sabato 31 ottobre 2015

Le Notti Bianche (1957)




Regia: Luchino Visconti
Anno: 1957
Titolo originale: Le Notti Bianche
Voto: 7/10
Pagina di IMDB (7.8)
Pagina di I Check Movies
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Inizia e quasi mi pento, sarò onesto. Bianco e nero, pochissimi dialoghi, la camera che segue il protagonista taciturno a distanza, lui che si muove in quello che pare essere un set teatrale all'aperto, di notte, con luci ed ombre di una città quasi senza vita. Mi prende un po' di malinconia così decido (fortunatamente) di proseguire. L'amore, e le sue difficoltà, la solitudine, la speranza, le dure fasi di un approccio emotivo tra un uomo ed una donna. Poetico e sensazionale, molto forte: Visconti porta sullo schermo un romanzo di Dostoevskj. Mamma mia quanta potenza narrativa, che ti lascia un senso di realismo davvero pressante. Malinconico e triste quello dei due amori raccontati, pur senza essere audace e travolgente. Mette a nudo gli animi di coloro che inseguono la fiaba della vita, titubanti e timidi, ma mossi già da pensieri che non necessitano di decisioni che nella realtà dei fatti sono già state prese. Natalia (Maria Schell) che detta con una parvenza di improvvisazione, una lettera già scritta e Mario (Marcello Mastroianni) che si sacrifica amico, già conscio dei sentimenti che prova. E' lui che infine ne uscirà sconfitto, terzo incomodo in una storia di cui non può essere che una comparsa. Consapevole di ciò, ma anche inconsciamente sognatore, come possiamo non prenderlo in simpatia nonostante si comporti in maniera non sempre legante? In amore e guerra, d'altra parte, tutto è lecito. Anche se non sempre funzionale. La Livorno notturna, drammatica e quasi "hopperiana", almeno per il senso di solitudine che trasudano alcune scene, è fortemente ispiratrice, drammatica e malinconica.Un buon film anche con delle notevoli accortezze registiche che lo impreziosiscono: mi vengono in mente le inquadrature indirette come nella sala da ballo quando la porta di apre e si chiude, o quando Natalia cade per terra ed è visibile dalla finestra del palazzo bombardato o ancora l'incipit del racconto di lei che ci porta direttamente all'interno della stanza. Insomma, felice ed entusiasta di averlo visto.

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