martedì 2 settembre 2025

Sleeping Dogs (2024)

 
Regia: Adam Cooper 
Anno: 2024
Titolo originale: Sleeping Cooper
Voto e recensione: 6/10
Pagina di IMDB
Pagina di I Check Movies
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All’inizio ho storto il naso: ritmo compassato, fotografia un po’ anonima, e quel senso di déjà-vu che ti fa pensare “ok, sarà l’ennesimo thriller da catalogo”. E invece, senza quasi accorgertene, "Sleeping Dogs" ingrana la marcia e comincia a tessere la sua ragnatela di misteri.

Russell Crowe, ormai in piena fase “orso burbero ma magnetico”, regge la scena con quella stanchezza vissuta che gli sta addosso come un guanto. Intorno a lui una regia che non osa mai troppo, ma che sa dosare bene silenzi e colpi di coda. Il risultato? Un thriller che si lascia guardare senza mai sbrodolare, con quell’atmosfera da “non fidarti di nessuno” che tiene viva la curiosità.

Sai che da qualche parte arriverà il colpo di scena – fa parte del gioco – ma il film riesce comunque a sorprendere, evitando la prevedibilità che temevo nei primi minuti. Non è un capolavoro, certo, ma alla fine ti lascia soddisfatto, con la sensazione di aver visto un prodotto solido, più elegante di quanto promettesse la partenza.

Promosso, quindi. Non gridiamo al miracolo, ma se ti piacciono i thriller che si accendono lentamente e non ti prendono per scemo, “Sleeping Dogs” fa la sua figura.


 

lunedì 1 settembre 2025

Aggiornamento Oxygenos 14.0.0.1901 (EX01V100P01)

 

Altro giro, altro aggiornamento. Questa volta si tratta della build V100P01, leggera come un soffio (57 MB), ma tutta dedicata a chi ama archiviare cose senza essere disturbato dalla moralità altrui.

Non ci sono effetti speciali, ma la Protezione dati privati diventa una specie di cassaforte intelligente.
Ecco cosa arriva con questo update:

Protezione dati privati

  • Ora puoi condividere immagini e video direttamente nella sezione segreta.
  • Puoi personalizzare le copertine degli album privati: magari metti un gattino innocente su una cartella... che non contiene gattini.
  • Si possono ordinare per orario immagini e video. Utile quando cerchi quel preciso screenshot che hai fatto alle 03:12 sotto l’effetto di troppa pizza.
  • E infine: puoi aggiungere file direttamente nella sezione “Altri file”.
    Una zona franca per tutto ciò che non ha un’etichetta ma non deve essere visto.

Sistema

  • L’onnipresente “migliora la stabilità”.
    È la camomilla digitale che ci danno con ogni aggiornamento, e noi fingiamo di sentirci più tranquilli.

Conclusione?
Un update piccolo ma preciso, pensato per chi tiene alla privacy quanto al backup.
In fondo, anche il telefono ha diritto a una stanza segreta.

Alla prossima, sempre su VER.
(E no, la sezione “Altri file” non verrà mai mostrata in uno screenshot pubblico.)




domenica 31 agosto 2025

Ultimo giorno prima del rientro

 


Dopo una mattinata dedicata a sistemare le solite faccende post-viaggio, tra Norvegia e Val Pusteria, nel pomeriggio mi ritrovo nuovamente con Zizzy per un’altra piccola avventura. La meta scelta è la Riserva Naturale di Monterufoli-Caselli, nei dintorni di Canneto, un’area protetta di quasi 5.000 ettari che si estende tra le Colline Metallifere e la Val di Cecina. Un polmone verde considerato wilderness di livello europeo, con boschi di querce, cerri e lecci, resti di miniere, tracce di antiche ferrovie e una biodiversità di tutto rispetto che include orchidee selvatiche, iris tirrenici e persino tassi e agrifogli nei microclimi più umidi.

Peccato che, stavolta, di umido non ci fosse proprio nulla. Tutti i corsi d’acqua e le cascatelle che rendono celebre la zona erano completamente secchi. Niente pozze cristalline, niente ruscelli da attraversare: solo il ricordo di quello che dovrebbe scorrere nei mesi più piovosi. In compenso, l’aria era piena di tafani, che hanno reso la passeggiata un continuo balletto di schivate e manate.

Eppure, tra bosco fitto, profumo di muschio e tracce di storia nascosta, anche questa è stata un’esperienza da ricordare. Un piccolo trekking trasformato in esplorazione, avventura e scoperta. Non certo un buco nell’acqua, anche perché, l’acqua, non c’era proprio.

La giornata si è conclusa a Casino di Terra, dove una piccola fiera di artigianato etico ci ha accolti con luci, bancarelle e profumi irresistibili. Cena semplice ma di sostanza: fegatini e porchetta di cinta senese, gustati con soddisfazione e spirito conviviale.

Anche così, tra tafani pomeridiani e porchetta serale, si costruiscono le giornate da ricordare: fatte di boschi silenziosi, camminate condivise e tavolate genuine che riconciliano con il mondo.


sabato 30 agosto 2025

Dai monti al mare (mosso)

 
Saluto i monti dell'Alto Adige questa mattina sotto la pioggia. Credo di farlo abbastanza presto, parto alle 8.30, per poter arrivare con calma subito dopo pranzo. Accantono subito l'idea di fare una capatina a Bolzano per il terzo museo di Messner, e meno male. Impiego circa tre ore solo per uscire dal Trentino e rimpiango di non avere una Tesla o almeno un cambio automatico, o un autista. La storia si fa lunga e pesante pure a Carpi e sulla Firenze Bologna. Arrivo stanco al sole del tramon.. No, questa è un'altra storia. Arrivo a Piomba ancora carico di energie, doccia, tenuta estiva e via a Baratti per vedere la luminara di San Cerbone. Ahinoi purtroppo c'è troppo vento. Un ponentaccio che smuove il mare ed impedisce la rievocazione con le barchetta. Chi se ne frega, il passaggio è comunque fantastico. E le onde sono uno spettacolo. 

venerdì 29 agosto 2025

Dal lago di Dobbiaco al lago di Landro

 

Dopo giorni di trekking impegnativi, oggi scelgo un percorso più semplice ma non per questo meno affascinante: dal Lago di Dobbiaco al Lago di Landro, andata e ritorno, lungo circa venti chilometri. È uno di quei giri che non puntano tanto alla fatica quanto al piacere di camminare immersi nella natura, con lo sguardo costantemente catturato dalle Dolomiti.

