Visualizzazione post con etichetta Paul Thomas Anderson. Mostra tutti i post
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mercoledì 23 luglio 2025

The Master (2012)

 
Regia: Paul Thomas Anderson
Anno: 2012
Titolo originale: The Master
Voto e recensione: 6/10
Pagina di IMDB (7.1)
Pagina di I Check Movies
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Non è un film facile The Master. È un’opera che vive di suggestioni, silenzi, ambiguità, e più che raccontarti una storia ti trascina dentro a una dinamica psichica, disturbante e ipnotica, fatta di manipolazione, dipendenza, carisma e debolezza. Onestamente? Se non ci fossero stati loro – Joaquin Phoenix, Philip Seymour Hoffman e Amy Adams – probabilmente l’avrei trovato noioso. Ma il cast è talmente incredibile da sollevare tutto, a tratti fino al sublime.

Il personaggio interpretato da Hoffman, Lancaster Dodd, è un chiaro riferimento – anche se mai dichiarato esplicitamente – a L. Ron Hubbard, fondatore di Scientology. E la “Causa” che guida i suoi seguaci con vaghi riferimenti alla reincarnazione, al controllo mentale e alla purificazione del passato ricorda molto da vicino quella controversa setta mascherata da filosofia.

Il protagonista Freddie Quell (Phoenix), reduce di guerra e alcolizzato, è il perfetto recipiente da riempire. Una specie di esperimento umano per la setta, ma anche un bambino sperduto che cerca disperatamente una figura guida. La loro relazione è morbosa e straniante, a tratti perfino tenera, ma mai rassicurante. Come se dietro ogni abbraccio ci fosse una stretta al collo in agguato.

Un piccolo aneddoto personale: da adolescente, ignaro delle derive settarie, lessi con gran trasporto "Battaglia per la Terra" (sì, proprio di quel Hubbard). Mi piacque pure abbastanza, anche se ora mi viene da sorridere. Qualche tempo dopo, mio fratello trovò un altro libro di Hubbard in un mercatino e pensò bene di regalarmelo. Lo iniziai con estrema difficoltà. Dopo qualche pagina, un dubbio. Dopo qualche altra, lo sconforto. Era un "manuale" di Scientology. E non c’era nemmeno Google per togliersi subito lo sfizio di capire che roba fosse. Solo pagine e pagine di delirio.

Ecco, The Master fa venire un po’ quella stessa sensazione: ti seduce, ti incuriosisce, ma sotto sotto ti fa capire che c’è qualcosa di profondamente disturbante. E quando i titoli di coda scorrono, non sei sicuro di essere stato testimone di un’illuminazione o di un lavaggio del cervello ben confezionato.

Ma una cosa è certa: il cinema di Paul Thomas Anderson resta un’esperienza. E in questo caso, con un Phoenix completamente fuori controllo e un Hoffman ieratico, vale il viaggio anche solo per guardarli affrontarsi in quei dialoghi tirati come corde di violino.

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lunedì 14 novembre 2022

Licorice Pizza (2021)

 
Regia: Paul Thomas Anderson
Anno: 2021
Titolo originale: Licorice Pizza
Voto e recensione: 6/10
Pagina di IMDB (7.2)
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Era uno dei titoli che attendevo da qualche mese e fortunatamente ci ha pensato Prime Video a renderlo disponibile. Si tratta di un'opera intima, non so se biografica o autobiografica, ma in ogni caso destinata prevalentemente ad un tipo di pubblico che abbia vissuto quella specifica parte di anni settanta in California. Già, perchè secondo me, il film, poeticamente elegante abbraccia a più riprese una storia d'amore, realistica e reale in un determinato contesto. I due protagonisti si seguono e si inseguono, si distaccano un poco, ma mai si perdono di vista, tra amicizia, gelosie, giochi impertinenti. Molto personale, ma non per questo ardua da digerire o da assimilare, la pellicola riesce ad essere simpatica e dissacrante, fa leva sul mondo del cinema, sull'apparire, sul mettersi in gioco ed sul seguire il sogno americano rimboccandosi le maniche. Davvero intrigante di spessore, il modo in cui è girato e recitato.

martedì 3 maggio 2022

Magnolia (1999)

 
Regia: Paul Thomas Anderson
Anno: 1999
Titolo originale: Magnolia
Voto e recensione: 7/10
Pagina di IMDB (8.0)
Pagina di I Check Movies
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Una ventina di anni fa guardai Magnolia, ma mi concentrai, lo ammetto, sulla sua durata, che supera le tre ore, lasciando un po' da parte tutto il resto. Il problema è che tutto il resto è tanta roba dal punto di vista cinematografico e della storia e non può essere certamente accantonato. Anderson riesce, anche con un cast vario e variegato, ad intrecciare ben nove trame, inizialmente slegate tra loro e non lo fa mai in maniera scontata ed incerta. All'interno della sua sceneggiatura, sa dove andare a parare, sondando la vita di un nutrito gruppo di persone, molto differenti tra loro, in cui le emozioni si alternano tra la sofferenza e l'amore, tra la morte ed i sogni. Ognuno affronta il proprio dramma personale e dipinge una parte di quel complicato affresco che ritrae più aspetti dell'umanità. La regia è certosina e spietata nel mostrarci le dinamiche di queste nove vite, coadiuvato da un ricco montaggio che riesce in ogni situazione a non risultare noioso. La lunghezza della pellicola diventa, anche ad una successiva visione, non più un ostacolo, ma un forziere da cui attingere numerosi ed interessanti elementi. Mi sono innamorato anche della colonna sonora e dell'interpretazione di Tom Cruise e Julianne Moore, senza per questo disdegnare gli altri. Un lavoro davvero completo e ben fatto.

