giovedì 20 luglio 2023

Piombino – La Maschera in Scena

 Riprendo un altro articolo da Riccardz, anche se non mi trovo d'accordo con il titolo (che però copio pure quello), per il semplice fatto che entrambi abbiamo visto la mostra in oggetto e conosciamo personalmente coloro che l'hanno permessa, allestita, promossa e curata. Quindi meritano un'altra po' di attenzione, nonostante sia terminata da tempo, sperando comunque che possa un giorno ripetersi.

Dopo oltre tre mesi di permanenza in Piemonte, finalmente scendo a casa per le feste pasquali; oltre ai rituali cattolici, a quelli del ritorno in patria quale figliol prodigo, ad aperitivi con amici e a racconti superlativi come un immigrato degli anni '20 in America, vi è anche la possibilità di poter esseri fedeli abitanti del Castello di Piombino. Infatti proprio in questi giorni, il mio amico Riccardo, in particolar modo con la sua Associazione teatrale Matan, ha allestito e organizzato una mostra intitolata la "Maschera in Scena" dove, grazie all'aiuto e alla preziosa collaborazione di Gaia, che non solo ha realizzato molte delle opere, ma anche coinvolto altri "mascherai" (e addirittura ha dedicato vari giorni all'insegnamento delle tecniche con laboratori didattici), ho potuto assistere sia alla preparazione della mostra e alla sua visita in anteprima sia a quella del suo contenitore così interessante.

L'aria di casa si respira fin da subito

Le maschere, che poi verranno utilizzate in maggior misura in ambito teatrale, hanno una storia complessa e articolata; sono esempio recondito di come l'uomo abbia sempre cercato di rappresentare, dare più importanza e raffigurazione, a quella parte più importante che appare essere la testa, ovvero il fulcro del pensiero. Gli usi, i materiali, gli scopi delle maschere si confondono nel tempo e nel sentimento umano; possiamo trovare maschere fin dal Neolitico costruite in pietra (di cui rimangono pochissime testimonianze materiali), passando per ogni luogo della terra, dall'Egitto con i suoi dischi solari agli idoli in pietra degli Atzechi. Insomma, se chiudiamo gli occhi ci vengono in mente quelle romane o quelle della commedia dell'arte, quelle più recenti nei carnevali di tutta Italia, o quelle per nascondere il viso presenti in scene di alcuni film famosi. Un oggetto quanto mai comune ma che abbiamo non abbiamo ammirato quanto avremmo dovuto, essendo compagno fisso delle nostre storie fin da tempo immemore.

Ecco alcuni esempi di come questo oggetto sia vera e propria arte:

Le successive con materiale di riuso mi sono particolarmente piaciute:

infine altre tipologie di maschere:

e infine quella più colorata:

Devo dire che l'esperienza di vistare una mostra così sui generis ma altrettanto importante dal punto di vista umano, basti ricordare in questo ambito il pensiero e la poetica di Pirandello, ha giovato senza ombra di dubbio all'acculturamento di ogni persona.

Non da dimenticare anche il luogo suggestivo del castello, che sempre più, ormai da anni, è partecipe come contenitore di bellissime intuizioni culturali.

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