venerdì 1 agosto 2025

The Limehouse Golem - Mistero Sul Tamigi (2016)

 
Regia: Juan Carlos Medina
Anno: 2016
Titolo originale: The Limehouse Golem
Voto e recensione: 5/10
Pagina di IMDB (6.3)
Pagina di I Check Movies
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Ci sono film che promettono atmosfere cupe e misteri avvolti nella nebbia londinese, e The Limehouse Golem – Mistero sul Tamigi (2016) rientra perfettamente in questa categoria. Ambientato nella Londra vittoriana, tra teatri di varietà e vicoli brumosi, si presenta come un thriller gotico pronto a catturarti con delitti efferati e una caccia al colpevole che richiama le atmosfere di Jack lo Squartatore.

La trama segue l’ispettore Kildare (Bill Nighy), incaricato di risolvere una serie di omicidi brutali che sembrano opera di una mente geniale quanto malata. In parallelo, si intreccia la storia di Lizzie Cree (Olivia Cooke), attrice di umili origini accusata dell’omicidio del marito. Le due linee narrative finiscono inevitabilmente per convergere, tra colpi di scena e confessioni.

Il film funziona come un buon thriller d’epoca, con un ritmo che tiene alta l’attenzione fino alla fine e qualche trovata scenica intrigante. La ricostruzione storica è curata, l’atmosfera è quella giusta, e le interpretazioni solide, soprattutto quelle di Nighy e Cooke.

Eppure, devo ammettere che non mi ha colpito più di tanto. Forse perché, nonostante l’impianto elegante e la buona mano registica, manca quel quid che lo renda davvero memorabile. L’indagine scorre bene, i twist ci sono, ma alla fine resta più la sensazione di aver visto un esercizio di stile che un racconto capace di lasciare il segno.

Insomma: gradevole, ben fatto, con un finale che chiude degnamente il cerchio. Ma per me non è entrato nella lista dei thriller imperdibili. Un film da serata tranquilla, senza aspettative troppo alte.


mercoledì 30 luglio 2025

Corto Maltese - La Giovinezza

 
Ho deciso, finalmente, di avvicinarmi a Corto Maltese. Non sono un assiduo lettore di fumetti, anzi è veramente raro che lo faccia. In questo periodo però mi si è accesa la miccia cerebrale delle storie di avventura. Parlandone, immaginandole, ricordandole... Non ho potuto fare a meno di scegliere quello che potrebbe essere in potenza uno dei miei personaggi preferiti. Già, in potenza perché non lo ho mai letto, ma non è possibile non conoscerlo. Ed ecco quindi l'edizione Corto Maltese - L'integrale che probabilmente è un'opera pensata per chi come me, tardivamente, si appresta alla lettura e vuole qualcosa di completo o quasi.

Ho appena finito di leggere La Giovinezza, primo capitolo della raccolta. Primo, almeno secondo l’ordine cronologico scelto dagli editori, anche se in realtà la storia è stata scritta da Hugo Pratt nel 1981, e solo più tardi rivista e pubblicata nella sua forma definitiva (1992). È un po’ come se ti mettessi a guardare il prequel di una saga sapendo già che è stato girato per ultimo: ha un sapore particolare, diverso, quasi un biglietto da visita scritto a posteriori.

La vicenda è ambientata nel 1905, durante la guerra russo‑giapponese. Qui incontriamo un Corto appena diciottenne, ma che resta in scena meno del previsto. Il vero protagonista, almeno in queste prime pagine del viaggio, è Jack London — sì, proprio lo scrittore — che Pratt mette in mezzo a rivoluzionari, avventurieri e spie con una naturalezza sorprendente. Accanto a lui fa la sua comparsa Rasputin, personaggio che chi conosce un minimo Corto sa bene quanto sarà ingombrante e controverso nelle storie a venire.

E Corto? Beh, lui arriva tardi, quasi in sordina, come se Pratt volesse ricordarci che le leggende non hanno bisogno di farsi annunciare: basta un’ombra per capire che saranno loro a guidare il resto del viaggio. È strano, leggere una storia di Corto Maltese senza davvero leggere Corto Maltese. Un po’ spiazzante, ma forse anche questo è il gioco.

