venerdì 2 giugno 2023

Albania #7: da Theth a Scutari

 

Da Theth ritorno da dove sono partito per questo anelli nel Nord, ovvero a Scutari. Ringrazio i simpaticissimi proprietari della Shpella Guesthouse, anche loro di grande ospitalità e parlando l'italiano c'è stato tempo per diverse battute e consigli. Già che appena arrivato, ti offrono uno shottino di raki, guadagnano tanti punti. Inoltre per cena, il tav dheu (una sorta di zuppa liquida con fegato, pomodori, ricotta, fonduta e peperoncino) caldo da buttar giù è stato rigenerante dopo la fatica della giornata e le intense piogge del pomeriggio, che hanno rinfrescato l'aria. A letto molto presto e quindi mi sveglio all'alba. Non ancora sicuro della partenza per Scutari, mi spingo nei boschi del Parco Nazionale di Theth e costeggio il torrente che sembra ancora più gonfio rispetto a ieri. Canyon della valle circondato dalle splendide Alpi Albanesi, ancora macchiate di neve e ghiaccio, e poi seguo le indicazioni per le cascate. Anche in questa zona i sentieri son ben segnalati e nonostante il percorso sia relativamente breve, per raggiungere il punto migliore c'è da fare un po' di salitella e soprattutto attraversare un ponte arrangiato che pare meno sicuro di un salto al buio per le scale. Il bel percorso ha comunque il suo fresco fascino con il sentiero che si sperde nel bosco e nelle pareti rocciose. Al ritorno colazione carica e la notizia che possiamo partire con un fuoristrada che ci porterà fino a Scutari. Non so l'omologazione del 4*4 sui cui siamo montati, ma eravamo un bel gruppo misto da inizio barzelletta: il guidatore albanese, io italiano a suo fianco e dietro: uno dello Zambia (eh beh), una brasiliana (che parlava italiano), una danese e una coppia tedesca. Anche quello in jeep è un viaggio nel viaggio potendo ammirare i paesaggi del nord dall'alto con tutta la vallata sottostante di Theth, le cime aguzze dei monti. Anche qui si sente il profumo di avventura. Arrivato a Shkoder ritiro i bagagli e mi sistemo: i gradi sono tanti di più, così cerco un po' di refrigerio intorno al lago. Prendo gratuitamente la bici offerta dall'albergo e già il fatto di non tornare a casa col tetano può essere un buon risultato, ma faccio un bel giro lungo lago spingendomi al confine con il Montenegro. Torno indietro prima che arrivi l'ennesima bussato d'acqua pomeridiana e concludo con oltre 25 km (praticamente è tutto in pianura). Altro giretto per la città e nei centri religiosi che qui non mancano e certe ore si alternano i suoni delle campane delle chiese con quelli dei canti islamici per le moschee. Da segnare sul calendario, unico giorno in cui (nonostante potesse accadere) non ha piovuto. E domani vediamo per il rientro a Tirana.

giovedì 1 giugno 2023

Albania #6: trekking da Valbona a Theth

 

