Dopo
non so quanti anni, io e Jack torniamo a fare una piccola gita
all'estero. Il tutto viene organizzato in pochissimi giorni; ricerca del
volo meno costoso, prenotazione albergo migliore qualità-prezzo,
acquisto dei biglietti per vari spostamenti o musei e chi più ne ha, più
ne metta. Unica libertà concessa le pause pipì, che sappiamo in Belgio
essere più necessarie, visto il profondo amore per la birra che ci ha
trasmesso.
La
classica partenza intelligente alle 3.40 di mattina ci rende pimpanti
come dovevano essere, poveracci, i nostri connazionali nelle miniere di
carbone della Vallonia, ma tutto ciò non ci intimorisce, nemmeno quando
la macchinetta all'aeroporto, rubandomi due euro, vorrebbe indurmi a
pensare che il buongiorno si veda dal mattino; invece il volo per
Charleroi non solo è stranamente in orario, ma addirittura atterrerà in
anticipo, fatto che ci permetterà di arrivare con assoluta calma al
nostro bus a due piani, ottenere i posti migliori e caricare di già i
nostri cellulari, non si sa mai.
Arriviamo a Bruxelles
di buon mattino e iniziamo già a macinare chilometri, a sentirci parte
di questa città e a fare una colazione in uno dei pochi bar aperti, in
quanto scopriremo bene presto che la città ha deciso di imitare i ritmi
spagnoli.
Prima
del ritrovo con la guida del free walking tour, anche quella prenotata
in anticipo, abbiamo tempo per girovagare il centro storico da soli;
come prima impressione, non essendo la prima volta in questa città,
seppur toccata velocemente, il must rimane senza ombra di dubbio la
piazza principale, la Grand Place.
Qui, come poi ci spiegherà Valerio molto più dettagliatamente, ci sono i
maggiori edifici civili e il colpo d'occhio, inutile dirlo, è
fantastico. Devo solo sottolineare quanto sia più affascinante la sera,
tutto illuminato.
Scorci:
La Galleria reale
L'interno del Municipio
Raggiunta
la classica guida italian style siamo pronti finalmente a recepire
qualche informazione in più sulla città in generale, ma anche sulle
attrattive che questa possa offrire, dalla cultura, ai divertimenti, al
cibo.
Ci
soffermiamo molto sulla piazza principale dove ci viene raccontata la
storia globale del Paese e di ogni singolo edificio, risultando, almeno
per quanto mi riguarda molto esaustivo e per niente prolisso.
Il Municipio:
La Maison du Roi:
Particolare di una casa delle Corporazioni
La casa dei birrai:
Il
tour prosegue per le vie del centro e per i vari quartieri cittadini
che ora sembrano popolarsi maggiormente, trovando qua e là murales
riguardanti il fumetto (arte molto importante per il Belgio) fino ad
arrivare alla statua, suo malgrado, essere diventata il simbolo
ufficiale della città, ovvero il Manekken Pis.
il Manekken Pis vestito alla costaricenze, vista la festa nazionale.
Il
giro è ancora lungo, d'altronde si tratta sempre di una capitale, e
sebbene non una delle più famose, offre al turista scorci e luoghi
interessanti; dai quartieri lgbt a quelli recuperati con grande
maestria, ad edifici storici come la ristrutturata Borsa, fino alla zona
dei Pub, dove la fa da padrone il Delirium.
La Borsa
La
visita guidata, dopo una sosta alla torrefazione, dove abbiamo gustato
un bel caffè "gentilmente" pagato dal ritardatario del gruppo, sbiancato
per l'occasione, finisce proprio davanti all'edificio religioso più
importante della città, ovvero la Cattedrale di San Michele e San Gudula.
L'imponente
edificio, costruito seguendo lo stile gotico brabantino, rapisce per la
sua maestosità ma anche per la sua eleganza; ne vedremo altre di chiese
gotiche in questi giorni e non posso non immaginare come si
presentassero agli occhi del credente secoli e secoli fa. Oltre alle
altezze raggiunte, a mio parere, il quid in più sono le vetrate, che non
solo producono un effetto luminoso di tutto rispetto, ma allo stesso
tempo divengono quel Vangelo dei Poveri tanto necessario per i fedeli
analfabeti.




L'ultima parte della mattinata, una volta terminata la visita della cattedrale, si svolgerà presso "l'imperdibile" museo del fumetto.
Ora, non me ne voglia Jack, ma forse abbiamo capito che non sempre ciò
che è pubblicizzato sia un delle migliori scelte. In realtà devo
ammettere, almeno personalmente, che, conoscendo poco l'argomento, non
abbia recepito molto delle informazioni o della caratteristica dello
stesso; di sicuro per i miei gusti poteva essere evitato, ma almeno non
abbiamo avuto rimorsi e ci siamo cimentati anche in questa ottava arte.
Puffi qua, Puffi là
La
mattinata, che in realtà da quanto è durata sembra una giornata intera,
termina con un pranzo veloce a suon di patatine fritte che, senza
nemmeno dirlo, le mangeremo camminando. Ci aspetta ancora un pomeriggio
di cultura e quindi dobbiamo riprendere le forze.