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giovedì 6 ottobre 2011

Ayreon - The final experiment


Artista: Ayreon
Anno: 1995
Tipo album: concept album
Numero tracce: 15
Pagina di MusicBrainz

Ayreon non è un vero e proprio gruppo musicale, ma un progetto. Uno dei tanti, forse il migliore di Lucassen secondo me, che sfocia in un'apoteosi musicale. The Final Experimenti è una completissima rock opera vestita da concept album. Siamo di fronte ad una storia molto ben articolata: dal punto di vista strumentale si tocca la perfezione. Tanti stili, amalgamati tra loro, senza forzature. Può anche sembrare di essere di fronte ad un'opera teatrale, un musical, con personaggi ed interpreti differenti. Vari cantanti infatti si susseguono nell'impersonare soggetti diversi.  Il racconto, ambientato nel basso Medioevo narra di un menestrello cieco ma con il dono delle visioni, provenienti dal futuro. Tutto è maestoso, dai cori alle introduzioni, e tutto allo stesso tempo è riflessivo, e studiato nei minimi particolari. La potenza degli assoli, l'alternarsi di parti ritmate violente a quelle maggiormente caute, il sovrapporsi di voci maschili e femminili... E' impossibile continuare in una descrizione accurata senza prova a premere "play" e dare biada alle casse. Veramente non c'è un attimo di pace per ogni cambio di atmosfera, da quelle che ti introducono dentro ad una favola principesca a quelle mastodontiche e fanfarose. Artisti che ci danno dentro e buttano fuori ogni loro caratteristica espressiva. Non amo moltissimo il prog fine a se stesso, qui però abbiamo una cosa più vasta, che abbraccia moltissimi generi musicali. E lo fa con grande maestria.

lunedì 11 luglio 2011

Fates Warning - A pleasant shade of grey


Artista: Fates Warning
Anno: 1997
Tipo: Album in studio (concept album)
Tracce: 12
Pagina di MusicBrainz

Il progressive metal mi piace, anche se certe volte è un po' troppo raffinato ed alcuni artisti tendono ed esagerare in virtuosismi. Come il calciatore che fa dieci doppi passi davanti alla porta, per poi segnare di tacco. I Fates Warning, a differenza di altri gruppi non hanno questa tendenza. I loro giochetti, sono sempre di buon gusto e poche volte fini a se stessi. Pur non essendo un feticista del genere, lo sono però per i concept album. Non posso farci niente, ma appena so che un album racconta una storia mi devo metter comodo ad ascoltare a ripetizione tutte le tracce. Fino ad entrare dentro al racconto, come se fosse un libro o un film. Questo è il mio primo album dei Fates, è magari proprio per questo motivo lo vedo come il non plus ultra della loro variegata produzione. E' l'apoteosi di un progressive lento e riflessivo, non urlato, mai banale. Le dodici tracce non sono canzoni separate l'una dall'altra, ma possiamo seguire un filo conduttore, non solo per quanto riguarda il tema dei testi, quanto per la musicalità e gli strumenti. Si tratta di dodici capitoli che difficilmente riusciremo a distinguere durante un ascolto in pieno relax. Tutto l'album è un'intera lezione di musica, che ci dimostra come la ricerca delle sonorità perfette può avvenire anche in maniera semplice, con alcuni cambi di ritmo ed una batteria scossa attraverso carezze. Questi sono colpi di fortuna, intendo l'aver modo di ascoltare un album poco conosciuto ai più, am che può insegnare molte cose.