mercoledì 30 luglio 2025

Corto Maltese - La Giovinezza

 
Ho deciso, finalmente, di avvicinarmi a Corto Maltese. Non sono un assiduo lettore di fumetti, anzi è veramente raro che lo faccia. In questo periodo però mi si è accesa la miccia cerebrale delle storie di avventura. Parlandone, immaginandole, ricordandole... Non ho potuto fare a meno di scegliere quello che potrebbe essere in potenza uno dei miei personaggi preferiti. Già, in potenza perché non lo ho mai letto, ma non è possibile non conoscerlo. Ed ecco quindi l'edizione Corto Maltese - L'integrale che probabilmente è un'opera pensata per chi come me, tardivamente, si appresta alla lettura e vuole qualcosa di completo o quasi.

Ho appena finito di leggere La Giovinezza, primo capitolo della raccolta. Primo, almeno secondo l’ordine cronologico scelto dagli editori, anche se in realtà la storia è stata scritta da Hugo Pratt nel 1981, e solo più tardi rivista e pubblicata nella sua forma definitiva (1992). È un po’ come se ti mettessi a guardare il prequel di una saga sapendo già che è stato girato per ultimo: ha un sapore particolare, diverso, quasi un biglietto da visita scritto a posteriori.

La vicenda è ambientata nel 1905, durante la guerra russo‑giapponese. Qui incontriamo un Corto appena diciottenne, ma che resta in scena meno del previsto. Il vero protagonista, almeno in queste prime pagine del viaggio, è Jack London — sì, proprio lo scrittore — che Pratt mette in mezzo a rivoluzionari, avventurieri e spie con una naturalezza sorprendente. Accanto a lui fa la sua comparsa Rasputin, personaggio che chi conosce un minimo Corto sa bene quanto sarà ingombrante e controverso nelle storie a venire.

E Corto? Beh, lui arriva tardi, quasi in sordina, come se Pratt volesse ricordarci che le leggende non hanno bisogno di farsi annunciare: basta un’ombra per capire che saranno loro a guidare il resto del viaggio. È strano, leggere una storia di Corto Maltese senza davvero leggere Corto Maltese. Un po’ spiazzante, ma forse anche questo è il gioco.

La sensazione che mi porto dietro è ambivalente. Da un lato, l’avventura non ha ancora il respiro epico e poetico che mi aspettavo; dall’altro, proprio questa scelta di lasciare Corto sullo sfondo lo rende ancora più enigmatico, quasi in attesa del suo ingresso vero. Insomma, non so ancora se mi sia piaciuto o no. So solo che mi ha incuriosito, e tanto basta per continuare.

Per comodità ho deciso di seguire l’ordine cronologico della raccolta, anche se di solito sono un amante dei prequel e preferisco vederli dopo. Qui però fa eccezione: voglio scoprire Corto passo dopo passo, dall’inizio della sua giovinezza fino al mare salato e oltre.




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