domenica 13 dicembre 2020

Sidney (1996)

 

Regia: Paul Thomas Anderson

Anno: 1996

Titolo originale: Hard Eight

Voto e recensione: 5/10

Pagina di IMDB (7.2)

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Elegantissimo esordio di Paul Thomas Anderson, regista che ci ha regalato  davvero tanti piaceri cinematografici. Nel cast, senza esagerare perfetto, abbiamo come protagonista il suo attore feticcio Philip Baker Hall (nella figura del mentore - padre mancato), John Reily, Gwyneth Paltrow e Samel L. Jackson, ma anche Philip Hoffman che con una piccola parte va vedere grandi cose. Una sorta di noir moderno, con uomini (e donne) vinti, perdenti, che proseguono le loro vite tra errori e riscatti in un ambiente ai limiti, quello di Reno e Las Vegas, in cui il gioco d'azzardo o l'impulsività di un matrimonio sono la costante perpetua. Una trama che non è semplice sebbene non risulti ingarbugliata, al cui centro ci sono le scene notturne, i piano sequenza sugli attori e soprattutto l'atteggiamento dei personaggi, non solo quelli principali. Un'opera ben messa che risulta matura ed adulta, che sonda i tormenti dei protagonisti e diventa essenziale per la filmografia di quello che è un grande regista e che si avvale di grandi interpreti.

domenica 5 aprile 2020

Il Filo Nascosto (2017)




Regia: Paul Thomas Anderson
Anno: 2017
Titolo originale: Phantom Thread
Voto e recensione: 6/10
Pagina di IMDB (7.5)
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Che grande regista Paul Thomas Anderson!! ! Eppure i suoi titoli non sono tra i primi che vengono in mente. E lo dico conscio del fatto che Il Filo Nascosto lo ho trovato essenzialmente soporifero data la lunghezza e abbastanza antipatico dato l'odioso e odiabile protagonista, interpretato magnificamente da Daniel Day-Lewis. Come ne Il Petroliere, girato dieci anni prima, la sceneggiatura grava sull'animo umano, mai scontato. Qui decisamente più cattivo all'apparenza, meno nascosto: ciò che si cela è invece il sentimento amoroso che lega i due innamorati, così diversi tra loro, ma pur sempre uniti. La trama, seppur prolissa come accennato, ha una sua motivazione proprio in tale lentezza che in maniera metodica descrive ogni tipo di atteggiamento, ogni rumore, ogni inquadratura sul volto duro preso dal lavoro e su quello affranto desideroso di maggiori attenzioni. Pur burbera e malata si tratta sempre di una storia d'amore, in cui i canoni del romanticismo vengono stracciati, così come il racconto non procede in maniera autonoma e lineare. Anderson mostra sia ciò che è realmente, sia ciò che viene invece palesato agli occhi degli estranei. Capita grazie ad una perfetta ed armonioso fotografia sugli interni della casa, sia attraverso i dialoghi tra i protagonisti che con durezza, cinismo e spietata sincerità scoprono via via alcune carte tenute nascoste. Per me la storia è da sbadiglio eh sia chiaro, e il signor sarto mi sta sul cazzo, neanche fosse lì a lavorare per scoprire il vaccino al COVID-19, ma proprio per questo motivi, mi fa fa ancora più piacere l'aver apprezzato l'intera messa in opera. Un po' come se vai a mangiare la trippa, sapendo che non ti garba, ma esci soddisfatto e dici che è parecchio buona.

lunedì 23 marzo 2020

Il Petroliere (2007)




Regia: Paul Thomas Anderson
Anno: 2007
Titolo originale: There Will Be Blood
Voto e recensione: 7/10
Pagina di IMDB (8.2)
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Mea culpa. Sono arrivato a guardare questo bel film con colpevole ritardo. Credevo, forse ingannato dal titolo, si trattasse di una sorta di noiosa critica politica su Bush. Ma pensa te. Il Petroliere invece, nella figura interpretata da un sublime Daniel Day-Lewis è la storia ambientata ai primi del 900 (quasi a toccare il terreno del genere far west) di un uomo malvagio, corroso dall'invidia, dall'egoismo e dall'odio nei confronti del prossimo. Questa parte psicologica però è astutamente ben nascosta per gran parte del film, affiora a tratti, non viene vomitata in tutto il suo essere se non nella porzione finale della pellicola. La sua vera natura si mostra lentamente, eppure essa è lì, insita nel suo animo che brama potere ed affronta la competizione in maniera insana. L'oro nero, ancora oggi fulcro dell'economia mondiale, può essere visto come una metafora elegante contrapposta all'animo umano ed al crescendo dell'odio che abbiamo nella trama: si scava duramente per poterlo far affiorare e sgorgare di botto, così come il regista scava all'interno della psiche del magnate Daniel Plainview per portare alla luce il suo cinismo negativo ed arrivista. Spazi aperti, estesi, immensamente selvaggi quelli che la fotografia ci regala cogliendo a sprazzi il motore economico dell'economia americana e del suo sogno che coinvolge un gran numero di persone. Non tutte si arricchiscono, o non tutte allo stesso modo: i più scaltri vanno avanti. Spettacolare.

