sabato 7 giugno 2025

Kage Baker - L'Imperatrice Di Marte

L'imperatrice di Marte 
Autore: Kage Baker
Anno: 2003
Titolo originale: The Empress Of Mars
Pagine: 117 
Voto e recensione: 2/5
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Libro e quarta di copertina:
 Mary Griffith, con tre figlie e una vita personale piuttosto movimentata si trasferisce su Marte dove è stata assunta come biologa da una multinazionale. Purtroppo dopo cinque anni viene licenziata e si trova senza lavoro e senza il denaro per pagarsi il ritorno sulla Terra. Il pianeta è un luogo inospitale, ma mantiene diverse comunità di umani, tra le quali la Federazione Celtica che coltiva l'esigua porzione di suolo marziano bonificata. Sono loro a offrire una via d'uscita a Mary, dandole la materia prima perché la donna possa realizzare della birra e con essa aprire il locale "La Principessa di Marte" attorno al quale si raccolgono personaggi di vario genere che daranno a Mary la possibilità di sviluppare una vera e propria città, libera dai vincoli della multinazionale che controlla ogni attività del pianeta, nella quale avrà origine una società nuova e vitale.
 
Commento personale e recensione:
Ci sono libri che, pur essendo brevi, riescono a sembrare eterni. “L’Imperatrice di Marte” di Kage Baker rientra perfettamente nella categoria. Un romanzo (o meglio, una novella stiracchiata) che, nonostante le dimensioni contenute, mi ha fatto desiderare un’uscita d’emergenza su Marte, magari senza tuta pressurizzata.

Pubblicato nel 2007 grazie a Delos, ma con l’aria di qualcosa uscito da una fiera del libro del ’76, questo racconto è il classico esempio di “nonostante tutto… no”. Nonostante sia ambientato su Marte, con colonie, birrerie improvvisate e monache spaziali, non c’è nulla che riesca davvero a catturare. Nonostante voglia essere ironico, graffiante, pieno di personaggi sopra le righe, l’effetto è più simile a quello di una cena andata male: tutto ti rimane lì, indigesto.

La protagonista, Mary Griffith, ex dipendente della corporazione diventata ostessa marziana con annesso pub (che dovrebbe essere l’anima del racconto), è un personaggio che poteva essere carismatico. Poteva. Perché invece è immerso in descrizioni stanche, dialoghi scoloriti e un umorismo che arranca. Alcune scene sembrano scritte con l’idea che tanto i lettori capiscono la parodia, ma purtroppo non basta strizzare l’occhio per far ridere.

Nonostante il contesto sia dichiaratamente fantascientifico, lo stile e le dinamiche sembrano prese di peso da un western polveroso e impolverato, senza però la forza di un vero mash-up o la coerenza di un omaggio. Sembra di leggere una fan fiction di Firefly, ma senza il carisma della ciurma, senza i colpi di scena, senza… energia. E sì, senza il resto

Insomma, L’Imperatrice di Marte è uno di quei titoli che ti attraggono con la promessa di leggerezza intelligente e che invece ti mollano lì con l’ennesima battuta che non fa ridere e un mondo che non ti interessa. Un racconto che – paradossalmente – riesce a sembrare troppo breve e troppo lungo allo stesso tempo.

Se volete andare su Marte, fatelo pure. Ma portatevi un altro libro.


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