Soddisfatto al cento per cento, di tutto. Oggi c'è stato l'elemento clou di questa gita, ovvero il trekking per antonomasia qui in Albania. Decisamente poco conosciuto a livello italiano o europeo, trovo moltissimi altri escursionisti del mondo anglosassone: statunitensi, canadesi e pure australiani. Ieri, arrivando nella Valle di Valbona, avevo già adocchiato un territorio incontaminato, completamente al naturale, e ritengo quindi sia normale che in molti arrivino da così lontano per poterlo apprezzare con mano (e con i piedi). E già il fatto di arrivare a Valbona non è una cosa immediata da turismo mordi e fuggi di massa. Il mio viaggio per questa parte del Nord dell'Albania è infatti stato abbastanza lungo con bus, pulmini ed imbarcazioni. Ad un certo punto inoltre qui la strada finisce, o meglio c'è "la fine dell'asfalto" e si vuole andare da qualche altra parte è bene mettersi in cammino. I sentieri non mancano di certo, e quello più battuto e di grande richiamo permette di raggiungere Theth in circa quindici chilometri (dipende da dove partite e dove arrivate: ad esempio da Vila Dini  alla Shpella Guesthouse dove sono stasera siamo a 21 chilometri) e con quasi mille metri di dislivello in salita e qualcosa di più in discesa. Nei giorni passati, essendo caduta neve ed essendosi formato del ghiaccio, il sentiero è stato ufficialmente chiuso per ragioni di sicurezza. È possibile però fare una deviazione, la cosiddetta invernale, che aggira la parte più problematica. Gli unici aspetti negativi nel seguire questa alternativa winter route sono che non è segnalata se non attraverso gli "omini" e che si tratta di una sorta di direttissima, quindi con una maggiore concentrazione di dislivello positivo in un minor numero di metri. Esclusa questa parte comunque è tutto ben segnalato, nonostante serva un minimo di orientamento in ambiente montano (io come sempre avevo anche una traccia gpx), ma non si tratta di un percorso banale. Come sempre, c'è da fare attenzione, anche se la maggior parte dei miei contatti, lo può fare tranquillamente dal punto di vista fisico e tecnico. Facendolo in questa direzione inoltre secondo me si hanno minori difficoltà nel gestire la discesa, poiché quella del versante di Theth risulta più dolce, sebbene più lunga. Nel tratto finale della deviazione infatti si devono usare in minima parte anche le mani su roccette, il terreno è più sdrucciolevole e alcuni passaggi prevedono un po' di neve (non servono assolutamente i ramponi o le ciaspole ovviamente), e farlo in salita secondo me è meglio. L'inizio del trekking può trarre un po' in inganno sulla prestanza fisica da utilizzare in quanto, dopo l'asfalto si deve iniziare quasi da subito a seguire il corso del torrente (e fare un paio di guadi) che non prevede chissà quali dislivelli. Però avremo sempre di fronte il muro da dover superare, quindi tenete di conto che prima o poi (e una volta iniziata non spiana) la salita arriverà. Non li ho contati in maniera precisa, ma lungo il cammino si trovano almeno tre "rifugi" o chioschi in legno se preferite, in cui è possibile ricaricare le borracce o prendersi qualcosa di caldo / fresco a seconda dell'esigenza. Quello sulla prima parte "Simoni Kafé" è importante perché poco dopo averlo passato avrete l'opportunità di agganciarvi alla deviazione invernale (oggi siamo a giugno, ma ci siamo capiti) e mi pare sia l'unico durante la salita e da qui in poi è più impegnativa. Arrivato al passo, Qafa e Valbones che sta a 1795 metri, mi son fatto ingolosire: li vicino c'è una vetta di cui non so il nome in cui vedevo alcuni appollaiati. Non potevo rinunciare e così mi sono fatto altri 50 metri di dislivello che son sempre un piacere quando c'è la possibilità di avere un panorama come quello di oggi, aperto in basso e con nuvole che venivano grattate dalle altre cime. Se soffrite di vertigini lo sconsiglio però perché la sommità è molto esposta e un passaggio in discesa non è semplice. Una volta scollettato è poi tutta discesa, non impervia tranne pochissimi metri iniziali, fino a Theth. Qui non ci sono difficoltà di nessuna sorta ed anzi, il paesaggio è boschivo, ombroso e con terreno mai complicato se non piove. Io l'ho presa con calma, ma ho dovuto un po' accelerare il passo quando ho capito che la Shpella Guesthouse era a circa due km dalla fine del percorso ed il meteo non prometteva niente di buono. Infatti è tutto il pomeriggio che viene giù come Dio la manda. La Shpella è veramente carina e caratteristica, mi son pure già accordato per il furgon che domani mi dovrebbe portare nuovamente a Scutari. Siamo in 5, ma parte con un numero maggiore di persone, anche se non credo ci siano problemi. Male che vada domani esploro altri sentieri in zona. Pubblico intanto l'articolo anche se le foto non sono pronte perché la connessione internet è debole ed a singhiozzo.

mercoledì 31 maggio 2023

Albania #5: Valbona Valley

 

Non posso assolutamente rischiare di di scordarmelo, così lo scrivo subito: gli albanesi hanno la gentilezza e l'ospitalità nel DNA. Non è esattamente una novità, ma non tutti lo danno per certo, quindi faccio bene a ribadirlo. Ieri mi ero accordato con Lugina (nome fittizio della ragazza dell'affittacamere, in realtà Lugina significa Valle) per partire intorno alle 8.15 scroccando un passaggio fino al porto. Questo avviene, allegramente e con nonchalance esattamente all'ultimo secondo prima della partenza del mio ferry boat perché è inutile stare ad aspettare sulla nave. Il viaggio lungo il fiume Shala dura circa tre ore (1000 lek) ed è inutile starvi a raccontare i paesaggi mozzafiato che ci circondano, perché non troverei le giuste parole per queste gole che si insinuano dentro le montagne. Sempre più a nord e sempre più alte. Il paesaggio, da quando sono partito da Tirana, cambia ancora e mi sembra di essere in Jurassic Park del Nord. Purtroppo però devo dire che è veramente sporco, e non parlo di detriti quali rami, terra o foglie, ma soprattutto plastica, bottiglie e sacchetti. Un vero peccato. Attraccati a Fierze subito o quasi, un pulmino scassato con volante a destra parte in direzione Valbona Valley. In circa un'ora (800 lek) il simpatico conducente che parla solo italiano (il primo da diversi giorni) mi lascia a Vila Dini. Avevo già prenotato ieri sera, in quanto già sentiti "epistolarmente". Qui incontro coppia di canadesi che si fanno impaurire dalla neve presente sul tracciato per l'indomani e quindi "abbandono" velocemente e due ragazze from Australia (ma che ci fanno qui???) con cui passo il pomeriggio a fare un breve trekking per controllare il territorio. Domani però io parto presto... Ma torniamo alla gentilezza albanese con cui ho iniziato l'articolo: Vila Dini non ha il ristorante aperto, cosi il ragazzo mi ha prestato (non vuole neanche il contributo benzina) la macchina per farci andare fuori. Mito davvero. 

