mercoledì 5 settembre 2012

Hanna (2011)


Regia: Joe Wright
Anno: 2011
Titolo originale: Hanna
Voto: 6/10
Pagina di IMDB
Pagina di I Check Movies
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Mi era stato consigliato, poi lo ho dimenticato e per certo tempo lo ho evitato. Credevo fosse una stucchevole storiella ambientata ai tempi delle principesse... Non so perché, ma vedere quel titolo lì, nella lista dei film da vedere, mi dava quell'idea. Poi mi son deciso ed a parte i primi cinque minuti di smarrimento, ho iniziato ad apprezzarlo. Davvero una promettente spy story con il giusto compromesso tra azione e trama di un certo spessore. Wright non si tira indietro e riesce a regalarci un dramma abbastanza studiato, partendo da un'idea però vecchiotta. In certi momenti si ha l'impressione di rivedere Nikita di Besson. O almeno riusciamo a notare una certa ispirazione. La lunga introduzione è una piacevole pennellata su ciò che accadrà e ci prepara a come avrebbe fatto un'ottima puntata pilota se a qualcuno fosse venuto in mente di trarci una serie TV. Iniziamo già a farci piacere Hanna (Saoirse Ronan, classe 1994): personaggio sublime ed attrice a cui non manca niente. Mano a mano che la pellicola prosegue impariamo a conoscerla meglio e con lei anche la sua triste ed avventurosa storia. Ogni tassello va al suo posto in maniera metodica e spietata quanto lo è Marissa (Kate Blanchet) che cercherà di eliminare Hanna. Purtroppo non è tutto oro ciò che luccica, in quanto a tratti la trama risulta poco originale e prevedibile, forse anche poco studiata. Alle belle ed intriganti scene di lotta e combattimenti, si alternano altre che paradossalmente sono meno realistiche delle prime e si fatica ad inserirle nel contesto. Sono forzature utili per il proseguo del film, che però lasciano decisamente con l'amaro in bocca. Poche righe sopra ho parlato di serie TV proprio perché avrei preferito vedere l'opera in quel tipo di trasposizione piuttosto che nel lungometraggio visto ieri, il quale mi ha lasciato con alcuni dubbi. Abbiamo chicche con scelte di regia apprezzabili come Tom Hollander, sicario quasi psicotico che ricorda molto Alex di Arancia Meccanica, e poi musiche forti e prorompenti ad un volume decisamente alto durante i momenti salienti. Tracce (Chemical Brothers) che potrebbero stare benissimo in club di gabberini che si impasticcano, ma che danno movimento alle scene. Finale che si conclude per inerzia. Voto alto sulla fiducia.

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