Prima del trionfale rientro a lavoro di lunedì, non potevo lasciare senza considerazione le mie amate Alpi Apuane. Dopo aver saggiato i monti svizzeri dell'
Oberland ed aver accarezzato nuovamente il
Gran Sasso, era davvero impossibile che non tornassi qui. Ho scelto una montagna simbolo della zona, ovvero il Monte Forato, su cui sono già stato in altre occasioni, ma questa volta passando per la sua ferrata. Non difficile, ma credevo più semplice, soprattutto nel primo tratto verticale. Siamo comunque in due, quindi pur avendo poca esperienza in materia, posso far affidamento su qualcun altro. La partenza è dall'innesto del sentiero 5A di Stazzema che si collega a Casa Giorgini, oggi purtroppo ed inspiegabilmente chiuso. Prendiamo velocemente quota, vista la solita non certo tenue, ed arriviamo a Foce di Petrosciana a 961 metri passando per il 6. Qui inizia l'innesto per il 110, un sentiero EEA che successivamente si snoda verso sinistra e diventa la Ferrata Renato Salvatori, inaugurata dal CAI di Forte dei Marmi nella primavera del 1978. Come dicevo, pur potendo essere considerata una ferrata semplice, non è da sottovalutare e non è adatta a tutti. Ha alcune parti esposte e serve soprattutto familiarità con il terreno apuano, ripido e fatto di roccette. Il dislivello totale è di circa 270 metri per una lunghezza di oltre un km, di cui appena 330 attrezzati con cavo metallico e catena. E' anche presente una scala di ferro di cinque metri, per superare una parete completamente verticale. Il percorso è composto da due tratti attrezzati separati, il primo sicuramente più lungo ed impegnativo dal punto di vista fisico come da quello tecnico, mentre il secondo più breve e più semplice, al netto della stanchezza. Al termine della ferrata ottima vista sul Forato da sud e la possibilità di salire sull'arco, dove abbiamo pranzato. Nonostante la calda domenica settembrina, in assenza di altalena, il numero di persone trovate non era così alto. Un saluto al mitico Oliviero ed alla sua crew, trovati lungo il cammino.
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