domenica 28 febbraio 2021

Mini Fisto Trek #6

 

Eh, ormai sembra una cosa talmente naturale quella di organizzare ogni tanto un trekking con Mini Fisto, che mi ero pure scordato del canonico articoletto per segnalare i percorsi ed i passi avanti in questa attività. I giorni di stop in realtà erano stati molti, per infortuni, turni di lavoro e la solita battaglia di colori che vede impegnate regioni, province e comuni. Questo percorso si snoda per circa dieci km tra andata e ritorno con un dislivello risibile e percorre buonissima parte del promontorio di Baratti: partenza dalla baracchina di legno dove c'è il bar ed il parcheggio, direzione nord verso la piccola chiesetta di San Cerbone tenendo il Parco Archeologico sulla nostra destra e via fino a La Torraccia. Passiamo quindi per il Casone domandandoci cosa e se e quando ne verrà fuori prima o poi o se resterà sempre così, come per alcune strutture in muratura che troviamo all'interno della pineta dopo il Centro Velico. Passiamo il Pratone quasi deserto nonostante sia sabato e da dietro Demos raggiungiamo le due abitazioni costruite da Saldarini: casa Balena e la casa Esagono. Attraverso il bosco di macchia mediterranea giungiamo al Pozzino per risalire una piccola parte ed avere la visuale del Golfo di Baratti e di Populonia (consiglio a  tutti tra l'altro questa posizione per le foto al tramonto in estate). Passiamo dalla Casa del Barone per poi arrivare sulla spiaggia dal piccolo porticciolo e raggiungere la Torraccia. Riporto qui un estratto pubblicato proprio ieri, quando si dice il caso, da parte del Comitato Cultura e Territorio, da Baratti al Cornia:

Carlo Pistolesi racconta
Qualunque sia l'età della Torraccia, sappiamo che iniziò a funzionare come opera idraulica, o se si preferisce come sfioratore del lago di Rimigliano, nel 1550 con l'installazione di una "palatta di legno".
La ristrutturazione della Torraccia ha permesso di individuare le antiche guide della paratia di legno che meritano una visita per capire bene questa sua fondamentale funzione.
Intorno alla Torre, Cosimo I autorizzò un complesso di opere che facevano del posto una sorta di scalo commerciale per i prodotti del campigliese.
Intanto a Portoferraio i Medici costruivano l'imponente fortificazione per difendere la costa dalle incursioni dei "pirati", così imponente che i signori di Piombino non avrebbero mai avuto la forza economica per finanziarla. Da qui l'esigenza di rifornire l'Isola d'Elba di farina e un buon posto per costruire un mulino sembrò essere la foce del lago di Rimigliano.
Fu così costruito l'edificio di Torre Nuova, descritto come "un mulino con una peschiera destinata a far sboccare in mare le acque, nel luogo detto il Petrone".
Ritenendo il Petrone una grossa pietra, pensai ad una straordinaria superficie di strato, che si alza verso il cielo per quasi otto nove metri... poco distante dalla nuova costruzione. Ma... non sono proprio sicuro di essere nel giusto!
Per gli amici del Comitato Cultura e Territorio e non solo

 


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