sabato 17 febbraio 2024

Rocca San Casciano

 
Non fatelo. Non perché sia brutto, ma perché non è sano e sicuro. Oggi ho raggiunto Rocca San Casciano, sull'Appennino forlivese, al confine con la Toscana di cui faceva parte prima del fascio. Famoso per la storica festa dei falò, è anche incastonato tra monti bassi e boscosi che sono una cornice splendida per molte escursioni. Qui infatti i Sentieri della Margherita, di cui ne ho scelto uno, totalmente ben tracciato e ben segnalato: il 431. Un anello non impegnativo che mi sarebbe servito come mini allenamento in vista dell'escursione di domani. Lo percorro in senso anti orario così da avere le salite nella prima parte ed essere più comodo e rilassato in discesa. Sia mai! Terminata la salita, seguendo sempre tutti i segnali ed i cartelli, senza il minimo preavviso, mi ritrovo il sentiero franato completamente in più parti. Alcune, le prime, son facilmente aggirabili. Altre sono una rottura di palle perché c'è da passare esattamente sulla frana (di terra, non di sassi altrimenti avrei valutato come pericolo maggiore e sarei tornato saggiamente indietro). Questi grandi smottamenti sono stati causati dalla tremenda alluvione della scorsa primavera, e mai risistemati (e ci sta, non siamo in Trentino) ma neanche segnalati. Ora, finché son solo e decido di poter rischiare va tutto bene, ma non mi sembra per niente corretto lasciare le cose in questa maniera. Nella più grande son pure scivolato per una quindicina di metri, perché pure gli alberi son stati divelti, e con la terra smossa scendono inevitabilmente pure loro, senza aver appiglio per le radici. Avessi dovuto rifarlo in salita non sarebbe stato possibile, così proseguo e salto i prossimi con fuori sentiero. Arrivo poi al punto della vera vergogna, quando manca totalmente un ponte per attraversare il torrente (con poca acqua, ma impossibile seguire il suo corso essendoci poi dei salti a cascata). Non conoscendo cosa mi aspetterà una volta attraversato e non essendo poi possibile tornare indietro, riesco a trovare una deviazione che mi immette su strade bianche senza seguire l'ultima parte del tracciato che fa pure parte del Cammino di San Antonio. Arrivo quindi al punto finale con circa due ore di inutile ritardo su quanto previsto. Al di là della bella esperienza, avventurosa in tutto e per tutto, resto ancora con un po' di amaro in bocca. Un conto infatti è aspettarsi un'escursione del genere in cui ti organizzi con partenza la mattina senza rischiare il buio, ti porti più acqua o indossi scarponcini alti, un altro è pensare alla sgambata e trasformarti in Indiana Jones.

Album fotografico Rocca San Casciano 

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