domenica 12 febbraio 2012

Hard Candy (2005)


Regia: David Slade
Anno: 2005
Titolo originale: Hard Candy
Voto: 7/10
Pagina di IMDB
Pagina di I Check Movies

Scusatemi, ma per spiegare il perchè mi sia piaciuto così tanto, devo fare un po' di spoiler, quindi se vi fidate del voto, consiglio di guardare il film e successivamente leggere la recensione. Innanzitutto la protagonista: Ellen Page è tra le mie attrici preferite, nonostante la giovane età e la breve filmografia come curriculum. E' un mostro di bravura nei primi piani ed ha un cambiamento di emozioni repentino, credibile. Neanche sembra che stia recitando. Anche Patrick Wilson non è da meno ed in pratica sono gli unici protagonisti per tutta la durata della pellicola. Il tipo di sceneggiatura è semplice, teatrale, tutto si svolge in una casa e sono pochissimi gli ambienti esterni. La trama è malata, paurosa, a tratti schizofrenica: una ragazzina adesca in chat in fotografo di modelle di una ventina di anni più vecchio. E' presumibilmente un pedofilo. Tutti, me compreso, hanno un odio per niente ponderato nei confronti di questa categoria, ed il film riesce a far sì che lo spettatore prenda le difese del ragazzo. Le torture, soprattutto psicologiche, ma anche fisiche (o almeno accennate) sono portate avanti da una spietata Ellen Page, forse malata mentalmente. Nessuna prova, solo piccoli indizi, e la condanna definitiva alla colpevolezza ci fanno star male. Siamo indecisi se essere spettatori di una sentenza, o se dare una possibilità di uscita al presunto, ma non provato pedofilo. Forse la crudeltà e la vendetta sono troppo alte. E' giusto condannarlo solo su base di sensazioni non meglio definite? E se fosse soltanto un voyeur? Avrebbe lo stesso peso di chi commette l'azione fisicamente? Tutto il film, in secondo piano, lancia questi segnali e spiazza un po' chi sta dall'altra parte dello schermo. Ci poniamo domande e non siamo in grado di essere crudeli. Il finale, crudo, intelligenti ci dà una mano: il proclamare la propria innocenza, anche nei momenti più drammatici, non significa che stiamo dicendo il vero. Ed il mostro, l'adescatore di ragazzine, è una persona normale, fino agli ultimi minuti. I dialoghi sono frenetici, riflessivi, studiati e le parti dei protagonisti sono veramente ben assegnate. Luci ed ombre al punto giusto. Un gran bel film.
Un'altra nota significativa va alla citazione per l'opera Nighthawks del pittore Edward Hopper : la ritrovo anche qui (soprattutto in "Dreamer" dello scrittore Daniel Quinn*) ed è una delle mie preferite. Chissà che ora non prenda una stampa da appendere.

* Edit: ho fatto confusione: si tratta de La memoria del topo di Michael Connelly

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