venerdì 24 giugno 2011

Iron Maiden - Killers


Artista: Iron Maiden
Anno: 1981
Tipo: album studio
Tracce: 11
Pagina di MusicBrainz



Nella mia fase "riscoperta della buona musica" ho deciso di iniziare a recensire quelli che ritengo i migliori album. Quelli da ascoltare, non da sentire. Quelli che per un verso o per l'altro possono essere le tracce della colonna sonora della mia vita. Perchè partire proprio da Killers? Sebbene da qualche parte bisogna pur che inizi, ho scelto volutamente questo album nonostante si tratti di un lavoro di secondo piano, non solo nel panorama heavy metal, ma anche proprio tra tutti gli album degli Iron Maiden. Perchè diciamocelo chiaramente, se qualcuno pensa ad un album qualsiasi di questa band inglese, non gli viene in mente di certo Killers come primo nome. Ed oggettivamente, non è neanche tra i miei preferiti. Lo ho scelto però perchè silenziosamente rappresenta una svolta epocale per il mio gruppo preferito. E' l'album della conferma. La prova del nove, la consolidazione dell'heavy metal e del NWOBHM più nello specificio,  l'ultimo con Paul Di'Anno alla voce ed il primo con Adrian Smith alla chitarra. Insomma di cose da raccontare ne ha molte. E non è semplice parlarne per chi come me è stato in adorazione per quanto riguarda il genere ed il gruppo. C'è il rischio dell'esaltazione dell'opera da parte di un fan.


La tracklist è di tutto rispetto: quasi come fosse un libro con l'introduzione ecco che attacca la strumentale The ides of March grazie a cui chiunque capisce quale sarà l'indirizzo che i Maiden vogliono raggiungere. Grazie a Smith infatti abbiamo sonorità ed assoli più propriamente cattivi. Possiamo assaporare questa tenacia nella veloce ed immediata Wratchild. Non parliamo di opere d'arte, e questo è ben udibile da chiunque, ma vengono proposti degli indizi rassicuranti per l'evolversi dell'album. Giungiamo infatti a Murders in the Rue Morgue . Non è un caso che Harris prenda spunto dal maestro dell'horror (qualche anno più vecchiotto di Stephen King) e base una canzone su di un racconto. In futuro, con enorme successo, si prodigherà ancora in questo tipo di ispirazioni. Anche qui, sembra davvero di rivivere la storia, non solo dal punto di vista melodico. E' tutta la traccia che ti proietta nella Parigi di metà ottocento. Un po' anonima Another Life che presenta però ottimi assoli, riff, ritornelli strumentali e una voce che ricorda l'effetto eco, ovattato da una bruma soffocante. Eccoci quindi giusnti alla traccia che preferisco in assoluto (relativamente a questo album): Genghis Khan. Ok, Transylvania è migliore, ti prende di più, ma questa strumentale è con i contro coglioni. ma chi riesce a farla a questa velocità? E poi cavolo, il ritmo da marce forzate che di martella il cuore? L'epicità di quanto viene raccontato è decisamente a livelli pazzeschi. Seguiamo poi un'onda verso il basso, la calma e la tranquillità di Innocent Exile per giungere lentamente alla title track Killers. Questa, proprio come il nome vuole, sprigiona una bestialità assassina. Anche questa è una pietra miliare, ed è la prova di un attento studio nella creazione di una canzone. Un inizio cupo, introduttivo, lascia spazio a cattiveria da delirio. Ottima in ogni sua parte: dalla voce graffiante ed introspettiva, ai mini cori, agli assoli prolungati. Spettacolare la scelta di inserire successivamente Prodigal son , una ballata lenta ed armoniosa in cui non mancano prodezze strumentali. Proseguono allora gli alti e bassi ritmici con Purgatory veloce ed avanti con i tempi che si aggancia perfettamente sia a Twilight Zone (forse quella un po' più fuori luogo) che a Drift, altra song in cui la voce di Di'Anno la fa da padrona, assecondata da una parte strumentale che suona come una perfetta cornice.  Ricordiamoci inoltre che correva l'anno 1981 e che il più vecchio aveva 25 anni... Che roba.


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