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lunedì 26 maggio 2014

Reimpostare la password di eBay

Già da alcuni giorni è venuta fuori la notizia che diverse settimane fa (quindi non proprio ieri) i server di eBay sono stati violati. E loro ci avvisano direttamente sia all’interno del nostro account sia tramite email all’indirizzo che abbiamo legato ad esso. Ci consigliano di reimpostare la password visto che un database che contiene le parole d'ordine degli utenti è stato compromesso. Ciò non significa per forza che qualcuno abbia adesso la possibilità di accedere al vostro account, visto che tali dati non erano in chiaro, ma è sempre bene essere sicuri e provvedere. Il mio carissimo amico Devin Wenig (il Presidente) ha scritto e firmato di proprio pugno l’email che ho ricevuto e mi ha rassicurato abbastanza. Forse l’avete ricevuta anche voi, di questi tempi basta fare un copia incolla e nessuno è più tanto speciale. Lo ricordo da quando era un ragazzino brufoloso ed impaurito e teneva un banchetto di merce usate in via Ferrer al mercatino del mercoledì, ma non divaghiamo troppo. Il cambio password è un qualcosa di immediato ed indolore. Potete anche farlo tranquillamente attraverso l’applicazione mobile, così da essere più veloci e prestanti. Aprendo il messaggio di Devin trovate subito in alto un link per reimpostarla: da lì potrete scegliere tre modalità per ricevere il codice di verifica (via sms, via email o via telefonata con voce robotica). Una volta inserito il numero di 4 cifre potete provvedere a scegliere una nuova password usando il nome del gatto invece che quello del cane o invertendo la data di nascita. In questo modo tutti i vostri dati saranno al sicuro.

martedì 11 marzo 2014

Whatsapp e aggiornamenti sulla privacy

Pochi giorni fa mi son fatto alcune risate leggendo di gente che si strappava i capelli per la presunta questione privacy relativa a Whatsapp dopo l’acquisto da parte di Facebook. E molti blogger, che ultimamente si limitano a fare articoli pubblicitari per l’una o l’altra azienda, hanno provato a spingere l’utenza altrove. Non si sa perché, giusto per farlo, era la moda di quel giorno. Comunque è da poco uscito l’ultimo aggiornamento per il programma di messaggistica in oggetto (io ora ho la 2.11.186) che permette alcune operazioni prima non disponibili. Non credo sia merito di Facebook, anzi le due società sono sempre slegate, ma giusto per far capire ai soliti tontoloni che guarda caso questo cambiamento è avvenuto ora e non sei mesi fa, quando tutti erano tranquilli. Da Impostazioni, account, privacy possiamo nascondere o mostrare lo stato, l’avatar o anche l’ultimo accesso. Cosa questa molto comoda tra l’altro, poiché non tutti vogliono mostrare di essere online o di aver letto un messaggio inviato. Novità anche relative al widget, che ci consente di leggere le notifiche direttamente sulla home page o nella lockscreen. Se abbiamo un amico impedito, o a cui vogliamo bene, possiamo pure pagare l’abbonamento al posto suo. Insomma, smettete di gridare allo scandalo per la privacy. Ormai il numero lo avete dato a Whatsapp e nessuno vi ha costretti.

venerdì 28 febbraio 2014

E ora via da Whatsapp, ma siete scemi?

Quando iniziai ad usarlo non ero propriamente felice, visto che alla fine si tratta dell’ennesimo (già allora) sistema di messaggistica istantanea. Utilizzando (come anche ancora oggi) soprattutto Gtalk e Skype, avrei preferito che il popolo si fosse mosso maggiormente in una di queste direzioni. Poi vabbeh, una volta preso il via anche io ho iniziato a trovarmici abbastanza bene: ho fatto anche l’abbonamento per cinque anni, così mi tolgo il pensiero fino a luglio 2018. I gruppi e l’integrazione con i media da allegare li trovo buoni, così come il collegarsi direttamente alla tua SIM ed alla rubrica. Ma in questi giorni è successo qualcosa che ha sconvolto alcune persone: Facebook ha comprato (per 16 + 3 miliardi di dollari) tale applicazione. Boia, neanche vi avesse stuprato la mamma. Quindi i primi piagnistei, direttamente sui muri di FB del tipo “ommioddio, non userò mai più Whatsapp! Facebook lo ha comprato e la mia privacy è a rischio. A proposito caro, ecco la foto della serata di ieri mentre facevo la troia con tuo zio”. E vabbeh, ci siamo abituati a gente che scende in piazza con la maschera di V per Vendetta e poi pubblica ogni movimento al cesso proprio sui social network. La cosa ganza invece sono i blogger o i giornalisti di alcune testate che promuovo a titoloni una debacle di Whatsapp che non ha senso di esistere, sostenendo che ben 500mila utenti si siano già spostati altrove. Già, peccato che Whatsapp ne registri almeno un milione di nuovi ogni giorno. Ora ci manca che qualche scribacchino spinga, per chissà quale oscuro motivo, la gente ad utilizzare un altro servizio. Voi state male bimbi. La privacy… Per poi lasciare le nostre conversazioni ad altri servizi, o magari usare gli sms per contattare lo spaccino di fiducia. Ora che ho pagato per cinque anni, anche se ho speso molto meno rispetto a Zuckenberg, mi girerebbero le palle. Male che vada usate Gtalk o Skype no? O al limite la chat di FB....

