
Il problema è che, visto oggi, il film appare invecchiato malissimo. Più che divertente, risulta imbarazzante. Quello che forse allora veniva percepito come sofisticata leggerezza, oggi suona come una commedia forzata, quasi offensiva nella sua visione dei rapporti di coppia. I dialoghi che dovrebbero brillare di charme appaiono rigidi, e il presunto romanticismo si riduce a cliché che oggi faticano a strappare anche un sorriso.
Non è solo una questione di ritmo o di linguaggio cinematografico ormai datato: è proprio il messaggio sotteso, il modo in cui i ruoli di genere vengono rappresentati, a rendere l’opera indigesta. Ingrid Bergman e Cary Grant fanno del loro meglio, ma sembra di guardarli intrappolati in una cornice che li schiaccia, più che esaltarli.
In conclusione, Indiscreto non è quel “classico senza tempo” che magari qualcuno si aspetta. È piuttosto un esempio di come certe opere possano restare ferme nel loro contesto storico senza riuscire a comunicare davvero qualcosa a chi arriva decenni dopo. Per quanto mi riguarda, un film da vedere solo per curiosità filologica, ma non certo per piacere.
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