La sensazione che mi porto dietro è ambivalente. Da un lato, l’avventura non ha ancora il respiro epico e poetico che mi aspettavo; dall’altro, proprio questa scelta di lasciare Corto sullo sfondo lo rende ancora più enigmatico, quasi in attesa del suo ingresso vero. Insomma, non so ancora se mi sia piaciuto o no. So solo che mi ha incuriosito, e tanto basta per continuare.

Per comodità ho deciso di seguire l’ordine cronologico della raccolta, anche se di solito sono un amante dei prequel e preferisco vederli dopo. Qui però fa eccezione: voglio scoprire Corto passo dopo passo, dall’inizio della sua giovinezza fino al mare salato e oltre.




Al mare pensando ai monti

 


Ieri mi sono ritagliato una giornata di mare, approfittando della spiaggia vicino a Casetta Civinini, dalle parti di Scarlino. Una striscia di sabbia dorata, tranquilla e non troppo affollata: proprio quello che ci voleva. Il mare, seppur un po’ mosso, aveva un colore splendido e un’acqua limpida che restava bassa a lungo, ideale per galleggiare senza fretta.

Tra un bagno e l’altro ci siamo messi a sfogliare una cartina cartacea (sì, proprio una di quelle vere, che si aprono a fisarmonica e finiscono sempre col piegarsi male) per tracciare possibili nuove avventure. La mente è corsa in Veneto, verso la Val di Zoldo — o Zonon, come mi è venuto spontaneo chiamarla al primo colpo — con sogni di Monte Pelmo e Civetta.

Così, sdraiati sulla sabbia calda, ci siamo ritrovati a progettare escursioni in alta quota. Un contrasto curioso: i piedi affondati nella sabbia e la testa già a immaginare sentieri alpini, panorami mozzafiato e quel silenzio speciale che solo la montagna sa regalare.

Il bello di giornate così è proprio questo: stare fermi, ma viaggiare lo stesso.




lunedì 28 luglio 2025

Aggiornamento Oxygenos 14.0.0.1901 (EX01V90P00)

 

Oggi il mio OnePlus 9 Pro ha ricevuto la build V90P00(BRB1GDPR), circa 195 MB di download. Nessuna rivoluzione cosmica, ma un paio di ritocchi utili, soprattutto per chi, come me, usa il telefono anche come archivio fotografico (e non sempre tutto ciò che è in galleria è per occhi indiscreti).

Foto

  • Arriva finalmente la possibilità di nascondere album specifici dall’elenco generale delle foto.
    Tradotto: meno ansia quando mostri a qualcuno la galleria e preghi che non scorra oltre.

Sistema

  • La classica voce: “Migliora la stabilità del sistema”. Non so mai se ridere o fidarmi, ma alla fine mi accontento del placebo digitale.

Un aggiornamento piccolo, quasi invisibile, ma che mette una pezza dove serve.
E sì, la galleria ora è un po’ più “a prova di curiosi”.

Alla prossima build, sempre su VER.




GNU #5: Punta Falcone e via dei Cavalleggeri

 


Ci sono sere in cui Piombino si regala senza fretta. Basta saperla prendere per il verso giusto, o almeno per il sentiero giusto. Stavolta ho indossato i panni (sporchi ma dignitosi) di GNU – Guida Non Ufficiale – e ho accompagnato un mini gruppetto di amici e anime affini lungo una delle soluzioni più comode, tranquille e meritevoli del nostro amato promontorio: l’escursione al tramonto tra Punta Falcone e Fosso alle Canne, con piccola deviazione balneare sulla Via dei Cavalleggeri.

Il pomeriggio è partito dal Parco di Punta Falcone, zona ancora troppo poco conosciuta per il valore che ha:  ora rifugio perfetto per chi vuole unire bunker, storia, affacci sul blu e qualche lezione di geologia compressa nelle rocce. Ci siamo arrampicati (si fa per dire, è un percorso per tutti) tra i sentieri che portano ai vecchi osservatori costieri e alle terrazze che guardano l’Elba in faccia, con Capraia che si stendeva pigra all’orizzonte. Lì il tempo si ferma un attimo – o almeno fa finta di farlo.

