non ha un’etichetta ma non deve essere visto.

Sistema

  • L’onnipresente “migliora la stabilità”.
    È la camomilla digitale che ci danno con ogni aggiornamento, e noi fingiamo di sentirci più tranquilli.

Conclusione?
Un update piccolo ma preciso, pensato per chi tiene alla privacy quanto al backup.
In fondo, anche il telefono ha diritto a una stanza segreta.

Alla prossima, sempre su VER.
(E no, la sezione “Altri file” non verrà mai mostrata in uno screenshot pubblico.)