mercoledì 29 gennaio 2020

Boogie Nights - L'Altra Hollywood (1997)




Regia: Paul Thomas Anderson
Anno: 1997
Titolo originale: Boogie Nights
Voto e recensione: 6/10
Pagina di IMDB (7.9)
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Film:
Secondo film di Anderson, che esplora il mondo hollywoodiano del porno e dell'erotico tra la fine degli anni settanta e l'inizio degli ottanta. Nonostante il tema trattato la pellicola è abbastanza sobria e registicamente si difende alla grande. Buona la fotografia, mai scontata, un montaggio ideale e lunghi piano sequenza, una sceneggiatura che non scade quasi mai e ci porta a vedere l'ascesa del protagonista (Mark Wahlberg), la sua caduta e la ripresa che vanno di pari passo con gli altri soggetti e soprattutto con un mondo non semplice da concepire. Il senso che aleggia è quello nostalgico per un tipo di cinema in estremo mutamento che nel periodo raccontato può aver avuto difficoltà, o opportunità, con l'avvento delle VHS, che sono riuscite a diffonderlo commercialmente, ma anche a mercificarlo sempre di più. La regia riesce anche ad intricare la vita dei personaggi, passando da uno all'altro in maniera delicata in una serie di parabole che sembrano toccare il fondo, ma riescono infine a realizzare quelle piccole aspettative e quei sogni che portano con sè. La trama quindi, e come viene raccontata, non è per niente povera, ma anzi si innalza a più riprese.

Edizione: bluray
Ancora un'altra bella edizione della Cecchi Gori che ha rilasciato questa StartUp! con le solite modalità: 500 copie numerate (io ho la 104/500) ed i nomi dei primi 300 partecipanti all'iniziativa.  Abbiamo due artwork alternativi, anche se simili tra loro, uno per la slipcover ed uno per la custodia. Il bluray è ottenuto da un nuovo master in HD, che però in alcune scene, risulta leggermente sciupato da alcuni aloni nella parte inferiore dello schermo. Difficile capire se invece si tratti di qualcosa di voluto a livello di fotografia, ma dubito. La traccia italiana è DTS HD MA multicanale, mentre gli extra disponibili sono:

  • Trailer
  • Making of (10 minuti)
  • 7 interviste
  • 10 scene eliminate con commento (29 minuti)
  • The John C. Reilly files (15 minuti)


giovedì 31 gennaio 2019

Vizio Di Forma (2014)




Regia: Paul Thomas Anderson
Anno: 2015
Titolo originale: Inherent Vice
Voto e recensione: 6/10
Pagina di IMDB (6.7)
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Film:
Mentre lo guardavo pensavo a quanto mi sarei divertito a leggere il romanzo di Pychon da cui è ispirato. Sarebbe stato davvero ganzo. Il film risulta piacevole sebbene sia particolarmente lungo e con la trama ingarbugliata ed a tratti confusionaria. I personaggi però sono al top: prendete qualche clichè dei vecchi noir e trasportatelo di peso nei primi anni settanta. Sigarette e whisky si tramutano in erba e droghe pesanti e gli investigatori privati sono hippy non sempre lucidi e dalla vita tutt'altro che ordinaria. L'esperienza narrativa è molto psichedelica, e la regia riesce nell'intento pur non utilizzando artefatti visivi, scene oniriche o effetti speciali. Di certo ci sono le mille sfumature, tutte da cogliere con estrema attenzione. Per questo ritengo che pur non avendo letto il libro, come strumento possa essere più indicato per questa trama: ci possiamo soffermare sui dettagli, respirare, analizzarli. Con la pellicola diventa un po' più complicato e si rischia di entrare in una spirale che si fatica a seguire. Tolto questo il film è una piccola chicca ben studiata a partire dalla voce narrante femminile per arrivare alle immagini, anche iconiche che vengono messe lì con quasi una sorta di leggerezza che a mio avviso denota invece una capacità davvero grandiosa. Bello, da guardare più di una volta.

Edizione: bluray
Semplice versione amaray con all'interno cartolina per la copia digitale ed il disco bluray. Qualità video nella norma ed audio italiano in Dolby Digital 5.1. Gli extra sono:
- contenuti extra (11 minuti)