martedì 30 maggio 2023

Albania #4: Koman

 
Ma che spettacolo di giornata e di posti. Parto presto, anzi prestissimo da Shkoder ed alle 6.45 sono già sul primo "furgon" che fa da spola con quello fuori città. In circa due ore e 700 lek arrivo al lago di Koman. Il tragitto è bellissimo, si snoda su strade impervie e strette che si affacciano su numerosi specchi d'acqua e canali simili addirittura a fiordi o se vogliamo all'ambiente sloveno. Qui infatti, nonostante i km di distanza da Scutari siano solo una sessantina verso est, il paesaggio si trasforma totalmente riuscendo a divenire sempre più selvaggio, verde e pulito. Giunto al porto di Koman, da cui partono ferry boat, bagnarole e traghetti, avevo l'opportunità di continuare il viaggio e ritrovarmi già in giornata dall'altra parte, a Firenze. Decido invece di dedicarmi a questa parte di mondo, che pur avendo praticamente zero da offrire a livello di attrazioni turistiche, paesaggististicamente è sensazionale. Si tratta di un grande bacino artificiale in parte (prima degli anni ottanta non esisteva in questo modo) , creato per alimentare la centrale idroelettrica attraverso una imponente diga che taglia la vallata. Questa zona di Albania è decisamente genuina e tradizionale, ed ho cominciato così il mio primo trekking nel Paese delle Aquile. I sentieri sono ripidi ed impervi e non potevo farmi mancare l'occasione di salire fino all'antica necropoli illirica che domina la zona. Cinquecento metri di dislivello in circa 2,5 km... Niente male con il caldo della mattina e la fretta per evitare la tempesta di pioggia del pomeriggio. La vista, anche se non pulita dalle fronde, ripaga tutta la fatica fatta. Pomeriggio di relax tra una sponda del lago con la pioggia e la sistemazione per la notte da Lugina e Komanit. Appena smesso e tornato il sole, che qui è una cosa standard, sono risceso in paese e mi son fatto un giretto ed imparato le basi della lingua. Per la cena, ho optato per ciò che offriva il convento e non c'è certo da lamentarsi. 

Album fotografico Albania #4: Koman 

lunedì 29 maggio 2023

Albania #3: Scutari

 