Il Lago di Dobbiaco è la porta d’ingresso perfetta: uno specchio d’acqua verde smeraldo a 1.251 metri, nato da una frana preistorica che sbarrò il torrente Rienza. È raccolto, quasi intimo, incorniciato da boschi e con passerelle che permettono di costeggiarlo da vicino. Qui Gustav Mahler passava le sue estati, trovando ispirazione per alcune delle sue sinfonie, e non è difficile capire perché: il silenzio, il riflesso delle cime sull’acqua, il senso di quiete assoluta.

Da qui imbocco il sentiero che costeggia in gran parte la vecchia ferrovia delle Dolomiti (oggi pista ciclabile). È un cammino scorrevole, quasi pianeggiante, che si snoda tra boschi di abeti, radure erbose e qualche scorcio improvviso verso le vette. Lungo il percorso appaiono cartelli e resti che ricordano il passato ferroviario di questa tratta, un tempo collegamento strategico tra Dobbiaco e Cortina.

Dopo circa dieci chilometri arrivo al Lago di Landro (1.406 m). Più ampio e aperto rispetto a Dobbiaco, meno scenografico nei colori ma di grande fascino per l’ambiente circostante. Qui lo sguardo corre dritto verso il Gruppo del Cristallo, che si riflette nelle acque poco profonde. E soprattutto si alza verso nord, dove tra le nubi fanno capolino le Tre Cime di Lavaredo: intramontabili, anche viste da lontano, con la loro sagoma che da sola vale la gita.

Il meteo è stato un compagno ambiguo: durante il trekking mi ha graziato, niente pioggia nonostante le previsioni. Camminata asciutta, con solo qualche nube a giocare con i panorami. Appena però rientro a Dobbiaco mi accoglie un bell’acquazzone, e lo stesso copione si ripete a Brunico: la pioggia mi trova quando ormai non serve più.

In totale una ventina di chilometri percorsi, senza difficoltà tecniche, in un ambiente che unisce natura, storia e panorami dolomitici. Due laghi diversi e complementari: il primo più raccolto e musicale, il secondo più selvaggio e aperto. Una giornata meno “ignorante” rispetto alle precedenti, ma non meno gratificante.


Album fotografico Dal lago di Dobbiaco al lago di Landro 


giovedì 28 agosto 2025

Brunico

 

La pioggia oggi è stata compagna fissa, e allora meglio non intestardirsi con dislivelli assurdi. Ho deciso di prendermela con calma, limitandomi a un piccolo trekking di circa 9 km nei dintorni di Brunico, dentro e fuori dal bosco che avvolge la città come una cornice naturale. Atmosfera diversa dal solito: sentieri bagnati, silenzio rotto solo dal tamburellare della pioggia e dal profumo intenso di resina.

Il percorso mi ha portato fino al Cimitero Monumentale di Guerra sul Kühbergl, poco sopra il centro. Un luogo che tocca subito corde profonde: più di 600 soldati austro-ungarici della Prima Guerra Mondiale riposano qui, provenienti da varie regioni dell’impero. Croci in legno scuro allineate, circondate da alberi alti e dal tappeto di aghi di pino. Non c’è monumentalità retorica, ma un silenzio potente che racconta la tragedia della guerra in maniera più forte di qualsiasi discorso. Camminare tra quelle tombe, sotto la pioggia, è stato come ritrovare un tempo sospeso: la montagna che custodisce le storie di chi non è mai tornato a casa.

Dal colle ho poi proseguito fino al Castello di Brunico, che domina dall’alto l’abitato. Ed è qui che ho trovato riparo e cultura: all’interno delle sue mura si trova infatti il MMM Ripa, un altro dei sei musei di Messner, dedicato ai popoli di montagna del mondo. Tibetani, sherpa nepalesi, mongoli, indios andini, ma anche culture alpine più vicine a noi: abiti tradizionali, oggetti di vita quotidiana, strumenti musicali, immagini e racconti. Un viaggio etnografico che, grazie alla cornice medievale del castello, diventa doppiamente suggestivo.

Il castello stesso, poi, è una piccola perla: costruito nel XIII secolo dai Principi Vescovi di Bressanone, conserva ancora torri, cortili interni e affreschi. Le finestre si aprono sulla città e sulla valle, oggi avvolta dalle nubi basse: un contrasto perfetto tra il grigio del tempo e i colori delle case laggiù.

La pioggia, insomma, non ha guastato la giornata: l’ha semplicemente resa diversa. Meno fatica fisica, più introspezione. Dalla memoria dei caduti nel bosco al viaggio tra le culture del mondo in un castello medievale, Brunico ha mostrato un volto più intimo e raccolto, da vivere senza fretta.

Per finire il pomeriggio ho avuto la stressa idea dei sette milioni di turisti presenti in Trentino, oltre a quelli arrivati in Alto Adige: andare ad una spa. C'è da dire che meno male sono organizzati bene. E per cena spatzle! 

Album fotografico Brunico