martedì 3 aprile 2012

Ricevo posta da un account non mio

Foto di Alan Cleaver
Privacy e dati sensibili sono i grandi temi dell'era di internet ed anche le più piccole ed insignificanti informazioni fanno girare le pal(l)e se vengono diffuse senza il permesso del diretto interessato o il so consenso. Da diverso tempo ho un account Gmail del tipo nome.cognome ed ultimamente mi è capitato di ricevere posta indesiderata. Non parlo di spam, ma di una vera e propria corrispondenza. Reale. Non capitando spesso, ma con la cadenza ci circa una volta ogni sette, otto mesi, per un totale di volte che si contano sulle dita di una mano, non ci ho fatto neanche troppo caso. Anzi, la prima volta, incuriosito dal fatto che non fosse la solita email da spazzatura pubblicitaria (già ben filtrata a dire il vero) ho notato nei dettagli che il destinatario fosse un mio omonimo che utilizzava nomecognome (senza il punto di separazione come faccio). Così, ho scritto per benino una lettera in cui gli spiegavo l'accaduto e che c'era stato un errore. La mia stessa email però arriva direttamente (anche - ??? ) a me. Boh strano, Google fa i pezzi? Vabbeh, no problem e non ci penso più per alcuni mesi, visto che non succede niente del genere per diverso tempo. Poi ricapita. Decido di avvisare chi ha spedito, ma niente. Oh deh, se non risponde nessuno, mica posso accollarmi tutto io. Da un grande potere derivano grandi responsibilità, ma la mia buona dose di altruismo si è già consumata. Oggi ne ricevo un'altra, così da buon samaritano metto da parte tutti i miei impegni e chiamo direttamente Larry Page per avere lumi:

venerdì 27 maggio 2011

Basta con le telefonate pubblicitarie

Foto di plenty.r
Non uso quasi mai il telefono fisso. Ormai però ce l'ho e lo tengo. Inoltre può essere utile per telefonare a determinati numeri a pagamento (no, non a quelli porno) o gratuiti, e anche per milioni di miliardi di altri motivi che per adesso non mi vengono in mente. Purtroppo ha un mega aspetto negativo: che spesso, almeno a me capita spesso, ti chiamano per promozioni pubblicitarie. E' devastante tornare a casa, dopo una massacrante ed allucinante (ante insomma) giornata lavorativa  e sdraiarsi giusto un attimo, per poi essere scombussolati dallo squillo insistente del telefono. Ok potrei metterlo silenzioso o meglio ancora staccarlo; ma poniamo che non seguo questa procedura (ed in effetti è così). Poniamo che lui, incurante della mia stanchezza, continui a suonare. Ebbene, mi alzo sempre un po' stordito e corro (tipo fondista..) a rispondere... No, non voglio passare a TeleTu. No, non ho intenzione di mettere un depuratore d'acqua in cucina. No, non sono interessato al buonissimo vino bianco che mi regalate. Non, non voglio salvare il Panda dell'Amazzonia. E neanche mi interessa un abbonamento alla rivista "Donne fetish di Cuneo"!!! Eh, che palle, se voglio qualcosa, magari vi chiamo io no? Ma non è così. Quindi addio pisolini pomeridiani. Così ho deciso di uccidere il telemarketing, o almeno di provarci. Almeno vorrei gambizzarlo, poi vediamo se muore dissanguato. E' infatti possibile iscriversi al Registro delle Opposizioni: una specie di elenco telefonico i cui numeri non possono essere chiamati dalle aziende per finalità commerciali.

mercoledì 30 marzo 2011

Nascondere un file in un'immagine (SilentEye)

Tanto e tanto tempo fa, quando i nostri eroi si affacciavano per le loro prime esperienze nel magico mondo di Internet non era tanto semplice scaricare file musicali. Così dovevi andare in alcuni siti e scaricare delle immagini dentro a cui, grazie ad un software chiamato Camouflage, vi erano stati inserite le tracce mp3. Ganzissimo! Ma anche palloso dopo un po'. Non ho dato poi molta importanza, con il passare degli anni a questa tecnica steganografica. A ripensarci adesso però è una grande trovata, per nascondere files o messaggi segreti. Agli occhi dell'ignaro passante (o anche del controllore oppure del servizio di hosting) non ci saranno sostanziali differenze tra un'immagine normale ed una che porta con sè altri informazioni. E non parlo del semplice messaggio nascosto, ma anche di veri e propri files. Ho trovato SilentEye (software open source distribuito per Windows, Linux e Mac) che è di gran lunga superiore rispetto a ciò cui ero abituato anni fa. E non parlo solo dell'interfaccia grafica e del comodissimo sistema "drag & drop". Il funzionamento è semplice, ma le opzioni con cui personalizzare il nostro utilizzo sono molte ed importanti. Come funziona?

mercoledì 16 febbraio 2011

Proxy Switcher: scegliere che proxy usare

In questi giorni mi è capitato di discutere con gettons riguardo la possibilità di utilizzare proxy server non tanto per l'anonimato e la privacy, quanto piuttosto per per poter usufruire legittimamente di alcuni contenuti internet altrimenti inaccessibili. Il mio rapporto con i proxy è scarso, anche se ho avuto le mie esperienze. Soprattutto nell'ambito del file sharing e del p2p. Ho provato diversi servizio per confrontare e mettere alla prova nuove versioni di software per lo scambio files, che permettono appunto di essere utilizzati anche dietro proxy. La mia conoscenza a riguardo quindi è puramente teorica, dettata dalla curiosità non dalla necessità. Altre esperienze dirette le ho avute attraverso lo studio, se così possiamo chiamarlo, di vari sistemi volti a proteggere la nostra privacy: TOR, FreeNet, Anonet, Osiris sempre però legati all'ambito del file sharing anonimo.