Poi, senza fretta, ci siamo incamminati sulla Via dei Cavalleggeri, quel tratto iniziale che parte comodo e si infila nel verde a picco sul mare, fino alla spiaggia lunga: pausa relax ebpausa chiacchiere. Il sole intanto iniziava il suo lento inchino dietro il profilo delle isole, e ci siamo avviati verso la vera protagonista della giornata: Fosso alle Canne.

Qui il tempo ha fatto la sua parte e ci ha ricompensati con un tramonto spettacolare. Rosso, oro, arancio, tutti i cliché, ma dannazione, funzionano sempre. Mentre il cielo si trasformava in un quadro di Turner (senza la noia da museo), abbiamo tirato fuori l’aperitivo portato da casa, che sembrava quasi più buono in quel contesto. 

La cena improvvisata tra risate e racconti, con vista mare e rumore delle onde, ha chiuso il cerchio. O meglio, lo ha chiuso il ritorno al buio, armati di torcette frontali come piccoli esploratori metropolitani, lungo lo stesso sentiero che, nella penombra, sembrava un altro. I suoni del bosco, le ombre tra i rami, e quell’aria leggera di luglio che sa di sale e di stanchezza buona.

Una serata semplice, senza bisogno di grandi attrezzature né di fiato da capre alpine. Una passeggiata, sì, ma con vista, con anima, con quel tocco di magia che Piombino sa regalare a chi si ferma davvero a guardarla.



domenica 27 luglio 2025

Charles Stross - Universo Distorto

Universo distorto 
Autore: Charles Stross
Anno:  2007
Titolo originale Missile Gap
Voto e recensione: 3/5
Pagine: 129
Acquista su Amazon 
Trama e quarta di copertina:
 Charles Stross prende le tradizionali tensioni della Guerra Fredda e le stiracchia e distorce per adattarle a una Terra Piatta dove l'emergere di nuovi continenti spinge a un colonialismo competitivo. Quando i coloni si imbattono in rovine radioattive vecchie di mille anni e creature velenose simili alle termiti che dimostrano straordinari livelli di intelligenza, la vera natura di questo mondo modificato lentamente emerge alla luce.
 
Commento personale e recensione:
 Letto in una manciata di ore, Universo Distorto di Charles Stross è una di quelle storie brevi che ti lasciano più domande che risposte. E non necessariamente in senso negativo. Ma nemmeno tutto in positivo.

Siamo davanti a un racconto che pare esploso dalle sinapsi di un ingegnere quantistico in overdose da Philip K. Dick, con tracce residue di Douglas Adams e una spolverata di esistenzialismo britannico. L'idea di base – senza spoiler – è che il nostro universo potrebbe essere solo una delle tante (e sbagliate) ramificazioni della realtà. Il titolo originale, Missile Gap, già suggerisce la natura distorta e provocatoria del racconto: e se il nostro mondo non fosse su un pianeta, ma… su qualcosa di molto più assurdo?

Il problema – se vogliamo chiamarlo così – è che Stross, come spesso gli capita, non ha nessuna intenzione di tenerti per mano. Ti butta nel mezzo di una mappa geopolitica alternativa, tra Guerra Fredda, missili nucleari e ipotesi cosmologiche da lasciare basiti anche i fisici del CERN, e tu lettore arranchi cercando di afferrare tutti i fili. Alcuni sfuggono, altri si annodano tra loro, altri ancora – forse – non portano da nessuna parte. E va bene così, almeno per chi ha voglia di perdersi.

Il racconto è corto, ma infarcito di concetti: dalla paranoia post-atomica alla teoria delle stringhe, passando per Lovecraft e le memorie artificiali. Il risultato è affascinante ma denso, quasi oppressivo. Talvolta sembra che Stross abbia avuto troppe buone idee e troppo poco spazio per svilupparle. C'è uno spunto ogni due pagine che meriterebbe un romanzo a sé. E forse questo è proprio il punto di forza e debolezza del racconto: la vertigine di trovarsi in un universo dove nulla è come sembra… ma senza tempo sufficiente per capire come dovrebbe essere.

Per chi ama la fantascienza cerebrale, quella che ti fa sentire ignorante ma vivo, è un piccolo gioiello. Per chi cerca una storia lineare con personaggi ben sviluppati e trama avvolgente: cambiate galassia.


Breve, visionario, denso come un buco nero. Ma ci vuole la bussola (e forse anche una laurea in fisica) per non perdersi del tutto.