Oggi è stata lunghetta (più di due ore, 500 lek) , con i mezzi pubblici. La destinazione è Scutari, o Shkoder, o Shkdra e così via. Siamo nella zona nord occidentale dell'Albania e vicino alle sponde del lago omonimo. Allontanati da Tirana, ci si allontana anche dall'Europa che conosciamo. Il viaggio risulta comunque comodo ed appena giunto nella zona centrale ho iniziato a cercare la sistemazione per la sera. Al secondo tentativo ho optato per il comodissimo Hotel Kaduku, in cui ho già fissato anche per venerdì sera, sicuro del fatto mio. Shkoder è una cittadina a metà tra una grande Venturina ed una desolata Civitavecchia , ripiena di tassisti che vogliono portarti in Montenegro e numerosi palazzoni che si alternano a botteghe di mercato. Essenzialmente si sviluppa in piano e lungo il fiume che porta o porta via l'acqua dal lago. E se a Tirana c'è casino per le strade , almeno il lunedì mattina, qui all'ora di pranzo non sono da meno. Inizialmente l'idea che predomina è quella del degrado e dell'incuria, soprattutto relativamente ai non pochi luoghi da valorizzare maggiormente. Successivamente ci si ricrede perché le main streets ricalcano l'accoglienza verso i turisti già apprezzata nella capitale, con decine di negozi, ristoranti e gallerie d'arte, oltre che il Marubi, Museo Nazionale di Fotografia. Quindi due facce per questo punto strategico delle vie commerciali. Io inizio subito con un trekking urbano lungo il fiume Boiana per poi salire a governare il mondo dal Castello di Rozafa. Da qui effettivamente la visuale a 360 gradi riprende tutta la valle, le Alpi Albanesi, il fiumi ed il lago Scutari, ma anche Montenegro e Kosovo. Così al caldo cocente che si è abbattuto in queste terre ho modo di apprezzare tutto ciò che la vista riesce a raggiungere. Nel ridiscendere ecco la moschea di piombo e in città(dina) la Cattedrale di Santo Stefano che ha ospitato Giovanni Paolo II (appena caduta la dittatura comunista). Comunque nonostante il caldo asfissiante, visto che praticamente è tutto in piano mi impongo di arrivare dalla parte opposta dell'imbocco del lago, ovvero al Ponte di Mes (Ponte di Mezzo), che potrebbe ricordare uno dei tanti in Garfagnana, ma questo è di origini ottomane. Ora che però devo rifarmi tutta la strada all'indietro, la voglia mi scende a zero, tanto più che c'è un'unica lunga, dritta, piatta, asfaltata e ribollente strada. Tiro fuori il pollice e faccio autostop. Non mi cacano, ma son quasi tutti svizzeri. Finalmente una coppia di giovani albanesi mi carica. Anche loro escursionisti, avevano fatto tre giorni in montagna. Gli ho raccontato a grandi linee il mio piano per raggiungere Theth (che conoscevano, ma non venivano da lì - volevo sapere le condizioni del sentiero). Una volta depositato vicino all'albergo, li saluto e mi organizzo per la partenza di domani che sarà con furgon alle 6.30... Buona notte a tutti.

Album fotografico Albania #3: Scutari
Album fotografico Albania #3.1: MARUBI 

domenica 28 maggio 2023

Albania #2: fuoriporta a Kruja

 


Oggi mi sono dedicato ad uno spostamento fuori città, utilizzando i mezzi pubblici. La meta scelta è stata Kruja, in ballottaggio con Durazzo. Primo perché ieri mi è stata consigliata come più "tipica e caratteristica", secondo perché volevo farmi un'idea del "terminal bus" da cui domani prenderò il pullman per Scutari. Oggi mi son fatto un bel pezzo di periferia passando da un cantiere all'altro inframezzato da cliniche odontoiatriche e quelle per la chirurgia estetica. La famosa stazione dei bus per il nord non è altro che un immenso parcheggio con bus di ogni tipo e dimensione diretti in varie città. Non ci sono orari ben precisi e non esiste biglietti: si paga quando si scende a fine corsa, ovviamente in cash. Per Kruja, sono 200 lek (meno di 2€) a tratta ed il tragitto dura circa un'ora, dipende anche dal traffico. La periferia stradale di Tirana segue quella di varie città in via di sviluppo: cataste e montagne di capannoni, spesso pure vuoti e per la maggior parte di mobilifici (più di cento sicuramente) alternati sta volta a carrozzerie. Ma veniamo al punto focale della giornata: il piccolo borgo montano di Kruja. È il paese natale di Skanderberg, tizio albanese strafamoso che ha lottato strenuamente contro gli ottomani. Volavano schiaffi da tutti le parti. È stato pure un Atleta di Cristo, ma oltre alla sua stata a cavallo, Kruja offre un grande bazar di origine ottomano e rimasto intatto negli anni, che si distribuisce per le strade centrali del paese e la cittadella - castello al cui interno c'è pure un museo storico (400 lek, circa 4€). Poco distante mura, torri e resti archeologico medievali e anche un hamam ristrutturato. Qui non mancano personaggi, forse ad uso e consumo turistico, vestiti con abiti tradizionali. Però, nonostante la meta sia decisamente gettonata, si sente abbastanza la differenza del piccolo paese se confrontato con la capitale, in cui comunque abita circa un terzo della popolazione albanese. Kruja si trova a poca distanza sia da Tirana che da Durazzo, ma sembra già di essere in un altro continente. Il ritorno, stavolta con un pulmino scassato prosegue velocemente passando tra le "strane" bianchissime ville palladiane con piscina confinanti con i depositi di gomme, ed arrivo a Tirana per poter dedicarle l'ultima sera prima del viaggio verso Nord. Quindi serata tra il Taiwan Center ed il Castello Toptani con cena nel mitico Ceren Ismet Shehu

Album fotografico Albania #2: Kruja