giovedì 1 maggio 2025

On the road per il Mani

 


Dopo qualche incertezza della sera precedente, stamattina ho deciso di fidarmi dell’istinto – e di Viki – e sono partito presto alla volta delle Grotte di Diros, sperando fossero aperte nonostante il Primo Maggio (auguri a tutti noi lavoratori) . Fortuna ha voluto che tutto fosse regolarmente in funzione, e che il livello dell'acqua nonostante il mare mosso non fosse troppo alto, e così ho potuto iniziare la giornata in uno dei luoghi più sorprendenti dell’intero Peloponneso.

Le Grotte di Diros sono un incredibile complesso carsico lungo oltre 15 km, di cui solo una piccola parte è accessibile ai visitatori. Il tour che ho scelto è quello lungo: si inizia con un tratto in barca – immersi nel silenzio interrotto solo dal rumore dei remi – tra stalattiti e colonne che sembrano crescere dall’acqua stessa. Il resto si percorre a piedi, su passerelle che attraversano gallerie scolpite nei millenni. Per chi, come me, ama le grotte e cerca sempre di inserirne una nelle gite, è stata un’esperienza memorabile: la bellezza del paesaggio sotterraneo, l’atmosfera quasi mistica, e quella sensazione di essere nel cuore più remoto della terra.

Ma la giornata non si è fermata lì. Dopo la visita alle grotte, mi sono diretto verso l’estremo sud della Grecia continentale: Capo Tenaro, il punto più meridionale del Peloponneso e simbolicamente l’ultimo lembo di terra prima dell’ignoto. È qui che, secondo la mitologia, si trovava uno degli ingressi agli Inferi. Ma il mio tatuaggio è una sfida aperta per queste situazioni. Oggi, invece, c’è un sentiero che serpeggia tra la pietra, il vento e la macchia mediterranea, fino a condurre a un faro bianco affacciato sull’immensità del mare.

Ho deciso di allungare un po’ il percorso, trasformando la passeggiata in un anello di circa 8 km. Dopo il trekking tosto di ieri a Monemvasia, oggi il sentiero si è rivelato tecnicamente più semplice, anche se non privo di tratti sassosi e suggestivi. Il paesaggio, però, vale ogni passo: natura aspra e panorami che cambiano a ogni curva, sia lungo il cammino sia durante i tratti in auto sulle strade tortuose del Mani.

La giornata si conclude ad Areopoli, dove dormo stanotte. Il paesino è piacevole e curato, anche se si percepisce che molte sue parti sono state ricostruite di recente per assecondare il gusto dei visitatori. Ciò non toglie fascino alla sua piazza centrale, alle viuzze acciottolate e ai tavolini all’aperto dove rifiatare dopo una giornata intensa e appagante.

Album fotografico Mani